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Guidare la nostra prima spedizione Redfern attraverso Papua,
la parte dell'isola della Nuova Guinea amministrata dall'Indonedia,
è stata un'esperienza straordinaria. La nostra spedizione ha avuto luogo nel mese di novembre 2013
durante la stagione secca - che non è poi così secca
ma solo meno bagnata!
Alcuni dei partecipanti avevano una formazione scientifica ed erano interessati ad esplorare
le incontaminate foreste e la fauna selvatica
di questa vasta e diversificata isola. Altri si sono uniti semplicemente per un viaggio alla scoperta di sé,
ed il nostro viaggo di certo si è dimostrato più arduo delle nostre aspettative.
Viaggiare per settimane con un gruppo di persone provenienti da tutto il mondo, è sempre un
salto verso l'ignoto,
ma ancora di più in Papua.
La gente desidera visitare la Nuova Guinea per la sua fama di luogo selvaggio e
in gran parte inesplorato.
Abbiamo creato un itinerario che comprendeva diverse aree
con l'obiettivo di vedere alcune cose interessanti - principalmente piante -
ma anche persone e animali.
La maggioranza dei visitatori arriva in Papua da Jayapura, la capitale amministrativa,
che può essere raggiunta più facilmente con voli da Jakarta o Bali
con o senza fermate intermedie. Successivamente
la maggiorpare degli spostamenti in Papua avviene su piccoli aerei - di solito turboelica -
dal momento che le strade sono poche, spesso solo locali, e di solito in cattive condizioni
al di fuori delle città. Di conseguenza,
spostarsi può diventare molto costoso. I collegamenti aerei fra le principali
città papuane richiede spesso aerei a reazione, ma la maggior parte delle piste sono essenziali e
non asfaltate;
gli aerei che volano queste rotte sono piccoli, robusti e generalmente in buone
condizioni,
perché quelli che non lo sono tendono a precipitare.
Gli aerei più piccoli sono vantaggiosi in quanto volare ad altitudini relativamente basse
offre larghe e dettagliate vedute del paesaggio, ancora in gran parte avvolto dalla
foresta pluviale.
In molti luoghi, i velivoli sono così rari e infrequenti che gli abitanti di interi villaggi
accorreranno ad accogliervi al vostro arrivo.
Per quanto abbiamo potuto constatare, erano curiosi, guardinghi,
ma sempre gentili e pronti a sorridere se tu prendevi l'iniziativa di mostrare
che non eri uno psicotico pirata predone.
All'interno e nelle vicinanze di aree urbane,
le strade sono in condizioni abbastanza buone; sono state passate con la livellatrice,
quindi sono molto piatte, e la maggior parte delle strade cittadine sono ricoperte di asfalto o cemento.
Una volta che ci si avventura più lontano, le strade diventano solchi fangosi
e molto scivolosi a causa delle piogge frequenti, soprattutto nelle zone
che sono state deforestate.
La nostra prima destinazione è stata una visita culturale nella Valle di Baliem,
un altopiano a 1600 metri di altitudine famoso per le tribù che vi abitano.
Le tre tribù principali che abitano la Valle di Baliem
sono i Dani, i Lani e gli Yali, ognuna con una propria lingua e
cultura distinte,
anche se quando si vestono con abiti occidentali, come qui,
non si possono distinguere l'uno dall'altro. Sono tutti di origine melanesiana,
con i capelli ricci e - come la parola "Melanesia" suggerisce -
di pelle scura. Un momento forte è stato la nostra visita ad un villaggio Dani.
L'abbigliamento tradizionale dei papuani è piuttosto peculiare,
e nelle tribù di questa regione, lascia poco all'immaginazione;
per esempio, gli uomini indossano un "holim"
- chiamato anche "koteka", o astuccio penico - e poco altro...
...mentre le donne sono a petto nudo,
e spesso indossano gonne semplici, di fibre naturali, chiamate "dorongi".
Oggigiorno, l'uso dell'abbigliamento tradizionale è fortemente differenziato
a seconda delle generazioni.
La maggior parte dei giovani indossano t-shirt e pantaloncini occidentali,
e solo gli anziani continuano a vestire come hanno sempre fatto.
Se ci si allontana a sufficienza dalle città, certo,
l'abbigliamento tradizionale può diventare un po' più comune, ma è certamente in declino.
Noi abbiamo preso un piccolo aereo verso un remoto villaggio dove gli occidentali erano stati visti
solo due volte in precedenza a memoria d'uomo,
ma nessuno indossava abiti tradizionali. Quando ho chiesto perché,
una persona locale mi ha spiegato a bassa voce che l'Indonesia,
che essi considerano come un paese occupante illegale, considera questo modo di vestirsi
"incivile, e adatto solo per il turismo". I Dani vivono principalmente
una vita di sussistenza,
coltivando patate dolci e taro, e allevando maiali,
che originariamente sono stati introdotti attraverso il Sud-Est asiatico. I maiali sono estremamente importanti
per le persone
e hanno un enorme significato culturale e rituale. Il nostro arrivo
è stato tatticamente interrotto da una troupe di abitanti del villaggio,
che ha rappresentato dei giochi di guerra al di fuori del villaggio in tenuta da combattimento,
con i corpi ornati di ornamenti cerimoniali, tra cui denti di maiali
così come le piume degli uccelli del paradiso, casuarius
e polli , che vengono variamente utilizzati per indicare lo stato sociale,
nonché dare loro un aspetto temibile. Siamo entrati nel campo
del villaggio
e abbiamo trovato le donne in processione, che si preparavano per 'ebe akho',
la festa del maiale. La cerimonia è culminata nella macellazione di un maialino per salasso.
Si tratta di sparare una freccia a distanza ravvicinata nel suo cuore,
ritirarla, e poi semplicemente lasciare che l'animale muoia dissanguato.
Un utensile è stato poi utilizzato per accendere il fuoco,
lo strofinio avanti e indietro di un ramo di rattan contro un bastone di legno
per attrito genera abbastanza calore per accendere qualche filo di paglia secca sottostante.
Il fuoco così ottenuto
è stato alimentato in un braciere e poi utilizzato per riscaldare
le pietre per cucinare.
Una volta calde,
queste sono state collocate, insieme alla carne cruda, patate dolci e foglie di felci,
in un tumulo perfettamente circolare a strati alternati
circondato da fasci di erba. Infine,
è stata aggiunta acqua per produrre vapore, e il tumulo sigillato con ulteriore
erba, il tutta legato con delle corde.
La carne e le verdure sono state lasciate cuocere
per circa un'ora. Successivamente,
il cibo è stato distribuito agli abitanti del villaggio riuniti e agli ospiti.
La gente del villaggio ha le sembianze di una tribù al di fuori della storia,
ma naturalmente la maggiorparte di loro sembra così solo perché indossano
gli abiti da cerimonia
in quanto parte di un evento. È autentico
nel senso che riflette gli aspetti della loro cultura che erano la norma fino
a tempi relativamente recenti,
ma non è qualcosa che fanno ogni giorno, tranne forse nei luoghi più remoti.
Dato che questi villaggi si trovano nelle immediate vicinanze di una città con ampie risorse,
l'osservanza di alcune usanze non è più così fondamentale per il loro modo di vita.
In ogni caso, gli abitanti locali hanno un forte ed
orgoglioso senso di identità, e continuano a celebrare la loro ricca storia
attraverso il rito e il canto. Dal punto di vista naturalistico,
le nostre escursioni ci hanno portato in regioni montuose raramente visitate dagli stranieri,
compresa una che è stata visitata soltanto da un'altra spedizione.
Tra le cose più salienti che abbiamo visto ci sono le piante con gli ascidii - le Nepenthes -,
in particolare la Nepenthes paniculata, che era stata riscoperta solo un mese
prima della nostra visita
dopo decenni che era stata persa di vista.
Meno rara, ma non meno rilevante è la Nepenthes ampullaria,
con degli ascidii cicciottelli che spuntano da alti rampicanti.
Anche le orchidee sono state una spettacolare componente della flora locale,
compresa la splendida miniaturizzata Cuthbertsonii Dendrobium,
così come Bulbophyllum, Cryptostylis e Mediocalcar,
tra le quali abbiamo trovate anche delle nuove specie.
Nelle pianure, un posto interessante dal punto di vista botanico
è stata la costa intorno alla città affettuosamente chiamata Fak Fak,
dove delle rocce calcaree affiorano dal mare e sono punteggiate di piante carnivore,
orchidee, e incisioni rupestri
realizzate più di mille anni fa.
Per il visitatore Papua è una regione ricca di ricompense sia in termini culturali
sia dal punto di vista della notevole biodiversità,
ma è anche una regione molto frustrante da girare.
Bisogna essere pronti a spendere un sacco di soldi per percorrere brevi distanze
in tempi ragionevoli,
e aspettare, aspettare... e attendere
per la partenza dei voli. La visita di gruppo sicuramente rende tale viaggio più accessibile,
conveniente e alla fine memorabile.
"Stavo per dire, hai portato abbastanza per tutti noi da condividere, di quella bevanda che hai lì?"
Sembra Giovanni il Battista, non è vero?
Tutte le immagini © Alastair Robinson 2014