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QUESTO FILM NARRA IL DRAMMA DEL GRANDE AMORE TRA IVAN E MARITCHKA.
CI INTRODUCE NEL MONDO DEI RACCONTI POPOLARI,
DEI RITI E DELLE TRADIZIONI DEI VECCHI CARPAZI.
Una produzione degli studi Aleksandr Dovzhenko 1964
Dedicato al centenario di Mikhail Kotsiubinski
Oleksa!
Mi senti?
Oleksa, vieni a mangiare!
Spostati, Ivanko, spostati!
Vieni fuori! Oleksa, vieni fuori! Fratello, vieni fuori!
LE OMBRE DEGLI AVI DIMENTICATI
Mikhaīl Kotsiubinski
I CARPAZI: LA TERRA DEI GUTZUL, DIMENTICATA DA DIO E DAGLI UOMINI.
Figliolo mio, Oleksik, Oleksa, mio caro.
Quando dormo vedo il tuo tormento.
Dio mio misericordioso,
lasciami almeno il mio ultimo figlio.
Il mio Ivanko.
Cavallini, cavallini, avanti miei cavallini!
Senti, ragazzino?
La pecora č scomparsa!
Ivanko!
Vieni qui, flgliolo!
Non dargli retta, č un folle.
Vieni.
Sia lodato Gesų Cristo!
- Sia lodato Gesų Cristo! - Sempre sia lodato.
Padre, quello č il diavolo?
Ivanko, in chiesa non c'č il diavolo e neanche Satana.
Satana č tra gli uomini.
Eccolo, lo vedi?
Quello regala soldi a Dio,
ma alla povera gente
toglie l'anima.
Voi poveri dovete fare l'elemosina...
.. fuori dalla chiesa!
Petrik, ti prego, questo č un luogo sacro! Petrik!
Petrik, ti prego. Brava gente, aiutatemi. Dio mio!
Poveri, andate al diavolo! Onufrij, paga!
Hanno offeso la nostra famiglia, Onufrij, fa' in fretta!
- Lasciami stare! So cosa devo fare! - Pagali, andassero al diavolo!
Poveri morti di fame!
Petrik, non farlo. E' gente malvagia.
Devo farlo.
- Ti scongiuro, Petrik. - Satana! Serpente! Satana!
Petrik, ti supplico, fallo per il nostro unico figlio Ivanok.
- Mamma! - Maritchka!
Prendi subito tua figlia e sali sulla slitta!
- Mamma! - Figlia mia, dove sei?
Non fa niente, ne ho degli altri, anche pių belli.
La mamma mi ha comprato un nuovo corredo
e le calze ricamate.
Mi vestirō bene come una signorina!
E io so suonare il piffero.
E perché fai a botte?
Perché eri vicina al mio carro?
Perché tuo padre fa a botte?
- Non č stato lui a iniziare. - Si invece.
Mi caro fratello, a chi ci hai lasciati?
A chi hai lasciato Ivanko, mio caro fratello?
A chi hai lasciato i tuoi figli, mio caro fratello?
I nemici ti hanno fatto morire, che morte difficile hai scelto.
A chi hai lasciato tua figlia, mio caro fratello?
Mio caro fratello, perché ci hai rattristato?
Dio mio! Petrik, mio caro,
a chi mi hai lasciata?
Che siano maledetti i Gutenjuk!
Che Dio mandi la peste
alle loro bestie!
Aspetta, non aver paura. Come ti chiami?
Tu ti chiami Ivanko.
Come fai a saperlo?
- Porto al pascolo gli agnelli. -E io porto al pascolo le mucche.
- Khimka ci ha rubato la farina! - Quale Khimka? La strega?!
Che siano maledetti i nemici! Dio mandagli la peste.
Falli morire.
A chi hai lasciato me e il nostro piccolo Ivanko?
MA NELLA MEMORIA DI IVAN LA MORTE DEL PADRE
CONTO' MENO DELL'INCONTRO CON LA RAGAZZA...
IVAN E MARITCHKA
Ivan, senti?
Perché non dovrei sentire? Sento.
- Quell'invisibile falce... - Ivan, ho paura.
- Che paura! Guarda, una capra! - Dove?
Ivan, dove vai?
Dove sono le mie capre?
Che ha bollito? Che ha bollito?
Barbabietole! Barbabietole!
- Fermati! Da dove vieni? - Da Javorov!
- A quale famiglia appartieni? - Ai Gutenjuk!
Accidenti, ai Gutenjuk!
Maritchka!
Maritchka!
Santissima madre di Dio,
salvaci!
Santissima madre di Dio,
salvaci!
Santissimo Padre, chiediamo grazia a te.
Ivan?
Che c'č, mia Maritchka?
Staremo sempre insieme?
Se Dio vorrā.
I nostri genitori continuano a odiarsi.
Non fa niente. Lo dirō a mia madre e ti porterō da noi sulle montagne.
Mio Ivanko!
Non essere triste, tesoro mio.
Maritchka!
Mi senti?
Che c'č?
Vieni da me!
Ma che dici, Ivanko?
Dicano quello che vogliono, tu sarai mia.
Mi senti, Maritchka?
Ivan,
non possiamo stare insieme.
Che dici, Maritchka?
Che ti succede, tesoro mio?
Che la casa dei Gutenjuk si svuoti come la mia!
Possano sparire le loro mandrie!
Ivanko! Hanno distrutto la nostra famiglia e tu...
Tu sei il mio falco!
Pensavo che saresti diventato padrone della tua terra,
non un bracciante che si guadagna il pane.
A chi mi lasci?
Resisti mamma.
Se cosė dev'essere...
- Benedicimi prima del viaggio. - Sii felice, che Dio ti aiuti.
Signore, proteggi e difendi mio figlio Ivan.
E ricordati delle anime dei miei figli,
Mikhaīl, Daniil,
Anna, Vassili,
Mikala, Oleksa.
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
sia fatta la tua volontā.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano...
- Sia lodato Gesų Cristo. - Sempre sia lodato.
Buona fortuna, Ivanko!
Come hai dormito, Maritchka?
Bene, e voi?
Parti?
Si, il destino mi chiama.
Torno per l'inverno,
aspettami.
Di notte guarderō la stella sulla valle, fallo anche tu.
Va bene, Maritchka, la guarderemo entrambi.
Sia lodato Gesų Cristo!
A quale famiglia appartieni? Ai Gutenjuk?
Come sei bella, Mariyetchka, sei in carne.
Mariyetchka, prendi le more.
Qui cosa c'č che si muove?
LA VALLE
Ci portano il gregge.
Che il Signore Iddio ci aiuti
a riportarlo alla gente.
Da quale famiglia provieni, ragazzo?
Da quella di Piotr Palijtchuk. Vengo da Krivorovnya.
Sono venuto a offrerle il mio lavoro.
Magari mi prendesse! Farō tutto quello che mi chiederā.
"Perché non ti sposi, alto monte?"
chiede il vento
alla montagna nera.
E la montagna nera risponde:
"Vedi, la valle verde...
non mi vuole."
E se ne stanno cosė nei secoli dei secoli.
Ammirano la loro bellezza,
ma non possono sposarsi.
Solo il vento
porta loro delle canzoni.
Non lo so.
"Perché non ti sposi,
alto monte?"
Sentite?
Ma pensa, cosė giovane, morire cosė.
Chi era?
La figlia di Gutenjuk.
E quando č successo?
Stanotte, per la nebbia.
- E Ivan? - Non lo sa. Eccolo, zitte.
Sia lodato Gesų Cristo!
Miko, che succede?
Miko, almeno tu, dimmi la veritā.
Che č successo nella valle?
Maritchka!
Che brutta morte hai trovato, avresti dovuto vivere ancora tanto.
Che disgrazia, figlia mia!
Eri cosė giovane e sei affogata.
Onufrij, cerca nostra figlia!
Aspetta lā, Paraska.
SI PENSAVA CHE FOSSE MORTO PER LA GRANDE TRISTEZZA.
LE RAGAZZE COMPONEVANO CANZONI SUL LORO AMORE.
SOLITUDINE
Mikola, Dimitrij, andiamo!
Vieni da me al campo, mi sposo.
Grazie, se ho tempo verrō di sicuro.
Dimitrij, vieni da me la notte santa.
Su, andiamo, ucraini!
Buon viaggio, signori. Auguri!
Ivan, non spegnere il fuoco.
Si deve spegnere da solo.
Lo so, grazie!
- Come va, Evdo? - Bene.
Evodshka, ha sentito che č successo a Palijchuk?
- Che č successo? - Ha visto Ivan lā, sotto il muro?
Era un ragazzo bellissimo
e adesso č povero, infelice,
brutto, lacero e sporco,
sembra un vecchio.
La sua casa č cadente, un rudere.
Sono tutti morti, suo padre č stato ucciso in chiesa.
Non gli č rimasto pių nessuno.
Ha venduto tutte le bestie tranne una pecora.
Si, č venuto un riccone da Bukovina
e ha venduto anche quella.
Non sembra pių un signore.
Era un bel giovanotto...
- Adesso invece... - E' caduto in disgrazia.
- E' rimasto completamente solo. - Poverino.
Chissā cosa farā adesso.
Come sta, padre?
Bene e lei, Dimitrij? Come č andata? Da dove viene?
Sono andato dal quell'armeno, il mercante.
Gli ho venduto una lontra e una martora.
Ho comprato del pepe
e stavo tornando a casa.
Lo sa, qui al cimitero giudeo, ho visto Ivan Palijchuk.
- Lo so. - Stava scavando una buca.
Era cosė nero che a guardarlo faceva spavento. Non so cosa abbia.
Sai figliolo, ti dico una cosa,
che nessuno al mondo lo sappia perché č una vergogna,
ma č stato l'amore a condurlo a questo punto.
Signore, inizia la primavera,
il sole scalda cosė bene,
il ghiaccio del fiume si sta sciogliendo
e dov'č il nostro Ivanko?
Chi gli lava la camicia?
Chi gli prepara da mangiare?
Chi potrā restituirlo al mondo?
Dio mio!
La sua casa resterā vuota.
Se tornasse, noi tutti l'aiuteremmo.
Signore, a che punto l'ha condotto l'amore.
La mia vecchia casa č crollata e io ho venduto la mucca
e ho ingaggiato Ivan Palijchuk,
perché me ne costruisca una nuova.
Ivan lavora da me giā da un mese.
Tutti parlano di lui, ma non so cosa pensi il poveretto.
Io gli faccio delle domande, ma lui non vuole parlare.
Una sera gli ho portato da mangiare, ma lui non l'ha voluto.
Si mette seduto e assorto, suona e pensa.
- Dove sei andata, Maritchka? - Dal pope a Krasnopol.
Come mai?
Gli ho portato della carne sotto sale e del latte cagliato,
perché chiuda la tomba di mio figlio Dimitrik.
- Da lui ho visto Ivan. - Ivan chi? - Palijchuk.
Dipingeva il tetto o la croce.
Non lo so, non sono contenta di essere andata.
Faceva freddo, avevo la pelliccia eppure mi sono congelata.
E lui indossava solo degli stracci.
Anche qui ha fatto freddo, a Zhobe e a Krivorovnya.
Si dice che quest'anno farā cosė freddo che congeleremo tutti.
- Salve, come va? Dove sei stata? - Sto bene.
Sono stata a bere con i ragazzi.
- I nostri o i magiari? - Dove sono i nostri? Coi magiari!
Lo sai che la notte santa sono arrivati al villaggio?
Sė, hanno bevuto e cantatato canzoni natalizie.
- Hai visto Ivan vicino a te? - Certo!
- E' bello, non credi? - Che cosa č successo?
Gli ho dato della ***, la candela
e la mela, era cosė contento.
L'avete fatto bere cosė tanto
che si č attaccato alle ragazze come l'edera.
Bevi, bevi un bicchierino.
IVAN SI SPOSA PER DIVENTARE IL CAPO DI UNA FAMIGLIA
IVAN E PALAGHNA
L'acqua č calda, Ivanko.
Se tua madre fosse viva, ti avrebbe lavato meglio di noi.
Presto andrai da Palaghna, avrai una moglie per gli anni della vecchiaia.
Prendete un asciugamano e strofinate bene Ivanko
che sta per andare da Palaghnochka. Lavatelo bene.
Ora lo asciughiamo e lo vestiamo.
Andrā da Palaghna e staranno bene insieme
e ci verranno a trovare. Ecco qua!
Arriva.
IL PRESENTE
Ivan!
LE FESTE
Ivan!
Ivanko, dov'č il mio bambino?
Palaghnochka, dov'č il mio bambino?
E' in prigione il mio bambino!
Dalla zietta!
Il mio bambino č in carcere!
Stregoni, alchimisti, annegati,
venite al mio banchetto con ricchi piatti e bevande al miele!
Faccio lo scongiuro, scomparite e non fatevi pių vedere.
Ivan, č pronta la cena!
In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen.
Signore, benedici il nostro pane...
Benedici il nostro pane...
le anime scomparse...
le anime scomparse...
stroncate durante il cammino...
stroncate durante il cammino...
dalle acque affogate...
Dalle acque...
affogate.
Dalle acque affogate.
Palaghne!
Dove sono i miei figli?
Dove sono i miei figli?
E dove sono le mie capre?
E' arrivata!
Non c'č nessuno,
dormi.
LA VITA PROCEDEVA TRA IL LAVORO E LA MAGIA
DOMANI E' PRIMAVERA
PALAGHNA CHIEDE A SAN GIORGIO DI AVERE UN FIGLIO
Signore, San Giorgio,
riportatemi Ivan.
Datemi la felicitā,
datemi figli sani, un maschio o una femmina.
Signore, dammi...
Perché mi fissa?
Non mi ha ancora visto bene?
Una come te, Palaghnochka, in nome di Dio,
non l'ho mai vista.
Stia lontano da me.
Dove vai, padrona?
Vedi, un guaio.
Sia lodato Gesų Cristo, cari padroni.
In nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, amen.
MOLFAR
DI LUI SI DICEVA CHE FOSSE COME DIO.
LO TEMEVANO, MA AVEVANO BISOGNO DI LUI.
Faccio lo scongiuro,
nuvole, tuoni e lampi!
Vi mando nei boschi e sull'acqua.
Qui non avrete forza!
Nessuna forza!
Nessuna forza!
Sparite! Sparite!
Andate nei boschi dove non si sente il nitrito dei cavalli
e il gracchiare delle cornacchie!
Sparite! Sparite!
Jurochka!
Jurochka!
Ti č successo qualcosa, Jurcik?
Niente, Palaghnochka,
ho respinto la bufera!
Vieni da me!
Ho bisogno di quiete!
Jurochka!
LA TRATTORIA
- Sia lodato Gesų Cristo. - Sempre sia lodato.
- Zio! - Zio!
Sia lodato Gesų Cristo!
Sia lodato Gesų Cristo!
Sia lodato Gesų Cristo!
Amico mio, non mi tradire!
Andiamo, vieni a cantare!
Povero me, nessuno mi ama.
Povero me, nessuno mi ama.
Devo sempre andare in cerca di donne.
Fratello mio, amico mio non tradirmi.
LA MORTE DI IVAN
Guarda, Palaghnochka.
Picchio qui e le mani avvizziscono.
Picchio qui e avvizziscono le gambe.
E se picchi qui?
La persona muore.
Tesoro!
Jurasik!
Staremo sempre insieme?
LA PIETA'
Preghiamo i giusti per l'anima
del tuo servo Ivan, o Signore.
Salva la sua anima, fallo riposare in pace
in nome della vita beata, tu che ami gli uomini.
Chiediamo pace, o Signore,
per il tuo servo Ivan.
Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, amen.
Evda! Il diacono ha la voce rauca, canta male.
Portagli un bicchiere di ***.
Chiediamo pace, o Signore, per il tuo servo Ivan.
In nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, amen.
Non c'č pių il nostro Ivancik, č morto.
Non c'č pių il nostro Ivancik.
Perché mi hai abbandonata?
Non c'č pių il nostro Ivancik, č morto.
Non c'č pių il nostro Ivancik.
A chi i tormenti? A chi i tormenti?
Compare, senta cosa mi č venuto in mente.
Una volta, mentre pascolavamo le pecore, Ivan mi disse:
"Quando morirō voglio essere sepolto con quell'abito bianco
che portavo quand'ero giovane."
Mi stupė molto che il poveretto dicesse una cosa del genere.
Ivan: I. Nikolaītchouk Maritchka: L. Kadotchnikova
Palaghna: T. Bestaeva Jura: S. Bagachvili
Vatag: N. Grinko Miko: L. Engibarov
Sceneggiatura: S. Paradjanov I. Tchendeī
Diretto da S. Paradjanov
Fotografia: Youri llienko
Musiche: M. Skorik