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La musica on- line ha avuto una svolta negli ultimi due anni: si affermata Apple con iTunes
e il mercato della musica oggi è completamente sbilanciato verso il digitale, verso il download
dalla rete. I numeri del 2009, secondo la ricerca di Music Watch della società NPD
Group, attestano per iTunes il 25% del mercato musicale degli Stati Uniti, in cui vengono
considerati sia i CD e sia la musica digitale, quindi i brani scaricati da Internet. Segue
Wall Mart, con solo il 14% e la catena Best Buy. Questo risultato è stato raggiunto da
Apple in soltanto sei anni. Se si valuta invece, rispetto alla musica,
soltanto il mercato digitale e non quello fisico, Apple domina in modo incontrastato:
infatti il valore attribuito alla Apple è il 69% del mercato, seconda è Amazone Mp3, con
solo l’8% delle vendite. Oggi il CD è ancora il supporto preferito in assoluto per l’acquisto
di musica, però è già previsto che nel 2010 ci sarà un pareggio, dal punto di vista
complessivo, con la vendita di musica digitale. Il trend degli ultimi anni è di un aumento
del 15 /20% della musica digitale e, contemporaneamente, una diminuzione del 15 /20% della musica registrata
su CD, per cui il CD potrebbe scomparire nell’arco di quattro o cinque anni, o forse anche prima.
Il mercato a questo punto non è più quello dei grandi stores, quello di Wall Mart o di
Best Buy, ma diventa la rete stessa e, nella rete, il mercato preferito e più indicato
per la vendita di brani musicali sono i social network o i social media in generale. Il social
network MySpace ha creato My Space Music nel 2008, attraverso un’alleanza commerciale
con Vivendi, con Warner Music Group e Sony, tre tra le più importanti etichette musicali.
MySpace, come anche Facebook, ha centinaia di milioni di utenti e, di questi, circa un
terzo ascolta musica all’interno del sito. Quindi è un mercato potenziale che le case
musicali vogliono acquisire, anche in funzione difensiva nei confronti di Apple e di Amazone.
MySpace consentirà e consente ai suoi utenti di accedere al catalogo delle majors discografiche,
di ascoltare alcuni brani gratuitamente e invece di acquistarne altri. L’accordo del
2008 prevede che la musica sia venduta da MySpace non più in modalità DRM, e quindi
in Digital Rights Management. Digital Rights Management regola l’accesso a programmi
o file multimediali e, in pratica, limita l’accesso a un singolo modo di acquisizione,
quindi a un singolo supporto. La musica non è libera, ma può essere acquisita soltanto
attraverso un supporto che, di solito, viene prodotto direttamente da chi fornisce la musica
stessa: questa misura non è più presente nell’area messa a disposizione di MySpace
e sta lentamente declinando, il DRM infatti è sempre stato vissuto come una camicia di
forza dagli utenti, che vogliono poter accedere liberamente a qualunque tipo di prodotto in
rete, una volta acquistato e DRM è anche un limite oggettivo all’espansione del mercato
in rete, come è stato compreso a suo tempo dalla Apple, da Sony e dalla stessa Napster,
che lo eliminarono. Nella musica sta emergendo il fenomeno del
prezzo libero, è il cliente che decide quanto vuole spendere: il sito Sella Band permette
agli artisti di finanziare attraverso donazioni pubbliche un progetto musicale, con il raggiungimento
di 50. 000 dollari questo sito rende disponibile la registrazione del brano e quindi dei pezzi
musicali gratuitamente on- line. Altri siti come Fundable offrono la possibilità di raccolta
di fondi per la creazione di opere musicali: se le somme che vengono raccolte non sono
sufficienti le donazioni vengono restituite. Questi esempi introducono due fattori propri
della rete: la diffusione del brand e della visibilità personale, insieme alla vendita
diretta dell’artista delle sue opere. Sono due variabili che potrebbero creare e stanno
creando un nuovo mercato della musica in alternativa a quello delle majors.