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E andare incontro al futuro con la determinazione non soltanto
di credere alle nuove idee,
quanto di fuggire dalle vecchie.
TEDxBologna 2012 - Passione e Creatività
13 Ottobre 2012
Mi sentite? Ok, TEDx Bologna, sentiamolo, passione! Vai!
perché la passione è una cosa che ho scoperto nella vita
e la creatività è il movimento, infatti stare in questo cerchio
già mi comincia a...
Allora, vi do tre secondi in cui urlate al massimo che potete
o fischiate, fate quello che volete, cantate...
Pronti... Uno, due, tre....
Bene, sarò lo speaker che ha fatto urlare TED.
Ok, cominciamo. Passione. Io sono qua, passione e creatività
e sono qua per parlare di questa cosa.
Ho preparato un piccolo video che è un estratto di un video che sto preparando
per una competizione, sono trenta secondi,
ve lo lancio, così vi do una piccola idea
di quello che mi appassiona.
Passion. What is my passion? Well, I have many.
But certainly one of my biggest passion is to be inspired
and to inspire other people to find their passion.
And how do they do it,
how can people find what they love?
Come fa la gente a trovare ciò che ama?
Qualche giorno fa ero in treno,
stavo facendo un viaggio per un'altra conferenza,
ho trovato una ragazzina di 14 anni,
Laila, e allora le ho chiesto: “Che cosa fai nella vita?”
e mi ha detto: “Vado a scuola, faccio il liceo, studio lingue”.
“E ti piace?” “Eh, insomma... (Di nuovo, sempre la stessa storia)”.
Allora faccio: “Laila, dimmi che cos'è la cosa
che ti piacerebbe di più fare al mondo”.
“Ballare”.guarda
Però i miei genitori mi hanno detto guarda,
ballare non avrebbe reso nella vita, non ci potevo guadagnarmi da vivere,
quindi ho lasciato perdere.
E io ho una storia molto simile. Volevo fare il regista
e poi ho fatto altro, poi in realtà ho fatto anche il regista ma dopo.
Comunque all'inizio pensavo non fosse profittevole e ho lasciato perdere.
Allora quanti hanno una storia simile?
Facciamo un esperimento. Chiudete gli occhi, tutti.
Tornate indietro nel tempo, avete 14-15 anni,
state sognando, potete fare qualunque cosa, qualunque.
Tornate indietro, aprite gli occhi,
l'avete realizzata quella cosa? 1, 2, 3, ecco, bene.
Quindi no, sostanzialmente.
Perché? Quanti hanno la stessa esperienza,
quanti invece di fare quello che volevano
hanno fatto quello che il sistema economico permetteva loro di fare?
Se anche voi siete così come me,
che non hanno potuto realizzare
ciò che volevano fare fin dall'inizio alzino la mano.
Ecco. Guardatevi attorno, bene. Sentite questo rumore, adesso?
Questo è il rumore di un centinaio di sogni infranti.
Uno dei più grandi ostacoli tra noi e la realizzazione delle nostre passioni
è proprio il dover lavorare per sopravvivere,
però questo non è l'unico problema. Io,
facendo i miei giri, le mie ricerche, ho scoperto che la società
si trova di fronte a un paradosso.
Noi abbiamo robot, intelligenza artificiale che aumentano
in maniera esponenziale, come ci ha spiegato prima David.
Questo significa che, secondo me,
i lavori verranno automatizzati
ad una velocità senza precedenti, e questo porterà inevitabilmente
a un collasso totale del sistema economico.
Però... c'è un però, non è finita qui.
Sembra una storia terribile, giusto?
Quindi, questi robot assassini che ci vengono a rubare il lavoro
e per noi non c'è più niente da fare...
Ma si può vederla anche da un altro punto di vista.
Per la prima volta abbiamo la possibilità reale e tangibile
di liberarci dalla schiavitù del lavoro per la sopravvivenza.
I più grandi geni della storia non hanno fatto ciò che hanno fatto
per denaro, lo hanno fatto perché erano spinti dalle proprie passioni,
dal loro insaziabile desiderio di scoprire, di trascendere,
di fare qualcosa di bello, di scoprire qualcosa di nuovo,
di fare qualcosa di incredibile, di essere parte
di qualcosa più grande di sé stessi.
Il grande filosofo Confucio scrisse che
se "Scegli un lavoro che ami
e non dovrai lavorare un solo giorno nella tua vita".
È bello, è vero, son d'accordo, però
ina
Secondo lo Shift Index Deloitte del 2011,
almeno l'80% dei lavoratori fanno un lavoro che odiano.
Cioè, almeno l'80%, poi magari c'è un 10%
che fa un lavoro che non lo soddisfa un granché. L'80%!
Quattro persone su cinque spendono la maggior parte
del proprio tempo utile nella vita a fare qualcosa che odia.
Nel 2012!
Con questa tecnologia a portata di mano che abbiamo in giro!
Ma questo non vi fa incazzare, neanche un pochino?
Allora quante volte avete sentito qualcuno dire:
“Io ho questo progetto figo che vorrei fare,
ce l'ho questa idea, bellissimo, lo faccio, però non ho tempo,
perché io lavoro tutto il giorno (che odio),
arrivo a casa la sera stanco e non ho più voglia,
sono stravolto, però mi serve per mettere il cibo in tavola,
pagare le bollette”.
Questo è quello che il mio amico Silvano Agosti
chiama “il discorso tipico dello schiavo”,
perché lo schiavo non combatte il padrone, lo difende.
Il vero schiavo non è tanto quello che ha le catene al piede,
ma quanto quello che non è più in grado di immaginarsi la libertà.
Allora intanto noi non dobbiamo mettere la piantina
con i fiorellini nella finestra della cella dove stiamo,
perché, sennò, anche quando la porta sarà aperta
noi non vorremo più uscire.
Mentre fino a ieri credevo che mi avessero fatto un favore,
a darmi un lavoro, adesso penso:
ma pensa te questi bastardi che mi stanno rubando
l'unica vita che ho (perché non ne avrò un'altra, ho solo questa)!
Mi costringono a lavorare 5-6 giorni a settimana
e poi mi danno un misero giorno per fare cosa?
Come fa uno in un giorno a costruirsi la vita?
Allora immaginate se non doveste lavorare per sopravvivere,
immaginate se poteste saltare a piedi pari tutta la parte
”devo lavorare per vivere” e semplicemente andare a ciò che vi appassiona,
ciò che vi rende felici.
Che privilegio sarebbe, vivere in un mondo così!
Ebbene io credo che questa non sia un'utopia,
io credo che questo mondo sia possibile,
così negli ultimi anni ho viaggiato, ho fatto ricerche,
ho studiato, sono andato alla NASA,
a Singularity University, ho parlato con le più grandi menti del mondo,
qui vedete Peter Diamandis, Peter Norvig, Aubrey de Grey, Philip Rosedale,
ho fatto discussioni con le menti più geniali del mondo
per vedere se questo mondo che io avevo in testa
fosse solamente una mia invenzione o fosse effettivamente possibile.
E ho scritto un libro che spero possa ispirare le persone
a rendere questo mondo una realtà, e l'ho chiamato
"Robots will steal your jobs (but that's ok)":
i robot vi ruberanno il lavoro, ma va bene.
E va bene, ma solamente se ci permettiamo di lasciare andare
alcune delle convinzioni che ci stanno così a cuore
e se mettiamo in discussione quello che ci spinge nella vita,
qual è il nostro significato, perché facciamo le cose.
Il senso non può essere quello di fare sempre crescita economica,
di fare soldi, lavorare, lavorare, lavorare.
Oggi facciamo lavori che odiamo,
per comprare cose che non ci servono,
per far colpo su gente che non ci piace. Geniale. (Risate)
Però allo stesso tempo penso che siamo alla soglia
di una nuova rivoluzione industriale, una che dà di nuovo il potere al popolo,
agli hackers, i makers, i doers, quegli inventori geniali
che stanno plasmando e riscoprendo il mondo,
stanno rapidamente costruendo gli strumenti fisici, digitali e culturali
per una nuova rivoluzione sociale.
La comunità D-I-Y, il do-it-yourself del nuovo secolo.
Questi eroi silenziosi spesso non hanno un nome
e nemmeno un volto, però noi stiamo collettivamente cibandoci
dei frutti del loro lavoro e possiamo farlo perché stanno creando
nuovi strumenti, costruendo oggetti, facendo opere artistiche stupende
e rilasciandole sotto licenze libere, open source.
E non è solamente software o musica o cultura;
come abbiamo visto prima è anche hardware.
Open Source Ecology. Questi qua stanno costruendo il “Global Village Construction Set”,
che è un blueprint per la creazione di un villaggio globale,
cioè di una nuova civiltà con tutti i comfort moderni per vivere una vita dignitosa
lavorando poco, lavorando meno e vivendo meglio, tutto open source.
Abbiamo modo di produrre cibo in abbondanza con sistemi automatizzati,
abbiamo visto prima con l'idroponica.
Abbiamo stampanti 3D che possono manipolare la materia a livello molecolare.
Abbiamo tecnologie distribuite per la produzione di energie rinnovabili.
Io sono stato al Parco per l'energia rinnovabile in Umbria
a fare ricerca sulle energie rinnovabili.
È un posto completamente autosufficiente.
Voi non dovete credere alle balle che vi raccontano
quando vi dicono che costa troppo, che non si può fare,
che non è vero che uno non può crearsi la propria energia,
la propria acqua, che non può raccoglierla,
che non può filtrarsela.
Sono balle, si può fare tutto e costa poco.
Non è vero che senza le multinazionali noi moriremmo di fame,
non è vero che dobbiamo essere dipendenti da questo Stato-Grande Fratello
che ci controlla sempre tutto, sennò noi saremmo come dei bambini
che non sanno fare niente.
Noi mettendoci assieme possiamo cambiare la società,
non credete a queste balle che vi raccontano.
A breve, con Contour Crafting, potremo stampare delle cazzo di case
con il click del mouse e modificarle, ok?
Io penso che siamo all'alba di una nuova civilizzazione,
ma possiamo evolvere come società
solo se siamo pronti ad accettare il fatto
che dovremmo lasciare andare alcune delle convinzioni
che ci stanno più a cuore.
La tecnologia non è stata inventata per aumentare la produttività,
la crescita economica così che potessimo lavorare in un qualunque posto,
a qualunque ora, su qualunque device;
la tecnologia è stata inventata per renderci la vita migliore.
Adesso voi penserete: sì, va beh, bel discorso,
però io domani devo andare al lavoro,
io domani devo comprare il cibo per la mia famiglia,
io domani devo pagare le bollette,
de
Certo...tu, da solo, domani.
Se ci mettiamo insieme e facciamo un piano da qua a cinque anni,
le cose cambiano.
Chi ha detto che bisogna fare tutto da soli?
Questo concetto di comunità possiamo riscoprirlo?
Io penso di sì. È solo una questione di priorità, di visione.
Tra dieci anni vogliamo continuare ad avere due miliardi di persone
che sono sotto la soglia di povertà assoluta? Vogliamo continuare ad avere
questo cambiamento climatico che accelera,
vogliamo avere la degradazione sociale, culturale e ambientale che continua?
Oppure vogliamo creare una società dove uno
non deve prostituirsi a un sistema che lo obbliga a vivere meglio
solo se qualcun altro sta peggio?
A vivere sulle risorse che noi rubiamo agli altri?
Perché non creiamo un sistema dove effettivamente
ognuno ha la dignità di poter vivere senza dover scendere a questi compromessi?
Cazzo, vogliamo andare ad esplorare la galassia oppure no?
Siamo nel 2012!
Io sì. Allora un mondo in cui ognuno possa dedicarsi alle proprie passioni
e vivere veramente la vita.
Lo scrittore leggendario e futurista Arthur C. Clarke
disse che lo scopo del futuro è la disoccupazione totale,
così che noi possiamo giocare.
Per questo dobbiamo distruggere l'intero sistema economico e politico.
Lui ha detto questo trent'anni fa.
Io penso che fosse vero allora e lo è ancora di più oggi.
Abbiamo la tecnologia, abbiamo le risorse,
abbiamo la creatività e abbiamo la passione,
però... siamo ancora qui ragazzi, stiamo battendo la fiacca.
Allora mettiamoci a lavorare, ma su cose serie.
Grazie. (Applausi)