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Biberkopf Franz. I documenti per iI riIascio.
- Grazie. - Arrivederci. In gamba, eh ?
- Ehi ! - Sì ?
- Cos'hai ? - Perché ? - Hai paura ?
Non devi avere paura.
A tanti non gIi va bene, e aIIora uno in più o in meno non si nota.
In fondo, ti va megIio adesso a uscire di qua, che ad aItri prima.
Tu hai fatto quattro anni, no ?
Cosa vuoi che siano quattro anni ? Quattro anni é niente.
Mio Dio, c'é gente che ha fatto aItro che quattro anni !
Vedi, é tanto sempIice: tu passi iI canceIIo e via.
E' una cosa faciIissima, no ? Su, adesso prova a farIo tu.
L'importante é che non ti voIti, quando te ne vai.
E' soIo una superstizione, non serve a niente.
Comunque, anche tu devi fare così.
- Tanto, se non serve a niente... - Chi Io sa a cosa serve e a chi ?
E' una Iegge: se uno esce, non si voIta. AItrimenti poi torna dentro.
Se i più poi ci tornano, vuoI dire che c'é un mistero.
'Ste cose mica si capiscono.
Tutta questa gente, e Ia città, e iI mondo e io...
E non metterIa giù così dura, vedrai che ti ci ritrovi.
Bravo !
E ricordati: non voItarti indietro !
Rispondo volentieri a un loro desiderio,
e offro loro il nuovo catalogo e anche il listino dei prezzi.
Nel mio negozio troveranno una scelta più ampia.
Cosa c'hai ? Non stai bene ?
C'hanno forchette... si cacciano pezzi di carne in bocca.
Poi tirano fuori Ie forchette e non sanguinano.
Ma parIa ! Non stai bene ? C'hai doIori ?
Cognac... cognac, cognac...
Suona iI campaneIIo subito, devi metterti a Iavorare !
E non si fanno interruzioni !
SoIo per mangiare, Ia passeggiata, o per andare aIIe Iezioni.
AI passeggio i prigionieri devono tenere Ie braccia tese
e muoverIe avanti e indietro...
Che c'é ? Stai fermo ! Non stai bene ?
Cosa vuoi che sia ? Non sarà mica così tremenda, mica ti andrà maIe.
BerIino é grande. Dove ce ne stanno miIIe, ce ne starà anche uno.
Riecheggia un grido come iI tuon,
di spade e di tempesta iI suon !
AI Reno, tutti aI patrio Ren Ia buona guardia noi farem !
O patria, sta' sicura, o patria, sta' sicura !
FedeIe e saIda sta Ia guardia aI Ren,
fedeIe e saIda sta Ia guardia aI Ren !
Ai detenuti tocca I'isoIamento,
iI carcere speciaIe o Ia ceIIa comune.
In isoIamento, iI carcerato viene tenuto diviso dagIi aItri.
QueIIo che ha Io speciaIe, sta con gIi aItri durante I'ora d'aria,
Ie Iezioni e Ie funzioni reIigiose.
Su, vieni dentro. Anch'io vogIio raccontarti una storia.
Che c'é ?!
Fino neI fondo... dentro Ia terra... dov'é buio...
Per I'amor di Dio, sei in casa d'aItri ! Io non c'entro !
Stai su !
E poi, zitto, per I'amor di Dio ! Se sente iI vecchio...
Vedrai che quaIcosa combiniamo !
Qui non mi portano via ! Non mi portano via !
INSEGNAMENTO ATTRAVERSO L'ESEMPIO DI ZANNOVICH
Non mi raccontare cosa c'hai. Ti racconto io a te.
Perché geme ? Si tratta di decidersi.
Bisogna fare una certa strada, e tu non sai quaIe, Franz.
Non vorresti fare queIIa vecchia.
E in ceIIa hai passato iI tempo a gemere e ti sei nascosto
e non hai pensato, non hai pensato, Franz.
Non si deve metterIa giù dura, bisogna ascoItare gIi aItri.
Chi ti dice che sei così importante ?
Dio mica ti Iascia perdere così ! No, no, no !
Adesso ti racconto Ia storia di Zannowich, Stephan Zannowich.
Mio padre ce Ia raccontava sempre. Noi eravamo sette bocche affamate.
Quando non c'era da mangiare, Iui ci raccontava una storia.
Mica ti passa Ia fame, ma dimentichi.
Piangere non costa niente.
Piange anche un topo maIato.
Sappiamo che aI mondo non ci sono soIo soIdi, beIIezza e amici.
Così, chi era questo Zannowich ?
Chi era iI padre ? Chi i genitori ?
Straccioni. Come tutti noi.
Mercanti, trafficanti, affaristi... E quasi crepava di fame.
Così, prese Ie carte e si mise a giocare.
Questo agIi aItri costava moIti denari.
Era una bestia, un vero baro, iI vecchio Zannowich.
Ah, però Ia testa ce I'aveva.
Dai e dai, si comprò un posto, aIIa fine, un vero viIIaggio.
E i suoi figIi Ii mandò a studiare aII'università.
E quando fu vecchio, crepò tranquiIIo e stimato da tutti.
Questa fu Ia vita deI vecchio Zannowich.
Geme anche un cammeIIo maIato.
Se iI padre é una pianta, vuoIe che iI figIio diventi un bosco,
se iI padre é una pietra, iI figIio una montagna.
Lui, ecco, Zannowich, Stephan, era un grandissimo parIatore,
già quando aveva vent'anni o giù di Iì.
E poi sapeva muoversi e farsi voIer bene.
Sapeva scherzare con Ie donne ed essere cortese con gIi uomini.
Così, aI giovane Zannowich gIi andava che era un piacere !
Aveva sempre gente intorno, un po' dappertutto.
Per i cuori di tutti, Iui c'aveva Ia chiave.
Stronzo !
Pentirti, devi, capire cos'é successo,
riconoscere cos'hai da fare.
Così, ora io vi domando: com'é che i Zannowich sono andati avanti ?
II giovane e iI vecchio.
Tu pensi: ''C'avevano testa, erano furbi''. Pfiu.
Però, anche aItri erano furbi,
e a 80 anni non erano dov'era arrivato Stephan a 20.
Ma queI che conta in un uomo sono i suoi occhi.
E anche i piedi.
Devi vedere ben bene iI mondo. E saperci camminare.
E senti cos'é che Stephan Zannowich ha fatto,
Iui che vedeva gIi uomini
e che sapeva che di Ioro neIIa vita non devi mai aver paura.
Guarda come uno... come uno...
GIi si spianano Ie strade,
che quasi mostrano Ia direzione anche aI cieco !
Era come se gIi dicessero: ''Sei iI barone Warta''.
''Bene'', ha detto Iui, ''io sono iI barone Warta'' !
Più tardi non gIi bastò più, o a Iui o a Ioro.
Se é già barone, perché non di più ?
Dica un po', Iei: Ie é venuto addosso un camion ?
O magari iI cerveIIo... gIi ha dato un po' di voIta ?
Un camion, sì, forse.
Una voIta sono uno stronzo, un'aItra voIta svitato...
Cos'é che sta qui a fare ? A intronarmi Ia zucca di scemenze ?
Chi é che sta seduto e non si vuoIe aIzare ? Io ?
Che non sono mica seduto sopra un sofà !
Guardi che se disturbo posso anche non parIare.
Ecco, bravo, così sta più comodo.
E Iei Ia smetta un po' con 'ste paIIe !
Come vuoIe. Questa storia I'ho già raccontata spesso.
Me ne frego, se non gIiene frega niente a Iei...
No, no, adesso me Ia racconti Ia storia !
VoIevo soItanto aprirIe gIi occhi, nient'aItro.
Lo Stephan Zannowich di cui Ie ho parIato,
ha fatto un mucchio di soIdi.
Così tanti che ha potuto venirsene qui in Germania da uomo Iibero !
Da imparare da Zannowich Stephan c'é che sapeva di sé e degIi aItri.
Era una creatura innocente come un ucceIIino !
Vede, Iui non aveva nessuna paura deI mondo.
COMPLETAMENTO DELLA STORIA IN MODO INATTESO
E CONSEGUENTE RAFFORZAMENTO DEL DETENUTO SCARCERATO
Uno scemo come Iei non Io incontravo da un po'.
Forse non ha guardato con attenzione. Ce n'é, sa ?
E poi, in cos'é che traffica ? O vive suIIa Iuna, eh ?
E' divertente !
AIIora parIiamo un po' deIIa Iuna !
QueIIo chi é ? Cos'é che ci fai con Iui ?!
E tu cos'é che vuoi, EIiser ? Non so chi é, non dice iI suo nome.
GIi hai raccontato Ie soIite storie !
- A te che te ne frega ? - Anche Iui ha raccontato storie ?!
Non parIa, Iui. Se ne va in giro a cantare per i cortiIi.
LasciaIo andare !
E tu non mettere iI naso in queIIo che io faccio !
Ho sentito daIIa porta cosa dicevi: raccontavi di Zannowich !
Se no, cosa fai ? Storie e poi storie !
Ma, in fin dei conti, chi é ? Com'é che ha fatto a entrare ?
Perché mette iI naso neIIe sue cose ?
Ha parIato di Zannowich o non ha parIato ? Ha parIato, sì !
QueI cogIione di Nahum che gira incinto,
e parIa e parIa e non sa che pesci pigIiare !
Chi ti ha chiesto quaIcosa ?! Io no !
Ma non vedi che questo non sta bene, tu, uomo cattivo !
Anche se Iui non sta bene, non ti ha mica chiamato Dio !
Lo guardi: come se Dio aspettasse Iui ! Da soIo non ce Ia faceva !
- Sei un uomo cattivo ! - Lei stia aIIa Iarga da Iui !
Le avrà detto già come Zannowich e gIi aItri
ce I'hanno fatta a questo mondo.
Non te ne vuoi andare ?
Ma sentiIo, I'imbrogIione, iI benefattore !
VuoIe parIare con me ! Questa é forse casa sua, eh ?!
Cos'hai bIaterato di Zannowich ? Cos'é che impari da Iui ?
Dovevi fare iI rabbino tra noi, così ti avremmo nutrito !
Io non Ia vogIio Ia tua beneficenza !
E io niente mocciosi appesi aIIe sottane !
Le ha parIato deI suo Zannowich, come gIi é andata a finire ?!
- Stronzo ! Uomo cattivo ! - GIieI'ha raccontato ?
Su, non se ne vada, non stia ad arrabbiarsi ! Lo Iasci parIare !
No, parIa tu, invece !
Deve raccontarIe che fine ha fatto iI suo Zannowich Stephan !
Non Io dice ! E perché non Io dice, mi domando io !
Perché sei un uomo cattivo, EIiser !
A quanti anni é arrivato iI tuo Zannovich, eh ?
Trent'anni é vissuto, non di più, per punizione deIIe sue porcate !
Non ha reso iI denaro preso in prestito,
così I'hanno denunciato ed é saItato fuori tutto: ecco I'eroe !
Nahum, gIi hai detto deIIe sue mani nere, in gaIera ?
Quando si é aperto Ie vene e come é morto ? Eh ?!
Una beIIa vita ! BeIIa fine ! Cose da raccontare !
Dopo é venuto iI boia,
Io scuoiatore coI carro per i cavaIIi morti, cani e gatti,
e se I'é caricato, Io Zannovich.
Poi I'ha buttato presso Ia forca e I'ha coperto con Ia spazzatura.
E' vero ?
Geme anche iI topo maIato.
Questo é per te ! Perché tu sei così, mio caro cognato !
Ah, così ? ParIa tu e di' che non é vero !
Ma, senta un po', é vero queIIo che questo ha detto
di queI taIe, deIIa spazzatura, deI modo come I'hanno ammazzato ?
Ammazzato ? Perché ? Ho detto ''ammazzato'' ?
No, si é ammazzato da soIo !
ProbabiIe che s'é ammazzato.
- E aIIora, cos'hanno fatto quegIi aItri ? - Chi ? Chi ?
Ce ne saranno stati aItri come Iui, come questo Stephan.
Cosa vuoi che hanno fatto ?
Sono stati Iì a guardare.
Qua... guardate i miei pantaIoni.
Io ero grasso così.
E adesso... due pugni ci stanno, a furia di spaIare carbone.
Tutta Ia pancia se n'é andata via aII'inferno.
Così ci si rovina, eh ?
Se non si é sempre stati come si dovrebbe essere.
Ma anche gIi aItri sono mica megIio ! Io non ci credo.
Ti vogIiono far impazzire.
- Un ergastoIano ! - E aIIora ?
Dopo... ti riIasciano. Ed eccoti Iì, neIIa merda.
E' Ia stessa merda di prima ! C'é niente da ridere !
Lo vedete anche Iì, come hanno fatto con queI taIe !
Lo vanno a prendere neI suo buco !
Arriva queI porco coI suo carro
e se Io carica sopra iI carro iI poveraccio che s'é ammazzato !
MaIedetto... porco schifoso.
Che avrebbero dovuto farIo fuori.
Trattare Ia gente come cani ! Sia come che sia !
Cioé... cosa vuoi dire ?
Non si é più niente, soIo perché si é fatto quaIche cosa ?!
Devono pur rimettersi in piedi queIIi che sono stati dentro
anche se hanno fatto queIIo che hanno fatto !
Di che pentirsi ?
Bisogna trovare spazio, darsi da fare.
Poi avrai tutto dietro Ie spaIIe, tutto passato: paura e tutto.
VoIevo soIo dire... Non deve mica credere a ciò che dice mio cognato.
Non é sempre come si vorrebbe. A voIte va diversamente.
Non é mica giustizia che sbattono uno suI Ietame come una merda,
e ci buttano Ia spazzatura !
E' questa Ia giustizia verso un uomo morto ?!
Che schifo !
Adesso me ne andrò via. Voi, datemi Ia mano. Su !
Siete brava gente. Anche Iei.
Mi chiamo Biberkopf. Franz.
GentiIe Iei, che mi ha tirato su.
L'ucceIIino cantava bene giù neI cortiIe, no ?
SaIute, Neumann, ora é passata.
Ma sta davvero bene ? Se Ia sente di andare via da soIo ?
Non stia a preoccuparsi, che vado tranquiIIo.
Lei mi ha raccontato degIi occhi e deIIe gambe.
Ce Ii ho ancora ! Non me Ii hanno mica strappati !
Un beI cognac, e se viene qui uno, se ne becca un paio suI muso !
Vediamo dove trovo un beI cognac.
OGGI IN PROGRAMMA ''SENZA FAMIGLIA''
No !
Ah, interessante, si potrebbe anche rifare.
Ma con 'sto schifo di tempo... Non so proprio.
E poi, cosa sono 'ste paIIe... e 'sto tempo di merda...
Di', quanto costiamo ?
- Lasciami stare ! Accidenti ! - Cos'hai ?
Mi strappi iI vestito ! Poi chi me Io ripaga ?
Non ho più aria ! CogIione ! Ma che, sei impazzito ?!
I tre marchi me Ii dai prima. E' normaIe.
Perché mi guardi con queII'aria ?
E' successo che ho saItato un paio di annetti, Iì a TegeI.
E aIIora, ti immagini...
C'erano due figIi di re.
Si voIevano bene per tre.
II cane con Ia saIsiccia saIta Ia ringhiera.
Put, put, put, gaIIineIIa ! Put, put, put, gaIIetto !
Put, put, put, gaIIineIIa ! Put, put, put, gaIIetto !
Put, put, put, gaIIineIIa. Put, put, put, gaIIetto.
Put, put, put, gaIIineIIa. Put, put, put, gaIIetto.
- Che hai ? - Chi é iI tizio che passeggia ?
- Non é un tizio, é Ia padrona. - Ma cosa fa ?
Che vuoi che faccia ? C'ha Iì Ia cucina.
Che Ia smetta di camminare !
Cos'ha da camminare ?! Non Ia sopporto !
Dio mio, va bene, vado Iì e gIieIo dico.
Signora, potrebbe stare ferma un momento ?
Devo parIare con un signore, é importante.
- Amore mio, sei tranquiIIo ? - TranquiIIo ?
Fiero come Ia guardia, Ia guardia aI Reno.
Le scarpe giaIIe si possono risuoIare.
Fai Ia zuppa, FräuIein Stein ?
II nuovo marito di Kittys Io fa per due marchi.
Me Ia dai Ia minestra, FräuIein Stein ?
Può anche tingerIe di maròn. E' uno di pastafroIIa.
- Se sto sotto, vengo subito. - Buono per farti iI caffé.
Devo stirare iI nastro. Lo dirò aIIa signora Priese.
Me Ia dai Ia minestra, FräuIein Stein ?
Chissà che diavoIo sta cucinando.
Non ti piaccio ?
Crepo daI ridere !
Dai, mettiti giù.
Su, su, non vorrai mica piangere qua.
Adesso arrivo, ti do un beI goccetto e così tutto va a posto.
Ti-ti-ti, apri iI becchetto ! Mone-dede-deIe !
Dobbiamo stare aIIegri. Si sta bene qui.
Fanno aItri 60 pfennig. Vieni, grande uomo.
Se sei stanco, se sei giù, bevi un goccio e torna su !
E poi ho qui una cosa che, se Ia Ieggi, va subito tutto a posto !
La potenza sessuaIe si produce tramite Ia coIIaborazione di:
uno, iI sistema endocrìno, due, iI sistema nervoso,
tre, I'apparato genitaIe.
Le ghiandoIe chiamate in causa sono:
I'ipofìsi, Ia tiroide, Ie surrenaIi, Ia prostàta,
Ia vescica seminaIe, i testicoIi.
In questo sistema prevaIe iI testicoIo.
La materia che esso eIabora carica I'intero apparato sessuaIe
daIIa corteccia cerebraIe ai genitaIi.
La sensazione erotica fa sì
che Ia tensione erotica deIIa corteccia cerebraIe si scarica.
La corrente passa come eccitazione sessuaIe
daIIa corteccia cerebraIe aI centro deI cerveIIo medio.
Poi I'eccitazione scende Iungo iI midoIIo spinaIe
non senza ostacoIi, perché prima di Iasciare iI cerveIIo
deve superare Ia barriera deIIe inibizioni
di natura prevaIentemente psichica,
quaIe Ia paura di fare brutta figura.
Ma io non c'ho mica coIpa ?
E tu però mi dai 60 pfennig per Ie due grappe !
Signor Biberkopf !
E' arrivato così tardi ! Pensavo che tornasse moIto prima !
La signorina Eva ha pagato I'affitto
e ha detto che arrivava oggi, ma moIto prima.
Venga avanti.
Grazie.
Sa ancora dov'é Ia sua stanza, vero ?
Non é mica passato tanto tempo. La porta dopo questa.
Ma, se vuoIe, può passare anche di qua.
Quattro anni.
- Mio Dio ! Tu, Franz ! - Apri. Fammi entrare.
Rumpe derumpe derunnannà...
C'ho un pezzo di fiIo suIIa Iingua.
Cosa vuoi qua ? Se ti ha visto arrivare quaIcuno per Ie scaIe... !
Embé ? Che maIe c'é ? Che mi bacino iI...
Buondì !
Rumpete rumpete rump... rumpete rumpete...
Dannato fiIo suIIa Iingua... Non va giù.
Non é niente, soIo un fastidio, Iì suIIa punta.
Cos'é che vuoi qui, Franz ? Sei impazzito ?
Mi siedo qui.
E mi sono arreso coI cuore e con Ia man...
La spada Ia consegna iI Kaiser.
E iI Kaiser me Ia deve ridare indietro, a me !
II mondo va così !
Guarda che se non te ne vai, chiamo aiuto ! Grido che mi stupri !
Ma... e perché ?
Rumpete rumpete rum...
Dopo che sono stato via tanto, sono qua. Qua, seduto.
- Be', così ti hanno rimesso fuori. - Sì, finis.
Siccome mi hanno rimesso fuori, eccomi qua.
Fuori mi hanno rimesso, certo. Ma come ?
La trombetta si é rotta, é finita.
Cos'é che vuoi qui ? Cos'hai ?
Franz ! Grido, eh ?! Lasciami !
KarI sta per... KarI sta quasi per arrivare !
Con Ida é cominciato così, eh ?
Cosa vaIe una donna tra amici.
II tribunaIe civiIe di Londra, su richiesta deI capitano Bacon,
ha pronunciato Ia sentenza di divorzio
per I'aduIterio deIIa mogIie coI capitano Furber, suo commiIitone.
GIi ha offerto un risarcimento di 750 sterIine.
II capitano sembra non vaIutasse moIto Ia mogIie infedeIe,
che presto sposerà iI suo amante.
Non c'é niente da fare,
queste braccia di maschio sono di ferro... di ferro...
Grido aiuto.
Franz... Oddio... abbi pietà, Franz !
Anche Ida Ia guardava così. C'ha Ida tra Ie braccia.
Lei... C'ha tra Ie braccia Ida. Ida é mia soreIIa.
Finiti tutti i pestaggi. Finito iI correre in giro.
Finita Ia gaIera.
E' un paradiso terrestre... coi fuochi d'artificio.
Niente casa, niente gravità e niente forza centrifuga.
Scomparso, inabissato, estinto I'assorbimento deIIe radiazioni
neI campo di forza deI soIe.
La teoria cinetica dei gas,
Ia trasformazione deI caIore in Iavoro,
Ie osciIIazioni eIettriche, i fenomeni di induzione,
iI peso specifico dei metaIIi, dei Iiquidi
e dei corpi soIidi non metaIIici.
Su, strozzami. Se ci riesci, te Io Iascio fare.
Lo meriteresti.
Che dicono Ie trombe ? Che dicono Ie trombe ?
Ussari, avanti ! Che dicono Ie trombe ?
Ussari, avanti ! AIIeIuia !
Franz Biberkopf é Iibero ! Franz Biberkopf é tornato !
- Lo dico aI mio... - Franz Biberkopf é qui !
Lo dico a KarI !
Avrebbero dovuto tenerti dentro aItri quattr'anni !
Tutto intero, Franz ! Franz, eccoIo qua !
- Tieni ! - Franz é Iibero ! - Prendi iI cappeIIo e fiIa !
Adesso arriva KarI e io c'ho I'occhio bIu ! L'occhio bIu !
Non farti più vedere qui. Non farti rivedere, se no Io dico a KarI !
E digIieIo ! DigIi tutto, Minna !
Porco ! Minna, sono feIice ! Minna, sono feIice !
Sono tornato un uomo !
E chi mi ripaga iI grembiaIe ?
Maschio ! Tipico !
Mi piacerebbe una voIta immaginare anche a me
Ie cose che immagini tu !
Franz ha ammazzato sua mogIie, Ida,
iI cognome non importa, neI fiore dei suoi anni.
E' avvenuto durante una discussione tra Franz e Ida,
e Ia cosa comportò una Ieggera Iesione dei seguenti organi:
I'epidermide deI naso verso Ia punta e aI centro,
I'osso sottostante e Ia cartiIagine.
Venne notato aII'ospedaIe ed ebbe una parte negIi atti giudiziari
e inoItre Ia spaIIa destra e Ia sinistra,
che mostravano deIIe contusioni con versamento di sangue.
Non era armato, se non di un piccoIo mestoIo di Iegno.
Portò questo mestoIo a una dupIice vioIentissima coIIisione
con Ia gabbia toracica di Ida.
La gabbia toracica di Ida, partner deIIa discussione,
era fino a queI giorno intatta,
così come I'intera persona, moIto gradevoIe aIIa vista.
Anche se, a dire Ia verità, I'uomo che Iei nutriva
sospettava non a torto che Iei voIesse dargIi iI benservito
a favore di un taIe di BresIavia spuntato Iì da poco.
In ogni modo, Ia cassa toracica deIIa ragazza
non era predisposta aII'incontro con queI mestoIo.
Già aIIa prima bastonata gridò: ''Ahi'',
e non disse più: ''Brutto stronzo'' ma ''Dio mio''.
II secondo incontro coI mestoIo
avvenne ferma restando Ia posizione di Franz,
ad angoIo retto suIIa destra, aI fianco di Ida.
Ida non disse nuIIa e si Iimitò a spaIancare stranamente Ia bocca.
Ciò che prima era accaduto aIIa gabbia toracica deIIa donna
é connesso con Ie Ieggi deIIa rigidità e deII'eIasticità,
deII'urto e deIIa resistenza.
Senza una conoscenza di queste Ieggi é incomprensibiIe.
Ma bisognerà ricorrere aIIa formuIa seguente,
aIIa prima Iegge di Newton, che suona così:
''Un corpo permane in uno stato di quiete
fintanto che nessuna forza Io induce a mutare iI suo stato''.
E si riferisce aIIe costoIe di Ida.
Ecco Ia seconda Iegge newtoniana deI moto:
''L'acceIerazione é proporzionaIe aIIa forza impiegata
e avviene neIIa stessa direzione''.
Forza impiegata e Franz, oppure iI suo braccio e iI suo pugno
e reIativo contenuto.
Chiedo Ia Ioro attenzione.
Rispondo voIentieri a un Ioro desiderio,
e offro Ioro iI nuovo cataIogo e anche iI Iistino dei prezzi.
NeI mio negozio troveranno una sceIta più ampia,
infissi e mobiIi con particoIari caratteristiche di fabbricazione.
Avanti.
Signor Biberkopf, visite per Iei.
Se dovessero decidersi aII'acquisto,
si renderebbero conto deIIa quaIità deIIe nostre prestazioni.
NeIIa nostra pregevoIe esposizione,
ad ogni istante saranno i benvenuti.
Per evitare errori: MobiIi Hübner aIIa Rundschau.
- Sì ? - Franz !
- Ciao, Franz. - Ciao.
Ehi, ma perché non sei passato a casa nostra ?
Ma, non Io so, io...
Ehi, ma che c'é ?
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
- Cos'ha ? - E' fissato. - Ah... - Non vogIio più come prima.
- Franz... - Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima.
- Franz ! - Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
Non vogIio più come prima. Non vogIio più come prima.
Devi stare per i fatti tuoi, te I'ho detto, no ?
- Sono soIo i grembiaIi ! - QuaIi grembiaIi dici ?
Te ne devi scegIiere quaIcuno !
La tua roba rubata fai megIio a tenerteIa !
Mamma, c'é un uomo cattivo in casa ! Mamma !
Guarda che é soIo perché Ia gente qui non ti deve vedere !
Ma é soIo per i grembiaIi !
Ti ho già detto una voIta che Ia tua roba rubata te Ia puoi tenere !
Non é mica rubata ! Guarda qua !
Davvero, non rubati ! Davvero ! Minna !
Guarda, é tutto per te.
Sono contento, Minna. E' tutto iI giorno che sono contento.
Stanotte ho sognato di te, sai ?
- Ah, Franz, tu mi fai disperare. - Ma cos'é che non...
KarI non c'ha creduto deII'occhio nero.
GIieI'ho dovuto far vedere com'é che si fa a farsi un occhio nero.
Puoi farteIo sbattendo contro I'armadio, se Ia porta é aperta.
Può provarci anche Iui, ma, non so perché, non ci crede.
Non ci capisco, Minna.
E' che... c'ho anche queste macchie suI coIIo.
Non Ie avevo viste.
Cosa devo dire a uno, se te Ie fa vedere ?
Ti guardi aIIo specchio e non sai da dov'é che...
Se ti sei grattata, se ti prudeva...
Non farti fregare da KarI. Io a queIIo gIieIe avrei già cantate.
E poi, tu continui a venire qui. La gente ti avrà anche già visto.
Devi andare via, Franz, e non tornare più, aItrimenti mi rovini.
Va' via, Franz !
Ma come ? Cominci daccapo ?
Eh ?
VogIio soIo sedermi un momento.
- To', ne vuoi ? - No, no.
Non venire più, Franz.
Eh, Minna... cosa gIi fai a un povero cristo ?
E perché non devo venire più ?
E va bene, aIIora non tornerò più.
No ! Non venire più !
Franz !
Meck ? Meck !
E' da quando sei uscito da casa che ti sto venendo dietro.
Dovevi avvicinarti ! Perché non I'hai fatto ?
- E perché non dici niente ? - Così, non saprei.
C'ho come un'idea. Cos'é che vuoi da queIIi ?
Lei é Ia soreIIa di Ida ?
Certo che Iei é Ia soreIIa di Ida ! E che vuoI dire ?
Non ce ne hai ancora abbastanza ?
E' tutto finito ormai.
Ma é che non potevo non farIo. Perché, non Io so neanch'io.
Ma tutto queIIo che ho fatto, Io dovevo fare, perché serviva a me.
- Capisci ? - Sì. Poi, se Io dici tu...
Già, te Io dico io !
Beviamoci un grappino, é tanto che non Io facciamo !
Sì, ne é passato deI tempo.
Quattro anni e un paio di giorni.
Di' un po', suI serio, Ià dentro com'era ?
Non diverso che fuori. Tu ti meravigIi, eh ?
Però é Ia verità, e Ia verità é Ia verità.
E Ia verità... Ia verità é Ia verità.
- QueIIa chi é ? - E' una poIacca: Lina. E' sempre qui.
Di' un po', c'ha quaIcuno ?
Nessuno sa niente di Iei, ma si sa che é una brava ragazza.
E' una che mi andrebbe.
Di' un po': non é che invece c'ha quaIcuno ?
No, davvero no. Vive. Ciascuno cerca di farIo.
Di questi tempi, ciascuno deve badare a tirar notte.
Già, ciascuno tira a campare.
- E tu ? Cos'é che fai tu ? - Cosa vuoi che faccia ?
Faccio un po' questo, un po' queIIo,
domani faccio quest'aItro e poi... quest'aItro, così.
Già, é I'aria che tira !
Cambiare, bisogna ! Rifare daccapo, nuovo e diverso !
- Tutto diverso e tutto nuovo. - E mettere Ia testa a posto.
Già, c'hai ragione.
Ciascuno Ia testa a posto, anche chi ce I'ha già.
Anche Ia testa a posto si rimette a posto ! SaIute !
- SaIute. - SaIute.
Tu ce ne porti aItri tre, e aIIa signora porti un cognac.
Se c'ha vogIia, che venga a sedersi con noi,
e se non ce I'ha, che non ci venga !
Ehi, Lina, questo é per te, da quei due signori.
Se vuoi, te Io bevi e non ci fai neanche caso,
ma se c'hai vogIia, vai a sederti con Ioro.
Cosa c'é ? Non vuoi neanche brindare ?
Prego !
Grazie.
C'é niente da ringraziare, si fa soItanto dopo,
oppure si può anche non fare, non ha nessuna importanza.
- Lei é stato maIato o... - Si può dire anche così.
Si può dire anche così.
E' stato in gaIera, aspetti... ci ha fatto tre...
No, quattro anni in gaIera.
Io...
Non si deve mica preoccupare, io a voIte c'ho una cosa...
Cose che... che vedo.
Non so neanch'io com'é che mi succede.
Vedo una certa cosa, poi vengo a sapere che era vera.
Quattro anni a TegeI.
Vede ? Adesso é tutto a posto. SaIute !
SaIute !
Dov'é che ti attacchi ?
Puoi credere a questo, puoi credere a quest'aItro.
La reaItà non é mica tanto reaIe.
Continua a cambiare: un giorno così e un giorno cosà.
Già, quattro anni !
Cos'é che sono quattro anni ?
Sai Ia nostaIgia cos'é ?
Ciò che mi rimane di te.
Più non mi scaIda iI soI, grigio e freddo iI mar
da che non sei più con me, con me.
Sai Ia nostaIgia cos'é ?
Con me, con me.
Testifortan.
Da dov'é che ce I'hai ?
Era... di uno che é stato qui, non Io ricordo neanche.
Forse 10 o 20 giorni fa. Lui Io prendeva.
Testifortan.
Testifortan, Iicenza di fabbricazione numero 3 6 5 6 3 5.
Terapeutico, sessuaIe, autorizzato daI dottor Magnus HirschfeId
e daI dottor Bernhard Shapiro,
Istituto di Scienze SessuaIi, BerIino.
Le principaIi cause deII'impotenza sono:
insufficiente carica funzionaIe deIIe ghiandoIe endocrìne,
eccessiva resistenza e soverchianti inibizioni psichiche,
esaurimento deI centro deII'erezione.
Quando I'impotente deve riprendere i suoi tentativi,
va stabiIito soIo in base aI decorso deI caso individuaIe.
Una pausa é spesso preziosa.
Una pausa é spesso preziosa.
Cosa c'hai ? Io sono fatto così.
Sì ? Sei uno così ?
Sì.
Be'...
Eh ?
Che beIIa peIIe che c'hai.
Sono queste Ie cose che sogni.
E manco sai di cos'é che sogni, Ià dentro.
E poi, gIi orecchi, e qui dove i capeIIi...
E iI sorriso, e come mi guardi.
E tu Io sentivi.
Chissà se anche gIi aItri...
Non sanno neanche Ioro cosa sognano, cosa vedono in sogno,
quando stanno Iì con gIi occhi chiusi... e hanno i sogni.
No, io adesso... adesso Io so cos'é che voIevo.
VoIevo avere un motivo per poter fare queIIo che voIevo fare.
E adesso Io so.
E voIevo già farIo prima, e non Io sapevo neanche.
Io Io voIevo giurare !
Sì, proprio, voIevo far giuramento di restare sempre onesto,
di restare sempre onesto.
E che non farò più niente di diverso
niente di diverso da queIIo che fanno gIi aItri,
ma niente di niente di queIIo che gIi aItri non fanno.
Questo voIevo giurare: giurare di restare sempre onesto.
Ecco cosa voIevo giurare !
E adesso ho giurato, e tu I'hai sentito.
Io ho fatto giuramento !
Sì, io ho giurato che resto onesto !
Ho giurato che resto sempre onesto.
Ho fatto un giuramento, e tu mi sei testimone !
Tu hai sentito ! Sì, tu hai sentito che vogIio restare onesto !
Ho fatto un giuramento, e tu mi sei testimone,
che resterò sempre, sempre onesto,
che vogIio restare sempre, sempre, sempre, sempre onesto,
che io vogIio restare onesto sempre,
che io resterò sempre onesto, che vogIio restare onesto, così...
- 'Giorno ! - 'Giorno, Franz !
Pensavo già che non venivi.
Lo sai, no, che sono uno che queI che dice Io fa !
II Iupo cambia iI peIo, ma, aIIa fine, resta sempre iI Iupo.
- Già. - Già, così é.
Già.
Signora Bast ?
Signora Bast !
- Tutta Ia notte non é venuto a casa. - Eh, così é Ia vita.
Questa é Lina, signora Bast, questa é Lina. Si dovrà abituare.
- Sì, ma... - Che ''ma'' ? Niente ''ma''.
Lina.
Su, ora vai da Iei e daIIe Ia mano. Ci devi andare d'accordo.
Dai, é una brava donna !
Io sono Lina.
Come é successo non Io so, ma... gIi vogIio bene a Franz.
E che aItro ?
Niente.
Che aItro ? GIi vogIio bene, nient'aItro.
Be', tanto, se non c'é più niente da fare, benvenuta !
Bene, Lina ! E' proprio un gran bene che Ie vai !
Perché, se Ie vai, vuoI dire che sei a posto.
To', iI signor Meck. Sempre aIIegro come una voIta.
I tempi permettendo, signora Bast. Lei Io sa.
Quando ha ragione, ha ragione.
A proposito, non so se ha importanza:
é arrivata una Iettera per Iei.
Una Iettera per me ?
Sì, deIIe autorità. Ma poi non é detto che c'ha importanza.
Oggetto: Franz Biberkopf.
In base agIi atti a me noti, Iei é stato condannato
per minacce, offese e ferite corporaIi con esito mortaIe,
per cui Iei é da considerare persona pericoIosa
aIIa pubbIica sicurezza e moraIità.
In base aI paragrafo 2 deIIa Iegge deI 31 dicembre 1842,
deI paragrafo 3 deIIa Iegge suIIa Iibertà di residenza
deI primo novembre 1867,
oItre che deIIa Iegge deI 12 giugno 1889 e deI 13 giugno 1900
é espuIso per decreto di poIizia da BerIino-CharIottenburg,
NeuköIIn, BerIino-Schöneberg, WiImersdorf, Lichtenberg, StrahIau,
oItre che dai circondari di BerIino-Friedenau,
Schmargendorf, TempeIhof, Britz, Treptow,
Reinickendorf, Weißesee, Pankow e TegeI.
La invito a Iasciare iI su indicato territorio entro 15 giorni,
con I'avvertenza che, se decorsa questa scadenza,
fosse trovato nei Iuoghi suddetti o vi ritornasse,
in base aIIa Iegge suII'amministrazione generaIe
deI 30 IugIio Q-1 1 1883,
Ie verrebbe appIicata una muIta di 100 marchi,
e, in caso di insoIvenza, una pena detentiva di 10 giorni.
Si attira aI contempo Ia sua attenzione suI fatto che,
quaIora voIesse risiedere vicino a BerIino neIIe IocaIità seguenti:
Potsdam, Spandau, FriedrichsfeIde, KarIshorst,
Rahnsdorf, Carow, Buch, Frohnau, Köpenick,
Lankwitz, StegIitz, ZehIendorf, TeItow,
DahIem, Wannsee, KIein-GIienicke,
Neuendorf, Eiche, Bornim e Bornstedt,
dovrà esibire aI IocaIe ufficio di poIizia
iI documento di espuIsione daIIe IocaIità su eIencate.
In rappr., moduIo 968 A, presidio di poIizia, BerIino.
Non fare queIIa faccia, Franz, se ti vogIio bene...
- Be'... - Di' quaIcosa aImeno.
Di' quaIcosa ! Di' quaIcosa aImeno !
Ma cos'é che devo dire ?!
Cosa vuoi che ti dica ?
Di' quaIcosa.
Dico Prunerstraße 1 , Protezione Carcerati.
A posto, aIIora, scriva: iI signor Franz Biberkopf
si é sottoposto aIIa nostra sorvegIianza.
Ci informeremo se ha un Iavoro. Dovrà venire qui una voIta aI mese.
Ogni mese ? D'accordo !
Noi controIIeremo se Iavora.
II signor Biberkopf si é impegnato a presentarsi ogni mese da noi.
Grazie ! Arrivederci !
Arrivederci, e si attenga aI nostro accordo.
Dimenticata Ia paura, TegeI, iI muro rosso e i gemiti.
Basta con i guai, una nuova vita inizia, iI resto é acqua passata.
Franz Biberkopf é di nuovo qui, i prussiani gridano: ''Evviva''.
Abbiamo vinto, Lina ! Vinto ! Abbiamo vinto, hai capito ?
Abbiamo vinto, Lina !
Abbiamo vinto !
Non devo uscire da BerIino. Devo presentarmi una voIta aI mese.