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Il movimento è uno strumento molto utile per sviluppare propriocezione,
autocontrollo, autodeterminazione, fiducia in se stessi e altri aspetti di se stessi.
Quando ti stai muovendo sei solo tu. Nessun altro sta muovendo le tue gambe per te,
nessun altro sta pompando ossigeno nei tuoi polmoni, nessun altro sta sentendo la stanchezza muscolare.
Sei tu solo e l’ostacolo inanimato. Sei tu quello che viene messo alla prova.
Il parkour ci ricorda che esistiamo separatamente da tutti gli altri,
e che le nostre azioni sono sotto la nostra stessa responsabilità.
Quando siamo liberi di pensare e di decidere, anche se finiamo per scegliere le stesse cose degli altri,
siamo più felici perché siamo certi che fosse ciò che volevamo.
L’altra ragione che rende utile il movimento è il processo di apprendimento,
poiché possiamo facilmente osservarne gli effetti,
infatti il movimento è qualcosa che si esperisce ogni giorno.
La differenza tra un praticante di parkour e una persona qualsiasi è facilmente osservabile,
anche se non si presta attenazione.
Se si sta attenti si può imparare molto circa il superamento delle pressioni sociali.
Devi imparare queste lezioni, prima di fare parkour.
Ti allenerai spesso in gruppo e i gruppi, spesso, hanno un’ atmosfera positiva.
Se permetti che questa atmosfera ti influenzi,
se permetti che ti persuada a provare qualcosa che non sei sicuro di riuscire a fare,
allora stai ignorando ciò che il tuo corpo ti sta dicendo circa le tue possibilità
e ti stai affidando a messaggi esterni.
Non importa quanto questi segnali esterni possano essere positivi,
essi non saranno mai accurati quanto lo sono i segnali prodotti dal tuo corpo.
Devi lasciare fuori tutti gli altri,
lasciare fuori tutto eccetto te stesso e l’ostacolo che stai cercando di superare.
Fare diversamente significa perdere nuovamente il controllo.
Questa è la ragione per cui, anche se sembra che questi movimenti siano molto pericolosi,
il parkour praticato correttamente non è più pericoloso di una qualsiasi altra attività motoria.
L’idea di base è di rimuovere la pressione esterna su di te, cosicché ogni decisione venga presa razionalmente.
Il praticante capisce di avere il controllo dei propri pensieri e azioni,
di avere il controllo su tutti gli aspetti del sé.
I traceur hanno controllo di ogni situazione, e hanno così controllo anche sul pericolo e sui rischi.
Il rischio rimane basso perché essi possono scegliere di tenerlo basso.
Ecco perché, a differenza di molte attività, il numero di incidenti nel parkour
diminuisce sensibilmente con il progredire del praticante,
perché si cominciano a capire queste differenze basilari tra il parkour e le altre attività
Si capisce che non c’è nessuna buona ragione per provare qualcosa finchè non lo si può fare in sicurezza.
Ciò non porterà successo, poiché nel parkour il successo non è la prestazione ma la preparazione.
Come abbiamo già detto, non è la performance, ma il sistema di allenamento che meglio ti prepara alla vita.
PAUL: Una delle cose che la gente ci chiede quando stiamo praticando parkour è il tasso di infortuni.
Ed è facile per la gente che non conosce il parkour pensare che ci infortuniamo molto spesso.
Ma nei fatti gli infortuni sono molto rari. Certo, graffi e tagli sono comuni,
ma incidenti seri sono molto rari,
perché la gente che pratica parkour tende ad approcciarsi alle cose un po’ per volta.
Così è facile per l’osservatore esterno vedere qualche movimento e dire, sembra pericoloso,
ma la cosa che la gente non considera sono le centinaia di ore spese a provare,
allenare e condizionare e quindi quello che è stato l’approcio graduale a queste cose.
Percui, in questo senso, il parkour è un’ attività decisamente sicura,
perché la gente non prova cose che non è pronta ad affrontare,
e questa è una delle cose che si ripete sempre ai novizi.
E ancora, una delle cose che mi ha attratto del parkour è la sua natura non competitiva.
Così, non ti stai allenando per una gara, e nemmeno per diventare più bravo di qualcun altro.
Quindi questa è la principale differenza tra il parkour e le discipline nelle quali c’è competizione.
Anche se una totale mancanza di competizione nella filosofia del parkour ha i suoi ovvi benefici
dal punto di vista della sicurezza, ci sono anche altri benefici.
Il fatto che le differenze tra ognuno di noi siano facilmente riconoscibili
supporta l’idea che la competizione sia un concetto superfluo,
poichè, in realtà, quale è il senso di confrontarci sullo stesso standard
quando abbiamo riconosciuto di essere tutti diversi?
Perché cercare di raggiungere gli altri e perché compararci algi altri,
quando hai capito che l’unico standard che importa è il tuo?
Ancora, l’idea di fondo in una competizione è che si possano misurare le abilità dei competitori
in una situazione artificiale.
Maggiore è il tempo che passiamo in situazioni artificiali, minore è quello che possiamo impiegare
nelle cose che davvero importano, e così ci dimentichiamo di esse, e questo non è di alcun aiuto.
Se sei sempre felice, per quanto sia possibile. Se i tuoi bisogni sono appagati,
e lo sono anche nella situazione di emergenza più grave.
Se questo è il tuo caso, e lo è anche per le persone cui tieni,
allora sei arrivato e non ti restano che le frivolezze.
Comunque, se non è così, allora c’è ancora spazio per il miglioramento e ce ne sono anche le ragioni.
Questo punto è importante anche a proposito della motivazione.
Quando l’obiettivo dei tuoi allenamenti passa da allenarsi per la vita ad allenarsi per vincere una gara,
ciò diventa un obiettivo più piccolo. Queste cose arrivano e passano.
Le gare iniziano e finiscono, la vita continua, e per godere dei benefici del parkour,
esso deve essere incorporato nella vita stessa, non solo in occasione delle competizioni,
cosicché le lezioni apprese restino con te sempre.
Paul: Avrete notato che molto dell’allenamento che stiamo facendo in questo periodo a Manchester,
si svolge al coperto, alla stazione dei treni di Picadilly.
E la principale ragione è il tempo molto brutto che c’è in questo periodo. Al momento fuori piove,
quindi è buono avere quest’area al coperto, è asciutta ed è un ottimo spot per gli allenamenti.
Ci permette di fare allenamento di forza e condizionamento
e ci sono buone opportunità di lavorare sulla fluidità.
Quindi penso sia ottimo avere una zona nella quale venire malgrado il maltempo
e nella quale si possano provare tutte quelle tecniche che risulterebbero quasi impossibili
su superfici bagnate come lo sono ora.
Scott: Passare molto tempo in uno spot significa far diventare un po’ diverso il tuo allenamento.
Cominci… poiché sei stufo degli stessi movimenti, cominci a cercare altri movimenti.
Cominci a essere molto più creativo di come saresti normalmente.
Quindi, dal momento che ci stiamo allenando molto qui,
credo che il nostro allenamento stia andando in questo modo. E’ bello.
Ci permette di scoprire nuovi movimenti e di costruire un allenamento più creativo che fisico.
La motivazione è il cuore del parkour, così come di qualsiasi attività.
La risposta alla domanda “perché lo facciamo”
è la chiave per l’intensità e la direzione del nostro allenamento.
E’ ciò che vogliamo ottenere, è il nostro obiettivo.
Abbiamo bisogno di prenderci del tempo per capire il nostro obiettivo, se vogliamo raggiungerlo.
Altrimenti è come chiedere a un Inglese medio la strada per Gauhati Nord.
Si, esattamente, hai bisogno di scoprire come arrivarci.
nella motivazione ci sono anche i tuoi desideri.
Essi determinano quanto ti impegni per raggiungere il tuo obiettivo, quanto è importante per te.
Più a lungo ti leghi a qualcosa, più avanti andrai e meglio ci arriverai.
L’intensità dei tuoi desideri determina la distanza che percorrerai per raggiungere il tuo obiettivo.
Quando metti insieme le cose, direzione e distanza,
capisci che la motivazione diventerà la tua guida per dove andrai a finire.
Con una direzione chiara e la costanza di seguire il tuo percorso per un tempo sufficiente,
puoi arrivare ovunque, realizzare qualsiasi obiettivo.
Con un vago senso della direzione, o con poca costanza,
avrai una scarse possibilità di raggiungere qualsiasi obiettivo
La motivazione determinerà la tua vita.
FINE TERZA PARTE