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I miei sannyasin celebrano anche la morte
perché per me la morte non è la fine della vita, ma il vero culmine dell'esistenza.
presenta
Certo, noi celebriamo anche la morte – un modo nuovo di festeggiare la fine della vita
Quando muore qualcuno,
qualcuno che hai conosciuto, amato, con cui hai vissuto;
qualcuno che in qualche modo è diventato parte del tuo essere,
anche in te muore qualcosa.
Per essere conosciuta, la vita dev'essere vissuta:
ti è stata data per essere vissuta,
è un dono che la natura ti ha fatto,
non è una punizione.
È un semplice dono dell'esistenza, gioiscine
e brucia la candela della tua vita da entrambi i lati, contemporaneamente!
Vivi il più intensamente possibile
e il sapore stesso della vita
ti darà la chiave per comprendere
come mai non si deve temere la morte.
Nella mia religione,
la morte è festeggiata, perché non esiste morte alcuna.
Lasciate che questo sia un addio fatto di danza e di celebrazione,
che sia una festa!
Danzate quanto più vi è possibile.
Fate in modo che tutta la vostra energia diventi una danza.
Danzate fino all'orgasmo,
dimenticatevi totalmente di voi stessi.
Quando siete felici
e ribollite di una gioia ignota,
i vostri occhi sono limpidi;
allora hanno chiarezza.
E in questo momento è necessaria una lucidità profonda,
in modo da poter vedere il corpo che brucia sulla pira funeraria,
e al tempo stesso riuscire a vedere
lo spirito che si allontana.
Se danzate,
e cantate con gioia, colmi di grazia...
so che sarà difficile,
ma non così difficile come pensate.
Iniziando a farlo, piano piano sentirete che diventa facile.
È un momento in cui rallegrarsi,
quello in cui dite addio a qualcuno sulla pira funeraria...
Dopo aver vissuto nel corpo per così tanti anni,
è naturale che prenda forma un sottile attaccamento al corpo.
Ma quando la consapevolezza vede il corpo che sta bruciando,
in quell'andare in fumo, tutti i tuoi attaccamenti con il corpo,
tutte le tue
prigioni, quelle che hai
portato con te in molti corpi, in molte vite,
iniziano a scomparire.
Si prova un'incredibile libertà
allorché ci si eleva con le fiamme verso il cielo.
Gioite e danzate e celebrate,
una morte simile è rara.
Pochissimi esseri umani sono così benedetti.
Portate con voi perfino i bambini, se vogliono venire;
lasciate che anche loro fronteggino quelle verità.
E quando
le fiamme della pira funeraria iniziano ad alzarsi,
ricordate il motivo per cui
in questo Paese, per migliaia di anni,
abbiamo scelto
di non seppellire i cadaveri,
ma di darli alle fiamme.
La cosa ha una ragione particolare:
il fuoco è l'unico elemento che voi conoscete, che non sia soggetto ad alcuna gravità;
si muove sempre verso l'alto.
Il fuoco è un simbolo della tua spiritualità, va sempre verso l'alto.
Vedi le fiamme, e ben presto scompaiono;
per alcuni istanti sono visibili,
poi diventano invisibili.
Il fuoco è un grande simbolo
di purificazione,
di distacco,
di elevazione verticale verso lo spazio supremo
che è la tua casa:
da lì veniamo e lì torniamo.
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