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"Abbiamo realizzato 'Piovono pietre' all'inizio degli anni '90, quando il paese era reduce
da dieci anni di
governo Thatcher, la disoccupazione toccava livelli altissimi. Molte industrie avevano
chiuso, molte famiglie erano state ridotte sul lastrico e la crisi veniva pagata soprattutto
dagli uomini piu` adulti, sopra i 40-50 anni, del tutto esclusi dal mercato del lavoro dopo
la chiusura delle miniere e delle grandi industrie. Per cui era soprattutto il tradizionale lavoro
maschile, degli operai e dei minatori, a essere messo in crisi: naturalmente con tutte le
conseguenze anche psicologiche del caso, perdita di autostima, di identita`, di rispetto. Oggi
l'alienazione tocca tutte le generazioni, a cominciare dai giovani. Allora si combatteva,
oggi si percepisce un senso di fatalistica accettazione. C'e` molta rabbia, ma non focalizzata
su un obiettivo. I sindacati sono in crisi, la sinistra andrebbe totalmente riorganizzata.
Lo sfruttamento di chi lavora e` sempre piu` forte. Vent'anni fa era dura, ma oggi e` peggio.
Per l'Europa il futuro è piatto. In Grecia le società sono privatizzate. Non
possiamo permettere che certa politica continui ad agire in nome di
popolazione. Non bisogna portare la gente a emigrare per cercare lavoro.
Dovrebbe essere un'Europa unita basata sulla cooperazione e non sulla
competizione