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Avevo 24 anni quando il mio amico
Samuel Carter mi guardò negli occhi e mi disse,
"Tu vivi in una New York diversa da quella dove vivo io."
Sam e io eravamo cresciuti insieme, eravamo andati al college insieme,
vivevamo a New York insieme.
Ma al contrario di me, a Sam non avevano mai fischiato dietro mentre andava al lavoro.
Nessuno aveva mai cercato di strusciarglisi contro
sulla metropolitana affollata, non gli era mai successo che
uno sconosciuto gli si avvicinasse e gli dicesse
che gli voleva bip nel bip.
No. Sam era un ragazzo.
Sam era un ragazzo a posto e quando mi disse
che lui viveva in una New York diversa da quella in cui vivevo io,
sapevo che forse aveva ragione,
e questo ci infuriava entrambi.
Allora Sam e io, insieme a cinque nostri amici, decidemmo di cambiare la situazione.
Era il 2005, e di recente avevamo sentito la storia di Tau Nguyen.
Tau era sulla metropolitana di New York
quando un uomo più grande di lei le si sedette di fronte,
si tirò fuori il pene, e iniziò a masturbarsi.
Tau, tirò fuori la fotocamera del cellulare,
disattivò la lente verso di lei,
la puntò su di lui e scattò una foto.
La mise su Flickr, il sito per condividere le foto,
dove creò una discussione in tutta la città sul masturbarsi in pubblico.
Lei cercò di consegnarla alla polizia, ma non vollero neanche ricevere la denuncia.
Quello che fece Tau fu una rivoluzione e noi
ci ispirammo molto a lei. Pensammo,
"Perché non creiamo un blog?"
Così tutti possono fare quello che ha fatto Tau Nguyen.
Lo abbiamo chiamato "Hollaback" e abbiamo accettato storie
e foto di molestie subite per le strade di New York.
Ma quasi immediatamente, siamo stati inondati di
richieste da tutto il mondo.
Le persone volevano farci portare "Hollaback" nelle loro città.
Dicevano che le molestie per strada sono un problema dappertutto.
Volevano farci diventare il Craigslist delle molestie subite per strada,
accettando storie e foto da tutto il mondo.
Ma noi sapevamo che se si vuole davvero
cambiare il mondo non si può avere solo un blog.
Servono anche attivisti locali sul campo.
Perciò trovammo un modo per prendere il nostro progetto
e darlo agli altri.
Oggi, sono orgogliosa di annunciare che siamo in 62 città,
25 Stati e 12 lingue diverse.
E ci stiamo espandendo per affrontare
il tema delle molestie sessuali anche nei campus universitari.
(Applausi)
Le molestie in strada non sono un problema nuovo.
Probabilmente esistono da quando hanno inventato le strade. (Risate)
E neanche gli sforzi per combatterle sono nuove.
Negli anni '20 c'è stata una iniziativa chiamata "Il Club Anti-cascamorti".
Un nome orribile, ma tale era.
E negli anni '70 c'è stata una iniziativa legata al movimento femminista.
Questi tentativi portarono il problema di nuovo alla ribalta.
Ma la novità oggi è la soluzione.
Finora non abbiamo mai potuto documentare le nostre storie
di molestie subite per strada mentre avvenivano,
e le nostre storie non hanno mai avuto così tanta importanza.
Con le applicazioni per cellulari e i social network
queste storie hanno potuto raggiungere migliaia di persone in pochi minuti.
E questo ci permette di dar vita a movimenti più rapidamente che in passato.
E nel 2013, prenderemo le applicazioni gratuite dei nostri Iphone o Android
e li rilanceremo a New York.
Quindi quando condividerete la vostra storia su "Hollaback" a New York,
potrete anche fare una denuncia ufficiale e
fornire la documentazione all'amministrazione di New York.
(Applausi)
Farà di New York la prima città al mondo
a documentare le molestie subite per strada e useremo quei dati
per affrontare meglio il problema di tali molestie,
ma anche per sostenere campagne di educazione e sensibilizzazione.
Ѐ una soluzione che sarebbe stata tecnologicamente impossibile anche solo fino a 5 anni fa.
Ma se funziona, la prenderemo e la porteremo su scala internazionale
fornendo legittimazione e conforto a milioni di persone.
Ma le applicazioni solo solo un pezzo del puzzle.
Nel mondo dei social network dove tutti hanno dei follower,
i follower diventano i nuovi leader.
A "Hollaback" abbiamo formato più di 200 attivisti in tutto il mondo.
Gli abbiamo dato la nostra piattaforma, le nostre applicazioni, i nostri blog
e i nostri social network, e abbiamo lavorato insieme a loro,
per adattare i movimenti alle loro comunità.
Insieme abbiamo costruito un forte movimento globale.
E come tutti i movimenti globali,
non sempre siamo d'accordo su come far cessare le molestie per strada.
Ma siamo sempre d'accordo sul fatto che debbano cessare.
E abbiamo visto che i leader con
il minore accesso al potere sono quelli
che sono più attratti da questo modello di costruzione di un movimento.
I leader del nostro sito sono per il 90% sotto i 30 anni,
il 44% sono lesbiche, gay, bisessuali o transessuali,
un terzo sono di colore, e un quarto hanno disabilità.
Sotto la loro guida, i nostri siti ad Istanbul, in Croazia
e in Polonia hanno pubblicato ricerche
all'avanguardia sulle molestie per strada.
Per il nostro sito ad Edimburgo il Parlamento scozzese
ha approvato una petizione di supporto.
E l'"Hollaback" di Philadelphia ospiterà presto delle pubblicità anti-molestie.
Vedete, la costruzione di movimenti online e l'attivismo online,
non vuol dire solo rendere più semplice condividere una petizione
o raccontare la propria storia agli amici o
parlare agli amici di una causa che ci sta a cuore.
L'attivismo online vuol dire trovare soluzioni
a problemi che sembravano irrisolvibili.
E vuol dire fornire una piattaforma a leader che venivano ignorati.
E questa è una vittoria eccezionale.
Grazie.
(Applausi)