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Misteri della lingua vernacolare:
Il robot:
una macchina in grado di portare a termine
una serie di azioni programmabili.
L'origine della parola robot
risale a più di mille anni fa
all'epoca dei servi della gleba nell'Europa centrale,
quando la schiavitù era moneta di scambio.
In quei giorni,
la parola 'rabota' dell'Antica Chiesa Slava
indicava i lavori forzati a cui erano sottoposte queste persone.
Solo un leggero cambiamento nella scrittura,
e rabota divenne il ceco robota,
che, oltre a indicare la fatica dei servi,
era anche usato in senso figurativo
per descrivere ogni tipo di lavoro impegnativo o meccanico.
Nel 1920, lo scrittore ceco Karel Capek pubblicò
un lavoro di fantascienza intitolato "R.U.R.",
abbreviazione per "Robot Universali di Rossum".
La storia aveva come protagonisti delle macchine automatizzate
con sembianze palesemente umane,
che, fino alla loro rivolta,
accontentavano ogni capriccio degli uomini sulla Terra.
Capek originariamente era intenzionato
a chiamare queste macchine lavoratrici 'labori'
dal corrispettivo latino di fatica,
ma temeva potesse sembrare un po' troppo erudito.
Decise, invece, di enfatizzare il loro stato di schiavitù
chiamandoli 'roboti',
o robot in inglese.
"R.U.R." riscosse un incredibile successo,
e quando venne tradotto in inglese nel 1923,
la parola 'robot' fu accolta con entusiasmo.
Per quanto la maggior parte dei robot di oggi sia
piuttosto diversa da come immaginava Capek,
essi sono diventati famosi come egli aveva predetto.
Diversamente da "R.U.R.", però,
i nostri robot non ci si sono rivoltati contro,
e si spera che sarà per sempre così!