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I legami chimici si classificano in base alla loro forza.
Esiste il debole legame a idrogeno, labile, tra due atomi molto diversi tra loro;
il legame dativo, dove un atomo dà e l'altro riceve;
il legame ionico, un'attrazione forte e ineludibile tra due poli opposti, il positivo e il negativo;
e poi esiste il legame covalente, dove due atomi decidono di mettere in comune ciò che hanno di più prezioso:
ed è il legame più forte in natura.
[musica]
[Ilaria] Aspetta Silvia, aspetta un attimo, aspetta, aspetta!
[Silvia] Cosa?
[Ilaria] Ma sei proprio sicura che non ci sia nessuno? È sempre così affollato qui...
[Silvia] No, no, mio fratello mi doveva un favore e le ragazze sono con lui, e Olga oggi insegna cirillico all'Università della Terza Età...
[Ilaria] Che bello!
[Silvia] Um, um, sì, finalmente sole!
[Ilaria] No, intendevo è così interessante! Anche a me sarebbe piaciuto imparare il cirillico!
[Silvia] Uhm.
[Ilaria annuisce]
[musica continua in sottofondo]
[risatine provengono dall'interno della casa]
[Chiara] Dio, che schifo!
[Silvia] Ma e-era una canna quella che aveva in mano?
[porta sbatte]
[Ilaria] Direi che quello è l'ultimo dei tuoi problemi.
[cellulare di Silvia squilla]
[Silvia] Eccolo l'ultimo dei miei problemi...
Ciao mamma, come stai?
[Vittoria] Lascia perdere come sto. Hai chiamato Alessia per scusarti?
[Silvia] E-eh, sì, io ci ho provato, ma non... no.
[Vittoria] Santo cielo, Silvia! Sei sempre la solita!
Se non la chiami entro oggi ti tolgo dal testamento!
[Silvia] Ma mamma!
[Vittoria] Niente ma! Chiamala entro... Subito!
[Silvia] Te ne vai già?
[Ilaria] Meglio che vada. Hai una vita troppo complicata, Silvia.
[musica della sigla]
[Olga] Silvia!
Tu faccia di rosso che ha finito ***!
[Silvia] Effettivamente me ne farei una bottiglia...
[Olga] Che succede? Tu fa riepilogato puntate precedenti che fa tardi per cena!
[Silvia] Allora: io sono uscita con l'antennista carina, una cosa tira l'altra e siamo finite sul divano;
Chiara, che era fuori sul balcone a fumarsi una canna, ci ha beccate e adesso è in camera incazzata con me,
mentre dovrei essere io a essere incazzata con lei;
mia madre mi ha telefonato e anche lei è incazzata con me perché dice che non ho chiamato Alessia,
ma tu lo sai benissimo che l'ho chiamata...
E in tutto ciò non ho la benché minima idea di dove sia finita Emma.
[Olga] Stop, stop, Silvia. Tua vita è come sceneggiato che fa ridere.
[Silvia] Grazie, Olga! E cosa dovrei fare?
[Olga] Chiama bella capitalista e scusa te. Fa lei ridere. E comincia sceneggiato romantico.
Io va su balcone e butta tracce di droga!
[musica - atmosfera romantica e intima]
[Alessia e Silvia] Grazie.
[Silvia] Mi sono comportata in modo orribile alla festa.
[Alessia] Orribile? Non esagerare! Io lo trovavo... divertente il gioco fra te e tuo fratello...
[Silvia] Ah, ma quindi tu hai capito che era un gioco?
[Alessia] Beh, sì, non ci voleva poi molto... Ma anche io facevo giochini simili con i miei cugini, da piccola...
[Silvia] Appunto, da piccola.
[Alessia] E comunque è bello avere ancora voglia di giocare; io forse sono diventata troppo seria.
[Silvia] Beh, sei una donna con un ruolo importante, è normale...
[Alessia] Sì, forse per la professione, mi sono costruita questo personaggio duro, rigido... E anche così ho i miei problemi.
[Silvia] Stai facendo carriera, no?
[Alessia] Sì, ma comunque sono una donna, e questo infastidisce tutti.
Sono brava e competente, ma... Io glielo leggo negli occhi quello che pensano.
[Silvia] Cosa pensano?
[Alessia] Che dovrei stare a casa circondata da figli anziché lì a rompere le palle a loro.
[Silvia] Guarda, se vuoi ti presto un'adolescente omofoba e una ragazzina muta, farai un figurone!
[Alessia] È dura, eh?
[Silvia annuisce]
[Alessia] E tu, il lavoro? Tuo fratello, tra una grattata e l'altra, mi ha detto che sei ricercatrice chimica.
[Silvia] Sì, ma precaria. [Alessia: Ah.] Noi più che i generi sfidiamo l'anagrafica. Siamo giovani fino a cinquant'anni senza farci di botulino, un bel risparmio!
[Alessia ride]
[Alessia] Mi fai ridere, tu.
[Silvia] Eh... Beh...
Nessuna donna troppo seria avrebbe accettato di uscire con me.
[Alessia] Grazie!
Facciamo un gioco.
[Silvia] Mah, guarda, se vuoi io mi ubriaco di nuovo, ma francamente non ti ci vedo a grattarti il sedere, qui, davanti a tutti.
[Alessia] Ma no! Io da piccola facevo sempre il gioco del "mi piace - detesto".
Inizio io: a me piace mangiare i tortellini crudi dal sacchetto, e detesto [grido di un bambino che corre] i bambini che corrono al ristorante.
[Silvia] A me piace... La schiuma della birra, e detesto quelli che mangiano al cinema.
[Alessia] Io detesto la musica techno.
[Silvia] Io detesto non sapere mai i titoli delle canzoni, mai, eh! [Alessia ride piano]
[Alessia] A me piacciono le serate danzanti estive liscio eleganti.
[Silvia] A me piace che... che quando penso alla chimica, tutto il resto del mondo sta zitto.
[Alessia] A me piace, a volte, avere la testa in aria ma i piedi ben piantati a terra.
[Silvia] A me piace accumulare cazzate [Alessia ride piano] e detesto i servizi di moda al telegiornale.
[Alessia] A me piace chi sa aggiustare le cose [Silvia annuisce] e detesto... quelli che dicono sempre "carinissimo!".
[Silvia] Io detesto quelli che non dicono mai "mi dispiace" e mi piacciono le facce tristi, un po' malinconiche, come Buster Keaton.
[Alessia] A me quelle buffe e impacciate come *** Allen.
[Silvia] A me piace...
[Chiara] Che puzza! Ma nemmeno il cibo è normale in questa casa?
[Olga] Si tu no piace, schioda!
[Chiara] Skemmy! Ce la fai?
[Olga] No, io dice proprio schioda. Quella è porta.
[Chiara] E che ti ridi, tu? Non vedi che qua sono tutte pazze e pervertite?
[Olga] Controlla tue parole, piccola Schifa. Qua nessuna è pervertita. Pazza, forse.
[Chiara] Beh, per me una finocchia è una pervertita, non è normale!
[Olga] Ma dove finocchia? No spaventare tua sorella! Stasera patate e cavolini!
[Chiara] Lo sai bene di chi parlo.
Di quella malata di Silvia.
[Olga] Tranquilla, piccola muta.
Silvia no è malata, Silvia è lesbica! E lesbicismo no è malattia!
Capitalismo...
sì.
[musica]
[VFC - Laura] Dopo certi incontri, tutto è più facile.
Ci si ubriaca di parole e di confidenza
e poi si sta vicino, perché le cose vanno viste da vicino.
Sempre.
[musica]