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Si è voluto leggere secondo me con molta
malizia un intento dichiaratamente politico contro il governo attuale, sicuramente c'erano
moltissime, la maggioranza delle donne erano in piazza anche per quello, ma lo scopo principale
chiarito molto bene dalle organizzatrici non era quello di criticare il governo, ma di
criticare un modello femminile, reso dominante da una cultura che va, magari finisse con
il governo è assolutamente trasversale e spesso si rivela in interlocutori che fanno
le battaglie contro il governo, non è che i giornali di sinistra non pubblicchino pubblicità
o proposte del corpo femminile e della donna in genere che non siano criticabili.
E' stato secondo me molto significativo che le donne siano scese in piazza per dire
no al modello e non semplicemente per la protesta politica.
C'è un equivoco sulla questione corpo, nel senso che la questione femminile si gioca
molto sul corpo ma non tutta sul corpo, anche le proposte medianiche che non vertono direttamente
sul corpo, tendono a relegare la donna all'interno di un ambito ben preciso, mi piace fare un
esempio al di sopra di ogni sospetto, nella fortunatissima trasmissione di Fazio e Saviano
"Vieni via con me" abbiamo dovuto aspettare 3 puntate prima di vedere una donna esprimersi
e quando è stata chiamata a esprimersi gli è stato chiesto di esprimersi sulle
donne, quello è un pensiero inconsapevolmente maschilista che la donna abbia qualcosa da
dire solo su sé stessa che sia una sorta di creatura autoreferenziale per cui la donna
parla di donne e di tutto il resto parla l'uomo, è un pensiero veramente virale perché
colpisce anche persone che non sono assolutamente consapevoli di stare esercitando una discriminazione,
quindi la discriminazione non riguarda soltanto il corpo, sicuramente riguarda il corpo e
quella del corpo è una battaglia da combattere con tutti i mezzi, ma c'è dietro l'idea
di un'inferiorità o marginalità o comunque insufficienza femminile a sostenere
anche le parti intellettuali che la società mette loro a disposizione.
Personalmente non ritengo che avere Mara Carfagna Ministro delle pari opportunità o avere
Maria Stella Gelmini Ministro dell'istruzione siano conquiste della battaglia delle donne,
siano infrazioni al petto di cristallo che separa il potere maschile dalle possibilità
femminili di esprimersi socialmente, non credo, a parte che secondo me questi tipi di processi
dovrebbe riguardare il merito e non il sesso, è vero che nella società italiana le
donne di merito devono fare i conti con il fatto che non appartengono al sesso giusto,
ma questo è un altro paio di maniche, al momento presente mi pare che le donne che
hanno ruoli di potere politico, mi riferisco specificamente ai nomi che ho fatto ma anche
a molte altre donne, soprattutto della componente li centro-destra, danno l'impressione di
trovarsi lì per motivi tutt'altro che chiari rispetto al loro merito e quindi la
mia battaglia è un'altra, non mi sento di dire: sono contenta che quelle donne sono
lì, sarei contenti che fossero lì delle donne capaci, questo sì, ma mi sembra però
che ci sia ancora una volta un retropensiero, nel senso che gli incapaci uomini nei luoghi
chiave ce ne sono
a decine, eppure non si scatena contro di loro lo stesso tipo di critica perché l'uomo
stupido, non avendo probabilmente concesso alcun favore sessuale, ma essendosi semplicemente
prestato a essere strumento manovrabile di qualcun altro, questa cosa viene considerata
meno criticabile di una donna che forse si è venduta per arrivare a un posto di potere.
Credo che non ci sia nessuna differenza tra
il prostituirsi o il compiacere il potente per arrivare a una poltrona e l'essere
uno "Yes man" per lo stesso motivo, non sono più severa con le donne che si
vendono per avere quello che non potrebbero avere in nessun altro modo, anzi se è possibile
è un attenuante! Devo ammettere che non ho mai sentito particolarmente
mia la festa dell'8 marzo, forse perché l'ho sempre associata a pizzate di donne
senza i mariti che magari gli avevano chiesto una serata di libera uscita rispetto a una
vita che si sta in casa a fare le casalinghe, mi è sempre sembrata una sorta di contentino,
credo che bisognerebbe dargli un significato molto più politico di quanto non sia culturale,
per esempio quando penso all'8 marzo e penso a quante di noi hanno potuto fare una
carriera nella vita e hanno potuto realizzare obiettivi superiori rispetto a quelli che
potevano aspettarsi le loro madri, queste carriere le stiano costruendo grazie al fatto
che affidano i figli e la cura della casa a donne straniere che hanno lasciato a loro
volta le loro famiglie per venire a accudire le nostre, credo che quel tipo di emancipazione
vada celebrata fino a un certo punto, perché si basa comunque sulla sottomissione e sullo
sfruttamento di altre donne, va messa in discussione la matrice, il sistema culturale che fa sì
che la donna in Italia sia considerata ancora un ammortizzatore sociale e quando decide
di applicare per realizzare le proprie potenzialità, sia comunque un'altra donna a sostituirla,
credo che questo sia gravissimo e avviene solo in Italia nella misura in cui lo viviamo
noi, perché poi in Europa comunque il fenomeno esiste ma in percentuali molto più limitate.
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