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Il mio nome è Jorge Huenchullan, sono “werken” (portavoce) della Comunità Autonoma di Temucuicui,
sono anche portavoce dei prigionieri politici mapuche che sono nel carcere di Angol. Personalmente
ho un fratello che è stato processato con la “legge anti-terrorista”, il suo nome
è Felipe Huenchullan, è un Prigioniero Politico e ha trascorso più di un anno in
carcere a seguito di processo indebito. Attualmente egli è sotto processo per 4 “delitti”
definiti “terroristi”.. è per questo che noi riteniamo sia sproporzionato applicare
questa legge ai mapuche La lotta mapuche è una lotta storica, che
dura da secoli. Dall’arrivo degli spagnoli nel 1540 in poi, ci furono dei personaggi
molto importanti, leader mapuche di spicco: Lautaro, Caupolicàn, Galvarino, una serie
di personaggi di quel tempo che condussero una lotta dura, non si sottomisero a nessun
dominio e dimostrarono alla corona spagnola che i mapuche, presenti nel territorio del
Cile, in nessun modo sarebbero stati conquistati. Durante questo processo di conquista, molto
lungo, la nostra gente, il nostro popolo, fece trattati di territorio, trattati di pace,
trattati stipulati tra due nazioni sovrane che erano: la corona spagnola e la nazione
mapuche. Tra i trattati più importanti che sono stati
stipulati, risulta il trattato di territorio in cui la corona spagnola riconobbe al popolo
mapuche i territori dal fiume Bio-Bìo fino al sud del Cile: da quel fiume in giù era
stata riconosciuta la sovranità mapuche. Dal 1850 in poi, dopo che il popolo mapuche
si era liberato della corona spagnola, e anche l’esercito del (neo costituito) Cile si
era ribellato al dominio spagnolo, l’esercito cileno diede inizio ad una invasione militare
per conquistare il territorio mapuche, che con la propria sovranità si estendeva dal
fiume Bio-Bìo fino al Sud. Quel periodo è stato chiamato dall’esercito
cileno la cosiddetta “Pacificazione della Araucania”, un periodo tra i più sanguinari,
in cui lo stato cileno ha condotto un vero e proprio genocidio della popolazione mapuche.
In questo periodo cominciarono a sottrarci il nostro territorio.
Le comunità mapuche sono state costrette a vivere in spazi sempre più ristretti, di
cui non hanno nemmeno la sovranità: è stato perso tutto il territorio ancestrale, che
a seguito dell’occupazione è passato ad essere dello stato cileno. Allora il governo
cileno per legittimare l’usurpazione, l’espropriazione della terra ha promosso e ha avallato la presenza
dei coloni europei nelle nostre terre. La maggior parte delle terre che i mapuche
rivendicano, sono oggi nelle mani dei coloni di origine europea, delle imprese forestali,
spesso multinazionali di cui la maggioranza sono europee.
La terra, il territorio, per i mapuche è la base della vita e dell’esistenza.. è
la base dello sviluppo della nostra cultura, è la continuità storica della nostra gente
e della nostra conoscenza. Nella biodiversità troviamo il compimento della forza mapuche
e il compimento della vita stessa, per questo noi rispettiamo molto il nostro territorio,
la nostra natura e la biodiversità. Questo ovviamente non solo dal punto di vista economico
o del profitto, ma piuttosto come la base stessa della vita.
Senza la nostra “mapu” (terra), il mapuche non potrebbe esistere e sarebbe condannato a
scomparire: è per questo che la nostra gente, le nostre comunità, il nostro popolo tutto,
hanno intrapreso un processo di lotta e di mobilitazione perché ci venga restituito il
nostro territorio. Per questo è fondamentale la lotta mapuche in
questo momento, altrimenti non potremmo proseguire la nostra esistenza, visto che siamo continuamente invasi
da imprese forestali che in modo lampante ci stanno letteralmente saccheggiando: ci
spogliano delle nostre terre e delle nostre medicine, le nostre erbe medicinali, i nostri
alimenti. Stiamo praticamente perdendo tutto con questa invasione forestale, che per
di più introduce delle specie esotiche che non rispettano l’equilibrio della natura stessa
del nostro territorio. La lotta mapuche è sempre stata non violenta,
ciò significa che noi facciamo occupazioni pacifiche delle terre che sono nelle mani
delle imprese forestali, e nelle terre che sono oggi nelle mani dei coloni, non abbiamo
mai usato violenza contro la popolazione, contro i privati o contro la Forestale o
contro gruppi di persone che consideriamo non-mapuche. Certo, la nostra lotta è di
carattere politico-sociale con la quale chiediamo che lo stato cileno prenda in considerazione le
nostre richieste perché la nostra è una lotta legittima e giusta. È questo il tono, fermo,
che accompagna le nostre rivendicazioni. La lotta mapuche non è mai stata armata, non
esistono gruppi guerriglieri e non è mai esistita neanche la remota possibilità che
un giorno la nostra lotta divenisse un conflitto armato per sollecitare un dialogo tra il
popolo mapuche e lo stato cileno. E ovviamente la nostra rimane una lotta di carattere politico
e sociale. Lo stato cileno ha criminalizzato la nostra gente
e i nostri di rappresentanti, ci ha ingiustamente criminalizzato e ha agito in modo estremamente
razzista e con modalità molto discriminatorie con i nostri fratelli.
Qui si violano i nostri diritti: qui non si rispettano il nostro essere indigeni mapuche.
Noi non siamo considerati dentro lo Stato Cileno, la nostra opinione non ha valore dentro lo
stato, qui non abbiamo partecipazione politica per poter decidere noi stessi sulla gestione
del nostro territorio. Non abbiamo autonomia sovrana con la quale poter
agire, e poter decidere come popolo mapuche, di noi stessi, della nostra vita, e pianificare
come meglio riteniamo, in che modo dare continuità al nostro popolo.
Come conseguenza ultima, lo stato cileno ha 34 prigionieri mapuche sparsi in diverse carceri
del sud del Cile in questo momento. Nel carcere di Concepcion, di Angol, di Temuco, nel
carcere di Lebu e di Chol-Chol, ci sono fratelli mapuche prigionieri politici e sono stati
tutti processati con la “legge anti-terrorista”, questo vuol dire che i nostri fratelli sono
accusati di terrorismo solo per volere portare avanti questa lotta.
Per nessun’altra richiesta o lotta sociale nello Stato del Cile è stata applicata questa
legge, ad altri manifestanti non è mai stata applicata mentre ai mapuche sì.
E’ per questo che i nostri fratelli sono stati in sciopero della fame per più di
80 giorni. Io personalmente ho un fratello a cui è stata applicata
la legge anti-terrorista. E’ in carcere preventivo per 4 capi d’accusa denominati
“delitti terroristi”. Lui si chiama Felipe Huenchullàn ed è prigioniero nel carcere
di Angol nel sud del Cile. Mio fratello, così come altri mapuche, rischia
una condanna che va dai 50 anni in su se venisse condannato per i delitti che gli sono
stati imputati. Noi riteniamo questa prassi dello Stato Cileno
un vero e proprio genocidio, una prassi che non contempla una politica idonea ad affrontare questo conflitto.
Qui, nelle nostre terre lo stato cileno ha ucciso
dei mapuche, come Jaime Mendoza Collio, Alex Lemun, Matias Catrileo, che sono alcuni “peñi”
fratelli mapuche morti negli ultimi 5 anni nelle “azioni di recupero” della terra.
In questo modo lo stato cileno ha risposto alle richieste mapuche. Invece di cercare una
soluzione per uscire da questo conflitto, ha risposto con morte e repressione per una richiesta
legittima del nostro popolo. E in questa cornice, con questo tipo di lotta, lo
stato cileno non ha solo perseguitato la nostra gente di maggior età, i nostri leader, ma
ha anche perseguitato i nostri bambini e adolescenti, accusando anche loro di essere terroristi.
Bambini di 12, 13 anni, di 15 anni di età: un esempio è Luis Marileo Cariqueo che
appartiene alla comunità di José Guiñon, nipote del Lonko (dirigente) José Cariqueo,
il quale si trova in carcere ed è stato per più di 80 giorni in sciopero della fame
perché considera che le sue accuse sono tutte infondate, che lo stato cileno ha infranto
tutti i suoi diritti di bambino e di adolescente e perché non è stato rispettato come mapuche
e come minorenne. Per questo ha portato avanti per così tanto tempo lo sciopero della fame.
Egli ha soltanto 17 anni, ed ha già 4 capi d’accusa per “delitti terroristi”. Questa è una barbarie..
non è possibile che lo stato cileno continui a vessare e a reprimere in un modo così
selvaggio la nostra gente, non è possibile che i bambini siano vittime di accuse di
questa portata: ci hanno paragonato a gruppi armati esteri come Al-kaeda, come l’ ETA,
come le FARC… ma la nostra lotta, i nostri bambini, non possono essere considerati in
questa maniera. Essere considerati terroristi ad una così tenera
età, è questo ciò che fa lo stato cileno ed è evidente. Ci sono dei precedenti, delle denuncie
di organismi internazionali in cui si evince che lo stato cileno ha effettivamente applicato queste pratiche, perseguitando i nostri bambini.
E’ una situazione terribilmente estenuante, vivere
in uno stato simile di incertezza, senza sapere quello che succederà domani, se finiremo
in carcere o vivremo in libertà. E’ difficile per una famiglia vivere in
questo modo, è dura per una autorità mapuche o un gruppo di famiglie unite pensare che
il proprio unico destino è il carcere, e questo solo perché stiamo lottando per rivendicare
il territorio ancestrale e i nostri diritti politici.
E per finire faccio un appello al popolo italiano, un richiamo alla lotta sociale che esiste
nel vostro Paese. Così come in Italia, nemmeno il nostro popolo, e noi come mapuche, vogliamo
essere divorati, né sopraffatti dal sistema imperialista - capitalista,
un sistema con il quale siamo condannati a morire. Vogliamo che le nostre idee, la nostra lotta sia
libera, vogliamo essere delle persone che pensino in libertà e crediamo che in questo mondo
si deve vivere in una maniera più umana, diciamo più “comunitaria” , in modo che
tutti abbiano il diritto di manifestare la propria opinione, di vivere liberi, di vivere senza
pressione, di vivere in modo da non dipendere da un’impresa, senza dipendere da un capitale
o da un potere economico. E se lasciamo che questa situazione vada avanti,
sicuramente i mapuche smetteremo d’esistere e i popoli indigeni pian piano scompariranno,
smetteranno di esistere. Io credo che noi abbiamo molte capacità, molto
da dare ancora ai popoli non-mapuche, alla gente europea, a tutte le nazioni.. abbiamo
molte conoscenze culturali sulla cosmo-visione, su molti argomenti che la scienza non è
in grado di affrontare. Ritengo questa un idea fondamentale che anche
gli italiani dovrebbero condividere con noi.