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Congresso Gnostico della Transvalorizzazione 26 Ottobre - Prima Volta (continuare) "Il Tesoro della Luce"
Io vi voglio raccontare ancora,
non per fare di me stesso un'immagine assurda,
ma sì per dire a voi
che gli Adepti, quando vogliono realmente
aiutarci ci provano, ci provano,
e se il devoto è intelligente
deve sforzarsi di passare le prove
senza fiatare, senza fiatare;
e, se non le passa, essere pronto
per quando tornano a provarlo
ed accettarla, e tentare di approvare
o passare la prova. Questo è molto importante.
Un giorno -questo lo commento
nel libro che ho scritto intitolato
Samael Aun Weor, l'Uomo Assoluto-
il Maestro voleva mandarmi
al nord del Messico in un viaggio,
un viaggio che sarebbe durato un mese.
Io avevo acquistato il biglietto aereo,
ed il Maestro mi portň all'aeroporto.
Quando arriviamo lì davanti alla compagnia aerea
per fare il checking, allora mostrai il mio biglietto,
ed il funzionario lo guardň,
l'esaminň e disse:
“Lei è arrivato in ritardo”.
E io gli dissi:
“Come dice?”
“Lei è in ritardo”.
Allora io gli domandai:
“Ma l'aereo è già partito?”
“No”. “E gli altri passeggeri, dove sono?”
“Stanno lì, guardi”.
Stavano tutti seduti,
come state voi lì.
Io dissi:
“Bene, dunque, non succede niente.
Lei mi fa il checking
ed io mi siedo lì”.
Tutto questo lo stava osservando
il Maestro dall'estremo del mobile
quello che hanno lì. E quell'uomo disse:
“Sì, io posso fare questo,
ma lei deve pagarmi
600 pesos per il ritardo”.
E a me questo mi sembrň un abuso.
Allora gli dissi:
“No, io non pago
a lei 600 pesos. Io ho il mio biglietto pagato,
l'aereo non è andato via, la gente sta lì seduta;
neanche sono entrati nell'aereo.
Lei mi lascia entrare”.
“No, no, no-mi disse quell'uomo-.
Lei paghi i 600 pesos
ed io le faccio il suo checking”.
Allora mi si rimescolarono i demoni,
e gli dissi:
“Guardi, qui quello che succede
è che lei è un ladro, vero?
Lei è un ladrone!”.
Allora a quell'uomo gli toccai
l'amore proprio e mi rispose:
“Ah!, allora adesso neanche coi 600 pesos
ti faccio il biglietto”.
Ed allora uscì
un altro mio demonio peggiore di quello suo,
e gli dissi:
“Bene, allora lei mi dica
dov’è il suo direttore”.
e gli dissi:
“Lì, dietro”.
Allora io passai di là,
aprii la porta senza bussare (e questo è una mancanza di rispetto),
e quando aprii la porta c'erano due uomini
seduti, ognuno in una scrivania,
e dissi loro:
“Chi di voi è il direttore?”
E uno di loro disse: “Io”.
“Lei -gli dissi- e tutti gli animali
che lavorano qui siete dei veri ladroni,
ladroni. Molte grazie”.
E tirai la porta.
Tutto questo lo stava guardando il Maestro
dall'estremo. Alla fine, io andai via,
e gli dissi:
“Mi dia il biglietto”.
E quell'uomo me lo diede ed andai via
alla compagnia aerea, messicana,
che stava al lato. In Messico ci sono due:
Aeroméxico e Messicana Aviazione,
e tra esse accettano i biglietti
dell'una e dell'altra. E dissi all'altro:
“Senta, buon giorno. Guardi, il suo collega
che sta là che è un ladro,
non mi ha voluto fare il checking,
ed io perdo questo aereo.
Puň farmelo lei, per favore?”.
Allora quell'uomo mi disse:
“Primo non chiami il mio collega ladro.
E perché non l’ha voluto fare?”.
“Bene, perché dice che devo
pagare 600 pesos”
Dice:
“È chiaro, il checkign è già chiuso,
e le regole della linea aerea dicono che
se qualcuno arriva dopo il checking,
deve pagare una multa”.
E io gli dissi:
“Ma che delitto ho commesso
per pagare multa? Io sto qui con le mie valigie.
Non sia tanto complicato-gli dissi-.
Mi metta dentro le mie valigie,
mi dia il mio biglietto ed io siedo lì”.
“No, sono le norme intellettuali di questo mondo”.
“Alla fine -gli dissi-. Che cosa devo fare?”.
“Pagami i 600 pesos”.
Io misi la mano (tremula,
perché ero pieno di ira),
tirai fuori i 600 pesos e li contai
con rabbia a quell'uomo. E alla fine mi fece
il checking ed andai a sedere,
ma prima di sedermi salutai il Maestro.
Allora mi abbracciň, e dandomi alcune pacche
sulla schiena, mi dice:
“Senti che tu faccia un buon viaggio”.
E dopo mi mise qui il braccio, nella spalla,
camminiamo alcuni passi, e mi disse:
Ti rendi conto che quello
del lavoro interiore non è una cosa qualsiasi, vero?”.
Allora mi caddero le braccia
e gli dissi:
“Caspita, è vero!"
Allora, uscì ancora un mio aggregato
così risposi al Maestro:
“Guardi, Maestro, quello che succede è che
io ho un'inquietudine”. “Quale?”
“Io penso che agli stupidi
li puniscono qui e nel cielo anche,
ed io non voglio essere tonto”.
E mi disse:
non si tratta di essere tonto o no.
Devi adattarti alle leggi
di questo mondo fisico che sono multiple.
Lo vedi già! Ma se tu pretendi
organizzare il mondo coi tuoi capricci
non lo puoi fare mai.
La cosa importante è che tu
non perdi la tua pace, e questo sì che è importante”.
Bene, quando il Maestro mi disse questo
mi misi a piangere.
La gente mi guardava strano:
“Questo uomo sta piangendo abbracciando un altro”.
Alla fine, l'abbracciai ed andai a sedere,
col biglietto nella mano e piangendo.
Stavo lì, piangendo.
Alla fine pensai a quello che dovevo fare.
Ah, e questo non è tutto! Io gli dissi:
“Maestro, non so perché ho
il tarlo che questo l'ha organizzato lei.
Allora se l'organizzň persi la prova, verità?”
E mi disse:
“Sì, l'hai persa,
ma te la metteremo di nuovo in un altro momento”.
Allora fu peggio, perché mi sentii,
oltre che grossolano, fatuo, tonto,
autenticamente tonto, falso discepolo;
mi sentii di tutto. Quel giorno mi sentivo
come uno scarafaggio; tra galline,
cioè, come una cosa molto strana.
E quello non l’ho mai dimenticato.
Da allora mi dissi:
“Se questo passa oggi,
e segui passando, passando e passando,
alla fine tu non farai mai niente nella vita
perché la mente vuole sempre
giustificare la tua condotta. Cosicché morditi
la lingua da ora in poi,
inghiotti terra ed accetta i tuoi errori,
e tenta di correggerli”.
E così, con questi scontri,
con queste crisi emozionali,
dice il Maestro, è così come uno
si rende conto dove stanno
gli errori per mettere soluzione.
Se abbiamo molte lacrime
perché avemmo molti shoc?
Certo che sì! Per questo motivo dice la Gnosi:
“Se l'acqua non bolle a cento gradi
non si brucia quello che deve bruciare
e non cristallizza quello che deve cristallizzare”.
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