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Ho scelto proprio questo splendido brano di apertura,
la "marcia degli elefanti" dell'Aida, per il mio funerale
(Risate)
È facile capire perché. È trionfale.
Io sarò... io non sentirò nulla. Ma se potessi,
mi sentirei importante ad aver potuto vivere
su questo splendido pianeta,
e ad aver avuto l'opportunità di comprendere
qualcosa sul perché ero qui, prima di non esserci più.
Riuscite a comprendere il mio forte accento inglese?
Come tutti voi, ieri sono rimasto affascinato dalla sessione sugli animali.
Dalle belle cose che Robert Full, Frans Lanting
ed altri hanno mostrato.
L'unica nota leggermente stonata è stata quando Jeffrey Katzenberg ha definito il mustang:
“La creatura più splendida che Dio abbia messo su questa Terra”.
Ora, sappiamo senz'altro che era solo un modo di dire.
Ma in questo paese, per ora, non si può essere troppo prudenti.
(Risate)
Sono un biologo, ed il teorema centrale del nostro soggetto,
la teoria di Darwin dell'evoluzione attraverso la selezione naturale,
è universalmente accettata in tutti gli ambienti professionali.
Negli ambienti non professionali, fuori dagli Stati Uniti, è perlopiù ignorata.
Ma negli ambienti non professionali Americani
solleva così tanta ostilità,
(Risate)
che è corretto definire i biologi americani in stato di guerra.
E la guerra è ora così preoccupante,
con casi giudiziari in uno stato dopo l'altro,
che sentivo di dover dire qualcosa a riguardo.
Se volete sapere quello che ho da dire sul Darwinismo stesso,
temo che dovrete leggere i miei libri,
che non si trovano alla libreria qui fuori.
(Risate)
I casi giudiziari recenti
spesso si occupano di una versione apparentemente nuova del creazionismo,
chiamata progetto intelligente, o ID (Intelligent Design)
Non fatevi ingannare. L'ID non è nulla di nuovo:
è solo il creazionismo sotto un altro nome.
Ri-battezzato (ho scelto la parola con attenzione)
(Risate)
per ragioni strategiche, politiche.
Gli argomenti dei cosiddetti teorici dell'ID
sono gli stessi argomenti confutati in continuazione
da Darwin ad oggi.
C'è un'influente lobby dell'evoluzione
che coordina la guerra per conto della scienza,
e cerco di fare quello che posso per aiutarli,
ma si innervosiscono quando persone come me osano ricordare
che siamo atei, oltre che evoluzionisti.
Pensano che, così facendo, si agitino solo le acque. È facile capire perché.
Privi come sono di un qualunque supporto scientifico alle loro tesi,
i creazionisti scadono nella fobia popolare per l'ateismo.
Insegnate ai vostri bambini l'evoluzione, nelle lezioni di biologia,
e presto passeranno alle droghe, alla malavita e alla "preversione" sessuale.
(Risate)
Naturalmente, i teologi istruiti, dal Papa in giù,
sono saldi nel loro supporto all'evoluzione.
Questo libro, "Trovare il Dio di Darwin", di Kenneth Miller,
è uno degli attacchi più efficaci al progetto intelligente
che io conosca, ed è tanto più efficace
in quanto scritto da un devoto Cristiano.
Le persone come Kenneth Miller potrebbero essere definite un “dono di Dio”
(Risate)
perché smascherano la menzogna che l'evoluzionismo
sia equivalente all'ateismo.
Le persone come me, invece, agitano le acque.
Ma adesso voglio dire qualcosa di gentile sul creazionismo.
Non succede spesso, quindi ascoltate con attenzione.
(Risate)
Penso che abbiano ragione
a ritenere l'evoluzione
fondamentalmente ostile alla religione.
Ho già detto che molti evoluzionisti, come il Papa,
sono anche religiosi, ma penso anche che si stiano illudendo.
Credo che una vera comprensione del Darwinismo
mini la fede religiosa in profondità.
A questo punto, potreste pensare che io stia per predicare l'ateismo,
e voglio ribadirvi che non è il mio scopo.
In un pubblico sofisticato come questo,
sarebbe come predicare al coro.
No, quello a cui voglio spingervi,
(Risate)
invece, è l'ateismo militante.
(Risate)
(Applausi)
Ma questa è un'espressione troppo dura.
Se fossi una persona intenta a preservare la fede religiosa,
sarei molto spaventato dal potere della scienza evolutiva,
e anzi dalla scienza in generale, ma dall'evoluzione in particolare
di ispirare ed affascinare proprio perché atea.
Il grande problema di qualunque teoria del disegno biologico
è spiegare l'incredibile improbabilità statistica delle cose viventi.
L'improbabilità statistica riguardo alla bontà del progetto.
La complessità è un altro nome della stessa cosa.
L'argomento standard creazionista (ce n'è solo uno, e tutti si riducono a quello)
prende le mosse proprio dall'improbabilità statistica.
Le creature viventi sarebbero troppo complesse per essere create dal caso,
quindi deve esserci stato un creatore.
L'argomento, naturalmente, si spara nel piede:
ogni creatore capace di realizzare qualcosa di veramente complesso
deve essere ancora più complesso lui stesso. E questo prima ancora di cominciare
con le altre cose che ci aspettiamo da lui,
come perdonare i peccati, benedire i matrimoni, ascoltare le preghiere,
favorirci in una guerra,
(Risate)
biasimare le nostre vite sessuali, e così via.
(Risate)
La complessità è il problema che ogni teoria della biologia deve risolvere.
E non puoi farlo postulando semplicemente un agente ancora più complesso,
perché così complichi solo il problema.
La teoria Darwiniana, invece, è così mirabilmente elegante
perché risolve il problema della complessità
in termini di pura semplicità.
Essenzialmente, lo fa fornendo un percorso
di incremento graduale.
Ma qui voglio solo ribadire
come l'eleganza del Darwinismo sia pericolosa per la religione
proprio perché è così elegante, così parsimoniosa. Così potente.
Così economicamente potente.
Ha la semplicità nervosa, vibrante, di un bel ponte sospeso.
La “Teoria di Dio” non è solo brutta,
ma anche, in linea di principio, incapace di assolvere al suo scopo.
Tornando alle strategie e alla lobby dell'evoluzione,
io sostengo che agitare le acque potrebbe essere proprio la cosa giusta da fare.
Il mio approccio anti-creazionista è diverso da quello degli evoluzionisti.
Il mio modo di attaccare il creazionismo è di attaccare tutta la religione,
e a questo punto devo affrontare il tabù
del parlare male della religione.
Lo farò con le parole di Douglas Adams,
un caro amico che, se non è mai venuto al TED,
certamente avrebbe dovuto essere invitato.
(Richard Saul Wurman: - Fu invitato - )
Richard Dawkins: Lo fu. Pensavo dovesse esserlo.
Comincia il suo discorso, registrato su nastro a Cambridge
poco prima che morisse,
spiegando come funziona la scienza, attraverso la verifica di ipotesi
pronte ad essere confutate in ogni momento. E poi va avanti.
Cito testualmente: “La religione non sembra funzionare così.
Al suo centro, vi sono alcune idee che noi definiamo sacre, o sante.
Il che significa: ecco un'idea o un concetto
sul quale non sei autorizzato a dire niente di male.
Non lo sei e basta. Ma perché? Perché no!
(Risate)
Perché siamo autorizzati a sostenere Repubblicani o Democratici,
questo modello di economia o l'altro, il Mac o Windows,
ma non possiamo avere un opinione sull'inizio dell'Universo,
e su chi l'avrebbe creato? No, quelle cose sono sacre.
Siamo quindi abituati a non sfidare le idee religiose.
Ed è molto interessante notare quanto furore solleva Richard,
quando lo fa”. Intendeva me, non lui.
“Tutti diventano assolutamente isterici a riguardo.
Non sei autorizzato a dire queste cose. Eppure, quando le osservi razionalmente,
non c'è motivo per cui queste idee non debbano essere tanto aperte al dibattito
quanto le altre. È solo che in qualche modo ci siamo accordati
che non debbano esserlo.” Fine della citazione.
Secondo me, non solo la scienza corrode la religione,
anche la religione corrode la scienza.
Insegna alle persone ad accontentarsi di non-spiegazioni banali, soprannaturali,
e nega loro le meravigliose spiegazioni reali che abbiamo alla nostra portata.
Li insegna ad accettare l'autorità, la rivelazione, la fede,
invece di insistere sempre sulla prova.
Questa è una foto di Douglas Adams, dal suo libro "Last Chance To See."
Questo è un tipico giornale scientifico, il Quarterly Review of Biology,
e sto per comporre, come editore ospite,
una falsa edizione speciale sulla questione: ”I dinosauri sono stati uccisi da un asteroide?”
Il primo paper è un paper scientifico tradizionale,
che presenta delle prove: "Lo strato di Iridio al limite K/T
e il cratere nello Yucatan datato con il metodo potessio-argon
indicano che un asteroide ha ucciso i dinosauri."
Un paper scientifico perfettamente normale.
Ora il prossimo: ”Al presidente della Royal Society
il cielo ha dato in dono la forte convinzione interiore (Risate)
che un asteroide abbia ucciso i dinosauri”;
(Risate)
“È stato privatamente rivelato al professor Huxtane
che un asteroide ha ucciso i dinosauri;
(Risate)
”Il professor Haldley è stato educato
ad avere una fede totale e indiscutibile
(Risate)
che un asteroide ha ucciso i dinosauri.“
“Il professor Hawkins ha promulgato un dogma ufficiale,
vincolante per tutti gli hawkinsiani fedeli,
che un asteroide ha ucciso i dinosauri.”
(Risate)
È una follia, naturalmente.
Ma supponiamo...
(Applausi)
Nel 1987, un reporter chiese a George H.W.Bush
se riconoscesse uguale dignità di cittadini e patrioti
agli Americani atei.
La risposta di Mr. Bush fu infame:
“No, non penso che gli atei debbano essere considerati cittadini.
Né dovrebbero essere considerati patrioti.
Questa è una nazione unita sotto Dio.”
Il bigottismo di Bush non fu un caso isolato,
“scappato” nella foga del momento, e smentito più tardi.
Bush mantenne il punto davanti a numerose richieste di chiarimenti o smentite.
Voleva proprio dirlo.
Per essere più precisi, sapeva che dirlo non lo avrebbe punito elettoralmente. Semmai il contrario.
Sia i Democratici che i Repubblicani sfoggiano la loro religiosità,
se vogliono essere eletti. Entrambe le parti invocano ”Un'unica nazione sotto Dio”.
Che cosa avrebbe detto Thomas Jefferson?
Per inciso, di solito non sono molto orgoglioso di essere Britannico.
Ma è difficile non fare il confronto.
(Applausi)
In pratica, che cos'è un ateo?
Semplicemente, uno che pensa a Jahvé
nel modo in cui qualunque buon cristiano pensa a Thor, o a Baal, o al Vitello d'oro.
Come è stato detto prima, siamo tutti atei rispetto alla maggior parte degli dei
cui l'umanità abbia mai creduto. Alcuni di noi aggiungono semplicemente l'ultimo dio alla lista.
(Risate)
(Applausi)
E comunque si definisca l'ateismo, è sicuramente una "fede intellettuale"
che una persona può coltivare senza essere squalificata
come un non-cittadino non patriottico, ineleggibile.
Nondimeno, è un fatto innegabile che confessare di essere un ateo
equivalga a presentarsi come “Mr. Hitler” o “Miss Belzebù”.
E tutto sorge dalla percezione degli atei
come una minoranza strana, bizzarra.
Natalie Anger scrisse un pezzo piuttosto triste, sul New Yorker,
dicendo quanto si sentisse sola come atea.
Si sentiva chiaramente parte di una minoranza osteggiata.
Ma a quanto ammontano numericamente, in realtà, gli atei americani?
L'ultimo sondaggio dà un quadro sorprendentemente incoraggiante.
La Cristianità, naturalmente, fa la parte del leone,
con circa 160 milioni.
Ma quale pensate che sia il secondo gruppo,
di gran lunga sopra ebrei (2,8 milioni), musulmani (1,1 milioni),
Hindu, Buddisti e tutte le altre religioni messe insieme?
Il secondo gruppo più largo, con circa 30 milioni,
è quello descritto come “non-religioso“ o “secolare”.
Possiamo chiederci perché i politici, sempre a caccia di voti,
sono così proverbialmente timorati dal potere, per esempio, della lobby ebraica
(lo stato di Israele pare debba la sua stessa esistenza
al voto degli ebrei americani) mentre, al contempo,
consegnano il gruppo dei “non-religiosi” all'oblio politico?
Questo voto secolare non-religioso, se propriamente mobilitato,
sarebbe 9 volte più numeroso degli ebrei.
Perché questa tanto più corposa minoranza
non fa nulla per esercitare il suo peso politico?
Questo per la quantità. E la qualità?
C'è una qualche correlazione, positiva o negativa,
tra intelligenza e religiosità?
(Risate)
L'inchiesta che ho citato, di ARIS,
non ha scomposto i dati per classi socioeconomiche, educazione,
IQ o qualcos'altro.
Ma un recente articolo di Paul G. Bell nel mensile del MENSA
fornisce alcuni indizi.
Il MENSA, come sapete, è un'organizzazione internazionale
per le persone con un IQ molto alto.
E meta-analizzando la letteratura in materia,
Bell conclude che, cito, "dei 43 studi condotti dal 1927,
sulla relazione tra fede religiosa e intelligenza, o grado di istruzione,
tutti tranne quattro hanno rilevato una correlazione inversa.”
Vale a dire, maggiore è l'intelligenza o l'istruzione di una persona,
meno è probabile che sia religiosa.
Beh, non ho visto i 42 studi originali, e non posso fare commenti su queste conclusioni,
ma vorrei vedere più studi condotti con queste linee guida.
E se posso lanciare una proposta,
so che ci sono persone, tra il pubblico,
in grado di finanziare facilmente una ricerca a tappeto per sondare la questione.
E per quel che vale, propongo di farlo.
Ma lasciate che vi mostri alcuni dati
pubblicati e analizzati
su un gruppo speciale, i migliori scienziati.
Nel 1998, Larson e Witham
riunirono la "crema" degli scienziati Americani,
quelli onorati dell'elezione nell'Accademia Nazionale delle Scienze,
e in questo gruppo selezionato,
la fede in un qualunque Dio precipitava ad un misero 7%.
Circa 20% sono agnostici, e i rimanenti potrebbero proprio essere definiti atei.
Cifre simili si ottengono per la fede nell'immortalità personale.
Tra gli scienziati biologici la quota è ancora più bassa,
solo il 5,5%. Tra gli esperti di scienze naturali è il 7,5%.
Non ho visto cifre corrispondenti per le élite
di altri campi, come la storia o la filosofia,
ma mi stupirei se le cifre fossero molto diverse.
Quindi ci troviamo in una situazione incredibile:
una completa dicotomia tra l'élite intellettuale americana
ed elettorato.
Un'opinione filosofica sulla natura dell'Universo,
sostenuta dalla vasta maggioranza degli scienziati Americani,
e probabilmente dalla maggioranza degli intellettuali in generale,
è talmente aborrita dall'elettorato Americano
che nessun candidato alle elezioni oserebbe affermarla in pubblico.
Se ho ragione, questo significa che le cariche più alte,
nella nazione più potente al mondo,
sono precluse alle persone meglio qualificate per occuparle, cioè all'intellighenzia,
a meno che non siano preparate a mentire sulle loro convinzioni.
Parlando fuori dai denti, le opportunità politiche, in America,
sono sbilanciate contro le persone
sia intelligenti che oneste.
(Applausi)
Non sono un cittadino americano, quindi spero non sia giudicato fuori luogo,
se suggerisco che dobbiamo fare qualcosa.
(Risate)
E ho già suggerito cosa debba essere quel qualcosa.
Da quello che ho visto al TED, questo potrebbe essere il posto ideale per lanciarlo.
Temo tuttavia, lo ripeto, che costerà del denaro.
Deve nascere una campagna di sensibilizzazione
nella quale gli atei americani escano allo scoperto.
(Risate)
Potrebbe essere simile alla campagna organizzata dagli omosessuali
pochi anni fa,
senza però ridursi a sbandierare l'ateismo degli altri
contro la loro volontà.
Nella maggior parte dei casi, le persone che fanno coming out
aiuteranno a distruggere il mito che ci sia qualcosa di male negli atei.
Al contrario,
dimostreranno che gli atei sono spesso il tipo di persona
che potrebbe fare da modello edificante per i vostri bambini.
Il tipo di persona con cui i pubblicitari potrebbero promuovere un prodotto.
Il tipo di persone sedute in questa stanza.
Dovrebbe esserci un effetto valanga, un effetto tale
per cui più nomi abbiamo, più se ne aggiungono.
Potrebbero esserci delle non-linearità, degli effetti soglia,
per cui, raggiunta una "*** critica",
il sostegno accelera rapidamente.
E ripeto, servirà denaro.
Sospetto che la stessa parola ateo
costituisca un inciampo,
anche in modo sproporzionato rispetto a quello che significa davvero. Un “blocco”
per persone che altrimenti uscirebbero volentieri allo scoperto.
Quali altre parole, dunque, si potrebbero usare per agevolare il processo?
Per oliare le ruote? Per indorare la pillola? Lo stesso Darwin preferiva “agnostico”,
e non solo per lealtà al suo amico Huxley, che ha coniato il termine.
Darwin disse: “Io non sono mai stato un ateo,
nel senso di negare l'esistenza di un Dio.
Penso che in generale la definizione di agnostico
descriva al meglio la mia posizione”.
Diventò anche insolitamente permaloso con Edward Aveling.
Aveling fu un ateo militante
che non riuscì a persuadere Darwin
ad accettare la dedica del suo libro sull'ateismo,
dando il via, incidentalmente, al curioso mito
per cui Karl Marx cercò di dedicare Il Capitale a Darwin,
cosa che non fece, in realtà era Edward Aveling.
Successe che la signora di Aveling era la figlia di Marx,
e dopo la morte sia di Darwin che di Marx,
gli scritti di Marx e Aveling si mischiarono,
e una lettera di Darwin che dice: ”Mio caro signore, la ringrazio molto
ma non voglio che dedichi il suo libro a me”
si pensò, per errore, che fosse indirizzata a Marx.
E questo diede origine alla leggenda metropolitana,
che forse conoscerete,
per cui Marx cercò di dedicare “Il Capitale” a Darwin.
Comunque, era Aveling, e quando si incontrarono, Darwin sfidò Aveling:
“Perché vi chiamate atei?”
"'Agnostico'" ribatté Aveling, “era semplicemente la versione rispettabile di 'ateo',
e 'ateo' era semplicemente la versione aggressiva di 'agnostico'
Darwin si lamentò: “Ma perché dovresti essere così aggressivo?"
Darwin pensava che l'ateismo potesse essere buono per l'intellighenzia,
ma le persone normali non erano, cito, ”pronte” per questo.
Il che, naturalmente, è la buona vecchia regola di “non agitare le acque”.
Non si sa se Aveling abbia detto a Darwin di "volare più basso".
(Risate)
Ma in ogni caso, questo avvenne più di 100 anni fa.
Saremmo potuti crescere, da allora.
Ora, un mio amico, un ebreo apostata,
intelligente, che per inciso osserva il Sabato Ebraico
per ragioni di solidarietà culturale,
si descrive come un "agnostico della fata dei denti."
Non si definirebbe un ateo
perché in principio è impossibile provare una negazione.
Ma anche “agnostico”, di per sé, potrebbe suggerire che l'esistenza
e la non esistenza di Dio siano ugualmente probabili.
Quindi il mio amico è strettamente agnostico riguardo alla fatina dei denti,
ma non è molto probabile che la fata esista, giusto? Proprio come Dio.
Da cui l'espressione, “agnostico della fata dei denti”
Bertrand Russell fece la stessa affermazione
postulando una teiera ipotetica in orbita su Marte.
A rigor di logica, dobbiamo essere agnostici
sull'esistenza o meno di una teiera in orbita su Marte,
ma questo non significa che assegni
alle due possibilità uguale probabilità.
La lista di cose su cui dobbiamo, a rigor di logica, essere agnostici,
non si ferma alle fatine dei denti, o alle teiere. È infinita.
E se volete credere ad una di loro in particolare,
unicorni, fate dei denti o Jahvé,
siete voi a dover dimostrare perché ci credete,
non noi a dover dimostrare perché no.
Noi che siamo atei siamo anche “a-fatin-isti” e “a-teier-isti”.
(Risate)
Ma non ci disturbiamo a dirlo.
E questo è il motivo per cui il mio amico usa “agnostico della fata”
come un'etichetta per ciò che la maggior parte delle persone definirebbe ateismo.
Nondimeno, se vogliamo attrarre atei “clandestini” e portarli a dichiararsi in pubblico
dobbiamo trovare qualcosa di meglio
da mettere sugli adesivi che “agnostici della fata dei dentini” o “della teiera”.
Perché non umanisti?
Hanno dalla loro una rete mondiale di associazioni ben organizzate,
giornali e cose già avviate.
Il mio problema è solo il loro evidente antropocentrismo.
Una delle cose che abbiamo imparato da Darwin
è che la specie umana è solo una
tra milioni di cugine, alcune vicine, alcune distanti.
Ci sono altre possibilità, come “naturalista”,
ma anche quello ha il problema della confusione,
perché Darwin avrebbe concepito...
“Naturalista” come opposto a “soprannaturalista”, ovviamente,
e talvolta si usa in questo senso.
Darwin si sarebbe confuso con l'altro senso di “scienziato della natura”,
come naturalmente lui era, e, suppongo,
altri lo confonderebbero con “nudismo”.
(Risate)
Questi ultimi potrebbero far parte di quella folla britannica
che lo scorso anno linciò un pediatra scambiandolo per un pedofilo.
(Risate)
Penso che l'alternativa disponibile ad “ateo” sia semplicemente “non-teista”.
A "non-teista" manca il tratto dell'assoluta mancanza di un Dio,
e quindi sarebbe adottato più facilmente dagli agnostici della teiera o della fata dei denti.
Ed è completamente compatibile con il Dio dei fisici:
scienziati atei come Stephen Hawking
ed Albert Einstein usano la parola “Dio”
come espediente linguistico
per indicare quella profonda, misteriosa parte delle fisica che ancora non capiamo.
"Non-teista" contempla tutto questo, ma a differenza di “ateo”
non ha le stesse reazioni isteriche, fobiche.
L'alternativa, penso,
è afferrare il toro per le corna, e usare la parola “Ateismo”
proprio perché è una parola tabù,
che dà brividi di fobia isterica.
Certo, la "*** critica" sarebbe più difficile da raggiungere con la parola “ateo”
che con la parola “non-deista”,
o qualche altra parola priva di tratti ostili.
Ma se, malgrado quella spaventosa parola “atei”, comunque la raggiungessimo,
l'impatto politico sarebbe ancora maggiore.
Ho già detto che se fossi religioso, sarei molto spaventato dalla teoria dell'evoluzione.
Vado oltre: avrei paura della scienza in generale, se adeguatamente compresa.
Perché la visione scientifica del mondo
è così più esaltante, più poetica,
più piena di pura meraviglia di qualunque cosa
vi sia nel misero bagaglio dell'immaginazione religiosa.
Nelle parole di Carl Sagan, un altro eroe recentemente scomparso:
“Perché nessuna delle religioni principali, guardando alla scienza,
ha mai concluso: 'Questo è meglio di quanto pensassimo!
L'Universo è molto più grande di quanto dicessero i nostri profeti,
più maestoso, misterioso, più elegante?' Invece dicono: 'No, no, no,
il mio dio è un piccolo dio, e voglio che rimanga così.'
Una religione, vecchia o nuova,
che insistesse sulla magnificenza dell'Universo
rivelataci dalla scienza moderna
potrebbe ottenere una reverenza, un rispetto
raramente conseguiti dalle fedi convenzionali.
Ora, questo è un pubblico selezionato,
e quindi mi aspetterei che circa il 10% di voi sia religioso.
Molti di voi probabilmente obbediscono alla convenzione culturale di rispettare la religione.
Ma sospetto anche che un buon numero di persone, tra costoro,
segretamente disprezza la religione quanto me.
(Risate)
Se siete tra costoro, e certo molti di voi potrebbero non esserlo,
ma se lo siete, vi sto chiedendo di smetterla di essere educati:
fatevi avanti e ditelo. E se siete ricchi,
pensate a come poter fare una differenza.
La lobby religiosa, in questa nazione,
è massicciamente finanziata da fondazioni (non parliamo dei benefici fiscali)
come la fondazione Templeton, ed il Discovery Institute.
Ci serve un anti-Templeton per fare un passo avanti.
Se i miei libri vendessero bene quanto quelli di Hawking,
invece che solo come quelli di Dawkins, lo farei io stesso.
Le persone si chiedono sempre: ”Come ti ha cambiato l'11 Settembre?”
Beh, ecco cos'ha insegnato a me:
smettiamola di essere tanto rispettosi.
Grazie infinite.
(Applausi)