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Mondo senza guerre e senza violenza
Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza
Pace, forza e allegria
La prima marcia mondiale per la pace e la nonviolenza
Amici, la prima Marcia Mondiale è stata possibile.
Non è facile sintetizzare ciò che è successo.
Come descrivere la quantità di marce, d’interviste,
i quasi mille eventi realizzati, gli incontri…
All’epoca della Guerra Civile spagnola questo edificio era un simbolo
e mi ha toccato personalmente, perché mio nonno era laggiù,
a lottare contro mio padre che stava dall’altra parte,
nella zona repubblicana.
Qui si vede l’irrazionalità delle guerre,
che fa sì che famiglie e membri della stessa famiglia lottino tra di loro.
E mio nonno è morto per questo.
Questa stessa irrazionalità l’abbiamo vista a Hiroshima,
l’abbiamo vista in Corea, l’abbiamo vista in Germania
l’abbiamo vista in molti posti
dove la guerra ha lasciato conseguenze che durano per anni
e a volte per secoli.
E questa Marcia ha a che vedere con la proposta e l’idea
che ad un certo punto le guerre vengano eliminate.
E per questo una delle rivendicazioni più importanti
è che gli stati rinuncino alla guerra come forma di risolvere i conflitti.
Dunque la testimonianza delle migliaia,
dei milioni di persone che hanno visto le loro vite e le loro famiglie spezzate ha una grande carica,
una grande importanza. Crediamo che le guerre debbano essere eliminate
e scomparire dalla faccia della terra.
Dopo molti anni
di lavoro nell’ambito del pacifismo e della nonviolenza
ci siamo resi conto che era necessario realizzare un’azione a carattere mondiale,
che cercasse di trasmettere la necessità e il sentimento
della maggioranza degli abitanti del pianeta.
Il percorso della Marcia si basa su iniziative.
In realtà abbiamo cominciato a metterci in contatto con amici umanisti
e di altre organizzazioni di vari paesi
e attraverso la sintonia che si è prodotta davanti all’idea di mettere in moto questa azione
si è andato disegnando un percorso, che all’inizio comprendeva pochi paesi.
Poi si è ampliato ed è diventato chiaro che per avere davvero un carattere universale
doveva toccare tutti i continenti.
Pace, pace, pace
Pace per il mondo
Speranza, fede e carità, queste sono le parole magiche
Apri il tuo cuore
E lascia che la pace inizi
Pace, pace, pace, pace
Alcune altre “paci”
Pace nella mente
Un pezzo di torta
Un pezzo di pizza
Un pezzo di dolce
Un pezzo di me
Un pezzo di te
Uno più uno fa due
Costruiamo insieme un mondo nuovo
Pace, pace, pace
Pace per il mondo
Speranza, fede e carità, queste sono le parole magiche
Apri il tuo cuore
E lascia che la pace inizi
Pace, pace, pace, pace
A Wellington abbiamo iniziato la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.
Siamo andati in Nuova Zelanda,
un paese meraviglioso che è anche un simbolo
a livello mondiale
per il suo impegno a favore della pace:
hanno eliminato le basi militari straniere
e si sono dichiarati zona libera dalle armi nucleari.
E quando la rete dei parlamentari e Alyn Ware
hanno proposto di cominciare la Marcia in questa piazza, con la statua di Gandhi
ci è sembrato un inizio perfetto.
già nei giorni precedenti, quando siamo stati con i Moriori dell’Isola Rekohu,
la prima a ricevere la luce del sole,
si capiva già che la Marcia
avrebbe ricevuto un sostegno importante.
Wellington ha segnato l’inizio. Eravamo là il 2 ottobre,
anniversario della nascita di Gandhi.
E non solo là: a Marcia Mondiale è partita in più di 300 città in tutto il mondo,
in sintonia e in contemporanea.
Ha avuto un enorme significato per me.
Parte di quello che sono lo devo ai miei genitori.
Mio padre viene dall’India ed è nato il 2 ottobre,
il giorno dell’inizio della Marcia Mondiale
e l’anniversario della nascita di Gandhi,
ed è nato nel Gujarat come Gandhi.
Inoltre la Marcia cominciava a Wellington,
dove mio padre ha scelto di stabilirsi.
Così ho sentito che dovevo esserci
e questo è stato il significato che ha avuto per me.
Dopo la partenza a Wellington e il passaggio dall’Australia,
le Filippine sono un momento di svolta,
perché là cominciano a verificarsi le prime manifestazioni di *** in appoggio alla Marcia.
Ci sono stati moment ufficiali,
la consegna delle chiavi della città, eventi istituzionali,
ma quello che ci ha fatto un’enorme impressione
è stato vedere a Lucena 12.000 studenti
formare il simbolo vivente della pace,
perché la Marcia punta proprio a coinvolgere i giovani.
La MM è passata dall’India durante la seconda settimana di ottobre,
ma noi ci preparavamo dal gennaio 2009.
Molta preparazione, molte riunioni, molte scuole coinvolte:
abbiamo mobilitato da 5 a 6.000 studenti.
Gli eventi organizzati a Bombay, la mia città,
sono stati un’esperienza meravigliosa.
Gli eventi organizzati con gli studenti,
i tre cortei, la visita al Museo Ghandi
e la felicità provata
con tutta la gente che ci ha aiutato durante la marcia.
E’ stata un’esperienza meravigliosa
e a Bombay
ha segnato l’inizio di molte cose che continueranno.
Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza
Gli arsenali nucleari possono distruggere il pianeta molte volte
- Per il disarmo nucleare
Non vogliamo più eserciti invasori in territori stranieri
- Per il ritiro immediato dai territori occupati
Con molte meno denaro di quello che si spende per le armi si può sfamare tutta la popolazione mondiale
- Per la riduzione progressiva e proporzionale delle armi convenzionali
Non è possibile che si continui a pensare di risolvere i conflitti con la guerra o con la violenza
Per l’impegno dei governi a rinunciare alla guerra
Preferiamo la cooperazione tra i paesi all’aggressione tra paesi
- Per la firma di trattati di non aggressione tra paesi
Vogliamo una nuova soluzione
Vogliamo la pace sulla terra
Vogliamo una nuova direzione
Vogliamo la pace sulla terra
Mettila come vuoi,
serviti pure, perderà il luccichio,
Quello che entra, esce
Dall’altra parte, non c’è dubbio,
Quello che non sai non ti danneggerà,
non è così, ma è quello che ti hanno detto
Construisci con mattoni e avrai una casa di mattoni,
Costruisci con la paura e avrai quello che c’è adesso.
Vogliamo una nuova soluzione
Vogliamo la pace sulla terra
Vogliamo una nuova direzione
Vogliamo la pace sulla terra.
Vogliamo una nuova soluzione
Vogliamo la pace sulla terra
Vogliamo una nuova direzione
Vogliamo la pace sulla terra.
Vogliamo vivere in un mondo dove nessuno abbia fame,
dove si parli prima di sparare.
Vogliamo gli stessi diritti per le donne e i gay,
per gli atei e i credenti.
Che sappiano che sai,
Che sappiano che senti,
Che sappiano che sei vivo
Che sappiano di te
Vogliamo una nuova soluzione
Vogliamo la pace sulla terra
Vogliamo una nuova direzione
Vogliamo la pace sulla terra
Bene, quello che succede è che la Marcia Mondiale comincia a diventare più complessa.
Quando abbiamo cominciato a delinearla
e già ci sembrava una cosa enorme, erano coinvolti 40 paesi.
Poi cominciano ad aggiungersi altri paesi,
cominciano a chiedere di passare di qua,
di andare di là…
Cominciano ad arrivare altre proposte,
a definirsi altri percorsi oltre a quello dell’Equipe Base Internazionale.
Possiamo menzionare il gruppo che percorre il Medio Oriente,
giacché il passaggio dalla Palestina e da Israele è stato molto importante,
quello dei Balcani,
il tratto in Galizia e Portogallo
e quello nell’Africa orientale e meridionale.
Ci sono stati anche percorsi minori, tantissimi.
Già a Wellington
è arrivato un gruppo di giovani, quasi tutte ragazze, molto entusiaste,
che avevano camminato per dieci giorni per unirsi all’inizio della Marcia.
In Francia hanno fatto dei pezzi a piedi e anche in America.
Insomma, è stata una combinazione di gruppi, alcuni per più tempo, altri per meno, ma tutti entusiasti
e decisi a contribuire alla Marcia.
Dobbiamo fare in modo che l’essere umano continui nella storia.
Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza
L’esperienza a Smirne è stata molto sorprendente
e importante per tutti noi
perché la proposta della Marcia
ha prodotto una sorta di agglutinazione
di gruppi che avevano difficoltà a unirsi,
pur avendo molti punti in comune.
Gruppi di diritti umani, gruppi di sinistra,
gruppi di curdi che cercavano la pace
e il riconoscimento sociale…
C’erano molte organizzazioni, 40 o 50
ed era la prima volta che si univano per fare qualcosa insieme.
Le autorità locali hanno avuto un atteggiamento aperto.
Era anche un momento
di apertura nella società turca
e di maggiore flessibilità dei curdi
a favore della pace e del dialogo.
Così quello che è successo a Smirne è stato un fenomeno,
una sorta di clamore di diversi gruppi
che volevano esprimersi, vivere insieme,
tollerarsi a dialogare.
Avevano bisogno di qualcosa per unirsi, un fattore comune,
un denominatore comune
e questo è stato la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza,
che tutti hanno adottato come bandiera.
Migliaia di persone sono scese per strada con le loro differenze etniche e culturali.
C’è stata una manifestazione nel centro di Smirne,
con un’enorme presenza della polizia,
ma per fortuna nessun incidente.
E’ stata del tutto pacifica e sia i partecipanti che gli organizzatori
hanno permesso alla gente di esprimersi.
Mi è sembrato un fenomeno interessante
nella direzione a cui aspiriamo.
Quando abbiamo cominciato la Marcia
il mondo era come tanti pezzi diversi uno vicino all’altro.
C’erano culture diverse, ma tutto molto disunito, no?
C’era gente si vestiva in un modo, gente che pregava in un altro,
gente che mangiava certe cose, gente…
e l’accento era messo sulle differenze.
All’improvviso, uando cammini per il mondo, un paese dopo l’altro…
all’improvviso tutto comincia a prendere un aspetto molto omogeneo.
Ora non è più un mondo di parti messe assieme, ma la stessa cosa,
è la stessa gente che vedi.
Alcuni pregano un dio e altri un altro,
alcuni indossano gonne e altri pantaloni,
alcuni portano il turbante e altri no,
ma vedi lo stesso sguardo, lo stesso desiderio di trasformare il mondo,
le stesse aspirazioni
e tutto quello che sembra così importante,
se il tipo prega un dio o un altro, se mangia un certo cibo o un altro,
se è vestito in un modo o in un altro,
tutto questo perde importanza.
Per me personalmente
tutto questo ha cambiato la mia visione del mondo,
perché è come se non potessi più sentirti solo.
Dall’Amazzonia ci arriva il sussurro
che nutre il figlio
che vive a Chalbi.
E in Namibia
si ascolta il rombo irrequieto
e sonnolento
del Nevado del Ruiz
Mentre oggi la Pampa circonda Berlino
e il Colosseo si sveglia a New York
Chacareras che bevono da un fado
soleares di un tango
e un’ isa di un son.
E una Kena con cornamuse scozzesi
balla nella chiave di un djembe e un bongo.
Oggi il reggae è pesante con lo spirito del soul,
cantando la stessa canzone.
Forse spazzando via le frontiere
le terre saranno come fratelli
sotto un unico sole.
E la soluzione sta nell’incontro profondo
di ogni cultura,
un rispetto maggiore.
Qualsiasi sia la loro religione, l’identità culturale,
la nazionalità, la religione,
tutti gli esseri umani aspirano agli stessi valori di pace,
armonia e comprensione.
Gli esquimesi mantengono i riti
di Maya, Fulani, Ovambo e Wolof
e nel sangue dell'Inca convivono
antenati Bantù. Berberi e Zulù
Oggi il DNA si impegna a forgiarcxi uguali
scheletri dallo stesso crogiolo
Musulmani, Hindù e Buddisti
pregano con una litania alla stessa Betlemme.
E Cristiani, Ebrei e Animisti
battezzano dottrine sulla stessa fede.
Il verso è legge se sostiene la ragione
e la religione scrive il rispetto.
Penso al mio verso nudo
che si lascia dietro le frontiere
e veste il paese.
Con la speranza che arrivi finalmente una nuova era
senza conflitti
senza conflitti
che possa comunicare e aprire le porte alla riconciliazione
e cominciare una nuova storia di coesistenza pacifica
tra Palestinesi ed Ebrei.
Abbiamo visto una piccola scuola
ed è un'esperienza che ci ha commosso
dove bambini israeliani e palestinesi vivono insieme
"e studiano insieme, scoprendo che ""shalom"" e ""salaam"""
ossia pace nelle due lingue, è possibile.
Festeggiano le vacanze israeliane e musulmane.
Inoltre ultimamente gli insegnanti
hanno puntato all'integrazione tra le famiglie
e non solo tra i bambini, che è più facile:
giocano insieme, si divertono e parlano le varie lingue
La cosa più difficile è stata integrare le famiglie
e ora ci sono più di 200 famiglie che parlano la stessa lingua,
hanno gli stessi codici, i codici della pace.
Naturalmente non sarà sempre così facile,
ma questo è già un modello molto interessante.
I bambini mi hanno motivato molto.
Ho chiesto a ognuno di loro cosa significava la parola pace
e le risposte sono sorprendenti
perché per alcuni è che non ci siano più ostaggi,
per altri poter mangiare una volta al giorno o avere le scarpe,
che la madre abbia le medicine
o poter giocare e non dover lavorare,
o per esempio avere l'acqua.
Lavorare per la nonviolenza con i bambini
è un tema molto importante per me,
perché i bambini sono il futuro.
Siamo piccoli, ci piace giocare,
siamo felici cantando queste canzoni.
Dammi una lattina piena di pace,
sono un bambino che vuole divertirsi!
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
Seppelliremo l'ascia di guerra,
sostituiamo la rabbia con un po' d'amore.
Che nessuno abbia fame in questo grande mondo.
Che la vita sia piena di balli e divertimenti!
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
La lattina dell'amore, la lattina dei sogni,
la lattina dell'amicizia, la lattina dei baci.
La lattina dell'amore, la lattina dei sogni,
la lattina dell'amicizia, la lattina dei baci.
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
Salve, siamo i bambini di questo pianeta
e siamo venuti a disturbarvi… per la pace.
Siamo sicuri che un giorno festeggeremo
l'eliminazione della frontiera dietro di noi.
Quando abbiamo pianificato la Marcia Mondiale,
eravamo decisi a passare nei luoghi simbolici
dove nel corso della storia ci sono stati conflitti.
La guerra di Corea ha segnato
un'intera fase dei rapporti tra Est e Ovest
e di scontri tra blocchi.
Era imporante passare dalla Corea,
dove questo conflitto è ancora in atto,
con più di 12 milioni di persone divise,
che ancora oggi non riescono a coesistere,
nonostante siano passati oltre 50 anni.
Il fatto che la Marcia Mondiale sia stata autorizzata a entrare nella zona libera,
la zona demilitarizzata, ha avuto un valore simbolico
che inoltre è stato colto rapidamente
dai mass-media.
Abbiamo lanciato un segnale, dicendo che poco dopo
saremmo stati al Muro di Berlino
e che speravamo che questo confine, oggi invalicabile,
sarebbe scomparso, proprio com'era caduto il Muro di Berlino.
Al più presto possibile,
così che il popolo coreano potesse tornare a una coesistenza
pacifica e riconciliata.
Stai scherzando
Perché è così difficile
essere positivo
Uccidere non risolve niente
Svegliati e apri gli occhi
Guarda il cielo, che appartiene a tutti noi…
Mostra un po' di rispetto ed empatia
verso le altre vite sul pianeta terra
La conoscenza è la chiave
Il cerchio della vita funziona perfettamente ogni volta
se vuoi la pace…
La tua lingua, la tua religione o il colore della tua pelle sono irrilievanti
mettiti in sintonia con la tua gente
senti profondamente, è sufficiente
le azioni sono sempre più eloquenti delle parole
In questo momento
Le linee sono confuse, ma il mondo continua a girare
Vuoi vederlo bruciare?
La vita è un viaggio meraviglioso
Immaginati le possibilità
Possiamo portare la pace
Se ci credi, così sarà
Il futuro è nelle nostre mani
Cerca di capire che l'universo gira intorno a due elementi
tutto è connesso in modo trascendente con un'energia
Negli ultimi duemila anni
la cosa che abbiamo imparato meglio è uccidere più gente a distanza
Lo sai, sì, lo sai!
In questo mondo ci sono tanto dolore e tanta rabbia
Fai qualche passo indietro
amplia il tuo sguardo
Perché ti comporti così?
Che in un paese come l'Argentina, con una superficie di 2.780.000 chilometri quadrati,
negli ultimi vent'anni i treni non abbiano funzionato
mi sembra davvero assurdo
e controproducente per l'intera società.
Quando ho saputo della proposta di un treno che arrivasse a Punta de Vacas,
portando gli Argentini che partecipavano alla Marcia Mondiale,
ho provato una felicità condivisa, credo, da molta gente.
In effetti, quando ho visto le immagini della gente che festeggiava lungo i binari
e chiedeva il ritorno dei treni in Argentina,
mi sono reso conto di quanto questo fosse importante per l'intero sistema,
non solo economico, ma anche sociale.
Oltre 10.000 famiglie sono finite per strada
quando, più di 16 anni fa, le ferrovie argentine
sono state privatizzate da Menem
con il sostegno della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Credo davvero che il 30 dicembre,
quando il treno è arrivato a Mendoza da Retiro,
portando gente diretta a Punta de Vacas
per festeggiare la fine della prima Marcia Mondiale,
sia stato un momento storico molto importante,
la prova che è possibile far tornare i treni.
In effetti oggi si sta prendendo in considerazione la possibilità
che il treno torni in servizio sul tratto Retiro-Mendoza una volta al mese,
con l'obiettivo di renderlo settimanale
e infine giornaliero.
E questo grazie alla grande iniziativa portata avanti da Mondo senza Guerre,
dal Movimento Umanista, da FUDESA
con l'appoggio del Dipartimento delle Ferrovie.
La gente era euforica vedendo il treno sui binari
e da qui io ero molto felice di vedere le immagini,
perché questo ci rendeva ciò che ci era stato rubato.
Sperimenta la luna di miele dei tuoi sogni
Goditi la magia della crociera
Crociera Blu è il massimo della modernità
e ti porta nelle destinazioni più esotiche
Golfo Persico, Iran, Corea del Nord…
Goditi una vacanza indimenticabile con il marchio leader delle crociere.
Immaginati un mondo senza guerre
Marcia per un mondo senza guerre
Qualcuno è libero al centro commerciale?
348, sono nella via principale…
vai, 348, 200 Via Castello, a nome del signor Burgess
ok 348, vado.
Immaginati un mondo senza guerre
Marcia per un mondo senza guerre
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
dev'esserci qualcosa di buono.
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
mi sono chiesto per tutta la mattina com'è possibile che gli esseri umani
siano così cattivi, villani,
stupidi e insensibili.
Inciampano sempre nello stesso sasso,
imbrogliano e sono violenti,
incapaci di risolvere le cose con calma.
Ora mangio un boccone e vedo cosa succede,
un pezzetto di un orecchio, un dito medio.
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
dev'esserci qualcosa di buono.
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
dev'esserci qualcosa di buono.
Dev'esserci qualcosa di buono nell'essere umano,
Non può essere così cattivo,
dev'esserci qualcosa di cui approfittare,
anche solo un pezzetto del suo ultimo osso.
Il 6 agosto, a Hiroshima,
insieme a Bob Harvey, sindaco di Waitakere City in Nuova Zelanda,
abbiamo ricevuto una torcia con la fiamma accesa a Hiroshima,
come simbolo dell'eliminazione delle armi nucleari.
All'inizio della Marcia a Wellington
sono state accese quattro torce fabbricate in Nuova Zelanda.
Due di esse hanno seguito la Marcia Mondiale,
viaggiando per tutti i paesi.
E a Berlino, con il Premio Nobel per la Pace Mairead Corrigan Maguire,
sui gradini del Municipio,
abbiamo acceso di nuovo la torcia
durante il summit dei Premi Nobel per la Pace
organizzato in commemorazione della caduta del Muro.
L'abbiamo portata a Punta de Vacas
e consegnata a Mayors for peace
perché venisse riportata a Hiroshima.
E quest'anno, all'inizio di maggio, quando la conferenza di revisione del Trattato di Non proliferazione
comincerà a New York, presso l'ONU,
saremo là con la nostra torcia e con le altre
per portare questa fiamma, lanciare un segnale
e trasmettere questo sentimento presente in tutto il mondo
così che le armi nucleari siano finalmente eliminate.
E' un grande privilegio essere qui
a esprimere il mio completo appoggio alla Marcia Mondiale
per la Pace e la Nonviolenza
Una marcia s’aggira per il mondo.
con la chiara intenzione di creare coscienza
sulla pericolosa situazione mondiale che attraversiamo,
segnata dall'elevata probabilità di conflitto nucleare,
dalla corsa agli armamenti
e dalla violenta occupazione militare di territori.
Questa proposta di mobilitazione sociale
riceve impulso dal Movimento Umanista e dai suoi organismi.
È urgente creare coscienza per la Pace ed il disarmo.
Ma è anche necessario risvegliare la coscienza della Non Violenza Attiva
che ci permetta di respingere non solo la violenza fisica,
ma anche ogni forma di violenza economica, razziale, psicologica, religiosa e di genere.
Naturalmente, aspiriamo al fatto che questa nuova sensibilità
possa diffondersi e ispirare le strutture sociali,
aprendo la strada alla futura Nazione Umana Universale.
La vera forza di questo impulso
nasce dall'atto semplice di chi per coscienza
aderisce ad una causa degna e la condivide con altri.
Il principio morale di un mondo non violento è:
"Tratta gli altri come vorresti essere trattato”.
L'episodio che mi ha più toccato
è stato un incontro a sorpresa con un ex leader dell'M19,
un gruppo di guerriglieri colombiani
che nel 1984 a Bogotà ha tenuto in ostaggio
mio padre per due mesi.
Rafael de la Rubia mi ha chiesto se volevo incontrare questa persona
e questo ha richiesto molto coraggio da parte mia,
ma così abbiamo potuto parlare.
Gli ho domandato cosa provava
a trovarsi davanti la figlia dell'uomo che il suo gruppo aveva preso in ostaggio.
Penso che è incredibile…
è dir poco, incontrarla qui, in pace.
Ho fatto la pace e ora sono governatore di Nariño
per me è molto importante che lei sia qui
perché sono convinto che la pace sia una cosa buona e valida
e che si facciano più cose con la pace che con la lotta armata.
E così in quel momento
è successo qualcosa di magico,
perché Antonio Navarro ha davvero,
davvero parlato con il cuore,
e noi ci siamo incontrati a quel livello, ci siamo capiti
e in quell'istante non c'erano più l'ex guerrigliero
e la figlia dell'ambasciatore. Non c'erano più carnefici o vittime.
Ci siamo visti come uguali,
nella sofferenza e nella gioia.
Dunque sento il dovere di chiederle perdono
in inglese?
di essere perdonato da lei
giacché quello fu un periodo molto complicato della vita del nostro paese…
In Colombia non abbiamo ancora risolto tutta la situazione,
però abbiamo capito che la pace è la strada
per risolvere i problemi.
Questa è la cosa più importante per me.
Grazie mille.
Questo mi ha commosso profondamente perché lui si è scusato
e qualcosa si è davvero liberato dentro di me,
non solo per me, ma anche per la mia famiglia
e per tanta, tanta gente
perché dopo questa riconciliazione ho ricevuto centinaia di messaggi
da tutto il mondo, da parte di gente
che si era commossa per quelle scuse,
perché penso che in qualche modo una parte di noi sia tenuta in ostaggio
e grazie al lavoro fatto da noi due
abbiamo potuto aprire una porta dentro ognuno di noi.
Bene, abbiamo lanciato un segnale importante a livello mondiale.
Unire la pace e la nonviolenza e avanzare
così che la nonviolenza metta radici nel cuore degli esseri umani.
In tutto abbiamo toccato più persone che a Woostock,
eppure credo che il vero impatto della Marcia,
il suo valore debbano ancora arrivare.
E' un obiettivo che abbiamo di sicuro raggiunto:
credo che con gli eventi della Marcia abbiamo toccato milioni di persone.
E' stato un modo di dimostrare che persone di diverse culture ed età
possono lavorare insieme per un obiettivo comune.
Credo che sia come quando i campi cominciano a dare i loro frutti.
Prima bisogna preparare il terreno,
poi seminare e alla fine c'è il raccolto.
Credo che sia arrivato il momento,
per le persone e i popoli
di far sentire la loro voce tutti insieme.
Non sono solo,
non sono l'unico stupido convinto che le cose al mondo possano migliorare.
si può dire, si può sentire qualcosa che risuona dentro
e dice che va bene essere idealisti.
Questa marcia mi ha dato più fede in me stesso
e anche più fede nel mondo.
La Marcia Mondiale è la prima manifestazione globale,
la prima manifestazione planetaria della storia.
Perché a volte abbiamo difficoltà a cambiare il mondo, a fare qualcosa
perché non siamo capaci di immaginarlo.
Puoi fare qualsiasi cosa tu riesca a immaginare,
ma se non riesci a immaginarlo, non potrai farlo.
La Nazione Umana Universale.
In questo momento ognuno di noi
è un ambasciatore di questa grande nazione planetaria.
Con la Marcia abbiamo la grande occasione di cominciarla.
La Marcia è finita, ma il processo di umanizzazione è solo all'inizio.
La Marcia in sé è finita,
ma ora è il momento di mettere in moto azioni per renderla reale.
Non lo vedremo l'anno prossimo, ma in qualche anno…