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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Tacconi n. 2-00167, concernente misure per incentivare
la qualità e l'ampiezza dei servizi offerti dagli istituti di patronato a favore degli
emigrati italiani (Vedi l'allegato A -- Interpellanze e interrogazioni).
Chiedo all'onorevole Tacconi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi
di intervenire in sede di replica.
ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, gentile sottosegretario, mi soffermerò solo
pochi secondi nel ricordare la gravità dell'attuale congiuntura economica che, dopo anni di profonda
crisi, vede in Italia il tasso di disoccupazione toccare il 12,5 per cento, mentre la disoccupazione
giovanile arriva addirittura a superare il 40 per cento. Questi sono numeri ai quali
nel recente passato abbiamo dovuto nostro malgrado abituarci, ma ai quali, per inciso,
signor sottosegretario, non siamo ancora e non saremo mai rassegnati.
C'è, però, una grave e spesso sottostimata conseguenza a questa infausta situazione,
rappresentata dal massiccio flusso di emigrazione che vede migliaia di giovani, ma anche meno
giovani, essere costretti a lasciare l'Italia per cercare fortuna altrove. Negli ultimi
anni, come lei ben sa, la portata di tale flusso migratorio fa ricordare quello del
secondo dopoguerra e, tralasciando i troppo ottimistici proclami, ma considerando i numeri
reali, il trend e le previsioni per il prossimo futuro, crediamo di non sbagliare nel prevedere
che tale fenomeno non tenderà ad arrestarsi, ma al contrario, andrà intensificandosi,
vedendo un numero sempre più alto di persone, specialmente giovani, che saranno spinte a
lasciare il nostro Paese per cercare oltreconfine il lavoro che qui manca.
Già queste considerazioni da sole meriterebbero una profonda ed articolata riflessione poiché,
è bene ricordarlo, andare all'estero, emigrare, dovrebbe essere un'opportunità a disposizione
di tutti e non una necessità, molte volte addirittura una vera e propria fuga, perché
il tuo Paese non è in grado di garantirti le condizioni per condurre una vita almeno
dignitosa. Ma torniamo al merito della nostra questione.
Alla mancanza di adeguate politiche occupazionali a livello nazionale si deve, purtroppo, aggiungere
la recente miopia di alcune politiche migratorie, che, nell'ambito delle varie fasi di spending
review, pur necessarie nell'attuale quadro economico-finanziario, hanno perso di vista
quelle attività qualificanti a favore delle nostre collettività all'estero, che, lungi
dall'essere considerate una risorsa, sono spesso viste come un peso fastidioso. Negli
ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un progressivo assottigliamento delle risorse
destinate agli interventi per la lingua e la cultura italiane, all'assistenza, all'informazione
e alla formazione, con tagli lineari di oltre il 65 per cento. Per questi interventi le
nostre rappresentanze diplomatiche e consolari sono difficilmente in grado di garantire un
livello minimo di servizi, con il rischio che ciò comporti lo smantellamento di quanto
costruito in passato, anche grazie all'associazionismo locale.
I connazionali che, spesso loro malgrado, decidono di emigrare, anche se culturalmente
pronti ad affrontare le nuove sfide che un cambiamento così radicale comporta, oggi
spesso si trovano in grosse difficoltà nei loro primi approcci con la società di accoglimento,
difficoltà a cui le nostre rappresentanze diplomatiche e consolari non sono in grado
di dare risposte efficaci, a causa delle ben note carenze di risorse umane e finanziarie
sopra accennate. Si pensi, per esempio, alle difficoltà di trovare casa, di stabilire
contatti con il mondo del lavoro, di avere informazioni sull'assistenza sanitaria, sul
patrocinio legale, di avere assistenza linguistica, servizi di traduzioni e interpretariato a
costi accessibili, e via dicendo. All'estero, ancora oggi, è importante
il ruolo dell'istituto dei patronati, enti di cui noi del MoVimento 5 Stelle non possiamo
certo considerarci amici, poiché sono, nella quasi totalità dei casi, legati a logiche
partitiche e, ancor peggio, molte volte trasformati in «votifici», dove, oltre a raccattare
preferenze per questa o quella lista, si assiste spesso a vere e proprie scalate fino alle
poltrone più prestigiose. Ma vogliamo in questa sede soprassedere
a queste considerazioni esclusivamente in nome dell'interesse dei giovani nuovi emigrati
italiani e, in attesa di una più completa revisione normativa che regoli ruoli, procedure
e funzionamento dello stesso istituto dei patronati, vorremmo vederli impegnati ufficialmente
nel supportare anche chi ai problemi dell'emigrazione si avvicina per la prima volta.
Il decreto del Ministero del lavoro 10 ottobre 2008, n. 193 che reca il regolamento
per il finanziamento degli istituti di patronato ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della
legge 30 marzo 2001, n. 152 introduce tabelle di attività che danno luogo a punteggio utile
per il riconoscimento del diritto e base di calcolo per il finanziamento dei suddetti
patronati. Le suddette tabelle sono state riviste ed aggiornate con decreto dello stesso
Ministero del 20 febbraio 2013. Siamo a chiedere, dunque, se a fronte
dei nuovi flussi migratori il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali
nelle tabelle allegate al decreto ministeriale del 10 ottobre 2008, n. 193, come modificato
dal decreto dello stesso Ministero del 20 febbraio 2013, non possa inserire, per incentivare
la qualità e l'ampiezza dei servizi offerti dagli istituti di patronato, la voce orientamento
ed assistenza ai nuovi emigrati italiani, a cui attribuire un punteggio di 0,25.
Mi permetta di sottolineare ancora una volta, signor sottosegretario, che non siamo
certo a chiedere alcun aumento del finanziamento già stanziato per questi enti, bensì, considerata
la loro presenza ancora forte, soprattutto in alcuni Paesi stranieri, una diversa distribuzione
del finanziamento che vada a premiare quegli enti che si dimostrino in grado di dare un
sostanziale ed efficace supporto a chi, spesso per estrema necessità, si trovi a dover iniziare
un nuovo capitolo della propria vita lontano dalla propria terra di origine.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo
Dell'Aringa, ha facoltà di rispondere. CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato
per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, l'onorevole Tacconi -- con il
presente atto parlamentare -- chiede al Ministero che rappresento l'inserimento nelle tabelle
allegate al decreto ministeriale n. 193 del 2008, come modificato dal decreto ministeriale
del 20 febbraio 2013, della voce: «Orientamento ed assistenza ai nuovi emigrati italiani'',
cui attribuire un punteggio pari a 0,25. A questo proposito, occorre ricordare
in via preliminare che la legge 24 dicembre 2012 n. 228, ossia la legge di stabilità
per l'anno 2013, al fine di incentivare la qualità e l'ampiezza dei servizi resi dagli
istituti di patronato e di assistenza sociale ha modificato la disciplina che ne regola
l'attività, rinviando a successivi provvedimenti attuativi alcuni aspetti di dettaglio.
In particolare, l'articolo 1, comma 14, della predetta legge ha previsto una fase
sperimentale nel corso della quale -- a decorrere dal 1o gennaio 2013 -- è riconosciuto un
punteggio pari a 0,25 per ogni intervento -- individuato con decreto del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali -- avviato con modalità telematiche, non finanziato
e verificato dagli enti pubblici erogatori delle prestazioni previdenziali ed assicurative
(INPS e INAIL). Quindi, un punteggio 0,25 per ogni intervento avviato con modalità
telematiche però verificato dagli enti, e questo in vista della progressiva valorizzazione
-- ai fini del finanziamento -- delle prestazioni individuate nelle tabelle di cui si è detto
prima. Ora, in ossequio a questa disposizione
normativa, il Ministero, con decreto del 20 febbraio 2013, come è stato detto, ha provveduto
alla individuazione degli interventi da valorizzare ai fini dell'attuazione di questa fase sperimentale
introdotta dalla legge di stabilità per l'anno 2013.
Premesso questo, con riferimento alla richiesta formulata dall'onorevole Tacconi,
la direzione generale per le politiche previdenziali ed assicurative del Ministero ha precisato
che, nel corso degli incontri tecnici espressamente richiesti dai principali raggruppamenti di
patronati, cui hanno preso parte anche l'INPS e l'INAIL, la voce: »Orientamento ed assistenza
ai nuovi emigrati italiani'' non è stata mai proposta dalle parti che sono intervenute.
Questo è un punto.
Poi c'è un punto che occorre ricordare, cioè che la legge di stabilità ribadisce che,
come sono stati specificati nella successiva circolare n. 23 del 17 giugno 2013, gli
interventi da valorizzare devono avere questi requisiti di legge: essere avviati con modalità
telematiche a decorrere dal 1o gennaio; definiti con esito positivo e verificati dagli enti
pubblici erogatori delle prestazioni previdenziali ed assicurative.
Questi sono i dati di fatto, cioè in questi incontri tecnici non è mai stato proposto
questo e in ogni caso vanno rispettati questi criteri di legge.
Però, detto questo, non è da escludere che, durante una fase ricognitiva e di approfondimento
con gli stessi patronati, attualmente in corso, si possa valutare la possibilità di inserire
anche questa voce. E visto che, comunque, ne vengo a conoscenza solo oggi, certamente
farò monitoraggio e cercherò di verificare, se possibile anche sentendo gli stessi enti
e i patronati.
PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale di Palombara
Sabina (Roma), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune e ai quali preciso che
l'Aula è così, con pochi deputati perché questa è la fase dedicata alle interpellanze
e interrogazioni e, quindi, i deputati rivolgono dei quesiti al Governo, che, come avete ascoltato
dalle parole del sottosegretario Dell'Aringa, risponde.
L'onorevole Tacconi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua
interpellanza.
ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, signor sottosegretario, che cosa dire ?
È un po', diciamo così, sconfortante che questa voce non sia mai stata menzionata nelle
scorse occasioni in cui c'è stato, all'inizio dell'anno, il confronto tra enti previdenziali,
patronati e il Governo italiano. Io credo che questa voce debba essere inserita all'interno
delle tabelle per formare poi il punteggio finale volto al finanziamento dei patronati
stessi. C'è anche da sottolineare una cosa: questa modifica sarebbe del tutto amministrativa.
Non c'è bisogno di alcun tipo di atto speciale o qualche tipo di procedura complicata. Quindi,
io auspico che il Ministero del lavoro possa rivalutare questa cosa e possa reinserirla,
magari il prima possibile, all'interno delle tabelle.
Naturalmente, il secondo auspicio è quello che, nelle prossime occasioni di confronto
tra il Ministero, i patronati e gli enti previdenziali stessi, sia assolutamente -- assolutamente
-- considerata quasi come un obbligo morale per dare anche modo agli italiani che si recano
all'estero di capire, di comprendere che il Governo italiano, comunque, è al loro fianco
anche nei momenti di più estrema difficoltà.