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Ciao a tutti quelli di SpazioRock.it, oggi siamo qua con Steven Wilson! Benvenuto!
Grazie mille! Grazie di avermi qui.
Allora, come stai?
Molto bene! Sono in Italia, il mio paese preferito.
Vorresti presentare al pubblico "The Raven That Refused To Sing (And Other Stories)"?
Certo. Questo è il mio terzo album solista ed è il primo album che faccio con la mia line-up attuale, che ho messo assieme per fare il tour
dell'ultimo mio disco. Questo è un insieme di canzoni basate su storie di fantasmi. E questo è quanto, penso che sia un buon riassunto.
Che cosa mi puoi dire riguardo questo concept dietro l'album?
I primi due brani sono vecchi rispetto all'album: erano tracce solo strumentali ai tempi e già mi suggerivano la storia di un certo tipo che
stavano raccontando, attraverso la musica. Ed allo stesso tempo, leggevo quelli che si potrebbero chiamare letture classiche. Fiction che
tratta del sovrannaturale, fiction non moderna, principalmente del diciannovesimo secolo, inizio del ventesimo, scrittori come Edgar Allan
Poe, ma anche scrittori inglesi, come M.R. James, Algernon Blackwood. Loro hanno scritto storie fondamentalmente basate sulle
persone, in situazioni precise, relazioni, ed emozioni. Ed in secondo luogo, parlavano del sovrannaturale. E a me piace molto, perché è
proprio l'opposto di quello che farebbe Hollywood.
Nell'album abbiamo alcuni personaggi, come il corvo, il 'santo bevitore', e l'orologiaio.
La figura dell'orologiaio si collega alla domanda precedente, è basata su una storia molto umana e reale, nella quale possiamo sentirci
coinvolti. Riguarda un vecchio, che è stato con sua moglie per un cinquant'anni, ma non l'ha mai amata davvero. E così va avanti, fino a
quando non ci si rende conto che la propria vita è quasi finita. Riguarda quel sentimento di rimpianto, di cosa potrebbe essere stato, di
cosa dovrebbe essere stato. Comunque, è una storia molto oscura, il cui lato sovrannaturale è che un giorno l'orologiaio impazzisce ed
uccide la moglie, la seppellisce nel pavimento del suo laboratorio, ma lei ritorna, per portarlo via con sé. Non è niente di religioso, io non
sono religioso, non credo ci sia nient'altro dopo questa vita. Penso che questa vita finisca qui. La vita è un dono e devi trarne il massimo.
E la cosa più tragica è sentire che qualcuno non sia mai stato felice, o realizzato, e che ora sia troppo tardi.
Il tempo è un concetto molto grande. La nostra vita, la nostra esistenza, è basata sul tempo, ma credo che siamo anche un pochino
ossessionati dal tempo, come se fossimo tanti piccoli Bianconigli che corrono in giro.
Sì, penso che tu abbia ragione. Andando ancora più in là, penso che la nostra ossessione sia la mortalità, perché sappiamo che il nostro
tempo un giorno finirà. E tutto quello che facciamo, tutte le nostre emozioni, la nostra felicità, la nostra tristezza, si misurano contro il
tempo. Quasi tutte le espressioni artistiche sono basate su questa nostra consapevolezza che cesseremo di esistere. Misuriamo tutto in
base al tempo. E hai ragione, il tempo è un ossessione, ma lo sarebbe comunque, vero?
Dove trovi il tempo di fare tutto quello che hai fatto fino adesso? Partendo dai Porcupine Tree, No-Man, Storm Corrosion, album da
solista e così via...
Credo che questo si colleghi alla tua domanda di prima, quella sul tempo. Penso che quest'urgenza sia dovuta al fatto che sono conscio
che il tempo stia finendo, cerco di incontrare più gente possibile, viaggio in più paesi possibili, parlo il più possibile di musica e perché è
speciale per me. Quindi, ho creato una montagna di cose senza volerlo, ho un enorme catalogo, non so come e da dove sia venuta fuori.
So che ci sono musicisti che una volta raggiunta la mia età, hanno una famiglia e vari impegni. Io no. Non ho figli, non ho una famiglia, e
questo credo che mi dia più tempo.
Mi diresti qualcosa sulla registrazione e la produzione dell'album?
A dire il vero, questo è il primo album che io abbia mai registrato live in studio con una band. Ed è dovuto in parte perché mi sentivo
particolarmente sicuro con questo gruppo di musicisti ed ero sicuro delle loro abilità, e poi, ho avuto l'occasione di registrare in un
bellissimo studio a Los Angeles, con Alan Parsons come ingegnere del suono. Avevo attorno a me tutte le persone di cui mi fidavo,
avevo comunque paura, perché avendo fatto album nell'altro modo per anni, perché era difficile lasciare andare il controllo. Ma lo
abbiamo fatto, il disco è venuto benissimo e sono orgoglioso e felice di averlo fatto. Questo modo di registrare è stato per me una
rivelazione.
Bene! Quanto ti ci è voluto per completare l'album?
La registrazione principale l'abbiamo fatta in una settimana, il che è incredibilmente veloce per gli standard odierni. Ancora una volta,
dipende comunque dalla qualità dei musicisti. A questi ragazzi fai sentire la tua demo, come ho fatto io, e ho detto loro "ragazzi, questo è
quello che ho in mente" e hanno imparato tutto in dieci minuti. Per me è straordinario avere dei musicisti che sono in grado di fare
qualcosa del genere. Non mi è mai capitata una situazione simile prima, mette paura, è esilarante, ma anche elettrizzante.
Che cosa mi puoi dire di Alan Parsons?
Alan è una di quelle persone con cui sono cresciuto, ascoltando la sua musica, la sua band, ed i lavori che ha fatto per altre band, il più
famoso è "Dark Side Of The Moon". E a proposito di "Dark Side Of The Moon", che ti piaccia la musica o meno, c'è da dire che la musica
è stata splendidamente registrata. Ho deciso che sarei andato direttamente da colui che quell'album l'ha registrato.
C'è un altro progetto che ho veramente apprezzato molto, nel 2008, ed erano i No-Man.
Oh, bene! In verità, io e Tim abbiamo del materiale nuovo, che abbiamo scritto in un lunghissimo periodo di tempo, negli ultimi due o tre
anni, e probabilmente la colpa e mia, per non essere riusciti ad entrare in studio per lavorarci. Tim ed io siamo molto entusiasti e siamo
ancora molto orgogliosi di quel disco, "Schoolyard Ghosts", cinque anni fa, pazzesco. Sì, penso che ci sia possibilità entro quest'anno, di
entrare in studio per lavorare su questo materiale già scritto.
Penso che ora come ora i tuoi piani siano di andare in tour, giusto?
Sì, più o meno. Promuovere e andare in tour con quest'album per la maggior parte di quest'anno. Ma ho anche molto lavoro di
remixaggio, album del passato, ho iniziato a farlo due o tre anni fa e mi piace moltissimo farlo, ed ha dato ottimi risultati, quindi sto
ricevendo molte richieste per questo, ed è fantastico. Prevalentemente, farò tour e remixerò quest'anno e poi vedremo che cosa
succederà l'anno prossimo. Verremo a Milano a fine Marzo per uno show del mio tour solista.
Ciao! Sono Steven Wilson e dico un grande "ciao" a tutti i lettori di SpazioRock e spero di vedervi ad uno dei concerti. Grazie per aver
ascoltato. Ciao!