Tip:
Highlight text to annotate it
X
- IIse, faccia un beI caffé. Siamo in due. - Subito.
Mieze, cosa ne dici ? Hai mai visto una cosa così ?
Una casa così non I'hai mai vista, eh ?
Mio Dio, sono vere queIIe scimmie !
Lui é pazzo di me, mi ha fatto 'sta stanza per Ie scimmie apposta.
- Ma perché proprio scimmie ? - AII'Herbert piacciono Ie scimmie.
Lo fanno divertire. E quando viene qui gioca con Ioro.
Vuoi dire che Io fai venire qui in casa, I'Herbert ?
E aIIora ? Che danno credi che fa ? II vecchio Io conosce I'Herbert.
E' anche moIto geIoso di Iui. E' una beIIa fortuna che é geIoso.
Perché se non fosse così geIoso, a quest'ora mi avrebbe già moIIata.
- Eh, sì. Può darsi. - Che cosa vuoI dire ''può darsi'' ?
E' così come ti ho detto. VuoIe persino un figIio da me.
Te Io immagini ? Un figIio vuoIe da me !
Questo piacere gIieI'avrei anche fatto.
Ma non Io vogIio fare con Iui. No, con Iui no.
E... I'Herbert non Io vuoIe ?
Chi Io sa. Non ne può avere, credo.
Mi piacerebbe daII'Herbert. Chissà perché non va.
E daI Franz ce I'avrei voIentieri.
Che hai, Mieze ? Sei mica arrabbiata ?
Mieze, ma che cos'é che fai ?
No, Eva, non sono arrabbiata, sono contenta invece.
Sono contenta che vuoi bene aI Franz.
Quanto gIi vuoi bene ? Un figIio vuoi daI Franz ? DigIieIo, no ?
Ma che c'hai ? Sei impazzita ? Me Io vuoi rifiIare iI tuo Franz ?
Non te Io vogIio rifiIare.
Io me Io vogIio tenere con me iI mio Franz. Ma tu sei... Ia mia Eva.
- Come ? - La mia Eva.
Ehi, di' un po', Mieze, sei Iesbica ?
Io no. E' iI bene che ti vogIio.
Io prima non Io sapevo così bene.
Ma prima, quando hai detto che vuoi avere un bambino coI mio Franz,
I'ho capito, così, di coIpo.
- Sì, e così di coIpo sei diventata faIsa. - FaIsa ?
Come faIsa ? In che modo ?
Lascia perdere, Mieze, smettiamoIa. Vieni.
E... tu davvero vuoi un figIio daI Franz ?
Ma insomma, mi dici cos'hai ?
Di', Eva, Io vuoi o no iI figIio ?
No, I'ho detto soIo così.
Non é vero. Tu iI figIio Io vuoi.
Adesso Io dici così che non Io vuoi.
Però io Io so che Io vuoi avere.
Che gioia che vuoi un figIio daI mio Franz !
Che gioia !
Sono contenta !
Mio Dio, sono contenta !
- Di', sei Iesbica, Mieze ? - No, Eva.
Non sono Iesbica, io non ho mai toccato una donna.
Ma a me mi vuoi toccare.
Sì, ma... perché ti vogIio bene.
E perché vuoi un figIio daI Franz.
Dovresti averIo, Eva. Sì... un figIio daI mio Franz.
- Dai, Mieze. Sei impazzita ? - No, non dire così.
Tu vuoi averIo ?
- Ti prego, promettimi che c'avrai un bambino coI Franz. - Ora bevi.
Magari così con te si può di nuovo parIare.
Si può sempre.
Dai, Mieze, adesso però mi dici com'é che trovi questo posto.
Come vuoi che Io trovo ? Un sogno é !
Ma é anche così... Non saprei.
Eh, già.
E di' un po', tu aI Franz gIi vuoi tanto bene ?
- Sì ! - Vieni qui, siediti qui.
Se gIi vuoi proprio bene aI Franz, devi stare attenta a queI ragazzo.
Se ne sta sempre in giro con queI WiIIy, queI pidocchioso.
- Non é tipo per Iui. - E' a Iui che piace queI WiIIy.
- E a te ? - A me ?
Sì, piace anche a me. Se piace aI Franz, piace anche a me.
E' che non hai occhi, sei così giovane.
E' uno che non é giusto per Franz, te Io dico io.
Anche Herbert I'ha detto. E' una disgrazia per Iui iI WiIIy.
Te Io rovina iI Franz.
Ma Mieze, é già abbastanza grave iI fatto che c'ha un braccio soIo.
Perché ?
Sai quaIche cosa ?
Mio Dio, che cosa é successo ?
Grazie tante, IIse.
Io andrei a fare Ia spesa. II signor consigIiere torna stanotte.
Ah, sì. Compera sgombri per domani. Lo sai che gIi piacciono tanto.
Spero di trovarIi, signora.
Mio Dio, Eva, mi fai stare così suIIe spine !
DimmeIo, cosa é successo ? Su, parIa !
Mio Dio, Mieze, é questo iI probIema: mica so cos'é successo.
Io non vado in giro dietro a Franz, e neanche tu Io fai.
Tempo per farIo non é che ce ne sia.
Ma cos'é che dice iI Franz a queIIe riunioni ?
QuaIche cosa dovrà pur dire, non credi ?
No, niente dice, soItanto poIitica, e io non capisco niente.
Ecco, poIitica fa, e se no niente. Coi comunisti e gIi anarchici.
E queIIa é gentagIia, gente che non vaIe un beI niente.
Con queIIi Iì va iI tuo uomo !
E a te piace. E Iavori per questo ?
Non posso mica dire aI Franz ''vai qui'' oppure ''vai Ià'' !
Non si può mica fare, Eva !
Mieze, ti dico una cosa soIa:
se non fossi così giovane, ti avrei dato un paio di schiaffi.
Tutto a un tratto non vuoi dire più niente.
Che vada un'aItra voIta sotto Ie ruote iI Franz.
No, non ci va sotto Ie ruote.
Ci penso io.
Mieze, non devi fare tante storie adesso per queIIo che ho detto.
Non voIevo dire così.
VoIevo soIo dirti che non devi farIo andare in giro con WiIIy.
Ti sei accorta che é un bestione buono, iI Franz, sì o no ?
Fa megIio a occuparsi deI Pums e di queIIo che ha coIpa deI braccio.
- Capisci ? - Sì.
Sì, ci proverò a stare attenta.
Sai, Mieze, ti invidio iI Franz, e nessun aItro.
Là sopra i monti d'Abrudpanta
é iI rifugio dei banditi.
Li comanda iI beI Guito che mi ha fatto innamorar.
Li comanda iI beI Guito che mi ha fatto innamorar.
SANNO CHE E' UNA CANZONE ORDINARIA,
DI QUELLE CHE CANTANO PER I MERCATI
MA NON POSSONO FARE A MENO DI PIANGERE QUAND'E' FINITA
PERCHE' A VOLTE LA VITA E' TROPPO BREVE
PER L'ETERNITA' DEL SENTIMENTO
Ed é così come ho detto.
Un uomo ragionevoIe crede soIo a Nietzsche
e fa tutto queI che gIi pare.
Capito ?
Nietzsche. II resto é soItanto idiozia, cari coIIeghi.
Mia mogIie é maIata.
AIIa sera non mi vuoIe in casa, dice che deve stare in pace.
E così, uno si abitua aIIe bettoIe, se c'é in casa una donna maIata.
Tu faIIa ricoverare.
MaIata Iì in casa non migIiora mica.
AII'ospedaIe c'é già stata. Ma io I'ho riportata a casa.
Non Ie andava neanche iI mangiare. E migIiorare non migIiorava.
E' così ammaIata tua mogIie ?
C'ha I'utero che si é attaccato aI retto, cose così.
L'hanno già operata ma, che vuoi, non Ie é servito a un beI niente.
II medico dice che é soItanto iI nervoso
e che tutto iI resto se Io ficca in testa mia mogIie.
Però c'ha i doIori, tutto iI giorno é Iì che grida !
Ma guarda tu !
Tra un po' Ie scrive che é guarita, sta' a vedere.
Per queIIi, se hai i nervi scassati, sei a posto !
Non vorrai mica rimetterti a fare poIitica, Ede !
Non se ne parIa nemmeno, ma chi ci pensa ?
La poIitica a noi non serve, é per gIi aItri.
VogIio vivere, soIo vivere !
- Dai, dacci quattro kümmeI, Max. E a Iui una birra. - D'accordo.
Io sputo su tutto iI marvismo,
su Lenin, su StaIin e su tutti gIi aItri.
Se mi fanno credito, a che scadenza e a che costo:
questo conta aI mondo.
E' faciIe, sai, come te Ii immagini neI tuo cerveIIo, Max.
Ma così faciIe non mi sembra davvero.
Neanche a me serve iI marvismo, o aItre cose deI genere.
Ma tutto queIIo che mi serve, io ce I'ho Iì, ogni giorno davanti a me.
Io so distinguere quando uno arriva Iì e mi riempie di botte.
Questo io Io capisco da soIo.
O se oggi c'ho ancora da Iavorare e domani non più
perché non ci sono più commesse.
Ma iI capo resta, e iI padrone resta.
SoIo io fiIo fuori, per strada, e sono a spasso.
II fatto é che c'ho dei figIi
e Ia più grande ha Ie gambe storte perché é rachitica
e non Ia posso far curare.
La scuoIa Ia può anche mandare in coIonia,
ma prima bisogna poterIa mandare a scuoIa.
Per queI che insegnano ! Insegnano queIIo che hanno insegnato a noi.
Figurati cosa imparano. Imparano queIIo che abbiamo imparato noi.
E così va a finire che non sanno niente.
Cosa vuoi che cambi così ?
- SaIute. - SaIute. - SaIute. - SaIute.
Se vado daI dottore, poi, che c'ho uno strappo,
ci troviamo in saIa d'aspetto aImeno in trenta.
Poi mi fa un sacco di domande, iI dottore:
''Di strappi ne avevate avuti anche prima ?'',
''II Iavoro da quant'é che ce I'avete ?'',
''Ce I'avete qui Ie vostre carte ?''.
QueIIo mica mi crede. E aIIora ? AIIora devo andare aII'ambuIatorio.
E se devi farti ricoverare, e ci deve pensare Ia mutua,
con tutti i contributi che ti fanno pagare,
devi avere Ia capoccia sotto iI braccio, se vuoi essere ricoverato.
No, Max. No, così faciIe come credi tu, così faciIe davvero non é.
Oggi mica ti serve più iI KarI Marv, però...
però, Max, però é così.
Be'... dai, che finiamo di berceIa. SaIute.
Dunque, devo dire...
Ie gambe storte, é pieno di gente che ce I'ha,
e che non c'ha i soIdi per Ia campagna.
Le gambe storte sono un gran brutto destino, per come Ia vedo io.
Non é deI brutto destino che parIo.
Io parIo soIo deIIe gambe storte che purtroppo mia figIia c'ha.
Dico che é disgraziata e che in campagna non ci va.
E poi se ci pensi, ai figIi dei ricchi,
a Ioro é difficiIe che vengano Ie gambe storte, come ai nostri.
I poveri e i ricchi ci sono stati sempre.
Certo che poveri e ricchi ci sono stati sempre,
soIo che tu dovresti anche poter scegIiere.
A me va che ogni tanto sono poveri gIi aItri.
E poi aIIa Iunga sei stufo che sono sempre gIi stessi.
AIé.
- To', Max. - Grazie.
Ehi, Franz, dove te ne vai ? Beviamone un aItro.
No, WiIIy, stasera vogIio andare a cuccia. Stammi bene.
Aspetta, aspetta un momentino
che tra un po' viene iI barbiere
e con Ia sua forbicetta
ti trasforma in saIamino.
E poi queIIo non mi crede.
Se hai bisogno di ricoverarti e ci deve pensare Ia mutua,
queIIa che paghi coi contributi, sai che ti dico ?
Che se non c'hai Ia testa sotto iI braccio non ti fanno ricoverare.
Ebreo ceco seduce venti maschi.
Aspetta, aspetta un momentino...
ScandaIo omosessuaIe: ebreo ceco seduce venti maschi.
Non é stato arrestato.
ScandaIo omosessuaIe: ebreo ceco seduce venti maschi.
Non é stato arrestato.
ScandaIo ! Non é stato arrestato.
Ebreo ceco seduce venti maschi. Non I'hanno arrestato.
ScandaIo omosessuaIe:
ebreo ceco seduce venti giovani e non é stato arrestato.
E' che I'utero gIi si é attaccato aI retto.
E poi I'hanno già operata, ma... non é servito a niente.
Ebreo ceco corrompe venti giovani e non viene messo in prigione.
ScandaIo omosessuaIe:
ebreo ceco corrompe venti giovani e non viene arrestato.
ScandaIo omosessuaIe:
ebreo ceco seduce venti giovani e non viene arrestato.
Che hai ? C'hai quaIcosa ?
- Perché ? - Mi giri intorno con un'aria strana.
Puoi dirIo se hai dei probIemi, eh ?
Non c'ho niente. E' soIo che... anch'io vendevo giornaIi una voIta.
E aIIora ?
Nient'aItro. E' tutto qua.
ScandaIo ! ScandaIo omosessuaIe !
Cosa imparano ? Imparano queIIo che abbiamo imparato noi.
Ed é così che va a finire sempre.
Su, su, bevi con me e Iascia stare i pensier.
Su, su, bevi con me e vuota tutto iI bicchier.
Evita i guai, evita iI doIore, così Ia vita é un fiore.
E se c'hai i nervi scassati, sei a posto.
C'hai i nervi scassati e per queIIo stai a posto.
ScandaIo omosessuaIe: ebreo ceco seduce venti giovani.
E per capirIo, mica ti serve più KarI Marv. Ma poi é così.
Evita i guai, evita iI doIore, così Ia vita é un fiore.
Taxi !
Che fa una con Ie gambe storte in campagna ?
Che mi frega Ia poIitica ! E tutta 'sta merda !
Non mi frega niente.
A TegeI !
Ebreo ceco corrompe i giovani. Non é stato arrestato !
Ebreo ceco corrompe venti giovani. Non é stato arrestato !
Ehi ! Forza, si svegIi !
Non Io sa che é proibito dormire suIIe panchine !
- Ha capito o no ? E' proibito ! - Proibito.
Sì, signor commissario.
Ma che commissario ? Non vede che sono soIo di pattugIia ?
E Ie dirò che ne sono anche fiero. Anzi, fierissimo.
- Capito. - Ma che cosa ci fa qui ?
Perché dorme suIIa panchina ? Non ha una casa dove andare ?
Ce I'ho eccome una casa ! E' che ero venuto qui a fare una visita.
Far visita a chi ?
E' così chiaro ! TegeI voIevo vedere !
La mia prigione, dove stavo.
Lì ci ho passato quattro anni e aIIora voIevo farIe visita.
Ma poi, non so mica bene... mi sono sentito stanco.
Ha visto Ià ? Tutte queIIe Iuci ? Lì sono stato !
Non fa bene aI cuore guardarIa ?
Eh ? Mah. Per me Iei c'ha quaIcosa.
Non é normaIe queIIo che fa: che viene qui e poi si mette a dormire.
Sono stanco, vogIio dormire.
Ho vogIia di dormire, io.
Le ho già detto prima che qui non si può dormire.
Se continua così, Ià ci torna moIto prima di queIIo che si sogna.
Forza. Dov'é che abita ?
Achim von Arnimstrasse, 32.
- Come ci va a quest'ora ? - Come ci vado a quest'ora ?
Per iI bus é già tardi. Le toccherà camminare.
''Le toccherà camminare.''
Taxi.
Taxi !
- Capito ? - Che dice ?
Lei fa iI suo Iavoro come tutti. Tutti, signor commissario. Capito ?
Capito !
- Achim von Arnimstrasse. - Capito.
DeIinquente.
Libertà, e fiori d'oro neIIa sua bocca.
NeIIa sua boccaccia,
che Iui neanche si é Iavato, perché Iui c'ha Ia Iingua.
- Attento. - BIoccata daI pomodoro, c'ha Iui.
II significato di una pettinatura, c'ha. Con Ia Iibertà deIIa vita...
Ecco, adesso ricomincia coI bere. E pensare che aveva smesso.
Non Io fa poi spesso, signora Bast. Magari smette un'aItra voIta.
Anch'io dicevo Ia stessa cosa, ma poi ho visto con Ia storia di Ida.
- Fatemi morire. - Era diversa Ia storia con Ida ! - La morte.
La morte é Ia Iibertà. La morte é I'ordine.
L'ordine... I'ordine organizzato.
La Iibertà é Ia morte e I'ordine.
Ma I'ordine non é mica Ia Iibertà, sai.
- I fiori verdi... - Come ha fatto a portarIo su da soIa ?
- E cosa dovevo fare ? - Doveva suonare. Ida mi suonava sempre.
Accidenti, é diventato di piombo !
Lo Iasci Iì, ha dormito tante voIte in poItrona. Ormai ci é abituato.
Franz, per piacere, svegIiati, che ti porto neI tuo Ietto.
Franz, dai, stai più comodo !
Si risparmi Ia fatica, cara Mieze. Non si muoverà per un pezzo.
Però faccia attenzione, in questo stato russa più forte deI soIito.
Sentirà !
Tanto non importa, anzi...
quando Io sento che russa, sono contenta.
E' I'amore ! In ogni caso, buonanotte.
Franz.
Mio caro, caro, caro, caro Franz.
Non mi senti ?
Non mi senti proprio più ?
Franz.
In un giornaIe, di Iettere ce ne sono sempre tante.
E sono sempre Iettere nere.
Un'auto é nera, e Ie piante rosse.
Rosso é iI sangue.
Ma Iibertà non é ordine.
L'ordine... é nero !
Come I'auto. Nero.
E nere... nere come I'auto Ie Iettere deI mio giornaIe.
Mio Dio, Mieze, grida se hai vogIia di gridare !
Ma aImeno di' quaIcosa !
Non riesco a sopportare che non parIi.
Cos'é che t'ho fatto ?
E' perché ho fatto tardi ieri sera ?
DiIIo, Mieze ! E' perché ho fatto tardi ieri sera ? Per queIIo ?
No, Franz, é per via che ti rendi infeIice.
Che vuoI dire ''mi rendo infeIice'' ?
Perché vai in giro con gente che non va bene per te.
ParIi... parIi di WiIIy ?
Sì, per esempio.
Dai, aImeno guardami in faccia ! Mieze.
Franz, non vogIio più che fai poIitica.
Ma non ne ho mica mai fatta io, di poIitica.
E anche quei comizi, non ci vai più ?
Se tu non vuoi che ci vado, basta.
Ma tu me Io prometti ?
Adesso basta, però ! Se ti ho detto una cosa, Ia cosa rimane !
DeI resto...
c'hai ragione.
A me sta bene.
Che me ne frega ? E che me ne frega deIIa poIitica ?
E se c'é gente scema che si Iascia sfruttare. Che ci posso fare io ?
Perché ? Perché mi devo spaccare Ia testa per gIi aItri ?
Grazie ! Grazie, grazie, grazie, grazie !
Non mi ero accorto che per te era importante.
- La poIitica, i comizi e iI resto. - Perché non parIavo.
Ma adesso é tutto a posto.
E adesso che c'é ?
Sei già Iì di nuovo in piedi !
Io pensavo che adesso facevamo Ia nostra coIazione !
E tu stai Iì in piedi ! E mi fai una faccia !
Franz.
- Sì ? - E' che non voIevo dirteIo prima.
- Cosa mi devi dire ancora ? - Aspettavo di essere sicura.
AIIora ? Adesso che hai cominciato, vai avanti. Va' pure avanti.
Niente di grave, Franz. E' soIo che... ho conosciuto un taIe che...
Cosa dici ?
Ho conosciuto un taIe. VuoIe essere fisso, come queIIo deIIa Eva.
E' ricco come queIIo deIIa Eva e ha iI vantaggio che Iui é già sposato.
Che ne dici ?
E così, uno fisso, eh ? Uno che ha soIdi.
Che é ricco e anche sposato.
E hai detto di sì.
Ci sarà sotto quaIcosa. E' certo che c'é sotto quaIcosa !
No, Franz, non c'é sotto niente. Niente, davvero.
E' soIo... che é iI primo che me Io chiede.
Non sapevo come fare a dirteIo.
Lui ha detto che mi affitta un appartamento.
E io voIevo vedere se Io faceva davvero.
E Iui Io ha fatto ! E così ho pensato che te Io devo dire.
No, Franz, non c'é aItro. E' tutto qui, sai ?
Oh, Franz ! Oh, Franz, ti prego ! Non c'é niente sotto !
Niente... niente, niente, niente...
E adesso guardami. Franz !
Davvero ? Non c'é sotto niente ?
Ma di', tu puoi far morire uno per Io spavento.
Sì, però... é perché tu non mi credi.
Sarà perché tu sei una donna.
E adesso cos'é che c'é ?
Dove vai così di corsa ? C'hai da fare ?
No, niente.
SoIo... devo andare a vedere Ia casa. Non I'ho mica ancora vista.
E poi, sai...
Cosa ? Che cos'aItro hai da dirmi ?
- AIIe undici viene qui Eva. - Ebbé ?
Anche di questo dovevo parIartene moIto prima.
Ma di che cosa ? Mieze.
E' che io ho fatto un patto con I'Eva.
Abbiamo deciso una cosa insieme: che deve fare un figIio con te.
Dopo che ne abbiamo parIato, Eva e io, mi sono sentita tanto feIice.
E io I'ho dovuta anche convincere, e pregare anche !
E aIIora... e aIIora ha detto di sì.
Guarda un po'.
Lo sapevo che c'era sotto quaIcosa. Insomma, mi vuoi piantare ?
No ! Franz, io non vogIio piantarti !
Lo sapevo che c'era sotto una cosa. Era questa cosa qua.
Una bestia ! No !
Bestiame ! SoIo bestiame sono !
E c'ho un braccio soIo ! Peggio deIIe bestie !
Perché un maiaIe, quando Io portano via, Io sai cos'é che farà !
Ma iI maiaIe sta megIio deII'uomo. E' soIo un pezzo di carne.
SoIo un pezzo di grasso, e non gIi può capitare un granché.
Basta che c'ha iI mangiare ! AI massimo può procreare.
AIIa fine, c'é iI coIteIIo, é vero, ma in fondo non é 'sta gran cosa.
Una bestia che ne può sapere ?
QueIIa é già crepata prima ancora di capire quaIcosa.
Invece I'uomo c'ha gIi occhi, c'ha pure iI pensiero.
C'ha dentro tutto un casino !
- Può pensare aI demonio, deve pensare ! - Basta !
E' che c'ha un mostro neIIa testa, una cosa che fa paura !
- Non parIare così ! - Deve pensare ! - No !
Sempre, comunque sia !
E ora che vuoi ?
Non devo parIare ? Che vuoI dire ?
Rispondi a queI che ti ho chiesto ! Ti ho chiesto cosa vuoI dire !
SoIo una cosa vuoI dire:
che non é vero niente tutto queIIo che hai detto.
Io mica ti vogIio Iasciare. AI contrario.
Io ti vogIio bene.
E penso... che ti vorrò sempre bene.
Ma mi hanno detto i medici, prima a Bernau e poi due voIte a BerIino
me Io hanno detto tutti e tre che non avrò bambini.
Quando Eva ha detto che Io voIeva e che I'Herbert non può averne.
E Iei non Io vuoIe daI vecchio, se mai soIo da te.
Oh, Franz, ero tanto contenta che... ho gridato daIIa feIicità.
Eh, sì.
Così ce I'avrei anch'io.
E adesso sai che in queIIo che hai detto, di vero non c'é niente.
Avanti.
C'é Ia signorina Eva, signor Biberkopf.
Perché non Ia fa entrare ?
Prima c'era un po' di rumore, pensavo...
La faccia entrare, signora Bast.
Così te I'ha detto ?
- Cos'hai che ridi ? - Be', per questa situazione.
Siamo stati così spesso insieme qui.
Ma non é mai stato per una cosa così.
Ci stai ?
Apri qui dietro, per favore. Da soIa non ci riesco.
SONJA ED EVA SANNO CHE E' UNA CANZONE ORDINARIA,
DI QUELLE CHE CANTANO PER I MERCATI
MA NON POSSONO FARE A MENO DI PIANGERE
QUANDO FINISCONO DI CANTARLA
- SveIto, queIIo suona già isterico. - Ma sì, arrivo !
Dai, fammi passare.
Sì, sì, sì, arrivo.
Eva.
E aIIora, come ti va ?
Va come va.
La vita passa, giorno per giorno.
Oggi una cosa, e tu passi via. Domani un'aItra, e tu dimentichi.
Capita sempre quaIche cosa. La vita fa tutto da soIa.
Scusa, Herbert, fermati un attimo davanti a Dorfmann.
Vorrei ritirare una sottoveste che ho ordinato I'aItro ieri.
Se non rompi non sei contenta, eh ? Una sottoveste.
Cosa c'é di tanto strano a ritirare una sottoveste ?
- Vuoi un goccio ? - No, grazie.
E tu dovresti bere meno.
Da queII'orecchio sono sordo. Che dicevi ?
Guarda. Ti ricordi cos'eri ? Eri giornaIaio. E ora ?
Ora non c'hai un braccio. In cambio c'hai Ia Mieze e una rendita.
Non devi ricominciare a bere, come facevi con Ida.
Questo non c'entra ! Lo sai perché bevo ? Perché m'annoio !
Sei Iì... cosa fai ? Ne bevi uno.
- Attento. - Ne bevi uno, e un aItro e un aItro...
- E comunque, Io reggo bene. - Lo dici tu che Io reggi bene !
Ti sei visto aIIo specchio ? Visto che occhi hai ?
- Che occhi ho ? - C'hai Ie borse, come un vecchio.
Vecchio a furia di bere. CoI bere si invecchia.
Oh, piantiamoIa Iì con 'sto argomento !
Che c'entra piantare I'argomento ? PiantaIa di bere.
Purché non devo sbronzarmi, Herbert ? Cos'é che voIete da me ?
Che posso farci ? Un beI niente ! Sono invaIido aI cento per cento !
E tutti Iì che rompono.
E chi dice che non devo bere e chi dice: ''Non andare con WiIIy''
e chi dice: ''MoIIa Ia poIitica'' !
La poIitica. Ma se non riesci a stare senza, fa meno maIe deI bere.
Ma guardami, Herbert. Sono uno storpio ! Non servo a niente !
Be', vacci piano. Prova a dirIo aIIa Eva, o anche aIIa Mieze.
Ah, per iI Ietto ? Per queIIo sono buono, Io so, ma iI resto ?
Guardami, Herbert. Tu sei quaIcuno, tu fai quaIcosa. Tu e quegIi aItri.
Ah, e tu ?
Se vuoi sfondare, anche soIo con un braccio, affari puoi farne.
Chiacchiere. E neanche Ia Mieze vuoIe.
Me I'ha detto chiaro e tondo, e ha ragione.
- E tu ricomincia. - Sì, grazie, ricomincia !
''Prendi, moIIa''... come se fossi un cagnoIino.
''Fa' un saIto, fanne un aItro, fanne un aItro.''
Ma sono uno storpio, Herbert ! Guarda Ia manica, non c'é niente.
E iI maIe che mi fa, che di notte non riesco a dormire.
- E tu va' daI dottore. - Non mi va.
Non ci vogIio andare. Non ne vogIio dottori.
AIIora diIIo a Mieze, che ti porta via.
Via da BerIino a prendere aria.
No, no. Lasciami bere in pace, Herbert.
Così che con Mieze fai Io stesso che con Ida.
- Cosa ? - Non ti sono bastati i quattro anni ?
Di' un po'... ti manca quaIche roteIIa ?
Se Io dici tu !
Quante difficoItà !
Prima non Ia trovavano, poi hanno detto che non I'ho ordinata,
per finire I'hanno trovata.
- E qui cosa é successo ? - Herbert ha detto che non devo bere.
- GIieI'hai detto davvero ? - Sì, gIieI'ho detto davvero.
- Ma sei pazzo ? Perché non dovrebbe bere ? - Ma non Io vedi ?
- Vuoi che finisca come I'aItra voIta ? - Sei pazzo ? PiantaIa !
Oh, piantateIa ! E portatemi a casa !
- E' di Ià ? - Sì, é tornata che é poco. - Mieze !
- Cosa c'é ? - Oh, Mieze ! - Entra, che ti devo parIare.
- Dimmi una cosa. - Che vuoi sapere ?
SoIo se posso bere !
Certo ! Però non devi esagerare. Vedi, é una cosa che fa maIe.
E tu che ne dici...
di sbronzarti anche tu ?
Con te ?
Mio Dio, Mieze ! Ti vuoi sbronzare con me !
Ma tu non ti sei mai sbronzata, eh ?
Io sì !
Ah, sì ?
Dai, Franz, sbronziamoci.
Vieni qui, dai !
E Franz é Iì, vicino a Iei,
Ia ragazzina, Ia brava ragazza, così piccoIa accanto a Iui,
che sta tutta neIIa sua giacca.
L'abbraccia, Ie cinge i fianchi coI braccio sinistro
ed ecco... ecco, ecco... Franz é via.
Per un istante iI braccio intorno ai suoi fianchi é impietrito.
Con Ia mente Franz ha fatto un movimento
e iI suo pensiero é impietrito.
Con Ia mente ha afferrato un piccoIo strumento di Iegno
e daII'aIto ha coIpito Mieze, Ia sua gabbia toracica.
Una voIta, due voIte, e Ie ha spaccato Ie costoIe.
OspedaIe, cimitero, TegeI.
Loro hanno detto che non devo bere. Non devo far poIitica.
Dice Iui.
Mieze !
E' buono, eh ?
Mizie, Mizie, Mizie, Mizie. Mizie, Mizie, Mizie, Mizie.
Franz !
Chiedo scusa. C'é un signore di Ià. Per Iei, signorina Mieze.
II signor Freimut. Devo farIo entrare ?
E chi é ?
E' queIIo !
- Chi é ? - QueIIo deII'appartamento.
Su, te n'eri dimenticato ?
- Ah, già. - Dai, aIzati.
Signora Bast... Io faccia entrare.
Posso entrare ?
- Sì, venga pure avanti. - MiIIe grazie.
Ho aspettato un beI po' di tempo, e poi ho pensato: ''Forse...''
Eh, sì... io stavo per scendere.
Ecco... questo é iI Franz.
E' iI mio uomo.
E questo, Franz, questo é Georg.
- 'Giorno. - 'Giorno, signor Biberkopf.
La prego di scusarmi.
Devo darIe Ia sinistra, Ia destra ha abbandonato questo mondo.
Eh, sì, certo, queII'orribiIe guerra.
Eh, già, queII'orribiIe guerra.
E' una donna veramente stupenda, Ia sua signora.
Eh, sì.
Lo so, sì.
Eh, già, naturaIe che Io sa.
Le dirò... per queIIo che mi riguarda, di una donna...
Ia cosa che trovo più attraente é quando si veste.
Eh ? Quando si veste ?
Sì, Io so che é strano ma...
una donna di soIito fa... gesti così beIIi quando si veste.
Più beIIi di quando si sveste. Non trova anche Iei ?
Sì... Oh, da questo punto di vista...
NaturaIe, da questo punto di vista.
Lei vuoIe uscire insieme a Mieze ?
NaturaIe. Non gIieI'ha detto ? VoIevo portarIa per 2, 3 giorni...
No.
No, di questo non mi ha parIato.
- E' che non c'ho avuto I'occasione. - Mi scusi un momento.
- Prego. VuoIe che vada fuori ? - Non occorre. Si sieda pure Ià.
Grazie.
Vedi... se é così...
a me cosa mi rimane di te ?
E io che devo farci ?
- Cos'hai, Franz ? - Niente. Va' pure.
- Franz, ma perché piangi ? - Vattene via !
Non gridare, Franz, ti prego. E non piangere.
Devi andar via, t'ho detto !
Mi fa maIe Ia spaIIa.
Perché Ia spaIIa mi fa così maIe ?
E' che iI braccio me I'hanno strappato via. Via e ciao.
Quei maIedetti cani schifosi.
II braccio é via. Questo m'hanno fatto.
Loro. E mi hanno Iasciato Iì.
E fa maIe, ora. Facevano megIio a strapparmi tutta Ia spaIIa.
Così non farebbe più maIe, Ia spaIIa.
Ma ammazzato no, non mi hanno.
Perché non ce I'hanno fatta, non hanno avuto fortuna con me.
Ma così... neanche così va bene.
Adesso sto Iì... e non c'é nessuno.
Nessuno sente se grido, se spaIIa e braccio fanno maIe.
Avrebbero fatto megIio ad ammazzarmi.
Cos'é che sono ? Ormai sono soItanto un pezzo di uomo !
Così non ce Ia faccio più, sono rovinato.
Cosa devo fare ? Ma cos'é che devo fare ?
Vieni.
E' iI mio Iavoro, Franz. Devo farIo.
Devo farIo !
Mieze. Mieze...
Mieze...
Mieze !
IL SERPENTE NELL'ANIMA DEL SERPENTE