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NODO ALLA GOLA
Aprilo.
Spegni.
- Dobbiamo guardarci intorno...
- Lo so.
Non ancora.
Restiamo così un momento.
Phillip non c'è tempo da perdere.
E' quest'oscurita che t'impaurisce.
Nessuno si sente al sicuro al buio.
Nessuno che sia stato bambino.
Apro le tende va bene?
Ecco così va meglio.
Che bella serata.
Peccato non averlo potuto fare
alla luce del sole.
Beh...
non si può avere tutto vero?
Almeno l'abbiamo fatto di giorno.
Va meglio ora Phillip?
- Sì.
- Bene.
Meglio nascondere questi nel cassetto
dietro a quella scatola di metallo.
Guarda...
questo è un pezzo da museo.
Dovremmo lasciarlo ai posteri...
ma è cristallo di buona qualita
e mi spiace rovinare il servizio.
Da questo bicchiere
David ha bevuto l'ultimo sorso.
Avrebbe dovuto essere acqua tonica
o magari birra.
Non si addice a uno come David bere
una bevanda volgare come il whisky.
Non gli si addice nemmeno
l'essere stato assassinato.
No vero? I bravi americani muoiono
sempre giovani sul campo di battaglia.
Beh i David di questo mondo
occupano solo spazio...
ed è per questo che era la vittima
perfetta per l'omicidio perfetto.
A dire il vero
era un laureando di Harvard.
Solo questo basterebbe
a giustificare il suo assassinio.
E' morto e l'abbiamo ammazzato noi.
Ma è ancora qui.
Tra otto ore riposera in pace
in fondo a un lago.
Ma adesso è qui.
- Cosa fai?
- Non si chiude.
Meglio così. E' più pericoloso.
Il lucchetto è vecchio. Non funziona.
Vorrei poter chiudere.
Vorrei che sparisse.
Vorrei che fosse qualcun altro.
E' un po' tardi ormai
non credi?
Chi avresti preferito?
Kenneth?
Non lo so.
Forse alla fine...
uno vale l'altro.
O forse tu. Tu mi fai paura.
Mi hai sempre fatto paura
fin dai tempi della scuola.
Forse è parte del tuo fascino.
Sto scherzando Brandon.
Evidentemente non ho il tuo coraggio
e me la prendo con te.
- E' un po' sciocco non ti sembra?
- Sì molto.
Posso bere qualcosa?
Ma certo. Per l'occasione
consiglio dello champagne.
- Champagne?
- E' nel frigorifero.
- Quando ce l'hai messo?
- Prima che arrivasse David.
- Sapevi che ce l'avremmo fatta.
- Certamente.
Sai come sono se faccio qualcosa
lo faccio alla perfezione.
Ho sempre desiderato
avere un talento artistico.
Beh anche l'omicidio
può essere un'arte.
Il potere di uccidere può
soddisfare quanto il potere di creare.
Ti rendi conto che l'abbiamo fatto
tutto secondo copione?
E senza alcun imprevisto.
Tutto perfetto.
- Sì.
- Un omicidio immacolato!
Abbiamo ucciso per il gusto
di uccidere di sentirci vivi.
Ora sì che siamo davvero vivi.
Nemmeno lo champagne
è all'altezza dell'occasione.
- Lo bevo lo stesso.
- Non avrai ancora paura?
Non possiamo avere paura. E' questo
che ci distingue dalle persone normali.
Loro sanno solo parlare
di commettere un delitto.
Ma nessuno commette un delitto...
solo per vedere cosa si prova.
Nessuno tranne noi.
- Non hai più paura?
- No.
Neanche di me?
- No.
- Bene.
Mi lasci semplicemente attonito
come sempre.
Ancora meglio.
A David ovviamente.
- Brandon come ti sei sentito?
- Quando?
Mentre lo facevamo.
Veramente non saprei.
Non ricordo di aver provato niente...
finché il suo corpo
non si è accasciato...
e ho capito che era finita.
- E dopo?
- Dopo...
mi sono sentito
incredibilmente euforico.
E tu cos'hai provato?
Beh io...
- Sei convinto di voler dare la festa?
- Sara il tocco finale all'opera.
E' come un artista che firma un quadro.
Non farla sarebbe come...
catturare un'assassino
e non incarcerarlo?
- Non mi sembra una metafora adatta.
- Potrebbe esserlo dopo questa festa.
Piantala. Questa sara la festa
più memorabile della nostra vita.
- Con quella gente?
- Sì i Kentleys sono molto noiosi.
Ma non potevamo non invitarli
dopotutto sono i genitori di David.
Questo non rende le cose più facili.
Non ti preocuppare.
Ci pensera Janet a sopportarli.
E' disposta a tutto
pur di accalappiare David.
Per qualche motivo
non credo che ci riuscira tu?
No temo di no.
Potrebbe ripiegare su Kenneth stasera.
Devi ammettere che è stato premuroso
da parte mia considerato che...
- Phillip?
- Cosa?
- Prendi l'altro.
- Perché?
Non ti preoccupare. Vieni con me.
- Cos'hai in mente?
- Vedrai è un'idea geniale.
Cosa diavolo fai?
Trasformo la nostra opera d'arte
in capolavoro.
- Brandon stai esagerando.
- Perché?
Penso solo che sia più carino
apparecchiare qui.
Qui sopra.
Non è una bella idea?
Beh almeno a nessuno
verra in mente di aprirlo.
- Non credo che tu mi apprezzi.
- Sto cominciando Brandon.
Non abbiamo molto tempo.
La Sig.ra Wilson tornera fra poco.
Non ti sei dimenticato di chiedere
in prestito la sua chiave vero?
No non l'ho dimenticato.
- Bene.
- Come le spiegherai tutto questo?
- Non lo farò.
- Ma ci vuole una scusa.
Non lascerai solo
il nostro ospite d'onore.
- Ma cosa diremo agli altri?
- E va bene. Fammi pensare.
Caro Phillip tu t'impressioni
troppo facilmente.
Abbiamo la migliore delle scuse...
proprio qui.
Di che ti preoccupi? Il Sig. Kentley
viene qui per vedere i libri giusto?
E noi li mettiamo sul tavolo da pranzo
per farglieli esaminare con più agio.
Premurosi no? Davvero.
Chi è? Ah sì certo.
- Tu metti a posto i libri.
- Chi è?
La Sig.ra Wilson.
Brandon?
Brandon!
Che diavolo c'è?
Ti sembra il caso di...
Cosa c'è?
- Dai tirala fuori.
- Non posso.
Se la vedesse la Sig.ra Wilson
la tirerebbe fuori lei.
Un comportamento del genere
vale quanto una confessione.
Controllati. Se mi avessi lasciato
accendere la luce l'avrei vista.
- Va bene! Tu sei perfetto.
- Dobbiamo esserlo per forza.
L'unico delitto che possiamo
commettere ora è fare un errore.
- E l'essere deboli è un errore.
- Perché è nella natura umana?
Perché è da persone ordinarie.
Non accetto che noi...
Mi deve $2.50 per il taxi. Sarei
arrivata prima ma c'era traffico.
Non l'aspettavamo fino ad ora.
Ho girato cinque negozi per il paté.
Non volevo buttare via i soldi.
Così sono andata alla rosticceria
dove si serve il Sig. Cadell.
Ma la prossima volta
che date una festa io...
Buonasera Sig.ra Wilson.
Cos'è successo alla mia tavola?
Abbiamo deciso
di apparecchiare nel salone.
Beh...
mi sembrava d'aver preparato
una bella tavola.
Era molto graziosa
ma vede...
il Sig. Kentley viene a esaminare
i libri che tengo nella cassone.
Essendo anziano non volevo che
si dovesse inginocchiare per vederli.
- Beh fa un effetto strano.
- Strano?
Specialmente i candelabri.
Non c'entrano niente.
Al contrario ricordano un po'...
un altare da cerimonia su cui stipare
cibo per il rito del sacrificio.
Stipare ha detto bene!
Non c'è abbastanza spazio.
- In qualche modo fara.
- Siete la mia dannazione.
- E i libri?
- Li disporremo sul tavolo da pranzo.
Per me è una pazzia.
Ma c'è troppo da fare per discuterne.
Comunque è strano.
- Che ti prende?
- Ero sicuro che se ne accorgesse.
- Di cosa?
- Della corda. Dobbiamo nasconderla.
- Perché?
- Perché?
Sì è solo un pezzo di corda c'è
in tutte le case perché nasconderla?
Il suo posto
è nel cassetto della cucina.
Sig.ra Wilson?
C'è dello champagne in frigorifero.
- Serviamo champagne?
- Sì.
Per un ricevimento simile
sara meglio che mi sistemi un po'.
Dal Sig. Cadell lo si serviva
solo nelle grandi occasioni.
Una volta ne bevemmo un bicchiere
per il mio compleanno.
Stasera avrete l'opportunita
di berne insieme un altro.
Posso?
Il Sig. Cadell è invitato.
Oh il Sig. Cadell è così simpatico.
- Rupert viene qui?
- Sì mi sembrava d'avertelo detto.
No non me l'hai detto.
Alcuni pensano che sia un po' strano
ma io ho sempre detto...
Beh potevate farmi finire.
Pensavo ti piacesse Rupert.
- Infatti.
- E allora?
Tra tutti gli invitati Rupert Cadell
è l'unico che potrebbe sospettare.
E' l'unico che saprebbe cogliere
il lato artistico della cosa.
- Tu sarai tranquillo ma io ho paura.
- Abbassa la voce.
Sarebbe troppo facile e noioso
con gli altri.
Quanto a Rupert avevo addirittura
pensato d'includerlo nell'azione.
- Perché no? Più siamo meglio è.
- Non ha il coraggio.
Avrebbe potuto unirsi a noi.
E' intelligente ma troppo pignolo.
Saprebbe escogitare e ammirare
ma non agire.
Noi abbiamo coraggio. Rupert no.
Il Sig. Cadell si è ferito una gamba
in guerra per il suo coraggio.
- Sono loro. Siamo pronti?
- Pronti come non mai.
Mangi qualcosa anziché stare sempre
al piano. Sta dimagrendo troppo.
Mangi un po' di paté.
Speriamo vada tutto bene.
- Il mio vassoio.
- Lo porti in cucina. Apro io.
Non ci sarebbe tutta questa confusione
se aveste lasciato la mia tavola...
Ora comincia il bello.
- Ciao.
- Come stai Brandon?
Bene. Dammi il cappello.
Ne è passato di tempo eh?
Sì è per questo che ero
un po' sorpreso al telefono.
- Kenneth che piacere vederti.
- Piacere mio. Cosa mi racconti?
Niente di speciale. E tu?
Sto preparando gli esami.
Devo inziare sempre prima degli altri.
- Sono il primo?
- Sì.
- Arrivo sempre primo alle feste.
- Perché sei puntualissimo.
Sig.ra Wilson lo champagne.
- Oh. E' il compleanno di qualcuno?
- Non preoccuparti Kenneth.
- E' quasi l'opposto.
- L'opposto?
Phillip ci abbandona per un po'.
Lo porto in Connecticut stasera.
- Dove vai?
- In campagna da Brandon.
- Dovrò stare rinchiuso per un po'.
- Cosa?
Deve studiare sei ore al giorno.
Ho organizzato un debutto per lui.
- Alla filarmonica.
- E' stupendo.
- Stendili tutti!
- Grazie.
Mmm.
Molto graziosa.
Lei crede?
- Ehi.
- Cosa c'è?
- Mi sento lusingato.
- Perché?
Mi sembra una festa d'addio
piuttosto intima.
Prendiamo due piccioni con una fava.
La festa è anche per il Sig. Kentley.
- Il padre di David?
- Sì.
- Ah. Viene anche David?
- Certo.
- E nessun altro?
- Nessuno che tu non conosca gia.
- I Kentley Janet Walker...
- Janet?
Sì. Pensavo ti avrebbe
fatto piacere vederla. Non è così?
Brandon
io e Janet ci siamo lasciati.
- Non lo sapevi?
- No mi dispiace.
Tu lo sapevi Phillip.
Lo avevo sentito dire
ma io non bado mai ai pettegolezzi.
- Peccato.
- Perché?
- Beh Janet e David sono...
- Salve Sig.ra Wilson.
- Posso?
- Certo.
Su col morale. Sento che hai ancora
qualche chance con Janet.
- Cosa vuoi dire?
- Janet!
Ciao dolcezze. Caro!
Attento ai capelli.
Ci sono volute ore.
- Che buon profumo. Cos'è?
- Quello che mi hai regalato tu.
- Sapevo di avere buon gusto.
- Sei splendida.
Non lo sarò più quando
avrò finito di pagare le rate.
Ho detto qualcosa di buffo?
Quando ci provo non ci riesco mai.
- Phillip tesoro.
- Ciao.
Cos'è questa storia
del tuo debutto alla filarmonica?
Scommetto che ci giocherai il brutto
scherzo di diventare... famoso.
Credo che vi conosciate gia.
- Ciao Ken.
- Ciao Jan.
E' incredibile vero?
Sembro aver esaurito il carburante.
Cosa diresti ad una coppa
di champagne?
'Salve champagne.'
Vedi quando cerco di fare
dello spirito? Come stai Ken?
- Bene. Come va il nuovo lavoro?
- Cosa fai?
Scrivo una noiosissima rubrica
su come mantenersi belli.
- Per quale rivista?
- Una rivista intitolata 'Allure'.
Grazie tesoro.
- Non è nuovo quel quadro?
- Sì. Ti piace?
- Beh che cos'è?
- Nuovo Primitivismo Americano.
Io ho una nuova sorellina americana
e il suo stile sì che è primitivo.
- Mascalzone!
- Perché?
- Non ce n'è uno anche in ingresso?
- Non mi sembra. Quale?
Questo qui.
- Ti strangolerei Brandon.
- Cos'ho fatto?
- Hai un pessimo senso dell'umorismo.
- Di cosa stai parlando?
- Perché hai invitato Kenneth?
- Perché no?
Lo sai benissimo. Ci siamo lasciati e
sono fidanzata col suo migliore amico.
- David?
- Sì David.
Quindi direi che è tutto rose e fiori.
Mi dispiace davvero ma è difficile
stare al passo con i tuoi amori.
Dopo di me c'è stato Kenneth
e ora c'è David.
A proposito perché hai cambiato
da Kenneth a David?
- Evidentemente mi piace di più.
- Beh è sicuramente più ricco.
Non credevo che neanche tu
ti potessi abbassare tanto.
- Mi ha dato 4 in condotta.
- Com'è il tuo drink?
Quant'è che non mi senti dire
'Come pizzica?' Non rispondere.
- Ho saputo che viene Rupert.
- Non si sa mai con Rupert.
- Spero che venga.
- Chi è?
Rupert Cadell era
il nostro istitutore in collegio.
Istitutore di voi tre tesorini?
Quattro. Ha tentato invano
di istruire anche David.
- Rupert fa l'editore adesso.
- Forse potrebbe offrirmi un lavoro.
Rupert pubblica libri che piacciono
a lui di solito di filosofia.
- Parole grosse scritte in piccolo.
- Esatto.
Rupert è estremamente radicale.
Sceglie i libri con l'idea...
che i lettori sappiano leggere
ma anche pensare.
- E' un tipo singolare ma mi piace.
- Ti è sempre piaciuto.
Vi prendevate a cornate
ai tempi della scuola.
Brandon stava sveglio per ore
ai piedi del maestro.
Brandon ai piedi di qualcuno!
Chi sara mai questo Rupert?
- Raccontava cose strane.
- Che genere di cose?
Kenneth allude alla sua intolleranza
verso le convenzioni sociali.
Ad esempio lui crede che l'omicidio
sia un delitto per la maggioranza...
ma un privilegio per pochi.
Non si preoccupi Sig.ra Wilson.
Apro io.
- Sig. Kentley felice di vederla.
- Grazie.
Mia moglie non sta bene. Questa
è mia cognata la Sig.ra Atwater.
- Piacere di conoscerla.
- Piacere mio.
Sono a New York da due settimane
e Alice è stata malata tutto il tempo.
Henry non fa altro che catalogare
i volumi della sua libreria.
No Anita.
Ogni tanto ne leggo anche qualcuno.
Ma io sono in visita. E questa è solo
la seconda festa a cui vado.
Ma forse non mi dovrei lamentare...
- Mi spiace molto per sua moglie.
- E' solo un raffreddore.
I raffreddori sono pericolosi.
Ci vuole riposo e spremuta d'arancio.
Grazie del consiglio.
Il raffreddore pericoloso?
Con questo caldo? Non l'ho mai sentito.
Due anni fa l'ho avuto anch'io.
Sono stata male tre settimane.
Mi scusi.
Si accomodi Sig.ra Atwater.
- David!
- No no.
Si sbaglia signora.
Lui è Kenneth Lawrence.
- Mi scusi tanto.
- Hai ragione Anita.
Kenneth viene spesso scambiato
per David anche da chi non è miope.
Ultimamente non abbiamo avuto modo
di osservare questa somiglianza.
- Ti sei messo a studiare?
- Ci sto provando.
- Allora la somiglianza è solo fisica.
- Conoscete gia la Sig.rina Walker.
Janet cara ho finito di studiare
il tuo oroscopo prima di venire.
- Mi dica.
- Le stelle sono favorevoli.
Indicano un matrimonio molto prossimo.
Con un giovanotto alto e biondo
che ha un papa incantevole.
- Te l'ho detto io una settimana fa.
- Può anche darsi.
- Ma le stelle lo confermano.
- Magnifico.
- Le presento il Sig. Phillip Morgan.
- Piacere.
- Si è ferito alla mano?
- E' solo un taglio.
- Come hai fatto?
- Niente. Si è rotto il bicchiere.
- Posso offrirle un po' di champagne?
- E' la mia passione.
Papa ne beveva un bicchiere
tutte le mattine.
- Naturalmente a Henry non piace.
- Sig. Kentley ne gradisce un po'?
Io preferirei un dito di scotch
con molta acqua.
- E David?
- Pensavo venisse con voi.
Ha chiamato per dire
che ci saremmo incontrati qui.
- Da dove chiamava?
- Ha parlato con la cameriera.
Era al circolo
sta studiando per un esame...
sul campo da tennis.
David non ha bisogno di studiare.
E' troppo intelligente.
- Se ha scelto te direi di sì.
- Grazie.
- Come sta la Sig.ra Kentley?
- Al solito. Stavolta è il raffreddore.
Spero che David arrivi presto.
Vuole che la chiami.
David è il suo unico figlio.
Anche il mio ma io sono disposto
a lasciarlo crescere.
Forse potrei chiamarla io.
- Non bisogna viziarla.
- Magari è passato a trovarla.
- Posso usare il telefono?
- Certo è in camera da letto.
- Ne gradisci un altro?
- Fra un attimo.
Ecco ora sì.
Che simpatico giovanotto. Peccato
che David non lo frequenti spesso.
Sì. Vado a telefonargli.
- C'è troppa aria nel tuo bicchiere.
- Va bene così grazie.
- Porteresti questo a Janet?
- Perché?
Pensavo ti potesse far piacere.
E' in camera da letto.
- Poi vorresti che entrasse David eh?
- No sarebbe troppo.
- Quando è nato?
- Il 1 4 luglio.
- Mi può predire il futuro da questo?
- Sono un'astrologa dilettante.
- Scommetto che è brava.
- Faccio del mio meglio.
Vuole sapere se il suo concerto
avra successo?
- Sì.
- Allora vediamo un po'.
Lei è nato il 1 4 luglio.
Sotto il segno del cancro.
Lei è un figlio della luna.
E' molto influenzato dalla luna.
Posso vedere le sue mani?
Ricorda per caso
l'ora della sua nascita?
No.
Belle dita forti da artista.
E per quanto riguarda il concerto?
Queste mani la porteranno
alla celebrita.
Mi considero
un uomo molto fortunato.
- Sarò presente all'inaugurazione.
- Di cosa?
- Della sua collezione.
- Ah certo.
Ci suona qualcosa?
Che bello.
Sua moglie le manda i suoi saluti.
- David era lì?
- No.
- Sei migliorato Phillip.
- Rupert!
Cominciavo a pensare
che non saresti venuto.
Pensavo mi conoscessi.
- Sig.ra Atwater il Sig. Cadell.
- Felicissima.
- Piacere.
- Sig. Kentley.
- Piacere Sig. Kentley.
- L'istitutore di Somerville?
- Un tempo sì.
- Lei ha istruito mio figlio David.
- Mi lusinga. Salve.
- Salve.
- La signorina Walker.
- Come ha indovinato?
- Brandon mi ha parlato di lei.
- Mi ha reso giustizia?
E lei se la merita?
Guarda il piccolo Kenneth Lawrence
come sei cresciuto.
- Buonasera...
- La scuola è finita. Dammi del tu.
Sei sempre lo stesso.
Sono contento di rivederti.
- Perché?
- Beh perché...
Non ci far caso.
Sono molto contento anch'io.
Quello sembrerebbe proprio
champagne.
- Lo è.
- Champagne di gran marca.
- Cosa si festeggia?
- Te l'ho detto al telefono.
E' una festa per permettere al
Sig. Kentley di vedere i nostri libri.
E poi Phillip ed io partiamo quindi...
- Me l'hai gia detto.
- Davvero?
- Sì.
- E' un'occasione per salutare Phillip.
- E quindi champagne.
- Gia.
- Capisco.
- Ma è così.
Balbettavi sempre
quando eri emozionato.
- Le feste mi emozionano.
- Davvero?
- Sig. Cadell!
- Oh Sig.ra Wilson.
- Cosa c'è di buono?
- Quel paté che le piace tanto.
Non mi piace più.
No sto scherzando scherzo.
- Lei è pestifero!
- Grazie grazie.
Cominci pure a tagliare.
Io porto subito gli altri piatti.
Ah Sig. Brandon l'ho trovato.
Non sapevo neanche
avesse perso qualcosa.
Meravigliosa la Sig.ra Wilson.
Forse la sposerò.
- Che bonta! Speriamo arrivi David.
- Dov'è?
Non ne ho idea ma il Sig. Kentley
comincia a essere in pensiero.
- E lei?
- Io? Io ho fame.
Brandon che cos'è questo?
- Un'antico cassone italiano.
- Sì ma perché ci mangiamo sopra?
- Ho messo i libri in sala da pranzo.
- Sa sempre come sfruttare un cassone.
Era un elemento ricorrente
nelle storie che raccontava a scuola.
""Lo scheletro nel cassone"".
- Quella era la tua preferita.
- Di cosa si trattava?
- Non ricordo bene l'inizio.
- Parla di una ragazza...
che il giorno delle nozze
si nasconde per scherzo in un cassone.
Il cassone si chiude e trovano
il suo scheletro solo anni dopo.
- Io non farò di questi scherzi.
- Servitevi.
Avete visto quel nuovo film
allo Strand?
- Sì meraviglioso.
- Davvero?
A me non è piaciuta quella
nuova attrice. Dev'essere Scorpione.
Neanche a me
ma aveva degli abiti splendidi.
- Divini!
- Meravigliosi!
- Devo vederlo.
- Ho una passione per James Mason.
- E' bravo?
- Magnifico.
Meravigliosamente tenebroso!
E' del segno del Toro.
Molto ostinato.
Ma ho una confessione da fare.
Direi che Mason mi piace
almeno quanto Errol Flynn.
- Io scelgo Cary Grant a occhi chiusi.
- Ah beh anch'io.
Un classico Capricorno.
Che agilita divino!
- E' così... mmm.
- Assolutamente.
E' bravissimo in quel nuovo film
con la Bergman.
Come si chiamava?
""Qualcosa di Qualcosa.""
No no quello è un altro.
Questo era solo ""Qualcosa.""
- Sa un titolo tipo...
- Ce l'ho sulla punta della lingua.
Anch'io. Era solo ""Qualcosa.""
Mi è piaciuto molto.
- E la Bergman!
- E' della Vergine.
- Come tutte d'altronde sa.
- Ah io la trovo deliziosa.
Io andai una volta al cinema.
C'era Mary Pickford.
- Ah magnifica! Non trova?
- Sicuramente Vergine come tutte.
- In che film l'ha vista?
- Non ricordo.
Era ""Il Qualcosa Qualcosa.""
O forse era solo ""Qualcosa""?
Qualcosa del genere.
Non credo parli sul serio.
Se fossi in lei ci andrei piano
col paté cara. Le calorie.
Phillip ti dispiace servire
la Sig.ra Atwater?
- Certo. Ci penso io Sig.ra Atwater.
- Grazie caro.
Mi dispiace per David.
Non capisco perché tardi tanto.
Avra molte persone da vedere.
Faccio io. Petto o coscia?
- Tutte e due per la Sig.ra Atwater.
- E per te?
- Io non mangio pollo.
- Che strano!
Non ho mai sentito di nessuno
che non mangi pollo vero Brandon?
- Come mai non lo mangi?
- Non c'è una ragione.
Freud sostiene che c'è una ragione
per tutto persino per me.
Non c'è una ragione Janet.
Se ben ricordo
c'è una ragione molto buffa.
- Vero Brandon?
- Vero.
- Lo sapevo che c'era. Qual è?
- Niente di importante.
- A me sembra interessante.
- Avanti Brandon.
Successe circa tre anni fa
nel Connecticut.
Mia madre ha una proprieta lì.
Volevamo mangiare pollo a pranzo
e così ci dirigemmo verso la fattoria.
Era una bellissima domenica mattina
di tarda primavera.
In lontananza si sentivano
suonare le campane di una chiesa...
mentre Phillip tirava il collo
a un pollo dopo l'altro.
Di solito lo faceva
con grande disinvoltura.
Ma quel giorno forse perse
per un attimo il suo tocco.
Una delle vittime destinate alla mensa
si ribellò. Come Lazzaro si alzò...
- Non è vero!
- Phillip!
Non è niente vero! Non ho mai
strangolato un pollo in vita mia!
Non ho mai tirato il collo a un pollo
e tu lo sai!
Scusatemi ma è buffo
vedervi accapigliare così...
per una vecchia gallina spelacchiata.
Perdonateci.
Siamo stati ridicoli e sgarbati.
Chiedo scusa da parte di entrambi.
Beh!
- E' finita?
- Temo di sì Rupert.
Che peccato.
Ancora un po' e vi strangolavate
tra voi altro che polli.
- Sig. Cadell insomma.
- C'era in ballo l'onore di un uomo.
Un pollo è una valida ragione
per un omicidio...
quanto una bionda
un materasso pieno di soldi...
o qualunque altro movente
più o meno fantasioso.
Non mi dica che approva veramente
l'omicidio Rupert?
Certo. Pensate quanti problemi
risolverebbe
la disoccupazione la poverta
le file ai botteghini dei teatri.
Ho faticato molto a trovare
i biglietti per quel musical.
""Il Qualcosa"" con quell'attrice?
Una leggera pressione del dito
sul grilletto di una pistola...
e due posti in prima fila
sono subito suoi.
Ha difficolta ad entrare nei ristoranti
più frequentati della citta?
- Un incubo!
- Molto semplice.
Uno scatto del coltello signora
e si accomodi da questa parte...
passi pure sopra al corpo
del cameriere.
- Grazie. Ecco il suo tavolo.
- Rupert lei è un fenomeno.
C'è un portiere d'albergo
con cui userei un coltello.
Ah no. I coltelli non si possono
usare per i portieri d'albergo.
A questi si riserva la morte
dopo lenta tortura...
insieme agli ornitologi i bambini
e i ballerini di tip tap.
Per i padroni di casa il discorso
è diverso. Vi serve un appartamento?
Entrate in un negozio di ferramenta
e acquistate un oggetto contundente.
Che magnifica idea!
Quando occorre qualcosa
basta...
- Ma allora ci ammazzeremmo tutti.
- No no.
Dopo tutto l'omicidio è
o dovrebbe essere un'arte...
non una delle sette muse magari
ma comunque un'arte.
Come tale il privilegio
di commetterlo è riservato...
a quei pochi individui
che sono davvero superiori.
E le vittime esseri inferiori
con vite insignificanti.
Ovviamente.
Ma non credo che l'omicidio
debba essere permesso tutto l'anno.
Personalmente
preferirei istituire...
""Il Festival dell'Accoltellamento""...
o ""Il Giorno dello Strangolamento.""
Sara sintomo
della mia incalzante senilita...
ma non apprezzo questo tipo
di umorismo morboso.
- Non intendevo fare dell'umorismo.
- Non parlera sul serio?
- Come no.
- Mi state prendendo in giro.
No. Cosa glielo fa pensare?
L'idea che l'omicidio sia un'arte
riservata agli esseri superiori...
Solo in stagione.
- Ora so che non parla sul serio.
- Sbaglia sono un tipo molto serio.
E chi decide se un essere è inferiore
e quindi predestinato all'omicidio?
- I privilegiati che lo commettono.
- E chi sarebbero questi privilegiati?
Beh io stesso...
Phillip forse anche Rupert.
Mi spiace Kenneth sei fuori gioco.
- Io parlo sul serio.
- Anche noi.
I pochi sono uomini che per
superiorita intellettuale e culturale...
si levano al di sopra
dei concetti morali tradizionali.
Il Bene e il Male sono stati inventati
per l'uomo ordinario che è insicuro.
Allora concorda con Nietzsche
e la sua teoria del Superuomo?
- Sì.
- Anche Hitler.
Lui era un selvaggio paranoico.
I superuomini fascisti erano assassini
senza cervello. Io li impiccherei tutti.
Ma vede li impiccherei soprattutto
per la loro stupidita.
Io impiccherei tutti gli sciocchi.
Ce ne sono troppi.
Impicchi anche me perché sono così
sciocco da non capire se scherza o no.
Comunque preferirei
non sentire più il suo...
disprezzo per l'umanita
e per le regole della civilta.
Civilta? Più che di ""civilta""
si tratta di ipocrisia.
Sono sicuro che Rupert
ha l'intelligenza e l'immaginazione...
Per favore Brandon ne abbiamo
abbastanza di questi discorsi.
Phillip dove sono i libri che avete
preparato per il Sig. Kentley?
- Vorrei vederli anch'io.
- Sono in sala da pranzo.
Sig. Kentley vuole vederli?
Le chiedo scusa. Temo di essermi
lasciato un po' andare.
Non fa niente ragazzo mio.
E' una bella collezione
tutte prime edizioni.
Li vedo volentieri.
Prima vorrei telefonare a mia moglie.
- Forse ha notizie di David.
- Certo. Da questa parte.
- Brandon?
- Sì?
Stavi difendendo le tue teorie
con molta tenacia.
Non avrai intenzione di sbarazzarti
di qualche essere inferiore?
- Sono molto capriccioso. Chissa?
- Capisco.
Sig.ra Atwater
vuole vedere i libri?
Molto volentieri.
Quand'ero ragazza leggevo molto.
I ragazzi fanno cose strane.
Kenneth perché non accendi
la radio o metti qualche disco.
Un po' di musica d'atmosfera
può cambiare molto.
E' furbo come un demonio.
Pensa di farci rimettere insieme
con un po' di musica.
Non te la prendere.
Fa sempre scherzi del genere.
- Io vado di la.
- Per vedere i libri?
No perché Brandon veda me.
- Che t'importa cosa pensa?
- So cosa pensa.
E' convinto che ti abbia lasciato
perché David è più ricco di te.
- Allora perché vai di la?
- Perché...
- Mi sento in imbarazzo qui con te.
- Oh Janet!
- Non pensavi fosse possibile vero?
- In tutta onesta no.
Beh lo sono e non mi piace affatto.
Potresti almeno avere il buon gusto
di essere in imbarazzo anche tu.
- Perché?
- Beh.
Sei stato tu a lasciarmi ricordi?
Cosa darebbe il nostro amico Brandon
per saperlo.
- Cosa c'è?
- Niente. Stavo pensando.
- A cosa?
- Alla vanita femminile.
Beh sono imbarazzata
anche perché...
Continua.
Tu e David eravate così buoni amici.
Ora per colpa mia non lo siete più.
- Sono una ragazza stupida.
- Non è vero.
Beh allora ne sto facendo
una buona imitazione.
Chissa perché faccio la brillante
con tutti tranne che con David?
Non scherzi con David?
Sono rilassata quando sono con David
grazie a te.
- A me?
- Sì.
Quella grigia domenica ad Harvard...
quando mi lasciasti...
David mi portò a fare una passeggiata.
Il mio muso toccava quasi terra.
Non ce la facevo a essere spiritosa.
Mi sono rilassata
e mi sono sfogata.
E' uscita la vera me quella vera.
Ma senti come parlo?
A volte dico delle cose.
- Dov'è David?
- Sai io non sono molto accorto.
Perché?
Non avevo capito che fossi...
Brandon e la sua musica atmosferica.
Sei innamorata di David
non è vero?
Sì.
- Non capisco.
- Non capisci cosa?
Brandon mi ha fatto intendere che
eri libera e che David era fuori gara.
Quindi Brandon sapeva gia
che noi ci eravamo lasciati?
- Sapeva anche di te e David.
- Cosa?
Con me ha fatto finta
di non sapere niente. Ha detto...
- Cosa ha in mente?
- Non lo so ma lo scoprirò.
- Brandon?
- Sì?
Posso parlarti un momento?
Perché non riesce mai
a farsi gli affari suoi?
- Allora?
- Cosa vorresti fare?
- Vorrei offrirti un caffè se vuoi.
- Basta con l'umorismo!
Perché hai detto a Kenneth che non
doveva preoccuparsi di me e David?
- Non ho detto questo.
- Gliel'hai fatto intendere. Perché?
Certe donne sono carine
quando si arrabbiano. Tu no.
- Piantala.
- La cavalleria entra in azione!
- Secondo me David non viene affatto.
- Staremo a vedere.
Lo so gia.
Lui non tarda mai.
Se avesse avuto un contrattempo
avrebbe avvisato.
- Avrai fatto in modo che non venisse.
- Davvero machiavellico.
Non ti bastava dare una festa
per il Sig. Kentley.
Dovevi anche soddisfare
il tuo umorismo perverso.
Beh spero tu ti sia divertito Brandon.
Io affatto.
- E' insopportabile.
- Non prendertela troppo.
- Qualcosa è andato storto?
- Janet sa essere insopportabile.
Comunque è meglio che...
Perché hai detto
'qualcosa è andato storto?'
Sai come si organizza una festa
è raro che qualcosa vada storto.
Ma sembra che Janet cominci
a sentire la mancanza di David.
Comincia a mancare anche a me.
A tutti direi.
- Due dessert Sig. Cadell?
- Uno per lei e uno per me mia cara.
Gli altri ospiti non sembrano
interessati al gelato.
Eppure li addolcirebbe un po'.
Che strano ricevimento.
- Non che la cosa mi sorprenda.
- Perché no?
Si devono essere svegliati
col piede sbagliato tutti e due.
E' tutto il giorno che sono nervosi!
Il Sig. Brandon dice che le feste
lo innervosiscono sempre.
Io non l'ho mai visto così.
Di solito lascia che prepari tutto io.
Guardi il pollo
non è stato quasi toccato.
- Cosa c'era di così strano oggi?
- Tutto!
Aveva una gran fretta che io pulissi
tutto e preparassi la tavola.
Era così bella. Ma quando
sono andata a fare le compere...
mi ha detto di rimanere
fuori tutto il pomeriggio.
Il pomeriggio libero! Dopo avermi
fatto fare tutto di corsa!
- Le ha detto il perché?
- Solo un capriccio immagino.
Quando sono tornata
stavano litigando come pazzi.
A che proposito?
Sig. Cadell anche se lo sapessi
crede che glielo direi?
- Io spero di sì.
- No. Sono muta come una tomba.
Guardi che disordine!
Mi ha raddoppiato il lavoro.
Una volta sgombrato qui dovrò
togliere i libri dal tavolo da pranzo...
e riporli qui nel cassone
dove sono sempre stati.
- Perché avete apparecchiato qui?
- Non è stata una mia idea.
Io avevo gia apparecchiato in sala
da pranzo. Una tavola incantevole.
Qui sopra invece.
Si sta ancora lamentando
per il cassone?
E' più comodo così. Gli invitati non
devono servirsi in sala da pranzo...
e poi tornare qui per mangiare.
L'hanno dovuto fare comunque
per il dolce e il caffè.
Sig.ra Wilson serva gli ospiti
senza fare troppe prediche.
Lo dicevo che si era
svegliato col piede sbagliato.
- Sono in una posizione imbarazzante.
- In che senso?
Mi sembra di essere l'unico
che si diverte.
Tu e la Sig.ra Atwater.
- Cosa sta succedendo Phillip?
- Ti dispiace spegnerla?
Mi da fastidio suonare
con la luce negli occhi.
Sai Phillip...
divento molto curioso quando qualcuno
non risponde alle mie domande.
- Mi hai fatto una domanda?
- Sì ti ho fatto una domanda.
Beh qual era?
Ti ho chiesto
cosa sta succedendo qui.
- E' una festa.
- Sì una festa alquanto particolare.
- Di che cosa si tratta?
- Come di che cosa si tratta?
Smettila di giocare al gatto e al topo.
Se vuoi sapere qualcosa...
Che caratterino!
- Non ti fermare.
- Vorrei bere.
Te lo porto io.
Cosa prendi uno scotch?
No un brandy.
Ti piace molto quel brano
vero?
Vorrei poterti chiedere chiaramente
quello che m'interessa sapere...
ma sfortunatamente
non so niente.
Sospetto soltanto.
- Ho detto che...
- Ho sentito.
- Va bene così?
- Grazie.
- Lo adoperi questo?
- A volte.
Credevo fosse solo per principianti.
- Devo dire che...
- Va bene Rupert te lo chiedo io.
Cosa sospetti?
L'ho dimenticato.
Dov'è David Phillip?
Non lo so.
- Perché?
- Brandon lo sa.
- Davvero?
- Non è così?
- Non mi risulta.
- Su andiamo.
- Perché non lo chiedi a Brandon?
- L'ho gia fatto...
ma è troppo occupato a manovrare
gli altri due elementi del triangolo.
A che scopo Phillip?
Cosa vuole combinare Brandon
con Janet e Kenneth?
- Cosa c'è da ridere?
- Niente.
Cosa c'è?
Sono così tanto fuori strada?
Non succede proprio niente
Rupert.
Stasera sei proprio
allergico alla verita.
E' la seconda volta che menti.
Grazie. Qual è stata la prima?
Quando hai detto di non aver
mai strangolato un pollo.
Ti sbagli. Brandon si è inventato
tutto tanto per fare dello spirito.
Non è vero.
Non ha inventato niente Phillip.
E se rifletti bene ti renderai conto
che io so che non ha inventato.
Circa un anno fa sono venuto
anch'io in campagna. Ti ricordi?
Una mattina ti ho visto all'opera.
Eri in a gamba a strangolare i polli
da quel che ricordo.
Non intendevo dire di non aver
mai ammazzato un pollo.
Però l'hai detto.
Non mi sembrava educato
parlarne a cena.
- Bastava dirlo.
- Va bene ho sbagliato.
Ora non stiamo mangiando.
Perché mentire?
- Non mi piace parlare di...
- Strangolamenti?
- Glieli voglio regalare.
- E' generoso da parte sua.
Lei apprezza le prime edizioni
più di me.
- E' davvero gentile. Brandon.
- Cosa c'è?
Non vuoi che il Sig. Kentley
si prenda i libri?
- No. Cioè non m'interessa ma.
- Cosa? Cosa?
Mi sembra un modo curioso di legarli
ecco tutto.
- David sa badare a se stesso.
- Lo so ma non riesco a capire.
Quando c'è qualche contrattempo
telefona sempre vero Janet?
- Sì. E ci tiene alla puntualita.
- A ragione.
Mi sono dovuta adattare. Sono
diventata puntuale come un orologio.
- E' poco femminile cara.
- Preferisco l'educazione.
Henry parli proprio come mio padre.
Mi ricordo una volta che David...
- Stai calmo Phillip.
- Rupert ha capito qualcosa.
- Non è vero.
- Devo bere.
- Basta.
- Toglimi le mani di dosso!
Non dirmi mai più cosa devo
e cosa non devo fare.
- Non lo sopporto...
- Abbassa la voce.
Spero di non aver offeso Phillip.
No forse ha bevuto
un cocktail di troppo.
- Anche tu sembri turbato.
- Davvero?
Sì. C'è qualcosa
che vi ha turbati entrambi.
- Qualcosa che...
- Scusate.
Una signora al telefono chiede del
Sig. Kentley o della Sig.ra Atwater.
Dev'essere Alice.
Ci parlo io Henry.
- In fondo al corridoio a sinistra.
- Grazie.
Sig. Kentley pensa
che David sia a casa?
Non lo so. Spero di sì.
Se fosse a casa avrebbe chiamato
lui al posto della Sig.ra Kentley.
- Non credi Brandon?
- Non saprei.
Il David che ricordo io
era educato e puntuale.
Non è cambiato.
- Se non è a casa dove può essere?
- Non so. Ovunque.
Potrebbe essere al circolo
oppure alla festa dei Bradley.
- Forse è andato a casa di Janet.
- Perché?
Avra pensato di andarla a prendere.
Ho chiamato a casa mia dopo
aver parlato con la Sig.ra Kentley.
- Non c'era?
- No. Ho lasciato detto che ero qui.
Sarebbe più facile trovarlo se
sapessimo dov'è stato oggi pomeriggio.
- Tu che ne pensi?
- Non so dove possa essere stato.
- Non credi sarebbe d'aiuto saperlo?
- Suppongo di sì.
Doveva andare a giocare a tennis
e so che al circolo ci è arrivato.
Come lo sa?
Qualcuno ci ha chiamato da lì per dire
che David ci avrebbe raggiunto qui.
- Sa chi è che l'ha chiamata?
- No.
Evidentemente David ha incontrato
qualcuno e ha cambiato programma.
- Tu non ci sei andato Kenneth?
- No. Purtroppo no.
- Neanche tu e Brandon vero Phillip?
- No.
- Dovevamo preparare per stasera.
- Immagino ci fosse molto da fare.
- Infatti.
- Sì capisco.
Quindi non hai parlato
con David oggi?
No. Perché me lo chiedi?
- Non ha avvertito che era in ritardo?
- No.
Non lo sentiamo dal giorno in cui
l'abbiamo invitato alla festa.
- Questo è strano.
- Perché?
Mi sembrava d'aver sentito David
parlare al telefono con Phillip ieri.
- Ah sì dimenticavo.
- Chiamava a proposito della festa?
Sì voleva accertarsi dell'ora.
Lasci l'aiuto io.
Oh grazie Sig. Cadell.
Lasci pure Sig.ra Wilson.
Li rimettera a posto domattina.
- Non pensavo di venire domani.
- Beh dovra farlo.
- Lasci stare i libri per adesso.
- Va bene.
Henry Alice non ha nessuna notizia
di David. E' disperata.
- Meglio che ci parli io.
- Ha riattaccato.
Ha cominciato a piangere a dirotto.
- Henry sono preoccupata.
- Cos'ha detto?
Ha telefonato a tutti i posti che David
frequenta sempre più d'una volta.
E ora è convinta
che abbia avuto un incidente.
- Vuole che chiami la polizia.
- La polizia?
Oh no Anita
non credo che sia necessario.
David non è un bambino.
Sono sicuro che sta benissimo.
Forse è meglio che vada a casa.
Mia moglie è in pena.
- Non è da David...
- No certo capisco.
- Posso venire con lei?
- Grazie Janet.
- Sig. Kentley i suoi libri.
- Oh! Sì certo.
Non so dirle quanto mi rincresce.
Chiamate appena
avete notizie di David.
Sono certa che il ragazzo
si fara vivo.
- Janet?
- Sì?
So che non è il momento ma sono
contento che ci siamo chiariti.
Anch'io. E anche David lo sara.
Bene.
- Beh...
- Perché non vieni con noi?
- No io...
- Ti prego.
- Grazie.
- E' tua Janet?
Sì la tengo sul braccio. Ah grazie.
- Prendo il cappello.
- Ah vai via con Janet?
- Sì andiamo via tutti insieme.
- Proprio come prevedevo.
Buonanotte Sig. Kentley.
Spero che sua moglie stia meglio.
Grazie.
Allora telefonatemi
appena avete notizie di David.
- Saluti lei Phillip da parte nostra.
- Sig.ra Atwater la ringrazio.
Grazie a voi. Mi dispiace
di dover andare via. A presto.
Buonanotte.
- Oh ma quello non è il suo.
- Ah no.
- Mi spiace aver rovinato la serata.
- Non è colpa sua.
Non avrei voluto
andar via così presto.
Buonanotte.
Attenta ai gradini Anita.
- Grazie Sig.ra Wilson.
- Buonanotte Sig. Cadell.
- Vai via anche tu?
- Sì devo. Buonanotte.
Buonanotte.
Le do una mano con quei libri
Sig. Kentley?
Grazie per la magnifica serata.
Buonanotte buonanotte.
E' stato un piacere.
Oh Phillip questa serata merita
di passare alla storia!
E' finita e non poteva andare meglio.
Sì che poteva. Senza Rupert.
Mi ha aiutato a dire quello
che pensavo a quegli idioti.
Ha dato alla serata
proprio il tono che mi aspettavo.
E' questo che ti aspettavi?
Che indagasse e curiosasse?
- Sai che mi ha fatto il terzo grado?
- Su che cosa?
Che importa. Tu eri troppo preso
con il tuo ultimo tocco di classe.
- Quale tocco?
- Legare i libri in quel modo.
- Un'idea magnifica. Ti è piaciuta?
- No non mi è piaciuta.
- Rovinerai tutto così.
- Zitto! C'è ancora la Sig.ra Wilson.
- Vuoi proprio ubriacarti eh?
- Sono gia ubriaco.
E sei infantile come quando poco fa
mi hai chiamato bugiardo.
- Non dovevi raccontare quella storia.
- Perché hai mentito?
Ho dovuto. Non cerchi mai
di comprendere i sentimenti altrui?
- Non sono un tipo sentimentale.
- Non importa. Non importa più niente.
Eccetto che il Sig. Brandon
si è divertito. Ha dato la sua festa.
Ha passato una serata incantevole.
Beh la mia è stata un incubo.
Continua a bere così e domattina
sara ancora peggio.
Almeno se starò male
sara solo merito mio.
Sai Phillip cosa stavo pensando?
Quando sara tutto finito ci facciamo
una vacanza. Dove vorresti andare?
Forse dovremmo tornare qui prima
altrimenti potrebbe sembrare...
Io spero ancora di svegliarmi e
accorgermi che è solo un brutto sogno.
Ma perché?
Ho tanta paura Brandon.
Ho paura che ci prenderanno.
Non è possibile.
Prima forse sì ma ora non più.
Siamo praticam...
E' lei Sig.ra Wilson?
Sì. Mi serve la chiave per venire
a pulire domani mattina...
sempre che siate ancora
decisi a partire stanotte.
- Lo siamo.
- Bene.
Non avete affatto una bella cera.
Un po' di riposo non vi fara male.
Voglio vedervi tornare
in forma smagliante.
- Lo faremo.
- Allora vado. Divertitevi.
Non dimenticate di scrivere.
E non scialacquate troppo!
Chi chiami?
Il garage.
Pronto? Sono Brandon Shaw.
Potete portarmi la macchina?
Sì subito. Grazie.
Sara meglio chiudere le tende.
Chi sara?
- Chi sara?
- Sara l'uomo del garage.
- Non può essere gia qui.
- Sara la Sig.ra Wilson. Rispondi.
Brandon non possiamo far finta
di non essere in casa?
Con tutte le luci accese?
Rispondi Phillip.
Chi è?
Brandon è Rupert.
Dice che ha lasciato
il portasigarette vuole venire su.
- Fallo salire.
- Ma è un pretesto! Ha capito tutto...
- Stai zitto! Torna al citofono.
- No.
- Torna al citofono.
- Non posso.
- Devi.
- No! Sa tutto...
Stai zitto.
Rupert? Sali pure.
No...
No figurati.
E' soltanto un po' brillo.
No ma lo troveremo senz'altro.
Va bene.
Phillip...
Phillip ascoltami.
Rupert sta venendo su.
Tu ti devi calmare.
Phillip hai capito?
Bevi ancora qualcosa se è necessario.
Ma controllati
e tieni la bocca chiusa.
Cinque minuti e sara tutto finito.
Non so se e quanto
Rupert abbia intuito...
ma sara fuori di qui in cinque minuti
in un modo o in un altro.
Per quei cinque minuti
devi mantenere il controllo.
- Brandon Brandon!
- Ora ascolta...
non intendo farmi prendere
per colpa tua o di chiunque altro.
Non permetterò a nessuno di fermarmi.
Brandon non è carica vero?
- Mi spiace disturbarvi.
- Nessun disturbo.
Sapevo che partivate stasera e non
volevo rimanere senza portasigarette.
- Ciao Phillip.
- Ciao.
Non intendevo allarmarti.
Non l'hai allarmato.
E' solo un po' scontroso stasera.
- Ah sì? Pensavo...
- Hai idea dove puoi averlo lasciato?
No non saprei.
Non è da me dimenticarmi qualcosa.
Uno psicanalista direbbe
che non l'ho dimenticato affatto...
ma che l'ho lasciato inconsciamente
perché volevo tornare.
Ma...
- Perché avrei dovuto voler ritornare?
- Gia perché?
Per il piacere della nostra compagnia
o di bere ancora qualcosa.
- Buona idea posso?
- Certo. Whisky corto?
- Lungo se non ti dispiace.
- Phillip un whisky lungo per Rupert.
Allora fammi pensare
ricordo che avevo il portasigarette...
quando ero in piedi la.
Io e la Sig.ra Wilson stavamo aprendo
il cassone quando sei arrivato tu.
E poi?
Mi sembra che...
Chissa dove può essere.
Ah guarda eccolo qua
proprio dove l'avevo lasciato.
Signori scusatemi
mi dispiace molto.
Io...
- Posso avere comunque il mio whisky?
- Certo.
- Non vi dispiace?
- No. Perché dovrebbe?
- Magari siete...
- Che cosa?
- Stanchi. Sicuri che va bene?
- Ha detto di sì!
- Grazie.
- Ho paura che abbia bevuto troppo.
Beh che c'è di male?
Dopo tutto era una festa.
E' sempre piacevole bersi
un buon whisky in buona compagnia.
Sono contento.
- Spero di non esservi d'intralcio.
- In che senso?
- Avrete da fare.
- A cosa ti riferisci?
Alle valigie. Non partite stasera
per il Connecticut?
- Sì ma le abbiamo gia fatte.
- Ah capisco. E' tutto pronto.
Tutto tranne un ospite
di cui vi dovete sbarazzare.
Beh sara meglio che vada...
appena avrò finito il mio whisky.
Non c'è fretta Rupert.
Grazie.
Mi piacerebbe rimanere un po'.
Forse anche vedervi partire.
Non mi piace mai lasciare una festa.
Soprattutto quando la serata
si rivela particolarmente stimolante.
O strana come questa.
In che senso 'strana'?
Ho detto 'strana'?
A volte si scelgono le parole più
per il suono che per il significato.
Non ti so dire a cosa alludessi...
a meno che pensassi a David.
- Cosa c'è di strano su David?
- Il fatto che non sia venuto.
Non pensi che possa
essergli successo qualcosa?
- E che cosa?
- Forse un incidente o una rapina.
- In pieno giorno?
- Ah gia dimenticavo.
Sì dev'essere stato di giorno
quand'è accaduto.
Quand'è accaduto cosa?
Qualsiasi cosa
sia accaduta a David.
Niente probabilmente.
Eppure... dove sara?
- Qual è la tua ipotesi?
- Stavo pensando a quella di Janet.
- Ah non sapevo ne avesse una.
- Sì che lo sai.
Non ho potuto fare a meno
di sentirvi.
Secondo lei l'avete sequestrato o
avete fatto in modo che non venisse.
Non m'interessano le sue chiacchiere
m'interessi tu.
Tu credi che io abbia
'sequestrato' David?
Questo genere di mascalzonate
ti piaceva ai tempi della scuola...
per l'emozione il sotterfugio
il pericolo.
Sarebbe un po' più difficile
riuscirci ora non ti pare?
- Tu troveresti il modo.
- Come?
Voglio dire
se tu fossi al posto mio...
come ti sbarazzeresti di David?
- Sei più bravo di me in queste cose.
- Ma come faresti se fossi in me?
Beh se volessi
sbarazzarmi di David...
lo inviterei a bere qualcosa
al circolo o in un bar.
O meglio ancora lo inviterei qui.
- Così non ci vedrebbe nessuno.
- Giusto nessun testimone eh?
E poi?
Poi...
Dunque vediamo un po'.
David suonerebbe e io mi avvierei
verso l'ingresso per riceverlo.
Lo accoglierei ci scambieremmo
i soliti convenevoli...
e gli prenderei il cappello.
Poi lo farei accomodare qui...
gli parlerei del più e del meno
per metterlo a suo agio...
probabilmente gli offrirei da bere.
- E poi lui si siederebbe.
- Sì?
Cercherei di rendere tutto
molto piacevole capisci?
Magari Phillip suonerebbe
qualcosa al pianoforte.
Ora da quel che ricordo
David era abbastanza forte...
quindi bisognerebbe stordirlo.
Andrei lentamente dietro la poltrona
e lo colpirei con qualcosa.
Il suo corpo cadrebbe in avanti
sul pavimento.
E poi dove lo metteresti?
Beh...
Dunque vediamo.
Mi farei aiutare da Phillip
a portarlo fuori da qui...
giù per la scala di servizio
e poi lo metterei in macchina.
- Ti vedrebbero.
- Cosa?
Hai detto che quel che è successo
dev'esser successo in pieno giorno.
Giusto. Dovrei trovare un posto in cui
nascondere il corpo fino a notte.
Sì certo ma dove Rupert?
Gia.
Dove?
Il gatto e il topo! Il gatto e il topo!
- Chi è il gatto e chi il topo?
- Smettila!
- Fatti i fatti tuoi.
- Basta!
Te l'ho gia detto prima
pensa agli affari tuoi!
In effetti non sono fatti miei.
Non sono il suo tutore.
Viste le sue condizioni non c'è
ragione di trattenerti ancora Rupert.
Almeno che tu sia venuto a cercare
qualcos'altro oltre alle sigarette.
Ad esempio per scorprire se ti
sei veramente liberato di David?
- Sì esatto.
- Tu sei romantico quanto Janet.
Non credo affatto
che tu l'abbia rapito.
Janet mi ha messo in testa l'idea
ma non ci avrei dato alcun peso...
se non fosse che porti in tasca
la prova evidente della tua paura.
- Cosa?
- E' una pistola vero?
E' stata quella a sollevare
i miei sospetti più di tutto.
E a dirti la verita
mi spaventa anche un po'.
Mi dispiace tanto Rupert.
Non ti do torto ma... Ecco guarda.
Puoi rilassarti. La devo portare
in campagna ecco tutto.
Ci sono stati dei furti
e mamma è un po' preoccupata.
- Hai finito Phillip?
- Sì.
Hai sentito cosa ha detto Rupert
della pistola? Pensava che...
E' buffo come uno possa trasformare
dei semplici fatti in assurde fantasie.
- Capita a tutti vero Phillip?
- Sì.
Specialmente dopo qualche bicchiere.
Come va col tuo Rupert?
- E' meglio che vada.
- Ti sentirai meglio fuori Phillip.
Non dovremmo trovare traffico.
Arriveremo in un batter d'occhio.
E' una splendida serata
perfetta per guidare.
Mi piacerebbe quasi venire con voi.
Potrebbe essere emozionante.
Guidare di notte lo è sempre...
ma venire con te e Phillip stanotte
mi susciterebbe ancora più...
suspense.
Avevi ragione Phillip.
Quei libri erano legati male.
- Ha capito. Ha capito!
- Phillip.
Lo sa! Lo sa!
- Sta calmo. Lascia fare a me.
- No faccio io.
Tanto varrebbe uccidervi entrambi.
Ma tu per primo.
Ecco cosa volevi
che qualcun altro sapesse...
che vedesse quanto sei intelligente
come a scuola.
Te l'avevo detto che ci avrebbe
scoperto ma hai dovuto invitarlo.
- Ora siamo spacciati!
- Stai zitto!
Tu mi hai costretto a farlo
e ora ci odio entrambi...
Stupido ubriaco!
Mi dispiace Rupert.
Non è niente. A quella distanza
se si vuole uccidere non si sbaglia.
Ma certo che non voleva ucciderti.
Non sapeva neanche
cosa stava facendo o dicendo.
Non volevo che si sapesse
ma sta diventando alcolizzato...
Brandon puoi allontanarti
per favore?
E' ubriaco. Non prenderai sul serio
i suoi ragionamenti strampalati?
Brandon.
Brandon sono stanco.
E in un certo senso
sono anche spaventato.
- Voglio finire questa schermaglia.
- Cosa vuoi fare?
Non vorrei farlo ma guarderò
dentro a quel cassone.
- Ma sei pazzo?
- Spero di sì.
- Lo spero con tutto il cuore.
- Ma tu non c'entri nulla.
- Devo guardare lì dentro.
- E va bene!
Guarda pure.
Spero ti piaccia quel che vedi.
Oh no. No!
- Rupert!
- Non potevo credere che fosse vero.
- Rupert per favore...
- Per favore cosa?
Ascoltami. Posso spiegare.
Spiegare? Come puoi spiegare questo?
- A te posso. Tu mi capirai.
- Capirti?
Ricordi cosa dicevamo prima
con il Sig. Kentley?
Che le vite degli esseri inferiori
non sono importanti?
Ricordi che io e te
abbiamo sempre detto...
che i concetti morali di bene e male
di giusto e sbagliato...
non valgono per chi è
intellettualmente superiore. Ricordi?
- Sì mi ricordo.
- E' questo che abbiamo fatto.
Phillip ed io abbiamo messo in pratica
quello di cui parlavamo tu ed io.
Sapevo che avresti capito
perché vedi tu devi capire.
Brandon...
Brandon...
Fino ad ora
questo mondo e i suoi abitanti...
sono sempre stati oscuri
e incomprensibili per me.
Io ho sempre cercato
di farmi strada con la logica...
e con la superiorita intellettuale...
ma stasera mi hai ributtato in faccia
le mie stesse parole.
Avevi ragione. Se non altro un uomo
deve tenere fede alle proprie teorie.
Ma hai conferito alle mie parole
un significato che non ho mai sognato.
Le hai trasformate in una fredda e
logica scusa per un omicidio spietato!
Ma io non le ho mai intese così
Brandon.
E non puoi rigirarle così.
Qualcosa di profondo dentro di te...
deve averti spinto a questo.
Ma qualcosa di profondo dentro me
non mi permetterebbe mai di farlo.
- E non posso esserne complice.
- Cosa vuoi dire?
Stasera mi hai fatto vergognare
di tutti i concetti da me elaborati...
sugli esseri superiori o inferiori.
Ma di questo ti ringrazio...
perché ora capisco che ognuno di noi
è un essere distinto e unico...
con il diritto di vivere e lavorare
e pensare come individuo...
ma con degli obblighi nei confronti
della societa in cui viviamo.
Con che diritto osi affermare...
che esiste un'élite superiore
di cui tu faresti parte?
Con che diritto hai deciso...
che il ragazzo lì dentro
era inferiore e quindi degno di morire?
Credi forse di essere Dio Brandon?
E' questo che credevi quando
gli hai fatto esalare l'ultimo respiro?
Quando hai servito la cena
sulla sua tomba?
Io non so cosa pensavi
ma so cos'hai fatto.
Hai ucciso hai strangolato
un essere umano...
che sapeva vivere e amare
come tu non hai mai saputo fare.
- E non saprai mai.
- Cosa fai?
Sara la societa a fare qualcosa.
Non so cosa ma posso immaginare.
E io le darò una mano.
Morirete Brandon tutti e due!
Morirete tutti e due.
- Cos'è stato?
- Erano spari.
- Venivano da quella strada.
- C'è stata una lite?
- Venivano dalla strada.
- La dietro.
- Ha sentito degli spari?
- Sì lassù.
- Hanno sparato!
- Sì lassù.
- Dev'essere una rapina.
- Dovremmo controllare.
Sara meglio chiamare la polizia.
Qualcuno ha sentito degli spari?
Qualcuno chiami la polizia.
Posso usare il suo telefono?
Io non vado certo a vedere.
Potrebbe esserci un pazzo lassù.
Ecco la polizia.
Stanno arrivando.
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