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DIMENTICATI DEL FIUME
CAPITOLO 1 - COLTIVATORI DELLA VITE
E per me l’isola Paolino, é la mia casa, il mio posto, la mia vita.
Non concepisco l’idea di vivere in un appartamento,
in cittá, chiuso tra quattro pareti.
Io penso che l’essere umano, come qualsiasi animale o uccello che abita in questo pianeta,
sia nato per essere libero
di fare quello che vuole
e andare verso i quattro venti senza barriere.
Un giorno venne un basco e mi disse -"vieni ragazzetto a lavorare con me?",
-"no no aspetta che vado a avissare papà e mamma, ma dove devo venire a lavorare?"
-"andiamo a raccogliere l’uva, io ti pago”,
Andai e dissi a papà
-"sai papà vado a raccogliere l’uva”
-"quando?, -“oggi”
-"no no oggi no perchè oggi devi venire con me nella foresta
a caricare tronchi di legna, non so, va domani”,
-"va bene vado domani”; e andai e dissi al basco -"domani, mia ha detto il babbo, oggi ho un impegno”;
-"d’accordo ti vengo a prendere".
Presto alle cinque del mattino venne a predermi il basco.
Andammo a raccogliere l’uva. Mi stancai di raccogliere le uve,
non finivo mai di raccoglierle da una sola pianta.
Ma uva di mezzo chilo con i grappoli.
Quella persona mi insegnò a lavorare,
mi insegnò a parlare,
mi insegnò tutto.
Ho un foglio
dove c’è scritto che è la zona dell’America dove più si produce.
Che su 800 ettari su elaborava 3 milioni di litri di vino,
700 mille cassoni di pomodori,
400 mille cassoni di peri,
e 10 milioni di ortaggi vari,
nell’anno 50.
Si vendeva tutto,
il vino della costa era il vino che si consumeva nella capitale e in periferia,
non c’era altro vino.
Mi dia un filo,
la lasciamo mezza preparata.
Bisogna andare a cercare la roba.
Vediamo, questa e questa.
Quella la tagliamo.
Lasciamo queste due qui,
questa bisogna tagliarla e c’è da tagliare quella.
-"questa?" -"sì"
Va bene aspetti che vado a cercare una corda per legarla.
Adesso la piantiamo.
-"bene bene".
Noi coltivatori sappiamo il sacrificio
che hanno fatto i nostri antenati,
trapanando, perforando le foreste vergini,
le pagliuzze, i pantani,
per fare i vigneti.
Anche se non ci sono resti di antichi vigneti,
quando vediamo una vite
appesa e avvitata su un salice fino alla cima,
cercando il sole per sopravivere
io penso: questa vite ha piú di 100 anni.
Allora con piú forza
e grinta faccio ciò che sto facendo.
Quando ci ha portato il babbo da queste parti,
non sapevamo che cosa era questo, non conoscevamo ne auto
ne strade asfaltate, niente.
Ci portò qui, Berisso.
Io pensai che il babbo ci portasse a un posto migliore, e invece ci portò a un posto peggiore,
pagliuzze, fango, acqua,
io dicevo cosa sará della mia vita,
guarda dove siamo andati a finire.
Per me era divertente perche mi trovavo di nuovo
nella foresta, ma in un posto piú brutto del mio,
lì secco, quì umido, fango sai, pioggia e che ne so.
Sai cosa mi ha detto Ruben,
tu prendi e porta l’uva, macinano lì.
Porta e macina, torna a caricare e porta e macina
Qui bisogna lavorare duro,
ciò che succede e che mi sta scomodando un po`il lavoro,
è difficile vivere soltanto di questo,
si è fortunati se non si perde;
il nostro pensiero e che non vogliamo essere più di nessuno,
non lo siamo, siamo comuni come siamo,
come siamo venuti dal Chaco.
Non abbiamo bisogno di niente,
vogliamo solo che questo torni a crescere.
Deve crescere noi ce la mettiamo tutta.
Qui disgraziatamente sono l’unico pazzo che sta facendo qualcosa,
poi non c’è nessun altro.
Per il fatto che le terre non erano nostre,
si è persa una generazione,
e l’altra che è la mia si è persa anche, sono due
E dietro di me non viene nessuno.
Come dico sempre ho il male del salice, sai,
come lo dovranno avere alcuni di Berisso anche lì.
Siamo nati qui e ci piace,
io non voglio che si perda.
C’è gente che conosce il vino della costa da anni,
e bene allora la gente lo compra, non trovavano un vino cosí buono,
il vino genuino della costa, allora adesso è pian piano apprezzato.
Si vende con il passaparola.
Cominciai facendo 200 litri,
e questo anno ho fatto 3900-4000 litri.
Nel vigneto che ho piantato ho da fare quasi 20 mille litri,
mi manca fare un pezzo più di vigneto.
Per ciò voglio costruire la cantina,
e va bene, avrò i calli sulle mani.
Io il vino, l’uva la continuerò a coltivare e la continuerò a raccogliere,
poi vedremo che fare.