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Michael Okum: Il vostro cervello controlla ogni cosa.
Kelly Foote: E noi possiamo controllare il vostro cervello.
(Risate)
MO: Ci si potrebbe domandare perché un neurologo e un neurochirurgo
stiano parlando assieme.
Molta gente che conosce i ruoli tradizionali
di neurologhi e neorochirurghi sa che
non c'è molta speranza che parlino affatto.
Ma sembra che, per ciò di cui noi parleremo oggi,
serva il "noi", serva una squadra.
Ed infatti, c'è un intero gruppo di persone
che ci deve stare alle spalle
per far sì che tutto ciò possa accadere.
KF: Perciò, cominciamo un po' per volta parlando del cervello.
Il vostro cervello è un super computer vivente.
Come abbiamo imparato nel tempo, ci sono un centinaio di miliardi di neuroni nel cervello.
Ed ognuno di questi neuroni ha la capacità di emettere un impulso.
Questo significa spedire un segnale
-- noi lo chiamiamo un potenziale d'azione -- ad altri neuroni ai quali è connesso.
I neuroni hanno due stati, acceso e spento.
Il cervello parla un linguaggio binario come il vostro computer.
Questi neuroni sono interconnessi
con fili viventi chiamati assoni e dendriti,
e con queste connessioni chiamate sinapsi.
Si stima ce ne siano 100 milioni di milioni in un cervello umano.
Perciò siamo così a regime.
I neuroni nel cervello tendono a raccogliersi in unità funzionali chiamate nuclei,
e tali nuclei sono connessi assieme
in circuiti funzionali, e tali circuiti funzionali
controllano tutto ciò che si fa e tutto ciò che si è.
MO: Ora, quando questi circuiti diventano disfunzionali, cosa succede?
Succedono brutte cose.
Come quelle dei pazienti che ci vengono a trovare,
Morbo di Parkinson, sindrome di Tourette, tremori...
e c'è un sacco di gente in gamba in giro
che ha provato a capire cosa provoca queste malattie.
Forse c'è un pezzo di DNA mancante,
forse un componente chimico non corretto,
forse una proteina che si sta accumulando nel cervello.
Qualunque sia la ragione, non riusciamo a vedere la disfunzione in questo insieme di malattie.
Controlliamo una risonanza magnetica ma non riusciamo a vedere il problema
perché non è strutturale.
Perciò, ciò che ci serve è trovare il circuito che si comporta male
al quale dobbiamo applicare elettricità
in un modo chiamato Stimolazione Celebrale Profonda.
KF: Perciò, perché diavolo dovremmo mettere un elettrodo nella testa di qualcuno
e cercare di controllarlo?
Siamo forse degli scienziati pazzi?
Forse, ma torneremo su questa domanda.
Prima lasciateci mostrare di che cosa stiamo parlando.
Questo è un signore nella nostra sala operatoria,
che ha un tremore essenziale.
Ci sono un gruppo di neuroni nel suo cervello
che controllano il movimento della sua mano, che lanciano impulsi sincronizzati
in modo patologico; e questo è ciò che il disturbo produce.
Quando siamo in grado di identificare tali neutroni nel suo cervello,
inviando una stimolazione elettrica in quel punto
ed interrompendo tale circuito non funzionante...
questo è ciò che succede.
MO: Lasciate che vi mostri un altro esempio.
La prossima donna che vi mostreremo ha la sclerosi multipla.
Cerca di mantenere fermo quel braccio.
Lei dice che le è inutile.
È piuttosto imbarazzante, ed in effetti
i neuroni nel cervello che causano questo,
sono così disfunzionali
che abbiamo dovuto inserire due di questi elettrodi nel cervello.
Abbiamo dovuto inserire due fili nel cervello per ottenere questo.
Che cosa stupefacente!
(Applausi)
KF: Che divertente il nostro lavoro!
(Risate)
Se pensate sia così divertente,
lasciate che vi racconti la storia di un altro dei nostri pazienti
che vi lascerà a bocca aperta.
Questa giovane donna di Devenport, Iowa,
che ha lo stesso disturbo di cui è motro Howard Huges,
chiamato Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).
È ossessionata dalla paura di essere contaminata,
ogni cosa all'esterno per lei è sporca
ed è paralizzata da queste paure.
Lei non tocca nulla. In effetti
quando è venuta a trovarci la prima volta,
si è rifiutata di sedersi nel nostro ufficio psichiatrico per la prima intervista.
Permettetemi di raccontare la sua vita.
Ha avuto il Disturbo Ossessivo Compulsivo per molto tempo.
Ma quando restò incinta, i suoi sintomi peggiorarono considerevolmente.
E naturalmente tutti le dissero, si sa,
"sono gli ormoni, sono sicuro che quando nascerà il bambino tutto andrà a posto."
Beh, non fu così. Diventò molto peggio.
E poi, due anni dopo, i servizi sociali,
la minacciarono di toglierle la bimba di due anni
perché lei non smetteva di lavarla.
La sua bambina è arrossata, squamosa e fragile.
Un fatto crudele del Disturbo Ossessivo Compulsivo:
è che i pazienti ne sono consapevoli.
Lei sa che sta facendo del male alla sua bambina,
sa che le sue ossessioni sono irrazionali,
sa che si sta allontanando dalle persone che la amano...
e non riesce comunque a fermare questi comportamenti.
Potete immaginare quanto suo marito sia stanco di tutto questo.
Vi descrivo la sua esperienza.
Va al lavoro, e quando torna dal lavoro, mette la sua auto nel garage,
chiude la saracinesca dietro di sé in modo da potersi spogliare completamente
e lavare i suoi "abiti contaminati"
in una speciale lavanderia che è stata installata fuori dalla casa.
Poi, quando entra in casa fa una "doccia decontaminante"
con sapone speciale che lei reputa accettabile,
in modo che gli sia concesso di entrare in casa nudo e pulito.
Lei non può lasciare la casa,
così lui deve fare la spesa.
Torna dal negozio degli alimentari,
e, naturalmente, tutti i pacchetti sono "contaminati".
Perciò c'è il rituale dell'apertura di ogni lattina di zuppa e scatola di cereali per
trasferire il contenuto di questi imballaggi
in qualche contenitore che lei reputi adatto ad introdurre in casa.
Perciò, come potete immaginare, questo matrimonio è sotto stress.
Perciò... lei è disperata e ha provato di tutto.
Lei è una donna intelligente.
Ha preso tutte le medicine possibile, ha provato tutti programmi di terapia che le hanno proposto,
niente ha funzionato.
Ha sentito della nostra ricerca e ci ha contattati.
E noi le abbiamo impiantato due stimolatori cerebrali nel cervello
nell'area del cervello che pensavamo
potesse aiutarla a trattenere questi pensieri ossessivi che la stavano affliggendo.
Per farla breve,
questa è lei oggi.
Ha funzionato ed è stato dannatamente eccitante per noi.
(Applausi)
Ora, vi devo dire che un giorno lei mi telefona nel panico.
Dice, "Dr. Foote, c'è qualcosa che non va, i miei elettrodi hanno smesso di funzionare perché
ero al cinema l'altra sera e stavo camminando sul pavimento
ed era veramente appiccicoso e ero completamente disgustata."
(Risate)
La calmai dicendole, "Aspetti un attimo.
Numero uno, lei era al cinema l'altra notte,
e numero due, anche a me fa veramente schifo!
(Risate)
Penso che lei starà bene."
Per me, il fatto più interessante di questo caso
è che stiamo andando oltre la stimolazione celebrale profonda
per curare disordini del movimento come il Parkinson e il tremore,
che ora sappiamo di essere in grado di fare,
e sembra che saremo in gradi di trattare malfunzionamenti
di altri circuiti nel cervello come i circuiti limbici che causano problemi
come la depressione e il DOC.
MO: Sai, Kelly, lasciami partire da quest'idea
e portarla un po' oltre.
Ciò che sto per dirti ti lascerà esterrefatto.
C'è una zona del cervello chiamata nucleus accumbens
dove molti scienziati ritengono si trovi il percorso finale comune
in cui si trova il piacere.
È il centro dell'appagamento, della motivazione.
Se si prende un eroinomane
lo si mette sotto uno scanner per la risonanza magnetica, un fantastico scanner,
e gli si dà la sua droga preferita,
quest'area si illumina, il nucleus accumbens.
Se si prende uno studente universitario e lo si mette sotto lo scanner
e gli si da del cioccolato o gli si dice,
"Perché non provi ad avere una fantasia sessuale?"
Quest'area si illumina, ecco il nucleus accumbens.
Quindi, risulta che questi pazienti affetti da DOC,
li stavamo stimolando molto vicino a quest'area.
Quello che ora vi mostrerò è un paziente soggetto a DOC,
quando andremo a stimolare quest'area in sala operatoria, e vedremo che succede.
(Video) Uomo: [non chiaro] la prossima condizione è ora...
(Ragazza che ride)
Oh, ragazzi!
Uomo: Descriva come si sente ora.
Ragazza: Mi sento felice.
(Risate)
MO: Mi - sento - felice.
L'abbiamo fatto.
Siamo approdati in quel territorio
nel quale alcuni di voi cominciano a sentirsi a disagio sulla sedia.
Può questa tecnologia effettivamente disturbare i vostri pensieri?
Le vostre emozioni? Possiamo controllarle?
KF: Dovremmo controllare il modo in cui ci sentiamo?
(Risate)
Forse siamo proprio scienziati pazzi.
(Risate)
Bene, ovviamente questa è roba potente
e noi ne siamo entusiasti.
Ma si spera che altrettanto ovviamente,
abbiamo bisogno di qualche principio etico
per guidarci in questo viaggio nel cervello elettrico.
E ne proporremo uno tra un attimo,
ma prima Mike ha un'altra storia di un paziente.
MO: Permettetemi di presentarvi Chris.
Chris è un giovane che era normale
due anni prima di girare questo video.
Ed ora i suoi muscoli si sono rivoltati contro di lui.
Ha un disturbo chiamato Distonia, nel quale i muscoli lottano gli uni contro gli altri,
e spesso lo fanno soffrire in queste posture anormali e scomode.
Ora, se prendiamo Chris
e cerchiamo di trovare la regione del cervello, il circuito di cui parlavamo
che causa l'interruzione del suo circuito motorio,
nell'area motoria che è causa di questo comportamento dei suoi muscoli;
se prendiamo Chris e inseriamo gli elettroni dentro di lui
e li accendiamo...
non succede niente.
Ma, se aspettiamo,
e lasciamo la stimolazione elettrica inserita,
ciò che osserviamo è che molto lentamente, nel tempo,
dopo giorni, settimane, mesi... KF: Molto, molto tempo. MO: Molto tempo. (Risate)
KF: Potremmo dover aspettare per molto tempo. MO: Secoli!
Quello che vedremo è che, lentamente, quella stimolazione elettrica
comincia a funzionare su quel circuito.
Le sue mani cominciano a rilassarsi,
comincia ad essere in grado di toccarsi le dita.
Improvvisamente può muovere le sue braccia con fluidità.
Il suo collo comincia a rilassarsi,
la schiena comincia a sciogliersi, sta anche esaminando la mano dicendo:
non sono sicuro di come la mia mano possa fare questo.
Molto lentamente il cervello si sta riprogrammando,
sta riorganizzando questo circuito in risposta all'elettricità
che proviene dall'elettrodo impiantabile; sta rimodellando il cervello di Chris.
Ora, un giorno Chris si sveglierà.
E dirà a sua madre, "Mamma, penso di poter camminare di nuovo."
E lui ci riuscirà...
KF: E lo ha fatto! (Applausi)
MO: Quindi, cosa abbiamo imparato?
KF: Abbiamo imparato che il cervello è un super computer,
e che siamo in grado di modificarlo con stimolazioni cerebrali profonde.
MO: Sai, credo che possiamo riassumerlo in tre punti:
individuare, intervenire e personalizzare.
Identificare il circuito anormale nel cervello,
intervenire con la stimolazione cerebrale profonda,
e personalizzare l'approccio,
adattare l'approccio ai sintomi del malato.
KF: E dovremmo precisare inoltre, che
credo si stia solo grattando la superficie.
Questa è una tecnologia potente e se ci pensate,
qualsiasi circuito malfunzionante nel cervello
che sta causando un problema ad un essere umano,
se siamo in grado di individuare la posizione di tale malfunzionamento,
c'è la possibilità per noi di modulare tale circuito malfunzionante per aiutare quella persona.
Quindi, torniamo a quella domanda che ci siamo posti in precedenza,
non la questione scienziato pazzo,
la domanda sul principio etico,
e la domanda sul perché mai
dovremmo impiantare un elettrodo nel cervello di qualcuno per cercare di controllarlo?
E la risposta è, e deve essere sempre:
per alleviare le sofferenze umane.
Il cervello controlla tutto.
MO: E siamo in grado di controllare il cervello.
(Risate) (Applausi)