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Buongiorno, salve. Sono Massimiliano Studer
vorrei parlare con Francesca...
Salve! Ho appena ricevuto dal suo collega del negozio di Venezia
i documenti, le fatture...
Le confermo a questo punto il nostro interesse e disponibilita'
a realizzare un piccolo documentario, un reportage sulla lavorazione che
sta dietro la realizzazione di queste maschere per il film.
Se siete d'accordo, noi verremmo a Venezia nei prossimi giorni per
per realizzare le riprese del vostro negozio
e fare questa video-intervista.
Va bene. Allora ci sentiamo nei prossimi giorni per definire i dettagli.
Ok? Arrivederci, arrivederci...
Vaporetto? O il numero 1 o il numero 2
Grazie. Arrivederci
Io direi che l'idea di realizzare o di raccontare la storia
che c'e' dietro la realizzazione delle maschere di "Eyes Wide Shut"
risale ad alcuni anni fa e cioe' all'epoca in cui, studiando all'Universita',
ho avuto modo di leggere un libro di un critico francese di nome Michel Ciment
che ha intervistato Kubrick diverse volte.
In un'intervista, in particolare, durante la lavorazione di "Arancia Meccanica"
Stanley Kubrick dichiaro' - stiamo parlando degli anni '70 - che era interessato a
realizzare un film tratto da una novella di Arthur Schnitzler:
"Doppio Sogno".
Saltando poi il racconto dal 1999 anno in cui usci' il film
che ricordo andai a vedere alla prima a Milano e mi colpi' mi ricordo
questo film molto strano, con lo stile tipico di Kubrick
dove una parte molto importante era destinata alle maschere
alle maschere che si vedono nel film...
Questo film e' rimasto importante perche' e' stato l'ultimo realizzato da Kubrick
Dicevo...banalmente il racconto che vi posso fare salta perche' si
passa ad agosto 2012 perche' in quella occasione ero a Venezia con la mia
compagna che desiderava comprare una maschera di Venezia e a quel punto
io decisi che poteva essere l'occasione per andare a scovare il negozio, gli artigiani
che avevano contribuito a far si che il film "Eyes Wide Shut" diventasse appunto
l'ultimo capolavoro di Stanley Kubrick.
L'idea di fare maschere e' nata verso gli anni Ottanta quando il Carnevale veneziano
ha ripreso un po' ad essere popolare. Anzi la genete se l'e' ripreso..
e le manifestazioni si facevano ogni anno.
E avevo questa idea delle maschere. Mi affascinavano. Un po' il vecchio, il deja-vu, il vissuto, no?
E ho provato, verso l'80-'82, a fare delle maschere ma sono venute delle boiate paurose!
Non era il tempo. Pero' ho continuato a studiare e vedere. Fino a quando e' venuta
di nuovo l'ispirazione per cosi' dire, ma forse è un termine troppo presuntuosa...
Meglio forse un po' più sensata. Il termine mi sfugge. Insomma, incominciavano a venirmi meglio.
Nell'inverno del 1985 mi sono rimesso a creare e sono usciti a venire fuori i primi modelli.
A quel tempo è nata questa bottega: Kartaruga. Una cosa un po' strana perchè fuori dal negozio
c'erano tre tartarughe. Almeno...io pensavo fossero tartarughe! Invece erano tre ananas...
All'inizio sembrava un museo perchè c'erano solo 10-15 maschere e basta. Tutte modellate
Ho avuto un po' di fortuna perchè facendo esperimenti - avevo modellato
le cose durante l'inverno - avevo usato tecniche nuove ma anche colori nuovi.
Un po' rifacendomi alle cose del '400 o '500, studiando come si incollavano i marmi
o guardando le cose bizzantine. Insomma spaziando un po' tanto perchè a quei tempi
io insegnavo al Liceo artistico. Probabilmente c'è un po' di melange ed attinenza.
La bottega andava avanti, comunque. A quei tempi ho fatto i primi esperimenti
su questo genere di maschere che poi ho usato per il volto di Tom Cruise.
Ecco poi ovviamente uno degli aspetti importanti che più mi affascinava perchè
già come spettatore e poi come cultore dell'opera kubrickiana, c'era il fascino
che emanava la maschera indossata da Tom Cruise nel film. Perchè questa maschera
aveva questo volto molto italiano. Un sorriso che ricorda quello beffardo della Monnalisa
di Leonardo Da Vinci. Sembra che sorrida ma in realtà è serio. Ha delle labbra
femminili ma sembra maschile. Viene indossata da un attore di sesso
maschile...percui aveva un fascino un po' ambiguo, quasi androgino che volevo
a tutti i costi cercare di capire. A me interessava capire come mai
il creatore di questa maschera avesse scelto un modello o una modella:
all'epoca non sapevo se era il modello fosse di sesso maschile o femminile.
Tante maschere hanno la mia base del volto. Ovvero avevo preso lo stampo per mantenere
i punti di appoggio sul mio volto. Tutto il resto, cioè tutte le maschere
della Commedia dell'arte, è stato modellato sui punti di appoggio del mio volto o di quello
di chi mi stava vicino. Questa maschera, questo volto che è già decorato
ed impliallacciato, ma, di fatto, la base vera è questa.
Magari qui si vede meglio com'è. Questa è una maschera androgina.
Neutra direi...Il calco di questo volto è stato preso dalla mia ex ragazza.
E' stato modellato e semplificato: ho tolto tutte quelle che sono le
caratteristiche somatiche specifiche della persona. Sono rimaste: bocca,
naso, zigomi e mento. La parte inferiore della maschera.
Che la personalizza un pochino....
La bocca...sorride. Ecco, sono stati abbassati un poco
la pretuberanza degli zigomi e pulito intorno all'occhio, per renderla neutra.
Per renderla, dunque, perfettamente androgina, come si diceva prima.
Ci sono diverse foto...
Diciamo che abbiamo lavorato insieme.
In quegli anni mi aiutava a lavorare, a fare le maschere. Questi prodotti
li ha fatti anche lei. Nella realizzazione con la carta e con questa tecnica specifica
con cui è stata realizzata questa maschera.
Diciamo che guardando la maschera non si capisce se è maschio o femmina.
Assolutamente. Chi la indossa, e questo è il pregio di questa maschera,
sia esso ragazzo o ragazza, la maschera cambia.
Quindi è perfetta sotto questo profilo. Inoltre queste maschere
che sono le più semplici sono le più complesse, le più difficili.
Ecco, da questa è venuta fuori questa. Allora...diciamo che è stata decorata
con macramè e craquelè. Credo che è stata creata nel 1985-1986: il secolo scorso!
Nel '85-86, direi.
Questa maschera, come decorazione, è stata un po' presa...Faccio una parentesi:
insegnavo a scuola e l'ho fatto per ventisette anni al Liceo artistico.
E quindi è un po' una rivisitazione storica. Anche se non sembra a me lo spunto lo ha dato
la visione di dipinti bizzantini e così via. Per qualsiasi cosa che ho fatto ho sfruttato
la memoria storica delle cose. Teoria del campo, la Gestalt, il Marcolli...
Diciamo che faceva parte del mio lavoro a scuola.
Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che, tornando ai libri, sfruttavo
ciò che era storico. Quindi quando si faceva un prodotto
bene o male non era un'invenzione da zero a qualcosa. Ma era una
rivisitazione delle cose. Vi faccio un esempio.
Questa, ad esempio, sono stato io a chiamarla "maschera Incas".
Forse vi può ricordare qualche cosa. Proprio per riprendere il discorso della
memoria storica. Guardandola così chiunque potrebbe dire: mah questa
cosa forse l'ho gia vista...la conosco ma non so che cos'è.
Se voi andate a vedere i bassorilievi incaici, quando c'erano le rappresentazioni
o quello che era... oppure i riti, lo stregone o il gestore del rito
aveva una corona sulla testa con le piume.
Adesso operando questo ricordo la connessione diventa facile.
Ecco perchè questa maschera si chiama Incas. Perchè ricorda
quella cosa vista. Quindi le persone nel momento in cui la vedono non sanno
indentificarlo ma l'hanno già vista. Ovviamente rielaborata e fatta
moderna eccetera, eccetera. Questa è una cosa. L'altra cosa invece...
Adesso non c'è...Ad esempio, gli indiani d'America li avete presenti tutti, no?
Che hanno tutti questo diadema con le piume attorno...Bene, questa maschera,
mettendo le piume in questo modo, vi ricorda questo diadema delle piume
degli Indiani d'America? Vedete dov'è la connessione?
Sono tutte associazioni di cose che già esistono.
Allora...cosa ho cercato di fare? Rimettere in chiave moderna
quello che erano gli Indiani d'America di prima. Ossia con tutto il diadema che
viene giu. E con questa idea è stata fatta questa maschera
Quindi andai in questo negozio, "Il Canovaccio", parlai con la
persona responsabile del negozio. Lui, ovviamente, confermò di aver
lavorato con Kubrick. Mi fece vedere le maschere, le tre maschere principali
del film che, ovviamente, hanno dato... si sono strasformate in automatico
nell'icona ufficiale del film. Perchè tutto il film è giocato proprio su queste maschere.
La prima cosa che chiesi è stata: "ma voi avete dei documenti che riescano a
provare questo coinvolgimento?". Perchè quando uscì il film tutti i negozi di Venezia
dichiararono di aver collaborato con Kubrick.
Invece loro mi fecero vedere queste fatture firmate addirittura da Jan Harlan
che per la cronaca e per inciso è il cognato di Stanley Kubrick e che ha
praticamente seguito le produzioni di tutti i film di Kubrick da "Arancia meccanica" in poi.
Jan Harlan è stato qui verso la fine del giugno del 1997 ed ha ritirato le maschere
che ha scelto nel nostro negozio. Una prima volta il 27 giugno 1997,
poi il 4 luglio 1997 e, alla fine, il 18 settembre 1997.
Questa è una fattura di fine giugno 1997. Questa è la firma di Jan Harlan, per ricevuta...
Qui sei volti...e poi inizio luglio... ecco qua...altre maschere...
Alcune maschere facevano parte della nostra collezione, altre sono state decorate
su una specifica richiesta. Durante questi incontri, Jan Harlan mi ha anche rivelato
il nome del film che il maestro Kubrick stava preparando. Mi disse che era tratto
da un racconto di Schnitzler, appunto "Doppio sogno", e che il titolo sarebbe stato
"Eyes Wide Shut". Mi disse che, in questa occasione, avrebbe visitato anche altri
ateliers perchè, comunque, si trattava di una festa: non è andato però nello
specifico a spiegare che tipo di festa era. Avrebbe, quindi, scelto anche altre
maschere dato che, altrimenti, si sarebbe notata la linea e lo stile di un unico negozio
se avesse scelto tutto qui. Questa maschera ha avuto la fortuna
di essere stata scelta da Kubrick.
Ma lui non è stato qui. Devo precisare un'altra storiella...durante l'85-'86
io ero cliente di una coppia di ragazzi, studenti. Josie che era londinese e Karzan, suo fidanzato
di nazionalità curda. Ci siamo conosciuti per lavoro. Loro decoravano delle ceramiche
che compravano a Bassano e le vendevano in giro per cercare di sostenersi economicamente
per l'Università. è nata un po' di amicizia, di rispetto, di fiducia etc. E siamo andati
avanti per un po'. Ad un certo punto, però, Josie ha deciso di tornare a Londra.
E' tornata a Londra e hanno avuto l'idea di aprire un negozio a Camden Town.
Una volta aperto il negozio, loro mi hanno chiesto se io li potevo fornire. Ovviamente
lo fece con estremo piacere. Quindi ho fatto la fornitura di queste maschere.
Un bel giorno la Josie telefona e, senza fare passaggi strani, mi ha spiegato che
era andata da lei una signora, Marit Allen, facendo una richiesta di maschere che
servivano per un film che doveva fare o che stava facendo Kubrick. E che probabilmente
ci sarebbe stato qualcuno a visitare il negozio a Venezia per vedere o, comunque, comprare
queste maschere. Qui ho conosciuto Jan Harlan. Ho avuto il contatto con questa persona.
Una persona simpatica, a modo, riservata. Mi ricordo una "cosa" bianca ovvero abiti
tendenzialmente sul bianco: bianco o crema. Capelli forse più bianchi dei miei, non lo so...
E mi ricordo della presenza di una persona. Però sinceramente non riesco a focalizzarla.
Probabilmente era la Marit Allen. Sono venuti qui ed hanno scelto sia le maschere che vi ho
fatto vedere prima ma anche altre maschere. Come per esempio questa. Per noi questa
è un Pierrot tragico: dalle caratteristiche somatiche, più o meno, si intravede. Stessa
tecnica di lavoro. Questa maschera è stata scelta per il "maestro d'orgia". Tutto questo
incontro è avvenuto intorno al giugno o luglio del '97. Mi ricordo che, tornando alla
maschera di Tom Cruise, era venuto fuori il problema che la maschera sembrava che
desse fastidio nel senso che era piccola. Era venuto fuori il problema che probabilmente
Cruise voleva una maschera che calzasse perfettamente. Questo invece era uno
standard di un certo tipo. Mi venne chiesto se ero disponibile ad andare in Inghilterra e
realizzare il calco per preparare la maschera specifica per Tom Cruise. Io ho detto la cifra.
E Jan Harlan, mi ricordo, telefonò a Kubrick che, alla fine di tutta la discussione, disse:
"Tom Cruise è una star ma cercherò di convincerlo ad usare questa maschera
senza ricorrere ad una maschera fatta specificatamente per lui e che calzi alla
perfezione." Perchè, in fin dei conti andava abbastanza bene ma chiaramente
c'è un tipo di volto che va benissimo ma un altro tipo no.