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Nelle puntate precedenti di In Treatment
Sono andato su internet, sa, l'altra notte.
E mi sono ritrovato a digitare il suo nome.
Adele Saskia Brouse.
Vado in cerca di persone che
hanno passione per la vita
Permetto loro di... provare
emozioni per entrambi.
Riconosce di avere
impulsi passionali o emozionali, che
poi impedisce a se stesso di esprimere?
Lei mi ha chiesto a cosa stessi pensando.
Stavo pensando a lei.
Ho immaginato che lei potesse
capire qualcosa della mia vita.
Si sta trattenendo di nuovo.
- Sta cercando di dire...?
- Dobbiamo fermarci.
Riprenderemo la prossima settimana.
Questo sara' un eccellente punto di inizio.
Non sembra affatto un terrario per criceti.
Rosie ha detto che per te somigliava
ad un terrario per criceti.
Gia', lo so. E' solo...
Gia', e' l'unica cosa che mi era
venuta in mente in quel momento.
Sembra piu' un'impalcatura.
Non mi vengono in mente sul momento.
Talvolta nemmeno a me.
Ma sembra un posto davvero
forte in cui vivere.
E' lo studio di Steve, quello li' dietro?
Si', ha trasformato il garage
e, praticamente lo ha
ricostruito totalmente
e poi ha costruito un
altro garage sul retro.
Capisco.
Ci puoi far stare l'intero parco
macchine di Monster Truck la' dentro.
Ma lui guida solo la Prius.
- Lui pensa all'ambiente...
- E' una buona cosa.
...ma, tipo, da un'ottica positiva.
E'... e' grandioso.
E' una cosa... una cosa che io
e Steve abbiamo in comune...
sia questo, che... che te.
Entrambi pensiamo a te
in un'ottica positiva.
Infatti, stando a quanto mi dice tua madre,
entrambi ti vogliamo bene.
Max, volevo dirti che va
bene che Steve ti voglia bene
ed io sono felice che sia cosi'.
E va bene se anche tu gli vuoi bene.
Cosa farai quando sarai
tutto solo a Brooklyn?
Non saro' tutto solo a Brooklyn.
Aspetta, hai presente Jared, il
ragazzino grasso della mia classe?
- Con i baffi?
- Gli stanno iniziando a crescere i baffi.
I suoi genitori stanno divorziando.
E suo padre, tipo, legge molto.
E stando a quanto mi dice Jared,
non guarda un film senza i sottotitoli.
Magari potresti chiamarlo.
Potreste andare a vedere un documentario.
E' davvero...
e' davvero un'idea carina.
La cosa piu' importante che devi ricordare
e' che non devi preoccuparti per me.
Io... io staro' benissimo, davvero.
Come faccio a saperlo?
Perche' io...
perche' io ti chiamero'
continuamente, non-stop.
Ti chiamero' cosi' spesso,
che alla fine dirai,
"papa', ti prego, smettila di chiamarmi".
E poi passeremo insieme
una settimana a gennaio
quando Steve e tua madre
andranno in luna di miele.
Nel frattempo, voglio che tu mi prometta
che non ti preoccuperai per me.
Me lo prometti?
- Lo prometto.
- Ok.
Sei pronto?
- Si'.
- Andiamo.
Salve.
Oh, salve.
Ehi Max.
Steve.
Paul... Paul Weston.
Kate dovrebbe tornare
da un momento all'altro.
Ti va di entrare a bere un caffe'?
Oh, e' gentile da parte tua, ma...
devo tornare indietro prima
dell'ora di punta. Gia'.
Allora ti chiamo piu' tardi, ok?
Colpisci la roccia. Esplodi la roccia.
Ti voglio bene.
Oh merda.
- Dimenticavo.
- Grazie.
- Gia'.
- Guida con prudenza.
Piacere di conoscerti.
Piacere di conoscerti.
Vieni sul retro. Voglio mostrarti una cosa.
Traduzione: T. e Vampirelady.
Revisione: Faith.
Adele - Venerdi' ore 17:00
Mi spiace.
- Ancora traffico?
- Gia',
ed e' persino peggiorato dopo che
l'ho chiamata dall'autostrada.
Appena entrato a China Town...
stallo totale ed ho cominciato
a pensare: "Ci siamo.
Ecco come passero' il resto della
mia vita... su Canal Street".
Anche trovare parcheggio e' stato terribile.
Un altro mal di testa?
Beh, ho pensato di tenere queste
nel suo armadietto dei medicinali.
Cosi' posso servirmi quando e' necessario,
se riesco ad aprirla.
Ok, ecco fatto.
Dunque, quanto ci rimane... meta' seduta?
Forse di meno.
Ha avuto una giornata impegnativa.
Sono salito in macchina
e sono tornato indietro.
Il traffico e' iniziato da subito.
Ho cominciato a sudare. Ho
pensato mi venisse un infarto.
L'ultima volta che e' stato qui,
non era riuscito a parlare con Max
della sua salute, di Steve e...
Ho parlato con Max.
Cosa l'ha finalmente spinta a decidersi?
E' stata lei.
Almeno in parte.
Ci sono riuscito solo
ieri sera, ma finalmente,
grazie a lei,
mi sono imposto di parlargli.
E?
E' stato subito chiaro che questo era...
cio' che voleva veramente
e che era venuto a stare da me solo
perche' era preoccupato per me, che
in realta' il suo posto e' li'.
Nel Maryland?
Gia', era l'unica opzione,
gia',
sebbene sia stato
doloroso rendermene conto.
Voi due avete parlato solo ieri sera?
Tutta questa storia e'
accaduta cosi' in fretta.
Capisce, mi son reso conto che e'
rimasto con me per un mese e...
volevo solo riportarlo
a casa per il suo bene
- e anche per...
- Cosa?
Per chiudere la faccenda.
Mi ha invitato a entrare
per bere un caffe'.
- Vuole dire...
- Steve.
Kate... Kate non c'era.
Sa, lui mi e' sembrato...
mi e' sembrato, non so, un tipo a posto...
tipicamente americano, sa,
ampio sorriso, stretta di mano ferma.
Aveva l'aria, sa, di un padre.
A differenza di lei?
E' entrato in casa?
Io...
non ce l'ho fatta.
Dovevo andarmene da li'.
In qualche modo ha
facilitato le cose, sa...
quei suoi modi
ostentatamente cortesi, la sua
disinvoltura con Max.
Eppure, per altri versi
immagino sia stato difficile
assistere a tutto questo.
Credo sia stata la cosa piu' difficile
che abbia mai dovuto fare, sa...
Allontanarmi da quella casa, lasciando...
lasciando li' Max con... con lui.
Ma dopo la nostra seduta,
la scorsa settimana
ho capito che...
ho capito che lei aveva ragione,
che non avevo scelta,
che dovevo affrontare la verita'.
Puo' raccontarmi della vostra conversazione,
di come si e' imposto
di affrontare la verita'?
Stavamo facendo i pancake, era tardi.
Io... io stavo proprio per
arrivare al punto, capisce,
stavo cercando di trovare le parole giuste.
E poi suona il campanello ed era Jesse.
Che ora era?
Non lo so. Circa le 22:30, forse.
E lei lo ha fatto entrare?
- Ho dovuto.
- Ok.
Era andato a trovare i genitori naturali
e loro lo hanno respinto.
Quel ragazzo era devastato.
Le e' sembrato piu' facile affrontare
i problemi di Jesse nel suo ufficio
anziche' i problemi con Max a casa?
Se avesse visto in che stato era Jesse,
anche lei lo avrebbe fatto entrare.
Cosi' ho detto a Max: "Ok, senti,
parleremo di questo piu' tardi.
Questa e' un'emergenza. Devo occuparmene.
Faremo i pancake a colazione".
Cosi' sono andato in ufficio.
Ho parlato con Jesse.
15 minuti dopo, suona
l'allarme antincendio.
Come ha detto?
Ha cercato di fare i pancake da solo
e la padella e' andata a fuoco.
Cosi' ho spento le fiamme
e mi sono reso conto
che dovevo parlare con mio figlio.
Io... io... io... io
non potevo piu' rimandare.
Mi ha appena detto che era
deciso a farlo comunque.
Il punto e' che l'ho fatto.
Dopo che Max ha incendiato i fornelli,
dopo aver lasciato Jesse.
Oh, ma che cazzo.
Le sto raccontando questo evento traumatico
in cui finalmente ho affrontato qualcosa
con mio figlio che e' estremamente doloroso,
forse il punto piu' basso
di tutta la mia vita,
una cosa che lei mi ha
incoraggiato ad affrontare,
e che ha richiesto tutte
le energie di cui disponevo,
e lei non sa fare altro che concentrarsi
su un errore che crede io abbia commesso...
Perche' io, ce ne scampi iddio, ho
cercato di aiutare un paziente turbato?
Vedo quanto questo sia
stato straziante per lei.
- Davvero?
- Certo.
Ma allo stesso tempo, dal
momento in cui e' entrato,
sono stata pienamente consapevole
della sua evidente necessita'
che io percepisca e
riconosca il suo malessere.
Beh, lei e' la mia psicoterapeuta.
Si'.
E si da' il caso che io stia male.
Questo lo so. Lo vedo.
Ha persino portato tutto l'armamentario
per dimostrarmelo, nel caso non lo notassi.
Beh, ho anche un dannato mal di testa.
Le credo.
Tuttavia, piu' chiaramente io
vedro' il dolore che lei prova,
e maggiori saranno le possibilita'
che io consideri le sue azioni
come coraggiose ed eroiche,
e minore sara' la probabilita'
che io metta in dubbio
o critichi qualsiasi comportamento.
Beh, si accomodi e critichi pure,
se e' questo che sente di dover di fare.
Ho delle domande
riguardo la sua decisione
a proposito di Max.
Cosa le ha fatto sentire la
necessita' di portarlo finalmente...
Posso dire una cosa?
Certo.
Ha detto che sembra che io stia
cercando una certa risposta da parte sua,
che sono interessato alla sua reazione.
Ma lei sta evitando
in ogni modo di riconoscere
- il motivo per cui mi comporto cosi'.
- Non sono sicura di seguirla.
Credo che stia girando intorno all'ovvio
motivo per cui dovrebbe pensarlo.
Pensavo che avrebbe capito l'importanza
di affrontare direttamente la cosa.
Qual e' l'ovvio motivo?
C'e' davvero bisogno che lo dica?
Vorrei sentire la sua opinione.
In quanto psicoterapeuti sappiamo entrambi
che e' questo il nocciolo della questione...
Non le mie battaglie quotidiane, a
prescindere da quanto siano contorte,
ma quello che sta realmente succedendo qui,
quello che succede in
questa stanza. Io non...
Non lo so. Mi pare strano che...
Mi pare strano che non abbia accennato a
quello che e' successo la settimana scorsa.
Dal suo punto di vista,
cosa e' successo alla fine
della scorsa settimana?
Non ricorda?
Ricordo piuttosto bene la nostra seduta.
Quindi perche' la sottile divagazione,
il velato accenno?
Sta parlando della sua dichiarazione
dei suoi sentimenti per me.
Si e' sentito ferito dal fatto
che io non abbia tirato fuori il
discorso della settimana scorsa?
Ero solo sorpreso
che non ne avesse accennato.
La verita' e'
che non e' stato in cima ai miei pensieri.
Va bene.
Perche' per la maggior parte della settimana
mi sono concentrato su mio figlio.
Voglio dire,
il pensiero di lei non
mi ha neanche sfiorato.
E...
Credevo che quei pensieri
fossero scomparsi.
Invece non e' cosi'?
Sono tornati mentre ero da
qualche parte in Delaware.
Ero seduto in macchina,
pensando alla mia vita,
ai miei figli,
e anche a tutto cio' che mi
aspettava al mio ritorno qui...
Wendy, il mio lavoro,
il prossimo neurologo.
Cosa?
E ho capito
che l'unica persona che volevo vedere
dopo essere tornato a New York
era... era lei.
Dovrei vedermi a casa
mia con Wendy per cena.
E tutto cio' che riuscivo a
pensare era, "non posso farlo".
Dirle cosa ho passato oggi,
dirle com'e' stato salutare mio figlio...
Non... non potrei immaginare di farlo.
Ma sapevo che lei avrebbe capito.
La settimana scorsa ha
parlato di questi sentimenti
come ridicoli, una specie
di punizione meritata.
E' vero che ho visto accadere
questo genere di cose in passato.
Conosco bene le dinamiche del transfert.
E... eppure
non posso fare a meno di pensare
che forse questo
e' qualcosa di piu'.
Non lo so. Non riesco a
scrollarmi di dosso il pensiero
che in qualche modo,
da qualche altra parte
noi saremmo...
Saremmo stati in grado
di aiutarci l'un l'altra,
Che avremmo potuto...
Che avremmo potuto renderci felici.
"Avremmo potuto renderci felici".
- Come se lo immagina?
- Senta, so
che e' impossibile, naturalmente,
che io e lei potremmo mai stare insieme.
"Impossibile che noi potremmo mai"?
Impossibile che noi potremmo mai...
E' impossibile che succeda.
Avrei dovuto tenere la bocca chiusa.
Questa impossibilita'...
La sua certezza che una relazione tra noi
non potrebbe mai esserci...
Mi chiedo se in parte
non sia cio' che le permette
di prenderla in considerazione.
Voglio dire, le sembra piu' sicuro
all'interno dei confini dello
studio di uno psicoterapeuta,
del suo o del mio,
permettere a se stesso di essere coinvolto,
di immaginare una relazione personale?
Piu' sicuro?
Non so lei, ma io non mi sento
particolarmente al sicuro al momento.
Quando pensa a noi che ci rendiamo felici,
cosa le viene in mente? Cosa immagina?
Non lo so. Io... io...
Mi dica quello che sta pensando.
Suppongo di immaginare
che io e lei...
Beh,
ci immagino cenare insieme
alla fine di una giornata di lavoro, sa,
bere un bicchiere di vino,
parlare delle nostre piccole
vittorie con i pazienti,
aiutarci a vicenda a passare in rassegna
i casi difficili.
Qualcos'altro?
Ci sono altre cose che immagina,
altre situazioni romantiche magari...?
E' cosi' folle, in realta',
immaginare di scambiare delle
idee, suggerimenti, incoraggiamenti
con qualcuno
che fa lo stesso tipo di lavoro,
che affronta le stesse sfide?
No, non e' folle.
No.
Sa, per esempio,
vorrei parlare con lei di Sunil.
Sono un po', non so, un po'...
Stavo pensando alla mia
ultima seduta con lui.
E non sono molto sicuro
di come considerarla, sa?
Questo e' il tipo di conversazione
che immagina che avremmo
se fossimo coinvolti in
qualche tipo di relazione?
Senta, le ho parlato della rabbia di Sunil,
della... della profonda rabbia che prova
nei confronti di sua nuora.
Si', me ne ha parlato,
ma dato che non abbiamo piu' tempo...
E questa settimana mi ha raccontato
un sogno molto vivido che ha fatto
in cui immaginava di
difendere i suoi nipoti
da una donna che camminava verso di loro,
e di cercare di colpirla.
E quando ho insistito sull'argomento,
improvvisamente ha iniziato
a urlare in bengalese.
E ovviamente non capivo
cosa stesse dicendo,
ma poi subito dopo ha detto,
"ogni persona ha i suoi limiti".
E' stato... voglio dire,
crede che dovrei preoccuparmi?
Davvero non saprei rispondere.
Sto seduto davanti a lui e il mio istinto,
sa, da professionista
mi dice che... che lui...
e' un gentiluomo.
Ma poi usa queste parole allarmanti
come "soffocare" e "colpire".
Cosa ne pensa? Sbaglio a pensare
che potrebbe diventare violento?
Onestamente non saprei.
Non ho mai incontrato Sunil
e non ho ascoltato tutto il
sogno in ogni suo dettaglio.
Beh, posso metterla al corrente del...
Ho paura che non possa, in realta'.
Ma potremmo programmare
un altro appuntamento,
e continuare la settimana prossima.
Non mi serve un altro appuntamento.
Beh, oggi sono venute fuori
molte cose e non c'e' molto tempo.
Siamo alla fine della giornata. E' venerdi'.
So di essere il suo ultimo paziente.
- Se potessimo solo...
- Come sa di essere l'ultimo?
Perche' la settimana
scorsa sono rimasto fuori
e ho osservato l'edificio.
Nessuno e' entrato o uscito,
inclusa lei, per un'ora.
Beh...
Potremo parlare di cio' a cui pensava
mentre stava fuori dal mio
edificio la prossima settimana.
Mi servono solo un minuto o due
per affrontare il problema di Sunil...
Il suo scoppio emotivo
e' stato piuttosto...
Se avessimo altri 2 minuti, e' di
questo che vorrebbe discutere...
Dello scoppio emotivo del suo
paziente, non del fatto che e' rimasto
- fuori dal mio edificio per piu' di...
- Si', la profondita' della sua rabbia,
la sua intensita'. Per il mio
bene ho bisogno di sapere se lei...
Se e' preoccupato, sa molto
bene cosa dovrebbe fare. Ha...
Le sto chiedendo di aiutarmi
a capire se dovrei...
Ha il dovere di informare le autorita' o
di mettere in guardia la potenziale vittima
Questo lo sa gia'. Ora sono le 17:53.
- Dobbiamo proprio fermarci.
- Le 17:53?
17:53.
Le andrebbe bene lunedi' mattina alle 10:00?
Non posso. Ho un paziente.
Va bene, allora mercoledi' all'una?
Ho appuntamento con un neurologo.
E poi sono impegnato alle
15:00, alle 16:00, alle 17:00.
In realta' ho la regolare abitudine
di continuare con i pazienti per
5 o 10 minuti se e' necessario.
Vedra' un altro neurologo?
- Si', e' cosi'.
- Per il Parkinson?
Io... Perche'? Non capisco
perche' non puo' essere un
pochino piu' flessibile.
Voglio dire, ci pensi:
ho appena passato uno dei
peggiori momenti della mia vita,
ho un paziente che potenzialmente
potrebbe far del male a qualcuno e...
- Ripeto, se crede che...
- E abbiamo avuto solo mezz'ora di seduta...
Abbiamo avuto solo
mezz'ora di seduta perche'...
Perche' ho lasciato mio figlio a Baltimora,
- c'era un tremendo traffico e...
- Paul.
Perche' e' cosi' fottutamente rigida?
Al momento nella sua vita
stanno accadendo tante cose
e mi piacerebbe davvero
aiutarla ad affrontare tutto,
ma ogni volta che le chiedo
di osservare se stesso
o il suo schema di comportamento,
si arrabbia, alza la
voce, diventa impaziente
e credo anche profondamente spaventato.
Fa tutto cio' che puo' per
spingere la nostra relazione
oltre il suo tempo e scopo stabilito.
Mi chiede di essere sua collega,
supervisore, compagna di vita...
Tutto tranne cio' per cui e' venuto da me...
Di essere la sua terapeuta,
di essere chi la sfida
a guardare in se stesso.
Non credo che si renda conto
di quanto sia diventato paralizzato.
Le ci sono volute settimane
per parlare con suo figlio,
e solo dopo che una crisi
reale l'abbia spinto a farlo.
E' incapace
di agire con decisione
con uno dei suoi pazienti
nonostante il fatto che dica di essere
sinceramente preoccupato per lui.
Ha dei dubbi sulla sua attuale relazione
e non fa nulla al riguardo.
E si e' auto convinto di
avere una malattia debilitante
nonostante i medici dicano il contrario.
Ora vorrei veramente aiutarla
ad affrontare tutto cio',
ma non posso farlo da sola e non ho
intenzione di farlo dopo le 17:50.
Le consiglio vivamente di venire
qui due volte la prossima settimana.
Non... non posso farlo.
Bene, allora.
Per adesso dobbiamo fermarci.
E' cosi' paralizzato da non
riuscire ad alzarsi in piedi?
Mi sono alzato.
E me ne vado.
Le sue pillole.
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