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Vorrei presentarvi il prossimo speaker di questa sera:
Vik Nithy.
E' un ragazzo che all'età di vent'anni
ha già fondato tre società.
Scusate, stavo per dire venti società all'età di tre anni.
E questo dopo una diagnosi di Sindrome di Cushin
con tutta una serie di disturbi.
Quindi è un giovane imprenditore di vera ispirazione
e sta per dirci perché procrastiniamo.
Grazie.
(Applausi)
Ho finito le superiori circa due anni fa.
E sebbene andassi piuttosto bene,
non ho fatto nemmeno lontanamente quanto avrei potuto
se non avessi sofferto di una dipendenza,
cronica e debilitante, dalla procrastinazione.
Rinviavo lo studio fino alla notte prima
di ogni scadenza e di ogni esame ogni volta che era possibile.
Qui c'è qualcuno che studia all'ultimo minuto?
Sì. Allora probabilmente sapete come ci si sente
a fare una pausa di cinque minuti con Facebook
prima di iniziare a lavorare
e poi rendersi conto che sono passate 3 ore,
o a promettere a voi stessi che inizierete a lavorare domani
giorno dopo giorno per una settimana. Domani, domani.
E non rinviamo solo lo studio,
rinviamo anche cose di routine,
rinviamo i pensieri che riguardano il nostro futuro
e rinviamo il risparmiare e il metterci in forma.
Credo che la procrastinazione sia un problema veramente serio,
perché riguarda il non essere in grado di spingerci
a fare le cose che sappiamo di voler fare.
Quindi stasera vi parlerò dei motivi
per i quali noi procrastiniamo
e poi spero di darvi alcune dritte su come superarlo
se riuscite a trovare il tempo per farlo.
(Risate)
Okay.
Quindi la procrastinazione non è una malattia.
Riguarda più una decisione che prendete,
la decisione di non fare ciò che dovete fare in quel momento
ma di farlo invece più tardi.
E' davvero come se ci fosse una lite nella vostra testa, vero?
Una parte di voi vuole lavorare
e un'altra parte del vostro cervello vuole giocare ad "Angry birds".
E per qualche motivo riuscite sempre a convincervi:
"Oh, va bene, posso fare tutto ciò che devo domani,
non devo farlo adesso".
Quindi come studente di psicologia
ho avuto la possibilità di scoprire cosa succede esattamente
nei nostri cervelli quando rimandiamo qualcosa,
e ho scoperto che c'è davvero una lite nella nostra testa
tra il sistema limbico e la corteccia prefrontale.
Questa è la corteccia prefrontale.
Questa è la parte del nostro cervello che ci dice:
"Dovresti lavorare Vik, hai un compito da consegnare domani".
C'è una parte del vostro cervello ad un livello superiore,
l'altra parte del cervello coinvolta nella procrastinazione,
il sistema limbico.
Questa è una parte del cervello più primitiva
che vuole guardare un altro episodio di Gossip Girl
prima di iniziare a studiare.
E allora perché sembra sempre
che a vincere sia il sistema limbico?
La risposta si trova in questa graziosa ma ingannevole parte di cervello
chiamata amigdala.
L'amigdala è la parte del nostro cervello
che controlla paura e ansia
e la risposta combatti o fuggi agli stimoli minacciosi.
Quindi per esempio, se siete in una giungla
e vedete un leone in lontananza
cosa fate?
Io non ne ho idea, non ho mai visto un leone in libertà
ma ho visto un insegnante avvicinarsi a me
quando non ho fatto i compiti.
(Risate)
E credo che la reazione nell'amigdala sia piuttosto simile:
la prima cosa che fate è bloccarvi
le mani sudate, il cuore che inizia a battere forte
e la vostra corteccia prefrontale, che prende le decisione, si spegne.
Perché se vedete un leone in libertà nella giungla,
non volete una voce nella vostra testa che vi ricordi
che avete un saggio da scrivere,
dovete concentrarvi su cosa succede nel mondo intorno a voi
e rispondere alle necessità fisiologiche.
Quindi, quando procrastiniamo
proviamo una leggera risposta d'ansia
verso stimoli di minaccia
come succede con un compito che dovete finire.
E allora di cosa ci preoccupiamo?
Di cosa ci preoccupiamo? Conoscete la vostra mente scimmiesca.
Questa è la parte del vostro cervello,
la voce nella vostra testa che reagisce allo stimolo minaccioso di un saggio.
Potete essere spaventati da un enorme -
Potreste scoprire che il compito è difficile
e non sapete da dove cominciare.
Potreste - se è un compito spiacevole,
potreste temere il dispiacere di dover fare il compito
e se è un compito più complesso -
quando la vostra performance viene misurata
allora potreste temere un reale fallimento.
Quindi i perfezionisti usano la procrastinazione
come uno strumento auto invalidante
per evitare il fallimento personale.
Per esempio, se avete un compito da consegnare venerdì
e oggi è lunedì, potete terminare il compito domani.
Ma se non lo fate bene
allora cosa dirà della vostra capacità di fare bene gli esami?
Mentre se iniziate giovedì sera e fate in fretta
allora se fallite è solo perché siete pigri e avete studiato di fretta.
Non siete stupidi, siete perfettamente normali.
Ma la vostra corteccia prefrontale,
sa che questa è una decisione stupida.
Sapete che il fallimento è un'esperienza di apprendimento positiva
e che è meglio essere al sicuro che dispiaciuti.
Ma ricordate che la vostra amigdala si occupa di reazioni del subconscio.
Quindi come possiamo superare la procrastinazione
se nel nostro cervello abbiamo una scimmia che decide al posto nostro?
La risposta è una cosa chiamata "metacognizione".
Pensate al pensiero.
Dobbiamo ammettere
che non saremo quelli che prenderanno la decisione
di studiare domani.
Avremo questa spontanea scimmietta pigra
che decide al posto nostro
perché abbiamo troppa paura di farlo da soli.
E ci sono poche cose che dobbiamo progettare
per poter superare questo ostacolo:
dobbiamo progettare dei traguardi.
Progettate esattamente quello che dobbiamo fare.
Dividiamolo in parti e scopriremo
che il compito è molto meno difficile.
Progettiamo il tempo. Così capiremo esattamente
cosa fare in quale lasso di tempo
e ricordate,
non è qualcosa che dovete fare ogni volta che dovete studiare,
è qualcosa che dovete prendere l'abitudine di fare automaticamente
quando capite che le cose devono essere fatte.
Progettate le risorse.
Se passate dieci minuti prima di iniziare a lavorare
per mettere sul tavolo davanti a voi tutto quello che vi serve,
non potete andare avanti e poi convincervi
che dovete usare Google
o che dovete andare su Facebook per procurarvi qualcosa
perché tutto quello che vi serve è davanti a voi.
Progettate il procedimento. La ricerca ha dimostrato
che se visualizzate il procedimento legato a quel che dovete fare,
il compito diventa più facile.
Se chiudete gli occhi e pensate a quello che dovete fare
allora, spingerete il vostro cervello a pensare che l'avete già fatto prima
e così tutto diventa più facile da fare.
Progettate le distrazioni, così sapete che la vostra scimmietta
vorrà controllare Facebook ogni cinque minuti.
Dovete prendervi l'impegno di restare concentrati
e di non distrarvi.
E per ultimo progettate il fallimento.
Diciamo che state svolgendo un problema di matematica
e arrivate ad un quesito che non sapete risolvere,
di solito quello è il momento
in cui le persone decidono di prendersi cinque minuti di pausa.
So che dirsi "Non mollare!" è un cliché
ma credo che quando si giunge ai posti di blocco
quando stiamo cercando di fare qualcosa,
è soprattutto rilevante,
e non solo mentre studiamo, ma in ogni aspetto della vita.
Se procrastiniamo quando arriviamo ad un blocco,
allora non credo che riusciremo mai ad avvicinarci
alla risoluzione del problema.
Dobbiamo imparare a stringere i denti e affrontarlo.
Oh mamma!
Allora, questa citazione dice:
"Non aspettare. Non sarà mai il momento opportuno."
ed è di Napoleon Hill.
Quindi credo, da studente, che la prima ragione per la quale procrastiniamo
è perché non pensiamo che le condizioni siano giuste per prendere l'iniziativa.
Aspettiamo il fine settimana per scrivere un saggio,
aspettiamo di essere "in vena" per essere creativi,
aspettiamo di avere denaro per fare la carità...
Credo che se ci abituiamo a progettare,
pensare al pensiero e fare le cose velocemente,
allora il mondo diventerà nostro
e il nostro futuro sarà molto più prospero.
Grazie.
(Applausi)