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ALLE SOGLIE DELLA VITA
REPARTO DI PEDIATRIA ACCETTAZIONE
Potete entrare.
Sono il Sig. Ellius, il Dr. Karlsson mi ha detto di chiamare un'ambulanza...
... e di ricoverare immediatamente mia moglie.
- Aveva un'emorragia? - Sė.
- Infermiera Mari. - Mrs Ellius.
- Ora come si sente? - Ho dei dolori.
- Sente delle contrazioni? - Vanno e vengono.
... e sto sanguinando moltissimo. - Il dottore arriverā subito.
- Per favore, aspetti qui. - Grazie.
Sii coraggiosa. E tutto andrā bene
Resterō qui se hai bisogno di me.
Ricordati solo, Cissi, che Ellius spera che sua moglie faccia il suo dovere!
Ami davvero questo bambino, Anders?
Devo saperlo! Non te l'avevo mai chiesto prima.
Ad ogni modo, non c'č niente che possiamo fare.
I dottori faranno il possibile per salvare il bambino.
Mettiti nelle loro mani!
Un pacchetto grande con dentro un altro pių piccolo.
Non preoccuparti, Cissi. Andrā tutto bene.
Quando č nata?
Il 20 Marzo del 1930.
Il nome completo?
Kristina Cecilia Ellius, da nubile, Lindgren.
- Indirizzo e numero di telefono? - 23 Cederdalsgatan.
201879.
- Lavoro? - Lavoro all'agenzia per l'istruzione.
- Come? - Scriva segretaria.
Quando ha avuto la sua ultima mestruazione?
Adesso non lo ricordo! Il dottore ha detto che dovevamo affrettarci!
Il dottore la vedrā tra poco. Prima dobbiamo ammetterla.
Il 27 Giugno.
- Allora č al terzo mese. - Sė.
Il dottore č in strada. Mi chiami se ha bisogno di me.
Infermiera! Infermiera!
Infermiera!
Lo sto perdendo!
- Come sto, dottore? - Le faremo un'iniezione.
Ed il bambino?
Lo voglio sapere!
Lo so giā.
L' ho perso.
Sė, purtroppo.
Mi spiace. Doveva andare cosė..
Fin dall'inizio qualcosa non andava.
Capisco.
Cosa puō essere stato?
Questo non lo sappiamo.
Dorma, Sig.ra Ellius. Non appena si rimetterā
le faremo un piccolo intervento, cosė la prossima volta andrā tutto bene.
Non che credo ci sarā un'altra volta.
Poveretta, sta soffrendo.
Mi chiedo se lo sa giā.
Poverina un corno! Sa tutto!
Cosa dobbiamo fare con lei?
Si metta gių e si copra.
E' ancora intontita dagli anestetici.
Buon giorno, Sig.ra. Ellius. Sono l'infermiera Brita.
L'abbiamo operata. Sentirā della nausea per un po'.
Qualcosa č andata male dall'inizio...
Questo bambino non doveva nascere.
Non deve dire niente. Lo so.
Non cerchi di consolarmi... Non ne ho pių bisogno.
Ho bisogno di dire una cosa...
Non ho mai visto le cose cosė chiaramente in vita mia.
Non era un bambino desiderato...
Non per suo padre...
... e l'amore della madre non č stato sufficiente...
Per questo non poteva nascere, ed č stato aspirato con un tubo...
... o č stato messo in una provetta per scopi scientifici...
Ho saputo certe cose...
Il mio bambino nella spazzatura...
Non sono stata abbastanza forte
e non l'ho amato a sufficienza.
Non se ne vada! Mi ascolti, infermiera!
Di solito non parlo, ma ora ho bisogno di parlare
Non sono confusa. Lo vedo chiaramente...
L'ho sempre saputo.
Non sono stata brava abbastanza...
... né come sposa, né come madre.
Alcuni sono predestinati e non lo saranno mai.
Non lo crede, infermiera?
E lo sanno dall'inizio.
Prima non mi ero resa conto...
Ora č come se lo avessi saputo da sempre...
Non ero felice quando rimasi incinta perché...
... in fondo sapevo che il bambino non sarebbe mai nato.
Sapevo che Anders non mi amava...
Non lo disse mai chiaramente. Non lo direbbe mai.
ma lo vedevo nei suoi occhi...
Lo vidi quando gli dissi che ero incinta.
Non importa... E' giā passato tutto...
Ora č tutto finito. E il dolore non mi ucciderā...
Tornerō a mangiare, a ridere ed a dormire... Ho giā riso e dormito...
Tutti saranno gentili con me... ... mi porteranno libri e fiori
Come puō vedere, sono di quel genere...
Ho il mio lavoro, i miei amici e tutto il resto...
So ricamare a meraviglia...
Tutto tornerā come prima una volta che sarō fuori...
Qui tutto č diverso... Posso sentirlo.
Qui uno č diverso di come č fuori...
Perfino la povera, un po' impaurita Cecilia Ellius.
Qui forse non solo gli uteri sono costretti ad aprirsi...
ma la persona intera.
Non dimenticherō mai questo momento.
Non tornerō mai pių ad essere tanto vicina alla vita...
E' passata attraverso di me, attraverso il mio corpo
... ma come l'acqua.
Come l'acqua
che non lascia tracce.
Mia madre mi abbracciava sempre cosė. Spesso non mi aiutava. Ma mi sentivo bene.
Anche mia madre, ed č bello.
- Si sente meglio ora? - Molto meglio
Credo che sia l'effetto degli anestetici.
Probabilmente ho parlato troppo.
Non so come sia finita in questo letto.
- Mi sembrava una bambola di pezza. - Una bambola di pezza?
- Mi scusi per essermi presa cosė di confidenza. - Perché no?
- Mi chiamo Cecilia. - Io sono Stina.
E lei č Hjördis.
Suo marito sta per arrivare.
Non č giorno di visite, ma l'infermiera Brita ha fatto un'eccezione.
Se vuole Hjördis ed io lasciamo la stanza. Noi possiamo camminare.
Non č necessario.
Sarebbe meglio se potessi piangere.
Stava piangendo mentre dormiva.
Si č seduta sul letto e si č messa a piangere disperatamente. Ho sentito molta pena per lei.
Per qualcosa che č successo e che non sapevo...
E tuttavia č come se lo avessi saputo da sempre.
- Che cosa? - Che al bambino sarebbe andata male.
Di solido succede la prima volta.
Mia madre la prima volta ebbe un aborto.
Poi fu facile... sette figli in nove anni.
Io non riuscirō ad avere un altro.
- Adesso come sta? - Molto meglio.
Il Sig. Ellius sta per arrivare.
- Quanto tempo dovrō restare qui?. - Probabilmente tre o quattro giorni.
Infermiera, i pannolini sono pronti.
Se continuiamo a tenerla qui, avremo un eccellente corredo.
Ma č contro le regole. I pazienti non devono lavorare.
Devo avere qualcosa da fare. Questo piccolo che non nasce mi rende nervosa.
- Diremo che č una terapia. - Che tipo di terapia?
Qualcosa che eviti che finisca per arrampicarsi sulle tende.
- Non reggerebbero il mio peso! - Č quello che temo per lei.
- Che cosa possiamo fare per lei? - Niente, grazie.
- Una tazza di tč o qualcos'altro? - Grazie.
- E' qui. - E' arrivato suo marito.
Infermiera Maud, metta il paravento.
- Buona sera. - Buona sera.
Grazie.
- E' gentile da parte tua! - Non gentile, Cissi.
- Non č gentile? - Parli come se io fossi un estraneo.
Non lo sei? Sei sempre stato gentile con me.
Come un estraneo. Sempre a distanza.
Non mi interrompere, lasciami finire!
Devo dirlo qui ed ora.
Grazie, infermiera.
- Non prendi il tuo tč? - Ci proverō.
Non voglio discutere. Dė quello che devi dire.
- Ma non affaticarti. - Io volevo dire...
- ...che so che non mi ami. - Non era meglio che aspettassi?
- Tu non eri contento del bambino. - Sei stanca ed agitata.
- Cerca di essere assennata. - Siamo sempre stati assennati e ragionevoli.
- Se almeno una volta avessimo litigato! - Cecilia, ti chiedo...
Probabilmente prima pensavi di amarmi.
Ci sposiamo e tu eri troppo gentile per ammettere che era uno sbaglio.
Quando hai scoperto che č stato un errore?
Ieri,
quando salivo le scale e mi fuoriusciva il sangue
Avevo paura. Mi voltai e ti guardai.
- E vidi la veritā nei tuoi occhi. - Bene...
Che veritā? Posso saperlo?
Mi dicevano: Non ti amo, il nostro matrimonio č un fallimento.
- La cosa migliore č che il bambino non nasca. - Non ti ho mai motivo per crederlo.
- Non puoi negarlo. - Sė che posso, lo nego assolutamente.
Io...
Probabilmente non sono stato contento come dovrebbe esserlo un padre ansioso.
Mi preoccupavo per te. Mi preoccupavo per me.
Mi preoccupavo per noi, Cissi.
Ci eravamo ripromessi di aspettare finché non avessi finito la mia tesi.
La morte di nostro figlio non č colpa mia.
Cara Cissi.
Non dobbiamo lottare abbastanza senza assumercene anche la colpa?
Non eri felice come avresti voluto?
Non piangevi di notte?
Era difficile capire se eri felice.
Ero felice. Segretamente ero felice.
A volte ero piena di gioia.
Pensavo: avrō un figlio. Ma non osavo mostrarlo.
Temevo che non ti facesse piacere.
O che non volessi mostrare la tua felicitā per paura che fosse di malaugurio.
Mi dispiace.
Sono cosė goffo.
Non mi vuoi. Questo č tutto.
Sono addolorata e delusa. Non sono quello che tu speravi.
Non sono capace neanche di darti un figlio.
Un'orribile prova di quanto sono inutile.
Devo lasciarti andare via. Voglio che tu sia felice!
Vuoi che io sia felice, e tu?
Sarō felice sapendo che tu lo sei.
Voglio andarmene, Anders.
Č quello che ho sempre desiderato. Non sono forte.
Non sono adatta a vivere.
Non sono adatta ad essere sposata.
Vuoi dire che desideri il divorzio?
Voglio che tu sia libero... Anders.
Credo che lo sapessi da molto tempo.
Ma l'ho visto pių chiaramente dopo quanto č accaduto la notte scorsa.
Ora č pių facile separarci.
Ma tutto quello che abbiamo costruito insieme ... la nostra casa,
- i mobili... i libri,...? - I beni mondani.
Lasciali per dopo.
E dopo? Che cosa succederā?
Dammi tempo.
- Non vuoi che torni? - Č meglio cosė.
- Non vuoi neanche i fiori? - Fammeli tenere! Per favore.
- Cissi. - Ora vattene, per favore, Anders!
Chiamerō comunque la capo-infermiera e chiederō di te.
- Sarebbe gentile da parte tua. - Sai che non č...
- Non vuole prendere il suo tč? - No, grazie.
Sono il Dr. Thylenius. Vorrei farle alcune domande.
Č stato qualche volta malata o ricoverata?
Non ero mai stata prima in ospedale.
Ma da piccola ebbi un lieve problema cardiaco.
Poi l'ausculteremo.
Bene cosė, grazie.
No, niente.
Quando ha avuto la sua prima mestruazione?
Non prima dei 16 anni.
- Altri figli? - No.
- Qualche aborto precedente? - No.
Qualche malattia venerea? Gonorrea o sifilide?
Mai.
Non ha fatto niente per provocare l'aborto?
Scusi, cosa ha detto?
Ho chiesto se ha fatto qualcosa per provocare l'aborto.
No, non ho fatto niente.
Io volevo il bambino!
Questo č tutto. Grazie.
Potrei parlare con Tage Lundin?
- Quale Tage? - Tage Lindin.
- Pronto? - Ciao, Tage, sono Hjördis.
- Come stai? - Non molto bene.
Starai bene quando uscirai di lė! Aspetta e vedrai.
Perché stasera non vieni a trovarmi?
Di pomeriggio le visite sono proibite.
- Devo parlare con te. - Devi essere pazza! In un posto come quello!
Vengono molti uomini, amici e mariti.
Diavolo, non sono tuo marito!
- Sei il padre del bambino! - Lo stabiliremo quando sarai dimessa.
- Non come l'ultima volta! Non lo farō! - Non sarā come l'ultima volta!
Cosa devo fare? Che devo dirgli?
Fanno continuamente domande. Che cosa hai fatto? Che cosa farai?
Le loro domande mi fanno impazzire.
Tieni la bocca chiusa! Silenziosa come una tomba.
Non possono costringerti!
Ora metti gių. Non posso restare a parlare per tutto il giorno!
Ciao.
Non sono meravigliosi?
Potremmo fare due chiacchiere. Ho un po' di tempo.
- Non abbiamo niente di cui parlare. - Venga.
L'infermiera Brita ha detto che ora sta meglio.
Le emorragie si sono fermate e non ci sono segnali inquietanti.
Si sieda.
Ma...
Forse non č contenta di questo. Forse avrebbe preferito...
Bene. Dice che non pensa di sposarsi col padre del bambino...
E non vuole andare a casa dei suoi genitori.
I suoi genitori ancora non sanno niente.
Posso ripetere solo quello che le ho detto prima.
La situazione di una madre non sposata in Svezia...
č completamente diversa rispetto a 30 o 40 anni fa.
Lo stato aiuta e protegge la madre,
come lei lotta per suo figlio.
Ci sono l'assegno di maternitā ed il sussidio familiare
l'assistenza gratuita e la previdenza sociale.
I diritti del bambino sono protetti dalla legge...
Ed un difensore civile del bambino la sosterrā,
si assicurerā che il padre paghi la sua parte...
Ci sono case nelle quali si puō rimanere prima e dopo il parto.
Ma sarebbe meglio che si mettesse in contatto coi suoi genitori.
Lei ha paura di sua madre, non č vero?
- Vuole che la chiami io? - Non ho paura di mia madre.
Non si preoccupi, non faremo niente senza il suo consenso.
Deve capire che l'atteggiamento della societā č cambiato.
Non č né vergognoso, né sfortunato per una ragazza partorire.
Si puō fare chiamare Sig.ra e trovarsi una casa.
Dove troverō il denaro? Dalla banca?
Le procureremo un prestito e l'aiuteremo ad affittare qualcosa.
- Come pagherō l'affitto? - Certo, dovrā lavorare, č chiaro.
- E chi curerā... - Ci sono asili eccellenti
ed economici, per lavoratori a basso reddito.
- E di notte, o se mi ammalo? - Bene...
Qualcosa dovrā anche farla da sč.
La gioia di avere un figlio... Qualcosa per cui vivere...
Mi dica, perché non cerca di vederlo cosė?
Come un dono.
Qualcosa di prezioso.
Non tutti hanno il privilegio di averne uno...
Ci sono donne che non possono avere figli.
Lei vuole solo farmi piangere di paura!
No, cara, non voglio spaventarti.
Non sono la sua cara!
E lei vuole che pianga, perché cosė mi debilito.
Una volta indebolita mi interrogherā e mi farā parlare.
- Non la obbligheremo. - E mi costringerā a tenere il bambino!
Denaro di qui e denaro di lā. Case di qui e case di lā.
Non sono meravigliosi?
Io credo che siano disgustosi ed odiosi!
Che cosa sa lei di tutto questo? Ha solo letto un mucchio di libri!
Non ha mai visto un paio di braccia tatuate che frugano dentro di lei!
Ehi! Ci č mancato poco!
Crede che i bambini siano belli?
- Questo č il motivo? - Pensa che sia cosė?
Li vedo giorno e notte, anno dopo anno.
Perciō sono parziale.
Non sono esattamente adorabili. Ma c'č qualcosa in loro...
Sono completi fin dal principio.
Polmoni che respirano, cuori che battono,
dita che stringono le nostre.
- Credo che siano un piccolo miracolo. - Credo che siano schifosi.
Davvero? Nient'altro?
Li compatisco di essere nati.
Cos'č quel modo di scalciare, strillare e battere i piedi?
Ad ogni modo č una merda. Č una merda.
- Non č una merda. - Io penso cosė.
Magari non fossi nata!
Oh Dio, se non fossi nata!
Non solo ora, lo pensavo giā da bambina.
Per questo hai paura di partorire?
E' giusto avere un bambino se ci si sente cosė?
A volte dobbiamo fare delle cose senza farci domande.
Non posso farlo!
Perché mi tortura con il suo "non sono meravigliosi?"
Lei farebbe qualsiasi cosa per averne uno, ma non puō.
Ha avuto vari aborti.
Dopo l'ultimo il dottore le ha detto di rinunciare alla speranza.
Questo non significa che deve rinfacciarmelo!
Vediamo se č rimasto un po' di caffé caldo!
Dove sei stata per tutto questo tempo?
Hanno detto che ora si sarebbero occupati di te.
No? Chi lo ha detto?
- Scommetto che č stato Thylenius. - Anche l'altra. La dottoressa.
Lo senti? Lo senti il piccolo che sta qui dentro?
Mangia e dorme.
Esci, birbante, tua madre vuole tornare ad essere magra.
Esci perché abbia camicine, pannolini e pantaloncini per casa!
Esci per tuo padre che la notte non riesce a dormire!
Esci di lė, bricconcello, birichino e monello!
Esci e vedi tua madre.
Non č che hai sgraffignato qualcosa del mio armadietto delle medicine?
No, questa č fede, speranza ed amore!
A volte si ha bisogno di una spinta.
- Birra? Sarā la prima. - Ne hai bisogno per ingoiare questo.
Olio di ricino? Allora sarā anche la mia ultima birra!
Ma bisogna farlo.
Devo berlo a sorsi?
Vieni.
Uno per papā... uno per mamma
Uno per il Padreterno e nessun altro.
Uno per la nonna che non c'č.
Ed un altro per il nonno...
che vive in cittā.
Uno per me, felice come puoi vedere.
Ed uno per il bebé,
orgoglio e gioia di sua madre.
Ha mai avuto una paziente cosė pazza?
No, Mrs Andersson lei č la peggiore che ho avuto!
L'ho aspettato tanto. Impazzirō non esce presto.
Che succede, Mrs Andersson?
Niente infermiera. Assolutamente niente.
Che cosa dice la Bibbia?
Una spada attraversō la sua anima.
E' cosė.
Non so da dove č venuto...
ma all'improvviso ho pensato...
e se non uscisse come dovrebbe?
Ho sentito un grande dolore.
Perché ho riso e scherzato cosė?
Č pericoloso.
- Cantare innanzitutto. - Ma non prima della colazione.
Č prima di cena.
Allora non conta!
Cielo! Abbiamo visite tra solo mezz'ora.
Prendi.
Avresti dovuto fare la parrucchiera.
Hai un bel tocco.
Ancora non č troppo tardi. Hai soltanto un bambino.
Cosė potresti mantenere il tuo piccolo.
La mia parrucchiera mantiene due bambini...
e non conosco due bambini pių gradevoli.
Ehi! Come lo fai bene! Sembro pronta per una festa!
Credimi, guadagneresti dei soldi!
Dio mio!
- Dovrei truccarmi? - Sė, fammi vedere come stai.
Lascia!
- E tu? - Nessuno viene a trovarmi.
Siediti. Vieni.
Non sembrerai bella come me, ma puoi comunque essere carina.
Ora vediamo.
E come sai che non verrā nessuno?
Non puoi essere sicura.
No. No, no...
Devi avere fede!
Ora vediamo.
Cosė č meglio. Ora da questo lato.
Stina non č cosė stupida come credi.
E cosė... Questa č la mia bambina.
Mio marito non verrā... č stato qui stamattina
- Non č piacevole avere qualcuno che ci sistemi un po'? - Certo.
Sarā una madre meravigliosa.
E anche lei!
Guarda, il fegato! Dobbiamo essere anemiche!
Timo. Hanno usato timo.
Le metto qui il piatto?
Sė, per favore.
E' arrivato papā!
Sei stato al cottage a prendere dei fiori?
Sė, sono riuscito a trovare il tempo.
Ho pensato che a te e al bambino sarebbero piaciuti.
Fiori non comprati, noi abbiamo i nostri!
Arriverā presto, gli stanno facendo fretta.
Mi hanno dato birra e olio di ricino. Pensa, birra!
Non sono mai riuscito a farti provare la birra. Confido in lui.
Non credere che lo rifarō. E' stato orribile!
Questo ha buon aspetto, fegato.
- Poverino. Scommetto a che non ti danno del cibo decente. - Non mi compatire.
Non credere! Avresti dovuto vedere la pancetta che ho fritto per cena! Cosė croccante.
Cerca Hjördis?
- E per dolce... - Ciao, Hjördis.
Ciao.
Non ti avevo riconosciuto con questo vestito.
- Prego, si sieda. - Grazie.
Tutti dal dipartimento ti mandano i loro saluti.
I fiori sono da parte di tutti...
Li ho comprati ad ora di pranzo, e non avevo dove metterli,
sicuramente hanno bisogno di acqua.
- La chiederō all'infermiera. - Puoi farlo? Puoi chiamarle?
- Vengono ogni volta che le chiami. Le pagano per questo.
Ti ho portato anche questo.
Grazie. Non ce l'ho.
- Ti permettono di stare in piedi? - Da quando non ho pių emorragie.
Quindi? Questo significa...
Sanguinavi moltissimo al lavoro.
L'infermiera Signe credeva che avresti abortito.
Sono troppo ubbidiente. Se non fossi andata al lavoro, non mi avrebbero portato qui...
- E' poi cosė male? - Avrei lavorato.
Mi hanno fatto delle iniezioni che mi hanno steso.
Che cosa avevi fatto?
Il solito... ho preso del chinino e bevuto del cognac.
- Ho saltato la corda. L'ho saltata troppo. - Vedo.
Ed ora? Che cosa farai?
- Benke dice che Tage conosce qualcuno che... - E se non volessi?
Basta stendere un telo di plastica
su questo telaio.
Lo appendi sulla vasca da bagno.
E cosė non dovrai chinarti troppo quando lo lavi.
Un lenzuolo di plastica non č caro.
Posso comprare un foglio di compensato per mettere le sue cose.
Lo metti nel bagno, e lė puoi tenere le sue bottiglie.
... polvere per l'ombelico, talco per bebé, polvere per i capelli.
Non c' č polvere per i capelli, sciocco!
Il vapore non farā incurvare il foglio?
Non se lo farō di compensato. Č duro come l'inferno. Non si incurverā.
Hai deciso tutto questo quando non riuscivi a dormire?
Sė, mi sono alzato ed ho fatto un disegno.
Sono rimasto alzato ad odorare per un po' il tuo accappatoio.
Ho aperto l'armadio, ho guardato le camicie ed i pantaloni del bambino.
Poi sono andato a letto e ho dormito come un ghiro.
Sai una cosa? Sei pazzo come me!
L'orario delle visite č finito.
- Addio. - Ciao, mamma.
Non prenderla cosė.
Non essere sciocco.
Ciao.
Salutami il ragazzo!
Il mio momento della bellezza č finito... breve ma dolce!
- Vuole qualcosa per dormire? - Non prendo pillole.
Potrebbe averne bisogno la prima notte. I dolori sono cessati?
- Sta battendo. - Č in attesa.
Le metto qui.
Immagino che per oggi ne ha avuto abbastanza.
Il sapore dell'olio di ricino mi ha rovinato cena, comunque era buona.
Il fine giustifica i mezzi, Mrs Andersson.
- Che belle. - Vengono dal nostro cottage estivo.
- Saluti suo figlio. - D'accordo, infermiera.
- Posso spegnere la luce? - Sė.
- Buona notte e dormano bene! - Buona notte.
Č ora dell'ultima poppata della giornata.
Mi fa male la pancia.
Forse nascerā questa notte.
Non oserebbe.
Dovrebbe vergognarsi, rovinare il sonno di sua madre!
Ma č il benvenuto.
Questa notte.
Voglio che sia battezzato in chiesa.
Anche se Harry ancora non č d'accordo.
Harry.
Č davvero meraviglioso.
Ma ci sono cose che non puō capire.
- Avete giā deciso che nome gli metterete? - Harry, ovviamente.
Come suo padre. Č deciso.
E Konrad come mio padre. Che nome! vero?
e Torsten come il padre di Harry. Li avremo tutti!
Ed ognuno pensa che dovremo chiamarlo cosė.
Ma per me sarā sempre il piccolo Harry.
Oh, caro.
Sarā meraviglioso potere ritornare a dormire sulla pancia!
Bene, piccole, č ora di dormire.
Tempo di sognare, come diceva sempre mia madre.
E a dormire.
- Buona notte e dormite bene! - Buona notte.
Sogni d'oro.
E' incominciato, infermiera! Sta arrivando.
Quanto sono ravvicinate?
Ogni cinque o sei minuti.
La porteremo in sala parto.
E' ora, ragazze! Come sono felice!
E dolce, cara infermiera...
Si assicuri che i fiori domattina siano portati gių. Sono da...
Non avere paura, ragazza, č meraviglioso, č la vita!
Spero che possiate ritornare a dormire.
Infermiera Inga-Britt.
- Quello č il suo letto? - Sicuro.
Sarā il principe erede?
Per favore, si tiri su.
Inspiri profondamente.
Mi stavo vantando per tutto questo tempo che sarā un maschio,
ma sarō altrettanto felice sia quello che sia.
- Ma credo... - Anche io creo di sė, e molto rapidamente.
Sarā rapido, Mrs Andersson.
- Come si sente? - A meraviglia.
Credo che la testa sia messa in gių.
Sta spingendo durante le contrazioni?
Credo di sė.
Mi avvisi quando avrā la prossima contrazione.
Credo che stia arrivando.
Inspiri profondamente e trattenga il fiato.
Spinga il mento verso il torace!
Spinga. Č la cosa migliore.
Continui a trattenere il respiro! Continui a spingere.
- Le contrazioni sono finite? - Non lo so.
- Riesci a dormire? - No.
Č impossibile. Sono ben sveglia.
Anche io.
- Posso sedermi un momento? - Sė.
Metti quella coperta, per non prendere freddo.
Magari avessi una sigaretta.
- Prendine una. - E se viene qualcuno.
Nel cuore della notte, non verrā nessuno.
Non ha un buon sapore.
Non riesco ad assaggiare niente.
- Per colpa del maledetto bambino! - Non dire cosė.
- Non ha fato niente di male. - No.
Ma io sė.
Tu pensi che io sia orribile. Anche io.
Credo di essere orribile.
Non vorrei rispondere come faccio, ma le parole escono delle mie labbra.
Č come mordere qualcuno che non si vorrebbe ferire.
Poi di notte, quando non posso dormire, mi arrabbio con me stessa.
Tutto cresce e cresce e si ammucchia su di me.
Ed io scendo sempre pių in basso.
Qualunque cosa faccia, va male, e non so che cosa fare!
Maledizione!
Che confusione ho fatto. Ho lasciato cadere la sigaretta.
Si accorgeranno che qualcuno ha fumato.
Dirō che sono stata io.
- Vuoi che accenda la luce? - No, l' ho trovata.
Hai detto: "Se le cose fossero diverse", che volevi dire?
Se realmente qualcuno mi amasse e volesse sposarsi con me...
Se avessi un posto dove vivere, una vera casa.
Allora sarei felice e probabilmente amerei il bambino.
Certo non come Stina.
Ma... a modo mio.
Prima i bambini mi piacevano sempre.
Prima quando? Quanto tempo fa?
Mi sono stancata di vivere in casa, non accadeva mai nulla, e mi sono trasferita in cittā.
Credi che i tuoi genitori ti aiuteranno?
No.
No. Mamma non mi perdonerā mai!
E' stata l'ultima cosa che ha detto.
Non voleva che me ne andassi.
Temeva che questo potesse succedere.
"Non ritornare a casa mia trascinando un bebé. "
Questo lo dicono tutte le madri.
Ma alla fine accolgono le figlie a braccia aperte.
Non mia madre.
Mia madre č stata sempre molto orgogliosa ed arrogante.
Benché papā sia solo un boscaiolo.
A lui probabilmente non importerebbe troppo.
- Ma mamma... - Ed il padre del bebé?
Non č un padre.
Lui vorrebbe disfarsi del bambino.
L'ha fatto giā un'altra volta!
Vedi...
Non sapevo che era cosė.
Non sapevo niente. Ho fatto tutto quello che mi ha detto.
Ma non lo rifarei... mai!
Preferirei morire soffocata!
Perché non mi ha lasciato quando tutto questo č iniziato?
Sembra un grande grumo...
che mi succhia tutto il sangue.
Ma quello che dici č vero.
Non ha fatto niente di male.
A volte di notte ci penso.
Non ha fatto niente di male. Non ha chiesto lui di nascere.
Allora ricordo di quando ero piccola e desideravo andare via di casa.
Spesso mi chiedevo: chi ha deciso che dovessi nascere qui?
"Chi lo ha deciso"?
Ad ogni modo io avevo una vita accettabile rispetto a quella che avrā lui.
Senza un padre e tutto il resto.
Quando crescerā si domanderā:
"Perché mi hai messo al mondo"?
"Sarebbe stato meglio che mi avessi lasciato morire al momento della nascita. "
Credo sempre che dovresti parlare con tua madre.
Le madri non sempre sono come uno crede.
Sono state giovani e non hanno dimenticato che significa essere giovani.
Scusami, Hjördis, ma credo che il sonnifero stia facendo effetto.
L' ho preso quando Stina se ne č andata.
Perché non provi anche tu a dormire?
Non posso.
Tento e tento, ma mi fa sentire pių sveglia.
Mi sento inquieta.
Perchč non prendi una pillola per dormire?
Non stai prendendo le tue medicine?
Le iniezioni non le posso evitare, ma non prendo pillole.
Hai un bebé molto forte,
che si organizza per restare sveglio.
Non so qual č la pillola per dormire.
Questa gialla č uguale a quella che ho preso io.
- Questa potrebbe farmi dormire. - Sė, sono sicura che ti aiuterā.
Buona notte, Hjördis.
Sono giā quasi addormentata.
Č destinato ad essere un ragazzo forte.
Spinga il mento verso il torace e trattenga il respiro!
Appena un po' di pių! Cosė!
Stringa. Stringa. Cosė.
Ci siamo quasi.
Facile. Si riposi.
Riposi un po' e riprenda fiato. Ma deve restare distesa.
Ci vorrā ancora molto?
- C'č una pausa tra le contrazioni? - No, sono continue.
- Il dolore si č fermato? - No, fa ancora male.
Santo Iddio, non immaginavo che sarebbe stato cosė difficile.
Cerchi di rilassarsi, Mrs Andersson.
Ci provi e respiri lentamente.
- Vado a chiamare Dr. Melin. - Gli dica di sbrigarsi.
Dovremo farle l'anestesia, Mrs Andersson.
- Qualcosa sta andando male? - Č un po' agitato.
Sarā meglio se si addormenta.
Col forcipe no! Potrebbe ferire il piccolo!
Ci riuscirō! Io... Io...
Č per il suo bene.
Per favore conti con me. Uno, due, tre,
quattro, cinque, sei,...
Buongiorno!
- Č giā l'ora? - Ho sentito delle grida.
Mi chiedo chi starā facendo tutto questo rumore.
Non dovrā chiederlo a lungo. Questa č la sua fermata.
Oh, stai morendo di fame! Forza, ometto. Vieni.
Dio, sto gocciolando dappertutto.
Vieni, sbrigati.
Sta giā portando i fiori?
Solo questo ramo... Ieri sera le ho promesso che lo avrei portato.
- Ha avuto il ***? - Credo di sė, l' hanno portata a mezzanotte.
Prima č stata qui, ma in un'altra stanza.
Questo non č modo di comportarsi!
Inghiottilo tutto, d'un colpo!
Ora il ruttino.
Infermiera Maud?
Infermiera Brita, che č successo?
Il bambino č morto.
Sembra che le doglie siano state troppo violente.
Era tanto ansiosa e tanto felice! Non accade spesso.
- Lo sa? - Credo di sė.
Ho freddo.
Le porterō un'altra coperta, Mrs Anderson.
Che facciamo?
Niente, Hjördis. Non c'č niente che possiamo fare.
Č cosė orribile,
come se la vita stessa fosse morta.
Come se niente potesse nascere di nuovo.
I dottori stanno facendo il loro giro e presto saranno qui.
- Come sta Sig.ra Ellius? - Abbastanza bene, suppongo.
Sento un pochino di dolore.
- Si č alzata? - No.
Questo pomeriggio puō scendere dal letto per un po'.
Perché č morto?
Mi sento impotente come lei.
Mi dispiace moltissimo. Non c'era niente che non andava in lei.
E per quello che posso vedere, non c'era niente che non andava neanche nel bambino.
Ma... la vita gli č stata negata.
Questo puō suonare crudele.
Č tutto quello che posso dire.
Ma.
Ma.
Ieri era vivo!
L' ho sentito scalciare!
Ieri sera.
Ma non č sopravvissuto all'ultimo passaggio.
Per quello che sappiamo, questo era troppo per lui.
Potrebbe essere dovuto ai cambiamenti nella placenta...
provocati dal ritardo nel parto.
Č probabile che la prossima volta andrā tutto bene.
Credo che potremo dimetterla.
Prima incontrerā l'addetta Gran, l'aiuterā.
Sė, stanza E.
Lei ora non puō metterli lė!
- I fiori sono suoi. - Ma non puō. Chiederō a Brita.
Sė. Raggi X, domani alle dieci. Grazie.
Brita, non permetta che nessuno li porti a Stina!
Li metteremo qui, Hjördis.
Sta tremando. Si vesta, presto andrā via di qui.
Č cosė orribile lė dentro. Morte dappertutto.
Infermiera Brita?
Mi presta del denaro per chiamare mia madre?
Certo.
Mi terrā la mano mentre parlo con lei? Non ci vorrā molto.
- Qual č il numero? - Söderåsen 975.
Infermiera Brita della clinica. Vorrei fare una chiamata.
Potrebbe mettermi in contatto con Söderåsen 975. Grazie.
Reparto 2, infermiera Brita.
Un momento.
975? Mamma?
Mamma? Sono Hjördis...
Mi sono ammalata e sono stata in ospedale.
Ma ora mi sento meglio.
Mamma?
Mamma... sono incinta... per questo sono stata malata.
Pensavo di abortire ma non posso...
Mamma, voglio tenere il bambino, ma sono sola...
Posso?
Anche se il tuo peggior incubo si č realizzato?
Arriverō a casa domani! Prenderō il treno della notte!
Ciao, mamma.
Hai sentito, infermiera Brita?.
"Vieni presto", mi ha detto.
Non ci posso credere. Ed io che avevo tanta paura di lei!
Ha il denaro per il biglietto, Hjördis?
No, non ce l'ho. Come faccio?
Le presterō il denaro. Gran me lo rimborserā.
- Quanto costerā? - 27,50 corone.
- Le darō una ricevuta. - Non č necessario.
No, la voglio fare. D'ora in poi voglio che tutto sia fatto come si deve!
- 50 corone sono sufficienti? - oh, sė, finché non troverō casa!
Va bene?
Se tutto andrā bene, sarā grazie a lei, Brita.
No, ho sempre saputo che dipendeva tutto da te!
Reparto 2, infermiera Brita.
Va bene.
Sė. Sė, molte grazie.
- Tu ed Anders siete una bella coppia! - Greta...
Normalmente non mi intrometto negli affari altrui.
Ma Anders č mio fratello e significa molto per me.
- Devi capire. - Capire cosa?
Che le donne come me non dovrebbero sposarsi mai...
Siamo abbastanza indipendenti per volere vivere da sole...
ma non tanto da sostenere
la persona con cui ci sposiamo.
Vivere sole č l'unica opzione.
Che cosa pensi che sia la solitudine?
Una fredda serenitā, una sicurezza inviolabile?
Questa č un'illusione, Cissi.
La vera solitudine č un'impresa.
Con la paura costantemente in agguato.
Una paura costante, Cissi.
- Puoi sopportarlo? - Nonostante tutto, credo di sė.
Non č dovuto tutto questo al tuo complesso di colpa ed alla tua attuale condizione fisica?
Questa condizione fisica di cui parli...
Vado via e vorrei salutare.
- Non abbiamo tempo per... - Vado a casa.
- Da tua madre? - Grazie per tutto.
Č stata molto gentile.
Stina sta dormendo. Puō dirglielo lei che io me ne vado a casa?
Certo, Hjördis! Buona fortuna!
Ad ogni modo, non puoi comportarti come hai fatto ieri...
Anders č distrutto. Non riesce a capire. Dovete parlarne.
Sė, torneremo a parlarne.
Gli dico di venire stanotte?
Digli di venire, se vuole, e se non č troppo stanco.