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E' comune e diffuso il desiderio di mantenere
la Cassa di Risparmio
di proprietà dei riminesi
e per riminesi in questo caso
intendo la Fondazione. Quindi lo stato d'animo è assolutamente favorevole
devo dire però...
...dico una cosa molto conosciuta, una convinzione diffusa
che in questo momento reperire capitali
per investirli in attività extra, alla propria attività
perché quando pensiamo degli imprenditori
pensiamo a delle persone che hanno un'azienda
o varie aziende da gestire
alle quali in momenti così difficili
devono dedicare, non solo tanta attenzione
ma certamente anche
la maggior parte se non tutte le risorse economiche
delle quali dispongono.
Quindi ci saranno imprenditori che sono in grado, a parere mio ...
... di fare questo sforzo e quindi di immettere denaro,
affiancando così la Fondazione.
Ce ne sono certamente altri che non sono in grado di farlo ...
... al di là del desiderio che possono avere di farlo o no.
Io non sono pessimista sulla possibilità che i riminesi aderiscano
anche economicamente a mantenere in mani riminesi la Banca.
Quindi supportando, perché per Banca d'Italia
questo è un aspetto che va sottolineato,
non è sufficiente che la Fondazione
immetta denaro per mantenere il 21%
questo a banca d'Italia interessa molto relativamente.
Banca d'Italia ha chiesto una capitalizzazione
o ricapitalizzazione di 120 milioni
come sappiamo 20 milioni circa li immette la Fondazione
per raggiungere l'obiettivo del 51%
gli altri restanti 100 milioni devono essere presi sul mercato
la cifra è una cifra importante.
Io mi auguro che ci si faccia, però è dura insomma
infatti, il Consiglio di Amministrazione e il Presidente stesso
è convinto che sia un'impresa molto difficile
però devo dire, anche molto fiducioso
che la gestione fatta fino ad oggi dalla Fondazione
per ragioni interne alla Fondazione naturalmente.
Della Banca non è stata felice
nel senso che siamo arrivati al commissariamento
proprio perché la Banca evidentemente non è stata gestita
in modo soddisfacente, almeno questo è il parere
di Banca d'Italia
però Banca d'Italia è un pò l'arbitro che stabilisce
chi ha ragione e chi ha torto, cosa si deve fare durante una partita...
... o durante una gara. Dobbiamo partire dal presupposto
che il commissariamento discende
da una gestione non corretta, ma in generale
non corretta della Cassa di Risparmio.
Questo non significa immaginare che qualcuno si sia comportato in modo
disonesto, sia chiaro;
non corretto sotto il punto di vista industriale.
Siamo in difficoltà perché non abbiamo gestito...
è un'azienda come tante altre, capita di entrare in difficoltà
e quando si entra in difficoltà ci si chiede perché,
perché la gestione non è stata corretta, senza dubbio.
Si possono aver commesso degli errori gravi o meno gravi
però si è arrivati alla conclusione che
la gestione va totalmente rinnovata.
Oltre alla gestione Banca d'Italia chiede anche la ricapitalizzazione
Certamente occorre un colpo di redini, da parte della Fondazione
se mantiene il 51% e anche da parte di quelli
che sottoscriveranno i famosi cento milioni
che mancano, affinché la gestione sia più rispondente al mercato;
mantenendo un radicamento forte e un'attenzione
particolare allo sviluppo della nostra economia.
Questo può essere fatto, anzi deve essere fatto pur gestendo
la Banca come un'azienda normale, quindi con molta attenzione.
Ci siamo trovati in difficoltà perché la gestione è stata incorretta
certamente un cambio di direzione,
certamente maggiore managerialità,
certamente una gestione affrancata da amicizie, rapporti personali rapporti...
Quando si gestisce un'azienda, non è che non si tenga
conto degli amici perché ben vengono degli amici utili all'azienda,
però certamente non si accettano gli amici
se questi non giovano al buon andamento dell'azienda.
Il concetto può sembrare un pò rocambolesco ma...
questo è quanto, insomma.
Quindi, certamente cambio di direzione, non per nulla
i commissari sono lì che dicono ricapitalizzazione,
poi diranno altre cose per quanto riguarda
l'organizzazione della banca, è normale.
Dunque, penso che si debba partire dalla necessità dello Stato e quindi del
Ministero della Pubblica Istruzione di realizzare delle forti economie.
Naturalmente questo non dovrebbe andare a
scapito della qualità dell'insegnamento,
del livello culturale che poi si riflette sulla popolazione
e dalla salvaguardia di certi concetti e criteri di carattere generale.
Quando si legge che l'Università di Bologna,
noi siamo partner dell'Università di Bologna
come polo riminese.
Deve ridurre da 77 a 40 i dipartimenti chiaramente
occorre accettare dei sacrifici.
Di questi 40 dipartimenti leggevo,
conosco queste cose perché leggo o perché qualcuno me le riferisce
e anche perché la Camera di Commercio è socio importante di Unirimini
di questi 40 dipartimenti
36 rimangono nella sede dell'Alma Mater, cioè a Bologna
e 4 vengono invece collocati, nei quattro poli romagnoli
Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna
dico Rimini, Forlì non li metto in ordine alfabetico
non perché siamo di Rimini,
perché Rimini e Forlì sono ormai paritarie per il numero di studenti
oltre 6.500, forse qualche centinaio in più
mentre Cesena ne ha circa i due terzi
e Ravenna invece è a un terzo.
Quindi nell'ordine d'importanza Rimini-Forlì, Cesena e Ravenna.
Ecco, questi sono i sacrifici richiesti
4 poli possono essere dislocati.
C'è forse una contraddizione in questo,
nel senso che del totale degli studenti dell'Alma Mater
gli studenti che frequentano la sede di Bologna sono un terzo,
però c'è da dire che a Bologna c'è la struttura amministrativa
e burocratica, poi c'è una tradizione fortissima;
potrei fare il lamento del romagnolo che dice ecco Bologna
che dà poco alla romagna in particolare a Rimini.
Su tanti aspetti è pur vero io l'ho detto sempre e lo sostengo
Ora a Rimini ci attribuiscono
il dipartimento "Scienze per la Qualità della Vita"
Io credo che sia un dipartimento molto importante questo
anche perché raggruppa degli istituti,
delle strutture che già esistono
che sono: farmacia, scienze motorie, medicina
lettere e moda, quindi
è un polo importante perché noi incarichiamo circa un 45-50 docenti.
Ma è importante non solo come entità
è importante perché questo tipo di scienza,
questo tipo di cultura, questo insegnamento
e questa ricerca
si collegano perfettamente al nostro territorio.
Rimini, penso, che più invoca
il voler essere un riferimento per la qualità della vita
e migliore è lo sviluppo della propria attività
quindi ci va benissimo, non è assolutamente
un dipartimento che dobbiamo sottovalutare,
un dipartimento importantissimo, si collega con Rimini...
e quindi di questo dobbiamo essere contenti e soddisfatti
questo dipartimento ci sta bene.
Certo quando ci dicono "non avete un dipartimento collegato...
...all'economia applicata al turismo" o qualcosa del genere
qui viene spontaneo dire, ma come, Rimini che è il riferimento del Mediterraneo
per il turismo che ha non so quanti alberghi, 3.000 mi sembra, che
ha una fiera come quella che ha, un pala congressi come quello che ha,
sacrifici enormi fatti dai privati e dall'ente pubblico
viene privato del dipartimento
di Economia del Turismo che fra l'altro
è nato con la Scuola Superiore del Turismo negli anni 70.
Non abbiamo la storia dell'Alma Mater, ma abbiamo una bella storia anche noi.
Questo addolora moltissimo, perché...
...chiedevo agli esperti, ma...
...cosa accade a Rimini da domani, dal momento in cui
questo dipartimento non viene istituito a Rimini?
In realtà cambia poco perché la ricerca e la didattica
in questa materia rimane a Rimini, quindi
i professori che abbiamo incaricato rimangono
ad insegnare e fare ricerca a Rimini,
gli studenti continuano naturalmente a studiare qui.
l'aspetto è più che altro formale, secondo me
perché adesso la legge Gelmini istituisce
le Unità Operative Territoriali.
Mantenere Rimini come logico che sia, ci mancherebbe
che ci avessero privato di questo
questo U.O.T. che in qualche modo
rafforzandosi, continuando a svilupparsi
può aspirare in un domani diverso da quello di oggi
di diventare poi dipartimento.
Seppure oggi questo U.O.T. guidato dal dipartimento specifico
che è in Alma Mater, secondo me fa sperare bene.
Trovo però legittima la contestazione, se così si vuol chiamare
che i nostri enti pubblici hanno avanzato verso Bologna.
Ma come, non ci date il dipartimento del turismo?
Siamo la capitale mondiale del turismo,
siamo quelli che fan si che Rimini sia il riferimento
per l'Africa che è di fronte a noi
Infatti, tante manifestazioni si svolgono a Rimini collegate al turismo
che coinvolgono questi paesi del bacino mediterraneo.
Quindi, non ci è andata bene come avremmo sperato
però non ci è andata male, io non sono così scandalizzato
la cosa importante è dimostrare, come fino ad oggi abbiamo dimostrato
e qui occorre complimentarsi con il rettore di Rimini, con il direttore
con tutto il corpo docente.
L'importante è continuare a comportarsi in modo
splendido, come ci siamo comportati fino ad oggi
e dobbiamo dire che Unirimini
quindi il Polo Universitario di Rimini
non ha mai avuto momenti critici, non ha mai avuto momenti di difficoltà
perché è stato sostenuto fortemente da tutti noi
e ha avuto anche e continua ad avere momenti interessanti proprio come didattica
quindi avendo fatto molto bene fino ad oggi,
sapendo che faremo bene anche nell'avvenire,
io sono molto ottimista sul fatto che domani
quando i fondi saranno
disponibili, possiamo anche riscattare e recuperare
anche questo riconoscimento, però direi che andiamo bene.
Comincerei ad occuparli nella formazione,
la formazione presuppone anche qualche contributo
ed è giusto che in questo momento ci sia solidarietà sociale.
Subito dopo dico
se le aziende innovano,
anche la Pubblica Amministrazione può innovare molto,
perché può applicare delle procedure più snelle,
più innovative che richiedono personale più qualificato.
La gente andrà in pensione, quindi che subentrino dei
giovani che sono preparati alle nuove tecnologie.
Le aziende devono tenere duro e vedere non solo di non licenziare
ma non appena si apre uno spiraglio, magari con dei contratti come adesso esistono
non troppo vincolanti per poter poi flessibilmente
gestire la manodopera, devono cercare di
assecondare la funzione delle persone.
Però gli enti pubblici possono fare tanto, specialmente in questo momento
anche se a corto di risorse.
Lei prima accennava alle zone produttive,
lei immagini se ci fossero davvero a disposizione
delle aree a buon mercato,
a buon mercato significa che l'offerta è ampia,
dove poter trasferire le proprie attività
e al posto delle attività che oggi sono nel centro della città,
ce ne sono tante proprio,
che contrastano con chi abita in quelle zone.
Viene un motore formidabile
sarebbe un motore formidabile, anche in momenti di sacrificio come questi.
Il problema è che dobbiamo affrontare la questione del credito,
ci vuole un sistema creditizio coraggioso, non spericolato ma coraggioso
che assecondi questo rinnovamento, perché per rinnovarci occorrono dei fondi
occorrono dei quattrini, occorrono degli euro,
gli euro per chi ha idee giuste e chi svolge
un'attività importante devono essere assicurati
anche in momenti di difficoltà
Quindi, essere selettivi va bene
ma appunto essere selettivi
non fare dei tagli che non aiutano a sviluppare iniziative buone.