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Sono sempre stato diverso.
(Risate)
Fin da quando ricordo,
sapevo di essere diverso.
Ad essere sinceri,
non sembravo diverso.
Certe persone e devo ammettere
anche i fatti dicevano che ero uguale,
ma nel mio cuore sapevo di essere diverso,
Diverso,
(Risate)
più diverso,
(Risate)
ancora diverso.
(Risate)
Era una sensazione.
Qualcosa di inconscio,
di subconscio.
Era qualcosa che nel mio cuore sapevo.
Era qualcosa che, per sempre e sempre, era ... diverso.
Avevo l'impressione che mancasse qualcosa.
Avevo l'impressione di essere qualcosa d'altro.
Sapevo di essere diverso.
Quando hai un gemello identico,
la gente ti ripete che siete uguali,
come se non lo sapessimo già.
E iniziano con le solite domande sui gemelli:
"Siete identici?"
"Tu sei Patrick o sei Jimmy?"
"Ma voi due pensate sempre allo stesso modo?"
"Sai sempre cosa sta pensando l'altro?"
"Quando l'altro si ammala, ti ammali pure tu?"
(Risate)
"Facevate gli scherzetti alla gente?"
"Avevate un linguaggio segreto?"
"Vi hanno mai detto
che voi due vi somigliate veramente molto?"
Al che io rispondevo sempre:
"No, tu sei la prima persona che ce lo dice."
(Risate)
In Giappone, c'è una pressione enorme
per essere tutti uguali.
La pressione è così forte
che una delle parole per dire "diverso" in giapponese,
chigai masu,
significa anche "sbagliato".
[DIVERSO = SBAGLIATO]
A scuola, in Giappone,
come probabilmente in tutte le scuole del mondo,
c'è una pressione enorme per essere uguali,
e uno dei passatempi preferiti
sta nel puntare il dito contro chi è diverso.
"Lui è troppo alto".
"Lei troppo bassa".
"Il suo inglese è pessimo".
"Il suo livello di inglese è troppo buono".
"Lui ha vissuto all'estero".
"Lei non è mai stata da nessuna parte".
"Sua madre è americana".
"Suo padre è straniero".
Ma, cos'è "troppo alto"?
e cosa "troppo basso"?
e chi siamo noi per stabilirlo?
(Risate)
Sono questi due uomini ad essere troppo alti,
o sono io troppo basso?
Quest'uomo è troppo grasso,
o io sono troppo magro?
(Risate)
Da molto tempo avevo percepito di essere diverso,
ma non sapevo bene in che modo lo ero.
Ed è stato a 10-11 anni
che iniziai a comprendere il mio essere "diverso".
Forse era il gruppo dei chierichetti
o forse i Boy Scouts,
ma ho sempre saputo che mi piaceva stare in compagnia di altri ragazzi.
E pensavo che per sempre e sempre così
sarebbe andato il mondo.
Quindi, immaginate la mia sorpresa quando un giorno ho scoperto
che al mio gemello identico, Jimmy, piacevano le ragazze.
Era così inatteso.
Era una tale sorpresa,
era così diverso.
Ma se Jimmy fu il primo nel nostro gruppo a cui piacquero le ragazze ,
non fu l'ultimo.
E, pian piano, anche gli altri hanno scoperto le ragazze.
E, un giorno, capii che non era Jimmy ad essere diverso,
o gli altri ragazzi ad essere diversi,
ma io.
Potete guardare questa foto e dirmi
chi dei due è il gemello gay?
Ancora prima di poter dare un nome alla mia diversità,
l'avevo intuita
e ne avevo paura,
e quindi vissi in silenzio la mia diversità
per molto tempo.
Per anni,
per decenni, ebbi paura del mio essere diverso.
Me ne vergognavo.
Desideravo così tanto essere uguale
al mio gemello, Jimmy.
E avevo anche paura che prima o poi
qualcuno avrebbe scoperto la mia diversità.
E un giorno, nel 1966,
in una scuola maschile cattolica nello parte settentrionale dello stato di New York,
camminavo lungo il corridoio e una ragazzo mi spinse!
E urlò: "Frocio!"
Quell'episodio mi segnò così tanto
che tutt'oggi, 47 anni dopo,
posso ancora vedere la sua faccia beffarda,
e posso ancora sentire l'insulto: "Frocio!"
Nei giorni successivi,
ricevetti altri insulti e altre spinte:
finocchio, culattone, checca, ricchione.
E pensai: "Come fanno a saperlo?
Come potevano saperlo?
Cos'ho sbagliato?
Come posso fermarli?"
Quasi vent'anni dopo.
Siamo nel 1984 e sono un neo-diplomatico agli affari esteri.
Il capo della sicurezza dava istruzione alla mia classe di affari esteri
e disse: "Non c'è spazio per gli omosessuali tra i funzionari degli affari esteri.
Se siete delle checce, siete fuori."
E pensai che non era cambiato molto.
Ero passato dal subire bullismo in una scuola superiore cattolica per ragazzi
al subire bullismo sul posto di lavoro all'interno del governo statunitense.
Ero ancora un diverso
e, agli occhi della mia società e del mio governo,
diverso voleva dire sbagliato.
Ma quello è il passato ed ora è il presente
e molto è cambiato nella mia vita.
Nel 1969 un gruppo di gay
in un bar di New York, chiamato The Stonewall Inn,
reagì. Per la prima volta, reagirono
quando la polizia provò ad arrestarli
solo perché erano gay.
La rivolta dello Stonewall è diventato un evento emblematico
a cui sono susseguiti molti altri eventi
e molte altre figure emblematiche.
Ci sono stati i gay pride,
Harvey Milk,
Barney Frank,
la linea politica del Don't Ask Don't Tell
C'è stata la fine della legge sulla difesa del matrimonio,
la fine del Don't Ask Don't Tell.
Nel 2004, nel mio Stato d'origine, il Massachusetts,
fu il primo ad istituire il matrimonio tra le persone dello stesso sesso.
E proprio ieri
il New Jersey è divento il quattordicesimo stato
a permettere i matrimoni gay, l'uguaglianza di matrimonio per i cittadini LGBT.
(Applausi)
E l'uguaglianza è in crescita.
Sono qui di fronte a voi, un gay sessantenne.
Sono ancora diverso,
ma capisco la mia diversità
e l'apprezzo.
La mia società e il mio governo
ora riconoscono e rispettano la mia differenza.
Ho pari diritti, sono sposato.
Sono qui con colui che è mio marito da 11 anni,
Emerson Kanegusuke.
È qui in prima fila per appoggiarmi
e lo amo immensamente
e sono felice.
(Applausi)
Siamo felici.
La prossima volta che che qualcuno vi guarderà,
vi indicherà, vi prenderà in giro dicendo: "Sei diverso!"
voi rispondete: "Sì!"
(Risate)
(Applausi)
"Hai completamente ragione.
Sono diverso, sono unico, sui generis,
sono unico nel mio genere,
hanno buttato via lo stampo quando mi hanno fatto.
Sono l'unico come me.
Sono l'unico come me in questa stanza,
in questa città, in questa università, su questo pianeta,
in questo universo, in questo momento
o in qualsiasi momento, per sempre,
sono diverso!
(Applausi)
E così anche tu.
Sei l'unico te stesso in questa stanza stasera.
Sei l'unico tu uguale a te stesso
che ci sarà mai in ogni momento e per sempre.
E così pure tu
e tu
e tu
e quel ragazzo alto con il cappello là in fondo
e quella donna con il cane là dietro
e il ragazzo con il cappello da baseball.
Siete tutti diversi!
Noi siamo tutti diversi!
Diversi!
(Risate)
Ed ora, quella cosa che ci unisce tutti,
quella cosa che lega tutti i presenti in questa stanza e su questo pianeta,
quella cosa che ci rende tutti uguali
è il fatto che noi, ognuno e ciascuno di noi,
nel nostro proprio e unico modo,
diversi!
Prometto, fino all'ultimo giorno della mia vita,
di essere diverso
e unicamente me.
Come un fiocco di neve, non ci sono due di noi uguali.
Continueremo tutti, ognuno a modo suo,
ad essere diversi.
Prometto di rispettare il vostro essere diversi
e vi chiedo di rispettare il mio.
Dobbiamo abbracciare la differenza,
perché, alla fine, quello e solo quello
è ciò che ci renderà unicamente e veramente umani.
Grazie.
(Applausi)