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GUERRA E PACE
PACE Prima parte
OTRADNOE, VILLA DEL CONTE ROSTOV Primavera 1809
Un chiaro cielo di primavera...
E non è forse questo un inganno?
Forse che c’è il sole, la primavera e la felicità?
Oggi sono passato per il bosco:
là tutto era verde,
sia la betulla che l’ontano
erano coperti di giovani foglie;
Tra l’erba verde vividamente fulgevano i primi fiori primaverili.
Ma sul selciato della strada nel bosco
si ergeva un’enorme quercia,
coperta di vecchie piaghe,
colle mani e le dita torte.
Come un mostro irato e sprezzante
s’innalzava tra le inchinate betulle,
e sembrava dire:
"Primavera e amore e felicità...
tutto questo è uno stolto inganno senza senso.
Non c’è né primavera, né sole, né felicità."
Non dormirò, non posso dormire.
Sonja! Sonja! Ma come si fa a dormire!
Una notte come questa non c’è mai stata.
Tutto è calmo, come pietrificato.
Sotto i neri tronchi
la fresca erba bagnata risplende.
Anche di sopra
vivono e non dormono.
Nataša,
ma sono quasi le due.
Vorrei accoccolarmi così!
Mi prenderei per le ginocchia
il più possibile stretta,
e mi metterei a volare!
Di nuovo lei!
Nemmeno a farlo apposta!
Sonja!
Questa ragazza dai capelli
e dagli occhi neri, strana e magra...
Non è un giardino, è un regno incantato.
Mi sembra si chiami Nataša.
Oh ruscello, che turbini sulla chiara arena,
com’è dolce la tua sorda armonia,
con quale scintillio scendi verso il fiume!
Vieni, oh musa beata!
Cinta d’un serto di giovani rose
e con una zampogna d’oro,
piegati pensosa sulle acque spumose.
E, rivivificati i suoni,
canta, oh sera nebbiosa,
sul seno dell’appisolata natura.
Com’è incantevole l’occaso del sole
dietro la montagna, quando i campi sono nell’ombra,
lontani i boschi,
quando dalle colline dorate gli armenti corrono al fiume
e più forte risuona il rombo del muggito sulle acque,
e, tirate le reti, il pescatore,
sulla leggera barchetta
torna a riva tra i cespugli.
Ah, Dio, Dio mio!
Che cos’è tutto questo!
Ma è ora di andare a dormire.
Per lei è come se non esistessi.
In lei c’è qualcosa
di assolutamente speciale,
in questa bambina
che voleva volare al cielo.
Mi sembrava che la vita fosse terminata,
che bisognasse vivere senza fare il male,
Senza tormentarsi e senza desiderare nulla.
Perché allora questo sentimento
senza causa, primaverile, di contentezza e di rinnovamento?
No, la vita non è finita a trentun anni,
essa non trascorrerà invano.
Bisogna credere con tutta l’anima
nella possibilità della felicità,
credere nella primavera e nella contentezza
per essere felici!
PIETROBURGO, BALLO Dl CAPODANNO Sei mesi più tardi
Che il coro incominci!
Le parole del giovane Batjuškov.
Siete voi, amici cari, con me
sotto la densa ombra die pioppi
colle coppe d’oro nelle mani
e l’amore, l’amicizia nelle bocche?
Amici, la luna è sul fiume oramai...
Il conte Il’ia Andreevic Rostov.
... ma dobbiamo forse qui cercare la quiete...
Qual’è vostra figlia? - Qui a destra. - Oh, charmante!
...mentre intrecciano...
Brava, figlioccia, sei diventata bella. Sonja, bonjour!
. . . la fresca ombra i ruscelli cristallini e il giardino?
Ci sono ragazze come noi, e ce ne sono di peggiori.
Il conte e la contessa Bezuchov!
. . . siete voi, amici, di nuovo con me sotto la densa ombra dei pioppi...
Hélène, la regina di Pietroburgo.
Che bella!
Guardate come fanno il cascamorto vecchi e giovani! Che spalle!
Sì,si direbbe che gli sguardi degli uomini le coprano di lacca.
Non amo avere a che fare con la Bezuchova, e non lo consiglio.
E questo, grasso e con gli occhiali, È il Frammassone universale.
Che buffo accanto alla moglie!
Che personaggio ridicolo!
Ah, egli è così caro e gentile.
Mi aveva promesso che sarebbe stato al ballo
per presentarmi i cavalieri.
Il principe Kuragin, il tenente Dolochov!
Kuragin è il fratello della Bezuchova. Come si assomigliano e che belli sono!
Non si parla che di Dolchov:
si giura per lui, si invita quando c’è lui, come se si offrisse sterleto.
Kuragin e Dolochov hanno fatto impazzire tutte le nostre signore,
soltanto che loro preferiscono le zigane...
Lo Zar ci ha fatto l’onor di venire!
Lo Zar ci ha fatto l’onor di venire!
Il coro!
Cantiamo un’ode di Lomonosov.
Si muovano in ordine gli astri
nelle orbite loro assegnate,
e i fiumi scorrano tranquilli
nelle rive a te obbedienti.
L’inimicizia
e la cattiveria siano sconfitte
e si allontanino il fuoco e la spada
ed ogni male dai tuoi paesi.
Rida la primavera dolcemente
e il pastore
nei campi tranquillo un ricco raccolto collezioni.
Guardate, Desinov balla la mazurka.
È leggero come una piuma scivolando sul parquet.
Guardate, Desinov balla la mazurka.
È leggero come una piuma scivolando sul parquet.
Sonja, ecco un altro conoscente, Bolkonskij.
Ricordi, Sonja, ha passato la notte da noi ad Otradnoe.
Scrive sempre i progetti coi ministri
ed ha una tale boria, che non ha limiti.
Ha preso tutto dal padre.
Beh, il padre è un alto dignitario del periodo di Caterina Il:
un vecchio con un pessimo carattere, ma un patriota.
È possibile che nessuno si avvicini a me,
forse che non sarò tra le prime a ballare?
Debbono sapere quanto mi va di ballare
e come sarà divertente per loro ballare con me.
Valzer, valzer, mesdames!
Valzer, valzer, mesdames!
Lei che ama ballare, Principe...
Qui c’è la mia protetta,
la giovane Rostova.
Invitatela,
si tratta di una ragazza rara.
E dov’è questa protetta?
Valzer, valzer, mesdames!
Mi permetta di presentarle mia figlia.
Ho già il piacere di conoscerla,
se la contessa mi ricorda.
Ah, che bello
poterle fare la corte!
Non pensi Hélène?
Beh, se me lo chiederai per bene,
d’accordo, ti aiuterò.
Hélène, siete una sorella straordinaria!
Valzer, valzer, mesdames!
Quando questa primavera ero ad Otradnoe
ho ascoltato come Voi sognavate ad alta voce,
in una notte primaverile di luna.
Che ballo divertente!
Come sono tutti eleganti qui intorno,
e quanto è luminoso!
Anch’io un tempo amavo volteggiare nell’armonioso valzer.
Il vostro entusiasmo
e la vostra felicità li posso comprendere assai bene.
Ti stai divertendo, Nataša?
Non mi sono mai divertita tanto nella mia vita!
La vorrei invitare, Principe, domenica da noi.
Se lei andrà prima da sua cugina
e poi da un’altra dama,
allora sarà mia moglie.
Che assurdità a volte vengono in mente...
È andata dalla cugina!
MOSCA, CASA DEL PRINCIPE BOLKONSKI 181 1
La fidanzata del giovane principe!
La fidanzata del giovane principe!
La fidanzata del giovane principe?
Che facciamo?
Il vecchio principe non vuole riceverli.
Stamattina ho sentito come s’è messo a gridare il vecchio principe:
"Che li accolga, se vuole, la principessina."
Sono in casa il principe Nikolaj Andreevic e la principessina?
Riferite che c’è il conte Rostov con sua figlia.
Beh, Signore, proteggimi.
Non è possibile che essi non mi amino:
sono assolutamente pronta a fare tutto ciò che desiderano
e pronta ad amare il vecchio principe poiché è il padre,
e la principessina per il fatto che è sua sorella.
Non hanno alcun motivo
per non amarmi!
Il principe adesso non può ricevervi.
Andrò a dirlo alla principessina...
Che cosa, rifiuta di vederci?
Tu però lo sai, Nataša: il vecchio principe
non vuole che il figlio si sposi con te.
Considera questo matrimonio
non brillante per il lignaggio, la ricchezza, e la parentela.
Ma che diritto ha?
È chiaro, il principe Andrej deciderà da solo,
però non possiamo entrare in famiglia contro il suo desiderio.
Ma tu sei intelligente, saprai venirne a capo com’è d’uopo,
e tutto si aggiusterà.
Ah, Conte... che piacere... come sono...
Allora, principessina cara,
Le ho portato la mia cinciallegra.
Ho molto sentito parlare di Lei... Sono molto... molto...
Come sono felice che Vi conosciate.
Se permette, Principessa, Le lascerei per un quarto d’ora la mia Nataša,
io mi assenterei e andrei dalla Achrosimova,
ma tornerei subito.
Ha semplicemente paura d’incontrarsi col vecchio principe.
Ne sono felice
e La prego di trattenersi quanto desidera.
La prego... La prego,
si sieda.
Di che parlare ora con questa elegante ragazza frivola?
Dite,
Vi piace Mosca? - Ah, molto!
Per me è pesante questa vita rumorosa.
Solo la cattiva salute di mio padre ha potuto costringerci a venire qui.
Ma temo, per lui andrà soltanto peggio a causa delle liti su Bonaparte.
Tutta Mosca parla di Bonaparte.
Rende pazzo mio padre che lui tratti gli affari con il nostro signore,
nipote della grande Caterina, quale suo pari.
Pensa che ci sarà di nuovo la guerra?
Avessimo solo qualcuno come Suvorov,
allora il mostro della Corsica non potrebbe mai passare i confini russi.
Guardate, ecco una miniatura di mio padre.
Parla di tutto, tranne che del principe Andrej!
Ma io non posso certo per prima cominciare a parlare di lui.
Ecco mio padre.
Ah, signorina, Contessina...
La Contessina,
La Contessina Rostov, se non sbaglio?
La prego di scusarmi...
non sapevo, signorina, lo sa Iddio,
non sapevo che Voi ci aveste onorato d’una vostra visita.
Sono venuto da mia figlia in questa vestaglia.
La prego di scusarmi, signorina, Contessina.
Un buon lignaggio, eh?
Gente intelligente, eh?
Ricchi? Nobili?
Che si sposi pure, che se ne stia per conto suo.
Forse anche tu, Mar’ja, ti trasferirai da lui?
Al diavolo, andatevene tutti al diavolo!
lo mi sposo con la Bourienne,
colla governante, sì!
Ah, ma perché fa così?
Perché si rovina I ’anima,
la sua anima eterna.
Ha mandato apposta il principe Andrej all’estero per un anno,
per rimandare di un anno il nostro matrimonio.
Ha sperato che i nostri sentimenti...
non sopravvivano ad una tale prova.
Eccomi qua di nuovo! - Finalmente!
È ora di tornare a casa.
Ora, Nataša, fammi almeno parlare un poco con la principessina.
Che diritto hanno
di non volermi accogliere nella loro famiglia?
Dio mio, se almeno lui fosse qui!
Ma forse verrà oggi,
o magari è giunto già ieri,
e io me lo sono completamente dimenticato.
Lui è seduto lì, nel salone,
io lo abbraccerò senza esitare
e lo costringerò a guardarmi negli occhi
col suo sguardo
scrutatore e curioso.
Ora torno a casa
e all’improvviso lo vedo,
i suoi occhi,
il suo volto, il sorriso.
Ah, ma perché mi tormento così!
Ho bisogno di lui adesso!
In questo istante!
Datemelo subito! Subito!
Ho paura, deve succedere qualcosa.
Che fare, affinché torni più presto?
Per lui, per me, per tutto ho paura.
lo stessa non so perché mi sia così difficile parlar di questo sposalizio,
ma qualsiasi siano i mei sentimenti,
io debbo amare colei, che mio fratello ha scelto.
Aspettate... debbo...
cara Natalie, sa,
sono felice che mio fratello abbia trovato la felicità...
Ritengo, Principessina, che non sia il caso ora di parlare di questo.
MOSCA, DA PIERRE & HELENE BEZUCHOV La domenica seguente
Mia adorabile, mia cara, Nataša!
finalmente La vedo a casa mia.
Com’è possibile vivere a Mosca e non andare da nessuna parte?
Forse una fidanzata deve vivere come una monaca?
Il mio fidanzato... Lei lo sa?
Che Lei è ora fidanzata ad uno dei giovani più intelligenti, colti
e intraprendenti.
A proposito...
Ieri mio fratello ha pranzato da me,
e siamo morti dal ridere:
poverino, non mangia niente, sospira in continuazione per Voi,
È completamente pazzo d’amore per Voi.
Oh, ma che dice!
Come arrossisce, mia cara!
È tempo d’andare a casa, Nataša. Dov’è Sonja?
Mio caro Conte, questo assolutamente no.
Vostra figlia è il gioiello del ballo,
ed io non la farò andare via in nessun caso.
Permettetemi
di farvi conoscere un abate francese alla moda.
Da lui sapremo non poche notizie su Parigi.
Ah, queste notizie!
Di ora in ora le cose vanno di male in peggio coi francesi.
Bonaparte agisce con l’Europa come un pirata su di una nave conquistata.
È incredibile come sia bella, una vera bellezza,
ed è chiaro che mi ama con tutto il cuore.
Lo sa, che sono fidanzata,
e tuttavia col marito, con questo onesto Pierre,
hanno scherzato e riso parlando di Anatol’.
Ciò significa che non c’è alcunché di male,
quindi non ho nulla da temere.
Da quando vi ho incontrato ho pensato continuamente solo a Voi.
Non parlatemi di queste cose, sono promessa ad un altro e lo amo.
Ah, e che m’importa?
Vi dico che sono innamorato pazzo di Voi.
Siete incantevole. E ne sono forse colpevole io?
Per motivi segreti non posso venire da Voi,
poi Ve li spiegherò. - Non capisco nulla.
Ecco una lettera. Una parola soltanto, e forza alcuna
potrà impedire la nostra felicità.
Non ho niente... da dirvi.
Una parola soltanto,
per carità di Dio!
"Decidete il mio destino:
essere amato da Voi, oppure morire."
Decidere?
Tutto ciò che vorrà.
"Dovete dire solo la parola ’sì’ ed io Vi ruberò,
e Vi porterò via fino ai confini del mondo."
Dio mio, come ho potuto lasciare che giungesse a tanto?
Debbo forse
separarmi per sempre
dalla pura felicità
dell’amore del principe Andrej?
Con questa felicità ho vissuto così a lungo...
Sono forse morta per il suo amore?
È successo qualcosa in me?
Ma che cosa mi è successo?
Niente,
non è successo niente,
e il principe Andrej saprà amarmi anche così.
Ma così come?
Oh, Dio giusto!
Perché non è con me?
Perché non è con me?
Quanto vicina, terribilmente vicina mi è improvvisamente questa persona.
Nataša!
E Bolkonskij? - Sonja! Sonja!
Tu non lo puoi capire!
Il principe Andrej mi è caro,
ma che ci posso fare se oggi
sono così felice?
Non scherzare, in tutto tre volte hai visto Kuragin.
E se non fosse persona nobile?
È nobile, caro ed è bellissimo. - È un mentitore ed uno scellerato...
lo non permetterò l’infelicità.
Non lascerò che la vergogna si abbatta sulla famiglia!
Andiamo, andiamo, Nataša.
Le donne e gli uomini di questa casa
sono troppo famosi per i liberi costumi.
Questo non è luogo per la mia Nataša.
DA DOLOCHOV Il giovedì seguente
Stasera, alle dieci, ella mi aspetterà.
Andremo sulla troika in due fino a Kamenka,
e la notte ci faremo sposare.
Poi svolteremo sulla via per Varsavia,
la condurrò oltre frontiera su carrozze postali.
Ah, che bella! Che bella!
Nevvero Dolochov? Che bella!
Bella, fratello, ma non per noi.
Aspetta sinché non si sia sposata.
Scemo! Tu sai
quanto io adori le ragazze in erba.
Lascia perdere, c’è ancora tempo.
Le ragazze in erba! - Ti dico una cosa:
questa tua impresa non è uno scherzo.
Di nuovo mi stuzzichi?
Vattene al diavolo, eh!
Ascolta, te lo dico un’ultima volta. Forse ti ho contrariato?
Chi ha sistemato tutto? Chi ha scritto il biglietto d’amore?
"Decidete il mio destino: essere amato da Voi, oppure morire."
"Essere amato da Voi,
oppure morire!"
Beh grazie, grazie.
Tu pensi che non ti sia riconoscente?
Chi ha preso il passaporto? - Grazie!
Chi ha trovato un prete disponibile? - Grazie!
E i soldi chi li ha messi? Sempre io.
Va bene, te la porti via tu. E il fidanzato?
Che la rinneghi. - E Pierre, il ciccione?
Una volta mi sono imbattuto nella sua pallottola.
Lui è nel suo podere, libera i contadini
e fonda ospedali. Non ce ne dobbiamo preoccupare.
Ma quando il prete ti sposerà con la Rostova
sarai un bigamo
e ti porteranno in tribunale.
Ah, stupidaggini. Non dire certe cose!
La guerra coi francesi se non è oggi sarà domani.
Che succederà allora?
Allora, eh?
Allora?
Beh...
non so che sarà.
È ora!
Che fare col cuore, eh?
Guarda come batte.
Ah, che gambe,
che sguardo!
Una dea!
Balaga!
Fëdor Ivanyc!
Vostra Eccellenza!
Dimmi un po’, Balaga, tu mi ami?
Per Vostra Eccellenza più d’una volta ho fatto cose tali,
per le quali c’è una sola parola: Siberia.
Balaga: rendimi un servizio. Con quali cavalli sei venuto, eh?
Con i Vostri, bellissime bestie.
Ascolta, Balaga! Ammazzali pure, ma che in tre ore si arrivi là, chiaro?
E se li ammazziamo, su cosa andiamo poi?
Non scherzare, sennò ti spacco la faccia!
Per i miei signori non mi risparmierò.
Bene! Allora siediti. - Su, siediti! - Sto in piedi. - Ma no, dài, siediti,
e bevi!
Eccoti 500 rubli. - Mi piace sfiancare i cavalli,
e portare i miei signori di corsa!
Rischio spesso la pelle. Andiamo pure!
500 più altri 500,
più 500: fanno 1 .500!
Ho sfiancato dei bellissimi cavalli,
un sacco di volte!
Ho investito passanti che stavano lì a guardare:
badaud togliti di mezzo, imbecille!
Tremila, quattro, cinque...
Cinque!
Più veloce, più veloce: gli zigani aspettano,
le zigane, la baldoria ci aspettano!
Bevi, Balaga, rompi il bicchiere!
Questa sì che è vita!
Diecimila. Basta.
Allora, quando si parte,
Vostra Eccellenza?
Dobbiamo andare subito.
Beh, Fedja, addio, grazie di tutto.
Prendete i bicchieri, anche tu, Balaga.
Ci siamo divertiti,
abbiamo vissuto,
e adesso quando ci rivedremo?
Addio, ragazzi! Alla salute! Urrà!
Alla salute!
Beh, è ora di andare, ragazzi!
Dov’è Chvostichov? - Siede sulla slitta.
Che, quale Chvostikov? - Il tuo testimone.
Joseph! Joseph!
Dov’è il cappotto? Joseph!
Va’ da Matrjona Matveevna,
chiedile il cappotto di zibellino.
Joseph! Lo zibellino!
So come si portano via le donne:
scappa via né viva né morta, col vestito
che aveva indosso a casa. Come ti fermi un attimo,
scoppia subito in lacrime, e papà, e mamma,
e ha freddo, e vuol tornarsene indietro, a casa.
Tu, invece, mettile subito la pelliccia
e portala di corsa sulla slitta.
Non quello!
Ti avevo detto quello di zibellino!
Dài, Matrëša, lo zibellino!
Ma sì,
non mi dispiace...
non mi dispiace, prendilo, prendilo.
Guarda, così...
Poi così...
E adesso così...
vedi?
Beh, addio Matrëša, bellissima.
Eh, ora è la fine
della mia baldoria!
Augurami buona fortuna.
Vi dia Iddio,
Principe, una grande felicità.
Siete pronti allora?
Va’! - Eh, andiamo belli!
DA MAR’JA ACHROSIMOVA Stessa notte
Oh, signorina, mia cara,
sembra che tutto sia perduto. Alla signora Mar’ja Dmitrievna
la signorina ha raccontato tutto!
Chi Sonja? - Sì, lei.
No, Sonja non può aver fatto questo.
Dunjaša, l’hai sentito tu stessa?
No, me l’hanno raccontato nella djèbicha.
Là parlano a vanvera.
Adesso verranno a prendermi.
Dammi lo scialle.
Mai
Sonja potrebbe compier tale misfatto!
Dalla signora, prego.
Da quale signora? Ma tu chi sei?
La prego,
ho l’ordine di condurvi lì. - Kuragin!
Indietro, è una trappola!
Indietro!
Bene, molto bene!
Dare appuntamento agli amanti nella mia casa!
Tu ascolta, quando parlo con te.
Ora non c’è più motivo di fingere.
Ti sei coperta di vergogna come l’ultima delle ragazze.
Con chi hai fatto la combutta? Colla Bezuchova.
Che ci hai trovato? Sentimenti francesi,
costumi francesi.
Le signore siedono quasi nude
come sull’insegna dei bagni pubblici.
Vanno a frotte dal cerusico francese Métiver.
I loro dei sono francesi. Il loro regno celeste, Parigi!
Che ci fai tu lì?
Lasciatemi.
Ah, quanti guai con queste ragazze lontane dalla madre!
E che potrei dire alla contessa?
Che direi a tua madre?
Perché lei non è qui...
lei capirebbe...
Ha avuto fortuna il giovane che è fuggito via.
Ma lo troverò.
Senti, quello che ti dico?
Smettetela...
che debbo...
Morirò.
Nataša, io ti auguro ogni bene.
Sdraiati, sdraiati qui e ascolta.
Ora lo saprà tuo padre,
tuo fratello, il fidanzato!
Conosco il principe Andrej da così tanti anni,
lo amo come una madre.
Non ho più un fidanzato, l’ho rifiutato.
È lo stesso. Comunque lo sapranno. E se ci sarà un duello?
Ah, lasciatemi in pace! Perché vi siete immischiata?
E che volevi che facessi?
Perché? Perché? Chi Ve l’ha chiesto? - Perché allora portarti via così?
Lui è un mascalzone, un delinquente, ecco cos’è!
È migliore di tutti voi! - Che mi capiti per le mani!
Se non Vi foste immischiata!
Oh Dio! Dio, che cos’è tutto questo?
Sonja, perché mi odiate così, mi disprezzate così?
Basta! Basta!
È giunto... - Non devi far entrare nessuno.
... il conte Pëtr Kirillovic Bezuchov.
Bezuchov?
Fallo entrare.
È proprio colui di cui ho bisogno.
È l’essere umano più distratto
e ridicolo,
ma ha un cuore d’oro.
Eh, caro mio, che storie...
58 anni ho vissuto al mondo,
e non ho mai visto una tale vergogna.
Che è successo?
Natalja ha rotto il fidanzamento ad insaputa dei suoi genitori.
Kuragin, vedi, le ha fatto girare la testa.
Lui e la tua mogliettina l’hanno traviata.
In assenza del padre, essa stava per scappar via e sposarsi in segreto.
Ma come sposarsi?
Egli è sposato! - E bravo il ragazzo! Che mascalzone!
Fa’ in modo che se ne vada da Mosca,
altrimenti ci sarà uno scandalo e un duello. - Se ne andrà,
se ne andrà domani. - Bisogna dir a Natalja ch’è sposato,
perlomeno smetterà di aspettare.
Non farti scappar nulla con suo padre,
i suoi affari non vanno bene: tra poco andrà all’asta il suo podere.
Rimani per il tè , se vuoi.
Io la fuggivo.
Mi sembrava d’avere per lei un sentimento
più forte di quello che...
... dovrebbe avere un uomo sposato verso la fidanzata di un amico.
La fidanzata di un amico...
La fidanzata del principe Andrej,
da lui amata tanto fortemente,
costei, un tempo la cara Nataša Rostov,
ha tradito Andrej Bolkonskij
per l’inetto Anatol’
e tanto si era innamorata di lui
da acconsentire a fuggire con lui.
E il principe Andrej?
E l’orgoglio dei Bolkonskij?
È forse vero che non soltanto a me
è toccato un destino doloroso: d’essere unito per sorte ad una donna
vuota e volgare!
Natalja Il’inicna...
È vero che è sposato?
Questo per Voi dovrebbe essere lo stesso, poiché...
Allora è falso che lui è sposato?
No, è la verità:
Pëtr Kirillovic,
io Vi credo in tutto:
non conosco uomo più buono
e gentile.
Ditemi, è sposato?
E da molto?
Parola d’onore?
Parola d’onore.
E d’una cosa Vi prego:
consideratemi vostro amico,
e se Vi occorrerà aiuto,
consiglio, o semplicemente avrete bisogno
di aprire la Vostra anima a qualcuno,
non ora, ma quando nella Vostra anima ci sarà chiarezza,
ricordatevi di me.
Non parlatemi così:
credetemi, io non valgo queste parole.
Pëtr Kirillovic,
il principe Bolkonskij fu sempre Vostro amico.
Egli mi diceva allora,
se avessi avuto necessità, di rivolgermi a Voi.
Ditegli...
. . .che mi per. . . per. . .
perdoni.
Sì. . . glielo dirò...
Però...
Ah no, lo so, è tutto finito,
e non potrà mai più esserci nulla tra di noi.
Mi affligge soltanto la cattiveria,
il male che ho fatto.
Ditegli
che lo prego di perdonarmi,
perdonarmi, perdonarmi, se può,
... perdonarmi per tutto.
Glielo dirò,
gli dirò tutto.
Ma smettetela, smettetela,
avete ancora tutta la vita davanti a Voi.
Per me? No.
Per me ora è finita.
È finita?
Se fossi il più bello,
il più intelligente e meraviglioso al mondo,
e se fossi libero,
sulle ginocchia, qui stesso,
vi chiederei...
... la mano...
...e... e...
... l’amore.
Avete tutta la vita davanti a Voi...
È sposato...
... Tutta la vita davanti...
È sposato.
Parola d’onore...
io sono la peggiore, la peggiore di tutte al mondo!
Mi ha chiamata sua nemica.
Mi sfugge,
si rovinerà.
Bisogna andare a metterla a letto
e darle un decotto di tiglio.
Sonja!
Salvatemi!
Sonja!
Ho preso del veleno!
DA PIERRE & HELENE BEZUCHOV Stessa notte
Pensate, Contessa,
sono andato per fare gli auguri
per l’onomastico del vecchio principe Bolkonskij.
Sono entrato da lui salutando,
e quello, come in preda alla follia,
s’è messo a tremare e s’è scagliato dicendo:
"Scipione francese, schiavo di Bonaparte,
va’ via da questa casa!"
Cacciar via un tal dottore!
Un tale mago!
Ma questo è inscusabile,
è uscito di senno.
Monsieur l’abbé, è un peccato scusabile o un peccato mortale?
Péché mortel! - Peccato mortale.
Sta attento, guardati Anatol’,
che il figlio di Bolkonskij
non si riveli un tale pazzo come il padre.
Ah, Pierre,
non sai che il nostro Anatol’. . .
Dove siete Voi c’è la depravazione e il male.
Non davanti agli ospiti!
Andiamo, amici, nel salone.
Debbo parlare con Voi.
Voi avevate promesso
alla contessina Rostova
di sposarla, e volevate portarla via?
Mon cher,
non sono obbligato a rispondere a... domande fatte con un tale tono!
Quando Vi dico che ho bisogno di parlare con Voi...!
Ma sì,
è una stupidaggine. No?
Siete un mascalzone e un delinquente.
E non so chi mi trattenga dal piacere
di spaccarvi la testa con questo.
Avevate promesso di sposarla?
lo. . . io non pensavo,
d’altronde, non ho mai promesso.
Perché...
Avete sue lettere?
Non temete, non userò la violenza.
Primo: le lettere.
Secondo:
Voi domani dovrete lasciare Mosca.
Ma come posso... - Terzo:
mai direte una sola parola
su quel che c’è stato tra Voi e la contessina.
Questo,
lo so, non posso impedirvelo,
ma se in Voi c’è un barlume di coscienza,
dovete capire
che oltre i Vostri divertimenti
esiste la felicità degli altri.
Dovete capire che rovinate
un’intera vita,
soltanto perché
Vi dovete divertire.
Spassatevela pure con donne simili alla mia sposa e a Vostra sorella.
Ma promettere ad una ragazza di sposarla...
imbrogliarla, rapirla...
Come non comprendete che ciò è vile,
come battere un vecchio o un bambino!
Questo non lo so, eh?
No lo so, e non voglio saperlo.
Ma Voi mi avete detto certe parole:
"vile" e simili,
che io come uomo d’onore non permetto a nessuno.
E che, avete bisogno di soddisfazione?
Perlomeno po... po... potreste rimangiarvi le vostre parole, no?
Se volete ch’io esaudisca i vostri desideri, no?
Le rimangio, le rimangio.
E Vi prego di scusarmi.
Ecco del denaro
per il viaggio...
Oh, stirpe ignobile
e senza cuore!
Se ne vada da qualsiasi parte,
purché non stia in questa casa.
Smettete questo inutile lusso.
Oh, come posso trovare la pace con me stesso?
L’ho cercata nell’attività in aiuto del prossimo,
nella fratellanza dei Massoni,
nel loro insegnamento d’uguaglianza e amore,
L’ho cercata nella vanità della vita di mondo,
L’ho cercata nell’amore romantico,
amore per Nataša Rostova.
Nataša Rostova!
Conte, Pëtr Kirillovic!
Un corriere da Vilnò:
Napoleone ha schierato le truppe alla frontiera.
Guerra?
Sembra che sia guerra.
EPIGRAFE
Le forze
di dodici lingue d’Europa
si sono gettate sulla Russia.
Le forze
di dodici stati d’Europa
si sono gettate sulla Russia.
Nel popolo russo
sempre di più è divampato
il sentimento dell’offesa,
è divampata la sacra rabbia
come il fuoco.
Il popolo si è sollevato
a difesa della terra russa,
e il bastone della guerra popolare
si è sollevato
con tutta la sua terribile e straordinaria forza.
Si è sollevato,
si è abbassato e ha battuto il nemico,
finché non è morta tutta la schiera.
Grande è la nostra terra,
i valorosi figli
non si possono contare
sulle sue distese.
Enorme è la nostra madre Russia.
L’abbondanza delle sue risorse
non costa più poco
a coloro che attentano alla sua vita.
Ma la nostra Patria
non si è ancora sollevata
in tutta la sua terribile
titanica misura,
e il dolore attende il nemico
nell’ora in cui essa si solleverà.
Una tomba crudele lo attende.
Enorme è la nostra Russia,
la patria terra Russia!
FINE DELLA PRIMA PARTE
GUERRA Seconda parte
BATTAGLIA DI BORODINO Notte del 25 agosto 1812
O-issa, ragazzi! - Bene così!
Su, spingiamo in un colpo solo!
Ci va!
In un colpo solo, tutti insieme, come degli alatori!
Forte è il nemico.
Ma noi con tutto il popolo ci spingeremo avanti.
Ci spingeremo avanti. - Una sola parola: Mosca!
Mosca! Mosca...
Ditemi dove trovo il "Magnifico"? - Vado anch’io da lui. Bolkonskij.
Ehi, spingiamo ragazzi!
Su, spingiamo tutti insieme!
Il principe Bolkonskij? Piacere.
Tenente colonnello Denisov, noto col nome di Vas’ka.
Andate dal "Magnifico" per affari? - Il mio piano è: guerra partigiana.
La linea dei francesi è troppo estesa.
Datemi 500 uomini, con loro solleverò i contadini
e, parola d’onore di Vasilij Denisov,
spezzerò le comunicazioni di Napoleone.
Non si distrugge, non si dissolve, non s’annienta,
come polvere dalla faccia della terra
tutto ciò che si trova
sul lungo cammino dell’uragano
scagliato direttamente alle spalle del nemico?
Datemi 500 uomini,
soltanto 500 uomini.
500! Noi non saremo 500,
ma migliaia e migliaia!
Dico bene, uomini?
Migliaia...
Migliaia!
Ecco, è venuto al popolo il nostro Kutuzov,
ecco, ha incitato il popolo a battere i francesi,
ha chiamato il popolo a battere i francesi.
La Russia invoca alla guerra i suoi figli,
è vicino al cuore il richiamo materno.
Al richiamo il popolo si è affrettato,
dalle colline azzurre, dai boschi egli scorre, dal mare lontano.
Incuranti della nostra vita, partiremo e sbaraglieremo le truppe di ferro.
Dappertutto la nera orma del nemico, dappertutto il dolore serpeggia!
Ov’egli è stato, c’è sangue e fuoco.
Le spighe, calpestate, versano lacrime.
Le betulle, ferite, versano lacrime, il nemico calpesta la nostra terra,
ma non può piegare la forza russa.
Il nostro Kutuzov ha incitato il popolo a battere i francesi.
I prodi figli, venuti a lui, sono innumerevoli!
Infiamma i cuori la vendetta, moriamo per la nostra verità e per l’onore.
Il nero nemico morrà. Verranno da lui soltanto i corvi e i lupi,
non lasceremo di lui alcunché, le ossa gli scuoteremo come in un sacco,
lo schiacceremo come una pulce, lo spremeremo come una cipolla.
L’ha voluta provare, la cavalletta straniera,
la spalla erculea!
Ecco, è venuto il nostro Kutuzov,
ha incitato il popolo a battere i francesi,
il popolo si è sollevato con immensa forza.
Chi è giunto in Russia con una spada
non ne uscirà vivo.
Denisov,
il suo primo fidanzato.
È stato lui, non sapendo come,
a chiedere la mano della quindicenne Nataša Rostova,
e anch’io l’ho amata.
Lei m’appariva
come una forza piena di mistero.
Tale forza d’animo
comprendevo
e amavo in lei;
tale apertura,
tale sincerità
io amavo tanto fortemente e felicemente.
A Kuragin nulla di tutto ciò era necessario.
In lei egli vedeva una fresca bambina
colla quale non si sarebbe degnato d’unire il proprio destino.
E a tutt’oggi egli è vivo e allegro.
Ed io? Architettavo dei piani poetici.
Quanto ho creduto nel celeste amore ideale
che avrebbe conservato per me la sua fedeltà in un intero anno d’assenza.
Oh, povero ragazzo!
lo temevo che ella dovesse deperire,
deperire per la lontananza da me.
In effetti tutto questo è molto più semplice,
tutto ciò è terribilmente semplice
e disgustoso.
Pierre Bezuchov...
Che non mi parli d lei...
Attento, Signore, che non ti cada il cappello!
Dài, spingiamo ragazzi!
Ah, Voi qui! Com’è che siete qui?
Sono venuto. . . così, sapete. . . Volevo vedere una battaglia...
Sì, sì.
E i fratelli Massoni, che insegnano l’amore per l’umanità,
che dicono della guerra?
Come si può ovviare ad essa?
La guerra si deve portare per tutto il paese. - Oh, sì.
Ecco, ascolta i generali tedeschi.
E siccome il fine consiste soltanto nell’indebolire il nemico,
allora, non bisogna tener conto della perdita di civili. - Oh, sì.
Per tutto il paese!
Per tutto il paese!
Mio padre è rimasto
ed è morto di dolore.
I francesi hanno saccheggiato la mia casa,
e vanno a saccheggiare Mosca.
I tedeschi hanno consegnato
a Bonaparte l’Europa e son venuti qui a darci lezioni.
Simpatici insegnanti!
Eccellenza, il bastione è stato costruito dietro la collina.
Ma io ti dico:
costi quel che costi, credimi,
questa battaglia la vinceremo.
Chiedilo a lui,
lui lo sa che vinceremo;
questi non possono capire
che noi lotteremo per la nostra terra russa,
e che vinceremo.
Il successo della battaglia
dipende dal sentimento
di ciò che è in me
e in lui, in ogni soldato.
Chi lotterà con più vigore,
chi meno si risparmierà,
strapperà la vittoria al nemico.
Una luce abbiamo visto, Eccellenza,
quando è arrivato il "Magnifico".
Uccidere
e andare alla morte!
Chi è giunto a tanto,
come me,
con gli stessi patimenti...
Addio, va’.
Ci vedremo, oppure no?
E se bisogna morire...
che fare se è necessario...
non lo farò peggio degli altri.
Lo so,
questo è il nostro ultimo incontro.
Urrà! Urrà!
Come una volta, ai tempi di Suvorov, gridiamo: "Urrà"
e andiamo avanti! Con le baionette passeremo le forze del nemico,
li batteremo, li trafiggeremo tutti!
Non falliremo il colpo,
amici, facciamo del nostro meglio, ragazzi!
Come una volta, ai tempi di Suvorov,
gridiamo: "Urrà, urrà"!
Gridiamo: "Urrà" e andiamo avanti, come una volta, ai tempi di Suvorov,
che lo stesso malfattore muoia sulla baionetta, che tutta la sua armata
qui giaccia sulle sue ossa!
Urrà! Urrà!
Urrà! Urrà!
Popolo senza eguali,
straordinario popolo senza eguali,
la bestia sarà ferita a morte
da tutta la forza russa,
sarà scacciata dalla nostra santa terra.
Reggimento granatieri di Fanagorij.
Urrà!
E com’è possibile ritirarsi con così bravi ragazzi!
Reggimento cacciatori del principe Bolkonskij.
Urrà ai gloriosi cacciatori!
Invitate il principe Bolkonskij.
Reggimento della guardia reale Ismail.
Alla gloriosa guardia, "urrà"!
Ah, salve, mio Principe, salve mio caro.
Ti ho chiamato per...
Ti ho chiamato perché tu rimanga accanto a me.
La ringrazio,
Eccellenza,
ma temo di non andar più bene per lo stato maggiore.
Mi dispiace. Mi saresti stato necessario.
E cosa più importante,
mi sono abituato al reggimento.
Amo i miei uomini,
ed essi amano me, a quanto pare.
Mi dispiace, ma hai ragione.
I consiglieri sono sempre tanti.
Eh, consiglieri, consiglieri!
Non esisterebbero tali reggimenti,
se tutti i consiglieri
facessero servizio lì, nei reggimenti, come te.
Va’ con Dio per la tua strada.
La tua strada
è la strada dell’onore.
Beh, addio, mio caro.
La pazienza e il tempo,
ecco i miei veri eroi.
E i francesi,
credi alla mia parola,
mangeranno la carne dei loro stessi cavalli.
Tutto il popolo s’è messo in marcia.
va alla sanguinosa battaglia per la vita della patria.
Per l’onore della cara patria
andiamo al combattimento mortale.
Il maresciallo guida il nostro esercito:
fratelli, tutti dietro a lui;
per la santa Russia resistiamo;
andiamo, fratelli al combattimento mortale!
Ci guida Kutuzov, il caro padre,
in nome della giustizia conduce il nostro popolo russo.
Il maresciallo guida il nostro esercito: fratelli tutti dietro a lui,
per la santa Russia resistiamo!
QUARTIER GENERALE Dl NAPOLEONE Mattino del 26 agosto 1812
Il vino è stappato,
bisogna berlo.
Una mia sola parola,
un solo gesto della mano
e questa vecchia città asiatica è morta,
la santa Mosca.
Ma la mia clemenza
è sempre pronta ad accondiscendere ai vinti.
Dall’alto del Cremlino darò loro leggi
d’equità,
mostrerò loro
il significato della vera civiltà.
Mosca...
Una delegazione con le chiavi della città.
Signore, il secondo attacco è stato respinto dai russi.
Il maresciallo Davout è morto,
il mio valoroso generale Compans è morto.
Davout... Compans... - Le truppe sono fiere
di combattere e morire sotto gli occhi dell’imperatore.
La presenza di Vostra Maestà li spinge alla follia dell’abnegazione.
Le difese devono essere prese!
Continuare l’attacco,
sostenetelo col corpo del maresciallo Ney!
Le difese saranno prese,
se Vostra Maestà darà ancora una divisione dalla riserva.
Questi russi fanno un fuoco infernale,
il maresciallo Davout è ferito. - Ferito o ucciso?
Oh no, ferito.
La riserva?
Dite al re di Napoli
che non è ancora mezzodì,
e che ancora non vedo chiaro
sulla mia scacchiera.
Andate!
Di nuovo sotto questo fuoco del diavolo!
Più valore, ragazzo. Questo è il mestiere del soldato.
Coulaincourt! Berthier!
Giuro sul mio onore, che sconfiggeremo i russi,
se Vostra Maestà desse ancora una divisione.
Lei è molto impetuoso, Beilliard.
Nel furore della battaglia è facile sbagliarsi.
Andate ad osservare, e poi tornate da me.
E Voi, che volete?
Il principe Eugenio...
... Chiede rinforzi?
La nostra artiglieria
li abbatte fila dopo fila.
Fila dopo fila!
E tuttavia resistono.
Bisogna mandare i rinforzi.
Chi mandate?
La divisione di Claparède.
La divisione di Claparède!
No, non posso inviare Claparède,
inviate la divisione Friant.
Indietro la divisione di Claparède!
Ordine per il generale Friant!
Ho l’ardire...
di proporre a Vostra Maestà di fare colazione.
Spero di potermi già complimentare con Vostra Maestà per la vittoria,
non c’è causa al mondo
che potrebbe impedire a Vostra Maestà di far colazione.
Andate al...
Perché il signore è così tetro?
Ma non abbiamo già vinto la battaglia?
Abbiamo vinto?
Ma se abbiamo quasi perso:
la più piccola fatalità può mandare tutto in rovina.
Non è assolutamente così.
Non è assolutamente
quel che accadeva nelle battaglie precedenti.
Prima, dopo due o tre ordini,
venivano i marescialli con facce allegre
mostrando i trofei:
il numero dei prigionieri,
cannoni, bandiere...
Ora invece qualcosa di strano
succede sul campo di battaglia.
Le truppe sono le stesse,
i generali gli stessi,
anch’io sono lo stesso,
addirittura più esperto.
Ma perché
il terribile moto
del mio braccio non ci dà la vittoria?
CONSIGLIO DI GUERRA DA KUTUZOV Notte del 1° settembre 1812
Dunque, signori,
è più conveniente
batterci di fronte a Mosca. . .
... oppure dovremmo
abbandonare la santa vecchia capitale al nemico?
"La santa vecchia capitale!"
Un tale problema non possiamo porlo così.
Finché esiste l’esercito,
manterremo anche la speranza
di condurre a termine la guerra felicemente,
ma se l’esercito verrà annientato,
allora morranno sia Mosca, che la Russia.
Rischiare
la perdita dell’esercito e di Mosca,
accettando di combattere da una posizione sconveniente,
oppure dovremmo allontanarci da Mosca?
Ecco su quale problema desidero il Vostro parere.
Accettando la battaglia
di fronte a Mosca sarà impossibile per noi evitare la sconfitta:
è penoso per noi parlare dell’abbandono della capitale,
ma penso che ci dobbiamo ritirare.
La posizione sulle Vorob’jovy è sfavorevole:
ma sapendo ciò che significa Mosca per il popolo,
propongo di combattere alla difesa di Mosca.
È facile prevedere quale impatto
produrrà l’occupazione di Mosca sulle corti straniere.
lo propongo di riunire nottetempo tutte la forze
sull’ala sinistra,
e andare verso il centro delle truppe di Napoleone,
sguarnito dei corpi inviati da noi per aggirarci.
È pericolo muoversi sotto gli occhi del nemico.
Inoltre dobbiamo tener in conto le nostre perdite in vite umane.
Le perdite del nemico
non sono minori delle nostre.
Se si decide di dare battaglia,
allora è più conveniente andare incontro al nemico.
Ma la Russia non è Mosca:
essa è tra i suoi figli,
perciò bisogna anzitutto salvaguardare l’esercito.
Propongo
di lasciare Mosca senza combattere.
Ma io parlo come soldato,
Soltanto il principe Michajl Ilarionovic
può decidere.
Dunque, signori,
sembra che debba pagare io per i piatti rotti.
Signori, ho ascoltato i vostri pareri,
con l’abbandono di Mosca
prepareremo per il nemico una morte sicura.
Col potere, datomi da Sua Maestà,
per il bene della patria, ordino
di ritirarci
da Mosca, prenderemo la via di Rjazan,
Siete liberi, signori.
Ferro e fuoco ci portano i nemici,
il fuoco divampa, il fuoco insanguinato della guerra.
Col nostro Kutuzov, col nostro maresciallo
in guerra per la patria: la morte non è terribile.
La terra natale, la terra potente,
la terra della patria difendiamo col sangue. . .
Alla madrepatria, al principe Kutuzov,
i soldati russi sono devotamente fedeli.
Quando...
Quando s’è decisa cosa così terribile?
Imponente, sotto i raggi del sole,
madre delle città russe,
sei distesa di fronte a noi, Mosca.
Davvero s’avvicina
la dolorosa ora funesta,
l’esercito russo deve allontanarsi
dalle sante mura senza combattere?
Il perfido nemico osa entrare nella nostra terra,
e presto se ne pentirà:
l’amore per la patria e il valore dell’esercito
con le nostre preghiere ci daranno la vittoria.
La Russia non è abituata a sottomettersi,
il popolo difenderà la libertà in battaglia;
renderemo alla patria la tranquillità
e agli altri popoli la pace.
Nella madre Mosca dalla bianca pietra
il nemico non potrà per sempre
sottomettere il cuore della libera gente valorosa.
Tutta la terra di Russia
si coprirà delle ossa del nemico:
il nostro grande popolo sconfiggerà il nemico!
Ferro e fuoco ci portano i nemici,
il fuoco divampa, il fuoco insanguinato della guerra.
Col nostro Kutuzov, col nostro maresciallo
in guerra per la patria: la morte non è terribile.
La terra natale, la terra potente,
la terra della patria difendiamo col sangue.
Alla madrepatria, al principe Kutuzov, i soldati russi son devoti e fedeli.
UNA STRADA Dl MOSCA Il giorno seguente, 2 settembre 1812
Mosca è vuota!
L’imperatore è tetro.
La delegazione colle chiavi della città non è venuta.
Un ufficiale, zelante fuor di misura
ha acchiappato per la città una mezza dozzina di vagabondi,
li ha portati, spingendoli col cavallo, fino allo stesso imperatore,
e credeva d’aver portato una delegazione.
Questa ridicola mascherata ha potuto soltanto indispettire...
...ed offendere l’imperatore.
Dicono che le dame russe siano molto belle.
Ma che stupida idea
quella di nascondersi nelle steppe, mentre l’esercito francese è a Mosca.
Si sono persi un fatto straordinario.
La mia bella m’ha detto. . . - Tic-tac, tic-tac il cuore batte,
il mio bello va in battaglia.
Tic-tac, tic-tac il cuore batte, il mio bello va in battaglia.
Combatte il nemico e suona la tromba.
Tic-tac, il mio cuore batte, il mio bello va in battaglia.
Quando avremo al vittoria...
Tic-tac, il mio cuore batte. - Quando avremo la vittoria,
dolcemente gli andrò incontro.
Tic-tac, il mio cuore batte. Dolcemente gli andrò incontro.
Quando torna a casa, lo aspetta l’amore.
Tic-tac, il mio cuore batte.
Dolcemente gli andrò incontro.
Vieni con me, bella mia, nel verde giardino.
È tanto che sono mature le ciliege, è tempo di coglierle:
Vieni con me, bella mia, andiamo nel verde giardino.
Con te non ci posso venire, sono scivolata, mio caro,
non trovo il grembiale: dove le metto?
Gérard! - Jaqueau!
Ti sei sistemato bene? - Non troppo.
Aspetta, che ora t’apparecchio il più bel palazzo di Mosca!
Quando divento re dell’India ti faccio ministro del Kashmir.
Vieni con me nel verde giardino.
Non posso venire, sono scivolata.
Non trovo il grembiale. Dove le metto?
... Difendere
i nostri averi...
difendere gli averi...
Se li portano via gli averi!
Ecco, delinquenti, come ci hanno depredato!
Fratelli, ma cos’è questo?
Addirittura con le baionette li hanno trafitti!
Si tratta di tedeschi.
Quando l’esercito comincia a saccheggiare. . .
... non esiste più l’esercito.
Quadro indegno! È meglio che guardiate questo.
Da dove proviene?
Era appeso sopra un letto nella casa in cui mi sono fermato.
Sembra che il padrone se ne intendesse: un autentico Watteau.
Allora non è tuo? E perché?
Eh! Se hai fatto tanta strada,
ti puoi anche prendere un souvenir.
È ora che un maestro francese ritorni in Francia.
Addio, ho fretta.
L’imperatore ha ordinato di riportare i pope
e di ristabilire il culto nelle chiese.
Di fronte al nemico Mosca non chinerà il capo,
non lo faremo respirare nella cara Mosca,
per la grande città russa il popolo va alla battaglia mortale!
Figli di Mosca, avanti alla battaglia mortale!
Di fronte al nemico Mosca non chinerà il capo.
La nostra forza, la forza russa il nemico non spezzerà.
L’ira del popolo, attende il nemico.
Egli saprà quanto Mosca è cara ai suoi figli.
Nella città dalla bianca pietra l’ira del popolo attende il nemico.
Di fronte al nemico Mosca non china il capo.
Non lo faremo respirare nella cara Mosca.
Per la grande città russa il nostro popolo va alla battaglia mortale.
Figli di Mosca, avanti...
A Mosca troverà il nemico solo una tomba. Incendiate!
I russi, sono uomini liberi!
Incendiate! Il nemico troverà a Mosca solo una tomba. Incendiate!
Non sottomettiamoci! Incendiate!
Di fronte al nemico Mosca non chinerà il capo.
Non lo faremo respirare nella cara Mosca.
Per la nostra città il popolo va alla battaglia mortale.
Figli di Mosca, avanti alla battaglia mortale!
Né una casa, né una persona
il nemico troverà, solo la morte nel fuoco, la morte lo attende!
Debbo riuscirci
o morire!
Pëtr Kirillovic, mio caro,
aspetti un minuto.
Che cosa? Chi?
Mavra Kuz’minicna, Voi qui?
Dov’è il conte Rostov Il’ja Andreevic? A Mosca?
Se ne sono andati, caro,
e hanno abbandonato ogni cosa.
Hanno abbandonato tutto?
Sì, a casa nostra non c’erano feriti,
e quando erano pronti per partire
la signorina Natal’ja ha deciso
di portar con sé tutti i feriti,
e ha ordinato di scaricare la casse dai carri.
La contessa, poverina, piangeva molto.
La signorina si mise a urlare: "Mamma, ciò è disgustoso e vile!"
Piangeva e urlava, ma è rimasta sulla sua decisione.
Ecco com’è la nostra signorina.
Hanno buttato via i tappeti persiani,
hanno buttato via le posate sassoni,
le porcellane, gli specchi, i quadri,
i bronzi... - E hanno portato via i feriti,
e con loro il principe ferito.
Il principe? Quale principe?
Il fidanzato di Nataša d’un tempo.
A lei, poverina, nascondono tutto,
o signore Gesù Cristo!
Il principe Andrej!
Ma Voi, mio caro, non resterete mica a Mosca?
A Mosca?
Sì, a Mosca.
Addio.
È ferito ed è capitato dai Rostov.
Che destino!
Io lo debbo fare.
Debbo uccidere Napoleone.
O morirò,
o farò cessare lo strazio dell’Europa.
Non io, ma la mano della provvidenza
ti punisce, te lo dico io.
Dove vi siete conciati così, ragazzi?
Andavano verso Mosca per i viveri.
Siamo vivi per miracolo. - Ci hanno attaccato delle donne.
Donne? Interessante. - I contadini incendiano le loro case. . .
I contadini bruciano il loro pane... - ... E se ne vanno nel bosco.
E ci spingono il bestiame...
... e attaccano i nostri coi forconi.
Li colga il diavolo! Gliela faremo vedere noi! In colonna! Marsch!
Bruciate tutte le vostre provviste.
Bruciate!
Che non restino
ai diavoli.
Che scompaiano piuttosto!
Anche voi bruciate tutte le provviste.
Bruciate,
bruciate le provviste, che non restino ai diavoli!
Di fronte al nemico Mosca non chinerà il capo,
Non lo faremo respirare nella cara Mosca,
per la nostra città il popolo va alla battaglia mortale.
Figli di Mosca, avanti alla battaglia mortale!
Sollevati, oh popolo per l’onore di Mosca.
Sollevati, o popolo, per l’onore di Mosca.
Bruciate! Bruciate!
Che nulla resti ai diavoli!
Bruciate!
Portate le fiaccole!
Bruciate!
Che trovi a Mosca la morte! - Bruciate tutto!
Bruciate tutto! - S’aspettava da noi pane e sale!
Il fuoco, ecco il nostro pane e sale.
Davout, crudele Davout,
Arakceev dell’imperatore Napoleone!
Chi sono costoro?
Incendiari, mio generale.
L’ordine dell’imperatore vi è noto:
chi si rende colpevole d’incendio sia messo a morte immediatamente.
Anche questo ha incendiato?
Lei ha incendiato?
No, ho ferito un soldato francese
mentre cercava di offendere una donna.
La difesa di una donna offesa è obbligo di ciascuno e...
Non divaghiamo.
Lei ha incendiato?
lo conosco quest’uomo.
Vostra Altezza, Lei non può conoscermi.
Questa è una spia russa.
Oh no, io sono un ufficiale della riserva.
Il Vostro nome?
Conte Bezuchov.
Chi mi dimostra che non state mentendo?
Vostra Eccellenza!
Agire in base a questo ordine.
A sinistra, marsch!
Per due!
Sono un insignificante scheggia,
caduta tra le ruote di un ingranaggio a me ignoto.
Condannare a morte, uccidere, privare della vita me,
Pëtr Bezuchov,
con tutti i miei pensieri,
le mie speranze, le mie aspirazioni, i miei ricordi!
Il prossimo!
No, no, no!
Gli uomini non uccidono.
No, no, non possono gli uomini,
non possono!
Perché non urla?
Perché non urla più?
Quale terribile omicidio!
È come se nella mia anima,
all’improvviso, mi avessero strappato quella molla
sulla quale si reggeva tutto
e mi faceva apparire vivo.
E tutto è precipitato in una montagna
di spazzatura senza senso.
Ah, se si compisse al più presto quest’atto terribile,
quell’atto terribile
che deve essere compiuto.
Non comprende, il giovanotto, che è salvo?
Così imparerà ad incendiare!
Lei è perdonato e andrà nelle baracche dei prigionieri di guerra.
È tutto vano,
è tutto vano.
Urrà!