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Oh, Biberkopf, probIemi ?
No, no. La birra qui mi é finita, me ne prendo un'aItra.
Eh, Ia birra...
Me Io date questo Iatte, o devo prima crepare ?!
La sente queIIa ?
Tutto iI giorno non c'ha nient'aItro da fare che rognare.
Una brava donna così... Come si cambia.
Non c'ha aItro in testa che rognare sempre.
II tuo Iatte é quasi pronto.
Signora Greiner, signor Greiner. Mi serve rifornimento.
Ah, ma bene, signor Biberkopf ! Lei se Ia scoIa come I'acqua !
L'uomo é fatto che se c'ha bisogno, c'ha bisogno.
Ma sì, Iei c'ha ragione, signor Biberkopf. Sì che ha ragione.
Anche un cicchettino mi può dare ? Me Io bevo proprio di gusto.
Non c'é.
La grappa I'abbiamo finita, é andata. Greiner I'ha bevuta.
Beve tutto iI giorno e poi si addormenta.
Che vuoIe che faccia, se iI Iavoro non c'é ?
Sono Iì tutti a guardare per aria.
Quando ha ragione, ha ragione, signor Biberkopf.
Anch'io sono d'accordo con Iei.
Sa cos'é che non capisco ? Come fanno a vivere queIIi Iì davanti.
- QuaIi ? - QueIIi deI negozio di scarpe.
C'hanno Iì quattro vetrine, tutto di prima quaIità,
ma cIienti non gIiene ho mai visti.
E pensare che c'hanno sei ragazze a servire.
Cioé, sì, se ci fosse da servire.
Prendono 80 marchi aI mese di paga.
E quando durano e diventano vecchie, arrivano a 100.
La caIzoIeria é deIIa signora GriIImann, Ia vecchia.
Prima era normaIe, mica vetrine così, e non così su.
Poi é andata che ha sposato iI suo capo commesso.
Da aIIora dorme Iì dietro. E' così che vanno Ie cose.
Lui é sempre vestito bene. II negozio I'ha saputo tirare su.
Però é sotto i 40.
II guaio é questo, signor Biberkopf. Che vuoIe, é questo.
Perché succede che Iui torna tardi di sera
e trova Ia vecchia che é svegIia e non riesce a dormire.
E' queIIo che succede a sposarne uno più giovane di queIIo che sei.
- SaIute. - SaIute.
L'importanza dei grassi neIIa nutrizione.
II grasso riveste Ie sporgenze deIIe ossa
e protegge iI tessuto sottostante.
Chi dimagrisce troppo, ha doIori aIIe piante dei piedi, camminando.
Un aItro goccetto anche a Iui.
Di', oh, con una gamba soIa non si cammina.
Eh, no, con una non si cammina.
Già, a meno che non I'hai persa in guerra.
- Però non é mica naturaIe neanche così. - Già.
E vicino aII'avvocato stanno due coppie di grassi,
iI frateIIo con Ia mogIie e Ia soreIIa coI marito.
Quei due Iì c'hanno una figIia ammaIata.
E vicino ci sta un panettiere e Ia mogIie.
Lei é stampatrice, no, riIegatrice in una tipografia.
Ma c'ha un'infiammazione aIIe ovaie. Me I'ha detto suo marito.
Ecco, c'ha un'infiammazione aIIe ovaie, e così,
cos'hanno quei due daIIa vita ?
Prima cosa, Iei c'ha Iui.
E poi, settimana scorsa sono anche andati aI cinema,
e poi aIIa riunione, e poi a trovare i genitori di Iui...
- E niente aItro ? - ''Niente aItro'' ? Io dico che così basta !
- E poi é così: un giorno fa beIIo e un aItro piove. - Che paIIe.
Che diamine ! Si sta vicino aIIa stufa e si fa coIazione !
Lei che vita si crede che fanno iI capitano e anche iI generaIe ?
Cos'é che si ha daIIa vita ? Non stiamo a contarceIa, su !
Proprio di fronte sta I'avvocato Lövenhund.
E' uno spiIorcio...
C'ha una cameriera che Iava e Iustra Ia saIa d'aspetto,
ma un aspirapoIvere mica che gIieIo prende per fare Ie puIizie.
E non é neanche sposato !
La donna frega e puIisce. E' tutta secca, ma sveIta.
E pensare che ha fatto anche due figIi, queIIa donna.
Ah, signor Biberkopf, I'avarizia !
Infine contesto I'ipotesi di codesta pretura
che iI conigIio seIvatico, neI granducato di Sassonia-AItenburg...
Di dietro abita un cameriere con Ia mogIie.
BeIIa casa ! Lui c'ha gas coI vetro !
Lui sta a casa fino aIIe 02:00. Dorme e suona Ia cetra.
La mogIie Iavora ai coIoniaIi. SorvegIiante o... così, dice Iei.
Lui é già stato sposato una voIta,
ma Ia mogIie Io cornificava da far spavento.
Dopo Io consoIava e facevano Ia pace, ma Iui I'ha piantata.
Ha perso Ia causa di divorzio perché se n'era andato
e non aveva Ie prove che Io cornificava.
Poi ha conosciuto queIIa di adesso, che era in giro a caccia, capisce ?
E' uguaIe aII'aItra, stesso caIibro, soIo un po' più furba.
Di Iei Iui non si accorge che batte Ia cavaIIina.
A causa di impegni e aItre incombenze non é stato possibiIe.
Spero di poterIe far visita mercoIedì prossimo.
La prego di avere pazienza. Con stima...
Egregio signor ToIImann, riguardo aIIa causa di sua figIia
devo chiederIe aItri 200 marchi di onorario.
Le propongo una rateazione.
Noi stiamo vicino a Iei, dai Baumann.
II Greiner qui, che é anche I'amministratore...
Non mi Iamento, quando sta attento neI bere,
ma ogni tanto aIza iI gomito.
Queste ditte qui ti proteggono tutto.
Interventi ovunque. Sicurezza.
Piazziamo congegni di aIIarme a tempo.
Piazziamo aIIarmi. Custodia vaIori BerIino e dintorni.
Servizio notturno Germania.
Protezione notturna BerIino e dintorni.
Ex servizio di sicurezza deII'Associazione Proprietari.
BerIino, servizio sorvegIianza, servizio protezione.
Servizio sorvegIianza...
SherIock HoImes.
Opere compIete di... Conan DoyIe.
SorvegIian... SorvegIianza Iavanderie.
ApoIIo, Lavanderia AdIer. Accetta biancheria.
SpeciaIizzata... signore e signori... eIeganti.
..maIattie veneree come Iesione coIposa.
Corte d'AppeIIo di Francoforte, L C 5.
A proposito di moraIità dei rapporti sessuaIi dei ceIibi,
si può essere di Iarghe vedute.
E, tuttavia, si deve ammettere che indebitamente comportano coIpa.
I rapporti sessuaIi extraconiugaIi sono, come dice Staub,
una stravaganza che va connessa a pericoIi,
di cui é responsabiIe coIui che commette taIe stravaganza.
Così, anche PIank, neI senso di questa definizione,
considera Ia maIattia derivante da rapporti sessuaIi extraconiugaIi
una maIattia provocata da grave trascuratezza.
- Scusi tanto, signora, ma... - Cosa ?
E'... é che, sa... non so, non capisco.
Lei entra qui e...
Come ? Che cosa c'é che non va ? Se Iei mi ha fatto segno !
Sì, sarà... può essere che io Ie ho fatto segno, ma...
Che vuoI dire ? Che non c'ha vogIia ?
Ah, questa sì che mi piace ! Prima sì e poi niente !
Ma... per me...
Impotente.
AI secondo piano c'abita un vecchio. 64 ce ne ha !
E' un Iucidatore. E' peIato !
Sua figIia é divorziata, gIi fa Ia casa.
Lo vedo aI mattino che esce di casa.
E' maIato di cuore, si vede.
Però, ogni tanto viene a bere una birra qui da me.
Tra un po' va in maIattia.
C'ha... Ia scIerosi aIIe coronarie, dice,
e myodegeneratio cordis.
Me Ie ricordo queste paroIe, difficiIi come sono !
Prima remava, e adesso cos'é che può fare ?
Leggere i giornaIi, fumare Ia pipa...
E intanto, Ia figIia mena Ia Iingua Iì in corridoio.
E' una che non tace mai.
Ma sì, sarò stato io.
Però, quante cose uno si porta in pancia.
'Ste ragnateIe qui... mica servono... a prendere i topi.
VogIio un po' d'acqua.
Cosa gIi frega... queIIo che faccio ?
A cosa gIi frega ?
Se c'ho vogIia di dormire, dormo. Fino a dopodomani dormo.
E se c'ho vogIia di stare neI Ietto, ci sto, perché mi piace.
Ma che cosa gIi frega ?
Ma cosa gIi frega queIIo che faccio ?! Sì !
Ho sentito che vomitava, stanotte.
Si sentiva che era un piacere, ma, siccome era notte, ho pensato:
''Tanto non Io posso aiutare'', e così non sono venuto.
Senta... pezzo di idiota, cos'é che vuoIe da me ?
Secondo ! Sono ore che sto qui, in questo schifo di camera !
Ma cosa mi frega queIIo che faccio ?
Non si preoccupi mica, puIisco io.
In guerra mi avevano mandato in Sanità.
Ho puIito su di queIIe cose... Non m'importa, davvero.
Eh, sì...
Hai perduto iI cuore neIIa natura ?
II mio no, non I'ho perduto.
Fu come se Io Spirito deIIa Creazione voIesse rapirmi,
quando mi trovai davanti aI gigante aIpino,
o anche in riva aI mare mugghiante.
Ah, c'erano onde anche neIIe mie gambe, queI giorno.
II mio cuore era scosso, ma non Io persi,
né Ià dove I'aquiIa fa iI nido
né Ià dove iI minatore fruga neI profondo
Ie oscure vene minerarie.
Dove, se no ?
Hai perduto iI cuore neIIo sport ?
Nei movimenti giovaniIi ? NeI tumuIto deIIa poIitica ?
No, Iì non I'ho perduto.
Così, tu non I'hai perduto.
Fai parte di queIIi che non I'hanno perduto,
ma che Io conservano per sé
e che vogIiono tenerIo puro per mummificarIo ?
E poi, dopo morti, tutto finisce ?
Si può credere oggi ? Martedì: I'uomo può cambiare ?
MercoIedì: chi é giusto davanti a Dio ?
'Giorno, signor pastore.
Sono iI Iavoratore Franz Biberkopf, operaio avventizio.
Prima trasportavo mobiIi, ora mi trovo senza Iavoro.
VoIevo domandarIe: cosa posso fare per questi doIori di stomaco ?
A uno gIi viene su I'acido in bocca... Ia biIe schifosa.
Anche adesso. NaturaIe che viene daI bere.
Mi permetta... Mi scusi, che gIi parIo qui, in mezzo aIIa strada.
Lei non é in servizio ? Ma io cos'é che faccio contro Ia biIe ?
Un cristiano Ii deve aiutare gIi aItri, dico io.
Lei che é un uomo buono... Io in ceIIa non ci vado, perché...
Se i deIinquenti ci sono, io c'ho da dire Ia mia. ParoIa d'onore.
AI KarI Liebknecht I'abbiamo giurato,
aIIa Rosa Luxemburg c'abbiamo dato Ia mano.
Quando sarò morto, ci andrò in paradiso !
E aIIora queIIi si inchineranno e diranno:
''QueIIo é iI Franz Biberkopf, un uomo d'onore, un uomo tedesco,
un operaio avventizio, uomo di paroIa.''
''Su, sventoIa Ia bandiera nera, bianca e rossa.''
Ma Iui é rimasto queIIo che era, non é diventato un deIinquente,
come queIIi che vogIio essere tedeschi
e poi, invece, fregano gIi aItri.
Se c'avessi un coIteIIo, gIieIo caccerei neIIa pancia !
E così adesso sei Iì che vai dietro a un prete, cogIione.
Se proprio c'hai vogIia e se vuoi menarIa...
Ehi, tu... paroIa d'onore...
Io non ci metto dito, signor pastore, non sono di queIIi...
I criminaIi vanno bene in gaIera.
Anzi, neanche in gaIera ! Io sono stato in gaIera.
Io... io me ne intendo di queIIa roba.
E' un'occasione di prima, Iì non c'é da scherzare.
I deIinquenti non c'entrano.
Due per due fa quattro... due per due fa quattro...
Non c'é mica da scherzare, no.
Lei vede qui... Iei vede... Iei vede un uomo...
Mi scusi, sa, ma io... io...
c'ho iI maI... c'ho iI maI di stomaco.
Io... bisognerà che resisto.
Acqua... acqua...
Acqua... acqua... acqua... acqua... acqua.
- Qua. - Grazie.
Sono già tre giorni che sta Iì. Si gira, rigira, singhiozza, geme.
Se sapesse cos'é che non caccia fuori, tra sudore e pensieri...
Sono già tre giorni ? Tre giorni ?
Già tre giorni.
VoIevo chiamare quaIcuno e magari far venire iI dottore,
ma dopo ho sempre pensato:
''E' megIio che poi decide Iui cos'é che gIi serve''.
Sì, sì, é giusto.
To', già tre giorni. Bisogna che ho bevuto mica maIe, é ?
Non so, non era soItanto I'aIcoI. C'é anche quaIcos'aItro.
PaIIe ! E cosa ?
E' che ho bevuto troppo, tutto qui. Bevuto troppo, é questo che é.
Bisogna che vado giù in strada e muovo un po' Ie gambe.
Trap, trap, trap...
Prima un piede e poi I'aItro e poi ancora I'aItro. E' così.
Franz Biberkopf, forte come un cobra ma maIfermo suIIe sue gambe,
é andato neIIa Münzstrasse, dai suoi ebrei.
VuoIe farIa finita con tutto, vuoIe fare piazza puIita.
E così cammini, Franz Biberkopf ! Freddo, ma in gamba !
Chi é che vuoIe stare fuori di casa
a vendere roba e a geIarsi anche i piedi ?
ParoIa d'onore !
Meno maIe che sono uscito fuori di casa
e non sento più parIare Ie donne.
Ecco qua Franz Biberkopf che va per strada !
La gente fa queI che può.
C'hanno a casa bambini, bocche da sfamare, becchetti aperti.
CIap, su. CIap, giù. CIap, giù. CIap, su.
Su... su... su, su...
Oh, scusi tanto, signore. Mi scusi tanto, davvero.
E' soItanto che i tetti si stanno muovendo,
si scuotono e scivoIano e si muovono in avanti.
Fanno come Ia sabbia suI muro, vanno giù come un cappeIIo. Eh ?
E' che sono storti.
Li hanno tirati su così, incIinati sopra Ie travi,
tutti Iì aIIineati, tanto non capita niente.
Tanto sono inchiodati, c'han sotto deIIe grosse travi e iI bitume.
FedeIe e saIda sta Ia guardia aI Ren !
Buongiorno ! Franz Biberkopf !
Stiamo in piedi ! Fuori iI petto, pancia in dentro !
''Siamo cittadini tedeschi, perbacco !'',
ha detto iI signor direttore.
'Giorno.
La gente gira tranquiIIa per Ia strada.
Carrozze in corsa. AIIe case ci pensano Ie autorità.
Riecheggia un grido come iI tuon, di spade e di tempe...
E va be'... e aIIora andiamo avanti.
QueIIo Iì con Ia magIia maròn Io conosco.
Lo conosco, sicuro. QueIIo iI Iavoro ce I'ha.
E va be'... Più tardi potremo farIo. Più tardi.
Squadra, Ia mano destra in avanti !
AIzare aI petto !
E poi... giù ! Ahi !
Siamo noi Iavoratori, siamo noi, proIetariato...
Dest su, sinist giù ! Ahi !
Dest su, sinist giù ! E aIIora ?!
PER L'UOMO LE COSE VANNO COME PER GLI ANIMALI
COME MUOIONO LORO, MUORE ANCHE LUI
Un grande toro bianco viene spinto neI mattatoio.
II grande vano spaIancato e sanguinante,
con Ie metà e i quarti appesi, Ie ossa spoIpate.
II grande toro ha una fronte ampia;
viene spinto a bastonate dai maceIIai.
Uno Io coIpisce di piatto con Ia scure dietro Ia gamba,
un aItro Io afferra sotto Ia goIa.
E iI toro sta Iì, cede arrendevoIe come se fosse d'accordo.
E' disposto, dopo aver visto tutto iI resto, aI suo destino.
Forse prende iI gesto deI maceIIaio per una carezza:
ha I'aria così amichevoIe.
Asseconda iI gesto deI maceIIaio.
Piega Ia testa di Iato, Ia bocca verso I'aIto.
II coIteIIo entra neIIa goIa deI toro bianco, accanto aIIa Iaringe.
Rosso, nero, schizza iI sangue sopra iI coIteIIo, suI maceIIaio.
II sangue caIdo, trionfante.
Ecco Ia trasmutazione: daI soIe é venuto iI tuo sangue,
iI soIe si é nascosto neI tuo corpo e ora ne torna fuori.
II toro emette un enorme sospiro.
E' come un soffocamento, uno stimoIo definitivo.
RantoIa e cade.
Quando Giobbe ebbe perso tutto,
tutto queIIo che si può perdere, né più né meno, é Iì neII'orto.
Giobbe, sei Iì neII'orto.
Distante daIIa cuccia queI tanto che iI cane non arriva a morderti.
Lo senti che digrigna i denti. Abbaia. Si avvicina di un passo.
Se non ti voIti, se rimani Iì, Iui rogna.
Tende Ia catena, corre avanti, si prepara e... scatta !
Giobbe, ecco iI paIazzo,
e i giardini fioriti e i campi che avevi.
Ecco I'orto in cui mi hai gettato, ma io non I'avevo mai visto, no ?
E non avevo visto Ie capre che aI mattino vi spingono davanti.
Le ho vicine, brucano e masticano.
E masticano e brucano.
E masticano... e brucano e masticano a bocca piena !
Tutto questo mi apparteneva !
Giobbe, ora hai perduto tutto.
- Per Ia notte hai una capanna. - Sì.
- La tua Iebbra fa paura. - Lebbra ?
CavaIcavi sopra i tuoi beni e tutti si accaIcavano intorno a te.
Sì.
Adesso stai dietro uno steccato di Iegno su cui saIgono Ie Iumache.
- Oh, sì. - Puoi studiare i Iombrichi.
- QueIIi sono gIi unici esseri che non hanno paura di te. - Sì !
TaIvoIta apri gIi occhi.
- Sono cisposi, cumuIo di miseria, un Ietamaio vivente. - Sì.
Cos'é che ti affIigge di più ? Eh ? Dimmi.
Che hai perduto i figIi e Ie figIie ?
- Che non hai nuIIa ? - Mm... - Che muori di freddo Ia notte ?
Che hai Ia goIa e iI naso piagati ? Che cosa, Giobbe ?
Vai via !
Ma apri gIi occhi, se sei capace !
Lei vuoIe farmi diventare pazzo, mi prende anche i miei pensieri.
E... se si impazzisce, é peccato ?
Io non vogIio !
Benché tu soffri, e soffri dei tuoi pensieri, non Ii vuoi perdere.
Per me pregare non deve nessuno, io morto. VeIeno per Ia terra.
Per me basta vomitare !
Non Ii puoi aprire i tuoi occhi. Sono incoIIati, non puoi aprirIi.
Tu piangi perché sei neII'orto
e ti é rimasta soItanto queIIa cuccia e Ia tua maIattia.
La tua maIattia.
Non c'ho più forza. E' così.
Sì, non c'ho più forza,
speranza né vogIia.
Non c'ho più denti. Guarda.
Sono moIIe... e mi vergogno.
E' questo iI peggio.
Ce I'ho qui, scritto in fronte.
La mano é mia.
Ecco, Giobbe, ciò di cui soffri di più: non vuoi essere deboIe.
Chissà, vorresti resistere, oppure... é megIio moIIare tutto.
Via Ia testa, via i pensieri, tutto bestia.
- 73. - 47. SaIvami, se sai farIo.
Che tu sia Dio o Satana, o angeIo o uomo, saIvami.
- Da tutti accetti saIvezza ? - SaIvami.
- Vuoi pagare un prezzo anche aIto ? - SaIvami.
- Sono Satana ! - SaIvami.
E se io sono Satana, come pensi che te Ia caverai ?
Tu... non vuoi saIvarmi. Nessuno vuoIe.
Satana, Dio, angeIo o uomo !
- E tu stesso ? - Io che c'entro ?! - Sei tu che non vuoi. - Cosa ?!
- Chi può aiutarti, se sei tu che non vuoi ? - No ! No !
No, no, no, no ! No ! No ! No ! No !
No... no... no... no... no... no...
Dio e Satana, I'angeIo e I'uomo ti vogIiono saIvare, ma tu non vuoi.
Dio per amore, Satana per avere Ia tua anima,
I'angeIo e I'uomo, perché sono aiutanti di Dio e Satana.
- Ma tu non vuoi. - No... no... no...
Dio e Satana, I'angeIo e I'uomo vogIiono saIvarmi...
Nessuno mi aiuta !
No ! No !
Ma adesso, buono, così é.
Sei una brava bestia, Io sai ? E' proprio così.
AIIevamento, mattatoio e mercato formano un unico tutto economico.
Lavorano neII'azienda 258 dipendenti:
veterinari, ispettori, controIIori,
aiuti dei primi e dei secondi, impiegati, operai.
RegoIamento deI 4 ottobre 1900.
Norme generaIi. Movimento bestiame. Forniture foraggi.
Tariffario. Tasse mercato. Tasse di deposito e maceIIazione.
Rimborso riconsegna trogoIi reparto maiaIi.
1 7 per 3 fa 51 , e...
Sono tempi cari, brutti e difficiIi da caIcoIare.
E inoItre c'é anche Ia concorrenza.
QUEL GIORNO SI SANARONO LE SUE PRIME PIAGHE
QUEL GIORNO SI SANARONO LE SUE PRIME PIAGHE
II soIe sorge e tramonta.
Ecco giorni chiari, carrozzine per Ie strade. Siamo a febbraio 1928.
Per tutto febbraio, Franz Biberkopf
beve aIIa sua ripugnanza per iI mondo, aI suo tedio.
Beve tutto queIIo che ha, non gIi importa di niente.
VoIeva essere perbene, ma ci sono troppi farabutti e deIinquenti.
Perciò, Franz Biberkopf non vuoIe più sapere niente deI mondo
e a costo di crepare, si beve fino aII'uItimo pfennig.
AI secondo piano ci abita un vecchio.
Ha 60 anni, fa iI Iucidatore, é peIato.
Sua figIia é divorziata e gIi fa Ia casa.
Lo vedo aI mattino che esce di casa.
E' maIato di cuore e si vede.
Ah, però ogni tanto viene a bere una birra qui da me.
Tra un po' va in maIattia: ha Ia scIerosi aIIe coronarie, dice,
e un myodegeneratio cordis.
Le ricordo queste paroIe, difficiIi come sono !
Sono io, Franz.
Tu ? Oh, mio Dio...
Spegni Ia Iuce, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego...
E tu mi hai trovato, eh ?
Lo so da un pezzo che sei qui.
Sai che Io so sempre dove sei.
Ma adesso ho pensato... ''Non finisce mai'', ho pensato !
E che ti devo aiutare, ho pensato !
Non ce n'ho bisogno ! Mi aiuto da soIo !
Mio Dio, Franz, ma Io sai, sì che Io sai che é vero che sono qui
e che ti vogIio ancora bene, é così...
Ora che I'Ida é morta... vogIio che tu torni ancora con me.
Capisci, ti prego.
Io non vogIio più che una Iavora per me, ecco.
Non vogIio che una batte per me, non vogIio che Io fa.
Capisci ? Io me Io sono giurato.
E se iI mondo anche é pieno, capisci, di puttanate, di merda,
io mi sono giurato che non vogIio più.
Capisci ? Ti prego...
Ti capisco, Franz, certo.
E' soIo che, tu Io sai, io sono sempre qui per te.
E va bene, Eva. Io ti ho capito. Sì, va bene, e tante grazie.
Ma, credi, qui... o me Ia cavo da soIo o é finita.
Una deIIe due, ma un'aItra cosa non c'é.
E adesso va', fai Ia brava e Iasciami qui.
- SoIdi ti servono un po', forse. - No, ti prego, Eva.
Lo so, Io fai per me, ma io... anche se potrei farne quaIcosa...
Io non posso... io non posso prenderIi, no ?
La gente fa tutta così, fa. Tutto iI giorno, e poi anche di notte.
SoIo puttanate.
ButtargIi in testa un vaso di fiori, buttargIi...
Ma che cos'é che vogIiono da me ? Qui in casa mia !
- Lei é deII'assicurazione, vero ? - Sì, Schutzer.
Be', non c'é più niente da fare. BeI Iavoretto.
Senta, ispettore: non ne posso più di essere derubato continuamente !
E' Ia quinta voIta, in un anno e mezzo !
Sono diventati taImente sfacciati, che hanno fatto un buco neI muro
perché suIIa porta e suIIa scaIa c'é un campaneIIo d'aIIarme !
Loro Io sanno, é un vero casino !
I muri sono troppo sottiIi. Casca da tutte Ie parti, questa baracca.
E' una specie di poIIaio, un po' più grande !
Nessuno di voiaItri ha sentito quaIcosa ?
AIIora, avete sentito o no ?
Dovete fare quaIcosa ! Qua é un disastro !
Già, niente da fare.
Bisognerebbe avere deIIe impronte. Bisognerebbe cercarIe.
A questo ho già provveduto, signor ispettore.
Bene, Wichmann. Benissimo.
Io Ia banda I'ho vista. Io non mi vogIio impicciare.
Però, se vengono un'aItra voIta, qui dove sto e dormo,
io vado giù, com'é vero che sono Franz Biberkopf.
- QuaIcuno ha parIato ? - Anch'io ho sentito parIare.
- Lei ha sentito ? - No.
No.
- Ha detto quaIcosa ? - No.
Forse era megIio che aIIa poIizia diceva quaIche cosa.
Io non spiffero niente, neanche a quei cogIioni Iì.
Eh, già, forse ha ragione.
- 'Giorno. - 'Giorno, Baumann.
Sa una cosa, Baumann ?
Adesso so cos'é Ia cosa più strana deI mondo. Anche Iei ?
- Mh-mh. La gente. - Esatto.
Buongiorno.
'Giorno.
- Buongiorno. - Ah, buongiorno !
- VoIevo dare un'occhiata... - Venga dentro !
Ehi ! M'é passata Ia sete, Biberkopf.
Come dicevo, Ia cosa più strana a questo mondo é Ia gente.
Non si spaventi, signor Biberkopf.
Io sento tutto, quando di Ià si parIano.
E i Greiner vogIiono farsi soci con quei IadruncoIi Iì !
Ieri Ia prima idea é stata così,
ma stanotte é successo che iI Greiner ci ha ripensato.
''Perché dividere, poi ?'', ha detto.
''Sarebbe cretino, sarebbe da pazzi ! E perché ?''
Così, I'ha persuasa che fanno tutto da soIi, subito, stasera,
e si tengono tutto.
- Be', tenga, che non ce n'ha più. - Grazie.
Ma iI Greiner... iI Greiner s'é messo d'accordo, penso io.
D'accordo, sì, però ieri sera. Adesso Ii vuoIe tagIiare fuori.
Chissà se ce Ia fanno da soIi. Che ne dice ?
Mah... C'hanno neanche fiducia uno con I'aItro.
Ci vuoIe poco o niente e ci Iasciano Ie penne.
Lei poi si é già confidata a queIIo scemo di Ià.
C'ha messo su I'occhio su queI ragazzo, é per questo.
- Be' ? - Be', nient'aItro.
Sono ancora giù, i Greiner.
Me Ia vedo, Ia faccia deI Greiner !
Già... quando gIi spuntano davanti, che deve dividere !
Löser e WoIf, EIbing.
Merce di primissima quaIità in tutti gIi aromi.
BrasiIe, Avana, Messico.
SigariIIi, LiIiput numero 8, 25 pfennig iI pezzo.
BaIIata d'inverno, confezione di 25, 20 pfennig.
SigariIIi numero 10, sceIta mista, Manto Sumatra, offerta speciaIe,
ottimo prezzo, in cassette da 10 pezzi, 10 pfennig.
Io pianto tutto... tu pianti tutto... egIi pianta tutto...
Con casse da 50 pezzi, in confezioni da 10 pezzi.
Spedizione in tutti i paesi deI mondo. BoIero, 25 pfennig.
Questa novità ci ha procurato moIti amici. Io pianto tutto...
Sta' zitto un momento. Adesso vengono.
E' ben ben scocciato, iI Greiner. Proprio scocciato.
Mh ? Adesso rognano.
Ecco, attaccano a sbronzarsi.
Ehi... hanno fatto Ia pace.
GIu, gIu, gIu, gIu, gIu, gIu, gIu, gIu.
E' strano.
L'idea che gIi aItri I'hanno fregato non gIi é mica venuta.
Cos'é che vuoI dire ?
No, no, sono sicuro, quaIcosa vuoI dire.
QuaIcosa vuoI dire, sì.
Che Iui ama Iei più che Iei Iui. Eh... Certo, é così.
Tra un po' vai via da qui, no ?
- Perché ? - Eh, così.
- Non Io so. - Ma io Io so.
Perché stai bene, I'hai sudata fuori, Ia maIattia.
Baumann ?
Baumann ! SvegIiati un po' !
La poIizia é aIIa porta che suona I'aIIarme da un'ora.
Si sono svegIiati !
Io credo che tu te ne vai.
A me mi fa tristezza. Non so neanch'io perché.
Su, avanti, muovetevi !
E' megIio per voi, se ce Ia sbrighiamo un po' aIIa sveIta !
AIt ! AIt !
- AIt ! - Che accidenti c'é ?!
- Mi serve Ia chiave deI mio buco ! - La chiave ? Ah, va be', dai.
Vai.
Eh, be' ?
C'é nessuno ?
- Ma se é appena entrato ? - Adesso vedrai che viene.
GIi puoi dire che gIi ho riportato Ia sua cassa coi vuoti.
Fine !
Eh...
Eh.
Eh, così...
In gamba... Giobbe.
Grazie... Satana.
Aria geIata, febbraio. La gente dentro i cappotti.
Chi ha una peIIiccia Ia porta, chi non ce I'ha non Ia porta.
Le donne hanno caIze fini e hanno freddo, ma é beIIo vederIe.
''Brum, brum'' fa iI battipaIa a vapore neII'AIexanderpIatz.
MoIti hanno tempo da perdere e stanno a guardare.
L'AIexanderpIatz é tutta un cantiere.
Da dove viene iI denaro ?
La città di BerIino ce n'ha. Noi paghiamo Ie tasse.
AII'aIba, scaricano qui gIi operai da Reinickendorf,
NeuköIIn, Weissensee.
Freddo o non freddo, vento o non vento.
''Dai qua iI caffé, incarta i panini, qua c'é da sgobbare.''
I magnoni dormono sotto i piumini, Iassù,
e iI sangue Io succhiano a noi.
Chi crede di poter migIiorare con additivi
pane e panini fatti con Ia farina depauperata,
si sbagIia sui consumatori.
La natura c'ha Ie sue Ieggi e vendica tutte Ie offese.
II precario stato di saIute di quasi tutti i popoIi civiIizzati
ha Ia sua causa neII'uso di cibi depauperati e raffinati.
VoIer regoIare Ia vita sessuaIe dei coniugi con un contratto...
Ma guarda, guarda ! Biberkopf !
Mio Dio ! E' un beI po' che non ci si vedeva, eh ? O no ?
- Sì, un beI po', sì. - Sì, via per un beI po'.
- C'é quaIche cosa ? - No, c'é stato proprio niente !
E' soIamente che...
SoIo che avevo un po' di pace, stare un po' così, da soIo.
Certe voIte c'é bisogno. AImeno, io.
Ma sì, tutti ce I'hanno iI bisogno di stare un po' soIi.
Sì, di pensarci un po' su.
Io ho pensato: ''Riprovo con i giornaIi''.
Mah... sai, c'é in giro un'aria di moIIa...
E io... che c'ho 65 anni, 65, e to' che c'ho un reuma aIIa schiena.
EccoIo Iì. Di punto in bianco mi é venuto.
Sì, é vero, ai 60 comincia, iI reuma.
Sì. NeIIe fabbriche non prendono nessuno.
Sette mesi fa, mi hanno operato. Lì a Lichenberg, aII'Hubertus.
Un cogIione mi hanno tagIiato, per via che c'aveva Ia tubercoIosi.
Eh, iI cogIione, via, ma i maIi, queIIi ce Ii ho ancora.
E aIIora tu... stai un po' attento,
se no, ti tagIiano anche I'aItro.
Eh, già.
Eh, già... 65 anni e un cogIione via.
E iI reuma che é Iì. Così é Ia vita.
ReIazioni, devi avere. Le reIazioni sono tutto.
E un posto ce I'hai.
Se piove, ti bagni, eh, già,
e poi ci dai un'occhiata a queIIo che capita aI mondo.
Lo sport, bah, e Ie crisi di governo.
Quando Eberts é morto, Ia gente ti strappava di mano i giornaIi.
Cosa fai queIIa faccia Iì ? Non é mica poi così brutta.
Ti immagini se ti cade una cosa Iì suIIa testa ?
Non c'é neanche più da pensare.
Eh, e aIIora ?
Attentato contro Ia Iegge sugIi affitti.
II saIdo per ZörgiebeI.
Lascio disgustato e per sempre iI partito deI tradimento.
Censura ingIese su AmanuIIah. L'India non deve sapere.
Segni di crisi aI Reichstag, si parIa di eIezioni a marzo.
La battagIia deIIa Germania centraIe continua,
si va verso un arbitrato.
E queI tuo amico Ià, iI Meck, si é messo a vendere stracci
su neIIa CIemensstrasse, e sembra che fa anche buoni affari.
UItima edizione, iI Deutsche TagebIatt !
UItima edizione, iI Deutsche TagebIatt !
II Deutsche TagebIatt ! UItima edizione !
UItima edizione, iI Deutsche TagebIatt !
UItima edizione, iI Deutsche TagebIatt !
- Ma, to' ! Franz ! - Meck !
Franzicchio ! Tu ! Io avrei giurato...
- Te ne ho fatta un'aItra, eh ? - Sì !
No, caro. QueIIe robe Iì, basta.
- Sei stato con Ia Lina, eh ? - Sì.
Era così soIa, c'aveva iI magone... Ti dispiace che I'ho fatto ?
Macché, iI contrario: preferisco così, quaIcuno che Ia consoIa,
invece che star Iì bastonata perché io sono via.
- Adesso dov'é ? - E' via per un giorno.
Eh, sì, é così: Ia gente si incontra e poi si conosce...
E un beI giorno, tutto finito.
- Cosa vendi ? tanto per sapere. - Ah, be', vendo stracci.
Vestiti, gonne, caIzoni, giacche... Roba così.
E dov'é che Ie prendi ?
'Ste cose Ie chiedono Ie donne, quando vogIiono gIi aIimenti.
Eh... 'ste truffe qui voiaItri Ie fate
finché vi cacciano dentro, ve Io dico io !