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Come molti di voi potranno agevolmente verificare, la moderna letteratura di genere ci offre
una trattazione pressoché esaustiva di ogni aspetto del processo brassicolo eppure non
viene quasi mai citato un aspetto a mio modesto parere importantissimo. Forse per eccessiva
fiducia del prossimo o magari per un semplice dare per scontate certe cose gli autori di
testi a tema birraio molto spesso omettono di dire che alla base di una buona birra autoprodotta
non ci sono soltanto malto luppolo lievito ed acqua ma anche un quinto ingrediente fondamentale:
il buonsenso. Ogni homebrewer sa bene quant'è forte la voglia di perfezionismo e la maniacalità
che possono in un attimo limitare la nostra capacità di giudizio e pregiudicare lo svolgimento
dell'intera cotta. Per questo motivo Giovanni ed io abbiamo pensato di sostenere una campagna
di sensibilizzazione al buonsenso birraio tesa a promuovere un atteggiamento sano ed
equilibrato nei confronti della birra artigianale e relativa birrificazione casalinga per far
sì che l'homebrewer si dedichi al suo hobby preferito con maggiore tranquillità e spensieratezza
senza che la bestemmia la faccia da padrona. Ragazzi, quando lavate i fermentatori non
è necessario usare detersivi all'uranio impoverito. Va bene usare il vapore e detergenti vari
anti-odore ma se vi capita di lavarli col sapone per i piatti non è la fine del mondo.
Basta risciacquare bene! Non è necessario avvitare il rubinetto del fermentatore fino
allo sfinimento. Non stiamo fissando il cerchione di un camion e non ci serve una chiave dinamometrica.
I grani e i luppoli non devono essere pesati con una precisione al millesimo di grammo.
Un chicco in più o in meno non fa differenza e, anche se fosse, non riusciremmo ad accorgecene.
Nooo!! Ho messo due atomi in più! In fase di fermentazione e dopo durante la maturazione
in bottiglia giammai si dovrà esporre la birra alla luce solare o artificiale che sia
ma non per questo dovete costruire un bunker antiatomico in cui stoccarla nel quale neanche
un brandello di fotoni possa avere libero il passaggio. Cervogino? Cervogino, dove sei?
Aaaaah! Allontana i fotoni da questo luogo di tenebre! Ragazzi, questo è un hobby e
non bisogna affrontarlo con la puzza sotto al naso. Siate umili nel confrontarvi con
altri homebrewers e ricordate: non è importante conoscere perfettamente la composizione molecolare
di ogni singolo ingrediente presente nella birra. Mmmh! Questa birra è povera di beta-guaiacolo!
Che ignominia! Purtuttavia caro amico, dubito che lei possa apprezzare le caratteristiche
organolettiche della cervogia senza uno strumento di degustazione adeguato. Ecco. Provi questo:
il seteku, nato dal genio del Professor Salvatore Enzimo, la rivoluzione della birra artigianale,
un fiore all'occhiello del mondo brassicolo di qualità. Per diamine! La birra nonostante
i difetti evidenti ha cambiato completamente volto! Magnifico!
Vi chiediamo di non travisare le nostre parole. Badate bene: non abbiamo voluto lanciare un
messaggio di superficialità e approssimazione nel contesto casalingo-brassicolo. Ogni buona
ricetta va testata e migliorata nel tempo ma senza esasperare il processo produttivo.
Un buon atteggiamento di partenza è quello di colui che produce birra con umiltà consapevole
del fatto che nel caso migliore riuscirà soltanto ad approssimare un certo stile e
che avrà quasi sicuramente bisogno di correggere il tiro usando il palato ed un atteggiamento
di sano buonsenso. Ciao a tutti!