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Sull'origine del toponimo sono state avanzate varie ipotesi: una di queste lo fa derivare
dal nome latino di persona CERVENUS, mentre secondo altri studiosi esso andrebbe riportato
al termine CERVUS, indicante l'omonimo animale. Le prime notizie riguardanti il borgo sono
anteriori all'anno Mille. Citata per la prima volta in un documento della seconda metà
del X secolo, successivamente passò sotto la giurisdizione dei vescovi di Brescia, che
ne mantennero il possesso fino al Quattrocento, quando entrò a far parte delle proprietà
della potente casata milanese dei Visconti. In seguito fu conquistata dalla Repubblica
di Venezia, sotto il cui potere politico restò fino al 1797. Una volta terminato il dominio
della Serenissima, fu aggregata al comune di Ceto, da cui dipese per molto tempo finché
non ottenne l'autonomia amministrativa. Tra i beni architettonici di maggior rilievo figurano:
la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Martino e contenente alcune opere lignee di un certo
valore artistico; l'oratorio annesso alla parrocchiale, nel quale si possono ammirare
pregevoli affreschi, e il santuario della Via Crucis, della seconda metà del XVI secolo,
che, articolato in quattordici cappelle, una per ogni "stazione", costituisce un forte
richiamo per molti devoti, che vi si recano in pellegrinaggio.