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Ma che diavolo...
Sai da quale parte della frontiera
ti trovi? Ce l'hai un nome?
Suppongo
che qualcosa
ti abbia tagliato la lingua.
O è questo
o hai qualcosa
da nascondere.
Su questo non ci sono dubbi.
Mi senti benissimo.
Walter A. Henderson.
Voglio farti un'ultima domanda.
Vedi questo biglietto?
Sei tu?
O è un tuo parente?
Chiamerò questo numero
e vediamo se mi sanno dire chi sei.
Non ho abbastanza letti
per ospitare dei muti.
Centralino,
mi dia una linea, per favore.
Los Angeles, California.
Cosa?
Mi può dire dove si trova
esattamente il suo ospedale?
Dove diavolo è?
D'accordo.
Arrivo,
vengo il più presto possibile.
Gli dica che sto arrivando.
- Steven, bisogna cambiare questo.
- Questo pezzo qui?
Non è venuto bene.
Anne, tesoro?
- Ho ricevuto una telefonata strana.
- Da chi?
Da un ospedale nel sud del Texas,
il posto si chiama Terlingua.
- Dicono di aver trovato Travis.
- Oh, no!
- Cosa farai?
- Andrò a prenderlo.
- Oh, Walt.
- Non posso mica lasciarlo lì.
E Hunter? Che cosa gli dirò?
Digli che sono dovuto andare
in viaggio di lavoro.
Intendo, di Travis.
E' meglio dirgli la verità.
L'autostrada 10 fino a Van Horn,
poi la statale 90
e troverò la statale 118 verso sud.
Terlingua.
Lei deve essere
il fratello del muto.
- Il muto?
- Sì.
Non siamo riusciti a cavargli
una parola dalla bocca.
Si è cacciato in qualche guaio, eh?
Non lo so,
non lo vedo da quattro anni.
Davvero?
In quattro anni possono succedere
tante cose a un uomo.
Ogni genere di problemi.
Problemi costosi.
Che vuole dire?
Da queste parti è piuttosto facile
finire nei guai.
Costa un po' di soldi
tirarlo fuori. Mi ha capito.
Non capisco. Parli chiaro
perché vorrei vedere mio fratello.
D'accordo, ma prima vorrei
chiederle una cosa.
Suo fratello ha mai avuto
un incidente d'auto?
Un incidente d'auto?
Non che io sappia.
Allora ha frequentato
strane compagnie.
Adesso vorrei vedere mio fratello
se non le dispiace.
E' sparito.
Vuol dire che non è qui? Dopo
che ho fatto tutta questa strada?
Se n'è andato stamattina presto.
Tuttavia ho qui le sue cose.
Le ho conservate.
Sarò molto lieto di dargliele
non appena avrà pagato
una piccola ricompensa.
Travis.
Non mi riconosci? Sono Walt.
Sono tuo fratello Walt.
Che diavolo ti è successo?
Sei proprio ridotto male.
Vieni, saliamo in macchina. Travis?
Vieni.
Sali.
Ecco le tue cose.
Le ho recuperate in quella clinica.
Avevi scelto un postaccio,
capisco che sei scappato.
Trav, il viaggio è lungo, mica
starai in silenzio tutto il tempo?
Mi sentirò solo.
Trav,
ti dispiace dirmi dove sei stato
in questi quattro anni?
Hai visto Jane o parlato con lei?
Devi sapere che ti avevamo dato
per spacciato.
Ti credevamo morto.
Mi sembra che...
Va bene.
Trav, ti vuoi dare una ripulita?
Vuoi farti la doccia?
lo andrò in città
per comprarti dei vestiti nuovi.
Che numero di scarpe porti?
Vediamo un po'.
Io porto un numero in più.
Da quando porti la barba?
Sei proprio elegante.
D'accordo, allora. Vado e torno.
Ci metterò poco.
Non farai cose strane, vero Trav?
Torno subito.
Maledizione!
Ti dispiace dirmi
dove stai andando?
Che c'è laggiù?
Laggiù non c'è niente.
Non ti fidi di me?
Cerco solo di aiutarti, Trav.
E' tutto a posto.
Sali con me in macchina.
E' bello avere vestiti nuovi, eh?
Ciao, Hunter. Sono papà.
Pensavo che fossi già a letto.
Indovina chi sono andato a trovare
nel Texas?
Tuo padre. Ti ricordi di tuo padre?
Per niente?
Lo era?
Sai una cosa?
Lo porterò a casa.
Travis.
Ti ricordi di tuo figlio?
Hunter?
Lui sta con noi.
Vive con Anne e me
da quando sei sparito.
Non sapevamo che fare
e l'abbiamo tenuto con noi.
Un giorno l'abbiamo trovato
davanti alla porta.
Ci disse che qualcuno l'aveva
accompagnato là in macchina.
Non sapeva cosa fosse successo
a te o a Jane.
Abbiamo fatto di tutto
per trovare te o Jane.
Anche lei era sparita nel nulla.
Non sapevamo che cosa fare.
Travis, non so in quali guai
ti sei messo.
Non so cos'è successo.
Ma io sono tuo fratello,
maledizione!
Puoi parlare con me.
Sono stanco di parlare da solo.
Il pieno, per favore.
Comincio a stufarmi
del tuo silenzio.
Sai parlare.
Anch'io so stare zitto.
Resteremo in silenzio
per tutto il viaggio.
- Paris.
- Cosa?
Paris.
Paris.
Parigi?
Sei mai stato a Parigi?
No.
Possiamo andarci adesso?
E' un po' fuori mano.
Non sono nemmeno
mai stato in Europa.
Anne vuole andarci,
lei è di origine francese.
Non abbiamo mai tempo,
la mia ditta mi impegna molto.
Andiamo, Trav.
Che c'è?
- Dove andiamo?
- Prendiamo l'aereo per L.A.
- Hai paura di volare?
- Lasciare la terra?
Sì.
- Perché?
- Con la macchina è troppo lontano.
Ci vorrebbero altri due giorni
e io non ho tempo da perdere.
Perché?
Volare è più comodo, si fa prima.
Andiamo.
- Potrai alzarti dopo il decollo.
- Fatemi scendere o salto giù.
Non si può fermare l'aereo
per ogni passeggero che ha paura.
Non si può salire su un aereo
e poi cambiare idea.
Non ci si comporta così,
non siamo nella giungla.
Sei tornato nel mondo civile.
Si rendono conto di quanta
gente aspetta i loro comodi?
Chiedo scusa. Mi dispiace,
mi dispiace, mi dispiace.
Arrivederci.
Tutto ciò è ridicolo, Travis.
Vuoi abbandonarmi?
No, non ti abbandonerò.
Non importa se mi abbandonerai.
Non lo so, tesoro,
si è lasciato prendere dal panico.
Non servirebbe provare con un altro
aereo, scenderebbe anche da lì.
Dovremo prendere la macchina.
Ci vorranno due giorni.
Non capisco perché vuole
la stessa macchina che aveva prima.
Sono tutte simili,
sono tutte Birds, Olds e Chevies.
Non so nemmeno se riuscirò
a trovare la stessa macchina.
Lo so, ma mio fratello ha lasciato
qualcosa nella macchina.
Dobbiamo ritrovarla.
Deve chiamare il nostro
Ufficio Oggetti Smarriti.
- Ci serve la stessa macchina.
- E' impossibile rintracciarla.
Ha scritto il numero di targa là.
Ce lo dica e la ritroveremo noi.
Lei non può accedere al parcheggio.
- Perché no? Ci siamo già.
- Dovrà tornare in ufficio con me.
- Travis.
- Che c'è?
- Non avremo la stessa macchina.
- Gliene affitterò una uguale.
Serve la stessa macchina,
non possiamo continuare in un'altra.
Ci dica il numero di targa,
per favore.
La prego, sia gentile.
D'accordo, il numero è 667 DJP.
Lo ricordi? 667 DJP.
- Ha un'ammaccatura sul cofano.
- Esatto.
- Che cos'è?
- Cosa?
Quello che hai in mano.
- Una foto.
- Una foto di cosa?
Una foto di...
- Di Paris.
- Parigi. Davvero?
Sì, una foto di una parte di Paris.
Dove hai preso quella foto
di Parigi? Posso vederla?
E' questa? Questa è Parigi?
A me sembra il Texas.
- Lo è.
- Paris nel Texas?
- E' sulla mappa.
- C'è davvero una Paris, Texas?
Eccola.
Perché hai una foto di un terreno
a Paris, Texas?
E' mio.
Lo so, ma come mai ce l'hai?
L'ho comprato, per corrispondenza.
Molto tempo fa.
Hai comprato una foto di un terreno
per corrispondenza?
- No, ho comprato il terreno.
- Hai comprato quel lotto.
Fammi vedere di nuovo.
Non c'è niente sopra.
Vuoto.
Perché hai comprato un terreno
a Paris, Texas?
L'ho dimenticato.
Tieni.
Ti ricordi
come si chiamava la mamma?
Mary.
No, voglio dire
prima di incontrare papà.
- Il suo cognome da ragazza?
- Sì.
Non ricordi
il suo cognome da ragazza?
Sequinez.
Sequinez. Spagnolo.
Suo padre lo era.
Non posso crederci.
Finalmente ti decidi a mangiare.
Mangiare e parlare.
Presto sarai tornato tra i vivi.
Vuoi che guidi io?
Va bene. Pensi di ricordartelo?
II mio corpo lo ricorderà.
Puoi dormire mentre ***.
D'accordo.
Senti, Trav,
forse è il momento di dirmi
che ti è successo
in questi quattro anni.
Non ancora.
Travis?
Che c'è?
Dove siamo? Cos'è successo?
Perché abbiamo lasciato
l'autostrada? Cristo!
Non posso nemmeno dormire 5 minuti!
Perché sei uscito dall'autostrada?
Non so dove sono uscito,
non c'era alcun nome.
Fantastico.
Davvero magnifico.
Ci troviamo nel deserto Mojave
in un posto senza nome.
Saprei ritrovare l'autostrada.
Trav, devo parlarti di Hunter.
Quanti anni ha adesso?
A gennaio fa otto anni.
- Ha sette anni allora.
- Sì.
Quello di cui volevo parlarti è...
Ormai è parte della famiglia.
Per lui Anne ed io
siamo i suoi genitori.
- Anne è tua moglie.
- Sì. Ti ricordi di lei, vero?
No. Crede che tu sia suo padre?
Anne gli ha detto
che stai arrivando.
- Chi crede che io sia?
- Io gli ho detto che sei suo padre.
Però tu sei stato via
tantissimo tempo, Trav.
Quanto tempo sono stato via?
Quattro anni.
Quattro anni sono tanti?
Per un ragazzino sì.
E' metà della sua vita.
Metà della vita di un bambino.
Ora mi ricordo.
Che cosa?
- Perché ho comprato quel terreno.
- Perché?
Mamma mi disse una volta
che lì lei e papà hanno fatto
l'amore per la prima volta.
A Paris, Texas?
- Sì.
- Te l'ha detto lei?
Quindi...
Fu proprio lì
che io cominciai ad essere.
Cioè io, Travis Clay Henderson.
E' così che mi hanno chiamato.
Il mio punto di partenza.
Paris, Texas.
Sì.
Credi di essere stato concepito lì?
- Sì.
- Potresti avere ragione, Travis.
Papà ci scherzava sempre.
Che diceva?
Presentava sempre la mamma come la
donna che aveva conosciuto a Parigi.
Poi aspettava
prima di dire Texas perché
tutti pensassero...
Aspettava di dire Texas
perché tutti pensassero...
Dopo che tutti avevano pensato
che parlasse di Parigi in Francia.
Si faceva sempre una grande risata.
Così vivi a Los Angeles.
Abitiamo in periferia,
ma lavoro in città.
Che lavoro fai?
Faccio cartelloni stradali
per la pubblicità.
Davvero?
Allora sei tu che li fai.
Mi piacciono. Certi sono bellissimi.
Non sono l'unico al mondo che li fa.
Trav, da questa parte.
Carino, eh?
Abito qui da 3 mesi. Mi piace molto,
ma è stato un grosso sacrificio,
ho dovuto fare i debiti come tutti.
Ciao, tesoro.
- Tutto a posto qui?
- Certo, ci sei mancato tanto.
Anche voi mi siete mancati.
Vieni.
Travis.
Mio Dio, ci eravamo già chiesti
se ti avremmo più visto.
E' passato tanto tempo.
Avete fatto buon viaggio?
E' andato bene.
Hunter.
Hunter, lui è Travis.
Ciao.
Ciao.
Scommetto che faceva molto caldo
nel deserto Mojave.
Peccato che siete venuti in macchina.
Che cos'era successo?
Travis non aveva voglia di volare.
Ti capisco,
nemmeno io sopporto più gli aerei.
Specialmente da quando abitiamo qui,
sento sempre il rumore degli aerei.
A me piacciono.
Una volta prendevi l'aereo, vero?
No.
Mi sembra di ricordare che Jane
una volta mi ha detto che avevate
preso l'aereo per Dallas insieme,
o per qualche altra parte.
Forse mi sbaglio.
Tesoro, da quando siamo partiti,
non ha mai dormito in un letto.
Non credo che sia necessario.
Allora dove ha dormito?
Non dorme proprio.
Da qualche parte deve dormire.
Va bene, ma non credo che lo userà.
Prima o poi si stancherà.
Ti ho preparato un asciugamano,
della biancheria intima
e calzini di Walt.
Buonanotte.
Grazie.
Vado a chiudere gli occhi.
- Sogni d'oro.
- D'accordo.
Le hai lustrate tutte.
Sei stato molto gentile, Travis.
Vuoi entrare per fare colazione?
Non hai fame?
Noi mangeremo
delle waffle alla fragola.
Ti piacciono?
Ne vuoi qualcuna?
Ti lascerò del caffè caldo.
Guarda.
Ciao.
- Hai usato l'olio di gomito, eh?
- Sì.
Le hai lustrate con lo sputo? Posso
trovarti un posto all'aeroporto.
Vuoi scambiare questi stivali nuovi
con quelli vecchi?
Va bene.
Grazie.
Travis, devo scappare per portare
Hunter in orario a scuola.
Torneremo nel pomeriggio. Il numero
dell'ufficio di Walt è sul tavolo.
Ci vediamo dopo.
- D'accordo.
- Ciao.
- Anne.
- Sì?
Potrei prendere Hunter a scuola e
tornare a casa a piedi, se lui vuole.
Mi sembra una buona idea, Travis.
Non voglio tornare a casa a piedi,
mamma.
- Perché?
- Tutti se ne vanno in macchina.
Mica ti farà male tornare a casa
a piedi una volta nella vita.
- Non voglio...
- Non voglio andare a piedi.
- Ti aspetta davanti alla scuola.
- Forse non mi vede.
La scuola non è lontana da qui.
Sali in macchina e basta discutere.
- Posso venire con te?
- Certo.
Mi dispiace molto, Travis.
Non è facile per lui, Anne.
Anne, è tutto a posto, è qui.
- Che stai facendo?
- ***.
- Per dove?
- *** e basta.
- Non ti stai nascondendo, vero?
- No.
Travis è il tuo vero padre.
Lo sai, vero?
Papà, quando faranno le astronavi
come oggi le macchine?
Hunter, ti ho fatto una domanda.
Mi rispondi?
Che c'è?
Travis era venuto a scuola, voleva
tornare a casa a piedi insieme a te.
Nessuno va a piedi.
Non è questo il punto.
Travis è il tuo vero padre
e vuole parlare con te.
Perché? Di che cosa?
Vieni, è ora di cena.
Scendi.
Travis, ti ricordi quando Anne ed io
siamo venuti a trovarvi 5 anni fa?
No.
Tu e Jane
eravate sulla costa del Texas.
Hunter aveva circa tre anni.
Non te lo ricordi?
No.
Io sì, eravamo andati a pescare.
Sì.
Ho girato un superotto durante
quel viaggio. Ti va di vederlo?
- Che cos'è?
- Un filmino in superotto.
Walt, forse Travis non ne ha voglia.
Perché?
Forse vuole aspettare
prima di vederlo.
Come vuole lui.
Pensavo che volessi vederlo.
Film?
- Certo.
- Bene.
Ci sono delle belle riprese
di Hunter.
- Io l'ho già visto.
- Devi vederlo di nuovo.
- Aiutami a montare il proiettore.
- D'accordo.
Sono io che ***.
Diventerai bravissimo.
E' ora di andare a letto, Hunter.
- Oh, mamma!
- Non lamentarti, sono già le dieci.
- Buonanotte, papà.
- Buonanotte, tesoro.
Buonanotte, papà.
- Credi che l'ama ancora?
- Come faccio a saperlo?
Secondo me sì.
- Cosa te lo fa pensare?
- Il modo in cui la guardava.
- Quando l'ha vista nel filmino?
- Sì. Ma quella non è lei.
Cosa vuoi dire?
Quella è solo lei in un film.
Molto tempo fa.
In una galassia molto lontana.
Che cosa cerca?
Cerco
il padre.
- Suo padre?
- No, un padre, uno qualsiasi.
- Che aspetto ha un padre?
- Ci sono molti tipi di padri.
- Me ne serve solo uno.
- Pensa di trovarlo lì dentro?
Non so dove altro guardare.
Ora ho capito.
Lei vuole essere un padre.
Sì.
Mi dica.
Vuole essere un padre ricco?
No.
- Un padre povero?
- No.
- Una via di mezzo.
- Non c'è una via di mezzo.
- O è un padre ricco o uno povero.
- Ricco.
C'è una cosa che deve ricordare.
Per essere un padre ricco
lei deve guardare verso il cielo
e mai verso terra.
Un po' più in alto.
Così.
Cammini.
Deve camminare in modo rigido.
Dignità.
Così va bene.
Chi è quello? Lo conosci?
Sì, è il fratello di mio padre.
No, sono entrambi fratelli.
No, sono entrambi...
Sono entrambi padri.
No. Lascia perdere.
- Sono entrambi il padre di chi?
- Di me.
- Come puoi avere due padri?
- Questione di fortuna, credo.
- Ci vediamo.
- Ciao.
Quello è il vestito di mio padre.
Voglio dire, Walt.
Puoi chiamarlo papà se vuoi.
Gliel'ho preso in prestito.
Lui è d'accordo.
Cosa sono quelle foto?
Quello è mio padre.
Tuo nonno.
Come si chiama?
- Travis.
- Come te.
Ora dov'è?
E' morto qualche anno dopo
che è stata fatta questa foto
in quella macchina.
E' morto.
Puoi sentire che è morto?
Cosa vuoi dire?
Lo conoscevi quando c'era e parlava,
giusto?
- Sì.
- Puoi sentire che non c'è più?
Sì, qualche volta. So che è morto.
Io non ho mai sentito che eri morto.
Ho sempre sentito che c'eri
e parlavi da qualche parte.
Sento anche la mamma.
- Davvero?
- Tu no?
Sì.
Quello sono io quando ero in Marina.
- Eri un generale?
- No.
Suonavo nella banda.
La banda della scuola.
Questo sei tu.
Mi piace questa foto. Guarda.
E' stupenda.
E' strana. C'è dell'acqua in mezzo
che sparisce nel nulla.
E' una bellissima foto.
Questa è mia madre.
Tua nonna.
Non lo so.
Sembra che le cose tra noi
siano cambiate rapidamente
da quando è arrivato Travis.
Che cos'è cambiato?
Ho paura.
- Hai paura di Travis?
- No.
Allora di cosa?
Di quello che ci succederà
se perdiamo Hunter.
Non perderemo Hunter.
Allora perché sei sempre lì
a spingerli insieme?
- Sembra che vuoi che parta.
- Chi?
Hunter. Sai bene
di che cosa sto parlando.
Continui a incoraggiare
la faccenda padre-figlio tra...
Non è una faccenda! Travis
è suo padre e Hunter è suo figlio.
E' un dato di fatto
e l'abbiamo sempre saputo.
- Travis è mio fratello.
- Lo so.
Non dovrei incoraggiare?
Dobbiamo continuare a fingere
che siamo i genitori
del figlio di mio fratello?
Per quanto tempo pensi che Hunter
ci creda?
lo non ho mai finto, io lo amo
come se davvero fosse mio figlio.
Anch'io.
- Ciao, Anne.
- Ciao, Travis.
Tu non dormi molto, vero?
C'è una cosa che devo dirti.
Non volevo dirtelo
perché il fatto che nessuno sappia
rende le cose più facili.
Non l'ho nemmeno mai detto
a Walt o a Hunter.
Di che cosa si tratta?
Dopo che Hunter è venuto
a vivere con noi,
Jane telefonava
per avere notizie su di lui.
Mi ha fatto promettere di non dire
a nessuno che telefonava.
Chiedeva anche di me?
Sì, all'inizio.
Da dove chiamava?
Da alcuni posti in Texas.
Quali posti?
Lasciami finire, Travis.
Dopo quello che era successo
tra te e Jane,
lei ha deciso
di affidare Hunter a noi.
Ha detto che non poteva più essere
una madre per lui.
Aveva smesso di essere una madre
per lui già da parecchio tempo.
Travis, non voglio che pensi
che ti stia nascondendo qualcosa.
Lei era giovane.
Voleva qualcosa dalla vita
che io non riuscivo a capire.
Non mi rendevo conto
di quanta rabbia avessi in corpo.
Ha smesso di chiamare
poco più di un anno fa.
Da allora non l'ho più sentita.
Niente?
Neanche una parola.
Ma nell'ultima telefonata
mi ha chiesto di aprire
un conto in banca a nome di Hunter.
- Un conto in banca?
- Tutto ciò che ora so di Jane
è che va in banca il 5 di ogni
mese per versare dei soldi a Hunter.
Jane gli manda dei soldi.
A volte cento dollari,
a volte cinquanta o cinque.
Sono per il futuro di Hunter.
Ho chiesto alla banca
da dove provengono gli accrediti.
- Da una banca di Houston.
- Quale banca?
L'ho scritto, se lo vuoi.
- Che giorno è oggi?
- Il primo novembre.
Nessuno di voi se lo aspetterà.
Sarete tutti colti di sorpresa.
Ve lo giuro.
Ve lo giuro
sulla testa di mia madre.
Ormai sono anni che sto in piedi
sulla testa di mia madre.
Parliamo della divina terra verde.
Non ci sarà alcuna salvezza
in questa valle dimenticata da Dio.
E' questo che cerco di gridare
a tutti voi
laggiù nel fottuto deserto Mojave
e oltre.
Fino a dove arriva.
Ovunque in questa valle
fino all'Arizona.
Non esistono zone di sicurezza.
Non esiste nessuna zona di sicurezza
perché questa verrà eliminata,
sradicata.
Verrete tutti esiliati
verso la terra del non ritorno.
E' un viaggio verso il nulla.
Se pensate che sarà divertente,
vi sbagliate di grosso.
Forse non credete
che sia giunta l'ora, ma credetemi,
so di che cosa sto parlando.
Non sono pazzo.
Non venitemi a dire
che non vi ho avvertito.
Vi ho avvertiti,
vi ho avvertiti tutti.
Pensavo
che l'altezza ti facesse paura.
L'altezza non mi fa paura,
ho solo paura di cadere.
Allora non guardare giù.
Peccato che le cose non sono uguali
viste da terra.
Che vuoi dire?
Qui le cose si vedono meglio.
Aiutano a schiarirsi le idee.
Ieri sera ho parlato con Anne,
è piuttosto sconvolta.
Lo so.
- Me ne vado.
- Cosa?
Me ne vado.
- Non l'ho detto per mandarti via.
- Lo so.
A che serve?
Questo non risolverà niente.
Voglio trovare Jane.
Come pensi di riuscirci?
Sono passati quattro anni, è sparita.
- Ho provato di tutto per trovarla.
- Ora mi ci metto io e la ritroverò.
- Come fai a esserne così sicuro?
- Lo so e basta.
- Scendiamo adesso?
- No.
Maledizione!
Dimmi quello che è successo!
Sono stufo di questo mistero!
Ti tratto come un bambino viziato da
quando ti ho riportato dal deserto.
Ora dimmi cos'è successo
tra te e Jane!
Merda!
Lo so, non sono affari miei.
Mi servono dei soldi,
una carta di credito.
- D'accordo, li avrai.
- Ti restituirò tutto.
- Lascia perdere.
- Io la troverò, Walt.
Hunter.
E' la tua macchina?
Sì.
Vieni.
Che forza!
Non è male questa roba.
Anne lo mette sempre per pranzo.
"La vache qui rit".
E' appiccicosa.
La vache cosa?
Mi piace.
- Papà.
- Sì?
Dove sei stato tutto questo tempo?
In Messico.
Perché?
Non sapevo dove altro andare.
La mamma dov'è andata?
Non lo so.
Ma ora è da qualche parte a Houston.
Lì c'è il Centro Spaziale.
E' di questo che volevo parlarti.
Io me ne devo andare adesso.
- Perché?
- Andrò a cercarla.
E io? Hai appena trovato me.
Posso venire?
- E Walt e Anne?
- Non torneremo mai più qui?
Certo, ma non so quando.
Voglio venire con te.
Anch'io voglio ritrovarla.
Quando partiamo?
- Adesso.
- Allora andiamo.
Ci serve della roba per il viaggio.
Compreremo delle giacche, magliette,
spazzolini, roba del genere.
- Forse anche dei walkie-talkie.
- Perché?
E' così che si fa.
- Sai una cosa?
- Cosa?
Tutta questa galassia,
tutto l'universo
una volta era compresso
in un punto piccolo così.
- E sai quello che è successo?
- Cosa?
E' esploso.
Le scintille si sono sparse ovunque
e hanno formato lo spazio.
C'era solo gas che fluttuava.
La Terra era gas?
Sì, la Terra era formata solo da gas
e il calore del sole era così forte
che la Terra è diventata una palla
gigante e dura fatta di acqua.
C'era soltanto acqua.
C'erano solo animali marini.
Poi sott'acqua un vulcano...
La lava in contatto con l'acqua
ha formato una roccia, cioè la terra.
Sai fare una chiamata a carico del
destinatario? Chiami l'operatrice...
Lo so.
Bene. Allora chiama Walt e Anne.
Perché?
Così non si preoccupano per te
e sanno dove sei.
Che cosa dirò?
Di' loro la verità. Che sei con me
e che stiamo andando nel Texas.
- Si arrabbieranno.
- No. Ma tu sai cavartela.
- Perché non chiami tu?
- Non posso.
- Perché?
- Perché devi essere tu a dirlo.
Perché non lo fa lui?
- Pronto?
- Ciao, papà.
Hunter, dove sei? Sai che ore
sono? Ti ho cercato dappertutto.
Hunter, ora stammi a sentire.
Dove ti trovi esattamente?
San Bernardino? Hunter,
sei davvero a San Bernardino?
- Fammi parlare con lui.
- Aspetta.
- Come...
- Fai parlare me.
Hunter, stai bene?
Che stai facendo?
Con Travis?
Dove state andando?
Dimmi dove ti trovi,
dimmi solo dove sei.
Come si chiama?
Mio Dio!
Hunter, di' a Travis di tornare
indietro, di riportarti subito qui.
Mi hai capito?
Fammi parlare con lui.
Che faccio?
Riattacca.
Ciao, mamma, ora devo andare.
- Si sono arrabbiati?
- Lei sì.
- Ti sei pentito di essere venuto?
- No.
Puoi tornare da loro quando vuoi.
Basta dirmelo.
Non voglio tornare.
Lo so, ma se dovessi cambiare idea.
Sono abituato a chiamarla mamma.
Anne?
Sembrava triste.
Lo so.
Che aspetto avrà la mamma adesso?
Non lo so.
Te la ricordi?
No veramente.
Solo dal filmino che abbiamo visto.
Sembravamo felici allora.
Già.
Tienila tu.
Buonanotte.
Buonanotte.
Papà, se un tizio lascia un bambino
e viaggia alla velocità della luce
per un'ora...
Se viaggiasse alla velocità
della luce e tornasse dopo un'ora,
lui sarebbe invecchiato di un'ora,
ma il bambino sarebbe un anziano.
In quanto tempo arriverebbe
a Houston?
Se viaggiassero a...
Direi tre secondi.
Ripeti,
non ho capito l'ultima parte.
Ci metterebbe tre secondi per andare
dalla California a Houston
alla velocità della luce.
- Questo è Houston?
- Sì.
Come la troveremo
in una grande città come questa?
- So dove cercarla.
- Dove?
C'è una banca dove oggi
lei andrà a depositare dei soldi.
Questa è una banca?
- Che razza di banca è?
- Sembra un drive-in.
Mai visto una banca così.
Nemmeno io.
Ci sono troppe macchine,
non la troveremo mai.
Ci riusciremo. Ci separeremo
per coprire un'area più estesa.
- Potremmo usare i walkie-talkie.
- Giusto.
- Ti faccio scendere qui.
- D'accordo.
Mi senti, papà? Passo.
Forte e chiaro.
Bene.
Hunter in posizione uno. Passo.
Travis in posizione due.
Controlliamo tutto.
Te l'avevo detto
che non erano giocattoli. Passo.
Dieci-quattro. Passo e chiudo.
Papà, sta lasciando la banca.
Vieni qui.
Papà, mi senti? Mi senti?
Sta lasciando la banca, vieni qui!
Papà! Forza!
Papà, svegliati!
Sta andando via,
sta lasciando la banca.
Papà, svegliati!
Dov'è?
Arrivo.
E' andata di là.
Dov'è andata?
Hai visto la macchina?
Vieni, andiamo!
Hunter, l'hai vista davvero bene?
Era proprio lei, so che era lei.
Speriamo di non averla persa.
Questo rottame non va più veloce?
Ci sono migliaia di macchine,
come facciamo a trovarla? Qual è?
Devi andare più veloce.
- La macchina era rossa, giusto?
- Sì.
Era una piccola Chevy rossa.
Vedi qualcosa? lo non so com'è
la macchina, devi aiutarmi. La vedi?
No, non ancora.
- La vedo!
- Dove?
In quella corsia!
- Quale corsia?
- La destra.
Calmati, l'ho vista.
Sei sicuro
che la macchina è quella?
Ne sono sicuro.
Adesso ci sono due macchine rosse.
Qual è delle due?
Quella di destra...
Quella di sinistra.
- Sei sicuro?
- Sì, quella a sinistra.
- Sei sicuro che è quella?
- Sì.
Spero che tu abbia ragione.
Se seguiamo la macchina sbagliata,
dobbiamo aspettare un altro mese.
- Allora avrò otto anni.
- Cosa?
Avrò otto anni.
Avviciniamoci,
così possiamo farle segno.
Non dobbiamo avvicinarci troppo.
Potrebbe spaventarsi,
non vogliamo rischiare un incidente.
- D'accordo?
- Sì, hai ragione.
Chissà dove sta andando.
Forse va a lavorare. Secondo te?
Potrebbe essere.
A me sembra una macchina da donna.
Potrebbe essere sua?
Può darsi. Sali in macchina,
ti dirò il mio piano.
Chiudi i finestrini
e metti la sicura.
Se qualcuno ti chiede qualcosa,
rispondi che tuo padre torna subito.
- Starai bene?
- Sì.
Chiamata per il sergente Jojo.
Il sergente Jojo in cabina 22.
L'infermiera Bibs in cabina 7.
Come va?
Signore?
Lei è nel posto sbagliato.
E' ancora presto,
le ragazze sono tutte giù.
Mamma Dina, cabina 19.
Dica chi vuole.
Vorrei vedere una ragazza bionda,
capelli lisci, sui 25 anni.
D'accordo.
Sta arrivando, resti in linea.
Ciao, tesoro.
Accidenti.
Sono già 23. Ho già lavorato
in 23 cabine da questa mattina.
E ora con questa fa 24.
Allora che posso fare per te?
Ho un'idea.
Facciamo pallanuoto?
Può essere divertente.
Sai una cosa? Di' all'infermiera
Bibs dove ti fa male.
Forse so come curarti.
Perché non mi guardi?
- Ti sto guardando.
- Sono qui. Non mi vedi?
Se potessi vederti,
non lavorerei qui.
Che cosa vedi?
Quello che vedi tu: l'infermiera
Bibs con un cavalluccio di gomma.
Capisco.
- Grazie, infermiera Bibs.
- Grazie a te.
Ciao.
Ci sei?
La luce è accesa,
quindi devi esserci.
Non importa se non vuoi parlare,
a volte non va nemmeno a me.
Voglio restare solo in silenzio.
Ti dispiace se mi siedo?
Ti dispiace se mi siedo?
No.
Grazie.
Le gambe mi fanno male
perché sto sempre in piedi.
E' la prima volta che vieni?
Sì.
Allora la cosa ti sembrerà strana.
Io non posso vedere te
anche se tu puoi vedere me.
Ci vuole un po' per abituarsi.
Ti sto guardando in faccia?
Mio Dio, non importa.
Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare,
io ti ascolterò. D'accordo?
Sono brava ad ascoltare.
Se c'è qualcosa...
C'è qualcosa che posso fare per te?
Ti dispiace
se mi tolgo il maglione?
Me lo tolgo.
No, non farlo.
Ti prego, tienilo addosso.
Scusa.
Allora dimmi che cosa vuoi.
Non voglio niente.
Perché sei venuto allora?
Voglio parlare con te.
C'è qualcosa che vuoi dirmi?
No.
Puoi dirmelo, so tenere un segreto.
Questo è tutto quello che fai?
Parli soltanto?
Beh, sì.
Sì, soprattutto.
E ascolto.
Che altro fai?
Perché ridi?
Scusa.
Mi dispiace.
Allora cos'altro fai?
Niente, davvero.
Non possiamo vedere i clienti
fuori da qui.
Allora quando li vedete?
Andate a casa loro?
Non lo facciamo.
Non possiamo avere rapporti
con i clienti fuori da qui.
Ma se vuoi, puoi vederli.
Puoi andare a casa loro.
Quanti soldi extra guadagni?
Quanto ti rende l'altra attività?
Mi dispiace, ma dovrebbe parlare
con qualcuna delle altre.
Gliene trovo una.
No, no!
Ti prego, ti prego.
Ti prego, non andartene.
Non sono io quella che fa per lei.
Ti prego.
Ti prego, non andartene.
D'accordo.
Mi dispiace.
Mi dispiace.
D'accordo.
Lo so quanto è difficile a volte
parlare con degli estranei.
Rilassati.
Rilassati e dimmi che cosa c'è.
Ti ascolterò.
Parla.
Non mi dispiace ascoltare.
Lo faccio sempre.
Lei era lì, vero?
Che cos'è?
Un terreno. L'ho comprato quando
eravamo tutti insieme con tua madre.
Pensavo che un giorno
ci avremmo abitato.
Dove?
Paris, Texas.
Dove si trova?
Vicino al Red River.
Ti piace?
Avremmo abitato sulla terra?
Perché bevi quella roba? Puzza.
- Dove stai andando?
- In macchina.
Un'altra, per favore.
Su, papà.
Non è un posto dove portare
una donna di classe.
Se tu avessi una donna di classe, la
porteresti in un posto come questo?
Cos'è una donna di classe?
Mia madre.
Non tua madre,
ma mia madre.
Lei non era una donna di classe.
Lei era...
Non voleva essere una donna di
classe, non ha mai finto di esserlo.
Allora che cos'era?
Era una donna semplice.
Semplice e buona.
Lei era molto buona, ma mio padre...
Mio padre si era fatto un'idea.
L'idea che si era fatto
era diventata per lui una malattia.
Quale idea?
Si era fatto un'idea su di lei.
E quando la guardava,
non la vedeva com'era.
Lui vedeva solo la sua idea.
Diceva alla gente
che lei proveniva da Parigi.
Era uno scherzo
che raccontava a tutti.
Alla fine non era più uno scherzo,
ha cominciato a crederci.
Lui credeva veramente...
Lei...
Mio Dio.
Lei si sentiva molto in imbarazzo.
Era molto...
Era molto timida.
A sinistra, papà.
Hunter, sono io.
Avevo paura di non riuscire a dirti
le parole giuste di persona.
Quindi ora provo a farlo
in questo modo.
Quando ti ho rivisto lì
a casa di Walt,
ho sperato un sacco di cose per noi.
Ho sperato di dimostrarti
che ero tuo padre.
Tu mi hai dimostrato che lo sono.
Ma quello che io speravo di più
non può realizzarsi.
Ora lo so.
Tu appartieni a tua madre.
Tu appartieni a tua madre.
Sono stato io a farvi separare.
E' mio dovere
farvi ritornare insieme.
Ma io non posso restare con voi.
Non potrò mai rimediare a ciò che è
successo. E' così che stanno le cose.
Non ricordo bene ciò che è successo.
E' come se ci fosse un vuoto.
Ma sono rimasto solo
e non ho mai superato questo fatto.
E in questo momento ho paura.
Ho paura di andare via di nuovo.
Ho paura di quello
che potrebbe succedere.
Ma ho ancora più paura di non poter
affrontare questo timore.
Ti voglio bene, Hunter.
Ti voglio bene
più della mia stessa vita.
Ciao.
Posso raccontarti una cosa?
Certo, quello che vuoi.
E' una storia lunga.
Ho un sacco di tempo.
Conoscevo certe persone...
Quali persone?
Queste due persone.
Si amavano.
La ragazza era molto giovane, credo
avesse diciassette, diciotto anni.
Lui era parecchio più grande.
Era un tipo rozzo e selvatico.
Lei era molto bella.
Hai presente?
Sì.
Insieme trasformarono ogni cosa
in una specie di avventura.
A lei piaceva.
Anche semplicemente andare al negozio
di alimentari era un'avventura.
Ridevano sempre
per delle cose stupide.
A lui piaceva farla ridere.
Loro non avevano molto interesse
per le altre cose
perché pensavano solo
a stare insieme.
Stavano sempre insieme.
Sembra che fossero molto felici.
Sì, lo erano. Erano davvero felici.
Lui l'amava più
di quanto fosse possibile.
Non sopportava di stare lontano
da lei quando andava a lavorare.
Così smise di lavorare
per poter stare con lei.
Quando finirono i soldi,
si trovò un altro lavoro.
Poi si licenziò di nuovo.
Ma presto
lei cominciò a preoccuparsi.
- Di che cosa?
- Dei soldi, penso.
Di non averne abbastanza, di non
sapere quando ne arrivavano altri.
Sì, conosco quella sensazione.
Quindi anche lui iniziò
a stare male dentro.
In che senso?
Sapeva di dover lavorare
per mantenerla,
ma non riusciva
a stare lontano da lei.
Capisco.
E più stava lontano da lei
e più impazziva.
Ma un giorno impazzì veramente.
Aveva cominciato a immaginarsi
delle cose.
Per esempio?
Pensava che lei vedesse
altri uomini di nascosto.
Tornava a casa e l'accusava di aver
passata la giornata con un altro.
La sgridava
e rompeva delle cose nel camper.
Nel camper?
Sì, vivevano in un camper.
Scusami, ma non sei venuto
anche l'altro giorno?
Forse sono indiscreta.
No.
Mi sembrava di riconoscere
la tua voce.
No, non ero io.
Continua.
Lui aveva iniziato a bere tanto
e restava fuori fino a tardi
per metterla alla prova.
Come metterla alla prova?
Per vedere se si ingelosiva.
Voleva farla ingelosire,
ma non succedeva.
Era solo preoccupata per lui e ciò
lo faceva impazzire ancora di più.
Perché?
Credeva che se non era gelosa,
voleva dire che non teneva a lui.
Per lui la gelosia
era un segno d'amore.
Poi una sera lei gli disse
di essere incinta.
Lei era incinta da tre o quattro
mesi e lui non ne sapeva niente.
All'improvviso tutto era cambiato.
Lui aveva smesso di bere
e si era trovato un lavoro fisso.
Era convinto che ora lei lo amava
perché era incinta di lui.
Stava facendo di tutto
per mettere su una vera casa.
Ma poi cominciò una cosa strana.
Che cosa?
All'inizio non ci aveva fatto caso.
Lei stava cambiando.
Dal giorno in cui era nato il bambino
lei si innervosiva per ogni cosa.
Si arrabbiava sempre.
Considerava un'ingiustizia
anche il bambino.
Lui provava a farla contenta.
Le comprava delle cose,
la portava fuori a cena una volta
alla settimana,
ma niente sembrava soddisfarla.
Per due anni fece di tutto affinché
tornassero una coppia felice.
Ma alla fine capì
che non sarebbe mai più successo.
Cominciò a bere di nuovo,
ma stavolta di brutto.
Stavolta quando tornava a casa tardi,
lei non era preoccupata o gelosa.
Era soltanto arrabbiata.
L'accusava di averla obbligata a fare
il bambino per tenerla prigioniera.
Gli raccontava
che sognava di scappare.
Il suo unico sogno era la fuga.
Lei si vedeva correre nuda
lungo l'autostrada,
correre attraverso i campi,
lungo l'argine del fiume.
Sempre a correre.
E sempre proprio quando stava
per riuscirci, appariva lui.
In qualche modo la fermava.
Appariva e la fermava.
Quando gli raccontava questi sogni,
lui ci credeva.
Sapeva che doveva fermarla
o l'avrebbe persa per sempre.
Così le legò un campanaccio
alla caviglia
perché potesse sentirla
se di notte usciva dal letto.
Ma lei azzittiva il campanaccio
mettendoci dentro un calzino.
Usciva piano piano dal letto
e spariva nella notte.
Una notte la beccò perché era
uscito il calzino mentre correva via.
La prese,
la trascinò nel camper
e la legò ai fornelli
con la sua cinghia.
La lasciò là e tornò a letto
mentre la sentiva urlare.
Poi sentì le urla di suo figlio.
Si era sorpreso di se stesso
perché non provava più niente.
Voleva soltanto dormire.
Per la prima volta
desiderava essere lontano.
Sperduto in un Paese immenso
dove nessuno lo conosceva.
Un luogo senza lingua né strade.
Lui sognava questo posto
senza conoscerne il nome.
Si svegliò in mezzo al fuoco.
Le lenzuola del suo letto
erano in fiamme.
Corse attraverso le fiamme verso
le uniche due persone che amava.
Ma non c'erano più.
Le sue braccia bruciavano,
si buttò di fuori
e si rotolò sulla terra bagnata.
Poi cominciò a correre.
Non guardava mai
all'indietro al fuoco.
Correva e basta.
Corse fino all'alba.
Poi non poté correre più.
E quando il sole tramontò,
corse di nuovo.
Corse così per cinque giorni
finché ogni segno di essere umano
non era sparito.
Travis.
Se spegni la luce lì dentro,
puoi vedermi?
Non lo so.
Non l'ho mai provato.
Mi vedi?
Sì.
Mi riconosci?
Oh, Travis.
Ho portato Hunter con me.
Vuoi vederlo?
Sì.
Desideravo così tanto vederlo che
nemmeno osavo più immaginarmelo.
Anne mi mandava delle foto di lui
finché le ho detto di non farlo più.
Non sopportavo di vederlo
crescere e di non esserci.
Perché non l'hai tenuto con te,
Jane?
Non potevo, Travis.
Non avevo quello
di cui aveva bisogno.
Non volevo usarlo
per riempire la mia solitudine.
Ora ha bisogno di te, Jane.
- Vuole vederti.
- Davvero?
Sì.
- Ti sta aspettando.
- Dove?
In città.
In un hotel.
Il Meridian.
Stanza 1520.
1520.
Non te ne andare.
Non posso vederti, Jane.
Non andare via.
Non ancora.
Io...
Dopo che sei andato via
ti facevo dei discorsi lunghi.
Ti parlavo sempre anche se ero sola.
Ti ho parlato per mesi.
Ora non so che cosa dire.
Era più facile quando ti immaginavo.
Immaginavo anche che mi rispondevi.
Facevamo delle lunghe conversazioni,
tu ed io.
Era quasi come se tu fossi presente.
Riuscivo a sentirti, a vederti,
a sentire il tuo odore.
Riuscivo a sentire la tua voce.
A volte la tua voce mi svegliava.
Mi svegliavo nel cuore della notte
come se fossi nella stanza con me.
Poi
piano piano la cosa si è attenuata.
Non riuscivo più a immaginarti.
Ho provato a parlarti ad alta voce,
ma non c'era più niente.
Non riuscivo a sentirti.
Poi
ho lasciato perdere.
Tutto è finito.
Tu
sei sparito.
Ma da quando lavoro qui,
sento sempre la tua voce.
Ogni uomo ha la tua voce.
Dirò a Hunter che verrai.
- Travis.
- Sì?
Ci andrò.
Bene.
- Hotel Meridian?
- Sì.
Stanza 1520.
I tuoi capelli. Sono umidi.
PER LOTTE H. EISNER