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Sono Baz Luhrmann, il regista, coproduttore
e cosceneggiatore di Romeo e Giulietta.
Sono Craig Pearce,
il cosceneggiatore del film.
Sono Don McAlpine,
il direttore della fotografia.
Sono Catherine Martin,
la scenografa di Romeo e Giulietta.
E siamo qui per aiutarvi
a capire il film.
- Che allegra combriccola.
- Cos'è questo, Craig?
Tra poco vedremo il prologo. Ovviamente
Shakespeare ne aveva scritto uno.
E dovevamo decidere
come comunicarlo al nostro pubblico,
ma ambientando il film al giorno d'oggi.
E abbiamo deciso
di farlo pronunciare dai media.
lntendevamo in questo caso,
come nel resto del film,
trovare degli equivalenti contemporanei
che decodificassero la lingua di Shakespeare,
e questo mi sembra un buon esempio.
È interessante come
si senta il prologo una prima volta,
e poi, quando si passa al reportage,
una seconda volta.
Quindi ripetiamo due volte il discorso
per permettere al pubblico
di abituarsi al linguaggio.
Don, parlaci di questi filmati violenti.
Tutti quelli che incontro
pensano che i disordini siano veri.
Si tratta di un collage
di diversi pezzi presi un po' dappertutto.
ln gran parte l'abbiamo girato
da due elicotteri a Città del Messico
e il resto negli esterni del teatro di posa.
E c'è anche del materiale di repertorio.
Ma guarda che non ci sono
immagini di repertorio.
- Davvero?
- Neanche una.
Abbiamo girato noi
ogni fotogramma del film.
Sembra materiale di repertorio
e invece l'abbiamo girato dagli elicotteri.
Peccato che non ci sia Jill Bilcock,
la montatrice.
Se fosse qui, potrebbe spiegare
la costante reinvenzione e lo spostamento...
C'è molto da dire sul preludio,
che è stato completamente costruito
da Jill in un secondo tempo.
- Prima il film iniziava con i ragazzi.
- ln autostrada.
Non posso approfondirlo in una chiacchierata
come questa, ma il nostro metodo di lavoro
è un processo continuo
in base al quale proponiamo un'idea,
per poi testarla, criticarla e migliorarla.
Nelle stesure preliminari c'erano
moltissime versioni dell'inizio del film.
C'era il reportage
con l'elicottero che sorvolava la baia
e il giornalista:
''Fra due grandi famiglie la lotta si scatena''.
C'era il vecchio che risaliva la collina
in mulo, nella Verona del 1600 o del 1492,
e recitava le prime battute del film.
Non era nella sceneggiatura
che è stata scartata perchè faceva schifo?
Esatto. E non è stata l'unica.
Era una bozza. ln quel momento
non ci stavamo affidando al testo.
Cercavamo di inventarci delle scuse,
perchè eravamo preoccupati
che il pubblico non avrebbe capito
il mondo artificiale che avevamo creato.
- È vero.
- Poi abbiamo scartato l'idea.
Ci siamo resi conto che creando
un mondo di segni comprensibili,
come quelli che vedete adesso,
il linguaggio di Shakespeare
avrebbe raccontato la storia.
Sì.
Nelle stesure preliminari
eravamo arrivati al punto
di inserire pubblicità televisive, in cui
le parole parodiavano l'inglese elisabettiano,
per cercare di spiegare
un aspetto di questo mondo.
Per esempio, quando compare
una pistola c'era la pubblicità:
''La sputafuoco del gentiluomo,
Spadino 33'' o un altro slogan ridicolo.
Comparivano in tutta la sceneggiatura.
Ovviamente era una pessima idea.
Ma, per ironia della sorte,
il film è piaciuto molto
proprio perchè il testo
scritto da Shakespeare
è stato catapultato
in un contesto moderno,
e quindi il linguaggio è stato chiarito
grazie a immagini familiari.
Per esempio, adesso siamo
al distributore di benzina e non al mercato.
E la rissa inscenata nel distributore
risulta ancora più efficace,
perchè gli spettatori si preoccupano
che possa succedere a loro,
che scoppi una rissa tra gangster
mentre fanno benzina.
Sì, ma ci sono diversi livelli sovrapposti.
Anzitutto c'è il linguaggio, l'inglese
elisabettiano parlato nella piazza cittadina.
Bisognava trovare un concetto
del ventesimo secolo che lo chiarisse.
La piazza diventa il distributore.
Don, questo è un argomento per te.
Un altro livello consiste
nel far comprendere al pubblico
cosa succedeva in un mondo
in cui si andava sempre in giro armati.
Così abbiamo creato
un legame con il western,
sviluppando un formato cinematografico
analogo ai western di Sergio Leone.
Don, vuoi dire qualcosa su queste riprese?
Sono delle tecniche
cinematografiche elementari,
ma valorizzate appieno
dai personaggi e dal resto.
È una scena in cui il linguaggio è irrilevante.
Anche se fosse recitata in eschimese,
il pubblico ne capirebbe
comunque l'essenza.
Anzi, permette agli spettatori di abituarsi
al nuovo stile linguistico
a cui dovranno fare l'orecchio.
Don, è un'osservazione interessante,
Baz e io ce ne siamo resi conto
mentre scrivevamo la sceneggiatura.
Abbiamo detto fin dall'inizio
che nelle situazioni vissute dai personaggi
e nell'ambientazione delle scene
dovevamo cercare di scegliere
delle immagini che chiarissero il testo.
Così, anche senza capire il linguaggio,
si sarebbe capito cosa succedeva nella scena
grazie alle scelte fatte nella sceneggiatura,
nella scenografia,
nella regia e nelle riprese.
Quel che succedeva nell'azione
avrebbe aiutato a capire
cosa dicevano e chi erano i personaggi.
E inoltre sei sempre alla ricerca...
Santo cielo, ho già visto il film
50.000 volte ed è la prima volta
che noto quell'asta di microfono riflessa.
- Fateci caso guardando il film.
- Dovremo rifare il film.
Cercavamo sempre...
Anche se non ci siamo sempre riusciti,
mi piace pensare che in ogni scelta
avessimo l'imperativo di esplicitare la lingua.
Così, in maniera semplice e pragmatica,
dicono: ''Posate le armi''.
Ci abbiamo lavorato molto,
non solo CM e Kym,
ma anche Don con le riprese
e noi con la sceneggiatura.
ln una scena avevamo scritto di zoomare
a schiaffo su una pistola chiamata ''Spada''.
Si trattava di decodificare,
di svelare il linguaggio al pubblico.
Ed è stato lo scopo di tutto il film.
- Sì.
- Molte persone mi hanno detto
che dopo questa scena non notano più
il linguaggio shakespeariano.
Scusa, Don. CM, parlaci della statua.
La statua fa parte di un effetto visivo.
Rappresenta il centro cittadino,
la statua di Gesù costituisce
il punto di riferimento di Verona Beach.
C'è una via nella nostra città fittizia,
che è un amalgama di tante città
sudamericane, Miami e Città del Messico.
È una via che porta dritto alla spiaggia,
che nella nostra versione di Romeo e
Giulietta si chiama Bosco di Sicomoro.
È una statua vera modificata digitalmente
per farla assomigliare a Gesù.
No, prima abbiamo costruito il modellino.
- Sì.
- Lo abbiamo filmato a parte.
- Era alto circa 60 centimetri.
- Sì.
- E poi...
- Ma il piedistallo era vero.
Ne abbiamo costruito una piccola parte
in un piazzale a Città del Messico
e poi abbiamo combinato gli elementi.
Ritornando all'idea del linguaggio,
è importante spiegare
perchè ci siamo presi la briga
di inserire una statua di Gesù.
È perchè nel mondo elisabettiano
lo Stato e la Chiesa erano uniti.
Dovevamo chiarirlo. Questi andavano in giro
con delle immagini di Gesù
sui giubbotti antiproiettile.
Come nel '500, dovevamo esprimere
lo stretto legame tra politica e religione.
Guardate il crocifisso sullo sfondo.
È necessario per rendere credibili
certi eventi narrativi:
le peripezie del matrimonio e l'esilio.
E ogni dettaglio della scenografia,
ogni idea di CM,
codificata nel copione e nel modo di filmare,
esprime un mondo elisabettiano
raccontato con immagini del 20° secolo.
Per inciso, abbiamo filmato in diversi posti.
La scena del distributore è stata girata
a Città del Messico e a Veracruz.
lnvece queste riprese
sono state filmate solo a Veracruz...
Fa parte della magia del cinema. Puoi
collegare due posti distanti con il montaggio,
e la zona del Bosco di Sicomoro
è stata costruita su una spiaggia deserta.
ll proscenio del cinema demolito
è una costruzione scenica,
come anche i pali del telegrafo
e la strada che costeggia la spiaggia.
L'entrata in scena di Romeo,
che vediamo adesso...
Parlavamo dell'esplicitare il testo.
C'è un tizio, Romeo,
che entra in scena declamando poesie.
Spesso ti disorienta quando lo vedi a teatro.
Pensi: ''Chi è questo?
È un tizio in calzamaglia che recita poesie''.
E mentre scrivevamo la sceneggiatura,
Baz e io ci chiedevamo chi fosse Romeo
e come il pubblico lo percepisse.
E ci è venuta l'idea
di un personaggio alla James Dean.
È come lui, un ribelle senza causa.
Tra poco c'è la mia
inquadratura preferita. L'adoro.
Si ribella contro qualcosa,
ma non sa bene cosa.
Non ha una causa,
ma non va d'accordo con i genitori.
E oltre a questo aspetto da Gioventù bruciata,
è anche un inguaribile romantico.
Assomiglia un po' a James Dean,
Byron e Kurt Cobain.
E attraverso la scenografia,
come diceva Craig,
lo ribadiamo costantemente.
È una specie di antieroe universale.
È un'immagine che permette
al pubblico di immedesimarsi:
è un adolescente inquieto
che in spiaggia scrive su un diario.
È un'immagine comprensibile,
che permette di iniziare a capire chi sia.
Don potrebbe parlare
della fotografia di queste riprese.
Per esempio, in questo caso
una tempesta aveva spazzato via il set
e stava per compromettere l'intera scena.
Per esempio, i campi lunghi... Questo
l'abbiamo filmato a Veracruz, in Messico.
Questo invece a San Francisco.
E in tutta la sequenza sono visibili spesso
delle variazioni nei livelli di luce.
Questo è un set a San Francisco.
- Quello sfondo...
- Lo stavo reggendo io.
- È di polistirolo.
- E giravo per la spiaggia.
E io continuavo a dire: ''Vai a sinistra''.
E qui invece siamo a San Diego.
- Ecco di nuovo i media.
- San Francisco.
Ci si ricollega all'immagine iniziale del film.
ll tema dei media ricorre in tutto il film.
È interessante notare la luce tenue dovuta
all'inquinamento dell'emisfero settentrionale.
- Vorrei sottolineare che qui tutto...
- È costruito.
Anche questo tizio è costruito.
- È stato costruito.
- Da chi, CM?
''Paride, scapolo dell'anno'' sul Timely
è una delle trovate che preferisco.
Una delle mie collaboratrici
era una bravissima grafica,
Tania Burkett, che proveniva dalla pubblicità.
Ha messo mano a tutte le pubblicità
shakespeariane del film,
e alcune sono dei veri e propri capolavori.
Parlando della trasposizione
del testo in immagini,
l'idea di simboleggiare le due grandi famiglie
shakespeariane con due grattacieli,
dominate dal logo
dei Capuleti e dei Montecchi,
è stata una grande illuminazione per noi.
Ha iniziato a farci capire questo mondo.
La scena della sauna è leggendaria.
È molto autobiografica.
L'idea è venuta a Kym Barrett,
la costumista, perchè...
Avremmo dovuto girarla
nell'eliporto di un grattacielo.
Ma era andato tutto a monte e forse
non avevamo neanche costumi di ricambio.
Così lei ha suggerito la sauna,
e l'abbiamo ricostruita in un set.
A proposito di saune, questi sono stati
i locali più pericolosi dove abbiamo girato.
Erano ideali, a parte la ventilazione.
Siamo morti dal caldo
per due giorni e due notti.
E vorrei aggiungere che,
anche se la scena sembra di giorno,
l'abbiamo girata alle quattro di notte.
Se notate l'illuminazione di Don,
il sole che filtra, cioè dei proiettori,
sembra mezzogiorno.
Mi ricordo che la troupe si era addormentata
durante queste riprese interminabili.
Credo che fosse passato un uragano
senza che ce ne accorgessimo.
Craig, potresti parlarci
dell'allestimento di Villa Capuleti.
E questo inserto
è stato filmato a Los Angeles.
Ci siamo scervellati a pensare
come trasporre in un contesto moderno
i servitori che vanno in giro
a consegnare gli inviti
che vengono intercettati dai Montecchi,
in modo che Romeo sappia della festa
e vada alla festa dei Capuleti
dove incontrerà Giulietta.
Non ci veniva in mente niente.
Alla fine c'è venuta l'idea dei media,
che continua il tema
che avevamo introdotto all'inizio.
E si ricollega anche al carattere dei Capuleti.
Sono ricchi sfondati, ma volgari, grezzi,
il tipo di persone che strombazzano
la loro festa a tutti quelli del posto.
È interessante come i gangster
sostituiscano l'aristocrazia.
È vero, Don.
Dovevamo trovare un parallelo
di quel mondo nel 20° secolo.
All'inizio avevamo pensato al mondo
dei gangster della New York degli anni '30,
perchè serviva un universo morale
dove le armi dettavano legge.
Bisogna capire chiaramente perchè
nel film ci sia un capitano Principe.
Le due famiglie sono davvero in lotta.
Abbiamo scartato l'idea dei gangster perchè
Romeo e Giulietta è una tragedia borghese,
o alto borghese,
ma essenzialmente borghese.
Così, invece di ambientarla
nel mondo dei gangster,
abbiamo portato i gangster nel nostro mondo
e detto: ''Ok, e se fosse questo
il mondo in cui tutti viviamo?''
E abbiamo voluto che Villa Capuleti
che, per inciso, è un importantissimo
monumento nazionale messicano,
riecheggiasse il palazzo di Scarface.
Così suggeriamo,
pur senza spiegarlo,
che forse le attività dei Capuleti
non siano del tutto legali.
Parliamo della mia particina?
- Quelle sono CM, a sinistra, e Kym Barrett.
- Kym Barrett, la costumista.
Queste sono delle riprese effettuate
in studio dalla mattina alla sera.
No, dalla sera alla mattina,
e girare in notturna è una tortura.
- CM ora ha più rispetto per gli attori.
- Sì, era disumano.
E Diane Venora era straordinaria.
Aveva un'energia inesauribile.
Credo che abbiamo filmato
dalle otto di sera alle otto di mattina.
E in ogni ripresa
recitava con la stessa energia.
Basta guardare l'andatura.
Era così energica.
È il minimo che si possa dire.
È un po' eccessiva, ma funziona, direi.
È interessante che per il personaggio
di Giulietta, presentato adesso,
nelle stesure preliminari la Fox avesse
detto: ''Giulietta sembra molto isolata''.
''Magari la balia dovrebbe
essere la sua migliore amica.''
Ma il problema era che non esistevano
delle battute per una migliore amica.
Ma in realtà era colpa nostra.
Non avevamo definito bene il personaggio.
Al posto di darle più amici,
abbiamo deciso
che doveva essere ancora più isolata.
Dovevamo far capire
che vive in una torre d'avorio,
dove è difficile raggiungerla
e da cui non può uscire,
il che aumenta l'importanza
del suo rapporto con Romeo.
Guarda l'immagine.
È la donzella nella torre
e Romeo è il cavaliere
in armatura scintillante.
Ed ecco che arriva
il suo aiutante, Mercuzio.
La sua armatura
è fin troppo scintillante, ma...
Perchè abbiamo deciso
che Mercuzio era un travestito, Baz?
- Credo...
- lo non c'entro niente.
Già... Ti ricordi il giorno
che sono venuto in ufficio?
No, c'è molto da dire
su tutte queste scelte.
Mercuzio ha il linguaggio
più poetico e stravagante
di tutti i personaggi
del film e dell'opera teatrale.
Per molti aspetti ci siamo ispirati
al suo rapporto con Romeo e gli altri ragazzi.
Non è nè un Capuleti nè un Montecchi.
È un po' un outsider. Si sente più vecchio.
È un festaiolo.
Dovunque ci sia Mercuzio, c'è una festa.
Ha un linguaggio straordinario,
stupendo, pieno di fantasia.
Sì, credo che sia appariscente,
ma il bello è che
è allo stesso tempo irascibile.
ll paradosso di Mercuzio
è che da un lato è un festaiolo,
dall'altro è il personaggio più irascibile
del film. Lo si vedrà tra poco.
Se guardate questo momento,
passa da mister Festaiolo...
Scoppia una lite tra lui e Romeo,
e ovviamente il pubblico
inizierà a discutere
l'intensità del loro rapporto
e della loro amicizia.
Ma la Regina Mab rappresenta la transizione.
Quando Mercuzio non ottiene quel che vuole,
la natura paradossale del personaggio,
mister Divertimento da un lato,
il re dei manipolatori dall'altro,
entra in gioco.
E credo che...
Sì, è un travestito,
ma è anche un guerriero.
Vi chiederete anche perchè
i suoi capelli cambiano.
È interessante. llluminaci.
Cambiano perchè abbiamo girato la scena
in parte sulla spiaggia di Veracruz,
- e in parte...
- Per esempio qui, in un set insonorizzato...
- Di San Francisco.
- A causa della tempesta.
La tempesta durante la quale
vedete morire Mercuzio
anche nella realtà ha spazzato via i nostri set.
Abbiamo perso tempo utile per delle scene
che abbiamo completato in seguito.
Per questo, molte di queste riprese
ravvicinate sono state fatte su un piccolo set,
mentre i campi lunghi sono stati effettuati
in esterni sulla spiaggia di Veracruz.
Questa, per esempio,
è la spiaggia di Veracruz.
O altrimenti un bello sfondo ben fatto.
La decisione di incentrare il discorso
della Regina Mab su una droga
è stato oggetto di molte discussioni.
E alla fine ci siamo ispirati
ancora una volta al testo.
ll discorso della Regina Mab
parla di chimere e illusioni
e, in ultima analisi, della futilità
di credere a un sogno romantico.
E noi l'abbiamo sviluppato,
con qualche libertà, facendo dire a Mercuzio:
''l sogni romantici sono inutili
e ti deluderanno,
quindi ti conviene fare un sogno artificiale,
uno che in teoria puoi,
tra virgolette, controllare''.
Mi piace un espediente di Shakespeare
che abbiamo usato anche in Moulin Rouge.
Si tratta della consapevolezza
che sta alla base della ''tragedia comica''.
Sai che i due amanti moriranno alla fine.
Ogni dieci, 15 minuti,
come Shakespeare sa fare benissimo,
ricordi al pubblico
che tra un'ora e mezza moriranno.
lnvece di nasconderlo, lanci
dei campanelli d'allarme. ''Manca poco.''
Al culmine dell'idillio tra gli amanti,
ricordi al pubblico che moriranno.
E questo ne rafforza
il legame emotivo con gli eventi.
l fuochi d'artificio realizzati
dalla nostra arredatrice sulla spiaggia
erano veramente stupendi, in Messico.
Li abbiamo potuti fare una sola volta.
L'uso della musica pop è interessante.
Spesso dicono: ''Ha dissacrato Shakespeare,
ci ha persino messo il pop''.
Ma una delle caratteristiche di Shakespeare
è l'appropriazione della cultura popolare,
non solo la commedia popolare ma anche
la musica, all'interno degli spettacoli,
per coinvolgere
il pubblico nella narrazione.
Ogni espediente
cinematografico usato da noi
è basato su un aspetto
del teatro elisabettiano.
È stata questa la ragione
di ogni nostra scelta.
Questo, per esempio, è molto elisabettiano.
Per qualche motivo i capelli
di Mercuzio crescono durante la scena.
È perchè cambio pettinatura spesso,
e cerco di rispecchiarlo nel film.
Aveva una parrucca più grande in auto.
- Non capisco cosa succeda.
- È la sua parrucca da festa.
ll balletto è stato coreografato
dal favoloso ''Cha Cha'' O'Connell,
che purtroppo non è qui.
John ha coreografato
Ballroom e Moulin Rouge.
Credo che la toga viola a strass realizzata
da Kym Barrett e indossata da Paul Sorvino
sia un classico dei costumi di tutti i tempi.
Piaceva anche a Paul.
Mi ha chiesto se poteva tenerla.
- E voleva che la accorciassero sempre di più.
- È vero, perchè ha della bellissime gambe.
Tra poco ne vedremo un bello scorcio.
Ecco la simbologia dell'acqua,
di cui si parla sempre.
L'idea è che la droga chimica
dell'amore sia stata espulsa.
- Non lo approfondiamo, ma è successo.
- Come in altri punti del copione.
Comunque, in mezzo a questa pazzia,
la droga dell'amore si tramuta in incubo,
e dal silenzio dell'immersione
nasce il primo momento di vero amore.
Questa è l'apparizione
attraverso l'acquario, che ha un retroscena.
Cercavamo di risolvere il problema,
io ero a Miami
a cena con CM,
e dopo sono andato in un locale di Miami.
E quando sono uscito dal bagno, questo...
Era separato dal bagno delle donne
da un acquario,
attraverso il quale i ragazzi
potevano vedere le ragazze
che si pettinavano, e viceversa.
E l'acquario ci ha ispirato moltissimo.
lo e Craig eravamo alla ricerca
di un modo sorprendente di farli incontrare.
Perchè ovviamente
il pubblico sa che uno vedrà l'altra.
Come potevamo sorprendere
col primo sguardo? Ci siamo arrivati così.
È stata un'illuminazione che ci ha aiutato
a capire molti aspetti del loro rapporto.
È una stupenda occasione cinematografica,
una scena bellissima da girare.
- Ma dietro la bellezza...
- C'era la tragedia.
Questa è l'unica inquadratura in cui recitano
insieme, vista la difficoltà delle riprese.
Quando vedete inquadrato un attore,
l'altro non c'è.
Non mi dilungherò su quanto
fossero stupendi Leonardo e Claire,
come colleghi e anche nel film, ci siamo
trovati benissimo a lavorare con loro.
Ma è un tributo alla loro bravura
che trovino in se stessi questo sguardo
e la concentrazione.
Qui lei non guarda Leonardo, e viceversa.
La recitazione è proprio questo.
Farti credere che si guardino negli occhi.
La bravura dei grandi attori
mi stupisce sempre.
L'ultimo sguardo e il sorriso prima
di essere trascinata via sono fantastici.
- Devo parlare del disastro dell'acquario.
- Sì.
Si è rotto due volte,
completamente, è esploso.
Ma dicci come, quando eri in studio,
hai visto fuoriuscire l'acqua.
Ho pensato: ''Brutto segno''.
- Giravamo il giorno dopo.
- Ho visto che il vetro si era incurvato.
- Ho pensato: ''Brutto segno''.
- Era pieno di pesci?
- No, non ancora.
- Che peccato.
- Non abbiamo fatto male a nessun animale.
- Ma la volta dopo i pesci c'erano
e l'addetto ha urtato l'acquario.
- ''Odio questi pesci.''
- Per sbaglio, mentre lo puliva.
La terza volta c'è andata bene.
La scelta dei costumi,
anche se sembrerà ovvia, suppongo...
- Non per qualcuno.
- Be'...
Per qualcuno questi costumi non sono ovvi.
Non ti immagini neanche.
ln Shakespeare vanno a un ballo in maschera.
Per molto tempo abbiamo pensato:
''Oggi nessuno indossa delle maschere
alle feste. Come possiamo fare?''
Eravamo a Miami per scrivere
la prima stesura della sceneggiatura...
lnizialmente avevamo ambientato il film
a Miami, ma poi abbiamo deciso altrimenti.
Ci avvicinavamo a Halloween
e abbiamo pensato:
''È una specie di festa di Halloween
e così tutti indossano
costumi stravaganti''.
Non è vero. Abbiamo detto:
''Non è un po' come la parata gay di Sydney?''
CM ci ha aiutato moltissimo
a trovare dei costumi...
Veramente è stata Kym Barrett.
..a trovare dei costumi
che dicessero qualcosa sui personaggi.
Così Giulietta è l'angelo,
Romeo è il cavaliere,
- Paride è l'astronauta fallito.
- Perchè un astronauta è un fallito?
Non è un fallito, ma potrei sottolineare
la politica espansionistica di Baz?
All'inizio il set avrebbe dovuto occupare
soltanto l'area centrale con le scale,
ma con l'espansione
dei progetti di Baz per la ripresa
abbiamo costruito
la parte laterale, non prevista.
Così la stanza
piena di persone e il palco
sono circondati da vecchie tende
che avevamo trovato.
ll bisogno aguzza l'ingegno,
CM, l'hai dimostrato spesso.
È vero. Troppo spesso, credo.
Dovrei farlo sembrare più difficile.
Giulietta dice nel testo ''nobile Romeo''.
- Lo chiama così...
- E lui la chiama ''Angelo mio''.
- Ovviamente.
- Per questo sono vestiti così, Craig.
Perchè ci hai messo tanto a capirlo?
Kym Barrett ha letto l'opera teatrale
e anche la vostra sceneggiatura.
Dovevamo leggerla.
Perchè non ci abbiamo pensato, Baz?
L'ascensore è interessante. Nella prima
stesura andavano dietro una tenda.
Ma poi c'è stato bisogno,
più tardi, di far scendere Giulietta
dal piano di sopra a quello di sotto.
Durante la progettazione
in Canada di Villa Capuleti,
continuava a comparire l'ascensore.
Alla fine ci ha risolto molti problemi.
È diventato la stanza segreta
dove si rifugiano per un bacio.
Altrove nel DVD vedrete come Don McAlpine
abbia risolto la difficoltà di ruotare
la macchina usando dei pannelli.
- Guardatelo.
- È una specie di...
È un po' come...
Come i capelli di Raperonzolo.
È una specie di sistema segreto di salire
e scendere nel castello dove è imprigionata.
È un'ottima idea.
- Posso dirlo perchè non era mia.
- Era di Nikki DiFalco, la mia assistente.
Si scambiano il primo bacio in un ascensore,
ma circondati da tutti gli altri.
E ha reso possibile,
come diceva Baz, l'idea della fuga.
Sì. Per tanto tempo
ci erano venute in mente
solo idee brutte
sull'inseguimento e sulla fuga...
Ma credo...
ll problema era che nell'originale
lui la bacia di nascosto dietro la tenda.
Ed è un'evoluzione che ha luogo
una volta chiarita la storia sulla carta.
Ti vengono idee nuove e migliori
via via che costruisci i set,
scegli la musica,
disegni i costumi,
durante le riprese e nel montaggio finale.
È un peccato che Jill non sia qui.
Sta lavorando al film
di un altro regista. Come si permette?
Baz ha sempre detto
che questo momento era ''un filo''.
È un momento importantissimo,
in cui Romeo e Giulietta
si rendono conto di appartenere
alle famiglie rivali.
E il tentativo di andarsene, ostacolato
dagli sguardi, dalla voglia di restare,
- Baz l'ha chiamato ''il filo''.
- Non vedete il filo che li unisce?
- lo non l'ho mai visto.
- No, è invisibile.
L'ho spiegato agli attori,
che interpretano il filo.
Me ne servo spesso
nella mia regia.
Per Leonardo e Claire è come se adesso
non ci fosse nessun altro al mondo.
Sono legati da un filo,
che alla fine fa scendere Romeo
dalla macchina.
Sia Baz che Don si sono ammalati
gravemente a questo punto del film,
e abbiamo dovuto interrompere le riprese.
Pensavo che voleste
conoscere le loro sofferenze.
- Per una settimana.
- Ci siamo fermati per una settimana.
- Avevamo la stessa malattia. Ora sto bene.
- Era dovuta al distributore di benzina,
che era effettivamente sulla via
più trafficata di Città del Messico,
che ha uno dei peggiori
inquinamenti immaginabili
e per il cast e la troupe
è stato tremendo.
Per la prima volta ho detto al regista
che non potevo continuare.
- E lui...
- E il regista ti è crollato tra le braccia.
E Richard fece: ''Non possono continuare''.
Ecco il filo, sta tornando da Giulietta.
Un altro aspetto davvero straordinario
della scena sono le acconciature e il trucco.
ln Romeo e Giulietta e Moulin Rouge ci siamo
serviti di truccatori e parrucchieri eccezionali,
Aldo Signoretti e Maurizio Silvi...
Hanno lavorato con Fellini e Visconti,
e lo si nota, a mio avviso,
in molte delle acconciature.
Giulietta indossa una parrucca straordinaria
utilizzabile sott'acqua.
- Così si rovina la poesia del film.
- Non lo sapevo neanch'io.
- Non lo sapeva neanche lo sceneggiatore.
- Nel film ci sono molte parrucche.
- Anche il regista ne portava una.
- Baz le adora.
Non sono i miei veri capelli.
Ma passiamo a questo set.
- È filmato in esterni...
- Che ridere.
Recentemente, stavamo preparando
degli extra per il DVD
e mi hanno chiesto come avessi ottenuto
l'uso della piscina per così tanto tempo.
Ho risposto: ''Sono quattro anni che
lavori con me. È un set!'' Non lo sapeva.
Guardate qui. Leonardo fa cadere
una lampada. È stato un incidente.
Quello era il nostro produttore associato,
Martin Brown, che di giorno fa il custode.
È stato un peccato, perchè la lampada
era un pezzo di antiquariato.
Ma almeno ora sta benissimo
a casa nostra, CM.
Allora...
Decidere come realizzare il balcone
e dove recitare questa scena famosa è stato
un lungo processo
nella stesura della sceneggiatura.
Uno degli aspetti interessanti del nostro
processo è che, come diceva Craig,
sviluppiamo la scenografia,
in parte la musica,
e di certo il montaggio e la fotografia
già durante la stesura della sceneggiatura.
ln uno dei nostri viaggi di ricerca
andammo a Miami,
dove c'è una bellissima villa
in stile rinascimentale chiamata Vizcaya.
Ha una piscina identica.
È sul retro di Villa Vizcaya
e va per metà sotto l'edificio.
Durante l'elaborazione delle scenografie
e la stesura iniziale della sceneggiatura,
c'era una piscina come questa.
Craig e io ci siamo chiesti: ''Non sarebbe
bello se non recitassero la scena?''
Nella scena scritta da Shakespeare
c'è un ostacolo tra gli amanti.
È una distanza sufficiente a separarli.
Devono fare l'amore con le parole,
non con il corpo. C'è un ostacolo tra loro.
Dovevamo trovare un ostacolo moderno
e abbiamo pensato che nella piscina
l'acqua sarebbe diventata
un elemento separatore.
È un'osservazione giusta, perchè la scena
funziona soltanto se c'è un ostacolo.
Altrimenti lui si affretterebbe
a darle un bacione.
Nel teatro di posa
di Città del Messico c'erano tre set.
ll set della piscina,
la camera di Giulietta
e il bagno con l'acquario
erano montati contemporaneamente.
Anzitutto abbiamo dovuto decidere:
''Ok, dove va Giulietta per stare da sola
e parlare di una cosa del genere?''
''Qual è l'equivalente del balcone?''
Ci è venuta in mente la piscina.
E abbiamo pensato: ''Non sarebbe bello
se la scena fosse recitata nella piscina?''
ln molte versioni della sceneggiatura
avevamo previsto di farli cadere in piscina
scivolando dal tetto di un capanno.
lnvece alla fine Romeo la sorprende
da dietro e cadono dentro.
Vorrei che ci fossero qui gli attori,
perchè sono veramente, e particolarmente
in questo film, una coppia speciale.
Per esempio, in una scena
che sembra così romantica
con la piscina, la serata mite,
i giovani amanti che si innamorano,
il disagio fisico per gli attori
è qualcosa di difficilmente immaginabile.
Leonardo indossava una cotta metallica,
Giulietta, cioè Claire,
portava la parrucca subacquea
e l'acqua doveva essere
mantenuta molto fredda.
Ci siamo resi conto che al salire della
temperatura la pelle si arrossava troppo.
lnoltre, quando si filma nell'acqua,
se si sta dentro per troppo tempo
la pelle raggrinzisce.
È davvero difficile
in qualsiasi film lavorare nell'acqua.
Questo rende l'idea.
Ci abbiamo messo dieci giorni, poi l'abbiamo
rigirata e non era ancora perfetta.
Così qui mostro la bravura degli attori,
in un bel momento romantico.
- Recitano, nonostante siano immersi.
- E soffrano di ipotermia.
Esatto. Sono in una situazione
estremamente scomoda.
E si sono ammalati.
Leonardo ha affermato, dopo Titanic,
che non voleva fare altri film
nei quali deve stare costantemente in acqua.
Poi ha fatto La spiaggia in Tailandia.
Ma lì va in spiaggia.
Fa più caldo in Tailandia.
La grotta che ha permesso agli amanti
di sfuggire al custode
è stata copiata dalla villa
descritta da Baz, Vizcaya.
E Villa Vizcaya ha anche un ascensore
che permette di andare dal centro
del piano terra alla grotta della piscina.
l costruttori messicani
erano di una bravura incredibile.
- Veramente incredibile.
- Con del polistirolo
riescono a riprodurre perfettamente il marmo.
Ho lavorato con un'arredatrice straordinaria,
anche lei in Moulin Rouge,
di nome Brigitte Broch.
Fa anche la scenografa in Messico.
E a mio avviso uno dei motivi
per cui non sai bene
se questi siano dei posti veri o meno
è la precisione e il realismo
della decorazione, che sembra così naturale
da farti credere di essere lì.
Brigitte è veramente infaticabile, e mi ha
aiutato moltissimo perchè parla spagnolo
e così ha davvero contribuito
a spiegare le idee alla troupe messicana.
Sulla messa in scena... è un dettaglio,
ma durante la prima ripresa
Giulietta usciva dalla piscina
quasi all'inizio della scena.
Era troppo bagnata per proseguire la scena.
Visto che era così esposta
nel vestito aderente e tremava,
sapevi che sarebbe corsa via
dall'imbarazzo.
Quando l'abbiamo rifilmata,
ci è venuta l'idea dell'inseguimento.
Scappa, proprio nel momento
della verità, della prima passione.
E lui dice: ''Non andartene.
Ti amo veramente''.
E lei lo mette alla prova
chiedendogli di sposarla.
- Bella mossa, Giulietta.
- Abbiamo ricostruito la scalinata varie volte.
Baz l'ha pensata sincronizzata con le parole,
con quel che dicevano su ogni gradino.
Abbiamo costruito dei gradini
e poi li abbiamo abbattuti per fare più spazio.
Notate la trasparenza dell'abito
quando è bagnato.
Sono cose che fanno parte del nostro lavoro.
Per questa scena, per esempio,
con il costume di Leonardo mi sono buttato
- in acqua.
- Per divertirti.
Per vedere l'effetto dell'acqua sul costume.
- Mi è piaciuto mettere quello di Giulietta.
- Non volevi mollarlo.
CM, a proposito dei tempi
dei dialoghi e della scala,
è una cosa in continua evoluzione...
Mentre scrivevamo la sceneggiatura
e ci chiedevamo: ''Dove ambientiamo
questa scena? Cosa fanno? Come funziona?''
recitavamo in continuazione i dialoghi
tra di noi, ovviamente malissimo.
- Ma...
- Parla per te.
- lo ero bravissimo.
- Baz era favoloso.
Non tanto per avere un'idea
di come sarebbe stata la scena,
quanto di cosa facessero.
E questo ovviamente cambia in
continuazione fino all'arrivo degli attori.
E fin dall'inizio gli attori
sono venuti da noi a fare dei workshop
che ci hanno permesso di fare dei progressi
incredibili nella sceneggiatura,
- come nelle prove, messinscene e riprese.
- È il momento buono per parlarne.
Uno dei nostri processi
consiste nel far venire
gli attori in Australia ben prima
delle riprese, per esplorare il lavoro.
Usando una metafora, noi costruiamo l'auto,
mettiamo le ruote e regoliamo il motore,
ma loro devono salirci e guidarla.
Quando è arrivato Leonardo,
il film era ancora ambientato a Miami.
Era la Miami vera.
E dai consigli di Leonardo
è nato il concetto finale,
cioè l'idea di prendere
varie immagini del 20° secolo
e di costruire un mondo costituito da un
collage di immagini e simboli del 20° secolo,
concentrandoci esclusivamente
sul rendere comprensibile il testo.
Non era un mondo senza regole,
le regole erano imposte dal testo.
All'inizio in questa scena si faceva una pera,
ma fortunatamente l'abbiamo cambiata.
Un altro motivo per cui la piscina
sembra così incredibilmente vera
è l'illuminazione di Don,
che fa sembrare tutto veramente favoloso.
E rende realistico qualunque posto.
E Don... scusa.
Questa scena mi sconvolge.
Spesso mi hanno detto...
- l bambini me li hai fatti mettere tu.
- Parliamone.
Non solo per questo,
ma per il crocifisso sulla schiena.
Ma il punto è che, scherzi a parte,
avevamo tratto dal testo l'idea
che il prete...
Come in tutti i film della Red Curtain, il
mondo adulto è quello artificiale dei cartoni.
Sono quasi dei cartoni macabri.
Poi ci sono i personaggi più reali,
il ragazzo e la ragazza.
Ma nel mezzo ci sono
altri personaggi come il prete.
Se da un lato è quasi un archetipo,
dall'altro è anche umano.
E avevamo persino discusso del fatto
che avesse combattuto in Vietnam e che
prima di farsi prete fosse stato un tossico.
- Chi sono i bambini?
- Be', dei chierichetti.
Si vede che non sei mai stata
in una chiesa cattolica.
Ma vedi, CM, adesso sta bevendo.
L'idea era che neanche lui fosse perfetto.
E l'abbiamo tratta dal testo,
perchè dovevamo giustificare
il fatto che fosse un prete
che gode della fiducia di Romeo
e del rispetto dei Capuleti.
E il fatto che in giardino coltivava
dell'erba, della droga...
- È vero...
- Ecco Craig, lo sceneggiatore.
- Sono io nei panni di Gesù.
- Un Gesù blasfemo.
- lo vado in giro così.
- Mi ha implorato di farlo.
È nel suo contratto.
Doveva essere ripreso nei panni di Gesù.
Vorrei soltanto dire che con una gru
abbiamo sollevato l'intera serra
sul tetto della chiesa favolosa
che è diventata San Pietro.
È stata costruita negli anni '50 da degli
architetti giapponesi a Città del Messico.
- Wow.
- Un misto di culture.
Cos'è successo
al mio ritratto sul muro?
- L'hanno bruciato.
- Ci hanno dipinto sopra.
- Anticristo.
- ll muro della chiesa era atterrito.
Per ritornare al personaggio del prete,
sta parlando di piante ed erbe...
Notate sullo scaffale
la bottiglia di Johnnie...
Non Johnnie Walker. Jack Daniels.
Alcune erbe sono buone,
altre cattive, come alcune piante,
ma non c'è niente di sempre buono,
nè c'è niente di sempre cattivo.
È molto irresponsabile,
a pensarci bene, anche nell'opera teatrale.
Sposa dei minori
contro il volere dei genitori,
in segreto, senza che questi
ne sappiano niente.
Poi, quando Romeo viene esiliato,
non dice certo:
''Scusate, ma li ho sposati io''.
- Dice...
- Ma guarda qui, a questo riguardo.
L'abbiamo affrontato dicendo:
''Lui si immagina che forse,
come sta dicendo adesso,
riconcilierà le famiglie,
in modo che questo male apparente
possa portare a un bene maggiore''.
Questo compare nel testo,
e qui lo sottolineiamo.
E ''Doves Cry'' di Prince lo rende chiarissimo.
- ll bambino canta benissimo.
- Sta veramente cantando la canzone.
Quindon.
E quindi escogita un piano geniale,
darà a Giulietta una droga che la farà
sembrare morta e la porterà in una tomba.
- Sì, ma...
- Quello è stato un imprevisto.
- La caduta.
- Non la prima volta.
Ma poi l'abbiamo inserito nella scena.
Aveva delle scarpe lisce
e il pavimento era proprio scivoloso.
Tanto per terminare il discorso sul prete.
Ha molte contraddizioni interne,
per questo abbiamo suggerito
che avesse un passato oscuro.
Mio padre.
Sulla musica,
dovrei commentare ancora
l'idea di prendere la musica pop
per reinventarla in questo mondo creativo,
in modo sorprendente e inedito.
È stata opera
di Nellee Hooper, Marius De Vries
e Craig Armstrong,
un ottimo reparto musicale.
Ma, come dicevo prima, si tratta
di cercare di vedere qualcosa di conosciuto
sotto una luce nuova e diversa.
Questa è una scena grandiosa
perchè abbiamo scelto di rappresentare
Tebaldo, come è descritto nel testo,
come un combattente vanitoso e pomposo.
È un po' un dandy,
e credo che John Leguizamo esprima bene
la caratteristica del guerriero dandy.
Dovevamo avere i vari stili di scherma
che sono menzionati nel testo
e la scuola spagnola
ha uno stile elaborato ed eccessivo.
Questa è una parodia
dello stile di combattimento di Tebaldo.
Quando lo fa Tebaldo,
come nella scena del distributore,
John O'Connell, il coreografo, ha lavorato
con lui per sviluppare uno stile di flamenco
che, seppur bizzarro,
potesse rappresentare
il flamenco dei pistoleri,
che i ragazzi stanno parodiando qui.
L'intero concetto del combattimento
ritualizzato, del duello e del suo galateo,
ci ha posto molti problemi
nella sceneggiatura.
Ci chiedevamo: ''ln una società moderna
esiste un galateo del combattimento?''
''Non ci si limita solo
a sparare dalle macchine in corsa?''
E come dimenticare
il nostro video su come fare i duelli?
Le istruzioni...
Quando due non andavano d'accordo
in ufficio, si battevano nel parcheggio.
''Menti,
- vile.''
- Le regole sul duello a fuoco.
E in parte l'abbiamo fatto perchè
nelle stesure iniziali della sceneggiatura
avevamo detto che tutti portavano la pistola,
il che non era vero nel mondo elisabettiano,
quando non tutti avevano
il permesso di andare in giro armati.
Era un onore e un privilegio dei signori.
Fateci caso, sono solo i ricchi figli
dei padroni della città che portano delle armi.
Gli altri non sono armati.
Quando abbiamo deciso
che in questo mondo artificiale
comandano un paio di persone
e che questi ragazzi possono essere armati
perchè sono dei signori,
abbiamo potuto dedurre
che hanno un modo rituale di combattere.
L'abbiamo inventato e descritto.
Non si vede nella sceneggiatura,
ma l'abbiamo stabilito per noi stessi.
Per inciso, questa sulla spiaggia
non è Miriam Margolyes.
ll viso invece è di Miriam,
che interpreta la balia.
Ma come dicevo prima, la tempesta
ci aveva scombussolato la tabella di marcia
e così abbiamo usato un controfigura
nei campi lunghi e l'attrice nei primi piani.
Vedete la sabbia sul volto di Leonardo?
Mi ha sempre turbato.
Sono scelte quotidiane,
quando il segretario di edizione ti dice:
''Rotolandosi gli è rimasta della sabbia
sul viso. Distrarrà il pubblico?''
Allora avevo detto: ''No, è normale''.
Ma in seguito me ne sono pentito,
perchè sembra che abbia...
- L'***?
- Non esageriamo, Don.
- Baz, non sei un asso della continuità.
- Non è chiaro cosa sia.
Faccio di tutto per smentire che la continuità
sia più importante della vicenda.
Cos'è la continuità?
Nonostante le riprese
non siano in ordine cronologico,
è necessario documentare con cura
cos'è stato filmato.
Così in una sequenza che può venire ripresa
tre giorni o tre mesi
dopo averne girato la prima parte,
montandola insieme non si nota la differenza.
Come se uno porta il cappello
in un'inquadratura e non nell'altra?
Sì. Un'inquadratura viene spesso montata
con un'altra realizzata tre mesi dopo.
Se non c'è una certa uniformità,
può sembrare strana.
Ok, la prima scena del film che ho girato.
- Ma qui l'uniformità c'è.
- Perchè l'hai filmata per prima,
tutta in un giorno solo.
L'intero concetto della balia
e della sua identità
doveva essere compreso
scrivendo la sceneggiatura.
Ovviamente è una domestica stipendiata.
Ma è anche molto di più,
è la bambinaia fidata
che ha allevato Giulietta fin da piccola.
La madre è molto distante.
La madre, come dice il testo,
aveva avuto Giulietta all'età di 14 o 15 anni.
E così Giulietta è molto più vicina
emotivamente alla balia che non alla madre.
Rappresenta quasi una nonna.
Miriam è stata bravissima a recitare
pentametri giambici elisabettiani
con un accento cubano.
Questo è stato un giorno interessante,
perchè era il primo.
ll primo giorno sul set mi uccide sempre,
per me è come la morte.
Perchè di solito ti sei rilassato
per tre o quattro mesi.
L'intensità, l'adrenalina
e l'orario di lavoro sono un vero shock.
È vero. Ricordo di aver pensato
che non ce l'avremmo fatta.
E alla fine la scena non è male.
Ma avevo pensato che fosse da tagliare.
Ci è voluto tantissimo per fare due riprese,
avevamo perso la mano.
Ma in poco tempo si riprende il ritmo.
- Mi bastano tre giorni.
- La chiesa è incredibile.
- È una vera chiesa in Messico.
- Adoro questa scena.
Non era niente di che nella sceneggiatura,
ma nel film è bellissima.
C'è un piccolo aneddoto a riguardo.
È una scena molto emozionante,
ma quel giorno Claire non stava bene.
Era un momentaccio per noi. Avevamo
tantissimi problemi durante le riprese
e c'erano sempre le perplessità esterne:
stavamo degenerando nella follia?
Si sarebbe risolto tutto?
E quanto a Claire, bisogna ricordare
che trovandosi nel bel mezzo
del Messico a soli 16 anni
era sottoposta a pressioni enormi.
Non eravamo neanche sicuri
di poter andare lì a filmare
e poi, ovviamente, come succede a volte
durante le riprese di un film,
le nuvole scompaiono, il sole splende
e succede un miracolo.
È stata una scena che si è risolta
nella bellissima ripresa che vedrete tra poco.
II mieIe doIcissimo nausea,
per Ia sua stessa doIcezza.
Adoro questa battuta. Mi fa sempre ridere.
La mano non è di Claire.
È di Tania Burkett, la grafica.
- Gli anelli sono...
- Disegnati e prodotti a Città del Messico.
Con la scritta incisa all'interno.
Le nuvole sono un effetto speciale
che simula la tempesta.
- Tra poco succederà il finimondo.
- Dovevamo integrare la vera tempesta.
Nel caso in cui ve lo chiediate,
sta sparando ai pesci.
Ne avevamo discusso a lungo. Ma come
dicevamo, erano la nobiltà latifondista.
- Potevano fare quel che volevano.
- È vero. Sono strani.
Kim ha disegnato tutte le camicie hawaiane.
l Montecchi e i Capuleti
avevano due look fondamentali.
ll primo era un look alla MASH,
costituito da camicie hawaiane
personalizzate e pantaloni militari.
Allo stile hawaiano
si abbinavano dei motivi religiosi.
lnvece Tebaldo al distributore di benzina
ha un costume da Capuleti più spettacolare.
È un giubbotto antiproiettile
decorato con un Gesù.
Perchè sono vestiti di nero, Baz?
Perchè sono cattivi.
Anche questa
è solo una questione di opinioni.
Ma come dicevamo, è un chiaro riferimento
alle scene di duello dei western.
Facciamo continui riferimenti visivi
al mondo del cinema.
Una volta è un western di Sergio Leone,
un'altra sembra il neoromanticismo italiano.
Mantova somiglia un po' a II gigante
o a uno struggente
dramma romantico degli anni '50.
Mercuzio indossa una camicia bianca
per un motivo che si capirà molto presto.
State bene attenti.
Di sicuro ha qualcosa
a che vedere con la morte.
Don usa la macchina a mano, che trasmette
un senso di violenza. Sei nella rissa.
L'altra idea venuta a Kym
per sottolineare che i Capuleti erano
dei duellanti più vistosi e appariscenti
e anche per differenziarli dai Montecchi
è stata di fargli indossare
dei giubbotti antiproiettile per moda.
E i Montecchi non li indossano
in maniera provocatoria per spacconeria.
- Dicono: ''Non ne abbiamo bisogno...''
- ''Preferiremmo avere dei vestiti di Prada.''
- Non sono gli unici.
- Siamo proprio coraggiosi.
Dai, è il giorno delle sue nozze.
Leonardo indossa un abito di Prada
realizzato appositamente per il film.
Sì, ma va bene andare vestiti così
il giorno delle nozze. È normale.
Ci siamo fatti fare dei bellissimi gioielli
in argento, disegnati da Kym per i ragazzi.
Scusa. Tornando al galateo
del combattimento che abbiamo elaborato,
anche se è evidente, avete visto
come ha estratto alcune pallottole?
Non si capisce cosa succede, ma è chiaro
che stanno seguendo delle regole.
lnoltre Tebaldo ha due pistole.
Normalmente le usa entrambe.
Nei duelli con i Montecchi,
che ne usano una sola,
il suo stile risulta più appariscente.
La scena è incentrata sull'onore
e lui perde il rispetto degli amici
perchè non fa quel che dovrebbe,
cioè battersi.
ll che provoca la reazione di Mercuzio.
Le sequenze dei combattimenti
e quelle pericolose
sono state ben organizzate
dal coordinatore degli stuntman e da Baz.
Secondo me sono incredibili.
Devi riuscire a capire dove inserire le battute.
La scena è una di quelle girate
in un parcheggio di Sydney
circa due anni prima
della realizzazione del film, con Leonardo.
L'ha girata Don,
ed è stato il nostro primo workshop.
Personalmente non mi interessava
girare un classico shakespeariano.
Quando ho conosciuto Baz,
ho pensato che fosse pazzo...
E hai cambiato opinione, Don?
Perchè voleva fare un film per adolescenti
usando dei dialoghi shakespeariani.
Ma quando abbiamo realizzato
il video in Australia,
due mesi prima delle riprese,
ho capito l'idea.
E mi ha entusiasmato.
Credo che uno degli importanti
processi creativi del cinema,
una delle sue realtà,
stia per venire evidenziata pienamente.
Tra un momento vedremo
Tebaldo che ferisce Mercuzio.
Stavamo girando a Veracruz
e avevamo pochissimo tempo
a disposizione per la scena.
Come diceva CM,
il set era interamente costruito.
Lì non c'era niente
prima di iniziare le riprese.
Comunque, mentre filmavamo stava
per arrivare dal mare un vero uragano.
ll vento continuava ad aumentare
ed era sempre più chiaro
che avremmo dovuto interrompere le riprese.
l set volavano via in continuazione.
Quando vedrete i campi lunghi,
noterete che le palme si muovono.
Per davvero. Un ventilatore
non produce quell'effetto.
È il vento vero di una vera tempesta.
Avevamo scritto la scena
con il ferimento, la morte, la partenza
e infine la pioggia
con l'arrivo alla statua.
Solo allora iniziava a piovere.
Dovevamo decidere
se continuare le riprese
o se andarcene da Veracruz
e Dio solo sa come avremmo concluso il film.
Quando abbiamo girato il primo campo
lungo, iniziava a infuriare la tempesta
ed era difficilissimo filmare
perchè la sabbia bruciava gli occhi.
E gli attori sono stati davvero coraggiosi
e hanno detto che avrebbero recitato
la scena in una ripresa.
Così io, Don e gli operatori
siamo saliti su una piattaforma alta
e i ragazzi hanno recitato
i campi lunghi: li vedete, gli alberi?
Poi abbiamo inserito le nuvole digitali
per uniformare le inquadrature.
Ma il campo lungo è stato filmato
durante una vera tempesta.
Quando lui scende in spiaggia
c'è veramente la tempesta.
Poi siamo tornati dopo
che la tempesta aveva spazzato via i set.
Questa è la tempesta vera, per esempio.
Questa invece è la simulazione della
tempesta con dei ventilatori per i primi piani.
Questa è una ripresa successiva,
per esempio. Anche questa.
L'uragano ha devastato
veramente la spiaggia.
Ha spazzato via tutti i capanni che vedete.
È in questa inquadratura
che si vede più chiaramente.
Nel campo lungo c'è per davvero la tempesta.
l primi piani sono stati completati
una settimana dopo, a tempesta finita.
Per le macchine da presa, la sabbia
è probabilmente il nemico peggiore.
Se un granello viene a contatto
con la pellicola e la graffia, va tutto a monte.
Così abbiamo dovuto prendere
delle precauzioni immense per evitarlo:
costruire dei capanni
per sostituire la pellicola,
non aprire mai la macchina
se non per sostituire la pellicola.
Accorgimenti che una troupe
di professionisti conosce benissimo.
Guardate, la tempesta infuriava sempre più.
Ci mancava poco
che i vestiti di Leonardo volassero via.
E se guardate l'oceano,
noterete quant'era agitato.
E non era un effetto visivo.
L'unica aggiunta,
tanto per ripeterlo, sono le nuvole,
che unificano delle inquadrature eseguite
in vari giorni con una luce diversa.
Le nuvole si dirigono verso la macchina
e il vento no, ma non fateci caso.
- È un'idea brillante.
- E le palme sono completamente artificiali.
È una dimostrazione della bravura
del reparto dei giardinieri messicani
che gli alberi siano semplicemente
dei tronchi con infilate delle foglie.
- Davvero? Non lo sapevo.
- Ogni quattro giorni cambiavano le foglie.
E il fatto che rimangano in piedi
con un vento così forte è incredibile.
Vorrei davvero fare i complimenti alla
troupe messicana che ha lavorato con noi.
Alcuni miei collaboratori chiave
venivano dagli Stati Uniti,
ma il grosso della troupe
era composto da messicani,
ed è un piacere lavorare con loro.
È stato il quinto film che ho girato tutto o
in parte con personale messicano in Messico
e il loro atteggiamento
sul lavoro è davvero stupendo.
lnoltre, Don, era il posto perfetto
per un film ambientato
in un mondo artificiale e di fantasia,
in cui coesistono la religione,
la mitologia e una storia d'amore irreale.
ln un certo senso, avremmo potuto
ambientare il film in Messico.
Era l'ambiente perfetto
per realizzare questo tipo di storia.
Un altro elemento che ha creato molto
scalpore è stata la nostra ferma decisione
di unire la troupe messicana
a quella di noi australiani.
L'incidente fa davvero paura perchè
la gabbia di sicurezza dell'auto di Tebaldo,
realizzata dai reparti stuntman
ed effetti speciali, aveva ceduto.
Tebaldo non era dentro, ma lo stuntman sì.
E in una delle parti girate da Baz o da Don...
No, da Baz, l'esecuzione di Tebaldo.
Lo stuntman era corso a controllare,
perchè era l'unico, insieme a me e Martin,
a essersi reso conto del cedimento.
ll sedile dell'auto era orizzontale
e lo stuntman l'aveva rotto per evitare
di fracassarsi la testa nella collisione.
Questo è un set che abbiamo costruito
in un vero piazzale di Città del Messico.
Ma questo è interessante. Notate...
Questa inquadratura.
Dicevo dei problemi causati dalla tempesta.
Filmavamo sulla spiaggia e all'improvviso
non potevamo girare più niente.
Così ci siamo rifugiati in un piccolissimo
hangar a filmare le riprese mancanti,
tra le quali il momento in cui Tebaldo
viene colpito dalla pallottola.
La sua ripresa al rallentatore è stata girata
alcune settimane dopo nell'hangar.
La scena è tutta in esterni,
ma questa ripresa successiva la girammo
su un set a Città del Messico
e la pistola che cade a terra
è un inserto girato in esterni.
Ma la ripresa precedente
è dentro il set insonorizzato.
Questo è un effetto visivo della statua
di Gesù alta 60 cm inserita in cima al set.
Abbiamo costruito un quarto del set
e l'abbiamo riflesso per dare l'impressione
di un set completo. È un effetto visivo.
Salvador Parra, che in seguito è stato
lo scenografo di Prima che sia notte,
era addetto agli accessori di scena.
Con Brigitte Broch ha realizzato
molti elementi dell'arredamento.
Ma è interessante che lui si sia occupato
di personalizzare tutte le auto,
modificando delle carcasse per trasformarle
nelle macchine di Verona Beach.
C'è un'altra cosa da dire sulle scelte
effettuate per creare questo mondo.
Ai tempi di Elisabetta non si sarebbero
preoccupati di sprecare energia.
Le auto hanno un look decadente da anni '70
perchè nella nostra Verona Beach
non ci si preoccupava
di consumare troppa benzina.
Sarebbe ridicolo se avessero guidato
delle utilitarie giapponesi a basso consumo.
Come dicevo, è un esempio di come
il mondo sia un collage di immagini
di ogni periodo del 20° secolo
che aiutano a comprendere una scena
o a delucidare il linguaggio.
C'è qualcosa qui che rimanda
alla scena della festa
in cui donna Capuleti
bacia Tebaldo appassionatamente.
Nella scena della morte di Tebaldo,
Capuleti non sembra troppo preoccupato,
mentre la moglie è scossa.
- Sono solo buoni amici, vero?
- Forse.
Ma abbiamo deciso nella sceneggiatura
che tra di loro ci fosse una tresca.
Ed è stata ripresa dal testo originale.
Romeo è bandito.
Oddio. ''Bandito''
ci ha creato così tanti problemi.
- Per dove cadeva l'accento.
- Oltre a come lo diceva...
E per la meta dell'esilio.
Come dimenticarlo?
Come dimenticare la fuga
in motoscafo alla Miami Vice?
- ln un'isola dei Caraibi.
- Avremmo dovuto girarla.
All'inizio avevamo eliminato l'''esilio'',
perchè avevamo ambientato le stesure
preliminari in una Miami più realistica,
dove l'esilio non poteva esistere.
lmmaginavamo che fosse latitante,
che più o meno era la stessa cosa.
Così abbiamo sfoltito la sceneggiatura
per eliminare la parola ''esilio''.
Ma ci siamo resi conto che comprometteva
seriamente la sceneggiatura,
perchè l'esilio
era nel testo originale per una ragione.
Non è soltanto latitante. Deve essere
rimosso fisicamente dal mondo di Giulietta.
Deve obbedire a una regola analoga
a un divieto di avvicinamento a una persona.
''Non puoi varcare le mura della città.
Non puoi entrare in questo mondo.''
Alla fine, poichè stavamo
creando un mondo artificiale
ci siamo detti che l'esilio era ammissibile.
E bisogna accettarlo.
Ma l'estrapolazione successiva è stata:
''Che tipo di vita c'è
al di fuori delle mura della città?''
Per questo ci è venuta l'idea delle roulotte.
E l'abbiamo sviluppata una volta arrivati
in Messico. Parleremo in seguito della scena,
ma si ha l'idea di un gruppo
che vive ai margini della società.
E a Miami, se si prende
la strada che va verso le paludi,
si incontrano degli ambienti
in cui si vive veramente ai margini.
Don parla di questa scena anche
nella galleria del direttore della fotografia.
Credo che la scena sia illuminata benissimo.
È bellissima.
Che ridere. Lui dice: ''Ma di che ti lamenti?
Le cose non vanno poi così male''.
''È colpa mia. Ti ho sposato io.
Non ti aiuterò, ma non lamentarti.''
Anche questo è un set, e mostra
una delle cose preferite da Baz Luhrmann,
cioè ricreare la pioggia
in un set insonorizzato,
e non parlo di una pioggerella sulla finestra,
ma di un acquazzone su una superficie vasta.
E tra poco vedremo un campo abbastanza
lungo in cui una macchina si allontana.
Queste accuse sono comunque
totalmente infondate.
Credo che la macchina che si allontana
sia stata tagliata.
- Comunque è favoloso.
- ln un mondo artificiale
devi controllare tutto
e questo si è rivelato più facile da controllare.
Nell'opera teatrale in questa scena
lei si rivolge alla balia.
Ed è un buon esempio
delle scelte fatte da me e Craig,
che non hanno cambiato il testo,
ma l'hanno utilizzato in maniera diversa.
Qui è diventata
una preghierina alla Madonna.
Rivolge la domanda
alla Madonna, non alla balia.
- EIIa amava TebaIdo di un affetto profondo.
- E così pure io.
Ecco la battuta più scontata del film.
Siamo nati per morire.
Piena di significati nascosti.
Abbiamo dovuto cambiare
la plastica dei fiori.
- Così rumorosa.
- Perchè faceva...
Copriva le battute. Così abbiamo
dovuto usare quella brutta plastica.
È un piccolo dettaglio,
ma quando entra è proprio bagnato fradicio.
E si tratta di piccole scelte
dettate dalla logica cinematografica.
Perchè in realtà il pubblico dice:
''È proprio bagnatissimo''.
Anche se è un punto discutibile, per entrare
è dovuto passare dalla piscina, giusto?
Visto che entra dalla finestra.
Ma forse è un po' troppo bagnato.
Sarà venuto di corsa dalla macchina,
senza un autista all'ingresso.
No, ma se torni all'inquadratura quando
entra dalla finestra, è bagnato fradicio.
Bisogna proprio essere repressi
per preoccuparsene.
E tra poco vedremo le lenzuola.
Sono stata convocata diverse volte
nell'ufficio del produttore per le mie...
- Lenzuola.
- Per le mie spese, lenzuola comprese.
- Sì.
- Cotone egiziano finissimo?
No, sono della Frette. Costano probabilmente
più di tutto l'arredamento della camera.
Doveva essere una bella scena.
Mi sembrava importante avere delle belle
lenzuola. Era un momento fantastico.
Ovviamente l'opera teatrale
non dice che fanno sesso.
Allora perchè hai fatto quella scelta?
È un'ottima domanda.
Ma in realtà il prete dice:
- ''Andate a consumare il matrimonio''.
- ''Fate sesso.''
Solo allora ci si può dire sposati.
Poi passiamo alla mattina del risveglio,
e c'è una scena fantastica in cui dicono:
''Non è stato bellissimo?
E ora devi andartene, peccato''.
Volevamo far vedere che mentre di sopra
consumavano il matrimonio, di sotto...
Ne stavano tramando una delle loro.
ll padre diceva: ''Sposerai Paride''.
Così, in maniera semplicissima,
è la più elementare struttura cinematografica.
E anche letteraria.
ln Anna Karenina di Tolstoj c'è l'intreccio
tra due segmenti narrativi
che si alternano.
È la seconda scena che abbiamo girato, Don.
Ti ricordi, dopo il primo giorno tremendo
in cui tutti pensavamo che fosse un disastro?
Questa era la seconda scena.
Per una scena così intima,
me ne sono rimasti impressi il lirismo,
la bellezza e la semplicità.
È stata una giornata molto migliore.
- Per fortuna.
- Dovevamo sbloccare la situazione.
Qui Craig Armstrong esegue la colonna
sonora in una semplice versione al piano.
- Le lenzuola valgono quel che costano, CM.
- È vero, sono proprio bellissime.
Per filmare dovevamo andare
sotto le lenzuola con la macchina.
E vedete come facciamo cadere le lenzuola
davanti alla macchina da presa?
Dovevamo farlo
per dare l'impressione di essere lì.
Poi Leonardo prende il lenzuolo,
ma anche se sembrava facile, destreggiarsi
lì sotto con la macchina non è stato facile.
La camera è arredata benissimo. L'ho già
detto, ma Brigitte ha fatto un ottimo lavoro.
Che bella idea, gli adesivi attaccati
al muro, roba da adolescenti.
Si addice a Giulietta,
perchè si sta facendo donna.
E si riflette anche nella camera.
Questo chiarisce
quanto ha detto CM sui due set.
Questo è un primo set, poi si passa
ai campi lunghi. Quando salta ce n'è un altro.
Abbiamo costruito la camera su una torretta,
che incrementa i costi del set dal 30% al 50%.
Quindi non vuole farlo nessuno. Ma Don
ne aveva bisogno per riprendere il balcone.
Mi piace il momento della madre.
È così distante dalla figlia
che non le parla neanche.
ln alcune riprese tagliate dice:
''È troppo per me'' ed esce.
È un buon esempio di come
non usare le parole abbia funzionato.
Dice: ''Lo vedo nel fondo d'un sepolcro'',
e Romeo scompare in acqua.
L'acqua funziona come un sipario,
per concludere un capitolo.
È l'ultima volta che Giulietta vede
Romeo in vita prima del momento finale,
che è stato una nostra aggiunta,
in cui lei si sveglia prima che lui muoia.
Parlando del non usare le parole, è stato
fondamentale nella scrittura del copione
decidere cosa omettere
senza distruggere il testo.
E in parte si trattava di chiedersi
cosa era possibile fare visivamente,
quali informazioni si potevano trasmettere
visivamente, senza che fosse
necessario ricorrere al dialogo.
Ovviamente Shakespeare
lavorava in un teatro e su un palco vuoto,
e trasmetteva tantissime informazioni
spazio-temporali nel dialogo.
Vale la pena di dirlo.
Non è questa la sede per discutere
del rapporto tra Shakespeare e il cinema,
di cosa siano il testo di Shakespeare,
la versione abbreviata e gli in folio.
ln realtà, ogni testo per il cinema
richiede un certo adattamento.
La versione integrale
di Amleto dura cinque ore.
- A teatro...
- Anche ogni versione teatrale è adattata.
Così è sempre necessario scegliere
quale testo usare e quale no,
e il nostro criterio è stato
di rimanere fedeli al linguaggio,
ma di chiederci sempre:
''Se Shakespeare facesse un film,
secondo te che scelta farebbe?''
Qui, quando il padre obbliga
Giulietta a sposare Paride,
si dà per scontato,
leggendo l'opera teatrale,
che nel '500 i padri
potevano costringere le figlie a sposarsi,
ma in realtà non è vero.
È un luogo comune,
ma ci ha fatto pensare a lungo.
''È un padre del giorno d'oggi.
Come fa a obbligare la figlia a sposarsi?''
ln realtà, ai tempi di Elisabetta
come oggi, dipende dalla persona.
Dipende da chi è il padre.
Che tipo di persona è?
Si capisce, spero, che nel matrimonio
tra donna Capuleti e il marito
si è creato un solco,
col passare degli anni.
Dicevamo che Capuleti
era ricco e più anziano di lei.
E la divisione all'interno della famiglia...
Sono tutte decisioni
tratte da elementi del testo.
Come quando Capuleti parla con Paride
e dice: ''Mia figlia Giulietta
è troppo giovane per sposarsi''.
E Paride ribatte: ''Alla sua età
tante son già madri felici'',
e Capuleti risponde:
''Ma poi fanno presto a sciuparsi''.
È una parafrasi approssimativa,
ma in quella scena si scopre anche
che alle nozze sua moglie
aveva la stessa età di Giulietta.
- E sta dicendo che non è andata troppo bene.
- E che si è sciupata per quell'esperienza.
''Allora perchè non sposi
mia figlia e la sciupi?''
ln realtà oppone resistenza
al matrimonio, nella scena.
Nel primo caso.
Ma il vero conflitto riguarda Tebaldo.
Solo adesso mi rendo conto
di questo significato nascosto.
E ho capito che quando lei dice: ''Vorrei
vederla andare in sposa a un sepolcro'',
vuol dire che essere innamorata e infelice
è la cosa peggiore.
E non riesce a comunicare con la figlia,
perchè la storia si sta ripetendo.
Anche lei tra poco verrà costretta
a sposare Fulgenzio Capuleti.
È una violenza che si ripete nella famiglia.
- Fulgenzio si chiama così?
- Credo che ce lo siamo inventati.
Ma in inglese Dave
è davvero il nome di Paride.
Un'altra cosa: quanto è sincero l'interesse
di Paride per il matrimonio?
Secondo me è sincero.
Vuole il matrimonio, ma non me la bevo.
- Ma dai.
- Tutto è sospetto.
- Per te è sempre così.
- Lui è grandioso.
- Magari è solo gentile e sofisticato.
- È vero.
Lei non è male, ricca, attraente.
Magari, CM, vuoi dirci perchè
veste una divisa da collegiale?
È una caratteristica che si abbina
all'arredamento della cameretta,
colmo di immaginette cattoliche,
con l'inginocchiatoio.
Adesso la vediamo
in una divisa da scuola cattolica.
Dovrebbe sottolineare la complessità
religiosa di questo mondo.
ln questo momento
in cui minaccia di suicidarsi...
Nel copione afferra un coltello
e dice: ''Mi pugnalerò''.
Passa quasi inosservato.
Sembra che non faccia sul serio.
lnvece deve fare veramente sul serio
e far credere che si suiciderà
per giustificare il piano pazzesco
escogitato dal prete, e cioè:
''Ti darò un sonnifero, tutti ti crederanno
morta e ti porterò via come per incanto''.
- Su questo piano pazzesco...
- Ed è solo l'inizio.
Non credo che il pubblico lo capisse
persino ai tempi di Shakespeare,
perchè se lo si analizza, non funziona, ma alla
fine abbiamo deciso di fare una pubblicità.
È evidentemente un monologo
e un piano pazzesco.
Ci sono molte parti di testo
che non sono facilmente comprensibili.
Cerchiamo di fornire
le informazioni visive
che aiutino a intuire il suo folle piano.
Sembra che abbia uno show in tv
in cui presenta dei film.
- ''Quando vinci, sarà una fortuna infame.''
- ''È un film fantastico.''
- È un'inquadratura con una lente bifocale.
- Per mettere a fuoco usiamo un trucchetto:
una lente bifocale davanti alla macchina.
Non l'abbiamo usata nel controcampo.
Questo è il parcheggio
delle roulotte di Mantova.
Tra poco vedrete Post Post Haste
Dispatch, il corriere espresso,
che è a mio avviso
uno dei capolavori grafici del film.
Un ottimo lavoro di Tania Burkett.
Questa è la scena in cui beve il veleno,
o la pozione, e tutti la credono morta.
Prima di accettare il mondo artificiale
dell'opera di Shakespeare,
avevamo optato
per una Miami semi-realistica.
Eravamo in difficoltà. Ci chiedevamo:
''Come può morire senza che le facciano
un'autopsia? La famiglia si opporrebbe''.
Ma appena abbiamo accettato
i presupposti dell'opera
e li abbiamo fatti nostri,
non li abbiamo più messi in dubbio.
- Sono ricchi e potenti e la credono morta.
- Ma cosa sono i ''presupposti''?
l ''presupposti'' sono gli elementi
che devi capire per accettare il dramma.
lntendi gli elementi che accetti,
i dati di fatto di questo mondo?
l presupposti,
gli aspetti che accetti del mondo.
È un esempio interessante
in cui la recitazione,
con l'aiuto delle luci,
può trasformare totalmente il personaggio.
Stavo proprio pensando lo stesso.
È una scena grandiosa. Poco
prima la madre era stata cattiva,
assente, non all'altezza.
Alla fine si è ripresa
e si è detta: ''È mia figlia''.
''Devo parlarle,
domani si sposa'', ed entra.
Non sa che sarà l'ultima volta
che vedrà la figlia in vita.
E Giulietta invece pensa:
''Non ti vedrò mai più'',
ed è stranamente affettuosa con la madre.
Sono state distanti. Così c'è un momento
di riavvicinamento tra le due.
La quantità di arredamento e costumi
necessari per le scene brevi è incredibile.
Lo so. Avevamo previsto
di usare tutte le comparse,
per mostrare tutti al funerale.
Ma alla fine non era funzionale alla storia...
Ecco, lì.
Guardate quanto è piena la chiesa.
Tutti i neon e le croci floreali sono state
realizzate a Città del Messico.
ll livello di competenze
disponibile sul posto è notevole.
- Sanno fare di tutto.
- Questo è il riferimento a II gigante,
a James Dean e a Kurt Cobain.
E volevamo rafforzare l'idea
che fosse un eroe universale,
quando scrive sul suo diario come Byron.
Che è il secondo nome
di James Dean, tra l'altro.
Questi esterni sono un posto fantastico.
James Byron Dean, già.
Continua, Don.
ln realtà è un territorio espropriato,
perchè negli ultimi 20 anni vi hanno fatto
confluire gli scarichi di Città del Messico.
Negli ultimi cinque anni
l'hanno fatto essiccare.
E sperano di trasformarlo in futuro
in un terreno coltivabile asettico.
Ma attualmente è in una fase di transizione.
Così eravamo circondati
da una nube di sapete cosa,
- durante la lavorazione.
- Guano.
Non credo che nessuno
si sia ammalato. Era asettico.
Ma ti passava sempre
per l'anticamera del cervello. E della gola.
Quando stavamo cercando degli ambienti
abbiamo sorvolato questa zona
pianeggiante in elicottero,
ne avevamo un paio per il film.
Mi ricordo questa immagine.
Dovremmo inserirla nel DVD.
La cercherò se mi rimane tempo.
Siamo atterrati e c'erano dei messicani
che abitavano in due baracche cadenti.
E abbiamo detto
che avremmo costruito un villaggio.
ll parcheggio roulotte
è tutto costruito da noi.
L'accordo era che alla nostra partenza
ci avrebbero abitato loro.
E gli abbiamo costruito anche una via
d'accesso, perchè l'autocisterna dell'acqua
poteva arrivare solo in alcuni periodi
a causa del brutto tempo
e non c'era un acquedotto.
Così gli abbiamo costruito
una vera strada asfaltata fino alle abitazioni,
egoisticamente, per far arrivare
i camion delle attrezzature.
Ma è stato stupendo, perchè così
l'autocisterna poteva arrivare più facilmente.
Anche l'identità di Baldassarre,
il personaggio che ha portato
il messaggio a Romeo...
- La sua identità...
- Era problematica.
È il servitore di Romeo
e in un mondo realistico non aveva senso.
Hai un ragazzo che ti fa da servitore?
Una difficoltà ancora maggiore era
che doveva essere un paggio quindicenne,
un quindicenne poverissimo
che ti stava intorno e custodiva la tua spada.
Romeo, a 18 anni, poteva avere un valletto
quindicenne a tempo pieno. È la verità.
Ma come lo traduci
in un linguaggio moderno?
E lui che cos'è?
L'hanno affrontato benissimo
anche in West Side Story,
oppure in Fronte deI porto.
- Dove c'è sempre in giro il giovane...
- Che idolatra Brando,
e ci sono i piccioni,
che sono il loro punto di contatto.
Ecco cos'è in questo film.
Uno che idolatra Romeo.
Ma è povero.
È un ragazzo di un quartiere povero.
È solo un accenno,
potremmo parlarne a lungo,
ma bisogna essere davvero felici di come
tutti gli attori,
ma in maniera particolare Leonardo,
attraverso i gruppi di lavoro iniziali
e l'analisi testuale,
abbiano compreso
perfettamente cosa diceva Shakespeare.
Ma il bello è che poi Leonardo abbia seguito
il nostro incoraggiamento di farlo proprio.
Cioè: ''Giulietta, giacerò con te stanotte''.
È lo stesso di: ''Starò insieme a lei''.
Doveva impadronirsi di quel linguaggio.
Abbiamo preso la decisione fondamentale
che gli attori dovessero immedesimarsi,
ed evitare una distorta idea vittoriana
di come si debba recitare Shakespeare.
C'è molto da dire a riguardo,
e non è questa la sede,
ma credo che lì si sia concentrato
gran parte del lavoro invisibile.
Una scena famosa.
La faccenda dei messaggi incrociati,
perchè la lettera non sia arrivata,
e perchè nessuno abbia fatto una telefonata,
è stato veramente difficile da comprendere
e problematico per molto tempo.
E lo speziale è il tizio della sala biliardi.
- Ma non so se l'abbia notato nessuno.
- Si nota?
Quel che mi piace qui
è dove custodisce la droga.
È un bell'accessorio di scena.
ll suo passato che lo perseguita.
Anche a lui piace farsene un goccio.
C'è qualcuno in questo film...?
L'insegna L'amour sullo sfondo
è una costante della Red Curtain.
Nei tre film ci sono molti temi
che citiamo in continuazione.
Nella nostra produzione dell'opera
La Bohème c'è la stessa scritta.
ln BaIIroom c'è l'insegna della Coca-Cola,
imitata qui dalla scritta L'amour
e infine in MouIin Rouge
vedrete la scritta L'amour fou.
Le citazioni continue dell'insegna
sono un segno distintivo.
E nella scena avrete notato
una madornale mancanza di coerenza
che non è colpa di Baz, ma mia.
Ho riarredato il set durante una ripresa.
Quando l'auto è parcheggiata
non c'è niente contro il muro.
Quando l'auto si allontana, per miracolo,
compare un'intera parte di set.
C'è un sito web dedicato esclusivamente
alle incoerenze di Romeo e GiuIietta.
Credo ci sia veramente.
Quando abbiamo trovato
la chiesa di San Pietro, era incredibile...
Scusa. La scena è recitata da Leonardo.
È proprio lui a venire inseguito
dalla volante che vedrete negli extra del DVD.
La statua della Madonna in cima alla chiesa
rispecchiava chiaramente...
- ll mondo di Verona Beach.
- ll Gesù al centro di Verona Beach.
Vedrete sulla porta della chiesa di San Pietro
- il cuore in fiamme di Gesù, credo.
- ll sacro cuore.
ll sacro cuore,
che è diventato uno dei leitmotiv...
lnoltre il bello di filmare in Messico
è che era possibile avere l'elicottero lì.
A Los Angeles sarebbe stato impossibile
far avvicinare tanto un elicottero così grande.
Che bella serata di riprese!
Non è stato il massimo per i vicini, ma
è stato grandioso avere una tale opportunità.
Sembra un set, anche se è una chiesa vera,
perchè è un ambiente
così controllato e stilizzato.
Vale la pena di dire, Craig, che nella versione
finale, e una parte di questo l'ho girato io,
ci chiedevamo sempre:
''Ok, che ne è della fine della storia?''
l genitori, la polizia fuori, eccetera.
È molto interessante. Una persona
ha scritto una tesi su questa produzione
per un'università, su Romeo e GiuIietta.
Ha visto il film così tante volte
e ha fatto osservazioni
che avevo scordato o che non sapevo.
Ma ha detto: ''Alcuni miei amici
mi chiedono cosa succeda ai genitori''.
Noi lo sappiamo,
avendolo sceneggiato e girato,
e Jill e io abbiamo scoperto
durante la lavorazione e le proiezioni
- che entrati nella tomba...
- Emotivamente non ci credi.
Non ti importa. Ok, gli altri
sono trattenuti all'esterno,
loro sono chiusi in una tomba,
e importano solo Romeo e Giulietta,
e solo la mattina dopo
ci preoccupiamo degli altri.
Di sicuro avremmo potuto lasciarlo
e probabilmente sarebbe andato bene.
Ma abbiamo deciso di semplificare.
L'inizio del film...
Come ha detto Don, se superi il distributore
e i primi 20 minuti, arrivi alla fine del film.
È spettacolare e incredibilmente veloce.
Fa molti riferimenti stilistici,
c'è molta comicità.
Mentre il film prosegue
e precipita verso la morte,
eliminiamo l'artificialità.
Eliminiamo la comicità e gli artifici,
finchè il ragazzo va dalla ragazza,
lo stile di ripresa è semplicissimo,
con qualche inquadratura a due,
e non ricorriamo più all'azione
o a espedienti stilistici.
C'è la scena tra i due ragazzi,
vedi una panoramica dall'alto, e muoiono.
Abbiamo scelto di semplificare
verso la fine. Guardate che semplicità.
- La scena...
- È del tutto spoglia.
- Come natura crea.
- Così minimalista.
La scena è la prova di cosa il cinema
possa fare meglio del teatro.
Ci sono molte cose che il teatro può fare
meglio, ma noi eccelliamo in questo.
- Ma non avete visto Craig recitare Romeo.
- È una rivelazione.
Potrebbe farlo a teatro.
Be', Don...
Deve immedesimarsi nel dolore della morte
e nei suoi sentimenti per lei.
Ricordate che all'inizio avevamo disegnato
una tomba completamente circolare?
Anche questo è interessante.
Nella sceneggiatura iniziale scritta da me
e Craig, lei era nella tomba di famiglia.
È un processo creativo interessante.
Di solito dico a tutti
di costruire dei plastici.
Così abbiamo costruito
un modellino della tomba,
a Toronto,
dove curavamo la preproduzione.
È sorto un problema. Le tombe,
per loro natura, sembrano dei set.
Devono sembrare artificiali.
Così nelle sperimentazioni che stavamo
eseguendo assomigliava davvero
a tutto quello che non volevi.
Era come essere di nuovo sul palco.
Sembrava una bella rappresentazione
della pièce alla English National Opera.
Volevamo uno spazio molto realistico
e alla fine abbiamo deciso che aveva senso
che la famiglia esponesse la salma
per visitarla,
e che lui irrompesse in chiesa.
Così abbiamo eliminato la tomba
e sintetizzato.
È un buon esempio di come
la continua ricerca della semplificazione
e della chiarezza produca queste soluzioni.
E si ottiene una scena aperta
al posto di una claustrofobica.
- Senz'altro.
- C'era più spazio.
E Hector Lopez,
il nostro produttore in Messico,
è riuscito a farci filmare in questa chiesa,
ed è stata un'impresa non da poco.
Difficilissima.
È un luogo di culto, consacrato,
e ovviamente il prete e i superiori
avevano delle riserve.
Non volevano sparatorie in chiesa.
È stato fantastico
e il bello delle trattative
era la presenza di un prete
molto ragionevole che diceva:
''È una storia fantastica e coinvolgente
sull'amore di due giovani e una tragedia''.
Ed è importante quanto una vicenda biblica.
E alla fine ci ha convinti.
- Aveva delle riserve sull'arredamento.
- E soprattutto sul sangue.
E, senza volervi rovinare la sorpresa,
ma suppongo che abbiate visto il film,
bisogna parlare della quantità di sangue.
ln una scena stilizzata come questa, Giulietta
si spara, quindi ci sarà molto sangue.
Ne avevamo bisogno
per mostrare che era davvero morta,
ma non volevamo farlo in un modo
che distraesse dal momento emotivo.
Ti ricordi, Baz,
che in una versione provvisoria
entrava il prete.
- ''Ferma la tua mano, figliola.''
- Dopo la morte di Romeo.
Avrebbe dovuto essere Marlon Brando.
''Ferma la tua mano, figliola'', detto così.
È interessante che abbiamo tagliato
molte parti dell'ultimo atto della tragedia
per ottenere un'unità emotiva.
- Ma a proposito...
- Romeo che uccide Paride?
Già. Guardate, Giulietta si sveglia.
Non è nel testo.
Tocca la sua mano.
Si vedono per l'ultima volta.
''Romeo...'' Lo dice anche nel testo,
ma lui è già morto.
E lui dice: ''Così con un bacio io muoio''.
- Ma lei...
- Non si è ancora svegliata.
Nell'opera originale non comunicano.
Qui vi è un dialogo a due.
Abbiamo una teoria sul perchè
Shakespeare l'abbia scritto così.
Bisogna ricordarsi
che ai tempi di Shakespeare
Giulietta l'avrebbe interpretata un ragazzo.
Quindi la scena sarebbe
stata interpretata da due ragazzi. Giusto?
Tu non ti formalizzi su certe cose.
Sì, abbiamo già parlato di Mercuzio,
ma sto cercando di dire qualcos'altro.
È un discorso più ampio, ma molti
espedienti usati nel teatro elisabettiano
l'avrebbero reso comico
e tragico alla stesso tempo.
ll problema è che,
quando si arriva
alla parte finale della scena,
sarebbe stato difficile avere
un dialogo lungo tra due ragazzi.
Forse era più difficile da recitare,
e così era più facile
fare prima un monologo e poi l'altro.
- Detto questo, per concludere...
- Con il prete in mezzo.
Sì, che li separava. Detto questo,
nelle rappresentazioni vittoriane
un attore come Garrick sarebbe morto...
Per poi resuscitare dopo la morte
di Giulietta e fare un monologo.
Ma esistono altre versioni
in cui entrambi sono in vita e dialogano.
Molte delle idee vittoriane non erano buone.
Come la processione per portare fuori
la bara, che durava 25 minuti.
C'era persino una versione col lieto fine,
in cui vivevano entrambi.
L'hanno detto ai produttori.
Credetemi, non siamo
i primi massacratori del Bardo.
Ci hanno già pensato altri,
ma questa ci è sembrata un'ottima idea
perchè prolunga la tragedia
del momento finale
in cui si rendono conto di morire sapendo
che l'altro è vivo, ed è ancora più crudele.
Ma si dice anche che
gli attori vittoriani l'avessero riscritto.
Un attore famoso avrebbe riscritto
la propria parte per allungarla.
Ci sono prove, o sospetti, che qualcosa di
simile succedesse ai tempi di Shakespeare.
- È vero.
- Senz'altro.
Anche nei testi elisabettiani. Gli in folio
si basavano sui ricordi degli attori,
che potevano esagerare
la lunghezza della propria parte.
Nel periodo elisabettiano, a un attore
veniva data soltanto la propria parte.
- Non le battute degli altri.
- Costava troppo.
Per i ruoli principali ricevevi molte pagine,
e poche per quelli minori.
Quello della pistola
è stato un bel problema.
E alla fine abbiamo deciso
che dovevamo affrontare la realtà.
Come diceva Craig,
non potevamo staccare e
farli morire tutti belli
come nella rèclame di un sapone.
Dovevamo esprimere l'orrore
di una ragazza così disperata
da voler porre fine alla propria vita.
Era importante per noi, e credo
che fosse quello che voleva Shakespeare,
far sentire veramente la tragedia
della perdita di due giovani vite.
Ci sono la velocità,
le risse e il glamour dell'inizio,
ma è necessario sentire una perdita, perchè
il film e la tragedia significhino qualcosa.
- È una ripresa stupenda, Don.
- Parliamone.
Don l'ha preparata,
e ci siamo serviti di un cavo.
ln due parole, la macchina veniva sollevata
verso il soffitto con un sistema di cavi.
ll problema era che non riuscivamo a tenerla
completamente ferma per troppo tempo.
Per questo c'è il flashback,
che secondo alcuni non è il massimo.
Ma era un modo
di ricordare il loro rapporto,
e anche di sfruttare appieno
l'effetto della ripresa aerea.
Sentiamo la musica
di Tristan und IsoIde in sottofondo,
un'altra derivazione
del mito di Romeo e Giulietta.
E ho pensato che, anche se l'avevamo usato
all'inizio di uno dei nostri primi video,
ancora prima di fare il film,
è stato bello usarlo nel finale.
Queste scene sono state tremende.
- Dovrebbe essere mattina, ma in realtà...
- Si sta facendo buio.
La luce stava per scomparire. Per qualche
motivo non avevamo potuto iniziare prima,
e volevamo usare l'ultima luce.
Per un ragione o per l'altra
sforavamo sempre,
e così finivamo per lavorare di sera.
Ma, secondo me,
alla fine è stato un vantaggio.
Quasi tutte le volte
che ci siamo trovati alle strette nel film,
ci è andata bene.
Don, c'è da dire
che qui passiamo alla cinepresa a mano.
Non usiamo più uno stile formale
e ci ricolleghiamo all'inizio.
Stiamo ritornando dentro
il reportage della giornalista.
lnizia a sembrare
un servizio giornalistico.
Era iniziato come un reportage
Diventa più simile al telegiornale.
Ora vediamo la televisione.
Così ci sentiamo dentro la tv
e ora torniamo al mondo della giornalista.
Come all'inizio.
Di Giulietta e del suo Romeo.
Anche se ci siamo serviti di effetti digitali,
questa è solo una tivù
su un piedistallo coperto da un telo nero
da cui ci allontaniamo sul dolly.
Non è certo high-tech.
La questione era di quanto rimpicciolirla.
Alla fine volevo allontanarmi di più,
così con un trucco ottico l'abbiamo
rimpicciolita e spenta. E ora i titoli di coda.
Dirò soltanto che...
Adoro proprio il pezzo
fantastico dei Radiohead,
intitolato ''Exit Song For A Movie'',
scritto da Nellee e dai suoi collaboratori.
Abbiamo aspettato tantissimo tempo.
Pensavamo che non l'avrebbero fatto
e telefonavamo sempre a Thom Yorke.
Ma alla fine ha visto gli estratti,
abbiamo parlato dell'atmosfera del film
e credo che abbiano eseguito
il miglior commiato musicale di un film.
Di questo film. O di qualunque film.
Starebbe bene in Via coI vento.
Di qualsiasi film.
Ho sempre pensato che,
col passare del tempo,
se vedi il film ti ricordi dell'esperienza.
Ma quando leggi i nomi di alcune persone
che conosci e con cui lavori da anni
e nomi che evocano degli
incredibili flashback di quanto è successo,
hai veramente un concentrato del film.
Dietro ogni nome c'è una persona
che ha partecipato alla sua realizzazione.
E mi stupisco ancora,
anche se lavoro nel cinema,
soprattutto nei nostri film,
perchè alla Red Curtain c'è la regola
di non usare titoli di testa.
Diciamo: ''Questo è il titolo.
Entriamo nel mondo del film''.
Così i titoli di coda non finiscono mai.
E c'è l'interminabile supplizio
di riuscire a far entrare i nomi di tutti.
Ed è importantissimo che ci siano tutti.
E poi di come far funzionare
la musica, e l'aspetto emotivo.
Ma puntualmente il pubblico si chiede:
''Ma cosa facevano tutti questi?''
Sembra davvero un intero esercito
coinvolto nella realizzazione del film.
- Credo che sia tutto.
- Sì.
Non vorrai mica ricominciare da capo?
- No.
- Siamo stati perfetti.
- L'inizio è stato un po'...
- Un po' incerto.
Non andava bene.
Potremmo rifare l'inizio.
Quale parte? Era perfetto.
Non è vero. Non andava bene
perchè eravamo tutti un po' tesi.
- Ma non fa niente.
- Va bene, CM.
- Sapete cosa faccio?
- Vuoi parlare degli anelli alla fine?
- Della scritta incisa all'interno?
- No.
- Va bene.
- È stato l'ultimo atto del film.
- Un lavoro in extremis di CM...
- No, ma...
Ma un altro elemento
che ha creato molto scalpore
è stata la nostra ferma decisione di unire
la troupe messicana a quella australiana.
- Perchè...
- E perchè avremmo dovuto fare altrimenti?
Perchè dici così, CM?
Stiamo ancora registrando? Sì, ok.
Perchè di solito si dividono le troupe,
da una parte quella che loro considerano
la troupe americana, o degli australiani,
dall'altra la troupe del posto,
e credo che ognuno sentisse
di far parte della troupe.
- Certo.
- E quando cerchi...
ln ogni caso era una realtà innegabile.
Sì, era una realtà innegabile,
ma quando cerchi di andare controcorrente,
è difficile convincere gli altri.
CM, l'hai detto.
Stavamo registrando. Possiamo inserirlo.
Potremmo rifare l'inizio, ma credo che
il risultato complessivo
non sarebbe migliore.