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E ora, da New York,
The Jerry Langford Show.
Ospiti di Jerry:
Tony Randall, Richard Dreyfuss,
Rodney Dangerfield, Dr Joyce Brothers,
Lou Brown e I'orchestra,
e il vostro vecchio amico, Ed Herlihy.
E ora salutate Jerry.
Grazie. Avete I'aria
di essere uno splendido pubblico.
Louis, come va? Lou Brown
e la fantastica orchestra Langford.
- Ed, come va stasera?
- Benissimo.
Splendido. Scusa se ti ho svegliato.
Volete I'autografo di Jerry?
Datemi gli album.
- Fagli scrivere qualcosa di personale.
- Mezzora. Arrivederci.
In cambio ti do Mia Farrow. Non mi va
di perdere tempo entrando per chiederglielo.
Ciao, Rupert.
- Chi hai?
- Nessuno.
Io ho Rodney Dangerfield.
Lo scambio con Barbra.
- Stai perdendo tempo.
- Robin Williams.
Sidney, non vivo solo per questo.
Vorresti dire che noi invece sì?
Non vivo solo per questo.
Per voi è così, ma non per me.
Jerry!
Non andare, Jerry.
La smettete di spintonare, per favore?
Basta spingere.
Non lo sopporto, Jerry!
Per favore.
Ok, state indietro.
Per favore, lasciate respirare Mr Langford.
Non hai ricevuto il mio messaggio?
Non voglio disturbarti.
Voglio solo parlarti un attimo.
- Non è il momento.
- Se potessimo partire.
Puoi lasciarmi giù dove vuoi.
Non permetto mai a nessuno
di salire in macchina.
Mi secca doverlo dire,
ma io mi sono esposto di persona.
Parti, Harvey.
- Tieni.
- Grazie.
Sono le tue iniziali?
Volevo solo dirti,
mi chiamo Rupert Pupkin.
So che il mio nome non ti dice granché,
ma per me è molto importante.
- Calmati. Non c'è fretta.
- Sono un po' nervoso.
Forse ti chiederai chi sono.
Ti ho aspettato fuori dal teatro molte volte.
Al momento lavoro nelle comunicazioni,
ma di natura sono un comico.
Penserai: "Oh no, un altro".
Ma, credimi, sono proprio bravo. Dinamite.
Non ti chiederei neanche un minuto
del tuo tempo se non ne fossi convinto.
Ti chiederai: "Se è tanto bravo,
come mai non I'ho mai visto in scena?"
È una buona domanda,
te lo spiego il perché. Sai perché?
Finora ho aspettato il momento giusto,
la grande occasione...
Come la sera che Jack Paar si è ammalato.
La tua grande occasione.
Quella sera mi ha convinto
che volevo fare il comico.
Uscito dal teatro
mi sentivo come in un sogno.
Da allora ho seguito
tutte le tue apparizioni a Sullivan...
Ho studiato tutto quello che hai fatto.
Il modo in cui costruisci le battute,
il tuo stile, che non è mai troppo forzato,
non sembra mai che tu dica: "Gente,
eccovi la battuta". Capisci cosa intendo?
Non si dice: "Gente, eccovi la battuta".
Si dice la battuta e basta.
Appunto. È questo che mi piace
del tuo lavoro.
Quello che voglio dire
è che adesso sono pronto, ho finito il corso.
E mentre sto seduto qui penso:
Forse questa è la mia grande occasione.
Capisci cosa intendo?
Cosa ne dici?
- Come hai detto che ti chiami?
- Rupert Pupkin.
Questo è un ambiente folle, ma non è diverso
da tanti altri ambienti. Ci sono delle regole.
Non si arriva in TV
a livello nazionale senza esperienza.
È una vecchia espressione trita,
ma è la verità: Si comincia dalla gavetta.
- Ed è lì che mi trovo.
- È il posto ideale da cui cominciare.
Lo so, ma ci deve pur essere...
Sembra così semplice agli spettatori da casa,
tutte le cose sembrano naturali,
facili come respirare.
Ma ci vogliono anni e anni
per raffinarle e perfezionarle.
C'è solo un problema, scusa se ti interrompo,
il problema è che ho 34 anni.
È per questo che ti chiedo di ascoltare
il mio numero e dirmi cosa ne pensi.
Facciamo così.
Perché non chiami il mio ufficio?
Chiedi di Cathy Long. È la mia segretaria.
E troveremo il tempo di ascoltarti.
Ho immaginato mille volte
questa conversazione.
- Andava sempre così?
- Sì.
Sono convinto che una volta superata
la timidezza iniziale, te la caverai bene.
- Spero che le cose ti vadano bene.
- Grazie mille.
È stato un piacere conoscerti.
Sono un po' al verde, ma se ti bastano
gli antipasti, un giorno ti invito a cena.
Devo consultare I'agenda.
Magari ci riusciamo.
Grazie, Jerry.
Guarda.
Gioia e orgoglio della mia vita.
GIOIA... ORGOGLIO
Bella.
Tienila.
Forza. Consideralo un regalo.
Ti tornerà utile.
- Va bene.
- Non che tu abbia bisogno di aiuto.
Davvero, se ti va di pranzare insieme, offro io.
Chiama il mio ufficio.
Jerry, sei un principe.
Rupe, prima che mi dimentichi,
grazie per aver accettato di pranzare con me.
So quanto sei occupato e stanco.
A cosa servono gli amici?
Sei tu che hai I'aria stanca.
Lo so. È lo show.
La pressione, gli indici d'ascolto,
sempre gli stessi ospiti, le stesse domande...
- Non mi diverto più.
- Quella è la cosa peggiore.
Vorrei davvero che tu ci ripensassi, ok?
Ricominci.
- Non è un grande sforzo pensarci.
- Sto pensando.
Non faccio altro, ci penso giorno e notte.
Come potrei non pensarci? Sono qui con te
e sapevo che mi avevi invitato per questo.
E sto qui seduto
a farmi venire i sensi di colpa.
Ti sto chiedendo di condurre il mio show
per sei settimane. Cosa sono sei settimane?
Qualsiasi cosa, ma non chiedermi
di condurre il tuo show per sei settimane.
Non riesco nemmeno a condurre la mia vita.
Mi chiedi di fare una cosa impossibile.
- Rupert.
- Cosa?
Cosa fai lì giù a quest'ora?
È impossibile.
Cosa vuoi, vedermi piangere?
Ci dev'essere un modo per riuscirci.
Sono solo sei settimane.
Scusi, Mr Pupkin?
Non potrebbe...
- Certo. Come ti chiami, cara?
- Dolores.
Dolores? Era il nome di mio padre.
"A Dolores,
che ha saputo riconoscere il talento."
Ecco qua, tesoro.
- Grazie, Mr Pupkin.
- Figurati.
Rupert, con chi stai parlando?
- Mamma!
- Cosa c'è?
Per favore, smettila di chiamarmi.
È fantastico.
C'è un solo problema, però.
- Ti ha fatto più grande di me.
- Vuoi darmi una risposta?
Hai le sei settimane.
Ti darò le sei settimane.
Non seccarmi.
Cosa devo dire? Sei contento adesso?
- Sei un duro, Rupe.
- Inevitabile nel mondo dello spettacolo.
Pronto. Sono Masha, Jerry.
Hai trovato il mio biglietto?
- Chi parla?
- Masha. Hai trovato il biglietto?
L'ho lasciato sul sedile posteriore
prima che mi trascinassero fuori dall'auto.
Quei tizi mi hanno proprio fatto male.
Mi è sembrato un po' troppo.
- Come hai avuto questo numero?
- Non ti arrabbiare con me.
- Come hai avuto questo numero?
- Non sapevo cos'altro fare.
Come ti va, Rita?
- Ci conosciamo?
- Direi di sì.
Rupert Pupkin, giusto?
Ti ho portato un regalino.
Già, mi ricordo. Mr Romantico.
Mettici un'aspirina. Dura di più.
Allora, cosa fai di questi tempi?
Sei bella come sempre.
Be', eccomi qua.
La ragazza pompon ha fatto carriera.
Sai, è buffo, ma io ti ho votato
"la più bella della scuola".
- Che carino.
- Allora non avevo il coraggio di dirtelo, ma...
Sì, adesso puoi dirmelo.
Siamo tutti e due adulti.
Quando sei giovane
hai paura di dire certe cose,
ma passati 15, 20 anni puoi dire tutto quello
che avresti dovuto dire 15, 20 anni prima.
Non ti pare
I'ironia ultima della vita? No?
In un certo senso.
Sei felice qui?
- Perché? Hai di meglio da offrire?
- Forse.
- Per esempio?
- Cosa fai stasera?
- Cosa faccio stasera?
- Sì. Cosa c'è di tanto divertente?
Ci hai messo solo 15 anni a chiedermi
di uscire. Non ti pare un po' tardi?
Davvero? Be'...
Cameriere? Me ne porta un altro?
Chi è la tua star preferita?
È un gioco? Mi dirai qualcosa
del mio carattere, del mio futuro?
Vedrai. Dimmelo.
Tutti hanno una star preferita.
Sarà meglio che mi venga in mente qualcuno,
altrimenti non uscirò più di qui, giusto?
- È un piccolo test.
- Vediamo... Marilyn Monroe.
Perfetto.
Album degli autografi?
È il suo nome.
Mi ha firmato I'album mentre era
a New York per promuovere Gli spostati.
È stato il suo ultimo film, sai?
Non era una grande attrice,
ma aveva un vero talento comico.
È morta tragicamente sola,
come molte delle donne più belle del mondo.
Non voglio che succeda anche a te.
- Questo di chi è?
- Burt Reynolds.
- E questo?
- Mel Brooks.
È quello che si dice superdivertente.
Gli altri sono solo divertenti.
Sid Caesar. È notevole.
Mi piace molto.
*** Allen. Un mio caro amico.
- Come no.
- Dico davvero.
Ernie Kovacs. Era straordinario.
Era un grande comico, un grande innovatore,
è stata una grande perdita.
- Ce n'è che varranno un bel po'.
- Sì. Specialmente questo. Tienilo fermo.
- Di chi è?
- Prova a indovinare.
Sembra la firma di un ritardato.
Più il nome è scarabocchiato,
più grande è la fama.
Sarà anche vero, ma di chi è?
Comincia per "R".
- Forza, di chi è? Sono stanca.
- Ti do un indizio.
Robert Redford.
No.
Rupert Pupkin.
Ti ho sorpresa, vero?
Prendilo come un regalo.
Tienilo da conto. Tra qualche settimana,
tutti ne vorranno uno.
Non sei cambiato.
Sai con chi stavo parlando
solo un paio di ore fa? Indovina.
- Il tuo strizzacervelli?
- Molto divertente.
Jerry Langford.
Proprio così, quel Jerry Langford.
Mi ha dato via libera.
Non dirlo a nessuno per il momento,
ma hai davanti il nuovo Re dei comici.
Perché no? Si può avere tutto quello
che si vuole, purché se ne paghi il prezzo.
Cosa c'è di tanto strano?
Sono successe cose più assurde.
Non sai cosa vuol dire
comparire nel Langford Show.
Va in onda su territorio nazionale,
ha un pubblico più numeroso di quello
che un tempo si raggiungeva in una vita.
È I'occasione per entrare nel circuito.
Uno show tutto mio. The Rupert Pupkin
Show. Con tutto quel che segue.
E alla fine il risultato è Hollywood.
Una casa sulla spiaggia a Malibu.
E avremo una suite allo Sherry.
Stanno tutti lì.
Su in cima, così guarderemo giù e grideremo:
"Dura la vita, idioti.
La prossima volta sarete più fortunati".
Cosa ne dici?
È fantastico, ti auguro ogni fortuna.
Ma si sta facendo tardi e io domani lavoro.
Devo andare a casa.
Non ti capisco.
Ti sto offrendo una via d'uscita.
Rita, ogni re ha bisogno di una regina.
Io voglio che tu sia la mia regina.
Bella via. Bel palazzo.
Grazie per la giacca.
Mi sa che hai diritto a salire per un caffè.
Non vorrei disturbare.
- So che posso essere...
- Cosa vuoi, Rupert?
Come?
Cosa vuoi?
Ancora non I'hai capito? Ti amo.
Voglio aiutarti a cambiare vita,
se me ne darai I'opportunità.
E se combinassi di vederci,
io, tu e Jerry?
Se uscissimo a cena una sera?
Ancora meglio, andremo a passare
un weekend nella sua casa di campagna.
- Non gli interesserebbe conoscermi.
- Non è vero.
Jerry è un tipo molto simpatico.
È un tipo molto simpatico,
e abbiamo avuto una riunione fantastica.
Non dovresti sottovalutarti.
Hai troppo poca fede, invece sei fantastica.
Perché non vai a dormire? Riposati bene, ok?
Buonanotte, Rupert.
Vai subito a letto.
Se sapeste, ragazzi.
Ciao, Liza. Che bello vederti.
Jerry, che piacere. Non alzarti.
Ragazzi, davvero.
Ogni volta che si torna da una tournée...
sarà qualcosa nell'aria...
ma fa proprio bene.
Ci si sente come ringiovaniti.
Non è vero, gente?
È la verità.
È straordinario. Sei bellissima.
Anche tu sei bellissimo, Jerry.
Non intendevo trascurarti.
Come? Sì!
Lo adoro.
Tira sempre fuori delle battute fantastiche.
Lo adoro. Sei magnifico.
Non so cosa farei senza di te.
Rupert, è arrivato I'autobus. È in anticipo.
Cerca di arrivare in orario una volta.
Non posso crederci.
Devo andare, ho un autobus da prendere.
Jerry, stammi bene.
Baby, fa' la brava. Buona fortuna a Rio.
Buongiorno, Rupert.
- Come va?
- Queste sono per te.
Lavoro.
- Che ore sono?
- Le dieci.
Potrei usare un attimo il telefono?
È una chiamata urbana? Sicuro.
Fai il 9, e sii breve.
Pronto. Jerry Langford, per favore.
Grazie.
C'è Jerry, per favore? Rupert Pupkin.
Gli dica che c'è Rupert al telefono.
Lui sa di cosa si tratta.
Davvero? Va bene.
Anch'io sono in riunione.
Gli dica solo che ho chiamato
e che richiamo più tardi. Grazie. Arrivederci.
Chiamavi quel Jerry Langford?
Ci vediamo, Roberta.
Pronto. Jerry Langford, per favore.
Rupert Pupkin.
Parla Rupert Pupkin.
Jerry Langford, per favore.
Quale, il nome o il cognome?
P-u-p-k-i-n. Spesso viene pronunciato
e scritto nel modo sbagliato, e quindi...
Sì, Jerry sa di cosa si tratta.
Capisco. Sì, mi può richiamare.
Sarò qui ancora per un'ora e mezza.
In ufficio, il numero è JL54321.
Sto aspettando una telefonata.
Ci vorranno solo pochi minuti.
- Gli altri telefoni sono rotti.
- Anche questo è rotto.
Non si può chiamare.
Io aspetto una chiamata.
- Lasci provare me. Faccio io una telefonata.
- Non funziona.
Aspetti. Mi lasci passare e fare una telefonata.
- È importante.
- Neanche questo funziona.
- Sì, desidera?
- Jerry Langford.
- Il suo nome, prego?
- Rupert Pupkin.
- Rupert...?
- Pupkin. P- u- p- k-i-n.
Spesso viene scritto
e pronunciato nel modo sbagliato.
C'è qui un certo Rupert Pumpkin
che vuole parlare con Mr Langford.
Mi dispiace, ma alla segretaria di Mr Langford
non risulta lei abbia un appuntamento.
- Scusi?
- Non ci risulta lei abbia un appuntamento.
Effettivamente,
non ho un appuntamento ufficiale,
ma lui mi ha chiesto di venirlo a trovare,
e io passavo da queste parti.
Ho avuto problemi a chiamare,
per qualche motivo. Era sempre occupato.
Non ha un appuntamento.
La sua segretaria vuole sapere
di cosa si tratta.
- Mr Gangemi, vada pure.
- Pronto?
Ho parlato con Jerry di una mia apparizione
nello show. Mi ha detto di chiamarlo.
No, certo.
Devo aspettare.
È sughero?
Non lo so.
Cade qualcosa dal soffitto?
No. Stavo osservando i disegni che forma.
Sa, il sughero è ottimo per I'acustica.
È un ambiente molto silenzioso.
Reception.
No, avete più o meno un'ora
prima che arrivino.
Non è ancora tornato dalla riunione.
- Mr Pipkin?
- Pupkin.
- Scusi. Cathy Long. Desiderava?
- Lei è...?
Sono I'assistente di Bert Thomas.
ll nostro produttore esecutivo.
Mi scusi. Ho già parlato con Jerry
di una mia apparizione nello show.
Mi ha detto di contattarlo personalmente.
Ed è per questo che sono qui.
- Cosa fa esattamente?
- Sono un comico.
- Dove va in scena?
- Sto mettendo a punto del nuovo materiale.
Appena torna in scena, ci telefoni,
e manderemo qualcuno a vederla.
- lo e Jerry ne abbiamo già parlato.
- Jerry I'ha vista in scena?
Sì. Credo di no.
- Ha una cassetta da farmi ascoltare?
- Certo. Qualunque cosa voglia.
- Perché non passa a lasciarmi una cassetta?
- Lo farò. Capisco che a Jerry serva.
- Certo. È stato un piacere.
- Anche per me.
È giusto.
È fantastico.
Ci vediamo. È stato un piacere parlarle.
Cos'è successo ieri sera in macchina?
Ha parlato di me?
No. Ha parlato di me, se vuoi saperlo.
Deve aver detto qualcosa di me.
Cosa vuoi che dica
dopo la scena che hai fatto?
- Te la godi proprio, eh?
- Hai fatto una figura da scema ieri sera.
Sarei io la scema?
Ti sbagli, bello. Di grosso.
Se io non fossi salita su quella macchina,
tu non saresti mai riuscito a parlare con Jerry.
Cosa? Non voglio essere crudele,
ma siamo davanti all'ufficio di Jerry.
Non vorrei che mi vedesse con te.
Io e Jerry abbiamo un rapporto reale.
Io non me lo immagino. Dopo la scena
di ieri sera, non voglio più neanche vederti.
È così che vuoi metterla?
Chi se ne frega. Dagli solo questa.
Io non gli do niente.
Se siete tanto amici, dagliela tu.
Al momento abbiamo un problema,
non riusciamo a comunicare.
Ti vanti sempre di aver mangiato con Jerry.
Fammi solo questo favore.
Io te ne ho fatti tanti di favori.
Tu non hai fatto proprio niente per me.
E con Howard Johnson?
Ti portavo il caffè tutte le sere.
Mi sa che dai i numeri.
Il caffè me lo compravo da solo.
Non ti sei mai comprato niente.
E i favori che ti ho fatto io?
Cose impagabili.
E la volta che ti ho lasciato il posto?
Ti ho permesso di metterti di fianco a Jerry.
Ho aspettato per otto ore e tu gli sei arrivata
dritta di fianco perché hai fatto il piagnisteo.
E la volta che ti ho dato
la mia ultima copia de II meglio di Jerry?
Non te I'ho fatto neanche pagare,
eppure non ho i soldi per I'affitto.
Abito in una stamberga, tu invece
stai in un palazzo. Non riesco a crederci.
Ecco, ce li ho i soldi da darti.
Se penso a tutto il tempo che sono stata
tua amica e ho ascoltato le tue battute noiose.
- Eccoti 900 dollari.
- Smettila di gridare.
Prendi e dalla a Jerry.
D'accordo, ma è I'ultima volta.
- Quando gliela darai?
- Sei proprio stramba.
Se non lo fai lo verrò a sapere.
So dove trovarti, so dove trovare Jerry.
Io sono dappertutto. Ricordatelo!
Cosa avete da guardare?
Pezzenti! Teppaglia!
Prima di tutto, Miss Long, grazie per il suo
aiuto nel far avere questa cassetta a Jerry.
Le sono grato più di quanto lei immagini.
Jerry, grazie per aver accettato di ascoltare
il mio materiale e per I'occasione che mi dai.
Molti pensano che le persone di successo
diventino insensibili
a chi come me lotta per affermarsi.
Ma ora so che quelli che la pensano così sono
dei cinici, amareggiati dai propri insuccessi.
So, Jerry, che tu sei umano
come tutti noi, se non di più.
Ma basta dilungarmi. Lo sai come la penso.
Quindi cominciamo con lo show,
II meglio di Rupert Pupkin.
Ho messo a punto qualche suggerimento
per farti risparmiare tempo.
È una piccola presentazione. Perciò chiudi
gli occhi e immagina che siano le sei precise.
Sei dietro le quinte
e I'orchestra attacca il tuo motivo.
E ora, da New York,
The Jerry Langford Show.
Ospiti di Jerry:
Richard Pryor, Ben Gazzara,
Elizabeth Ashley, Carol Burnett...
E la scoperta dell'anno,
al suo debutto televisivo,
Rupert Pupkin, il nuovo Re dei comici!
Sei impazzito? Cosa ti prende?
- Dai, mamma.
- La gente dorme. Abbassa.
- Cosa ti prende?
- Mamma!
- Abbassa.
- No che non abbasso. Devo farlo adesso.
Fai quello che vuoi, ma abbassa.
Qui entri tu, Jerry,
e fai il tuo monologo.
E, arrivato il momento di presentarmi,
pensavo a qualcosa del genere...
Date un caloroso benvenuto
al nostro nuovo Re dei comici,
Rupert Pupkin!
Buonasera, signore e signori.
Mi chiamo Rupert Pupkin.
Sono nato a Clifton, nel New Jersey...
Abbiamo qui qualcuno di Clifton stasera?
- Mr Pipkin.
- Pupkin.
- Mi scusi.
- Prima o poi se lo ricorderà giusto.
- Scommetto che mi ha portato la cassetta.
- Eccola.
C'è il suo nome? La ascolteremo
e gliela restituiremo al più presto.
Grazie. Quando Jerry ha un momento.
Sa quando sarà?
Provi domani. Forse sapremo già qualcosa.
Altrimenti lunedì.
Miss Long, magari mi fermo un po'
ad aspettare. Forse Jerry troverà un minuto.
Perde il suo tempo.
Non sapremo niente prima di domani.
Non importa. Non perdo tempo.
Non mi dispiace aspettare.
È importante per me.
Davvero, non mi dispiace.
Probabilmente sarà lunedì.
Aspetto comunque.
Davvero, non mi dispiace. Va bene.
Facciamo così.
Perché non prova domani pomeriggio?
Domani? Domani a che ora?
- Alle 16.30.
- Ci sarò. Grazie.
- Prego.
- E ringrazi Jerry.
Arrivederci.
Arrivederci.
Almeno una volta nella vita
ogni uomo è un genio.
Ma, Rupe, nel tuo caso
sarà più di una volta.
Sarà una serie di volte,
perché tu hai talento.
Da quello che ho sentito,
hai talento e ti tocca tenertelo.
E anche se tu volessi liberartene...
non ci riusciresti. Resterà sempre con te.
So che non c'è una formula prestabilita.
Ma non so come fai.
E se sono curioso
non è perché voglio usare il tuo materiale.
Sono curioso di sapere come fai.
Devo proprio chiedertelo. Come fai?
Credo sia perché guardo la mia vita,
e vedo tutte le cose brutte, orribili,
ma le faccio diventare divertenti.
Mi viene così.
Le prime battute sono abbastanza forti?
Un po' più forti e ti faresti male.
Sono fantastiche. Non toccarle.
Mi ricordo un tizio... Stammi ad ascoltare.
Anni fa un tizio disse una cosa
molto profonda... che poi scrissi io.
Mai aggiustare quello che non è rotto. Vuoi
sapere come faccio a sapere che è una forza?
Perché ti invidio. Ti odio, ma ti invidio.
Perché è roba pura, meravigliosa,
è un umorismo basato su di te.
Nessuno potrebbe farlo tranne te.
Non ti mentirei, Rupe.
Senti, questo weekend sarebbe I'occasione
ideale per venire a trovarmi,
così possiamo lavorarci.
Solo perché voglio sapere come fai.
Ci sarà altra gente, ma potremo lavorare.
- Fantastico.
- Splendido.
Mi piacerebbe molto venire.
Posso portare una persona?
- Una ragazza?
- Una ragazza molto speciale.
Certo. Mi farà piacere conoscerla.
- Jerry, come va?
- Come stai?
- Hai un bell'aspetto.
- Dovresti vedermi in taffettà bianco.
- Il tuo show è fantastico.
- Grazie mille.
- Cosa ne diresti di invitarmi?
- Ieri sera mi saresti stato utile.
Venite giù.
- Salve, Jerry. Come va?
- Salve.
Morris, se ti dicessi chi sta arrivando
non ci crederesti mai.
Jerry Langford, giusto?
Morris, resta in linea.
Jerry, potresti firmarmi questa rivista?
Sei fantastico.
Ti seguo dagli inizi della tua carriera.
Ti dispiacerebbe dire due parole a mio nipote
Morris al telefono? È all'ospedale...
- Mi dispiace, sono in ritardo.
- Ti auguro che ti venga un cancro.
Non posso. Sono in ritardo.
- Sì, prego? Oh, salve.
- Come va?
- Abbastanza bene.
- Bene. Io sto benissimo.
- Cosa posso fare per lei?
- Vorrei vedere Jerry, per favore.
Lei è...?
Rupert Pupkin.
C'è qui Mr Potkin. Esatto.
La raggiungerà tra un attimo.
- Chi?
- Miss Long.
Preferirei vedere Jerry.
Se ne occuperà Miss Long.
Ok. Aspetto qui.
E per fare una sorpresa a Rupert
che è qui con noi stasera,
vorremmo presentarvi una persona
in un modo del tutto speciale.
Un ospite misterioso. Date il benvenuto
al nostro ospite misterioso.
Lui è I'ospite misterioso?
Vediamo se riesco a riconoscerlo.
- Non ti ricordi di me?
- No, non mi ricordo.
- Sono George Kapp.
- Il preside della mia scuola superiore.
- Indovinato.
- Come va?
Mi bocciava sempre.
Cosa ci fa qui? È un nemico.
- Solo perché te lo meritavi.
- Grazie.
Ma ora faccio il giudice di pace.
Celebro matrimoni.
Davvero?
- Cosa succede? Non posso crederci.
- Credici. Fa parte della sorpresa.
Vi piacerebbe vedere il Re dei comici
sposare la sua regina durante lo show?
Non so cosa dire. È troppo forte.
Miei cari, quando Rupert
era uno studente alla Clifton High School,
tutti noi - io, i suoi insegnanti,
i suoi compagni -
avremmo scommesso
che non valesse più di un fico secco.
Ma ci sbagliavamo.
E tu, Rupert, tu avevi ragione.
È per questo che stasera,
di fronte a tutto il paese,
vorremmo chiederti personalmente scusa
e implorarti di perdonarci
per tutto quello che ti abbiamo fatto.
E vorremmo
ringraziarti personalmente, tutti noi,
per aver dato un senso alla nostra vita.
Vi prego di accettare
i nostri più sentiti auguri, Rita e Rupert,
di un regno lungo e felice.
Torneremo per celebrare le nozze
dopo i consigli per gli acquisti.
- Come sta oggi?
- Bene.
Grazie per la cassetta.
L'abbiamo ascoltata con vero interesse.
Vediamo molti aspetti positivi
nel suo lavoro.
Pensiamo che lei abbia del potenziale,
motivo per cui sarò assolutamente franca.
È così che deve essere.
Assolutamente franca.
Pensiamo che lei non sia ancora pronto.
In questo momento non andrebbe bene
per lo show di Jerry.
In parte il materiale è buono, ma alcune delle
battute, per esempio, non sono molto efficaci.
In altre parole non vi sono piaciute
alcune delle barzellette. È così?
- Appunto.
- Posso rimediare.
Basta che mi diciate quali.
Anzi, è un grosso aiuto.
Pensiamo che lei abbia del potenziale.
Il suo ritmo è fantastico.
Continui a lavorare sul suo materiale.
Lo provi dal vivo.
Credo che le sarebbe molto utile.
C'è una serie di locali in cui può provare.
Quando comincia a lavorare, ci dia
un colpo di telefono. Manderemo qualcuno.
- Grazie.
- Si figuri. Arrivederci.
Miss Long, posso farle una domanda?
Parla a nome di Jerry?
Sì. Jerry si fida completamente
del nostro giudizio.
Mi dispiace doverglielo dire,
ma io invece non mi fido del vostro giudizio.
Mi dispiace che la pensi così.
Ma non credo di poterci fare niente.
Ancora una volta
non sono d'accordo con lei.
È nei suoi diritti.
E adesso mi deve scusare.
Ho molto da fare.
Quando torna Jerry?
Mr Langford non arriverà
prima del tardo pomeriggio.
Siamo sinceri
quando la ringraziamo per essere venuto.
E siamo sinceri nel chiederle di telefonarci
quando comincerà a lavorare. Arrivederci.
Desidera parlare con qualcun altro?
No. Non si preoccupi.
Non mi dispiace aspettare.
Il che mi ricorda di quell'uomo che aspettò
tanto che si dimenticò cosa aspettava.
Be', le dispiacerebbe
aspettare fuori, Mr Pupnick?
Questa è una reception, non una sala d'attesa.
Capisco.
- Gli ha chiesto di andarsene?
- Sì, ma non se ne va.
- Come si chiama?
- Rupert Pumpkin.
Salve. Sono Raymond Wirtz,
responsabile della sorveglianza.
- Andiamo fuori a parlare. Questa è sua?
- Sì. Sto aspettando Jerry.
- Ne parliamo fuori.
- So che aspetta una mia visita.
Ne parliamo fuori.
Per favore, prenda la valigetta.
Intanto le spiego il nostro regolamento, ok?
Dunque, sicuramente capirà
che qui abbiamo delle regole
che sono essenziali
al buon funzionamento della nostra società.
- Se permette, vorrei solo dire...
- Mi ascolti, la prego.
Senza queste regole, non saremmo in grado
di funzionare al meglio.
- Mi segue?
- Capisco...
- Prego, Mr Puffer.
- Dopo di lei.
- Dopo di lei, prego.
- Vorrei soltanto dire che Jerry è...
Mi ascolti. Ho controllato con Miss Long.
Lei non ha un appuntamento.
ll nostro regolamento prevede che
I'accesso all'edificio sia consentito solo
al personale autorizzato e a chi abbia
un rapporto ufficiale con la nostra società.
In altre parole,
lei vuole che io lasci I'edificio?
- Allora? Gliel'hai data?
- Cosa?
- Gli hai dato la mia lettera?
- Non c'è, ok?
Adesso che siete tanto amici
non puoi farmi un favore? Lascia perdere.
Ridammi la lettera.
- Non c'era.
- L'ho visto entrare con i miei occhi.
- È lì in questo preciso istante.
- Impossibile.
- Mi hanno garantito che non c'era.
- E tu ci hai creduto?
Sei così ingenuo che c'era da aspettarselo.
Hai così poca esperienza. Sei così stupido.
- È appena entrato?
- Ma certo. Torna su.
Fatti un po' valere.
In questo preciso istante lui è lì.
- Può dire a Jerry che sono qui?
- Non c'è.
- So che c'è. Può dirgli che sono qui?
- Non c'è.
Lei sta rischiando il posto, signora.
Mi ha sentito?
Sorveglianza.
Anche lei.
Mr Pupkin, cosa ci fa qui?
Telefonate alla sorveglianza.
Eccolo lì.
Aspetta. Prendigli I'altro braccio.
Forza, fuori dalla porta.
Non ha voluto ascoltare, eh?
Nessuno I'aiuta adesso.
- Dovrà dare delle spiegazioni.
- L'avevo avvertita, Krupkin.
- La farò chiamare dal mio avvocato.
- Si assicuri che non sbagli il mio nome.
- Saluti il nostro ospite, Miss Long.
- Aspettate che Jerry lo venga a sapere.
Farò il suo nome a Jerry, Pupper.
Stia bene a sentire, perché se rivediamo
la sua faccia, chiamiamo la polizia.
Grazie. Grazie mille.
Fantastico. Gli avrai di certo
consegnato la lettera.
- No, ma gliela darò dopo.
- Splendido.
- Ti hanno appena buttato fuori.
- Non mi hanno buttato fuori.
- Come definiresti quello che è successo?
- Non mi hanno buttato fuori.
- Sei un motivo di costante imbarazzo.
- Mi hanno accompagnato fuori.
- Non sai fare neanche la cosa più semplice.
- E ti dirò di più.
- Jerry mi ha invitato per il weekend.
- Fantastico. Vengo anch'io.
- Vado bene così?
- Sei splendida.
- Mi stanno bene?
- Questo non lo so.
- Come sarebbe? Cos'hanno che non va?
- Niente. Ma secondo me non serviva.
- Secondo te non sto bene così?
- Sei splendida.
Buongiorno.
Lei dev'essere Jonno.
Sono Rupert Pupkin e lei è Rita Keane.
- Può dire a Jerry che siamo qui?
- Mr Langford vi ha invitati?
No, abbiamo pensato
di fargli una sorpresa per il weekend.
Vieni dentro. Stiamo in stanze separate.
- Ma Mr Langford non c'è.
- Dov'è? A giocare a golf?
Ma certo. Spero che riuscirà finalmente
a scendere sotto 100.
- Forse è meglio che tornate.
- No, aspetteremo.
- Ma Mr Langford non c'è.
- Va bene. Aspetteremo.
Non ci dispiace aspettare.
Non è splendido?
La tavola è apparecchiata solo per uno.
- Ti piace?
- Potrei viverci.
Mr Langford, mi dispiace disturbarla, signore.
Cosa non va? Niente va.
C'è qui una coppia.
Lui si chiama Pumpkin.
Conosce il nome Pumpkin?
- Non gli hai detto a che ora arrivavamo?
- Non c'è stato tempo per i dettagli.
Ma il maggiordomo
non ci aspettava nemmeno.
Jerry ha cose più importanti a cui pensare
che parlare con il cameriere.
Davvero? Ah be', allora.
Sa tutto. Sa che giocava a golf.
Non so cosa vuole.
Vuole passare qui il weekend.
Meglio che venga.
Sta toccando tutto. Rovina la casa.
Mi sta già venendo un infarto.
Questa è famosa,
con il clown più giovane del mondo, Zippo.
Ti ricordi questa con Ray Charles
durante lo special di Jerry?
- È famosa.
- Eccola lì.
Anche questa è famosa.
Qui aveva 12 anni.
Gliela mandarono
per I'angolo del "lo ti conoscevo quando".
Pensavano di fargli uno scherzo.
Adesso Jerry la fa vedere a tutti i suoi ospiti.
Portiamo un po' di vita in questo posto.
Sembra un'impresa di pompe funebri.
Dovresti proprio spegnere. Non è gentile.
- Facciamo due salti, bellezza?
- Non dovremmo ballare.
- Divertirsi non ha mai fatto male a nessuno.
- E se arriva Jerry?
Sarà contento di vedere
che ci stiamo divertendo.
- E se arriva?
- Sei suo amico. Non gli dispiacerà.
- Chissà com'è il resto della casa?
- Sarà certamente bellissima.
Rita, io non salirei.
- Dai.
- Non mi sembra una buona idea...
Rita, ci controllano.
Non credo tu abbia diritto di salire.
Per favore non salire.
Vuoi aprire questa maledetta porta?
Ero lì fuori da otto minuti.
Cosa ci vuole? Gesù.
Dove sono?
Volevo chiamare la polizia,
ma aspettavo lei.
Ciao, Jerry. Come va?
Eravamo di sopra a rinfrescarci.
Rita, ti presento il famoso Jerry Langford.
Jerry, ti presento la famosa Rita Keane.
Vieni giù.
Non vergognarti. Brava la mia ragazza.
Cosa prendi, Jerry?
Fa caldo. Vorrei qualcosa di buono da bere.
Jerry, tu cosa vuoi? Jer?
Scusaci, ma non succede spesso che una
ragazza come Rita incontri un uomo come te.
Fa parte del tuo successo.
Devi accettarlo.
Com'è andata la partita a golf?
Sei riuscito a scendere sotto 100?
- Gliel'ho detto che lei non c'era.
- È vero.
Sì. Sono stati molto gentili.
Siamo partiti un po' presto
perché non c'era un altro treno prima dell'una.
Comunque, ho portato il materiale.
Ce I'ho qui, sono pronto a darci sotto.
Allora, gli altri dove sono?
- Quali altri?
- Quali altri? Gli ospiti, Jer.
A dire il vero,
cominciamo ad avere un certo appetito.
Sai che potrei farvi arrestare tutti e due?
Certo che potresti. Non possiamo dimostrare
che abbiamo diritto di essere qui.
È fantastico.
Quando gli viene un'idea, è straordinario.
- Non ci avevo pensato, davvero.
- Avresti dovuto pensarci.
Potremmo inventarci una storia in cui inviti
tutti i tuoi amici e poi li fai sbattere dentro!
È fantastico.
Cosa c'è? Su con la vita.
Lavoriamoci... ma prima questo, ovviamente.
Come siete arrivati qui?
Siamo entrati dalla porta.
Cosa ti prende?
Come siete arrivati qui?
Mi sa che sei arrabbiato.
Lascio qui il mio materiale.
Ne parliamo dopo.
Hai cose più importanti a cui pensare.
- Facciamo un giro fino all'ora di pranzo.
- Ti hanno mai detto che sei un idiota?
Sai, in genere non permetterei
a nessuno di parlare così di Rita.
Ma dato che sei tu, so che stai solo
scherzando. È proprio un bel tipo.
- Intende che dobbiamo andarcene.
- No che non intende quello.
Jerry, diglielo.
Non è per niente quello che intendi.
- Chiama la stazione, Jonno.
- Dove vai?
Tra cinque minuti ci sarà qui un taxi.
Aspettate al cancello e usatelo.
Perché? Vai da qualche parte?
No, siete voi che ve ne andate.
Ho detto qualcosa di male? Se è così,
non potremmo attribuirlo all'inesperienza?
Ho qui il mio materiale.
Basterebbe mezzora.
Così avresti il resto della giornata tutto per te.
Voglio che tu te ne vada. Immediatamente.
È abbastanza chiaro?
- Capisco.
- È chiaro?
Senti, sei stanco. Capisco.
Lascio qui il materiale.
Leggilo e fammi sapere cosa ne pensi.
Usa le orecchie.
Ci sta dicendo di andarcene.
Non ci sta dicendo di andarcene.
- Mr Langford, io non ne sapevo niente.
- Dille che si sbaglia.
Non lo conosco nemmeno. Non lo vedevo
da anni. Mi ha detto che eravate amici.
Mi sento così umiliata.
Qualsiasi cosa possa fare...
Lavora in un bar.
Vuole rovinare tutto.
Forza, Rupert. Andiamocene.
Ok, forza. Forza.
- Andiamo.
- Ci scusi, Mr Langford.
- Tieni. Prendi le tue cose e vattene.
- Non me lo farò ripetere.
Voglio solo che tu ascolti 15 minuti
del mio materiale. È chiedere troppo?
Sì, è chiedere troppo. Io ho la mia vita, ok?
- Anch'io ho la mia vita.
- Non è responsabilità mia.
- Invece sì, se mi dici di chiamarti.
- L'ho detto per liberarmi di te.
Per liberarti di me?
Ok, non me lo farò ripetere.
Altrimenti saremmo ancora lì
sulla scala davanti a casa mia.
- Ok, mi sono sbagliato.
- Si sbagliava anche Hitler.
È così che si diventa quando si è famosi.
È così che siete voi, eh?
- Non loro. Io.
- È così che sei.
- Quando arrivi in cima.
- No, ero così anche prima.
- Adesso so come sono quelli come te.
- Addio e buona fortuna.
E, Jerry?
Mi resta solo una cosa da dirti.
Sono contento di quello che mi hai fatto oggi.
Ora so che non posso contare su nessuno.
Né su di te, né su nessun altro.
E non dovrei contare su nessuno.
E vuoi sapere un'altra cosa?
Mi impegnerò 50 volte di più
e diventerò 50 volte più famoso di te.
- E sarai perseguitato dagli idioti come te.
- Proprio così.
Andiamo, Rita.
Stiamo perdendo tempo. Arrivederci.
Jonno, chiudi a chiave quella porta.
- È stato bravo, Mr Langford.
- Grazie.
Sembra vera.
È fatta apposta.
- È lui?
- No.
- Sei sicura?
- Certo che sono sicura. Gli somiglia troppo.
- Come sarebbe?
- Quando è lui, non sembra lui.
Dio, sembra ci stia mettendo un'eternità.
Quanto ci vorrà ancora?
È lui.
Sì, è lui.
Non andare troppo veloce.
Resta su questo lato,
così non gli stai addosso.
- Mi sposto appena posso.
- Vai sull'altra corsia.
- Non ancora. C'è troppa gente.
- Lo so. Continuo ad andare.
Sceglie strade affollate.
Pensavo le evitasse.
Perché non vuole star solo.
Spiegami perché. Dai.
Spiegamelo tu il perché.
Non fare così con me.
Spiegamelo, visto che sai
così tante cose di lui.
Mettimi al corrente. Voglio imparare da te.
D'accordo. Perché quando cammina
per strade affollate si sente al sicuro.
Ma davvero? Grazie per avermelo spiegato.
Superalo e fermati.
Ok, Jerry, sali.
Non sto scherzando.
- Cosa fai? Sei pazzo?
- Sali, Jerry.
Lei ti tiene una pistola alla tempia.
Niente mosse false.
Non farmi agire in modo drastico.
Se va tutto bene, sarai fuori di qui al più tardi
a mezzanotte, mezzanotte e mezza.
Be', forse all'una.
Una e un quarto al più tardi.
Voglio che tu chiami il tuo produttore.
- Chiami cosa?
- Bert Thomas.
Adesso ti do il telefono.
Fattelo passare,
e ti dirò esattamente cosa dire, ok?
Se non lo fai, non so cosa dire...
potrebbe esserci un problema.
Attento agli occhi. Sto per toglierti questi.
C'è parecchia luce qui, ok?
Queste sono tue?
Jerry, sono tue?
- Ti dispiace se ne prendo una?
- Non mi dispiace.
Grazie.
- Masha, ne vuoi una?
- Mettimela da parte.
- La vuoi?
- Mi piacerebbe, ma mettimela da parte.
Questo non è il momento.
Grazie, Rupert.
Tu ne vuoi una?
Allora ne prendo un'altra per dopo.
Non è il caso di arrabbiarsi.
Sto cercando di allentare la tensione.
Anche se siamo in una situazione strana,
ci sono momenti di amicizia,
di condivisione o come vuoi chiamarli.
Ok, forza.
HO UNA PISTOLA... (SEGUE)
Faccio sul serio.
Prendi il telefono. Basta scherzare.
Forza. Dai.
Bert Thomas, per favore. Jerry Langford.
- Cos'è successo?
- Hanno attaccato.
Ritelefona. Perché hanno attaccato?
L'hanno creduto uno scherzo.
Capita spesso.
Ma pensa che strano.
Però è tipico.
Trattano così persino te.
Ti rivelerò un piccolo segreto.
È così che hanno trattato me.
E guarda dove siamo finiti.
Bert Thomas.
Audrey, sono Jerry.
Mi passi Bert Thomas, presto.
Martino, so che sei tu.
Ho troppo da fare per scherzare.
Ha sentito cosa ho detto?
Sono Jerry. Mi passi Bert Thomas.
Non è uno scherzo.
È una cosa seria. Si spicci.
- Perché non usiamo qualcun altro?
- Per esempio?
- È Mr Langford. Dice che è urgente.
- Gli dica che lo richiamo. Ho da fare.
- È Martino, I'imitatore.
- È un seccatore.
Vuole fare come le dico? E si spicci.
Mi scusi, insiste per parlarle.
Non riesco a liberarmene.
Ok, me lo passi.
Martino, che cosa...
Bert, ho detto che sono Jerry.
E sono seriamente nei guai.
- È meglio che tu faccia ben attenzione.
- Sto ascoltando.
Ti dispiace ripetere?
Aspetta. Voglio chiederti una cosa. Come
chiamiamo il nostro secondo cameraman?
Lo chiamiamo Helen Keller.
Il suo colore preferito è lo scozzese.
Helen Keller? Scozzese? Che storie sono?
Quando una persona
dice di essere me al telefono,
I'unico modo per sapere se sono davvero io
è usare una parola d'ordine.
Se non sapessi come lo chiamiamo,
capirebbero che non sono io.
Non dire altro. Capisco.
Allora, ascoltami bene, Bert.
"Ho una pistola...
puntata alla tempia."
"Se un uomo che si presenterà come...
il Re..."
II cartello è al contrario.
Scusa.
"Non sarà il primo ospite..."
C'è un cartello vuoto.
Aspetta, Bert. Sto leggendo dei cartelli.
"Dello show di stasera..."
"non mi rivedrete mai..."
Torna indietro.
"Più vivo."
Non è grammaticalmente corretto,
ma credo che tu abbia capito.
È chiaro, ma lascia che ti dica una cosa.
Non fare follie.
Ok. Sto bene.
Sto bene, Bert. Fallo e basta.
Vuole che tu chiami alle cinque.
Faranno quello che vuoi.
Sei stato bravo, Jerry.
Girati, vediamo come ti sta.
Oh, lo adoro. Scusa.
Le maniche non sono proprio giuste.
Ti piace come gli sta? Cosa ne pensi?
Lo penso che gli stia bene.
Arrivare a questo risultato, dovendo
andare a naso... Sono molto contenta.
Il colore è fantastico,
e mi piace vederlo più casual.
Questo è il look che vorrei vedergli.
Non così rigido, non così...
- Ok. Devo cominciare.
- Cosa ne dici?
- È meraviglioso.
- Sii sincero con me.
- Sono sincero.
- Tu lo metteresti?
A me piace. Sono proprio contenta
di aver scelto il rosso. Gli sta così bene.
- Ti sta bene, Jerry.
- Straordinario.
- Forza. Togliglielo e diamoci dentro.
- Ok.
Vuoi che glielo tolga?
Perché non può portarlo per un po'?
Vuoi toglierglielo, per favore?
Lo so che è in riunione,
ma è un'emergenza e io devo parlargli.
Lo disturbi,
altrimenti verrò io a interrompere la riunione.
No, non si preoccupi
di richiamarmi. Sto arrivando.
Perché non hai ascoltato la cassetta?
Non era poi così difficile, no?
Pochi minuti del tuo tempo
per ascoltare il lavoro di tutta la mia vita.
Se è di questo che si tratta, andiamo nel mio
ufficio e ascoltiamo insieme la cassetta.
Sei pazzo? Sai cosa mi succederebbe
se ci venissi? Non sono stupido.
Nessuno dice che sei stupido. Sei riuscito
a rapirmi: È chiaro che sei sveglio.
Voglio dirti una cosa.
L'amicizia è una strada a due direzioni.
Lo sai?
Ma a te non importa niente di me.
Devo stare qui così fino all'anno prossimo?
Vuoi prendere una decisione?
Vuoi smetterla di parlare per due minuti?
Mentre lo vestivi,
io ti ho disturbato?
Ci ho messo un minuto.
Tu hai tutta la notte.
- Ho qualcosa da dire.
- Ne hai un bel po' da dire.
Mi tiri scema. Vuoi star zitto
per un fottuto minuto e lasciarmi riposare?
Con la pistola? Mi fai impazzire.
È da quando siamo arrivati qui
che non chiudi la bocca.
Questa è casa mia, sei sul mio terreno.
Jerry è ospite mio
e tu sei fortunato a essere qui.
Ti lascio cambiare a casa mia,
ti lascio concentrare prima dello show...
Perché non puoi concedermi un attimo?
Sta' zitto!
Sta' zitta tu. Ti ho dato un attimo.
Ti ho ascoltato parlare del maglione.
E le maniche, e il colore...
Ho detto niente io?
Non I'ho fatto per te. L'ho fatto per Jerry.
E poi I'idea di chi è stata?
Se non fosse per me, non saresti qui.
Perché non hai ascoltato la cassetta
quando te I'ho chiesto?
Di certo capirai che mettere insieme
uno show come il mio è estenuante...
succedono tante di quelle cose
che non si riesce a pensare con chiarezza.
Se è andata così, mi sono sbagliato.
Hai ragione tu, e io ho torto.
Se ho torto, ti chiedo scusa.
Sono solo un essere umano,
con tutti i miei difetti e le mie debolezze.
Lo show, lo stress, i fan,
i cacciatori di autografi, la troupe.
Gli incompetenti.
Quelli dietro le quinte, che credi tuoi amici
ma che ti possono far fuori
con la loro incompetenza.
Quel fantastico stress che fa di ogni giorno
un'esperienza splendida e radiosa.
È favoloso. Ma se tutto questo
non conta nulla, se ho torto, nonostante tutto,
allora ti chiedo scusa, mi dispiace.
Se accetti le mie scuse, stringiamoci la mano
e dimentichiamo questa storia.
Io non vi denuncerò. Voi due potreste essere
in un bel guaio, ma io non vi denuncerò.
- Facile a dirsi.
- Ma parlo sul serio.
Andrò in ufficio e dirò che era uno scherzo.
Lo capiranno. Se glielo dico io, ci crederanno.
- Poi mettiamo su la cassetta e ascoltiamo...
- Seduto. Ho detto seduto.
Hai sentito cosa ha detto.
Con una pistola puntata contro,
vuole fare la pace?
- Cosa succede quando esce dalla porta?
- Cosa succede, Jerry?
- Arrivi al suo ufficio e ti saltano addosso.
- Succede questo?
No, se io gli dico di non farlo.
Non ti salteranno addosso.
Se gli dico di fare una cosa, la fanno.
Nessuno ti salterà addosso.
È la verità.
Dovrai credermi sulla parola.
Se non credi che ti stia dicendo la verità,
allora non reagire.
Se credi che ti stia dicendo la verità,
fammi uscire da qui.
- Mi dà la sua parola.
- E cos'altro?
E cos'altro, Jerry?
Non c'è nient'altro. Solo la mia parola.
La mia parola non basta?
Mi dispiace.
E se facciamo la registrazione, lui non parla,
arrivano le undici e mezza.
Lo mettiamo comunque in onda?
Fate pure la registrazione.
Non è un problema. Si può sempre cancellare.
Potrebbe rivelarci qualcosa,
ed è un modo per guadagnare tempo.
Ma mai e poi mai potrà andare in onda.
Un folle minaccia di uccidere Jerry
e voi non volete mandarlo in onda?
Non agitiamoci. Forse non ci siamo capiti.
Faremo la registrazione alle sette.
Abbiamo fino alle undici e mezza
per decidere se mandarlo in onda.
Sono quattro ore. Nel frattempo c'è
da sperare che avremo trovato Mr Langford.
Harry, ho sentito abbastanza.
Facciamo causa. Facciamo causa a tutti.
- Chi è quest'uomo?
- L'avvocato di Jerry.
Chi sono? Sono quello che fa causa.
Sono I'avvocato.
- Jay...
- Non cominciare, per favore.
- Jay, a chi vuoi fare causa?
- Facciamo causa a te. Personalmente.
- E a chi altro?
- All'FBI.
È una situazione grave
e va risolta in modo razionale.
Comportiamoci da persone civili,
o ci saranno serie conseguenze.
Non c'è niente di civile in un rapimento.
È uno dei reati più stupidi che esistano.
Dov'è la linea di difesa in un rapimento?
Come si fa a dire: "Ero impazzito"?
Come si fa a dire:
"Non sapevo quel che facevo"?
- A chi importa?
- Solo un idiota si dà al rapimento.
E solo un idiota decide di fare
quello che avete deciso voi.
Jerry, adesso io vado.
Presto ti lasceremo andare.
Verso mezzanotte, come ti ho detto. Divertiti.
Sono sicuro che ti divertirai.
Ciao.
Non sappiamo se abbiamo a che fare
con dei rapitori o con dei terroristi.
Terroristi? Cosa intende?
Potreste mandare in onda questo tizio
con un messaggio cifrato,
e magari 50 persone
perdono la vita in tutto il paese.
- Lei è impazzito.
- Non sono impazzito.
Lo registreremo,
e ascolteremo quello che dice.
E a meno che nella registrazione ci sia
qualcosa di terribile, la trasmetteremo.
Perché si tratta di dieci minuti
di un talk- show contro la vita di un uomo,
e non mi sembra che ci siano dubbi.
Salve. Come sta oggi? Telefono...
Il Re. È una telefonata a carico
del destinatario per Mr Thomas.
Mr Thomas, c'è una chiamata
a carico del destinatario.
Andiamo.
Se è lui, lo faccia parlare.
Pronto. Chi parla?
- Sono il Re. Chiamo per conto del Re.
- È perfettamente puntuale.
Certo. Siamo sempre puntuali.
Stiamo bene, grazie.
Voglio essere breve, e voglio dire...
La interrompo un attimo per chiederle...
potrei parlare con Jerry?
Jerry non è qui. Chiamo da una cabina,
non cercate di rintracciarci.
Me ne sono accorto,
ho sentito il rumore, che conosco.
È importante, dobbiamo sapere che...
come posso dire... I'avete in custodia voi.
Ci abbiamo pensato e porteremo con noi
un indumento che sono certo riconoscerete.
Non è semplice come crede, non può entrare
in studio e andare direttamente in onda...
No, Bert... se posso chiamarla così.
Non c'è problema.
Il materiale è pulito.
- Sa che esistono regole precise?
- No, ma ne possiamo parlare.
Voglio solo dire, non dite niente alla stampa.
Trattenete il pubblico fino a mezzanotte
dopo che lo show è andato in onda.
Grazie. Di tutto il resto parleremo poi...
È stato un piacere parlarle.
Ragazzi, se è furbo.
Non I'ha bevuta.
Stasera mi sento totalmente impulsiva.
Potrebbe succedere di tutto.
Ho così tante cose da dirti.
Non so da dove cominciare.
Voglio raccontarti tutto di me,
tutte le cose che non sai.
Ti piacciono i bicchieri? Cristallo.
Splendidi. Li ho comprati per te.
Hanno un non so che.
La loro semplicità.
Ma se non ti piacciono,
se hai anche solo il più piccolo dubbio...
A volte mentre faccio la cosa più banale,
come fare il bagno, mi dico:
"Chissà se anche Jerry sta facendo il bagno".
E spero che tu non stia affogando
o chissà cosa.
Mi preoccupo da matti per te,
caso mai succedesse qualcosa di orribile.
E sogno a occhi aperti
di essere con te sul campo di golf,
di guidare il tuo cart,
di andarmene in giro così.
"Ti serve un putter, Jer?" Hai presente?
"Ti serve un iron?"
Non ci so giocare a golf.
Una volta ho giocato con mio padre, ma...
Ti amo.
Non ho mai detto ai miei genitori
che gli volevo bene.
Neanche loro me I'hanno mai detto,
ma a me andava bene così.
Ma a te voglio bene.
Vuoi un po' di vino? No? Ok.
Neanche a me va di bere.
Ma di sicuro mi va di stare sola con te.
Perché non sgombriamo il tavolo?
Pensavo che saremmo andati di sopra,
ma è così prevedibile.
Togliamo tutto dal tavolo e facciamolo qui.
Ti farebbe impazzire. Farebbe impazzire
anche me. Non ho mai fatto una cosa simile.
Non ho mai neanche invitato nessuno a cena,
figuriamoci fare I'amore sul tavolo.
Però lo voglio fare. Voglio ballare.
Voglio, che ne so, mettere su le Shirelles.
Voglio sentirmi nera.
Non sarebbe una follia?
Sai chi vorrei essere stasera?
Vorrei essere Tina Turner,
e ballare per tutta la stanza.
Biglietti alla mano, per favore.
Buonasera.
Sono Clarence McCabe. Lo scrittore.
- Queste persone sono con lei?
- Questa è mia moglie.
- E loro?
- I suoi genitori, di Cleveland, Ohio.
- Controllo il suo nome.
- Sarò il terzo ospite.
Adesso controllo.
- Mi dispiace, non trovo il suo nome.
- Ha appena passato la M.
Se vuole torno indietro.
Eccola di nuovo.
Mi faccia controllare. Non è possibile.
- Miss Long non I'ha chiamata?
- No, signore.
Non le ha detto del mio libro
e che mi avevano invitato?
- Dall'elenco non risulta.
- Mi ha detto di venire alle 17.45.
Sono già le 17.50.
Mi restano solo dieci minuti.
Può entrare solo il personale autorizzato.
Sono le regole.
Non ha mai sentito parlare del mio libro?
La scomparsa della tigre siberiana?
- Posso telefonare a Miss Long?
- No, non si può.
Può chiamarla lei?
II suo nome non è sull'elenco, quindi
non posso lasciarla entrare. Sono le regole.
- Devo vederla.
- Fermatelo.
Miss Long?
Clarence!
- Chi sarebbe questo Clarence McCabe?
- Sono io.
- È il suo vero nome?
- Be', in teoria.
- In verità è uno pseudonimo. Un alter ego.
- Perché usa uno pseudonimo?
- Sono uno scrittore. È una scelta mia.
- Cosa ha scritto?
Un libro intitolato
La scomparsa della tigre siberiana.
Ho passato due anni in Russia
e due anni in Cina per le ricerche.
- Due anni in Russia, due in Cina?
- Adesso sarei anche un comunista?
Abbiamo ancora un riflettore da sistemare...
- Salve. Sono il Re.
- Come?
- Il Re.
- Cosa posso fare per Sua Altezza?
Davvero, sono il Re.
Il suo camerino è dietro le quinte.
Il trono è già lì. Riconoscerà la porta.
Molto divertente.
- C'è una mezza luna, con le stelle...
- Chi comanda?
Mr Ding. È un tipino con un cono gelato
sul naso, un paio di campanellini.
- Miss Long.
- Mr Pipkin?
No, mi chiamo Mr Pupkin. Come sta?
Cosa ci fa qui, Mr Pupkin?
Sono il Re.
A quanto mi risulta, mi state aspettando.
Mr Thomas c'è?
Lei è il Re? Lspettore Gerrity dell'FBI.
Capisce? Come si chiama?
- Qual è il suo vero nome?
- È il mio vero nome.
Allora, Mr Pupkin, ci vuole dire
dove si trova Jerry Langford?
- Lei lavora allo show?
- No, non lavoro qui.
È il mio vice, I'agente Giardello, e lui
è il capitano Burke della polizia di New York.
- Vorrei vedere qualcuno che lavora qui.
- Prima io devo vedere Langford.
- Prima io vedo qualcuno che lavora qui.
- Solo se ci dice dove si trova Langford.
Allora Jerry Langford è morto.
Va' a chiamare Thomas.
- Sono Bert Thomas. Lei è il Re?
- Sì. Piacere.
- Ho parlato con lei al telefono?
- Sì, abbiamo parlato poco fa.
E prima aveva parlato con Jerry.
- Dove ha preso questo?
- È di Jerry, come vede.
- Questo cos'è?
- Il sangue è mio, non di Jerry.
Mi ha convinto. Cosa abbiamo qui?
È la mia presentazione. Vorrei che
Mr Randall la leggesse fedelmente.
La presentazione che Randall deve fare del
suo monologo? Posso leggere il monologo?
Veramente lo so a memoria,
quindi non ne ho una copia.
Dobbiamo assicurarci
che lei non dica niente di osceno,
niente che possa causare
problemi tra il pubblico.
Non si preoccupi, davvero.
È un monologo pulito.
- Me lo garantisce?
- Glielo garantisco.
Trattenete il pubblico
fin dopo le 11.30.
- Dategli tutto quello che chiede.
- È stato un piacere conoscerla.
Si sieda, Pupkin.
Devo dirle una cosa. Da questo momento
ha il diritto di mantenere il silenzio.
Capisce? Perché qualsiasi cosa
lei dica d'ora in poi
potrà essere usata contro di lei
in tribunale. Capisce?
- Dica che capisce.
- Ho capito.
Ha partecipato al rapimento
di Jerry Langford?
Sì, I'ho rapito io.
Sa dove si trova ora Mr Langford?
Sì, lo so.
- Ci vuole portare da Mr Langford?
- No, non intendo farlo.
A questo punto deve considerarsi in arresto.
Benissimo. Credo sia ora di passare al trucco.
Ha bisogno di un po' di trucco.
Mettigli un po' di colore in faccia.
Mi piacerebbe
metterti un po' di colore in faccia.
Devo passare al trucco.
"...brutte notizie." Cambia cartello.
"Ho brutte notizie..."
- Volevi vedermi?
- Hai visto questa roba?
Ne ho parlato con gli autori. Va bene.
"I miei autori sono stati liquidati dal plotone
d'esecuzione delle decisioni del network."
- È divertente.
- Ti fa ridere?
- Fa' come ti dico.
- Perché devo dire queste cose?
Leggilo così com'è. Andrà bene.
E sarà un bene per te. Fidati.
- Tu sei il regista. Puoi aiutarmi?
- Togliti i fazzolettini e andiamo.
- Ancora qualche minuto. Forza.
- Fa' passare in fretta i cartelli, capito?
Facciamo una follia stasera.
Perdiamo la testa. Voglio fare follie.
Voglio fare la pazza.
Voglio divertirmi. Maledizione.
Il dottore dice: "Non ti divertire.
Tu non devi divertirti".
Devo mantenere il controllo.
E mi piace.
Ma per una sera
vorrei vedermi perdere la testa. Tu no?
Non sarebbe fantastico?
Non sarebbe favoloso?
Mi sto divertendo.
Me la sto spassando.
Spasso è il mio secondo nome.
Me la sto spassando.
Proprio così. Mi sto divertendo.
Non mi sono mai divertita tanto.
Proprio così. Quel bel modo di divertirsi
all'antica, e tutto americano.
E ora, da New York,
The Jerry Langford Show.
A fare gli onori di casa Tony Randall,
con i suoi ospiti:
Shelley Winters, Gore Vidal, Tony Bennett,
e come sempre, Lou Brown e I'orchestra.
E il vostro vecchio amico, Ed Herlihy.
E ora salutate Tony!
Buonasera, signore e signori.
Ho brutte notizie per voi.
I miei autori sono stati liquidati dal plotone
d'esecuzione delle decisioni del network.
Quindi stasera non vi offrirò
uno dei miei straordinari monologhi.
Tanta partecipazione mi mette in imbarazzo.
Stasera vedrete qualcosa di un po' diverso...
molto diverso, direi.
Vi daremo un assaggio
- cambia cartello, per favore - del futuro.
È raro sapere per certo che qualcuno
spopolerà nel mondo dello spettacolo.
Dopotutto, il verdetto
spetta sempre a voi, non è vero?
Ma credo che stasera,
dopo che avrete visto...
il mio primo ospite,
concorderete con me che è destinato
alla fama, in un modo o nell'altro.
Quindi accogliete con il vostro
più caloroso applauso il nuovo Re dei comici,
Rupert Pupkin!
Buonasera. Vorrei presentarmi.
Mi chiamo Rupert Pupkin.
Non posso credere che sto per baciarti.
Masha.
Toglimi il nastro adesivo.
Davvero?
Dai. Toglilo.
- Adesso sono pronto.
- Riportatelo giù.
Con piacere.
Perché I'ha fatto? Me lo dica,
e forse riuscirò a crederle.
- Perché ha fatto una cosa simile?
- Sa che ore sono?
- Le 11 meno cinque.
- Meglio andare.
Altrimenti... non vorrei metterla così, ma...
altrimenti Jerry non sarà più disponibile.
- Capirà quando andiamo.
- Perché dovrei capire?
Dove andiamo?
- Fa parte dell'accordo.
- Quale accordo?
Questi erano i patti.
Voglio vedere lo show in un altro posto.
Quando I'avrò visto, è fatta,
vi darò Langford.
Non capisce la mia posizione.
Al momento ho qui lei.
- Vero.
- Finché ho lei, posso arrivare a Langford.
- Ma non ha Jerry.
- Questo lo so.
- Sto facendo il più in fretta possibile.
- Brava, Masha.
- Stai bene?
- Sto benissimo.
Lo so.
Un'ultima cosa, per favore.
Non posso entrare insieme a voi.
Se poteste aspettare qui
e lasciarmi entrare da solo, tutto qui.
Se fa una mossa falsa
le spacco le caviglie.
Promesso.
- E fate finta di non conoscermi.
- D'accordo.
Sembri un po'...
Jerry, aspetta!
Torna indietro!
Oh, Dio.
Cosa vuoi adesso?
- Cosa fai? Lo stavo guardando.
- Un attimo solo.
E ora, da New York,
The Jerry Langford Show.
A fare gli onori di casa Tony Randall,
con i suoi ospiti: Shelley Winters...
- Cosa succede?
- Lo conosce?
- Purtroppo sì.
- Stia tranquilla. Andrà tutto bene.
...il mio primo ospite, concorderete con me
che è destinato alla fama,
in un modo o nell'altro.
Quindi accogliete con il vostro
più caloroso applauso il nuovo Re dei comici,
Rupert Pupkin!
Buonasera. Vorrei presentarmi.
Mi chiamo Rupert Pupkin.
Sono nato a Clifton, nel New Jersey,
il che al tempo non era un reato federale.
Abbiamo qui qualcuno di Clifton stasera?
Bene, allora possiamo rilassarci.
I miei genitori erano troppo poveri per potersi
permettere di darmi un'infanzia a Clifton,
ma il fatto è che non è consentito
essere troppo poveri a Clifton.
Se scendi sotto un certo livello,
ti mandano in esilio a Passaic.
Comunque i miei genitori hanno pagato
le prime due rate della mia infanzia.
Poi però mi hanno rispedito all'ospedale
dicendo che ero difettoso.
Ma, come tutti, sono cresciuto
in gran parte grazie a mia madre.
Se solo fosse qui stasera, le direi:
"Ehi, mamma, cosa ci fai qui?
Sei morta da nove anni!"
Avreste dovuto vederla, mia madre.
Era fantastica.
Bionda, bella, intelligente, alcolizzata...
Bevevamo il latte insieme dopo la scuola.
Il mio era pastorizzato, il suo corretto.
Una volta I'hanno fermata
perché andava a 80 all'ora.
D'accordo, ma nel garage?
E quando le hanno fatto la prova,
le hanno trovato un 2°/° di sangue nell'alcol.
Ma ci divertivamo insieme, io e la mamma,
tanto che si metteva a piangere
e poi vomitava. Già.
E a chi toccava pulire? Non a papà.
Lui era da O'Grady,
impegnato a vomitare di suo.
Tant'è che, fino ai 16 anni, ho creduto
che vomitare fosse un segno di maturità.
Mentre gli altri ragazzini
scappavano nei boschi a fumare,
io mi nascondevo dietro casa
per cacciarmi le dita in gola.
Solo che non ha mai funzionato,
finché un giorno papà mi ha beccato.
E proprio mentre mi dava un ultimo calcio
nello stomaco, tanto per non sbagliare,
sono riuscito a vomitargli sulle scarpe nuove.
"Ci siamo", ho pensato.
"Ce I'ho fatta. Finalmente sono un uomo!"
Ma ho scoperto che mi sbagliavo.
Quella è stata I'unica volta che mio padre
mi ha dedicato un po' di attenzione.
In genere era troppo occupato a giocare
a pallone con mia sorella Rose.
Ma, devo dire,
grazie a tutte quelle ore di allenamento,
mia sorella Rose è diventata
un gran bell'uomo.
A me lo sport non interessava.
L'unico esercizio che facevo era
quando gli altri bambini mi picchiavano.
Me le davano una volta alla settimana,
in genere il martedì.
E dopo un po',
la scuola I'ha inserito nel programma.
E se mi mettevano al tappeto,
prendevano un più.
C'era un solo ragazzino, poveraccio,
che aveva paura di me.
Io gli dicevo: "Picchiami!"
"Cosa ti prende? Non vuoi diplomarti?"
Lo invece sono stato il più giovane nella
storia della scuola a diplomarmi in trazione.
Ma il mio unico vero interesse, fin dall'inizio,
è stato il mondo dello spettacolo.
E da giovane ho cominciato dall'alto:
Collezionando autografi.
Ora...
Probabilmente vi chiederete
come mai Jerry non è qui con noi stasera.
Il fatto è che è stato trattenuto.
E sono io che I'ho trattenuto.
Non sto scherzando: L'unico modo
per far breccia nel mondo dello spettacolo
era rapire Jerry Langford.
In questo momento Jerry
è legato a una sedia nel cuore di questa città.
Ridete pure. Grazie, ve ne sono grato.
Ma il fatto è che io sono qui.
Domani saprete che non stavo scherzando
e penserete che sono pazzo.
Ma io la vedo così: Meglio essere re
per una notte che nessuno per una vita.
Grazie.
- Come hai fatto?
- Ti è piaciuto? Grazie.
Vorrei offrire da bere a tutti.
Spero che lo spettacolo vi sia piaciuto.
- Rita, tieni il resto.
- Adesso andiamo a prendere Langford.
E solo perché sono arrivato,
non vuol dire che mi dimenticherò di te.
- Ti chiamo...
- Basta discorsi.
- Cosa sta succedendo?
- Abbi cura di te.
È lo stesso tizio che era in televisione.
Un attimo fa. Lo stesso tizio.
Mi sto vendicando.
Quelle battute erano pietose.
Non le sono piaciute?
Anzi, vorrei passare a prendere il tizio
che le ha scritte e portarlo via insieme a lei.
Le ho scritte io. Non sono d'accordo.
Secondo me erano ottime battute.
Se le ha scritte lei, ho un consiglio da darle.
Si getti in ginocchio
davanti al giudice e implori pietà.
Molto divertente. Vedremo.
Nel più strano debutto degli ultimi anni,
un sedicente comico di nome Rupert Pupkin
è comparso nel Jerry Langford Show...
L'episodio ha messo il nome
di Rupert Pupkin sulla bocca di tutti.
La sua esibizione è stata vista
da 87 milioni di famiglie, un record.
Rupert Pupkin, il Re dei comici colpevole
di rapimento, è stato condannato a sei anni
da scontare nel carcere
di Allenwood, in Pennsylvania,
per il rapimento
del conduttore televisivo Jerry Langford.
Nell'anniversario della sua apparizione in TV,
Pupkin ha detto ai giornalisti che considera
ancora Jerry Langford suo amico e mentore.
Ha dichiarato
di aver scritto le proprie memorie,
che sono state comprate da un importante
editore per oltre un milione di dollari.
Pupkin è stato rilasciato dopo aver scontato
due anni e nove mesi della sentenza.
In centinaia hanno accolto
il comico trentasettenne,
tra gli altri
il suo agente e manager, David Ball,
che ha annunciato che Re per una notte,
I'autobiografia di Pupkin,
diventerà un film.
Pupkin ha detto di aver affinato
il suo materiale mentre era ad Allenwood.
Ha aggiunto di voler valutare
una serie di offerte
e di non vedere I'ora di rientrare
nel mondo dello spettacolo.
E ora, signore e signori,
I'uomo che tutti aspettavamo...
e abbiamo aspettato per un bel po'.
Date il benvenuto
alla stella più brillante della televisione.
Il leggendario, magistrale,
ineguagliabile Re dei comici,
signore e signori, Rupert Pupkin.
Rupert Pupkin, signore e signori.
Date il benvenuto a Rupert Pupkin.
Fantastico. Rupert Pupkin,
signore e signori.
Rupert Pupkin, signore e signori.
Date il benvenuto a Rupert Pupkin.
Splendido. Rupert Pupkin,
signore e signori.
Sottotitoli: Filou;- )