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Cessa. Gia` m'arde il cervello per un nappo vuotato.
Si`, ancora bever devi. Alle nozze d'Otello e Desdemona!
Evviva!
Essa infiora questo lido.
Lo ascolta.
Col vago suo raggiar chiama i cuori a raccolta.
Pur modesta essa e` tanto.
Tu, Jago, canterai le sue lodi!
Lo ascolta.
Io non sono che un critico.
Ed ella d'ogni lode e` piu` bella.
Ti guarda da quel Cassio.
Che temi?
Ei favella gia` con troppo bollor, la gagliarda
giovinezza lo sprona, e` un astuto
seduttor che t'ingombra il cammino.
Bada...
Ebben?
S'ei inebria e` perduto!
Fallo ber.
Qua, ragazzi, del vino!
Innaffia l'ugola!
Trinca, tracanna!
Prima che svampino canto e bicchier.
Questa del pampino verace manna
di vaghe annugola nebbie il pensier
Chi all'esca ha morso del ditirambo
spavaldo e strambo beva con me!
Chi all'esca ha morso del ditirambo
spavaldo e strambo beve con te.
Un altro sorso e` brillo egli e`.
Il mondo palpita quand'io son brillo!
Sfido l'ironico nume e il destin!
Come un armonico liuto oscillo;
la gioia scalpita sul mio cammin!
Chi all'esca ha morso del ditirambo
spavaldo e strambo beva con me!
Chi all'esca ha morso del ditirambo
spavaldo e strambo beve con te.
Un altro sorso ed ebbro egli e`
Fuggan dal vivido nappo i codardi
che in cor nascondono frodi e mister.
In fondo all'anima ciascun mi guardi!
non temo il ver...
non temo il ver... ~ e bevo...
Ah! Ah!
Del calice gli orli s'imporporino.
Egli e` briaco fradicio. Ti scuoti.
Lo trascina a contesa; e` pronto all'ira,
t'offendera`... ne seguira` tumulto!
Pensa che puoi cosi` del lieto Otello
turbar la prima vigilia d'amor!
Ed e` cio` che mi spinge.
Capitano, v'attende la fazione ai baluardi.
Andiam!
Che vedo!
Ogni notte in tal guisa Cassio preludia al sonno.
Otello il sappia.
Andiamo ai baluardi.
Ah, ah!
Chi ride?
Rido d'un ebro...
Bada alle tue spalle!
Furfante!
Briaco ribaldo!
Marrano!
Nessun piu` ti salva.
Frenate la mano, messer, ve ne prego.
Ti spacco il cere`bro se qui t'interponi.
Parole d'un ebro...
D'un ebro?
Va' al porto, con quanta piu` possa
ti resta, gridando: sommossa! sommossa!
Va'! spargi il tumulto, l'orror. Le campane
risuonino a stormo.
Fratelli! l'immane conflitto cessate!
Fuggiam!
Ciel! gia` gronda
di sangue Montano! ~ Tenzon furibonda!
Fuggiam!
Tregua!
Tregua!
S'uccidono! Pace!
Nessun piu` raffrena quell'ira pugnace!
Si gridi l'allarme! Sata`na gl'invade!
All'armi!
Soccorso!
Abbasso le spade!
Ola`! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
O la turchesca rabbia e` in voi trasfusa
per sbranarvi l'un l'altro?... Onesto Jago,
per quell'amor che tu mi porti, parla.
Non so... qui tutti eran cortesi amici,
dianzi, e giocondi... ma ad un tratto, come
se un pianeta maligno avesse a quelli
smagato il senno, sguainando l'arme
s'avventano furenti... avess'io prima
stroncati i pie` che qui m'addusser!
Cassio, come obliasti te stesso a tal segno?
Grazia... perdon... parlar non so...
Montano...
Io son ferito...
Ferito!... pe 'l cielo
gia` il sangue mio ribolle. Ah! l'ira volge
l'angelo nostro tutelare in fuga!
Che?... la mia dolce Desdemona anch'essa
per voi distolta da' suoi sogni! ~ Cassio,
non sei piu` capitano.
(Oh! mio trionfo!)
Jago, tu va' nella citta` sgomenta
con quella squadra a ricompor la pace.
Si soccorra Montano.
Al proprio tetto ritorni ognun.
Io da qui non mi parto
se pria non vedo deserti gli spaldi.