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Giá, questo è il Sunset Boulevard,
Los Angeles, California.
Sono le cinque del mattino.
Quella è la squadra omicidi,
completata da detective e giornalisti.
È stato segnalato un omicidio in
una delle case al numero 10.000.
Leggerete tutto
nelle edizioni della sera.
Lo sentirete alla radio
e lo vedrete in televisione,
perché una vecchia gloria del cinema,
una delle più famose, è coinvolta.
Ma prima di sentire
la versione distorta dei fatti,
prima che i cronisti di Hollywood
vi mettano le mani sopra,
forse vi piacerebbe sapere come
si sono svolti i fatti, la veritá.
Se è così, siete nel posto giusto.
Il corpo di un uomo è stato ritrovato
nella piscina di casa sua,
con due pallottole nella schiena e una
nello stomaco. Nessuno d; importante.
Solo uno sceneggiatore con un paio
di film di serie B al suo attivo.
Poveraccio! Aveva sempre
desiderato una piscina.
Alla fine, riuscì a ottenere una piscina,
ma la pagò a caro prezzo.
Torniamo indietro di 6 mesi e arriviamo
al giorno in cui tutto ebbe inizio.
Vivevo in un appartamento
sopra Franklin Street e lvar Street.
Le cose non andavano bene.
Da tempo non lavoravo
per nessuno studio.
Quindi stavo lì a macinare storie
originali, due la settimana.
Solo che sembrava che avessi
perso il tocco magico.
Forse non erano abbastanza originali,
forse erano troppo originali.
L; unica cosa che so è
che non riuscivo a venderle.
Sì?
- Joseph C. Gillis?
- Sono io.
- Siamo venuti per l'auto.
- Quale auto?
Una Plymouth decappottabile del '46,
targata California 40 R 116.
- Dove sono le chiavi?
- Perché dovrei darvele?
La ditta ha avuto troppa pazienza
con lei, è in arretrato di tre cambiali.
E abbiamo un'ingiunzione
del tribunale. Le chiavi.
- O preferisce che la rimorchiamo?
- L'auto non è qui.
- Davvero?
- L'ho prestata a un amico.
- L'ha portata a Palm Springs.
- È andato lì per ragioni di salute?
- Se non ci credete, guardate in garage.
- Noi le crediamo, ma lei creda a noi.
Fará meglio a riportare l'auto entro
domani a mezzogiorno o sono guai.
Come parla bene lei!
Mi servivano $290 e mi servivano
subito o avrei perso la mia auto.
Non era a Palm Springs
e non era in garage.
Ero stato più furbo
della societá finanziaria.
Sapevo che sarebbero venuti
e non volevo rischiare.
La tenevo dall; altra parte della strada,
dietro il salone del lustrascarpe, Rudy.
Rudy non faceva mai domande
sullo stato delle tue finanze,
guardava i tacchi e capiva tutto.
Avevo una storia originale
che circolava alla Paramount.
Il mio agente disse che era un vicolo
cieco, ma piacevo a un pezzo grosso.
Era arrivato il momento di
approfittarne. Si chiamava Sheldrake.
Era un produttore furbo
e le sue ulcere lo dimostravano.
Hai cinque minuti a disposizione.
Di che parla la tua storia?
Un giocatore di baseball, una matricola,
che una volta era stato arrestato
ma che ora cerca di rigare diritto,
ma ha dei biscazzieri alle costole.
Gli dicono di truccare delle partite?
La fine è diversa. Ho un'idea.
- Hai un titolo?
- "Basi piene". Ho portato una bozza.
Chiama i consulenti alle sceneggiature,
vedi cos'hanno su "Basi piene".
Sono molto entusiasti alla Twentieth,
tranne Zanuck che è un po' freddo.
Lo immagina Ty Power
nella parte dell'interbase?
Ha l'uomo migliore qui, Alan Ladd.
Sarebbe una svolta per Ladd.
E sarebbe facile da girare.
Tanti esterni. Scommetto che potrebbe
farlo con meno di un milione.
- Scusa.
- C'è il ruolo perfetto per Bill Demarest.
Un vecchio allenatore
che ogni tanto va fuori di testa.
Salve, signor Sheldrake. "Basi piene",
ne ho fatto una sinossi di due pagine.
- Grazie.
- Ma non mi prenderei il disturbo.
- Cosa c'è che non va?
- È un prodotto della fame.
Niente per Ladd?
È una rimasticatura di una cosa
neanche troppo bella.
Le fará piacere conoscere il signor
Gillis, l'autore. La signorina Kramer.
Mi chiamo Schaefer, Betty Schaefer.
Vorrei poter sprofondare.
- Se posso darle una mano.
- Mi dispiace, ma non penso sia bella.
L'ho trovata piatta e banale.
Che tipo di materiale consiglia?
Joyce, Dostoevsky?
Penso che i film dovrebbero
comunicare qualcosa.
Una semplice storia non basta.
Avrebbe rifiutato "Via col vento".
No, quello fu colpa mia. Dissi: "A chi
interessa un film sulla Guerra Civile?"
Ho odiato la storia perché la conosco.
Ho sentito parlare del suo talento.
Stavolta voglio guadagnarmi da vivere.
Così prende la trama 27 A,
la ripulisce e le dá una lucidatina?
Non usi quel linguaggio. Sembra
uno di quei critici newyorchesi.
- È tutto, signorina Kramer... Schaefer.
- Arrivederci, signor Gillis.
La prossima volta le scriverò
"ll nudo e il morto".
Beh, sembra che Zanuck
fará un bel film sul baseball.
Non pensi che lo reputassi
un film da Oscar.
Cerchiamo una Betty Hutton.
Lo vedi giusto per Betty Hutton?
- Onestamente no.
- Aspetta un attimo.
Se lo trasformassimo in una squadra
femminile di softball, un paio di numeri
e diventa un musical: "Successe
in panchina: storia di una donna."
Se crede di essere spiritoso,
non ho voglia di ridere. Devo lavorare.
- Non ho niente per te.
- Qualunque cosa, dialogo addizionale.
Non ho niente, davvero.
Signor Sheldrake,
potrebbe prestarmi 300 dollari?
Potrei? Gillis...
L'anno scorso, mi convinsero
a comprare un ranch,
così presi in prestito il denaro.
Quest'anno, ho ipotecato il ranch
per pagare l'assicurazione sulla vita...
Dopo, andai fino al quartier generale.
Ecco come molti di noi considerano
la farmacia di Schwab.
Una specie di ufficio,
ritrovo e sala d; attesa.
Attesa... In attesa della miniera d; oro.
Presi 10 monetine e cominciai
a mandare un SOS.
Ovviamente, non riuscii
a contattare il mio agente.
Così chiamai un mio amico,
Artie Green.
Una persona davvero gentile,
un assistente alla regia.
Poteva darmi $20,
ma $20 non sarebbero bastati.
Poi parlai con un paio di tirapiedi
della Metro. Con me fecero i sostenuti.
Alla fine, trovai il mio agente.
Che ciarlatano!
Era impegnato a trovare lavoro
per il povero Joe Gillis?
Stava sudando a Bel Air,
sul campo da golf.
Ti servono 300 dollari? Certo
che potrei darteli, ma non lo farò.
- No?
- Non sono solo il tuo agente.
- Non è per il 10%. Sono un tuo amico.
- Davvero?
Le cose migliori sono state scritte
con lo stomaco vuoto.
Se ti metti a frequentare locali quali
il Mocambo e il Romanoff, sei finito.
Lascia perdere! Sto parlando dell'auto.
Perderla è come perdere le gambe.
La cosa migliore che potrebbe
accadere. Starai seduto a scrivere.
Cosa pensi che abbia fatto finora?
Mi servono 300 dollari.
Tesoro, quello che ti serve
è un altro agente.
Mentre guidavo verso il centro, feci
un inventario delle mie prospettive.
La somma totale era uguale a zero.
Sembrava proprio
che non avessi la stoffa.
Era arrivato il momento di lasciar
perdere Hollywood e tornare a casa.
Impegnando tutta la mia roba, avrei
potuto comprare un biglietto per l; Ohio,
per tornare a quel lavoro da 35 dollari
la settimana al; ; Dayton Evening Post; ;,
se era ancora aperto. Tornare
alle risa di scherno dell; ufficio.
Perché non ci provate
anche voi a Hollywood?
Forse pensate di poter...
Ero arrivato nel vialetto
di una grande villa
che sembrava abbandonata e in rovina.
Alla fine del vialetto
ebbi una magnifica visione.
Un grande garage vuoto
che si stava rovinando.
Era il posto giusto per nascondere
un; auto con una targa che scottava.
C; era un; altra occupante nel garage.
Una enorme auto
di fabbricazione straniera.
Avrá consumato
dieci galloni a miglio.
Era del;32. Pensai che fosse
quando i proprietari erano andati via.
Non potevo tornare a casa mia con
quei segugi che mi stavano addosso.
Pensavo di stare da Artie Green
finché non fossi partito per l; Ohio.
Una volta a Dayton, avrei mandato
ai miei creditori una cartolina
con le indicazioni su dove trovare
il mio macinino.
Era una casa enorme.
Del tipo che la gente del mondo
del cinema costruiva negli anni 20.
Una casa abbandonata
ha sempre un aspetto triste.
Questa superava tutto.
Era come la vecchia
di; ; Grandi attese; ;,
la signorina Haversham con l; abito
nuziale marcio e il velo strappato,
che se la prende con il mondo
intero perché è stata rifiutata.
Ehilá, perché è così in ritardo?
Perché mi ha fatto aspettare
così a lungo?
Da questa parte.
Ho appena messo la mia auto
in garage. Ho forato. Pensavo...
- Entri.
- Farei meglio a prendere l'auto...
Si pulisca le scarpe.
Forza.
Non si è vestito per l'occasione.
- Quale occasione?
- Fallo salire, Max.
- Su per le scale.
- Ascolti un attimo...
- La signora sta aspettando.
- Me?
OK.
Se le serve aiuto con la bara,
mi chiami.
Da questa parte.
Qui dentro.
L'ho sistemato sul lettino
dei massaggi vicino al camino.
Ha sempre amato i camini
e adorava attizzare il fuoco.
Lo seppelliremo in giardino.
C'è qualche legge che lo impedisce?
- Non saprei.
- Non m'importa, comunque.
Voglio che la bara sia bianca
e foderata di raso,
bianco o rosa.
Forse rosso, un bel rosso fiammante.
Rendiamo tutto allegro.
Quanto costerá? Non mi faccia un
prezzo alto solo perché sono ricca.
Ha sbagliato persona. Ho avuto un
problema con l'auto, una ruota a terra.
L'ho messa in garage per cercarne una
di scorta. Pensavo la casa fosse vuota.
- Non lo è. Se ne vada.
- Mi dispiace.
Mi dispiace per il suo amico. Ma
non credo che il rosso vada bene.
- Non l'ho giá vista da qualche parte?
- Vada, o chiamo la servitù.
È Norma Desmond.
Era una delle grandi del cinema muto.
Sono ancora grande.
Sono i film che sono diventati piccoli.
Sapevo che c'era qualcosa
che non andava.
Sono morti, finiti.
C'è stato un momento in cui gli
occhi del mondo puntavano su di loro.
Ma non bastava. Volevano
anche avere le orecchie.
Allora hanno aperto le loro boccacce
e hanno cominciato a parlare, parlare!
Ecco a cosa servono i popcorn. Si
comprano per tapparsi le orecchie.
Li guardi nei loro begli uffici,
i grandi geni!
Hanno distrutto gli idoli!
I Fairbanks,
i Gilbert, i Valentino!
E adesso chi abbiamo? Delle nullitá.
Non biasimi me.
Sono solo uno sceneggiatore.
Davvero? Scrive parole,
parole, ancora parole.
Ha costruito una corda di parole
e ha strangolato questo settore.
Ma c'è il microfono
per afferrare gli ultimi gorgoglii,
e il Technicolor per fotografare
la lingua tumefatta.
- Sh! Sveglierá la scimmia.
- Fuori! Max.
La prossima volta porterò
il mio album per gli autografi.
O forse del cemento e le chiederò
l'impronta del suo piede.
Va bene. Me ne vado.
Aspetti un attimo. Ha detto
di essere uno sceneggiatore.
- Perché?
- Lo è o no?
- È quello che c'è scritto sulla tessera.
- Ha mai scritto dei film?
Certo. Vuole una lista dei miei titoli?
Voglio chiederle una cosa.
Venga.
L'ultimo era sull'Oklahoma
durante il famoso tornado.
Non si direbbe perché sullo schermo
hanno ambientato tutto
su una nave da guerra.
Molto intimo, no?
II vento fa suonare quell'organo.
Dovrei portarlo fuori.
Io gli insegnerei un pezzo migliore.
Giovanotto, mi dica una cosa.
Quant'è lunga una sceneggiatura
oggigiorno? Quante pagine?
Dipende se si tratta di "Paperino"
o di "Giovanna d'Arco".
Sará un film importante.
L'ho scritto io. Mi ci sono voluti anni.
Sembra che ci sia materiale per 6 film.
È la storia di Salomé.
Lo farò dirigere a DeMille.
- DeMille?
- Abbiamo lavorato spesso insieme.
- E lei interpreterá Salomé.
- Chi altri?
Non sapevo che avesse in mente
un ritorno sugli schermi.
Odio quella parola. È una rentrée.
Una rentrée per i milioni che non hanno
perdonato il mio distacco dal cinema.
- Mi sembra giusto.
- Salomé. Che donna.
Che ruolo. La principessa
innamorata di un santo.
Fa la danza dei sette veli.
Lui la rifiuta, così lei pretende
la sua testa su un vassoio dorato.
Bacia le sue labbra fredde e morte.
- Lo adoreranno a Pomona.
- Lo adoreranno ovunque.
Legga la scena precedente
al momento in cui lo fa uccidere.
Uno sceneggiatore potrebbe
rubarle il materiale.
Non ho paura. La legga.
Porta qualcosa da bere. Si sieda.
C'è abbastanza luce?
- Ho una vista perfetta.
- Le ho detto di sedersi.
Beh, non avevo nessun altro impegno.
Tranne che quello con i tizi
della societá finanziaria.
E aveva parlato di qualcosa
da bere. Perché no?
È interessante vedere quanto
si può scrivere male.
Questa superava qualunque limite.
Cosa avrebbe pensato un grafologo
dei suoi scarabocchi infantili?
Max portò champagne e caviale.
Scoprii più avanti che Max era l; unico
a vivere in quella villa, oltre a lei.
E scoprii un paio di altre cose
sul suo conto.
Per quanto riguardava lei, stava
seduta raggomitolata come una molla,
con la sigaretta tenuta
in uno strano bocchino.
Sentivo che mi osservava
attraverso quegli occhiali scuri,
e mi sfidava a non apprezzare
quello che leggevo,
o magari mi pregava, a modo suo,
affinché lo apprezzassi.
Significava tanto per lei.
Era di sicuro un ambiente confortevole.
Quel fascio di nervi, Max
e una scimmia morta di sopra,
e il vento che ogni tanto
soffiava attraverso l; organo.
Più avanti,
per alleggerire l; atmosfera,
arrivò un tizio con la piccola bara.
Tutto fu fatto con grande dignitá.
Dev; essere stato uno scimpanzé
molto importante.
Magari era il pronipote
di King Kong.
Saranno state le undici,
e il mio stomaco faceva le bizze,
a causa di quello spumante
e di quelle fesserie che leggevo,
quello stupido miscuglio
di trame melodrammatiche.
A quel punto, mi era venuta
in mente una bella idea.
- Allora?
- È interessante.
Certo che lo è.
Forse è un po' lunga e ripetitiva,
ma lei non è una sceneggiatrice.
- L'ho scritta col cuore.
- Ne sono certo.
È la cosa che la rende bella.
- Ma ci vuole più dialogo.
- A che scopo?
- Il mio sguardo può dire ciò che voglio.
- Ci vorrebbe qualche taglio qua e lá.
- Non la farò massacrare.
- Certo che no.
Ma dev'essere organizzata, rivista.
Può trovare qualcuno.
Chi? Mi serve qualcuno
di cui mi possa fidare.
Quando è nato?
Qual è il suo segno zodiacale?
- Non lo so.
- Che mese?
Dicembre. Il 21.
Sagittario. Mi piacciono i Sagittari,
ci si può fidare di loro.
- Grazie.
- Voglio che sia lei a farlo.
Io? Sono impegnato. Ho appena finito
una sceneggiatura e ho altro da fare.
Non m'interessa.
Sa, sono piuttosto costoso.
Prendo $500 la settimana.
Non si preoccupi dei soldi.
Ne varrá la pena.
- Leggerò il resto a casa.
- Non può portarla via da casa mia.
- La finisca qui.
- Si sta facendo tardi.
- È sposato, signor?
- Gillis. Celibe.
- Dove abita?
- Hollywood. Appartamenti Alto Nido.
- La sua auto ha qualcosa che non va?
- Proprio così.
- Perché non si ferma qui?
- Tornerò domattina presto.
Sciocchezze. C'è una camera
proprio sopra il garage.
Max la accompagnerá.
Max!
Mi sentivo contento per come
avevo gestito la situazione.
Avevo lanciato l; amo
e lei aveva abboccato.
La mia auto sarebbe stata al sicuro
mentre aggiustavo la sceneggiatura.
E ci avrei guadagnato
un bel po; di soldi.
Questa camera non viene
utilizzata da anni.
Non è la casa dei miei sogni,
ma per una notte andrá bene.
- Ho rifatto il letto oggi pomeriggio.
- Come sapeva che sarei rimasto?
II bagno è lì. C'è un asciugamano,
del sapone e uno spazzolino da denti.
È davvero un personaggio
quella Norma Desmond.
Era la più grande di tutte. Lei non
può saperlo, è troppo giovane.
Riceveva 17.000 lettere
la settimana dai suoi fan.
Gli uomini corrompevano la sua
parrucchiera per una sua ciocca.
Ci fu un maragiá indiano che mi
supplicò per avere una sua calza.
La usò per strangolarsi.
Beh, ho scelto un vialetto
interessante in cui svoltare.
Proprio così, signore.
Buonanotte, signore.
Anche lui mi sembrò un po; strano.
Forse era colpa di un ictus.
Tutta la casa sembrava colpita
da una paralisi progressiva,
lontana dal resto del mondo,
andava in rovina al ralenti.
C; era un campo da tennis, o meglio
lo spettro di un campo da tennis,
con le righe sbiadite
e la rete abbassata.
E, ovviamente, aveva la piscina.
Chi non ce l; aveva all; epoca?
Mabel Normand e John Gilbert
vi avranno nuotato secoli fa.
E Vilma Banky
e Rod La Rocque.
Adesso era vuota.
Ma lo era davvero?
C; era qualcos; altro: i riti funebri per
quel vecchio scimpanzé peloso,
eseguito con la massima serietá,
come se stesse seppellendo
il suo unico figlio.
Aveva davvero una vita così vuota?
Era tutto molto bizzarro, ma cose ancora
più bizzarre sarebbero accadute.
Quella notte feci un sogno confuso.
C; era anche un suonatore d; organetto.
Non vidi il suo volto,
ma l; organo era coperto di nero.
E uno scimpanzé stava ballando
per raccogliere monetine.
Quando aprii gli occhi,
la musica era ancora lì.
Dov; ero?
Oh, sì, nella stanza vuota
sopra il suo garage.
Solo che non era più vuota.
Avevo avuto visite.
Avevano portato tutta la mia roba,
i libri, la macchina da scrivere, i vestiti.
Cosa stava succedendo?
Ehi, tu! Max, o qualunque sia il tuo
nome, che ci fanno qui le mie cose?
Sto parlando con te. I miei vestiti
e tutta la mia roba sono nella camera.
Certamente. Ce li ho portati io.
- È così?
- Che succede? Manca qualcosa?
- Chi ti ha chiesto di farlo?
- Io.
Non so perché è così arrabbiato.
Smettila di suonare, Max.
Mi sembrava una buona idea visto
che dobbiamo lavorare insieme.
Devo aggiustare la sceneggiatura.
Non avevamo detto che sarei rimasto.
- Le piacerá.
- Ho un appartamento.
Deve tre mesi d'affitto.
- Risolverò tutto.
- È giá tutto risolto e pagato.
Lo detrarremo dal mio salario.
Non facciamo i pignoli su questi
dettagli. Non terremo un registro.
- Disfa le valigie del signor Gillis.
- Giá fatto, signora.
- Rifalle. Non resterò!
- Si decida.
Lo vuole questo lavoro o no?
Volevo il lavoro e la grana e volevo
andarmene prima possibile.
Pensai che se mi fossi dato da fare
avrei finito in un paio di settimane.
Ma non era facile dare coerenza
alle sue strambe allucinazioni.
La cosa peggiore era che lei era
sempre lì, mi gironzolava intorno,
temeva che potessi danneggiare
la sua preziosa opera.
Che cos'è?
- Solo una scena che ho scartato.
- Quale scena?
Quella del mercato degli schiavi.
È meglio staccare su...
Staccare da me?
Lei è troppo presente.
Non la vorranno in ogni scena.
Allora perché mi scrivono ogni giorno
e mi pregano per un autografo?
Perché vogliono vedere me,
me, Norma Desmond.
La rimetta.
OK.
Non litigai con lei.
Non urli a un sonnambulo. Potrebbe
cadere e rompersi l; osso del collo.
È così. Era come una sonnambula
ancora legata a una carriera finita.
Del tutto pazza quando si sfiorava
un argomento: lei diva del cinema.
La grande Norma Desmond.
Come faceva a respirare in quella
casa piena di Norma Desmond?
Altre Norma Desmond
e ancora altre Norma Desmond.
Non c; era solo il lavoro, ovviamente.
Due, tre volte la settimana,
Max tirava su il dipinto
che le era stato regalato dalla
Camera di Commercio del Nevada.
E guardavamo un film,
nel suo salotto.
Molto meglio che uscire,
diceva.
La realtá era che aveva paura
del mondo esterno,
aveva paura che le ricordasse
che il tempo era passato.
Erano film muti
e Max azionava il proiettore.
Era meglio così.
Gli impediva di suonare
l; accompagnamento all; organo.
Si sedeva molto vicina a me
e odorava di tuberosa.
Non il mio profumo preferito,
sicuramente non il mio preferito.
A volte, mentre guardavamo,
mi stringeva il braccio o la mano,
dimenticandosi che era il mio capo,
diventava una fan, elettrizzata
dall; attrice che vedeva sullo schermo.
Credo sia superfluo dire
chi fosse la star.
Erano sempre i suoi film.
Erano gli unici che voleva vedere.
...ESPELLI IL BRUTTO SOGNO CHE
MI HA SEQUESTRATO IL CUORE...
Ancora meravigliosa, non è così?
E niente dialogo.
Non ci servivano i dialoghi.
Avevamo dei volti.
Non ci sono più volti come quelli.
Forse uno, la Garbo.
Quegli idioti di produttori, che
imbecilli! Non ce li hanno gli occhi?
Hanno dimenticato com'è una star?
Tornerò sugli schermi!
A volte si faceva
una partita a bridge.
Con un ventesimo di cent a punto.
Io ricevevo metá delle sue vincite.
Una volta arrivarono a 70 cent,
gli unici contanti che abbia ricevuto.
Gli altri giocatori era degli attori,
deboli figure che ricorderete
dall; epoca del muto.
Li consideravo
come il suo museo delle cere.
- Una carta di quadri.
- Una di cuori.
- Una di picche.
- Passo.
- Tre senza atout.
- Passo.
- Passo.
- Svuota il portacenere, Joe.
- Degli uomini chiedono di lei.
- Non sono qui.
- È quello che ho detto anch'io.
- Bene.
Ma hanno trovato la sua auto
e la stanno rimorchiando.
Dov'è il portacenere?
Joe, possiamo avere il portacenere?
- Voglio parlarti.
- Non adesso, gioco tre senza atout.
Sono venuti per la mia auto.
Ho dimenticato quante picche
sono giá uscite!
- Mi servono dei soldi.
- Aspetta finché non faccio il morto.
- No.
- Per favore.
- Allora, cosa c'è? Qual è il problema?
- Ho perso la mia auto.
Pensavo fosse una questione
di vita o di morte.
Lo è, per me. È il motivo per cui sono
venuto qui e ho accettato il lavoro.
Non fare lo stupido. Non ci servono
due auto, ne abbiamo una.
Non una cosa economica fatta di
cromo e sputo: una lsotta Fraschini.
Mai sentito parlare
di una lsotta Fraschini?
Fatta a mano.
Mi è costata 28.000 dollari.
Max tolse quell; auto dal garage
e le diede una ripulita.
Andavamo a fare dei giri
sulle colline sopra Sunset.
La tappezzeria era di pelle di leopardo,
e c; era un radiotelefono,
tutto placcato d; oro.
- Che camicia terribile.
- Cos'ha che non va?
Niente, se lavori in una stazione di
servizio. Sono stufa di quel vestito.
Max, qual è il miglior negozio
d'abbigliamento maschile in cittá?
Non mi servono vestiti
e non voglio che me li compri.
Perché rovinarmi il divertimento?
Voglio che tu abbia un bell'aspetto.
Devi proprio masticare
il chewing gum?
Non c'è niente di meglio
della flanella blu per un uomo.
Questa, a un petto ovviamente.
Adesso ci serve un soprabito.
Mi faccia vedere quelli di cammello.
- Un vestito da sera?
- Non mi serve uno smoking.
Certo che sì. Uno smoking e un frac
a coda di rondine, se non stai attento.
- Un frac, è una cosa assurda!
- Per le feste e per Capodanno.
- Dove sono gli abiti da sera?
- Da questa parte, signora.
Eccone uno di cammello,
ma senta questo, è di vigogna.
- È un po' più caro.
- Quello di cammello andrá bene.
Beh, visto che paga la signora,
perché non prende quello di vigogna?
L; ultima settimana di dicembre,
piovve.
Un vero diluvio. Esagerato,
come tutto in California.
Passò dal vecchio tetto della
mia camera sopra il garage.
Disse a Max di spostare
la mia roba in casa.
L; idea non mi entusiasmò.
L; unico luogo in cui potevo stare
da solo era quella camera.
Beh, meglio che dormire con
l; impermeabile e le calosce.
- Di chi era questa camera?
- Del marito.
Dei mariti, a dire il vero.
La signora si è sposata tre volte.
Immagino che si veda Catalina da
qui, ma oggi non è il giorno giusto.
Che è successo a questa porta?
Non c'è serratura.
Non ci sono serrature da nessuna
parte in questa casa, signore.
Come mai? Dev'esserci un motivo.
- Lo ha suggerito il medico.
- Quale medico?
II medico della signora. La signora
ha dei momenti di malinconia.
Ha tentato parecchie volte il suicidio.
Dobbiamo stare attenti.
Niente sonniferi, niente lamette.
Abbiamo tolto il gas
dalla camera della signora.
Perché? Per la carriera? Ha avuto
abbastanza, non l'hanno dimenticata.
- Riceve ancora lettere dai suoi fan.
- Non guardi il timbro postale.
Le spedisci tu, non è così, Max?
Vado a stirare il suo abito da sera,
signore.
Non ha dimenticato la festa
di Capodanno della signora, vero?
No. Immagino che verranno
anche le statue di cera, no?
Non saprei, signore.
La signora ha organizzato tutto.
Di nuovo quella storia.
La sua camera.
Tutta rasi e balze.
E il letto che sembrava
un canotto dorato.
L; ambiente perfetto per una diva
del cinema muto. Poveraccia.
Salutava ancora una processione
che da tempo la aveva trascurata.
Fu alla festa di Capodanno che
scoprii quello che provava per me.
Forse ero stato un idiota a non
intuire quello che sarebbe successo.
Quella rivelazione triste
e imbarazzante.
Joe!
Stai davvero benissimo.
Girati.
- Per favore!
- Dai.
Perfetto! Spalle meravigliose
e adoro la linea.
- Ho le imbottiture, non t'illudere.
- Ecco qui.
Mettersi in ghingheri voleva dire
indossare il mio vestito blu scuro.
Non mi piace il bottoncino da colletto.
Voglio che tu abbia delle belle perle.
Non indosserò degli orecchini.
- Beviamo qualcosa.
- Non dovremmo aspettare gli altri?
Max, champagne.
Attento, è scivoloso.
Ho fatto passare la cera.
A noi! II pavimento era di legno,
ma l'ho fatto cambiare.
Valentino diceva che non c'è niente
di meglio delle mattonelle per il tango.
- Non sulla stessa pista di Valentino.
- Seguimi.
- Non piegarti all'indietro.
- Quella cosa, fa il solletico.
Davvero?
- Sono le 10.15. Quando arrivano?
- Chi?
- Gli altri ospiti.
- Non ci sono altri ospiti.
Non vogliamo condividere questa
serata con nessuno. È la nostra serata.
- Eh?
- Tienimi stretta.
OK.
A mezzanotte, che ne dici di rompere
dei bicchieri sulla testa di Max?
- Trovi tutto molto buffo.
- Un po'.
Passò un; ora.
Mi sentii bloccato come la sigaretta
in quell; aggeggio sul suo dito.
L'anno prossimo sará meraviglioso.
Ci divertiremo tanto.
Riempirò la piscina o aprirò la casa
di Malibu e potrai avere l'oceano.
Quando il film sará finito, ti comprerò
una barca e andremo alle Hawaii...
Non mi comprerai nient'altro.
Non essere stupido. Tieni.
Te l'avrei dato a mezzanotte.
Non posso accettarlo.
Mi hai giá comprato troppe cose.
Sta' zitto! Sono ricca, più ricca di tutti
queste nuove nullitá di Hollywood.
Ho un milione di dollari.
Posseggo tre edifici in centro,
ho del petrolio a Bakersfield.
Serve a comprare tutto
quello che vogliamo.
- Smettila con questa storia del "noi".
- Cosa ti prende?
Che diritto hai di darmi per scontato?
Che diritto ho? Vuoi che te lo dica?
Ti è mai passato per la testa che potrei
avere una vita, una donna che amo?
Chi? Una cameriera o una comparsa?
Non sono l'uomo giusto per te.
Tu vuoi un Valentino, qualcuno
che giochi a polo, un pezzo grosso.
Stai cercando di dire
che non vuoi che ti ami. Dillo.
Non sapevo dove stavo andando,
ma dovevo andare via di lì.
Dovevo stare con dei miei coetanei.
Volevo sentire ridere.
Pensai a Artie Green.
Sicuramente a casa sua c; era
una bella festa di Capodanno.
Sceneggiatori senza lavoro,
compositori senza editori,
attrici così giovani da credere ancora
alle parole dei tizi del casting.
Un gruppo di ragazzi spensierati,
intenti a condividere ciò che avevano.
Hollywood non è stata buona con noi
Non abbiamo la piscina
Pochi vestiti
Guadagniamo solo briciole
- Ciao, Joe.
- Tom.
- Come stai?
- Ciao, Joe.
- Che sorpresa, Joe Gillis!
- Ciao, Artie.
Dove ti sei nascosto? Stavo quasi
per denunciare la tua scomparsa.
Conoscete tutti Joe Gillis, il famoso
sceneggiatore, trafficante di uranio,
e l'indiziato principale nel caso
della Dalia Nera.
- Dammi il soprabito.
- Preferisco tenerlo.
- Ti fermerai per un po', no?
- Sì.
Allora, toglitelo. Che cos'è, visone?
Santo cielo, da chi te lo sei fatto
prestare? Da Adolphe Menjou?
- Ci sei andato vicino.
- Non sarai davvero un trafficante?
- Dov'è il bar?
- Vieni.
- Bella festa.
- La migliore.
Mi chiamano la Elsa Maxwell
degli assistenti alla regia.
Andateci piano con il ponce. Il budget
consente tre bicchieri per comparsa.
- Il resto lo offre la casa.
- Posso stare qui per un po'?
- Certo, andrá avanti tutta la notte.
- No, parlavo di un paio di settimane.
- Il divano si è appena liberato.
- Lo prendo.
Dirò al fattorino di occuparsi
dei tuoi bagagli. Registrati qui.
- Salve, signor Gillis.
- Salve.
- Vi conoscete?
- Betty Schaefer, l'ufficio di Sheldrake.
- Certo, "Basi piene".
- Aspetta un attimo.
Questa è la donna che amo.
Che sta succedendo?
È una fan dei miei exploit letterari.
- Dipartimento dei sentimenti feriti.
- Dov'è il telefono?
Nella stanza dell'arcobaleno.
Quando ha finito, posso usarlo?
- Ehi, ha dimenticato questo.
- Grazie.
- Speravo di incontrarla di nuovo.
- Per prendere il pugnale dalla schiena?
Mi sentivo in colpa, quindi ho
ripescato una delle sue vecchie storie.
- Che carina.
- Una si chiama "Finestre", o giù di lì.
- "Finestre scure". Le è piaciuto?
- No, tranne sei pagine.
C'è un flashback...
C'è un posto dove possiamo parlare?
Che ne dice della stanza
dell'arcobaleno?
Joe, ti ho detto che ti potevi prendere
il divano, non la mia ragazza.
Dobbiamo parlare d'affari.
C'è una piccola parte della mia opera
che ha reputato degna d'attenzione?
La scena del flashback quando lei
racconta il suo passato di maestra.
- Avevo un'insegnante così.
- Forse è per questo che è così bella.
- È vera e toccante. Perché non?
- Chi vuole le cose vere e toccanti?
Non faccia così.
Lei è davvero in gamba.
- Vuole che cominci a scrivere subito?
- Dico sul serio. Ho delle idee.
Anche io ne ho qualcuna.
È Capodanno, divertiamoci.
Per esempio? Potremmo fare delle
barchette di carta e fare una regata.
- Potremmo aprire la doccia a tutta birra.
- O impadronirci della cucina.
- Ha fame?
- Fame?
Dopo dodici anni nella giungla birmana,
ho una fame da lupo, Lady Agatha...
...ho voglia di una spalla bianca.
- Phillip, sei pazzo.
Ho voglia di assaporare
la freschezza delle tue labbra.
Il telefono è tutto suo.
No, Phillip, dobbiamo essere forti.
Hai ancora addosso la tua uniforme,
e inoltre, il telefono è libero.
OK.
Improvvisamente, ho paura di perderti.
Non succederá. Vado a prendere
ancora un po' di quella ***.
- Mi aspetterai?
- Con il cuore che batte all'impazzata.
La vita può essere meravigliosa.
Salve, Max. Mi serve un favore.
Mi dispiace, non posso parlare adesso.
Sì, che puoi. Metti i vestiti e la
macchina da scrivere nella mia valigia.
- Manderò qualcuno a prenderla.
- Non ho tempo, c'è il dottore qui.
Quale dottore? Che succede?
La signora ha preso il rasoio dalla
sua camera e si è tagliata le vene.
Cosa? Max! Max!
Mi hanno dato la ricetta.
Due pacchetti di gocce per la tosse
dissolte in succo d'uva tiepido...
Ehi, Joe!
Buon anno!
- Come sta?
- È in camera sua.
Stia attento, non corra. I musicisti
non devono accorgersi di niente.
Vai via.
Perché hai fatto questa sciocchezza?
Innamorarmi di te è stata
una sciocchezza.
Saremmo sicuramente andati
in prima pagina.
"Grande diva si uccide per uno
sceneggiatore sconosciuto."
Le grandi dive hanno
un grande orgoglio.
Vai via. Vai dalla tua ragazza.
Ascolta, mi sono inventato tutto,
perché pensavo che tutta
questa storia fosse un errore.
Non volevo ferirti.
Sei stata gentile con me.
Sei l'unica in questa dannata cittá
che sia mai stata gentile con me.
Ringraziami e vai.
Vai, vai!
Non finché non mi prometterai che ti
comporterai da persona ragionevole.
Lo rifarò. Lo rifarò!
Lo rifarò.
Buon anno, Norma.
Buon anno, tesoro.
- Pronto?
- È il 51733 di Crest View?
Mi dispiace disturbare di nuovo,
ma devo parlare con il signor Gillis.
- Non è qui.
- Dove posso trovarlo?
- Magari c'è qualcuno che può dirmelo.
- Nessuno può esserle utile.
E per favore, non chiami più.
Max!
Chi era, Max? Che volevano?
Niente, signora. Qualcuno che faceva
domande su un cane randagio.
Il nostro numero dev'essere
simile a quello del canile.
Aspetta. Prendi l'auto e porta la
sceneggiatura alla Paramount.
- Consegnala al sig. DeMille.
- Molto bene.
- Lo vuoi davvero mandare a DeMille?
- Sì. Oggi è il giorno giusto.
La mia astrologa ha letto il mio
oroscopo e quello di DeMille.
- L'ha letta la sceneggiatura?
- DeMille è Leone, io sono Scorpione.
Marte transita per Giove da settimane.
Oggi è il giorno della grande
congiunzione astrale.
Girati, tesoro. Lascia che ti asciughi.
Spero che ti renda conto che le carte
astrali non vendono sceneggiature.
Non vendo la sceneggiatura, vendo me.
DeMille ha sempre detto
che sono stata la sua diva più grande.
Quando l'ha detto, Norma?
Beh, qualche anno fa. Ma non
sono mai stata meglio di adesso.
Sai perché? Perché non sono
mai stata così felice in vita mia.
Un paio di sere dopo, andammo a casa
di una delle statue di cera per il bridge.
Mi aveva insegnato a giocare, così
come mi aveva insegnato il tango,
e che vino abbinare a certe pietanze.
Che idiota! Ha dimenticato
di riempire il mio portasigarette.
- Prendine una delle mie.
- Sono terribili e mi fanno tossire.
Fermati in farmacia. Te le comprerò io.
Sei un tesoro.
FARMACIA DA SCHWAB
Mi dia un pacchetto di quelle
sigarette turche... Abdullas.
Alza le mani, Gillis, o te la vedrai brutta.
Ciao, Artie. Buonasera, signorina.
- Sono felice di vederti.
- Stai scappando dalla mafia?
Scusa per Capodanno. Ci credete se vi
dico che ho accudito un'amica malata?
Qualcuno dell'alta societá,
con un calcolo renale a dieci carati?
Smettila. Dove ti sei nascosto?
- Ho notizie meravigliose per te.
- Non mi sono per niente nascosto.
Ho chiamato il tuo agente,
l'associazione degli sceneggiatori.
A casa tua mi hanno
un numero di Crest View.
C'era qualcuno con uno strano accento
che borbottava che non eri lì,
che non avevano sentito parlare di te.
È così?
Quali sono le notizie meravigliose?
- A Sheldrake è piaciuta la maestra.
- Quale maestra?
"Finestre scure". Pensa
che si potrebbe ricavarne qualcosa.
- Dov'è la grana?
- Dov'è la storia?
Ho aggiunto un paio di idee mie.
- Ma bisogna lavorarci su.
- Come temevo.
Ho 20 pagine di appunti
e un bel personaggio maschile.
Se aggiungete tanti fondali
avranno bisogno di un altro regista.
Sta' zitto.
Se potessimo avere una storia...
Ho smesso di scrivere
senza commissione.
- Ma è quasi venduta.
- In realtá, ho smesso di scrivere.
- Signor Gillis, le dispiace?
- Arrivo subito.
L'accento! Quel tizio è al soldo
di un governo straniero.
- Controlla i bottoni e i gemelli.
- Devo andare.
- Grazie per l'appoggio alla mia carriera.
- Non si tratta della tua ma della mia.
Speravo di partecipare all'affare.
Non voglio leggere sceneggiature
tutta la vita. Voglio scrivere.
- Mi dispiace se ti ho rovinato i piani.
- È quello che hai fatto.
Arrivederci.
- Ci hai messo secoli.
- Ho incontrato dei miei conoscenti.
- Dove sono le mie sigarette?
- Dove sono le?
Norma, fumi troppo.
Ogni volta che pensava
che mi stessi annoiando,
faceva uno spettacolo tutto per me.
Il cabaret Norma Desmond.
Il primo numero era sempre
quello delle bellezze al bagno.
Mi rivedo ancora tra le ballerine di fila:
Marie Prevost, Mabel Normand.
Mabel mi pestava sempre i piedi.
Che succede?
Perché sei così accigliato?
Non c'è niente che non va. Mi sto
divertendo. Mostrami qualcos'altro.
Va bene. Dammi questo, mi serve
per fare i baffi. Adesso chiudi gli occhi.
C; era qualcosa che non andava.
Pensavo alla ragazza di Artie,
la signorina Schaefer.
Era come tutti gli sceneggiatori
quando arrivano a Hollywood,
piena di ambizioni, con la voglia
di avere il proprio nome nei titoli:
; ; Sceneggiatura di; ;,
; ; Soggetto di;; .
Il pubblico ignora che c; è qualcuno
che si siede e scrive un film.
Pensa che gli attori improvvisino
mentre recitano.
Apri gli occhi.
- La signora è richiesta al telefono.
- Non m'interrompere.
- È la Paramount.
- Chi?
La Paramount Studios.
Adesso mi credi? Ti avevo detto
che DeMille sarebbe stato entusiasta.
Non è il signor DeMille,
è un certo Gordon Cole.
- Dice che è molto importante.
- Certo che lo è.
Talmente importante da far sì
che DeMille mi chiami di persona.
Farmi chiamare da un assistente!
Digli che ho da fare e riattacca.
Molto bene, signora.
Che ne pensi?
Abbiamo fatto 12 film insieme.
I suoi maggiori successi!
- Forse è impegnato a girare.
- Conosco quel trucchetto!
Sta cercando di sminuirmi
per fare scendere il prezzo.
Per 20 anni ho aspettato questo
momento. DeMille può aspettare.
Circa tre giorni dopo, era pronta.
Stranamente, c; erano state altre
telefonate urgenti dalla Paramount.
Si mise addosso chili di trucco,
indossò una veletta,
e si avviò all; incontro con DeMille.
La signora mi perdonerá, ma l'ombretto
sull'occhio sinistro non è messo bene.
Grazie, Max.
Smettila di fare rumore!
- Ehi!
- Apri il cancello, incontriamo DeMille.
Sta girando. Avete un appuntamento?
Non ci serve un appuntamento.
- Accompagno Norma Desmond.
- Norma chi?
- Norma Desmond.
- Jonesy, ehi, Jonesy.
Sì? Ehi, ma se non
è la signorina Desmond!
- Come sta, signorina Desmond?
- Apri il cancello.
- Certo, signorina Desmond. Avanti.
- Non si passa senza permesso.
La signorina Desmond può passare.
Forza.
- Dove sta girando il signor DeMille?
- Teatro di posa 18.
Grazie, Jonesy. E insegna
al tuo amico le buone maniere.
Senza di me sarebbe senza lavoro
perché la Paramount non esisterebbe.
- Ha ragione, signorina Desmond.
- Vai, Max.
Teatro di posa 18.
Va bene, dillo a Henry Wilcoxon.
Allargatevi così posso vedere.
Silenzio dietro le quinte!
Norma Desmond sta arrivando
per vedere il signor DeMille.
Illuminate quel punto così posso
dare un; occhiata al panorama.
Arretrate un po; . Levati dai piedi!
Tu in ultima fila.
Norma Desmond sta venendo
per vedere il signor DeMille.
Norma Desmond?
- Aspetta un attimo.
- Harry Wilcoxon?
Estrai la spada e usala per sollevare
il drappo. Sansone è a terra laggiù.
Norma Desmond sta venendo
per incontrarla, signor DeMille.
- Norma Desmond?
- Avrá un milione di anni.
E questo cosa vuol dire per me?
Potrei essere suo padre.
- Scusi, signor DeMille.
- Sará per quella brutta sceneggiatura.
Cosa posso dirle?
Posso dirle che è in sala proiezioni,
posso farla respingere.
Trenta milioni di fan l'hanno respinta.
Non ti pare abbastanza?
- Non volevo dire...
- Certo che no.
Non conoscevi Norma Desmond
quando era una bella diciassettenne,
con più coraggio, ingegno e cuore
di qualunque altra giovane.
- So che era dura lavorare con lei.
- Solo verso la fine.
Dodici addetti stampa
che fanno gli straordinari
possono fare cose terribili
allo spirito di una persona.
Pausa.
- Non vuoi venire con me?
- È la tua sceneggiatura, il tuo momento.
- Buona fortuna.
- Grazie, tesoro.
Beh, ciao, bellezza.
- Salve, signor DeMille.
- Che piacere vederti.
L'ultima volta ci siamo visti
in un posto molto allegro.
Ricordo che ballavo su un tavolino.
C'era tanta gente. Lindbergh era
appena arrivato a Parigi. Entra.
Norma, devo scusarmi
per non averti chiamato.
Mi sembra il minimo, sono furiosa.
- Come vedi, sono molto impegnato.
- Non è una scusa sufficiente.
- Ha letto la sceneggiatura, no?
- Sì.
Poteva chiamarmi di persona invece
di farmi chiamare da un assistente.
- Quale assistente?
- Non faccia il finto tonto. Gordon Cole.
Gordon Cole?
Se non fosse stato interessato,
non avrebbe tentato dieci volte
di farmi venire al telefono.
Sono nel bel mezzo delle prove.
Perché non ti siedi sulla mia sedia
e ti metti a tuo agio?
- Grazie.
- Così mi piaci. Ci metto pochissimo.
Portami un telefono
e rintraccia Gordon Cole.
Ehi, signorina Desmond.
- Sono io, Occhio-di-Bue.
- Ciao, Occhio-di-Bue.
Voglio vederla meglio.
Guarda, c'è Norma Desmond.
Norma Desmond!
- Norma Desmond!
- Pensavo fosse morta.
- Che piacere vederti!
- Bentornata a casa. Ti ricordi di me?
Certo che sì. Salve, Patsy.
- Conosci la signorina Desmond?
- È un vero piacere.
Gordon, sono C.B. DeMille.
Hai chiamato Norma Desmond?
Sì, signor DeMille. È per la sua auto,
una vecchia lsotta Fraschini.
Il suo autista l'ha portata qui l'altro
giorno. È perfetta per il film di Crosby.
- Vogliamo affittarla per due settimane.
- Oh, capisco.
Beh, grazie mille,
grazie.
Occhio-di-Bue, rimetti
il riflettore in posizione.
Beh, ho parlato con Gordon Cole.
Ha visto come sono venuti da me?
Sai, succedono cose strane
in questo settore, Norma.
Spero che tu non abbia perso
il tuo senso dell'umorismo.
- Cosa succede?
- Niente.
Non sapevo cosa avrei provato
tornando allo studio.
- Non sapevo quanto mi mancasse.
- Anche tu ci sei mancata.
Lavoreremo di nuovo insieme.
Faremo il nostro film migliore.
- Voglio parlarti proprio di questo.
- Non è una buona sceneggiatura?
Ci sono delle cose buone,
ma sarebbe un film molto costoso.
Non m'importa.
Voglio lavorare di nuovo. Non sa quanto
conti per me il fatto che lei mi rivoglia.
Niente mi farebbe più piacere
se fosse possibile.
Ricordi, non lavoro prima delle
10 del mattino e mai dopo le 4.30.
- Siamo pronti, signor DeMille.
- Bene.
Perché non stai qui e dai un'occhiata?
II modo di fare film è cambiato molto.
Bene, andiamo.
Luci.
Motore! Partito!
Li vede quegli uffici laggiù, signor Gillis?
Lì una volta c'era il camerino
della signora. L'intera fila.
Non c'era molto spazio
per Wallace Reid.
Aveva un grande bungalow
con le ruote.
Io stavo al piano di sopra. Vede dove
dice: "Dipartimento dei consulenti"?
Ricordo che le mie pareti erano
coperte di cuoio verniciato nero.
Torno subito.
Ecco l'auto buffa di cui parlava Cole.
Possiamo darle un'occhiata?
Cosa c'è di buffo?
Se c'è qualcosa in "Finestre scure"
che puoi usare, prendila, è tutta tua.
Santo cielo! Entra, accomodati.
- Dico sul serio. Fa' come vuoi.
- Perché lo fai?
Se ti becchi $100.000 mi compri dei
cioccolatini; un Oscar, il piede sinistro.
Lo farò, ma non sono in grado
di fare tutto da sola.
- E le idee che avevi?
- Vediamo se hanno senso.
Elimina tutta la storia psicologica,
l'esplorazione della mente dell'omicida.
Gli psicopatici vanno a ruba.
È una storia su degli insegnanti,
sulle loro vite tristi.
Lei insegna di giorno
e lui insegna nelle scuole serali.
La prima volta che s'incontrano...
- Non ho tempo per ascoltarti.
- Farò in fretta.
- È tutta tua.
- Non potremmo lavorare di sera?
Alle sei del mattino? Questo mese
sono a tua completa disposizione.
- Artie è fuori cittá.
- Cosa c'entra Artie?
- Siamo fidanzati.
- Buon per te.
- È davvero un ragazzo d'oro.
- Lo so.
Sono in Arizona per girare un western.
Sono libera ogni sera e i fine settimana.
Potremmo lavorare a casa tua.
Non è possibile. Smettila di fare
la timida e scrivi quella storia.
- Ti odio.
- Non renderla troppo triste.
Che ne pensi questo?
Lei insegna di giorno e lui di sera.
Non si conoscono ma condividono
una camera. Per risparmiare.
Dormono nello stesso letto.
A turno, ovviamente.
Stai scherzando?
Penso che sia una buona storia.
- Anch'io.
- Ti faccio vedere dove inserirlo.
- Arrivederci.
- Oh, che...
Cosa c'è?
Ho scoperto il motivo di quelle
telefonate dalla Paramount.
Non vogliono la signora,
vogliono affittare l'auto.
Cosa?
Arrivederci, Norma.
Vedremo cosa si può fare.
Non mi preoccupo. Il vecchio gruppo
di nuovo insieme. Niente può fermarci.
Il vecchio gruppo? Giá.
- Arrivederci, mia cara.
- Arrivederci, signor DeMille.
- Com'è andata?
- Non sarebbe potuta andare meglio.
Prima deve finire questo film.
Il mio sará il prossimo.
Chiama Gordon Cole.
Digli di lasciare perdere la sua auto.
Digli di procurarsi un'altra auto
da qualche altra parte.
Gliene compro cinque
se sará necessario.
Dopo quello, un esercito di estetiste
invase la sua casa
di Sunset Boulevard.
Si sottopose a una serie
impietosa di trattamenti.
Come un atleta che si prepara per
le Olimpiadi, contava ogni caloria,
andava a letto alle nove ogni sera.
Era determinata a farsi
trovare preparata,
pronta per quelle cineprese
che non l; avrebbero mai ripresa.
- Tesoro, sei qui?
- Sì.
Non girarti. Tieni gli occhi sul libro.
Sono venuta a darti la buonanotte.
Non devi vedermi.
- Non sono molto attraente.
- Buonanotte.
- Ho perso quasi mezzo chilo.
- Bene.
Ero preoccupata per le rughe sul collo.
Quella donna ha fatto miracoli.
- Bene.
- Sará meglio che anche tu vada a letto.
- Voglio leggere ancora un po'.
- Sei uscito ieri sera, non è così?
- Perché dici così?
- Lo so.
Ho avuto un incubo e ti ho chiamato.
Dov'eri andato?
- Sono andato a fare una passeggiata.
- Non è vero. Hai preso l'auto.
Sono andato fino alla spiaggia. Non
vorrai mica che mi senta in prigione?
Certo che no. È solo
che non voglio restare da sola.
Non finché sarò così sotto pressione.
Ho i nervi a pezzi.
Ti chiedo solo di mostrarmi
un po' di pazienza e di gentilezza.
- Non ho fatto niente.
- Certo che no.
Non te lo permetterei.
Buonanotte, tesoro.
Sì, ogni sera mi allontanavo da casa
senza dirlo a nessuno.
Come a 12 anni, quando sgattaiolavo
fuori di casa per andare al cinema.
Stavolta, non era per vedere un film,
era per cercare di scriverne uno.
La storia che Betty aveva rispolverato
continuava a frullarmi in testa
ininterrottamente.
Così cominciammo a lavorarci su la
notte, quando lo studio era vuoto,
nel suo minuscolo ufficio.
Artie mi ha scritto
una lettera buffissima.
Da quando sono arrivati lì,
ha piovuto ogni giorno.
Hanno riscritto l'intero film per inserirvi
la pioggia e ne hanno girato metá.
Adesso c'è il sole
e nessuno sa quando torneranno.
- Bene.
- Perché bene? Mi manca da morire.
- Voglio dire che il dialogo andrá bene.
- Davvero?
Certo, soprattutto
se ci mettiamo su tanta musica.
- Ti capita mai di odiarti?
- Sempre.
A parte gli scherzi, è davvero buono.
- È bello scrivere con te.
- Oh, grazie.
PAZZA DI LUI, NORMA
- Chi è Norma?
- Chi?
Scusa, di solito non leggo
le dediche sui portasigarette altrui.
Oh, quello. È da parte di un'amica.
Una donna di mezz'etá,
molto sciocca e generosa.
Direi! È oro massiccio.
Le ho dato dei consigli
su una stupida sceneggiatura.
La vecchia storia. Aiuti una vecchietta
ad attraversare la strada.
Si rivela una multimiliardaria
che ti lascia tutto il suo patrimonio.
È questo il vostro problema.
Siete a conoscenza di tutte le trame.
Perché non controlli le bozze
a pagina dieci mentre l'acqua bolle?
OK.
A volte, quando ci bloccavamo,
facevamo un giretto
per lo studio sonnecchiante.
Non parlavamo molto, passeggiavamo
nei vicoli tra i teatri di posa,
o nei set che stavano preparando
per le riprese del giorno dopo.
Infatti, fu durante una di queste
passeggiate che mi parlò del suo naso.
Guarda questa strada.
Tutto cartone, tutto vuoto, tutto finto,
tutto creato da specchi.
Ma mi piace più di ogni
altra strada a questo mondo.
Forse perché giocavo
qui quando ero piccola.
Eri un'attrice da piccola?
No, sono nata a due isolati dallo studio,
Lemon Grove Avenue.
Mio padre lavorava qui come capo
elettricista. Mia madre fa la costumista.
- Seconda generazione, eh?
- Terza.
Mia nonna fece la controfigura
di Pearl White. Sono una figlia d'arte.
Pensavano
che sarei diventata una star.
Per dieci anni presi lezioni
di recitazione, dizione e danza.
Poi lo studio fece una prova.
Non apprezzarono il mio naso.
Era un po' inclinato da questa parte.
Così me lo feci sistemare.
Poi adorarono il mio naso ma non
apprezzarono la mia recitazione.
- Bel lavoro.
- Ci mancherebbe, è costato $300.
- Che cosa triste.
- Non lo è.
Mi ha insegnato qualcosa. Da fattorina
sono diventata quello che sono.
Sii onesta. Di notte piangi desiderando
dei bei primi piani, delle anteprime.
Mai. Cosa c'è di male nello stare
dall'altra parte della cinepresa?
- È più divertente.
- Un bell'applauso per Betty Schaefer.
- Adesso darò un bacio al tuo naso.
- Se non ti dispiace.
Posso dirti che hai davvero
un bell'odore?
- Dev'essere il nuovo shampoo.
- Non è lo shampoo.
È più un odore di fazzoletti
di lino appena lavati,
come un'auto nuova di zecca.
- Quanti anni hai?
- 22.
Ragazza intelligente.
Non c'è niente di meglio dei 22 anni.
Suggerisco che, se mai finiremo questa
storia, tu starai a un metro da me.
La prima volta
che mi vedrai avvicinarmi,
colpiscimi sulla testa con la scarpa.
Torniamo alla macchina da scrivere,
passando da Washington Square.
Cosa c'è, Max?
Vuoi lavare l'auto?
O fai la spia
durante il tuo tempo libero?
Faccia attenzione quando attraversa la
veranda. La signora potrebbe vederla.
E se passassi dalla cucina
e mi spogliassi al buio?
Non le sto chiedendo
dove va ogni sera.
Perché non lo fai? Sto scrivendo
una sceneggiatura e voglio finirla!
È solo che sono molto
preoccupato per la signora.
Lo immagino, ma non la stiamo
aiutando per niente.
Le propiniamo tutte queste bugie,
mentre lei si prepara per un film.
- Cosa succederá quando lo scoprirá?
- Non accadrá mai.
Questo è compito mio
e lo svolgo da tanto tempo.
Deve capire che l'ho scoperta quando
aveva 16 anni. L'ho resa una star.
Non posso permettere
che venga distrutta.
- L'hai resa una star?
- Sì, ho diretto i suoi primi film.
A quell'epoca c'erano tre giovani
e promettenti registi.
D.W. Griffith, Cecil B. DeMille
e Max Von Mayerling.
E adesso ti ha trasformato
nel suo servo.
Sono stato io a chiederglielo,
per quanto possa sembrarle umiliante.
Avrei potuto continuare
con la mia carriera,
solo che tutto si rivelò
insopportabile quando mi lasciò.
Vede, io sono stato il suo primo marito.
Sei qui, Joe.
Quando sei tornato?
Oh, Joe, dov'eri?
C'entra una donna?
So che c'è una donna di mezzo. Chi è?
Perché non posso chiedertelo?
Devo saperlo.
STORIA D'AMORE SENZA TITOLO
DI JOSEPH C. GILLIS
E BETTY SCHAEFER
Che succede?
Betty, sveglia.
Perché mi fissi in quel modo?
Oh, ti stavo fissando? Scusa.
Cosa ti prende stasera?
- Cosa c'è?
- È successo qualcosa.
- Non voglio parlarne.
- Perché no?
Non voglio.
Cos'hai saputo?
Forza, sputa il rospo.
Si tratta di me?
Betty, non c'è motivo di evitare
il discorso. Parliamone.
- Artie mi ha mandato un telegramma.
- Artie? Che succede?
Vuole che vada in Arizona.
Dice che lì bastano
solo due dollari per sposarsi.
Risparmieremmo sulla luna di miele.
Perché non vai? Possiamo finire
la sceneggiatura entro giovedì.
Smettila di piangere. Stai per sposarti.
È quello che volevi.
Non è quello che voglio adesso.
- Perché no, non ami Artie?
- Certo che lo amo. Lo amerò sempre.
È solo che non
sono più innamorata di lui.
Cos'è successo?
Sei arrivato tu.
Fu quando tornai
nella mia strana prigione
che cominciai ad affrontare la realtá.
Ecco qui. Il futuro di Betty Schaefer
nelle mie mani.
Betty Schaefer, la fidanzata di Artie
Green, una persona adorabile,
era innamorata di me, di me.
Era una stupida a non rendersi conto
che c; era qualcosa di finto in me.
Ero stato una canaglia
a non averglielo detto.
Ma ci sono cose che non si possono
dire alla persona che ami alla follia.
Forse potevo andarmene,
liberarmi di Norma.
Forse avrei potuto dare una svolta
alla mia vita ingarbugliata.
Pronto, è il 9281 Gladstone?
Posso parlare con la signorina Betty
Schaefer? Dovrebbe essere giá a casa.
Ehi, Betty, è di nuovo
quella donna strana.
Beh, cosa vuole?
Sono Betty Schaefer.
Perdoni l'ora tarda, ma ritengo
che sia mio dovere parlarle.
Si tratta del signor Gillis.
Conosce il signor Gillis?
Cosa sa di lui, di preciso?
Sa dove vive, come vive,
di cosa vive?
Chi parla? Cosa vuole?
Cosa le importa?
Signorina Schaefer,
sto cercando di farle un favore,
per risparmiarle molta tristezza.
Lei è troppo giovane per sospettare
l'esistenza di uomini simili.
Non so cosa le abbia detto,
ma non vive con i suoi parenti,
e neanche con degli amici
nel senso stretto della parola.
Glielo chieda. Glielo chieda di nuovo.
Esatto, Betty,
chiedimelo di nuovo. Sono Joe.
Joe, dove sei?
Cosa succede?
Perché non vieni a vedere
cosa succede?
L'indirizzo è
10086 Sunset Boulevard.
Non odiarmi, Joe.
L'ho fatto perché ho bisogno di te.
Ho bisogno di te più che mai.
Guardami.
Guarda le mie mani, il mio viso,
sotto gli occhi.
Come posso lavorare se mi sto
distruggendo con questo tormento?
Non sai cos'ho passato
in queste ultime settimane.
Ho comprato una pistola. Mi sono
messa lì, ma non ce l'ho fatta.
Non stare lì
con quell'espressione di odio.
Urla, colpiscimi, ma non odiarmi.
Dimmi che non mi odi, Joe.
Questo è il 10079, Connie.
Dev'essere da quella parte.
- Betty, lascia che venga con te.
- No, andrá tutto bene.
Ti amo, Joe.
Ti amo, Joe.
Ti amo.
Cosa farai, Joe?
Cosa farai?
Va tutto bene, Max. Ci penso io.
Ciao, Betty.
Ho tanta paura. È successo
qualcosa di terribile?
Entra.
Sei mai stata in uno di questi
palazzi hollywoodiani?
Un retaggio dei tempi in cui
guadagnavano una fortuna.
Attenta alle mattonelle, sono scivolose.
Valentino ballava qui.
- Vivi qui?
- Giá.
- Di chi è la casa?
- La sua.
- Di chi?
- Guardati attorno, è ovunque.
Se non ricordi il viso, avrai sentito
il suo nome. Norma Desmond?
- Era lei al telefono?
- Vuoi qualcosa da bere?
C'è sempre champagne
e caviale in abbondanza.
- Perché mi ha telefonato?
- È gelosa.
Hai mai visto così tanta robaccia?
II soffitto l'hanno portato dal Portogallo.
E guarda qui.
Il suo cinema personale.
Non sono venuta per vedere la casa.
Che mi dici di Norma Desmond?
È quello che sto cercando di dirti.
Questa casa è enorme.
Otto camere da letto.
Una vasca da bagno in ogni bagno.
C'è un bowling in cantina.
Si sentiva sola
e così si è procurata compagnia.
Molto semplice.
Una donna più anziana benestante.
Un uomo più giovane
che non se la passa molto bene.
- Non hai capito?
- No.
- Ti darò qualche altro indizio.
- No, non ho sentito niente.
Non ho mai ricevuto quelle telefonate
e non sono mai stata in questa casa.
Prendi le tue cose e andiamo.
Le mie cose?
I miei 18 vestiti, le scarpe fatte
su misura, le sei dozzine di camicie,
i gemelli, il portachiavi di platino
e il portasigarette?
- Andiamo, Joe.
- Andiamo dove?
In un monovano
che non mi posso permettere,
a una storia che potremmo vendere
ma che probabilmente non venderá?
- Se mi ami, Joe.
- Ascolta, tesoro, sii pratica.
Qui sto bene. Un contratto
a lungo termine senza opzioni.
Mi piace così. Ammetto
che non è una cosa ammirevole.
Beh, tu e Artie potete
essere ammirevoli.
Non posso guardarti, Joe.
Che ne dici di andare via?
Da questa parte, Betty.
Buona fortuna, Betty. Puoi finire la
sceneggiatura mentre vai in Arizona.
Quando tu e Artie tornerete,
se voleste fare una nuotata...
...ecco la piscina.
Grazie, tesoro. Grazie, Joe.
Joe.
Posso entrare, Joe?
Ho smesso di piangere.
Adesso sto bene.
Dimmi che non sei arrabbiato.
Dimmi che non è cambiato niente, Joe.
Joe.
Cosa fai, Joe?
- Cosa fai?
- Faccio le valigie.
- Mi stai lasciando?
- Sì, Norma.
No, non lo farai. Max! Max!
Grazie per tutti i bei vestiti
e per avermi fatto usare tutti i gioielli.
- Il resto è nel primo cassetto.
- È tutto tuo.
Lo prenderei, ma è un po' troppo
per un lavoro d'ufficio a Dayton, Ohio.
Queste cose non significano niente.
Prendi ciò che vuoi. Cosa vuoi?
Soldi?
Sarebbe denaro sprecato. Non sono
più in grado di fare questo lavoro.
Non puoi andartene. Max!
Non posso vivere senza di te.
- Sai che non ho paura di morire.
- Questi sono affari tuoi.
Pensi che me la sia inventata la storia
della pistola, vero? Va bene.
Vedi? Non mi avevi creduto.
Pensi che non avrei il coraggio?
- Certo, se crei una bella scena.
- Non t'importa niente.
A centinaia di migliaia
di persone interesserá!
Ti ucciderai in una casa vuota.
Il pubblico è andato via anni fa.
- È una bugia. Mi vogliono ancora.
- No, non è vero.
- E DeMille?
- Stava cercando di non ferirti.
- Lo studio voleva la tua auto.
- Cosa?
DeMille non ha avuto il coraggio di
dirtelo. Nessuno di noi ce l'ha fatta.
È una bugia. Mi vogliono.
Ogni giorno ricevo tante lettere.
Diglielo, Max. Falle questo favore.
Dille che non ci sará nessun film.
Le uniche lettere che riceve
sono quelle che scrivi tu.
Non è vero. Max!
La signora è la migliore di tutte.
Porto le valigie
del signor Gillis in macchina.
Hai sentito cos'ha detto.
Sono una star.
Hai 50 anni, cresci.
Non c'è niente di male nell'avere 50
anni, a meno che non voglia averne 25.
La migliore di tutte.
Addio, Norma.
Nessuno può lasciare una star.
Ecco cosa vuol dire essere una star.
Joe! Joe!
Joe!
Joe!
Le stelle non hanno etá, non è così?
Beh, siamo tornati al punto
in cui siete arrivati voi.
Di nuovo nella piscina.
Quella che avevo sempre voluto.
È l; alba e devono avermi
fotografato un migliaio di volte.
Poi presero un paio di roncole
e mi ripescarono,
molto delicatamente.
Strano come la gente diventi
delicata quando sei morto.
Mi tirarono in secco come
un balenottero arpionato.
E cominciarono a controllare
i danni, per essere esatti.
La casa a quel punto pullulava di
poliziotti, giornalisti, vicini, passanti.
La stessa ressa che si verifica
quando aprono un supermercato.
Anche quelli del cinegiornale
arrivarono.
Era una storia che poteva solleticare
la curiositá della gente.
La spietata tal dei tali.
Cosa avrebbero fatto a Norma?
Anche se l; avessero scagionata, crimine
passionale, infermitá temporanea
i titoli dei giornali l; avrebbero uccisa.
; ; Star dimenticata diventa assassina. ; ;
; ; Attrice avanti con gli anni. ; ;
; ; La diva del passato. ; ;
L'ufficio del coroner.
Voglio parlare con il coroner.
- Chi parla?
- Io. Chiuda!
Ci sono cose più importanti.
È l'ufficio del "Times"?
Sono Hedda Hopper.
Chiamo dalla camera
da letto di Norma Desmond.
Non preoccuparti di riscrivere.
Pubblica ciò che dico. Pronto?
Mentre spunta il giorno nella casa
della morte, Norma Desmond,
famosa diva del passato,
si trova in completo stato di shock.
Una cortina di silenzio la circonda
mentre lei si trova
nel boudoir della sua casa...
È stata una lite inaspettata?
Avete avuto problemi in passato?
Come mai la pistola si trovava qui?
Dove ha incontrato questo tale?
Da dove veniva? Chi era?
Lo odiava? Aveva mai pensato di fare
qualcosa di simile in passato?
C'è stato qualche furto? Lo ha
beccato mentre rubava qualcosa?
- Ci sono quelli del cinegiornale.
- Mandali via.
Non è il momento per le cineprese.
Allora, signorina Desmond,
c'è qualcosa che vorrebbe dirci?
Cineprese? Che succede, Max?
- Ci sono le cineprese.
- Davvero?
- Di' al signor DeMille che arrivo subito.
- Che succede?
Potrebbe essere l'unico modo
per convincerla a scendere.
Fa' mettere la macchina
all'entrata. OK.
- È tutto pronto, signora.
- Grazie, Max.
Scusatemi, signori, ma devo
prepararmi per la prossima scena.
- Cosa sta succedendo?
- Qualche dichiarazione?
Ha confessato?
- Tutto pronto?
- Quasi.
- Le luci sono pronte?
- Tutto pronto.
OK, ragazzi, calmi, calmi!
Fate silenzio!
Luci.
Pronta, Norma?
Qual è la scena? Dove sono?
È la scala del palazzo.
Oh, sì, sì.
Laggiù stanno aspettando
la principessa.
Sono pronta.
Bene. Cineprese. Motore!
Dopotutto, quelle cineprese
stavano girando.
La vita, che a volte è stranamente
clemente, aveva avuto pietá di Norma.
Il sogno al quale si era aggrappata con
tutte le sue forze, l; aveva avviluppata.
Non posso continuare,
sono troppo felice.
Signor DeMille, le dispiace
se dico qualcosa? Grazie.
Voglio dire che sono felice di lavorare
di nuovo in un film per questo studio.
Non sapete quanto mi siete mancati.
Non vi abbandonerò mai più.
Perché dopo "Salomé",
faremo tanti altri film.
Questa è la mia vita e sará sempre
così. Non c'è nient'altro che conti.
Solo noi, le cineprese
e quelle meravigliose persone
dall'altra parte dello schermo.
Bene, signor DeMille,
sono pronta per il primo piano.