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Buongiorno a tutti, è un bel po’ che non ci vediamo ma sono felice che ogni tanto ci
si ritrovi. Oggi parliamo degli impresentabili nella corsa
verso il Quirinale, che non è la poltrona qualsiasi, è la poltrona del Presidente della
Repubblica, del rappresentante di tutta la Nazione che soprattutto dura in carica 7 anni
e dovrebbe essere svincolato da logiche di partito, di casta proprio perché deve rappresentare
questa o quella coalizione, questo o quel partito, ma dovrebbe rappresentare tutti gli
italiani. Infatti sto su Il Fatto Quotidiano ogni giorno raccontando la storia dei Presidenti
della Repubblica italiani, ogni volta che venne eletto un Presidente, i partiti quando
c’erano, almeno, si ponevano il problema di quale progetto, di quale disegno, di quale
sintonia con lo spirito del tempo doveva incarnare il nuovo Presidente. Come vediamo in questi
giorni invece i partiti si stanno domandando se il nuovo Presidente garantirà Berlusconi
dai processi o se garantirà a Bersani di dargli l’incarico pieno per andare a cercarsi
o a raccattarsi i voti in Parlamento, piccolo cabotaggio, roba di botteguccia. Quindi è
molto importante vedete chi va al Quirinale perché poi chi ci andrà avrà un riflesso
sulla politica e quindi sui governi e quindi sulla nostra vita e anche sulla nostra reputazione,
sulla nostra immagine non soltanto interna ma anche internazionale.
I candidati dei partiti sono da fare accapponare la pelle diciamo la verità: si sente parlare
di Giuliano Amato. Giuliano Amato lo cito per primo soltanto perché in ordine alfabetico,
credo arrivi primo, ma Giuliano Amato nasce politicamente con Bettino Craxi anche se vedeva
o fingeva di non vedere tutte le ruberie del Partito Socialista. Erano gli anni in cui
esplodeva il debito pubblico, gli anni '80 e lui era consigliere economico, oltre che
giuridico e politico di Craxi, era il suo braccio destro al governo. Poi fu Ministro
del Tesoro e poi diventò Presidente del Consiglio quando andò a riempire il buco che aveva
contribuito a scavare con i soldi nostri, con la Finanziaria del 1992 da 93 mila miliardi
di lire con il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti in banca. È stato deputato
4 volte, è stato Presidente del Consiglio 2 volte, è stato Ministro del Tesoro due
volte, è stato Ministro degli Interni una volta, è stato Presidente dell’antitrust,
nominato da Berlusconi, infatti del trust di Mediaset e di Fininvest non se ne è mai
accorto. E' stato Vicepresidente della Convenzione Europea e adesso raccoglie altre cariche dalla
Treccani alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha fatto pure il garante dei 150
anni dell’Unità d’Italia, è consulente di Deutsche Bank, è stato Consigliere di
Monti per i tagli ai costi della politica che infatti naturalmente non sono stati tagliati.
Prende una pensione, tra vitalizio e pensione propriamente detta, di 31 mila Euro al mese
e naturalmente piace molto a Napolitano, piace molto a Berlusconi che la volta scorsa lo
candidò addirittura per il Quirinale e piace molto ovviamente al centro-sinistra nel quale
ha sempre risieduto e ha sempre beneficiato di incarichi e prebende. Direi che nella speciale
classifica degli impresentabili è uno dei vincitori di diritto. Letta non lo cito neanche
perché Berlusconi si è assegnato a non mettere uno dei suoi, sta cercando di scegliere uno
del centro-sinistra che vada bene a lui, che naturalmente poi vale doppio perché potrà
sempre dire che non è suo, ma che è degli altri; tanto anche fra gli altri c’è molta
gente che fa da sempre la sua quinta colonna. Quindi Gianni Letta dalle tangenti, a Fininvest,
ai Social Democratici, ai fondi neri dell’IRI, c’è lunga letteratura su Internet, ma non
ne parliamo neanche perché perfino Berlusconi è rassegnato a non vederlo salire al Quirinale.
D’Alema potrebbe essere per lui un’ottima soluzione infatti è un candidato forte di
Berlusconi, naturalmente. D’Alema è quello che tutti sappiamo, è l’uomo della bicamerale,
è uno delle incarnazioni della casta è l’uomo che si è impicciato in varie vicende finanziarie
che hanno contribuito a distruggere o a indebolire almeno, il nostro sistema economico, pensate
soltanto alla privatizzazione a debito fatta per la Telecom nel 1999 con i famosi capitani
coraggiosi, capitani senza capitali però che si fecero prestare i soldi dalle banche
e riempirono la Telecom di debiti e la lasciarono come un colabrodo al loro successore. Era
un gruppo di finanzieri, di raider che era stato proprio creato in laboratorio in quella
che *** Rossi chiamò la Merchant Bank dove non si parla inglese. Era Palazzo Chigi sotto
il governo D’Alema con la fattiva collaborazione anche di Bersani e di altri geni della politica
finanziaria di sinistra. Da allora poi abbiamo avuto il caso Unipol, il caso Monte Paschi,
nei quali comunque un partito di cui D’Alema ha sempre conservato il pacchetto di azioni
di maggioranza, ha la sua responsabilità quantomeno politica. Vorrei chiarire che oggi
non si parla di questioni penali, perché nessuno dei candidati ha in proprio vicende
penali. Quindi stiamo parlando di errori, tragedie a volte politiche, morali, parliamo
di correttezza, non parliamo di reati, parliamo di conflitti di interessi, non parliamo di
delitti. D’Alema quindi, lo conosciamo molto bene
e è inutile spendere altre parole se si vuole ricordare lui sì che un processo lo ha avuto,
ha avuto una prescrizione per una tangentina, nemmeno tanto piccola, visto che era degli
anni 80, di 20 milioni di lire da un costruttore legato alla Sacra Corona Unita, il re delle
cliniche pugliesi, Cavallari. Uno che aveva anche il vizio di fare manganellare i sindacalisti
della C.G.I.L. che facevano il loro lavoro dentro le sue cliniche da Mazzieri della criminalità
organizzata, travestiti da infermieri o da sindacalisti gialli. D’Alema accettò un
finanziamento illecito, perché poi non lo registrò e andò tutto in prescrizione, ma
insomma, anche D’Alema sembrerebbe in questo momento non in pole position, non perché
Berlusconi non lo voglia, ma perché tanto per cambiare il PD è spaccato in 200 correnti,
quindi forse non otterrebbe i voti neanche nel suo partito. Chi invece potrebbe ottenere
i voti e addirittura in predicato di diventare il candidato preferito dal Partito Democratico
nell’ambito di quell’inciucio che è iniziato in una saletta buia, riservata vicino alla
Presidenza della Commissione trasporti non so se al sesto o al settimo piano di Montecitorio
quando si sono incontrati a tu per tu l’altro giorno Berlusconi e Bersani, è Anna Finocchiaro.
Anna Finocchiaro è una specie di Violante in gonnella, nel senso che ha fatto il Magistrato
anche se soltanto per due anni a Catania, poi nel 1987 è entrata in Parlamento e da
lì non si è più mossa praticamente. Se non ricordo male ha 8 legislature all’attivo
che è un record che condivide con la Bonino e lì ne ha combinate di tutti i colori, naturalmente.
Tutti disastri di solito, quasi sempre veniva recuperata con il proporzionale perché non
riusciva a farsi eleggere dai collegi maggioritari, quando non c’era il recupero come alla sua
candidatura alle regionali in Sicilia è stata violentemente sconfitta, addirittura da Raffaele
Lombardo, bel personaggino, e si è sempre fatta paracadutare altrove. L’ultima volta
l’hanno paracadutata addirittura a Taranto e infatti in tutta la Puglia proprio il PD
ha perso nonostante che abbia non solo il Sindaco di Taranto, ma anche il Presidente
della Regione di centro-sinistra Vendola. Nonostante sia un Magistrato, in Parlamento
si è segnalata, esattamente come Violante, per inciuci di ogni genere sulla giustizia.
Nel corso degli anni, stavo ripassando proprio il paragrafo di "Se li conosci li eviti" che
è il nostro libro scritto insieme a Peter Gomez sugli impresentabili della scorsa legislatura,
è riuscita a parlare a favore di amnistie, indulti, immunità parlamentare, di cui lei
è una fervente sostenitrice. Contro l’indipendenza della magistratura, anzi ha detto che la magistratura
si occupa di troppe cose, di solito lo dice quando qualche suo compagno di partito è
coinvolto in vicende giudiziarie. Addirittura ha trovato da ridire sull’obbligatorietà
dell’azione penale che purtroppo per lei è garantita dalla nostra Costituzione; ha
avuto occasione di elogiare molto Andreotti per la sua assoluzione, peccato che Andreotti
non sia stato assolto, ma sia stato salvato dalla prescrizione per il reato di mafia commesso
fino almeno alla primavera del 1980. E se un somaro in fatto di diritto può confondere
forse la prescrizione con l’assoluzione, un magistrato non può confonderla, quindi
questi non sono errori in buonafede, sono errori dolosi dovuti naturalmente a magheggi
e intrugli che si fanno in Parlamento. È riuscita anche a nominare capo del suo
staff, quello che le scriveva i discorsi Salvo Andò un vecchio arnese del Partito Socialista
molto legato a ambienti addirittura malavitosi anche se poi nel processo è stato assolto,
ma i contatti con elementi piuttosto pericolosi della Catania di un tempo li aveva e la Finocchiaro
è riuscita a nominarlo praticamente suo ghost writer definendolo una personalità di altissimo
livello, pensate Salvo Andò. Che altro dire? La cosa principale è che purtroppo la Signora
Finocchiaro ha un marito, Melchiorre Fidelbo, il quale è attualmente sotto processo per
truffa allo Stato. Mi sono segnato qua un’Ansa del 24 ottobre 2012: "il Gup di Catania Marina
Rizza ha rinviato a giudizio 4 delle 5 persone indagate nell’inchiesta sulla procedura
amministrativa che avrebbe portato all’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione
del Presidio Presidente di assistenza di Giarre, assegnato allo Solsamb, società guidata da
Melchiorre Fidelbo, che è il marito della Finocchiaro ma è anche un medico – ginecologo,
piuttosto addentro nei sistemi della sanità regionale siciliana.
Per abuso d’ufficio e truffa aggravata sono stati rinviati a giudizio oltre a Fidelbo,
l’ex-direttore amministrativo dell’azienda sanitaria e provinciale di Catania, l’ex
direttore generale dell’Asp 3 e il Gup ha disposto sentenze di non luogo a procedere
invece per la responsabile di quella procedura etc., L’accusa è stata rappresentata dal
PM La Rosa, al centro dell’inchiesta la stipula della deliberazione del 2010 e che
autorizzava l’Asp di Catania a stipulare una convenzione con questa società del marito
della Finocchiaro, che secondo l’accusa sarebbe stata redatta senza previo espletamento
di una procedura a evidenza pubblica. -Non hanno fatto la gara, gliel’hanno data così,
brevi manu come si fa per i raccomandati, del resto tutti lo sanno chi è Fidelbo, è
il marito della Signora Finocchiaro, quindi ha ottimi argomenti per ricevere eventuali
favori, se poi il processo stabilisse che li ha avuti,- In violazione del divieto di
affidare incarichi di consulenza esterna, come previsto dalla normativa regionale. L’atto,
sostiene la Procura, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società
Solsamb,- la società di Fidelbo- consistito nell’affidamento diretto alla società di
una prima anticipazione di 175 mila Euro. Credo che un Presidente della Repubblica non
possa avere il marito sotto processo, mettetevi nei panni di chi sta facendo quel processo,
con quale serenità potrebbe giudicare il marito del Presidente della Repubblica, quindi
la Finocchiaro, mi dispiace, ma almeno questa volta per decenza dovrebbe saltare un turno.
Ed è sorprendente che il suo partito non si renda conto dell’imbarazzo che creerebbe
a tutti gli italiani, oltre che, spero, al suo partito di provenienza, l’ascesa della
Finocchiaro addirittura sul Colle più alto, dove non solo si fa il Presidente della Repubblica,
ma si fa anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. E' evidente
che un magistrato dovendo processare il marito della Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura è evidente che non sarebbe affatto sereno e non potrebbe essere certamente scevro
da quei condizionamenti che invece non devono minimamente sfiorare chi deve giudicare.
Tra i candidati della casta non dobbiamo dimenticare l’altra grande favorita, l’altra foglia
di fico, voi sapete che si sta cercando di utilizzare il tema delle quote rosa per nascondere
gli interessi di casta, quindi chi meglio di una donna, naturalmente ben aggreppiata
al sistema consolidato per buttare un po’ di fumo negli occhi alla gente? L’abbiamo
già visto con la Presidenza del Senato a Piero Grasso, un uomo dell’apparato, un
uomo del sistema, un uomo che ha sempre fatto gli interessi del sistema e che viene presentato
come se fosse un figlio dei fiori, un estraneo al mondo del potere, anzi un feroce inquisitore,
mentre sappiamo che la sua biografia è esattamente il contrario. Ebbene la donna che viene destinata
oltre alla Finocchiaro a questo ruolo di foglia di fico, per coprire le vergogne del sistema
è Paola Severino, Paola Severino è un grande avvocato, grande nel senso che è molto brava
come avvocato penalista e nel senso che il suo studio legale a Roma è forse il principale,
il più prestigioso e più importante, almeno a giudicare dall’elenco dei clienti che
ha avuto fino a un anno e mezzo fa quando la Severino divenne guardasigilli, Ministro
della Giustizia del Governo Monti. La Severino è riuscita a difendere negli ultimi anni:
Caltagirone di cui è tutt’ora ascoltatissima consigliera, la Rai, Fininvest, Eni, Enel,
Telecom, Total, Geronzi, Prodi, Rutelli, Cesa, Formigoni, Mussari ultimo del Monte dei Paschi.
Naturalmente lei mentre fa il Ministro non difende, ma per esempio nel suo studio lavora
la figlia che degnamente la rappresenta. Più che un Presidente di larghe intese è un Presidente
di larghe imprese, nel senso che le ha quasi tutte tra la sua clientela o le ha avute quasi
tutte tra la sua clientela, naturalmente non ha mancato di difendere anche un uomo Fininvest
come il complice di Previti nello scandalo Emissir e nello scandalo Mondadori e cioè
il famoso Giovanni Acampora. Nessun avvocato ovviamente può essere chiamato a rispondere
dei delitti dei suoi clienti ci mancherebbe altro, ma stiamo parlando comunque di una
persona che è al centro, che è in crocevia di interessi e che evidentemente non potrebbe,
per quanto ci provi e sicuramente ci proverebbe, spogliarsi di tutte quelle conoscenze, di
tutte quelle relazioni nel momento in cui dovesse andare a rappresentare l’intero
Paese. Infatti quando dei penalisti sono andati alla Presidenza della Repubblica, credo sia
accaduto due volte e cioè con De Nicola, Presidente provvisorio e poi con Giovanni
Leone, erano comunque dei giuristi che da un po’ di anni erano fuori dai giochi processuali
e si occupavano di alto diritto. Volavano un po’ più in alto che non invece occuparsi
del potere e poi all’epoca il potere non si processava com’è noto, quindi era difficile
trovare tutti questi potenti imputati e bisognosi di un avvocato.
La Severino per quanto sia un avvocato molto competente e molto richiesto come abbiamo
visto, sarebbe una sorta di consacrazione, di beatificazione del conflitto di interessi
mentre noi invece abbiamo bisogno di un Presidente che non abbia nessun sospetto di conflitto
di interessi e che aiuti il Paese a uscire da uno dei cancri che è quello
dei conflitti di interesse che non riguardano solo Berlusconi ma che riguardano tutti gli
intrecci e le cointeressenze che infestano l’economia, la finanza, la borsa e tutto
quanto. Una netta distinzione fra il controllato e il controllore, quindi naturalmente questo
identikit non può minimamente corrispondere, anzi proprio stride con la biografia dell’Avvocato
e ancora per poco, Ministro Paola Severino. Fermo restando che comunque come Ministro
della Giustizia è stata pessima: è riuscita a fare una legge anticorruzione che ha diminuito
le pene per la concussione, mandando in prescrizione i reati di alcuni complici, coimputati, meglio
di Penati nello scandalo delle tangenti di Sesto San Giovanni e naturalmente facendo
anche un favore a Berlusconi che dello stesso reato, concussione per induzione deve rispondere
nel processo Ruby. Da quando è passata la legge Severino anticorruzione è un reato
punito con pene più basse e con prescrizione ancora più breve di quella che c’era prima!
Quindi, anche questa immagine di condottiera contro il malaffare non stiamo mica scherzando,
anzi ha già annunciato che se fosse per lei farebbe l’amnistia, quindi noi di tutto
abbiamo bisogno, tranne che di un Presidente di amnistia, abbiamo bisogno piuttosto di
un Presidente che prenda a cuore la situazione delle carceri e che solleciti delle riforme
strutturali per diminuire l’afflusso nelle carceri di chi eventualmente non ci debba
andare, ma non certo per mettere fuori ogni due per tre qualche decina di migliaia di
delinquenti che poi purtroppo in parte tornano a delinquere. Quindi fanno pure spendere un
sacco di risorse in più allo Stato per riandarli ad acciuffare! Gli ultimi candidati della
casta per il Quirinale sono Luciano Violante, Luciano Violante anche qui merita poche parole,
uno che è entrato da Magistrato, da magistrato uscente in Parlamento negli anni 80, è rimasto
lì a bivaccare per una trentina di anni, adesso per fortuna in Parlamento non c’è
più, ma naturalmente per non farcelo mancare l’hanno trasformato in Responsabile riforme
istituzionali del PD e addirittura Saggio, uno dei 10 mirabili saggi che hanno partorito
quelle porcherie che avete letto l’altro giorno. 20 anni fa passava per il Capo delle
Toghe Rosse anche se non lo era, ma non faceva nulla per smentirlo e oggi è stato candidato
al Quirinale da Cicchito e La Russa, quindi immaginate che parabola, che carrierone, che
soddisfazione essere candidati di Cicchito e di La Russa, perché? Perché naturalmente
sono anni che fa di tutto per dare sempre ragione al Cavaliere e quindi come dicevo
prima, avere una quinta colonna nell’altra parte vale doppio, perché se certe cose le
dicono Ghedini e Longo, si dice: "Va beh, lo dicono per Berlusconi", se le dice Violante
invece le dice per Berlusconi, però è più difficile farlo capire soprattutto ai suoi
elettori. Ha provato con queste captatio benevolentiae
addirittura con le aperture ai ragazzi di Salò, non bisognerebbe mai dimenticarsele
queste cose, a ingraziarsi il centro-sinistra, ha tentato più volte di diventare giudice
costituzionale e adesso naturalmente sta giocando la sua partitucola per diventare Presidente
della Repubblica. Altro non c’è da aggiungere perché il discorso in Parlamento in cui nel
2002 o 2003 vantava che il suo partito non aveva mai fatto la legge sul conflitto di
interessi, non aveva mai dichiarato ineleggibile Berlusconi e aveva addirittura moltiplicato
per 25 volte il fatturato di Mediaset. Una cosa che ricordava la parodia di Corrado Buzzanti
con la voce di Rutelli: vi abbiamo portato l’acqua con le orecchie, padrone ingrato,
ricordati degli amici, era questo il senso, come ti permetti di contrastarci quando te
le abbiamo tutte vinte, cosa vuoi ancora da noi e camminiamo in ginocchio perché siamo
troppo alti e tu sei basso, questo era il senso, solo che Violante era tragicamente
serio mentre diceva queste cose, però anche questo è uno dei video più cliccati in rete,
quindi non ve lo sto a raccontare perché è molto meglio vederlo proprio in originale,
con le facce di Fassino e di Visco che si disperano perché certe cose si fanno ma non
si dicono, Violante. L’ultimo candidato della casta di cui si
parla anche se pare sia un po’ in ribasso, ma non si sa mai è Franco Marini, ex sindacalista
della C.I.S.L., poi politico democristiano con Andreotti e poi con vari slalom diventato
Presidente del Senato nel 2006, concluse poi magnificamente la sua presidenza con la seduta
il giorno in cui cadde Prodi la seconda volta per mano dei mastelliani tra fette di mortadella
sventolate, bocce di champagne stappate e lui che diceva “Signori non siamo in un’osteria”
che forse è un po’ pochino come reazione per un Presidente del Senato. Ma proprio anche
lui nell’ottica del bipartisan, del fatto che non bisogna mai contraddire il centro-destra,
ha lasciato un po’ fare tutto quello che si voleva e ha lasciato soprattutto insultare
in tutta quella legislatura i senatori a vita che venivano trattati come delle pezze da
piedi, soltanto perché si permettevano ogni tanto di votare la fiducia a Prodi.
Diciamo che tra i candidati di casta: "Prendere uno per sbattere l’altro" si dice a Torino,
stiamo parlando di uno peggio dell’altro. Restano i candidati che sono stati votati,
la top ten che è uscita dalle quirinarie sul portale degli iscritti al MoVimento 5
Stelle e lì devo dire che sono usciti dei nomi che a me non hanno affatto sorpreso perché
io conosco abbastanza bene la base del MoVimento 5 Stelle perché molto spesso ho incontrato,
ho fatto conferenze, negli anni scorsi quando era una base ancora in fieri, nessuno pensava
che poi si sarebbe trasformata addirittura in un movimento che ha sfiorato il primo posto
alle elezioni, il primo posto di partito più votato. Quindi non mi meraviglia affatto che
siano in cima alle preferenze dei 5 Stelle personalità come quelle che sono uscite,
che sono tutte dalla prima all’ultima persone per bene, non ce ne è neanche una che possa
essere accusata di essere per male. Adesso ovviamente poi bisognerà scremare quelle
che sono delle ottime figure, ma che non sono probabilmente eleggibili, nel senso che magari
non accetterebbero, non ho parlato con Miliana Gabanelli ma immagino che ami talmente il
suo lavoro da non pensarci neanche a trasferirsi al Quirinale ma potrei anche sbagliarmi, sicuramente
Beppe Grillo ha già detto che non sarà di nessuna partita e che quindi oltretutto per
via di quella condanna per l’incidente d’auto, se dovesse accedere a una carica contravverrebbe
alle regole che lui stesso ha predicato, ma non mi pare questo il caso. Dario Fo si è
già tirato fuori perché giustamente ha 87 anni, quindi è un grandissimo attore, sta
ancora sulla breccia, nei teatri etc., ma ha già declinato proprio in ragione della
sua età avanzata. Quindi ne rimangono alcuni di questi, uno è Gino Strada che anche lui
fa un mestiere molto diverso, è sicuramente una persona con una carica umana, con una
forza anche polemica oltre che organizzativa e di iniziative in tutto il mondo non so,
francamente non gli ho parlato sul tema se sarebbe disponibile, non so neanche se la
cosa piaccia a Caselli. Probabilmente gli ha fatto piacere che molti siano riusciti
a distinguere ciò che non sempre si riesce a fare tra le sue indagini su alcuni violenti,
infiltrati nel movimento No Tav e invece sull’assoluta legittimità di un movimento che si è sempre
dimostrato pacifico e civile com’è quello contro il Tav Torino – Lione in Valle di
Susa, immagino che gli abbia fatto piacere ma non so se sarebbe ovviamente disponibile
a ricoprire un incarico di questo genere. Poi ci sono, naturalmente, Prodi che è significativo
che abbia avuto dei voti perché Prodi fa parte della classe politica, è stato due
volte Presidente del Consiglio, è stato parlamentare, è stato Ministro, ancora prima in forma tecnica
credo negli anni 80 fu Ministro, se non erro, di un governo Fanfani, potrei sbagliarmi,
Ministro dell’Industria, poi è stato Presidente della Commissione Europea. Di incarichi ne
ha ricoperti molti anche di tipo elettivo, però il fatto che riscuota simpatie anche
nel mondo dei Cinque Stelle è significativo, a dimostrazione del fatto che comunque è
un mondo molto variegato, perché poi Prodi è il simbolo dell’Italia che entra in Europa
e che adotta la moneta unica, quindi è evidente che c’è un bel dibattito tra europeisti
e antieuropeisti. Probabilmente queste simpatie gli derivano dal fatto che con quello che
ha passato il convento in questi ultimi 30 anni, probabilmente lo si ricorda come il
migliore Presidente del Consiglio, come quello che diceva Montanelli: "profuma di bucato",
lo si può contestare per certe scelte, per certe prudenze, figuriamoci, però non emana
fetore di scandali, non emana fetore di… soprattutto è l’unico che ha battuto due
volte Berlusconi e soprattutto è l’unico che non ha mai trattato con Berlusconi e questo
naturalmente spiega perché per Berlusconi è l’unico del centro-sinistra che non deve
diventare Presidente della Repubblica. Restano: Bonino, Imposimato, Rodotà e Zagrebelsky,
Rodotà ha forse un unico piccolo handicap, l’età, nel senso che ha 80 anni quest’anno
e forse per una carica di 7 anni, anche se poi abbiamo visto che Napolitano tutto gli
si può dire tranne che denotasse e accusasse il peso degli anni, anche Pertini aveva più
o meno la stessa età quando diventò Presidente della Repubblica, però effettivamente al
giorno d’oggi con tutto quello che si dice sul rinnovamento anche generazionale, Rodotà
sicuramente ha quest’unico handicap, non ne ha altri, perché poi quando svolse le
suo funzioni di parlamentare come indipendente di sinistra le svolse da vero indipendente
quale è sempre stato custode dei diritti, custode dei diritti delle minoranze, soprattutto
dei diritti civili, un uomo che ha difeso le nostre vite proprio con la privacy, con
la bioetica, con l’eguaglianza, con l’intransigenza sulla Costituzione e sui conflitti di interesse.
Imposimato mi ha un po’ meravigliato nel senso che non pensavo avesse tutte queste
simpatie. Imposimato è sicuramente molto simpatico, è un napoletano, anche lui un
po’ anzianotto, credo abbia 77 anni, è stato 3 volte parlamentare, se non erro, anche
lui nella sinistra, nell’ex PCI e poi ebbe una parentesi che io francamente non ho capito
e che denota secondo me un po’ di confusione mentale, quando si candidò con i socialisti,
con lo Sdi quindi i socialisti post-craxiani ma erano ancora molto craxiani e ricordo che
in quella campagna al fianco di Enrico Manca, del figlio di Craxi, di Boselli si abbandonò
a alcuni apprezzamenti davvero spiacevoli nei confronti del pool di Mani Pulite, di
Borrelli, di Di Pietro, così magari per gasare un po’ la platea revanscista che ancora
considerava Craxi una vittima dei giudici cattivi. Per un magistrato come lui che aveva
fatto indagini importanti a Roma sul terrorismo, sulla Banda della Magliana etc., fu una cosa
che non gli fece onore, però è uno dei 10 più votati e quindi ne prendiamo atto e poi
c’è la Bonino. La Bonino mi appassiona molto come caso mediatico
perché ha un’immagine mediatica e quindi nell’opinione pubblica, che è molto diversa
dalla realtà della sua biografia. Stiamo parlando sempre di politica, non di questioni
penali o cosa, perché scandali, a parte alcuni schizzi che le vennero in quanto partecipo
da Commissario europeo alla Commissione Santer che dovette dimettersi per uno scandalo di
abuso di soldi, c’è anche un rapporto che gira in rete, ma a parte quello scandalo che
la coinvolse in quanto membro di una Commissione che poi si dimise, per il resto in Italia
sappiamo benissimo che i Radicali possono essere accusati di tutto, tranne che di avere
rubato, come peraltro anche esponenti di altri partiti che non hanno rubato, abbiamo citato
prima Prodi. Però la percezione che si ha della Bonino è veramente un caso mediatico
che la dice lunga su come la memoria è corta e su come si può addirittura sostenere tutto
il contrario di tutto, conosco molte persone che adorano Gino Strada e adorano la Bonino
e non si può politicamente, almeno, adorare Gino Strada e adorare la Bonino, perché?
Perché sono proprio l’antitesi politica l’uno con l’altra. Gino Strada è stato
contro le guerre nell’ex -Jugoslavia, in Afghanistan e in Iraq, la Bonino è stata
favorevole a tutte e tre le guerre anche se prima della Guerra in Iraq, aveva proposto
un percorso per le dimissioni di Saddam Hussein, non so quanto praticabile, ma in ogni caso
aveva provato a fare qualcosa per evitarla, ma poi quando sono partiti i bombardamenti
si stava di qua o di là e lei stava dalla parte di chi bombardava e disse anche delle
cose molto spiacevoli su Gino Strada, le ho riportate su Il Fatto proprio perché è importante
ricordare, che le si condivida o no, l’importante è saperle, è per questo che facciamo questo
Passaparola perché i candidati al Quirinale devono essere proprio delle pagine aperte,
delle case di vetro. Disse nel 2007 durante il sequestro Mastrogiacomo, quando Gino Strada
si interpose come mediatore tra i rapitori che erano dei talebani di questo giornalista
di Repubblica in Afghanistan, la Bonino, anche con una certa imprudenza perché non si sputtana
un mediatore di un sequestro, lo si mette anche a rischio, ebbene lei disse che Gino
Strada trescava con i talebani “con il suo atteggiamento ambiguo tra l’umanitario e
il politico che si può prestare a qualunque illazione perché scientemente o inconsciamente
che sarebbe ancora peggio, finisce per giocare un ruolo che è sempre un ruolo ambiguo tra
torturati e torturatori, quando uno si mette a praticare una linea così ambigua, così
poco limpida, si presta a qualunque gioco altrui, nell’illusione di tirare lui le
fila, finisce che il burattinaio non è lui”. Il problema è che Gino Strada è un medico,
è un medico che soccorre corpi squartati dalle bombe senza distinguere chi li ha squartati
e di quale nazionalità sono le bombe, a parte che di solito sono di nazionalità occidentale
sia che le tirino gli angloamericani italiani, sia che le tirino i talebani, ma queste parole
sono piuttosto pesanti, soprattutto perché si accusa una persona, condivisibile o meno,
pacifista totale come Gino Strada, di fare il doppio gioco con i torturatori e soprattutto
perché la Bonino, quando poi le torture, si è scoperto che le facevano gli angloamericani
nel carcere di Abu Ghraib o gli americani che trattano, come sappiamo, prigionieri privi
di un’accusa formalizzata a Guantanámo non risulta avere mai protestato vibratamente.
Per questo e anche per altri motivi ho ritenuto di dover elencare un po’ di ragioni per
le quali, discutiamone prima di idolatrare la Bonino. Intanto abbiamo detto 8 volte in
Parlamento, dipingerla proprio come un’estranea alla casta, mi sembra eccessiva, 3 volte parlamentare
europea, candidata nel 1994 con Forza Italia, Forza Italia è stata fondata da Dell’Utri,
da Previti, da Berlusconi lo sapevamo anche nel 1994, Montanelli se ne andò da Il Giornale
nel 1994 perché disse che Berlusconi era in conflitto di interessi e una liberale come
la Bonino perché non se ne è accorta? E è tornata in Parlamento dove già c’era
da diversi anni, addirittura con Forza Italia? Perché ha impiegato 12 anni per accorgersi
di chi era Berlusconi? Fino proprio a quando non è stata scaricata definitivamente ha
provato fino all’ultimo, fino al 2005 a riallacciare i rapporti con Berlusconi che
peraltro l’aveva mandata in Europa di sua nomina, insieme a Mario Monti come commissario
europeo. Che riflessi lenti verrebbe da dire, se ancora
nel 2005 diceva “con Berlusconi abbiamo iniziato un lavoro molto serio, apprezziamo
ciò che sta facendo come Premier, ma la posizione dei suoi alleati è nota” cioè la colpa
del mancato accordo con Berlusconi era quello degli alleati, di Casini che non la voleva
per ragioni vaticane, per uno dei suoi pochi meriti, ma come si fa a dire: "apprezziamo
ciò che sta facendo come Premier, abbiamo iniziato un lavoro molto, molto serio, con
Berlusconi nel 2005? Dopo il Decreto Biondi, dopo la legge sulle erogatorie, la legge sul
falso in bilancio, la legge Cirielli, la legge Cirami, il lodo Schifani, la legge Frattini
sul conflitto di interesse, la legge Gasparri, la legge Castelli sull’ordinamento giudiziario,
un lavoro molto serio? Apprezziamo il lavoro che sta facendo? Ma cosa ci voleva per accorgersi
di cosa stava facendo il Cavaliere? Possibile? Mai una parola sul conflitto di interessi
e delle leggi vergogna? Poi dal 2006 con il centro-sinistra allora ha scoperto il babao,
è un po’ tardi, l’editto Bulgaro è del 2002! Poi ci sono delle posizioni politiche
legittime, ma assolutamente pericolose, secondo me, quando la Bonino è contro l’indipendenza
della Magistratura, è contro l’obbligatorietà dell’azione penale, perché è contro l’indipendenza
della Magistratura? Proprio perché combatte l’obbligatorietà dell’azione penale,
combatte l’unitarietà delle carriere dei magistrati che vuole separare e quindi inevitabilmente
fa scivolare la Magistratura sotto l’orbita del potere politico e del resto era il programma
di Craxi con il quale Pannella e la Bonino fecero il referendum contro i magistrati nel
1987. Ancora recentemente ha chiesto una norma per punire i magistrati dei loro errori, anche
in sede disciplinare, anche quando l’errore non è un errore, ma è semplicemente che
tu hai preso una decisione e che il giudice successivo ha ribaltato perché si è fatto
un’altra convinzione rispetto alla tua. Il magistrato deve pagare di tasca sua, ma
questa è una responsabilità civile dei magistrati che non esiste in nessuna democrazia, perché
nessun magistrato farebbe più nessuna inchiesta o nessuna sentenza di condanna contro un potente
in quanto ovviamente quel potente poi lo potrebbe rovinare, lo potrebbe mettere sul lastrico,
è una cosa semplicemente assurda! Poi c’è il voto contrario all’arresto
di Cosentino con la motivazione, disse la Bonino che stava in Senato mentre il voto
dei radicali era venuto alla Camera," immunità noi siamo contro, ma l’immunità c’è",
no, se sei contro non la devi praticare l’immunità parlamentare! Ci sono vari punti politici,
per esempio la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti, però non contro il finanziamento
pubblico a Radio Radicale, allora non va bene, perché Radio Radicale che ha dei meriti storici
indiscutibili, però purtroppo è un organo di partito e quindi se sei contro i soldi
pubblici ai partiti, dovresti essere contro i soldi pubblici a Radio Radicale. E poi c’è
il giudizio su Mani Pulite e su Craxi che purtroppo è decisivo, quando la Bonino dice
che Craxi ha commesso degli errori, no Craxi ha commesso dei delitti, rubava, poi dice
che bisogna rivisitare Mani Pulite perché indubbiamente nel 1992 si è cercato di risolvere
alcuni problemi politici per via giudiziaria, le tangenti sono problemi politici, le tangenti
sono delitti che vanno risolti ovviamente per via giudiziaria perché sono dei reati,
poi disse che l’inchiesta era orientata a sinistra perché si era salvato un solo
partito, balla colossale perché a Milano l’allora Pds fu raso al suolo!
Per quelli che poi si interessano ai temi della terra non dimentichino che la Bonino
ha fatto campagna a favore degli Ogm , leggi bianche senza l’etichettatura da commissario
europeo e soprattutto si battè, questa è un’altra cosa incredibile, contro gli aiuti
alle popolazioni bisognose dell’Afghanistan per non favorire i talebani e addirittura
contro la sospensione dei bombardamenti per far passare il corridoio umanitario degli
aiuti, sempre per non favorire i talebani, il problema è che gli aiuti erano destinati
ai profughi, alle vittime civili della guerra che non c’entravano assolutamente niente!
Per quelli che poi amano occuparsi del gruppo Bilderberg, sappiano che la Bonino ha partecipato,
invitata a una riunione del Gruppo Bilderberg, il che non vuole dire naturalmente nulla,
per l’amor del cielo, riguarda però il fatto che la Signora fa parte di una certa
cerchia di uomini piuttosto addentro all’establishment , chi non è un po’ addentro all’estabilishment
al gruppo Bilderberg non ce lo fanno entrare neanche di straforo, neanche per fare le pulizie!
L’ultimo candidato è Zagrebelsky, quest’ultimo la rete è fatta apposta per trovare difetti
e controindicazioni, io al momento non ne ho trovate, nel senso che non è mai stato
parlamentare, non è mai stato iscritto a nessun partito, è un grande giurista, è
il più grande giurista che abbiamo, è stato Presidente della Corte Costituzionale, Giudice
Costituzionale e è l’unica carica pubblica ma naturalmente non di parte, che ha ricoperto
e insegna, scrive, pensa e dice cose secondo me che gli fanno onore per la sua indipendenza,
è uno dei pochissimi costituzionalisti che l’estate scorsa ha usato criticare Napolitano
per l’incredibile aggressione scatenata contro la Procura di Palermo con il conflitto
di attribuzioni per le telefonate captate sul telefono di Mancino. Personalmente penso
che noi dopo anni in cui i Presidenti della Repubblica, chi più e chi meno sgomitano
e si allargano e espandono il loro potere fino addirittura a credersi come Napolitano
il Re Sole, inascoltabile, ineffabile, incriticabile, abbiamo bisogno di un ritorno alla Costituzione.
Costituzione che non è un totem che può essere modificata, aggiornata, essendo ovviamente
frutto di un’epoca ormai passata, ma che comunque nelle sue parti principali e cioè
in quel meraviglioso equilibrio tra i poteri, deve essere rispettata, soprattutto e uno
che l’ha letta, l’ha studiata, l’ha spiegata così bene, l’ha interpretata così
bene al punto di contestarne una sostanziale violazione al Capo dello Stato, di fronte
a cui tutti i costituzionalisti e giornalisti e i politici si sono inchinati per 7 anni,
sia un nome veramente meritevole e adesso ho finito di sognare a occhi aperti, però
sognare non costa niente, passate parola! Pag. 9