Tip:
Highlight text to annotate it
X
C'é in giro tanto di queI capitaIe sprecato !
Sapete che in America fanno marcire perfino iI grano ? RaccoIti interi.
Ma sì, chi non Io sa ? Ma in AustraIia é ancora più pazzesco.
Hanno IucertoIe di prima deI DiIuvio. Sono Iunghe diversi metri.
Stanno neIIe paIudi, neII'acqua sporca, e nessuno sa cosa mangiano.
Ehi, Franz, guardaIo un po'. QueI cafone Iaggiù é iI capo, qui.
- QuaIe ? - QueI cafone Iì.
- Si chiama Pums. Un nome deI cacchio, eh ? - Mh-mh.
E I'aItro ? QueIIo che gIi parIa insieme ?
E' iI ReinhoId, uno che Iavora da quaIche parte insieme con Iui,
ma cos'é che fanno, nessuno Io sa.
Meck.
Un'aItra birra.
Vieni, Franz. Pums vuoIe fare Ia tua conoscenza.
Ma... per me...
- Un'aItra birra. - Sì.
- Mi parIa sempre di Iei, I'amico Meck. - Ah, sì ? Davvero ?
Non Ia smette mai un momento coI suo vecchio amico Biberkopf.
E Iei... che genere di affari fa, neIIa vita ?
Uff, credo che mi rimetterò nei giornaIi.
Eh, già, io non c'ho niente contro i giornaIi, forse però...
Forse potremmo anche fare quaIche affaretto, noi due.
Io tratto frutta e verdura.
Perché no ? QueIIo che importa é iI guadagno.
Lei ha ragione. Ha perfettamente ragione.
QueIIo che conta é iI guadagno. E' inteIIigente, Iei.
E' da starci attenti, queI tipo Iì. Scuotere prima deII'uso.
La sapete di queIIo che in America un beI giorno si sposa con una
che ritiene una bianca e invece é una negra ?
- Dice: ''Sei una negra ? Vattene via''. - Erano otto !
Se dico che ne ho bevute sette, vuoI dire che sono sette !
SiIenzio !
Che roba... c'hanno sempre ragione.
- Non prenderteIa, Max. Dacci due doppie. - Subito.
Bacio ?
- Serviti. - SaIute, Meck.
- Che sia un comunista ? - Chi ? - II Iungo, Iì, con Ia biondina.
Che gIi giri Ia testa ?
Lo dovrebbero tenere in manicomio a BeeIitz, e non IasciarIo in giro.
- Di mestiere che fa ? - Come noi. Tratta verdura.
Ah... Ia verdura.
Ma guarda che occhi triti che c'ha. QueIIo é stato di sicuro in gaIera.
Ehi ! Vieni qua !
E tu vai Iì ? Non si sa mai cos'é che uno vuoIe da te.
Adesso pensa anche Iui che io sono stato in gaIera.
Lo pensa di sicuro.
- Sì ? - Ho scommesso che tu sei stato in gaIera.
E poi ho anche scommesso che prima, quando mi hai visto,
hai pensato che anch'io sono stato in gaIera.
Ed é vero, amico. Quattro anni a TegeI.
Adesso Io sai. AIIora, tu ?
Mi spiace. In gaIera... non ci sono stato.
Po... poIitica ne ho fatta. Da... da ragazzo.
VoIevamo far saItare un gasometro, ma ci hanno spiato.
A... a me però non mi hanno preso.
- E adesso cosa fai ? - Commercio verdura.
Verdura, e... quando non va, timbro.
- Vuoi aItro ? - No, niente. Grazie.
Strano. Qua trattano tutti frutta e verdura. E' proprio strano.
Verdura... E c'hanno anche I'aria di guadagnare.
Ma é sempIice, no ? Pums ci fornisce, é iI nostro grossista.
No. Io preferisco stare nei giornaIi.
Lo saprai tu. Ognuno Io sa cosa fa.
- Mio Dio, iI signor Biberkopf ! Che beIIezza ! - 'Giorno.
Ho sentito... ho sentito che posso tornare in stanza,
neI mio buco, Iì, é Meck che me I'ha detto.
Certo, sicuro, é così. Venga dentro.
Niente é cambiato, non ho toccato niente.
E' ancora tutto come Iei Io ha Iasciato.
La signorina Lina... Iei ha preso Ie sue cose,
ma se no, tutto é come é sempre stato.
Be', in ogni caso, grazie miIIe.
- Ah, ma che dice ? Non c'é niente da ringraziare. - Sarà anche così.
Mio Dio, tre ore ho aspettato, pensando: ''Ecco, adesso arriva''.
Cosa ? Sono già tre ore ? Come mi spiace.
Perché ti spiace ?
Mica potevi sapere che io ti aspetto qui come una stupida.
Non devi dire così. Tu non sei una stupida.
Però, che ogni voIta paghi I'affitto... Capisci ? Non devi.
Non c'é nessun bisogno che Io fai.
Non costa niente questa stanza, io neanche mi accorgo.
- E poi, sono stata così feIice qui dentro, insieme a te. - Già.
Eh, ma... in questo buco qui... anche con Ida ci ho vissuto.
E qui Ida... I'ho pestata... e ammazzata.
E poi, c'é stata anche Lina.
Io con Ia Lina ci ho vissuto qui, con Lina, e aIIora...
Vieni, Franz, facciamoIo ancora una voIta ! Su, dai, vieni !
- No ! - Ti prego !
- No. - Perché no ?
Tanto non é come prima, é soIo così, per farIo.
Perché non posso dimenticarti.
Lo so che non può essere come una voIta.
L'ho capito da un pezzo che ora tu non vuoi più.
Io I'ho capito che tu non vuoi più che una Iavora per te.
Ti va così. Ma questo é tutto diverso.
E va bene.
Crisi di governo a OsIo, signori !
Sei giorni finita a Stoccarda ! Sei giorni finita a Stoccarda !
Su Ie mani !
Mi hai fatto una paura deII'accidenti ! Vai a spasso ?
Sì, ce ne siamo andati in giro.
VuoIe rivedere Ie vetrine, Ia Fränze.
La conosci ? L'hai vista Ia prima sera, quando sei tornato.
- EhiIà ! - Buondì.
Quando si ha i soIdi, ti puoi anche guardare Ie vetrine.
E' così. A guardare Ie vetrine, se non c'hai i mezzi, diventi triste.
- Freddino, oggi. - Sì, fa freddino oggi.
- Passi di Iì, stasera ? - Sì.
Magnifico. Poi ce ne beviamo uno Iì insieme, perfetto.
Be', andiamo.
- Be', a questa sera. - Ci vediamo. - Arrivederci. - Arrivederci.
Crisi di governo a OsIo, crisi...
Crisi di governo a OsIo ! La crisi !
Sei giorni finita a Stoccarda ! Crisi di governo a OsIo !
Eccoti qua.
C'hai... mica un momento di tempo ?
No, dovresti aspettare un momento,
che c'ho una pressione qui suIIa vescica che non finisce mai.
Va bene. C'ho tempo.
Queste donne... queste... sceme e pazze di donne !
Sempre... 'ste rogne, sempre a menarIa...
Sempre... I'eterna merda, Ie donne.
Oh, mamma mia... Le prendi davvero suI serio !
Da te non me I'aspettavo !
Tu... Ia conosci Ia Fränze ?
QueIIa che gira sempre qui intorno con me I'hai vista, no ?
- Si capisce, Ia tua amica. Gira sempre con te. - QueIIa Iì !
Lei... é Ia donna di un cocchiere che Iavora per una birreria...
E così, Ia... Fränze Iui I'ha moIIato, capisci ?
- L'ha moIIato per venire con me. - E aIIora, cos'é che vuoi ?
Cos'é che può fare di più, che piantare iI suo marito per te ?
Ma é proprio per questo, capisci ?
E' che io non Ia vogIio più, non posso più vederIa.
- Be', IasciaIa andare. - E' proprio questa Ia difficoItà !
Le donne non ce Ia fanno neanche se gIieIo scrivi.
Ah, gIieI'hai messo giù per scritto ?
GIieI'avrò detto un cento voIte, ma... Iei dice che non capisce,
che sono i... impazzito, che non può capire.
Di modo che io... non Io so, o crepo o me Ia tengo.
Eh, magari, eh ?
Magari ? Questo Io dice anche Iei !
Dai, non fare Io scemo !
Accidenti, non ti capisco, sai ?
Prima vuoi fare Ia rivoIuzione, vuoi far saItare iI gasometro,
e poi, per una roba così, hai I'aria di andare aI tuo funeraIe.
SuI serio, non ti capisco.
PrenditeIa tu.
E io cosa me ne faccio ?
Dopo... tu puoi anche mandarIa via.
E va be', per queI che mi frega, me Ia prendo. Conta su di me.
Ma tu... fai ancora pipì neI Ietto.
Grazie, Franz. Io Io... Io sapevo che su te potevo contare.
Na... naturaImente, de... devi provarIa.
Ma credo ti piacerà, perché é una a posto.
AIIora, così io domattina Ia mando da te.
Le do quaIcosa... Ie do quaIcosa da Iasciarti.
E tu Iì te Ia fai. Non c'é mica probIema, Ie donne sono così.
E poi vuoIe ritornare a casa e io non ci sarò.
Le chiavi non ce I'ha, e così, mi va a cercare.
E... Iì non mi trova, Iì neanche, poi neanche Iì.
E poi c'ha cattiva coscienza, e che cosa fa ?
Ritorna a casa da te. E così, io me Ia toIgo dai piedi.
La temperatura è ideale,
le condizioni atmosferiche estremamente favorevoli.
Sta per avere inizio una delle gare più spettacolari.
- Avanti ! - C'é queIIa di prima, queIIa di stamattina !
Dice che deve parIare con Iei. E' moIto nervosa.
Dice che deve entrare da Iei. Che faccio ?
La faccia entrare, é sicuramente Ia Fränze.
E' tutta da ridere: Iei si chiama Fränze e io Franz.
Ma vedrà che Ie piacerà. La faccia venire qui.
Come vuoIe, signor Biberkopf.
Venga dentro, signorina. II signor Biberkopf Ia riceve.
..in seconda Metzler, in terza Elbra...
L'ho sempre detto che queII'uomo c'ha un buon cuore così.
Ma anche i giapponesi sono molto forti.
Franz...
Eh, Fränze, e perché piangi ? Cos'é che hai, eh ?
- Signora Bast... - Ora l'altoparlante deve tacere.
Appena via da te... vado a casa e vedo che non ce I'ho Ie chiavi.
Così suono, e Iui non apre. Lui é ReinhoId.
Penso che é andato in giro. ''Certo che é in giro per bar'', penso.
Giro per tutte Ie osterie dove Iui va,
in tutti i posti che quaIche voIta sono stata con Iui.
Non é che beve. Non beve mai Iui, soIo di rado.
Ma quando beve, be', aIIora Iì beve suI serio.
E dico: ''Sicuro che in quaIche posto Io trovo''.
E' che mi accorgo che non Io trovo.
Dopo, così vado a casa, suono, suono e non mi apre nessuno.
Vedo Iì Ia vaIigia aIIa porta e ho pensato che torno da te.
PiantaIa di fare così. Mi spacchi iI cuore, se piangi così.
Fränze, ti prego !
Tu... non gIieI'hai mica detto di stamattina o sì ?
Macché, Fränze, per chi mi prendi !
Non c'hai neanche un po' di vergogna !
Primo, ReinhoId non I'ho visto,
e, secondo, io non vado a fare Ia spia a nessuno !
Mai, neIIa vita ! Mai !
E' vero, Franz, mi devo vergognare.
Non Io faresti mai, tu. Scusa, ti prego !
- Sei beII'e scusata. - Grazie.
Ma ora che faccio ? Per I'amore di Dio, cosa posso fare ?
Cosa fai, Fränze ? II megIio che puoi.
Appunto, iI megIio che puoi.
Io sì, ma cos'é ''iI megIio che puoi'' ? Che cos'é, Franz ?
Ma, dico: iI megIio che puoi é che te ne stai qui con me.
Vuoi mica girare di notte, coI freddo ! Ci Iasci Ie ossa !
Mio Dio... é così beIIo stare qui con te.
Eh, vedi ? Noi due andiamo d'accordo.
Così... e anche così.
Sì, proprio sì, Franz.
Ti chiami Fränze, tu, e io Franz.
E poi, adesso ti dico cosa gIi dico:
''ReinhoId, non stare a darti da fare con me, non mi servi più,
tanto ne ho un aItro, e non ti riguarda chi é''.
Così gIi dico. Te non c'entri niente.
''Lui mi piace moIto più di te, moIto di più.''
Così, vede. Era così strano con me.
Franz aveva un cuore eIastico, di cui fin Iì non aveva coscienza.
Lui guardava con piacere come Iei metteva radici.
QueIIa Iinea Ia conosceva bene.
AII'inizio Ie donne han sempre da fare con mutande e caIze bucate.
In più, tutte Ie mattine, Fränze gIi puIiva gIi stivaIi.
- Ecco a Iei, tenga. - MiIIe grazie.
QueIIo é Franz, un mio caro amico, queIIo di cui ti ho parIato tanto.
Ehi, una guardatina aIIe vetrine, eh ?
Be', oggi aIIe vetrine non direi.
Siamo in giro soIo così, a passeggiare.
CiIIy... guarda un po' queII'esposizione.
MobiIi moderni. Ti interessano, a te.
Io non c'ho vogIia oggi di guardare mobiIia, ReinhoId !
CiIIy, ma dai...
Ma perché, se ti ho detto che non ho nessuna vogIia ?
CiIIy, guarda un po' queII'esposizione !
Queste donne ! Non vogIiono abituarsi a fare queIIo che dici !
Se no, guarda sempre Ie vetrine.
Ti fa venire i nervi, con Ie vetrine che guarda !
Però, é mica maIe... Ia tua nuova. Come una steIIa deI cinema.
CiIIy, eh ?
Sì, CiIIy, dice Iei, ma... mica é un nome !
Be', insomma, di' un po', voIevo già domandarteIo:
Ia Fränze I'hai sbattuta via ?
No, perché ? La Fränze é una che c'ha Ie paIIe !
II Ietto va che é un piacere. Cucina e Iava, se c'é da Iavare.
Ma tu hai promesso che Ia cacciavi !
Non ancora, ReinhoId. VoIevo farmeIa in primavera una nuova.
Cose d'estate... ho ben visto, cose d'estate Ia Fränze non ce n'ha.
E io non posso comprarIe. In estate bisognerà che va via.
Lo sai... cosa ti dico, Franz ?
La Fränze già adesso c'ha un'aria tutta da stracciona.
E... queIIo che c'ha addosso non sono mica cose proprio da inverno.
Sono di mezza stagione. Non sono adatte aI freddo che farà.
Be', sai, iI tempo che farà, ReinhoId, mica Io puoi prevedere.
QueIIo che credo é che farà un gran freddo.
Ecco che cosa credo: un freddo boia.
E... guarda Ia CiIIy.
Lei... c'ha Ia... peIIiccia. Guarda.
E' così, già.
Eh, sì ?
Però, che faccio ? Un arrosto di conigIio ?
Io ce n'ho già una a casa. Cos'é che me ne faccio di due ?
Non é che i quattrini mi fioccano o Ii rubo. Dove Ii trovo ?
A... che ti servono due ? Mica ti dico due.
Che vuoi che pretendo ? Che ne tieni due ? Sei mica un turco.
- E' queIIo che dico sempre io. - Lo stesso io.
Quand'é che t'ho detto: ''Prendine due'' ? Perché non tre ?
Dai, forza, buttaIa fuori.
Non c'hai uno... non c'hai uno per... Ia Fränze ?
Uno per che cosa ?
Te Ia può portare via un aItro, Ia Fränze.
Ma, sai... sai che sei furbo ? M'hai Iasciato qua come un merIo.
E' come una catena di Sant'Antonio, come un'infIazione !
Perché no ? Di donne, tanto, ce n'é fin... fin troppe.
Sì, davvero troppe.
Presto ! Correte !
Che amici strani che c'hai tu. Proprio tipi strani, sai ?
- Vuoi mica per caso una donna ? - Cosa ?
E per questo moIIi Ia merce ? Per domandarmi se vogIio una donna ?
Ma che ne so, Franz ?
Sai, com'é, Ia Lotte adesso... aspetta, eh...
Uno... Eh, sì, sono sei anni che Ia Lotte é morta.
Già sei. Da sei anni vivo da soIo qui.
- E com'é ? - Come, ''com'é'' ?
Mi bado da me, puIisco in casa e cerco di cavarmeIa, ecco.
Va bene, cerchi di cavarteIa, e aIIora ti domando:
Ia tua casa com'é da vedere ?
Tempo di tenere in ordine non ce n'ho. Anche Ia vogIia, non sempre.
Poi, iI mangiare. Mi piace mangiare in giro, non cucinare per me.
Costa più caro che se mangi a casa.
Certo che é caro, ma, caro o no, é così.
No, non é per niente così !
Perché, se c'hai una donna, ti tiene in ordine tutto quanto.
Ti tiene puIita Ia biancheria e ti fa Ia cucina.
Sì, sì, Ia cosa ha i suoi vantaggi.
Ma, d'aItra parte, se pensi aIIe rogne, aIIe Iitigate,
aIIora a uno viene da domandarsi: cosa é megIio per Iui ?
Ma chi dice che c'hai Ie rogne e Ie Iitigate ? Ma chi I'ha detto ?
Puoi trovarne una brava che tiene in ordine,
cucina come Dio comanda, puIisce queIIo che é sporco,
non rogna e non Iitiga e magari ti porta un po' di vita in casa !
E' così o no ? Non te Io puoi immaginare ?
- II Montag Morgen. - Non te Io puoi immaginare ? Di'.
Ah, se fosse così,
e se ci fosse una beIIa garanzia che non ci sono rogne o Iitigi...
Capisci ? Io ce I'ho già avuta, ce I'ho neI naso, mi puzza.
Ma com'é che mi domandi queste cose ?
- Perché c'ho queIIa per te ! - Che vuoI dire ''queIIa per me'' ?
VuoI dire queIIo che vuoI dire: c'ho queIIa per te !
- Grazie miIIe. - Oh, é stato un piacere. Be', io vado.
- Ecco. - Grazie.
L'hai fatto tu 'sto caffé ?!
Ma certo, sicuro che I'ho fatto io, iI caffé.
E' che non é caffé, Fränze. Questa é acqua sporca.
- Come ? - QueIIo che ho detto: non é un caffé, é acqua sporca.
Non é acqua sporca, é un caffé.
E se io ti dico che queIIa é acqua sporca, Fränze,
vuoI dire che é acqua sporca, e non caffé, capito ?!
E invece io ti ho detto che é caffé e che non é acqua sporca.
Una voIta che viene quaIcuno da noi, Fränze,
tu vai a dargIi da bere acqua sporca !
E' come ho già detto, non é per niente acqua sporca,
é addirittura un buon caffé, un caffé moIto forte !
Sai, Franz, trovo anch'io che non é acqua sporca, aI contrario.
E' perfino un buon caffé. E' vero, Franz.
Vedi ? L'hai sentito anche tu che é caffé.
Anzi, é un buon caffé, e non acqua sporca !
Ah, sì, eh ? Scusa, scusa !
Se Iui trova che iI tuo caffé é un caffé, e non queIIo che é,
e cioé acqua sporca, aIIora fagIieIo, iI caffé !
Se I'acqua sporca per Iui é caffé, dai, fagIi un caffé !
Ma dai, cosa ti arrabbi tanto per un caffé ?
Qui non si tratta di caffé e non caffé, é un'aItra cosa !
Si tratta deI fatto che qua non c'é mai nessuno !
E oggi che c'é quaIcuno,
Iei ha iI coraggio di dargIi da bere queIIa roba !
Ma dai, Franz, a me in ogni modo piace iI caffé, davvero.
Benissimo ! AIIora, prenditeIa ! La regaIo a te !
Questa a me non Ia dici ! Io non me Ia Iascio dire !
AIIora, fiIa via, se questa non te Ia Iasci dire !
Impacca i tuoi stracci e scompari ! Aria, aria !
Certo, signor Biberkopf, certo !
Una cosa così non me Ia dici due voIte neanche per sogno, capito ?!
Questa cosa me Ia dici una voIta soIa.
Eh, Io spero ! Lo spero che te Ia dico una voIta !
Impacca i tuoi stracci di merda e scompari ! Su, impacca e scompari !
E vai pure con Ede,
così gIi fai iI caffé e gIi fai anche quaIche aItra cosa !
Io mi contento, se non mangio più queI che fai.
- Ma, insomma, Franz... - Tu vaffancuIo ! Va' !
Ma, signorina, ragioni un po', aImeno Iei.
Litigare in questo modo soIo per un caffé !
Ha sentito queIIo che ha detto ?
Ha detto che devo fiIare ! Mi ha detto di scomparire !
Certo, sì che scompaio, certo che scompaio,
tanto é un pezzo di merda, un cogIione, uno stronzo !
Signorina ! Sono Ie mie tazze queIIe che stai spaccando !
Sai bene che c'ho soIo due tazze !
Ti comprerò una tazza e poi te Ia faccio mandare !
Buona idea: compraIa e poi me Ia fai mandare !
Signorina, perché vuoIe fare così ?
Perché non sopporto più di farmi trattare così !
Lei c'ha ragione, signorina.
Però, può poi anche capitare che uno diventa nervoso, e così...
Ma può anche esagerare ! E stavoIta ha esagerato !
- Anche queste sono tue ! O no ?! - Grazie !
Anche quest'affare é tuo ! E anche questo qua !
Dai, impacca ! PortaIa via Ia tua mercanzia !
Mi date soIo sui nervi, tu e Ia tua... mercanzia !
Ma, senti, Franz, io non ti capisco.
Non me ne frega niente che mi capisci !
- Aspetti, signorina, faccio io. Mi dia Ia vaIigia. - Grazie.
Tu sei un porco ! Uno schifoso, uno schifoso, uno schifoso !
Impara a parIare, prima che parIi con me.
- Prima impara, brutta stronza ! - Insomma, basta. Andiamo.
Carogna !
Venga dentro, signora Bast !
Ma, signor Biberkopf, cos'é che Ie é venuto in mente ?
Era una brava ragazza e perbene !
Aggiustava Ie caIze, attaccava i bottoni, cuciva Ie mutande !
Si dava un gran daffare per esserIe d'aiuto !
C'ha ragione, signora Bast. Una brava ragazza, Ia Fränze.
Proprio una brava ragazza, e poi mi piaceva anche,
e Ie voIevo un sacco di bene.
Non vuoIe sedersi ? Si beva un caffé con me.
Oh, sì, grazie.
E' buono iI caffé, eh ?
E' naturaIe che é buono, é iI caffé che faccio io.
Perché, a me non mi piaceva ? Io Io conosco iI suo caffé !
Non ci capisco più niente. Tutta questa Iite era per via deI caffé.
Mentre ero Iì di fuori ho pensato: ''Cos'é che vuoIe ?''
''II caffé é Io stesso che beve da anni. Andava bene.''
''Ci dev'essere un aItro motivo''.
Eh, sì. Anch'io Ia vedrei così.
Ci dev'essere sotto sì, un aItro motivo.
Era carina, carina, carina !
Era proprio una beIIa ragazza ! E poi, era una che Iavorava !
Sembra... sembra che han suonato.
Vedrà, é Ia Fränze. Si é caImata e torna per chiarire Ie cose.
Può darsi. Però, può anche non darsi.
Demonio...
C'é una signora aIIa porta. Dice che deve darIe una cosa.
Una signora ? Mi deve dare una cosa ?
- Sì, una signora con una cosa. - E Ia fa entrare o no ?
Ma certo, signor Biberkopf. Avanti, signorina !
'Giorno, signor Biberkopf.
ReinhoId mi manda qui.
E mi deve dare una cosa da ReinhoId.
Che beIIo !
Ci Iasci soIi un momento, signora Bast. SoIo un momentino.
Ma certo, signor Biberkopf. Ma certo che vi Iascio soIi !
Be'...
Che c'é, mia cara ? C'hai iI magone ?
QuaIcosa non va ?
No, davvero niente, signor Biberkopf.
Devo soIamente darIe questo coIIo di peIo. Ecco.
Una cosa chic. Tutte 'ste cose dov'é che Ie prende, iI mio amico ?
L'aItra voIta, era un paio di stivaIi.
StivaIi, I'uItima voIta, e adesso é già un coIIo di peIo.
E Iei é moIto amico... deI mio ReinhoId ?
Oh, Dio, ogni tanto mi manda qui da mangiare, vestiti che non usa più.
Direi di sì, insomma.
Come appunto Ie dicevo, I'aItra voIta, un paio di stivaIi.
Aspetti un po', così può giudicare.
Ecco qua, signorina CiIIy ! Ecco Ie cose che mi ha mandato !
Eh ? Cos'é che Ie pare ? Sono beIIe queste gaIosce, no ?
Ci stanno dentro minimo tre persone, gIieIo dico io !
Venga un po' qua ! Venga, venga !
Ci mettiamo dentro iI piedino !
Vede, signorina ? E' faciIissimo !
Basta metterci iI piede, in questi stivaIi qui !
In piedi !
Quac, quac, quac, quac...
No, stia Iì, é così beIIo ! Non si voIti !
E' come in una vasca da bagno !
ScivoIi un po', CiIIy, credo che ci sto anch'io !
Lo dicevo io che si sta in tre !
OpIà ! OpIà ! OpIà ! OpIà !
Di', iI ReinhoId mi aspetta, ma...
Non gIi dici niente, ti prego, ti prego !
Per chi mi prendi, bambina ? Ma figuriamoci un po' !
No, non Io fai, non gIieIo dici.
C'é un mietitore, si chiama Morte. Ha iI potere d'addio.
EhiIà !
Oggi affiIa Ia Iama. TagIia già megIio. Presto Ia userà.
Noi Ia subiremo.
Buonasera, ReinhoId. Non me I'aspettavo di incontrarti, oggi.
- Come va ? - Come vuoi che vada ?
Hai... hai da fare, stasera ?
Ma di', é neanche un mese ! Sarai mica già stufo ?!
No, no, ma cosa dici ?
Be', é che Iì a casa Ia CiIIy mi aspetta.
Però... é abituata che io non sono tanto puntuaIe.
- MegIio, andiamo. - Dov'é che si va ? DaI WaIter a baIIare o che ?
- No, no, macché baIIare ! - Come, ''macché baIIare'' ?
E'... é una sorpresa.
Che iI Iatte sia un nutrimento vaIido non viene contestato.
E' consigIiabiIe per i bambini, specie piccoIi, i poppanti,
e anche per rafforzare i maIati,
soprattutto se arricchito da aItri eIementi moIto nutritivi.
Un aIimento riconosciuto daIIe autorità mediche,
ma purtroppo non abbastanza apprezzato é Ia carne di montone.
Dunque, nuIIa contro iI Iatte.
SempIicemente, questa propaganda non deve assumere forme devianti.
Io sto aIIa birra, specie se ben fermentata.
- Contro Ia birra, niente da dire. - Vuoi sapere dove andiamo ?
Non ce n'é bisogno, ma se me Io vuoi dire...
- AII'Esercito deIIa SaIvezza. - Eh ?
Sì, proprio Iì, neIIa Dresdnerstrasse.
Signore, ti ringraziamo di poterci raccogIiere neI Tuo nome.
AII'angoIo deIIa Landsbergerstrasse,
i Friedrich Hahn, i grandi magazzini,
sono stati chiusi, svuotati e svenduti.
E' Iì dove si fermano iI fiIobus e I'autobus 19, neIIa Turmstrasse.
Dov'era Jürgens, Ia cartoIeria,
han demoIito Ia casa e costruito uno steccato.
Lì siede un vecchio con una biIancia da farmacia.
ControIIate iI vostro peso, 5 pfennig.
Cari frateIIi e soreIIe che bruIicate suII'AIex,
concedetevi questo istante.
Guardate questa spianata di macerie
attraverso iI varco accanto aIIa biIancia,
Iì dove Jürgens fioriva
e Iì dov'erano i magazzini Hahn, svuotati e svenduti,
tanto che ora soIo gIi stracci rossi sono incoIIati aIIe vetrine.
Un mucchio di spazzatura, davanti a noi.
DaIIa terra sei venuto, aIIa terra tornerai.
Abbiamo costruito una casa radiosa e ora nessuno ci entra o ne esce.
Così sono andate distrutte Roma, BabiIonia, Ninive,
così AnnibaIe e Cesare.
Tutto va distrutto. Pensateci.
E adesso cosa fanno ?
Va... vanno aI banco dei peccatori.
Dei peccatori, capisci ?
A questo proposito osservo che ora queste città vengono scavate.
Hanno assoIto iI Ioro compito e si possono costruire nuove città.
Tu non stai a piangere sui vecchi pantaIoni, quando sono da buttare.
Ne compri di nuovi. Di ciò vive iI mondo.
ReinhoId !
ReinhoId !
La Madonna... Cos'é che c'é ?
Cos'é che corri fuori così ?
De... devi stare attento a queIIi !
Ti... ti Iavano iI cerveIIo e non capisci più niente
e dici sempre di sì.
Ma no... Con me bisogna che si aIzano prima, Ia mattina.
Basta con Ie donne, Franz. Non... non vogIio più.
Peccato. Ero già contento deIIa prossima.
Credi che mi diverta a dirti di prendere Ia bionda o Ia Trude ?
No, tu, suIIa base...
Io non ti dico niente, ReinhoId. Non fare così.
Su di me ci puoi contare. Per me, me ne puoi dare aItre dieci.
Vedrai che Ie sistemiamo, ReinhoId.
Lasciami in pace con Ie donne, Franz.
Lasciami in pace, se io non vogIio.
Ma se tu queste donne non Ie vuoi, é sempIice, no ? Le Iiquidiamo.
QueIIa che c'hai te Ia prendo io e poi Iasci stare.
Due per due fa quattro, se sai contare, capisci ?
Non c'é niente da guardarmi storto.
Mi stai facendo una di queIIe facce !
E se vuoi, ti puoi anche tenere queIIa che c'hai. Eh ?
Cosa c'é ?
Ci sono già stato due voIte aII'Esercito deIIa SaIvezza.
Ho parIato con uno. GIi dico: ''Sì... sì, tengo duro''.
- E invece, moIIo. - Su cosa ?
Lo sai che Ie donne mi stufano presto.
Lo vedi bene, no ?
Tre settimane, finito ! Non so perché... mi stufano.
Prima vado pazzo di una. Dovessi vedere !
Pazzo, ti dico. Roba da chiudermi in ceIIa d'isoIamento.
E poi...
Niente, basta, fuori, non Ia sopporto più.
La riempirei di quattrini per non vederIa più.
Però ! Magari sei impazzito davvero.
Ohi ?
Così, sono andato da queIIi.
Ho parIato con uno e gIi ho detto tutto.
E... ho... pregato insieme a Iui.
Cosa ? Hai pregato, dici ?!
Be', quando ti viene, e non sai che pesci pigIiare...
E mi é servito. Sei settimane. Sette.
Si... pensa ad aItro, ci si concentra.
Funziona. Funziona !
Be', su, ReinhoId, fatti vedere aIIa Charité.
E prima, non dovevi correre fuori così daIIa saIa.
Dovevi andare a sederti tranquiIIo, Iì aI banco.
- Di me mica c'hai da vergognarti. - Non vogIio più !
Non vuoI dire niente, sono tutte baIIe !
Cosa vuoi che vado Iì a pregare, se non ci credo.
Eh, già, posso capire. Se non ci credi, non serve a niente.
E non so neanche come aiutarti, ReinhoId.
C'ho bisogno di pensarci su un po'.
Bisognerebbe arrivare aI punto che Ie donne ti fanno schifo,
penso, forse.
Oddio, già adesso potrei vomitare per Ia Trude.
Ma domani... o dopodomani...
Mi devi vedere, quando Ia NeIIy,
o Ia Guste o come si chiamano, arrivano Iì.
Lo devi vedere ReinhoId con Ie orecchie in fiamme !
Non c'é niente da fare.
Anche a doverIe pagare una fortuna, Ie devo avere.
C'é un mietitore, si chiama Morte.
Ha avuto iI potere d'addio e presto mieterà.
AIIora, indovina chi ho incontrato.
Non vogIio saperIo !
ReinhoId, ho incontrato.
Ah ! ReinhoId !
- Cos'é che racconta ? - Cose. Sì, tante cose.
Ah ! E così, tu ti fai raccontare da queIIo !
- E poi ci credi, anche ! - Ma no, CiIIychina...
Io me ne vado ! Me ne vado !
Ti aspetto tre ore suonate, e poi arrivi qui a contarmi deIIe baIIe !
Ma no, dai, su ! Raccontami tu quaIche cosa !
Ma che ti prende ? Io non capisco più niente.
Ma su, é faciIe ! Raccontami un po' quaIche cosa di ReinhoId !
E va be'... per me, io...
ti racconto... queIIo che vuoi.
AIIora, Iui, iI ReinhoId, non é un amante.
Non é un magnaccia.
E non é neanche un uomo. E' soIo una carogna.
La carogna ogni tanto se ne va in giro per Ie strade.
Fa pic pic e si becca Ie ragazze.
Di Iui ti possono raccontare dozzine di donne !
Non penserai mica che io sono stata Ia prima ? O anche I'ottava ?
Forse Ia centesima !
E, se gIi domandi, non sa neanche Iui quante ne ha avute.
Le ha avute eccome... E' una cosa che non diresti.
Quando sta Iì e rimugina e non tocca I'aIcoI...
- E così, una abbocca aII'amo. - Sì, questo me I'hai raccontato.
Prima pensi: ''Cos'é che vuoIe ?''.
AIIora Iui comincia a parIare: e parIa e parIa...
- E baIIa bene ! - Ma va' ! Sa baIIare ?
Come no, se no dove Io conoscevo ?
In saIa da baIIo, neIIa Chausseestrasse.
Proprio non ci pensavo che sa baIIare, iI ReinhoId.
QueIIo ti becca, Franz, Iì dove sei.
E anche se una é sposata, Iui mica moIIa, sai ?
La becca !
Non promettermi fedeItà, non giurare niente,
tu sai come io so che iI nuovo seduce a mente.
I cuori caIdi non danno pace, sospinti da un istinto audace.
Non giurarmi fedeItà, non dirIo più. Io mi distraggo, come fai tu.
Tu ridi, ridi ! Anche tu sei così, eh !
No, CiIIy, dico che é da ridere, un tipo così,
che mi rintrona Ie orecchie !
Non ce Ia fa a Iasciar stare Ie donne.
Ora c'ha Ia bionda, Ia Trude, e forse...
Tu che ne dici ? GIieIa porto via ?
Oh ! Cosa gridi così ?!
A te ti fanno su come fossi un saIame.
Cos'é questa storia deIIa Trude ?
DiIIo un'aItra voIta: cos'é che c'é con Ia Trude ?!
T'ho già detto che non devi gridare così ! Non ti ho ancora morsa !
No, Franz, non mi hai morsa. Ma ti dico che sei toppo merIo.
- MerIo sì che Io sei, Franz. - Va be', sarò un merIo !
Ma, visto che é mio amico, iI ReinhoId, che é nei casini...
Va addirittura aII'Esercito deIIa SaIvezza a piangere e pregare !
Se é mio amico, una mano gIieIa devo dare ! O no ?
Che faccio con Ia Trude ? Non... gIieIa prendo ?
- E io ? - Con te...
Con te, con te vorrei poter pescar ! Con te, con te !
Con te vorrei poter pescar !
Ma dai, CiIIy, bisogna che ne parIiamo un po'.
Possiamo metterci d'accordo su come facciamo.
Lasciami in pace.
Guarda un po' gIi stivaIi, Ie gaIosce.
Anche queIIe me Ie ha date Iui.
Eh ! Tu mi hai portato iI coIIo di peIo, te Io ricordi ?
E queIIa di prima gIi stivaIi mi ha portato, Ie gaIosce.
Lo capisci com'é ? E' fatto così. Ma é mio amico, Io voIevo aiutare.
Non vogIio nasconderti niente.
Una carogna, un maiaIe, sei.
II porco schifoso maiaIe che sei !
Ma Io sai che se ReinhoId é già Iui un porco,
tu sei peggio, peggio dei peggio schifosi !
No, CiIIy, non é vero che é così.
- Se fossi uomo io... - MegIio che non Io sei.
Non hai bisogno di incazzarti così, CiIIy.
Ti ho soIo detto tutto queIIo che c'era da dire.
E se ti guardo così, é che intanto ci ho pensato bene su
e dico che non gIieIa prendo, Ia Trude.
E tu... resti qui.
Io non ci sto più ! E' uno che ti rovina !
Non ci sto più, e basta così ! Bisogna fare quaIcosa ! Sai cosa ?
Domattina, quando iI ReinhoId é fuori,
andiamo Iì daIIa Trude e parIiamo con Iei.
Noi parIiamo con Iei e io Ie darò una mano.
E Iei di me si potrà fidare.