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La Comunione Sacramentale Cristiana naque come perfetta imitazione di usanze pagane.
Le parole di Paolo sulla consacrazione diventono anologie di quelle pronunciate da Ulisse.
Paolo e le sue comunita' greche hanno sperimentato le medesime sensazioni dei Misti di Eleusi nel sacro Kykeon,
quelle di Dioniso nel calice di vino bevuto in comune passando da una mano all'altra,
quelle di Cibele nel mangiare e nel bere dal Kymbalon e dal Tympanon
e quelle di Mitra nella consumazione del pane e del vino.
Probabilmente una forma di comunione esisteva gia' nell'antica India nel culto di Agni (dio del fuoco e del sole).
Agni, definito dal Rigveda "figlio di una Vergine" e celebrato e colmato di doni dai pastori al momento della nascita,
si sacrifica per i suoi fedeli per redimerli.
Nel suo culto, tuttavia, l comunione e' piuttosto incerta,
e a questo proposito e' lecito pensare piuttosto al persiano Haoma (Soma) e al suo equivalente indiano, una pozione inebriante, che si credeva potesse allontanare la morte.
Presso i Greci l'idea di un pasto celeste, in grado di procurare la vita eterna, risale a Omero nel mito di Dioniso:
i Titani fanno a pezzi il divin bambino, divorandone le membra, e nel suo culto venivano uccisi un capriolo e un capretto, poi divorati come carne del dio.
Il pasto sacro nella religione di Attis era costituito verosimilmente da grano e dal vino.
I sacerdoti siriaci mangiavano la divinita', nutrendosi di pesci, sacri alla dea Atargatis;
nel Vecchio Testamento viene ripetutamente citato uno dei suoi templi, situato in Carnion, a occidente di Genezareth,
per cui e' lecito ipotizzare come certamente prossimi al Cristianesimo delle origini del culto di Atargatis e la venerazione dei pesci.
In seguito il pesce, contrassegno mistico di misteri pagani ampiamente diffusi, divenne il simbolo del piu' sacro mistero cristiano,
E per l'appunto l'assunzione del pesce come simbolo cultuale ebbe luogo dapprima proprio ad opera dei christiani di Siria, dove la venerazione dei pesci era difusissima.
Il termine greco per indicare il pesce, "Ichths" (Ichthus), costitui l'acrostico della definizione del Cristo come "Gesu' Cristo Figlio di Dio Salvatore" (I-esous CH-ristos TH-eou Y-ios S-oter).
Diciamo che anche quando Cristo viene disegnato con le letter: "chi", "rho", o "alpha" e "omega",
cio' avviene ad imitazione della simbologia pagana delle lettere dell'alfabeto (es.): Apollo e Giove (Zeus) avevano come contrassegno le lettere "E" e "IOM", ...
le divinita' degli inferi "DM".
Nei culti misterici nel pane consacrato venivano impressi dei segni simbolici, usanza fatta dopo dai cristiani,
i quali si servivono addirittura di segni pagani, come, ad esempio, Croce pagana e Calice.
Nelle religioni antiche erano usuali anche "sacre pozioni", come nei Misteri eleusini e dionisiaci;
nel servizio divino del culto di Mitra venivano usati i medesimi utensili adibiti dai cristiani per l'Eucaristia, cioe' il calice e la patena;
sempre nello stesso culto si mescolava, come perlopiu' nella Messa cristiana, il vino con l'acqua, e si faceva una genuflessione davanti al calice consacrato.
Non si tratta come pretende la Chiesa, di anologie formali, di somiglianze esteriori, di puri e semplici parallelismi;
al contrario, le coincidenze interne sono ancor piu' evidenti:
non c'e' atto o pensiero che non sia gia' presente nei drammi cultuali dei Misteri di Dioniso, di Iside, di Osiride, di Attis o di Mitra.
Nel pasto sacramentale il Miste si univa col Dio morto e risorto, si levava a nuova vita e otteneva la garanzia della beatudine eterna.
Lo stesso intendimento sacramentale ritorna nella comunione paolina.
Come, secondo l'insegnamento della Chiesa, i discepoli bevvero dal calice il sangue di Cristo, da lui stesso offerto prima della morte,
allo stesso modo Iside, prima della morte di Osiride, ne beve il sangue ch'egli stesso le porse in un calice.
Come, secondo Paolo, coloro che ricevano la comunione sono commensali di Cristo, cosi' i fedeli dei Misteri antichi erano commensali del Dio, ben "molto" prima di Cristianesimo.
Nel stesso Testamento Nuovo viene riportato l'usanza dell'Eucharastia delle antiche religioni pagane... 1° Corinzi 10:20-22
"No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni;
non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni.
O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse piu' forti di lui?"
Come la comunione determina la totale congiunzione con Cristo, cosi' gia' Dionisio e Mitra penetravano nei loro fedeli all'atto di digerire il pasto mistico e dall'assunzione del vino sacro.
Altri riferimenti nel Testamento Nuovo: 1° Corinzi 11:27-30 ...
"Percio' chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sara' reo del corpo e del sangue del Signore.
Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perche' chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
E' per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti."
Quindi, qui abbiamo Paolo che avverta la sua comunita' ad abbandonare l'Eucharistia delle antiche religioni pagane, e di partecipare alla nuova Eucharistia dedicata al nuovo amico immaginario, Gesu'.
Come i partecipanti alla comunione, anche i frequentitori del pasto cultuale di Serapide e di Iside si sentivano legati strettamente fra loro in forza della magia sacramentale.
1° Corinzi 10:16 ...
"... il calice della benedizione che noi benediciamo, non e' forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non e' forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiche' c'e' un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane."
Come nell'Eucaristia protocristiana il pensiero della consolazione svolgeva un ruolo importante,
la stessa cosa accadeva con l'assunzione della sacra pozione nei Misteri eleusini.
Come l'usanza propagata da Paolo e' un banchetto di commemorazione, nel senso che si ricollega al ricordo dell'Ultima Cena di Gesu',
cosi' tutti i pasti dei culti misterici commemoravano una situazione determinata della storia degli Dei pagani.
Vediamo Corinzi 11:23-25 ...
"Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesu', nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzo' e disse: ...
"Questo e' il mio corpo, che e' per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: ...
"Questo calice e' la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me".
E infatti, le agapi di Mitra erano chiaramente solenni commemorazioni rituali dell'ultima cena, assunta da Mitra insiema a Sol Invictus
e agli altri compagni della sua sofferenza, prima dell'ascenzione in cielo.
Come, secondo la concezione paolina, la comunione e' una sorta di pre-visione escatologica, un modello del banchetto nell'aldila',
cosi' anche i pasti cultuali dei Misteri di Sabazio e dell'Orfismo rinviano al banchetto dei fedeli dopo la loro morte.
E come in seguito, infine, l'Eucaristia denota un marcato carattere di sacrificio, cosi' accade nel pasto cultuale di Sandania.
Com'e' noto, lo stesso Paolo traccia un parallelismo evidente fra la comunione pagana e quella cristiana.
1° Corinzi 10:21 ...
"... non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni."
parole, sia detto di passaggio, citate dal Papa Pio XII, conosciuto anche come il papa di Hitler, per proibire ai cristiani dialoghi e incontri coi comunisti orientali!
mentre lui negoziava con loro e assistiva il movimento nazista.
Vale la pena ricordare le affermazioni di Celso in riguardo alle fiabe di Gesu'. Celso era un intellettuale pagano del II secolo.
Le sue dispute riguardante le favole del cristianesimo sono state conservate nelle scritture di Origene, teologo e Dottore delle Chiesa.
"Celso ritiene che siamo in contrasto con noi stessi quando consideriamo il corpo degno di onore da Dio e auguriamo quindi per la sua risurrezione, ...
e nel contempo esporla a torture come se non fosse degno di onore."
"Celso vorebbe che saremo grati ai suoi demoni, immaginando che dobbiamo ringraziarli con offerte.
Ma noi, pur riconoscendo il dovere di gratitudine, sosteniamo che noi non mostriamo alcuna ingratitudine rifiutando di ringraziare Enti inutili,
ma che piuttosto si pongono contro di noi quando non sacrifichiamo nulla e non li adorariamo.
Noi saremmo molto più preoccupati se dovessimo essere ingrati a Dio."
Paolo prende in prestito dalla devozione misterica persino le espressioni techniche:
egli parla della "tavola del Signore" come si parlava della "tavola del Signore Serapis" durante i banchetti sacrificali pagani, o della "tavola di Dio" nella religione di Eracle;
come i partecipanti al pasto del Signore volevano essere "in Cristo", cosi' i fedeli di Dioniso volevano essere "in Dio".
Le due piu' antiche manifestazioni cultuale cristiani, il Battesimo e la Comunione, non derivarono dalla Sinogoga,
come numerose altre cerimonie del servizio divino del Cristianesimo, ma furono create da Paolo ...
e dalle comunita' ellenistiche in strettissima relazione coi sacramenti corrispondenti delle religioni misteriche dell'Ellenismo.
Si tratta di fenonemi del tutto simili, anzi identici, da parte cristiana ovviamente ... "purificati", "rinnovati", elevati si "un piano superiore",
in breve, riempiti della "spritualita' cristiana".
Il banchetto sacrificale idolitra dei Pagani portava naturalmente con se' morte e corruzione, mentre l'Eucaristia, il "farmaco dell'immortalita'" (pharmakon athanasias),
come ebbe da dire gia' Ignazio, prendendo l'espressione IN PRESTITO dalla religione di Iside, recava la vita eterna.
Per accrescerne l'efficacia e per espandere l'usanza dell'Eucharistia Christiana, la Chiesa talvolta porgeva per tre volte al giorno questo sacramento ai moribondi,
e a partire da S. Cipriano (meta' del III secolo) lo amministrava persino ai lattitanti, sperando di crescere il numero dei seguaci della nuova religione.
Seguendo la storia della comunione si previene alla Messa cattolica giornaliera attraverso un'evoluzione che consente di riconoscere chiaramente la convergenza nella nuova religione
di altre abitudini extracristiane di culto e di preghiera.