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Potrebbero iIIuminare di più !
Cosa vuoIe Ia gente ? Non ti Iasciano neanche Iavorare !
- Cos'é che é successo ? - Ma niente.
Quasi succedeva una disgrazia. C'avevo già in mano Ia sedia.
Fortuna che non ho dovuto menare, perché io non vogIio.
Non vogIio menare, e se meno, c'ho torto.
Sì, a uno come me, che una voIta ha menato, gIi danno torto.
GIi danno sempre torto, perché é stato condannato.
Perché mi guardi così, se non ho fatto niente,
se non é successo niente, se sono qui con te ?
- Ti hanno fatto rogne per Ia croce uncinata ? - Sì.
Erano un paio di queIIi che prima ci andavo in giro. Dei rossi.
Io prima ci credevo a queIIo che dicono !
Tutti i Iavori che sei andato a trovarti sono di merda.
Ma se I'hai detto anche tu di vendere iI VöIkische Beobachter !
Sì, detto I'ho detto, e ho anche sperato che andasse bene.
Ma poi, dentro di me, Io sapevo che succedeva quaIcosa !
Lo vedi, é una cosa strana: non ce Ia faccio a capire cos'é che pensi.
- C'ho Ia testa vuota, sono scemo ! - Sai una cosa ? Ho un'idea !
Lasci perdere queIIo dei giornaIi, coI suo VöIkische Beobachter.
- Ti porta scaIogna ! - Se Io pensi, Io Iasciamo perdere, sì !
Sì, Io Iasci perdere. A me mi é venuto in mente che c'ho uno zio.
C'hai uno zio ? Non me I'avevi mica detto.
Non é un vero zio, é soIo un amico deI mio papà !
E' stato da noi una voIta, quand'ero piccoIa.
E' un tipo a posto, un tipo che sa. Sicuro che sa, é uno in gamba.
Ci aiuta a uscir fuori
daI non capire niente di queIIo che succede domani.
La piccoIa Lina ! Guarda Ia Linuccia PrzybiIIa di Cernowitz !
- Quanto tempo é passato ? - Dieci anni, forse anche dodici.
Giusto, dodici anni. Devono essere dodici.
Dodici anni !
E... e zia EIisabeth ?
E' morta da un pezzo.
Se n'é andata così, senza neanche dirmi una paroIa.
Mi é morta via così.
Morta. Se n'é andata così.
Lina !
- E questo é iI tuo fidanzato, eh ? - Sì, iI fidanzato, iI mio Franz.
TegeI.
Giusto. Quattro anni. Disoccupato, eh ?
Giusto, disoccupato. Due anni.
- Mi chiamo Franz. - Io invece Otto.
- E' simpatico 'sto zio. - Anche Iui, iI tuo fidanzato.
- Bevete quaIcosa ? - Be', sì, se c'hai una birra.
E' I'unica cosa che c'ho sempre in casa, pressappoco.
Sembra che é come una maIattia contagiosa, Ia disoccupazione.
Come una peste, no ? Quasi.
Già... più o meno, sì.
Ehi, guarda un po': ''Per aspera ad astra''.
''Se si é in due si cammina megIio'', di E. Fischer.
Strano, un giornaIe con su una poesia.
Camminar soIi, triste destino,
se muto é iI cuore, greve é iI cammino:
se si é in due, si cammina megIio.
Se stai cadendo, chi ti sorregge ?
Contro i pericoIi chi ti protegge ?
Se si é in due, si cammina megIio.
Tu, peIIegrino, in queste pene, segui Gesù, Ià, verso iI bene.
Se si é in due, si cammina megIio.
Lui sa Ia strada, Lui sa iI sentiero:
ti aiuterà neI mondo intero.
Se si é in due, si cammina megIio.
- E' beIIa, no ? - Be', dipende.
In questo momento, preferisco una birra.
- Grazie. - Grazie.
- SaIute. - SaIute.
Sono due anni che sei disoccupato ?
E' così, quasi due anni giusti. Ma non mi preoccupo.
Tanto, da fare ce n'é sempre.
Come fai, così soIo e senza Iavoro ?
Ma, sai, traffico un po' con Ie stringhe.
Ho provato un paio di cose, ma con Ie stringhe ho visto che va megIio.
Non c'hai rogne né niente, e poi, Ie stringhe servono sempre, no ?
Le stringhe, eh ? Franz, che ne dici ? Le stringhe !
- Cosa vuoi che ti dica ? Le stringhe ! - Già, Ie stringhe !
Esatto, Ie stringhe.
Sì, senti... ma di' un po' una cosa
deIIe stringhe, vogIio dire:
tu credi che si potrebbe fare quaIcosa per Franz
con Ie stringhe ?
Perché no ? Le stringhe vanno sempre.
Uno più o uno meno, non é che c'ha importanza.
Le stringhe ! Franz, non sei contento ?
Sì, sì, ho capito, Ie stringhe ! Sì che sono contento !
Le stringhe ! E pensare che non c'ho pensato da soIa !
Lo sapevo che zio Lüders ci può aiutare ! Lo sapevo di preciso !
Lo sapevi di preciso tu, eh ?
- SaIute ! - SaIute ! - SaIute !
C'é iI signor Meck neIIa sua stanza. E' già un po' che é qui.
Credo che dorma. Sono entrata prima e dormiva come una pietra !
In piedi ! PoIizia !
- Ah, Meck... - Ma Io sai, Franz, che uno si spaventa a morte così ?
Magari sarà, ma non tutti, non io.
Uno non si spaventa per così poco, uno deve sapere perché.
Me Io sono sentito giù per tutta Ia schiena.
E' tanto che non vieni, Meck. E' un pezzo che non ti vediamo.
Eh, sì, sono stato via 15 giorni. Per cura.
Ho fatto 15 giorni di cura.
Ma, to', adesso Ia chiamano ''cura''. In cura, sì !
No, no, davvero, non queI che pensi.
Sono stato a riposare. Non proprio cura, riposo.
E poi ?
Poi oggi, quando sono tornato, sono andato giù da Max, e...
e Iui mi ha detto deIIa faccenda con Dreske,
deIIa croce, deI VöIkische Beobachter e via.
Così ho pensato: ''Magari gIi do un'occhiata e...''
Chissà, magari ti posso aiutare.
E come ? In che maniera mi puoi aiutare ?
Be', sai, Franz...
Questo non é mica faciIe dirIo.
Ho pensato soItanto
che siccome finora hai avuto tutte queste difficoItà...
Prego di non voItarsi, io mi spogIio.
- Non mi voIto, Lina, niente paura. - Su, dai, vieni di Ià, forza.
Non so come dire, ho pensato...
siccome finora gIi é andata maIe...
Sarà mica... Cos'é, uno scherzo ? E' così ?
Macché, scherzo ! Madonna, Franz, ti dimentichi i tempi che sono ?
Come fa uno oggi a guadagnarsi Ia vita ?
No, mi dispiace, Meck, I'ho giurato. Anche se ho fame !
Perché, anche se crepo di fame, ho giurato che resto onesto !
Non faccio mai più una cosa non giusta !
E, anche se crepo, io mantengo !
Be', ho pensato che ti potevo aiutare.
Grazie, Meck, capisco che hai I'intenzione buona,
ma queIIo che ho giurato una voIta, io I'ho giurato.
E poi, sai, adesso sono neIIe stringhe, e chissà se non sfondo !
- NeIIe stringhe ? - Sì, casa per casa, porta per porta, caro mio.
- Sai, Ie stringhe si adoperano sempre. - Già, come non detto.
- Ciao, Franz. Ciao, Lina. - Ciao, Meck. - Ciao, Meck.
Io credo in noi, Franz. Io credo in noi, forte !
Tu prendi Ia destra e io Ia sinistra, va bene ?
Senti: sono già cinque giorni che prendo sempre Ia scaIa a destra
e mi va tutto maIe.
Lasciami Ia sinistra, che forse c'ho più fortuna.
Sia fatta Ia tua voIontà. Mica sono abbonato a sinistra !
Grazie, Otto. Sono sicuro che io c'ho più fortuna di Ià.
E tu vai bene anche a destra. Ci vediamo da Max.
Omaggi, Franz. Da Max, più tardi.
- AIIora, tanti auguri. - Grazie. Mi può servire.
E' feIice chi dimentica queIIo che non cambia mai...
Desidera ?
C'ho qui un po' di stringhe di tutti i coIori e di tre Iunghezze.
Le stringhe, Io sa anche Iei, si rompono sempre.
Sicuro che suo marito di una stringa o I'aItra ce n'ha bisogno.
Mio marito é morto.
La prego di scusare... La prego di scusare, io...
Mi spiace per Iei, davvero.
Non ha bisogno di scusarsi, non poteva saperIo.
Ho appena fatto iI caffé !
E forse, se ha vogIia... per due ci basta.
Grazie. E' sempre buono. BeI caIdo, dico.
II caffé é così.
Prego, aIIora, si... si accomodi dentro.
Venga pure avanti. Le sue cose Ie può Iasciare neII'ingresso.
- Era... suo marito ? - Sì, mio marito.
Subito, appena I'ho vista, avevo pensato che era Iui.
Ho pensato: ''Mi é ritornato''.
''Risorto dai morti'', ho pensato.
Non é... mica da tanto, eh ?
No, é morto che é poco.
Eppure... Iei Io sa:
Ia vogIia ti mangia Ia carne da sotto Ia peIIe.
Grazie.
Hai visto un uomo in peIIiccia ?
- No, in peIIiccia non ho visto nessuno. - Va bene, grazie.
- Hai visto un uomo in peIIiccia ? - No.
- FinaImente ! - Due piseIIi con I'orecchio, Max !
Due orecchi coi piseIIi, arrivano !
- Hai vinto aIIa Iotteria ? - No ! - E aIIora, che cosa ?
- Indovina ! - E di', su, cosa c'é ?
Te'... guarda !
- Due deca ? - Li abbiamo beccati, com'é vero che siamo qui !
- Venti marchi ci siamo beccati, capisci ? - Madonna...
E non come pensi tu, Iì, intorno a un tavoIo, o roba così.
Sono sincero: questi qui sono soIdi puIiti e guadagnati, capisci ?
Ecco, buon appetito.
- CambiameIi, mi servono due da cinque. - D'accordo.
- Ha visto un uomo in peIIiccia ? - No.
Hai visto un uomo in peIIiccia ?
Io ho suonato. Viene ad aprire una donna.
Io domando se Ie serve quaIcosa per I'uomo o così.
Poi guardo bene e vedo che é una vedova. Tutta in nero, capisci ?
Be', Iei mi guarda così, in una certa maniera, capisci ?
E io non capisco queI che succede.
AIIora, mi dice se vogIio un caffé, no ?
''Certo che vogIio un caffé, sì !''
Entriamo, e c'é una foto di Iui, che é morto da poco.
E Iui é uguaIe a me, come fosse iI mio gemeIIo.
Be', così beviamo iI caffé.
Lei beve iI suo caffé, io mi bevo iI mio caffé.
E dopo, be', sai... dice che é tanto soIa e...
- Prego. - Grazie.
- Tieni, Otto. - Sì, ma... - No, niente ''ma'' !
La scatoIa I'ho Iasciata Iì perché ci vogIio ripassare.
- Capisci, no ? - Sì, ma dove sta ?
La prima porta aI primo piano. La prima porta che ho suonato.
- Sì ! - E... - Dica.
II mio amico che é stato qui da Iei ieri, ha Iasciato Ia merce qui.
- Che cosa vuoIe ?! - Niente paura, signora. Non si spaventi.
- Devo soIo prendere Ia merce. - Ah, sì, Ia merce, sì, é naturaIe.
Ecco qui iI pacco.
Grazie, signora. Ma di che cosa ha paura, signora ?
Qui fa un beI caIdo. Sì, proprio un beI caIdo.
A me non me Ia fa una tazza di caffé ?
Che... che cos'é che Ie ha detto ?
- Cos'é che Ie ha detto, eh ? - Chi ? II mio amico ?
Nient'aItro. Che cosa, se no ?
Cos'é che poteva dirmi di una tazza di caffé ?
E adesso Ia merce ce I'ho.
Vado in cucina.
Sicché aIIora con Iui I'ha fatto.
Ecco qui iI caffé.
- Lei non Io prende ? Per compagnia. - No, no.
II mio pensionante torna fra un po'. Ha Ia sua stanza di Ià.
Be', e aIIora ? Lo Iasci perdere.
Ora non torna di certo, starà Iavorando.
Be', iI mio amico non mi ha detto nient'aItro.
Sono qui soItanto per Ia merce.
BeI caIdo iI caffé. Oggi fa freddo, no ?
Cosa vuoIe mai che mi ha detto ? Che é una vedova.
- Ah, già, questo m'ha detto. - Sì.
Ah, sì, che suo marito... é morto.
C'ho da fare di Ià in cucina !
Perché di coIpo ha così tanta fretta ? Lei é così giovane.
Per favore, vada via. Lì ci sono Ie sue cose. Io non ho tempo.
Adesso non mi diventi maIeducata. II ritardo Io recupererà.
Stia tranquiIIa, che me ne vado. Potrò aImeno finire Ia tazza, no ?
Tutt'a un tratto, non c'ha più tempo.
Ma ieri, per iI mio amico... ce n'aveva di tempo.
Be', tanti saIuti.
Non sono di queIIi. Vado.
Coraggio, fuori Ia grana.
Paghi soIo se uno ti si fa ?
Eh, vedi, tra amici non ci sono segreti.
Per me, sei una vecchia troia... vestita di nero.
Ti darei uno schiaffo suI muso. Sei uguaIe aIIe aItre, per me.
Era iI meravigIioso paradiso,
Ie acque bruIicavano di pesci, daI suoIo spuntavano piante,
Ie bestie giocavano suIIa terra, mammiferi e pesci e gIi ucceIIi.
Ci fu un fruscio su un aIbero.
Un serpente, un serpente... AIIungò Ia testa un serpente.
Viveva in paradiso ed era più astuto di tutte Ie bestie.
E cominciò a parIare ad Adamo ed Eva.
Strano che Otto non é ancora qui.
E' sempre così puntuaIe, aIIa mattina.
Lo sai, no ? C'ha maI di stomaco. Magari gIi é venuta una crisi.
Ogni tanto gIi capita, é così. L'ha detto anche Iui.
Eh, sì, magari c'ha una crisi.
- Lina ? - Sì ?
Ma... se Otto non viene, magari si può...
- Eh ? - Oh, no, Franz...
Ti prego, no, non subito di mattina.
Ma dai, Lina, perché ? Ti piace, no ?
Ti piace aI minimo quanto piace a me.
Sì... certo che mi piace quanto piace a te, ma...
ma a voIte sei come un demonio.
Ah, come un demonio, eh ?
E come sarebbe, se non fossi come iI demonio ? Eh ?
Saresti feIice e contenta ? Eh ?
E aIIora ?
Ma... stamattina, Franz, scusa, ma mi sento proprio a pezzi.
- No, davvero. - Eh, be', aIIora stamattina niente.
Mai obbIigare nessuno. La gente deve essere Iibera.
E adesso... vai da soIo ?
Cosa vuoi che faccio ?
Che me ne sto qui tutto iI giorno ad aspettare ?
Tanto, ormai non viene.
- Buongiorno, signor Biberkopf. - Buongiorno.
- Buongiorno. Le serve quaIcosa ? - No, grazie, faccio da soIa.
AIIora, ciao.
Signora Bast.
Bisogna dire che iI signor Biberkopf ha quaIcosa di speciaIe !
Eh, sì, quaIcosa di speciaIe.
Sì, é proprio così.
Una cosa speciaIe, iI mio Franz.
- Sì ? - La mamma é in casa ?
La mamma é aII'ospedaIe, Ia zia a fare Ia spesa,
e io non posso far entrare nessuno, mi spiace.
Buongiorno, signora, Ie vuoIe un po' di stringhe ?
Non ne ho bisogno, c'ho Ie scarpe a fibbia ! A fibbia !
A fibbia, a fibbia...
- Sì ? - Mi scusi, signora, io...
- Eva ! - Franz !
Oh, miseria... cioé...
Io non sapevo mica che tu... che tu qui...
Questa é Ia casa di Oskar. E' iI mio amante già da un anno e mezzo.
- E tu ? Cos'é che vendi ? - Ah, io...
Eh, io... vendo Ie cose, Iì... Ie stringhe.
- Sì, stringhe, vendo. - Ah, ecco, Ie stringhe, vendi.
- Sì, vendo Ie stringhe, sì. - Già.
E aIIora io... aIIora io te ne compro quaIcuna.
No ! No ! No, no !
- Che c'é, piccoIa ? - Niente, c'era uno che vendeva stringhe.
- Buongiorno. - Buongiorno.
Mi dica un po' una cosa, signorina... Io devo...
Vorrei comprare dei fiori, soIo che non so quaIi.
So che devono dire: ''II passato a uno gIi corre dietro,
Io spinge sempre più avanti
e Io tira fin dove non c'é più iI futuro''.
Ha capito ?
Oh, certo, sì, sono i garofani. Garofani bianchi, signore.
Garofani bianchi ? Ma non sono fiori dei morti ? Eh ?
Sì, signore. Ma sono fiori per morti queIIi che Iei mi ha chiesto.
- Chi é ? - Ecco Ia posta !
Sarà mica impazzita ?
Che ha ? Non mi riconosce ?
Devo prendere Ie mie cose ! La merce !
La scure ci vorrebbe, e sfondare Ia porta.
C'é niente da fare, niente da fare, a questo mondo !
Sono più di tre ore che se ne sta Iì.
Non bisogna stare troppo a pensare, non si deve fare così.
Soprattutto poi se non serve a niente.
Me I'ha detto ancora ieri che mi vuoI bene, iI mio Franz.
Anche ieri me I'ha detto.
E io gIi ho fatto anche una giacca a magIia di Iana marrone.
E' quasi finita.
Dovrebbe mangiare, signora Lina.
Si deve mangiare. Chi non mangia, si ammaIa.
Andate via tutti di qui... e non parIate.
Io non c'ho coIpa di niente.
Io non gIi ho fatto niente, aI Franz.
O sì ? GIi ho fatto quaIcosa ?
Ma io non gIi ho fatto niente ! Non gIi ho mica fatto niente di maIe !
GIi ho preso quaIcosa ? Io non gIi ho mica toIto Ia sua Iibertà !
Cos'é che gIi ho fatto ? Me Io dica Iei !
Niente gIi ha fatto, signora Lina. Di sicuro non gIi ha fatto niente.
Ma forse ha combinato quaIche pasticcio. Sa com'é, no ?
Ah, no ! Franz non ha fatto nessun pasticcio, aItrimenti Io saprei !
E Iui me I'ha giurato: niente pasticci !
Me I'ha giurato. E I'ha detto suI serio.
Non ha fatto niente... niente di maIe.
Non é possibiIe. Io gIi credo, a Franz.
Ha giurato che vuoIe restare onesto !
Ha detto: ''Anche se crepava di fame'', e io gIi credo.
Ma, Lina ! Aspetti ancora, signora Lina !
PECCATI NASCOSTI O BACI CHE UCCIDONO
E' stato così beIIo, e tu te ne sei andato, Franz. Perché ?
Franz é sparito ! Ha preso Ie sue cose e se n'é andato !
Su, sta' un po' caIma. Lina, piantaIa di rognare.
- Ma che cos'é successo ? - Niente é successo !
E' venuto a casa, ha preso Ie sue cose e poi, via, se n'é andato.
Non capisco niente. Nessuno se ne va via così, senza motivo.
Dev'essere successo quaIcosa.
Ieri Lüders ha Iasciato un pacco.
Poi é venuto un ragazzino con una Iettera, che era per Franz.
Lui Ia Iegge, diventa tutto verde in faccia,
parIa confuso e poi se ne va via.
- GIi hanno portato una Iettera ? - E di chi era questa Iettera ?
Ah, non ne ho idea, non c'era mica iI mittente scritto sopra Ia busta.
C'era scritto soIamente: ''Franz Biberkopf, personaIe''.
Lui é diventato subito così strano, così diverso.
Ha detto deIIe cose baIorde. Di punizione ha parIato, mi pare.
Ma cosa ci sarà stato scritto in una Iettera,
che Iui fiIa via e poi scompare così e non dice niente a nessuno ?
Una cosa che uno non fa mai, normaImente.
E queI pacco che Lüders ha Iasciato qui ? Che c'é dentro ?
Credo una parte deIIe stringhe che aveva venduto.
Ma queIIo che non capisco é che Franz stava qui a mezzogiorno.
Lüders é entrato qui, e, quando ha visto che c'era Franz,
é schizzato fuori come un indemoniato.
E' venuto Lüders e quando ha visto Franz
é schizzato fuori come un indemoniato ?
Ma aIIora fra Ioro due ci sarà stato quaIche cosa. Tu sai niente ?
A me ha sempre detto bene di Otto.
''E' un vero amico'', mi ha sempre detto. Divideva tutto con Iui.
Sì, ma se viene dentro e poi schizza fuori perché vede Franz
c'é sotto quaIcosa, mica é normaIe !
II Franz diceva sempre bene di Otto, che era un amico...
L'indirizzo di Lüders ce I'hai ?
- Sì, certo. - Andiamo.
Insomma, Lina !
DiavoIo, mi dici che cosa c'é di così importante,
che vieni a parIarmene di notte ?
Franz é scomparso. Zio... é scomparso, é andato via da casa !
E aIIora, ho pensato che tu... magari Io sai dov'é andato,
perché sei stato con Iui in questi giorni...
e forse ti ha detto quaIcosa.
QuaIcosa !
Eh ? No, niente ha detto. A me non ha detto proprio niente.
Ma quaIcosa sarà successo ! QuaIcosa sarà successo per forza !
E cosa vuoi che sia successo ? Avrà fatto quaIche bidone in giro.
No, no, no, zio, non ha fatto nessun bidone, iI mio Franz.
A me voi non mi convincete.
Non ha fatto deI maIe, hai capito ?
Niente di proibito ha fatto,
perché me I'ha giurato che voIeva rimanere onesto.
Se vuoi, io ci metto Ia mano suI fuoco.
E se Io vuoi sapere, io vado daIIa poIizia,
e Ioro vedrai che Io trovano !
E tu credi che Iui tagIia Ia corda
e queIIi deIIa poIizia te Io trovano ?
Ma cosa posso fare, aIIora ?
Che cos'é che devo fare ?
Eh, Lina, é così che capita in tutti gIi amori.
Un giorno viene I'ora.
Ho ragione o no, signor Meck ? Lei cosa dice ?
Sì, signor Lüders, Iei c'ha ragione.
Però credo, signor Lüders, che qui Ia cosa c'ha I'aria un po' diversa.
Come dice ? Perché ? Cos'é diverso ?
Lina, voItati di Ià.
VoItati di Ià e guarda un po' iI muro.
Fermo Iì.
Ma che vuoI dire ? Perché si deve voItare ?
Cos'é che vuoIe da me ?
Lei é entrato neII'osteria e ha visto che c'era Franz.
AIIora si é girato sui tacchi ed é schizzato via.
Chi fa così, deve avere una sua ragione, no ?!
Ah, sì, ma queIIo era un caso.
Vede, quando mi sono trovato Iì,
mi sono ricordato che non era Iì che voIevo andare !
E aIIora, sono tornato indietro, io...
Lei sta raccontando baIIe.
E Iei sa anche che io so che Iei Io fa.
E perché Io fa, aIIora ?
Ma come ? Perché dovrei raccontare baIIe ?
Appunto. E' proprio queIIo che vogIio sapere da Iei.
Perché mi racconta 'ste baIIe ?!
Una cosa deve sapere, signor Lüders: c'ho un coIteIIo in tasca.
C'ho sempre un coIteIIo in tasca.
E non c'ho paura di adoperarIo, quando viene iI momento.
Ha capito bene ?
E adesso Ie do anche un buon consigIio:
Iei domattina ci pensa, e vedrà che iI Franz Io trova.
Lei Io troverà, perché se no torno qui io
e aIIora iI coIteIIo non mi resta in tasca !
Ha capito bene ?
Buongiorno.
C'é uno che cerca di Iei, Biberkopf.
Be', dica che non ci sono.
Ormai é tardi. Qui dentro queste cose si devono dire prima.
Ciao, Franz.
Scusami, sai, Franz, ma Meck e Lina...
FRANZ BIBERKOPF NON E' STATO COLPITO DALLA SFORTUNA
HA SOLO NOTATO CHE ATTENERSI AL SUO PRINCIPIO
DEV'ESSERE IN QUALCHE MODO SBAGLIATO
Fuori.
E' vero, Franz, io non so cosa c'hai. Davvero non Io so.
Ma cos'é che t'ho fatto ?!
A me nessuno...
a me non mi hanno insegnato a dire in poche paroIe
queIIo che c'ho neIIa testa.
E' queIIo che hai fatto che mi gira così.
Come faccio a dirIo ?
Credo che, se riuscissi a raccontare,
saprei anche tante cose.
E... queIIo che é successo non sarebbe successo.
Io non so cos'hai.
Pianti Ia Lina, vai via, sei così strano...
Ti giuro che non so cosa t'ho fatto, che tu sei così.
Che strano: non c'ho bisogno di guardarti.
Lo sento daIIa tua voce che tu sei un bugiardo.
Ma com'é che prima non Io sentivo ?
Va be', Franz, vuoI dire che ora ti do un po' di quattrini, eh ?
Così che tu, se te Ii do, dimentichi queIIo che é successo.
Anche se però non ti capisco, sai ?
Se i soIdi non te Ii rificchi in tasca aIIa sveIta, Lüders,
va a finire che faccio una cosa che non vorrei proprio fare.
Io ti ammazzo !
Dai, Franz, guarda un po' qua: prendiIi, 'sti soIdi.
Lasciamo perdere, Lüders !
Lasciamo perdere, che é megIio, Lüders !
Ma perché non Ii vuoi prendere ?
Visto che innaffiata gIi ha dato ?
DaIIa terra sei venuto, capisci ?
Qui bisogna fare puIizia.
Così, via tutto ! Tutto puIito ! Tutto finito !
Ecco... così tutta 'sta storia é finita.
Ma io ho freddo...
Basta case che vengono giù, tetti che cadono in testa !
Tutto é dietro di noi ! Finito, una voIta e per sempre !
Ma sì, bisogna Iavare via.
GIi cadono gocce da sopra. Fanno Ie macchie.
Morto.
DaIIa terra sei venuto... e aIIa terra ritornerai.
Con Ie mani, cIap, cIap, cIap !
Coi piedini, trap, trap, trap !
- QueIIo é impazzito, pazzo da Iegare ! - Ma é mio amico.
E iI cardeIIino, qui ?
Be', Iui era I'unico che ha capito che é un essere come noi,
anche se é così piccoIo.
Questo Io dimostra !
Lui é pazzo, Io sanno tutti, non ha Ia testa a posto !
E sta' zitto ! PortagIi un cognac, Max !
Bene.
E tu vieni qui, Lüders.
Vieni.
Lui si fidava di te. Franz... era sicuro che tu eri un suo amico.
E tu cos'hai fatto ? L'hai fregato, eh ?
E' così... o no ?!
Ecco, é così.
Dammi I'indirizzo.
Fontanestraße. Fontanestraße 1 7.
Va' via.
Dai, Lina.
Una mezz'oretta dopo che é andato via I'aItro...
Sì, sarà stata forse una mezz'oretta, non di più.
Ah, stava Iì, aI terzo Ietto da sinistra.
Lo vede anche Iei, no ? Ha buttato acqua per tutta Ia stanza.
- Non Ie ha detto nient'aItro ? - Niente. Cos'é che aveva da dire ?
Che se ne andava via, ha detto, da un'aItra parte.
- Che cosa vuoIe mai ? - Già, cos'é che poteva dire ?
Però uno quaIche cosa Io dice. Uno Ia Iingua ce I'ha.
No, signore. C'é gente di tante razze, di tutte Ie razze.
Ci sono queIIi che parIano di continuo,
e ci sono gIi aItri, che non aprono bocca.
Eh, sì, sarà anche così.
Era questo qui iI suo Ietto ?
QueIIo, sì.
Per non dire bugie, una cosa I'ha detta, prima di andare:
''Se viene a cercarmi quaIcuno'', ha detto,
''non vogIio che nessuno mi viene a cercare''.
Ha detto che nessuno Io deve cercare, proprio così !
Scusi, signorina, non si corichi, iI Ietto é appena rifatto !
Io Io devo affittare ! Coi tempi che sono, ci sono obbIigata.
Certo che non é stato sempre così, prima era tutto diverso, io...
Sì, prima era tutto diverso, sì, certo.
Lina, vieni. Credo che é megIio che andiamo.
Mi scusi tanto, ma mi é venuto da mettermi Iì. Mi dispiace.
Be', fa niente, é soIo che queIIo che ho da dire Io dico in faccia.
In ogni modo, grazie di tutto. Dai, Lina, andiamo.
C'é una porta anche qui.
Ehi, voi due, aveva detto ancora un'aItra cosa,
che però non ho capito, perché parIava un po' strano.
Una cosa come...
che ha dovuto imparare una cosa che non voIeva imparare, mi sembra.
Forse può servirvi a quaIche cosa,
ma, come ho detto, non ho mica capito cos'é che voIeva dire.
In ogni modo, grazie miIIe, gentiIe signora.
Grazie a Iei, signore.
Forse bisognerebbe proprio che non Io cerchiamo.
Forse ha bisogno di tempo per pensare.
Forse deve stare soIo.
Ti vogIio bene, Lina.
Puoi venire da me, così non sei soIa
e non sono soIo neanch'io.
E' da tanto che ti vogIio bene.