Tip:
Highlight text to annotate it
X
Nel trattamento di pazienti con traumi precoci, abuso sessuale infantile,
o disturbi primitivi di personalità, veniamo in
contatto con aree della mente di “non-pensiero”.
Cosa può dirci brevemente circa gli approcci
teorici e tecnici a queste situazioni?
Su questo mi rifaccio a Freud.
Io credo che in Freud vi sia una abbozzo piuttosto
sofisticato di una teoria della rappresentazione
e della non rappresentazione nella mente.
Penso sia una teoria che è stata poi presa ed elaborata da Bion,
da Winnicott, da Green, da un certo numero di psicoanalisti francesi.
Penso che in Freud ci sia un movimento da una psicoanalisi
della parti più organizzate della mente, ad una psicoanalisi di creazione della mente.
E ritengo che questo sia il punto dove la maggior parte della psicoanalisi
è strenuamente ingaggiata in un dibattito di frontiera, oggi.
Per me è una questione di rappresentazione versus stati non
rappresentazionali, o debolmente rappresentazionali, della mente.
Secondo lei, quali sono i migliori strumenti tecnici per
la gestione di questo tipo di situazioni che dicevo prima.
La questione della tecnica è qualcosa su cui mi sono molto interrogato,
cercando di trovare il modo di elaborarla e di descriverla ad altre persone.
Per me le due cose più importanti lavorando con questi
stati di non rappresentazione, per aiutare a crearle,
sono la teoria bioniana della funzione alfa
(contenitore/contenuto) e lo sviluppo intersoggettivo,
e la creazione della mente con e per il paziente,
la teoria Freudiana della costruzione,
e ciò che Bion ha descritto non tanto come l'osservazione empirica
deduttiva, quanto in realtà l'intuizione da parte dell'analista,
l'uso da parte dell'analista della rêverie, della spontaneità, della creatività
e dell'intuizione, in contrasto con la semplice osservazione empirica.
Perché, dopo tutto, quello di cui stiamo parliamo qui
è qualcosa che ha rilevanza psicologica ma senza rappresentazione psicologica.
È piuttosto complicato, è diverso: Nel trattamento dei nevrotici,
la posizione dell'analista è una posizione di attesa e risposta.
Nel trattamento di queste altre condizioni, la posizione
dell'analista è una posizione di attesa e poi di lettura,
per cui richiede qualcosa di molto diverso: Una
sorta di separazione e bilanciamento fra le due.
E l'atteggiamento creativo da parte dell'analista?
Sì. E la disponibilità di sostare in pensieri selvaggi
per permettere alla spontaneità di sorgere da dentro di sé,
e confidare in un processo analitico che possa
essere catalitico e creativo con e per il paziente.
E la capacità negativa dell'analista è un altro elemento, credo?
Sì. La capacità di attesa, la capacità di tollerare il non sapere e
l'incertezza, la capacità di fidarsi del proprio spontaneo riflesso analitico.
È molto complicato, perché vogliamo insegnare ai
nostri candidati e ai nostri studenti ad attendere,
ad essere pazienti, cauti, ma anche ad essere
liberi abbastanza per essere spontanei.
È la separazione ed il bilanciamento fra i due che è complicato.
Ma una volta che si sia avuta una formazione analitica e si abbia
padronanza delle proprie capacità si può cominciare a fidarsi di sé.
Una volta André Green disse:
“Talvolta è meglio commettere un errore vitale di controtransfert,
piuttosto che essere tecnicamente corretti, ma morti, col paziente”.
Così l'analista non è solo uno specchio, non deve solo riflettere.
È giusto. Nell'analisi del nevrotico si può essere uno specchio che riflette solamente.
Ma nell'analisi di queste altre situazioni
- al di là della nevrosi, al di là del principio del piacere -
ci si deve assumere il rischio di creare e co-creare,
e anche avere la sensibilità di farlo in un modo che non sia di interferenza,
di intrusione o controllo del paziente.
Come in Winnicott in un certo senso, nella sua descrizione dello spazio transizionale:
L'analista fa un gesto spontaneo, o offre un gesto spontaneo
- che è detto forse meglio - ed il paziente lo prende, lo accoglie e ci fa qualcosa.
E quindi alla domanda di chi sia il gesto e da
dove tragga origine, è impossibile rispondere;
È qualcosa che appartiene sia a ciascuno dei due, sia a nessuno dei due,
sia ad entrambi, tutto allo stesso tempo.
È una situazione epistemologicamente indeterminata, e questo fa
parte delle incertezze che si devono tollerare come analisti.
Ed il significato di capacità negativa è la capacità si tollerare quest'incertezza.