Tip:
Highlight text to annotate it
X
Penso che la gente abbia questa idea dell’artista come
qualcuno chiuso a chiave in un attico
che lavora sodo sui dipinti e
lotta con la società.
Io non sono per niente d’accordo con questa immagine.
Penso che, più siamo aperti
e più investiamo nel condividere e nel lavorare insieme
meglio è.
[INCONTRATE ZACH LIEBERMAN]
[STUDIO DI ZACH LIEBERMAN BROOKLYN, NYC]
In uno stadio iniziale, quando ho iniziato a lavorare con i codici
il mio riferimento erano gli strumenti da disegno.
Il fatto è, quando disegni a computer, è così...
Usi questi strumenti tipo Photoshop e Illustrator
e sono davvero terribili
rispetto a disegnare su un pezzo di carta.
Ero motivato nel cercare di creare degli strumenti che
trasformassero i gesti.
Drawn è un primo esempio di progetto
dove c’era una performance in cui io ero sul palcoscenico a dipingere
e dipingevo con l’inchiostro
e poi ero in grado di manipolare quello che avevo dipinto
dal vivo di fronte a un pubblico.
Era un tentativo di prendere il disegno
e in qualche modo mixarlo in questo regno di magia.
Molti di questi progetti mirano
a costruire strumenti strani
e poi in un certo qualche modo a lasciarsi davvero andare.
Si creano cose che veramente...si verificano comportamenti inaspettati.
Un altro progetto a cui ho lavorato si chiamava IQ Font
c’erano una macchina e uno stuntman che guidava.
Veniva disegnato un font
attraverso lo stuntman che guidava le lettere dell’alfabeto.
Una cosa che mi piace del lavoro in cui sono coinvolto
ma anche del lavoro della comunità in generale
è questa idea di appropriarsi
e prendere cose della quotidianità
per trovargli degli usi completamente nuovi,
questo ci aiuta a capire meglio con che cosa stiamo vivendo.
Mentre stavo lavorando e facendo questi progetti
ho voluto prendere le cose che stavo imparando
e condividerle con i miei studenti.
Ho voluto che l’idea fosse quella di aiutarli a creare dei progetti
che fossero come i progetti che stavo facendo.
Così openFrameworks è nato proprio
per creare uno strumento perchè gli studenti
dicessero, "Non è difficile."
Per lavorare con il software, non c’è bisogno di una laurea in informatica.
L’immagine mentale che ho è
quasi come costruire dei blocchi,
loro possono usarli per esprimere la loro immaginazione
ed esplorare.
Il punto è cercare di democratizzare
la creazione di arte attraverso il software.
Aiutare gli artisti a lavorare con il computer
e aiutare gli informatici a lavorare artisticamente,
questo è il buco che cerchiamo di colmare.
Il comitato organizzativo delle Olimpiadi di Londra
mi ha contattato
e sono stata invitato ad andare là
a dare un’occhiata al Vallo di Adriano.
Il Vallo di Adriano è questa muraglia davvero bellissima
lunga 120 km.
È una delle fortificazioni più lunghe al mondo.
Quello che abbiamo pensato è stato
se c’è questo muro
come si può creare un sistema
di comunicazione lungo il muro?
Se pensi al significato dei confini,
i confini separano le popolazioni, giusto?
E come si può ottenere il contrario di questo?
Così abbiamo immaginato
questo qualcosa sopra il muro che fluttuasse
e abbiamo proposto di montare dei palloni
che si sarebbero estesi lungo tutti i 120 km.
Si sarebbero illuminati,
avrebbero pulsato con i colori
e avrebbero comunicato gli uni con gli altri.
Abbiamo passato un sacco di tempo a pensare all’ hardware
e a progettare i pezzi fisici
che sarebbero andati all’interno dei palloni.
Avevamo questi dispositivi per la comunicazione radio
che stanno dentro a un chip molto piccolo.
All’interno del pallone ci sono anche le luci,
ma la cosa interessante è che si possono programmare.
Hanno un processore qua
e si più controllare quanto brillante il rosso dovrebbe essere
o quanto vivace il blu.
E questo lo rende...non è solo un dispositivo radio
ma è anche una specie di cervello per la luce stessa.
Il pubblico sarà invitato a inviare messaggi
e i messaggi illumineranno i palloni,
Si potrà vedere la comunicazione tra un pallone e l’altro attraverso i colori
e si potranno anche aggiungere i propri messaggi nel sistema...
La mia speranza è che questi gesti simbolici siano sufficentemente semplici
perchè tutti abbiano la sensazione
di essere parte di un qualcosa
di molto più grande di quello che li circonda nelle immediate vicinanze.
Penso che sia davvero insolito e unico
nel modo in cui è stato fatto
e nella tecnologia che gli sta dietro.
È davvero stimolante.
Penso che la tecnologia e il lato artistico...
Penso che sia davvero incredibile.
C’è sempre questo dibattito in merito.
È interattivo o è reattivo?
O cosa significa interattività?
Mi piace questa idea che l’opera d’arte non possa esistere
se la gente non la usa
E più acquistiamo padronanza del mezzo tecnico,
più saremo in grado di porre domande più significative
o domande che siano più evocative
o più poetiche.
Penso che questi sistemi
siano potenti
e possano avere un effetto profondo nella gente.