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(Musica)
Diciamo che siete al mare e avete un granello di sabbia negli occhi.
Come sapete che la sabbia è lì?
Ovviamente non potete vederla, ma se siete un individuo sano e normale
riuscite a sentirne la presenza,
quella sensazione di estrema sofferenza, conosciuta anche come dolore.
Ora, il dolore vi fa agire in un certo modo.
In questo caso sciacquate gli occhi finché la sabbia va via.
E come sapete che la sabbia non c'è più? Esatto! Perché non c'è più dolore.
Ci sono persone che non sentono dolore.
Può sembrare una cosa stupenda, ma non lo è.
Se non sentite dolore, potreste rimanere feriti o anche ferirvi
senza saperlo.
Il dolore è il sistema di preallarme del corpo.
Vi protegge dal mondo circostante e da voi stessi.
Crescendo, installiamo rilevatori di dolore in buona parte del nostro corpo.
Questi sensori sono cellule nervose specializzate
detti nocicettori
che si ramificano dal midollo spinale verso la pelle, i muscoli, le articolazioni,
i denti e ad alcuni degli organi interni.
Proprio come tutte le cellule nervose, conducono segnali elettrici
mandando indietro informazioni da qualsiasi luogo al cervello.
Ma, diversamente dalle altre cellule nervose,
i nocicettori si attivano solo se accade qualcosa che potrebbe causare
o sta causando un danno.
Dunque, provate a toccare lievemente la punta di un ago.
Percepirete il metallo e quelle sono sensazioni provenienti dalle normali cellule nervose.
Ma non sentirete alcun dolore.
Ora, più a fondo premerete contro l'ago
più vi avvicinerete alla soglia di attivazione dei nocicettori.
Premete abbastanza forte e supererete quella soglia
e i nocicettori si attiveranno, comunicando al vostro corpo di smettere di fare qualsiasi cosa stiate facendo.
Ma la soglia minima di dolore non è fissa.
Alcune sostanze chimiche riescono a regolare i nocicettori
abbassando la loro soglia minima di dolore.
E quando le cellule sono danneggiate iniziano, insieme alle cellule vicine,
a produrre pazzesche quantità di sostanze chimiche regolatrici
abbassando la soglia minima di attivazione dei nocicettori fino al punto in cui
il semplice tocco può causare dolore.
Ed è qui che entrano in scena gli analgesici venduti senza prescrizione medica.
Aspirina e ibuprofene
bloccano la produzione di una classe di queste sostanze chimiche regolatrici
dette prostaglandine.
Diamo uno sguardo a come ci riescono.
Quando le cellule sono danneggiate, rilasciano una sostanza chimica chiamata acido arachidonico.
Ora, due enzimi detti ***-1 e ***-2
convertono questo acido arachidonico in prostaglandina H2
che a sua volta viene convertita in una serie di altre sostanze chimiche che fanno una serie di cose,
tra cui innalzare la temperatura corporea, causare infiammazioni
ed abbassare la soglia minima del dolore.
Ora, tutti gli enzimi hanno un sito attivo,
ovvero il luogo negli enzimi dove avviene la reazione.
I siti attivi del ***-1 e ***-2
si adattano alla perfezione all'acido arachidonico.
Come potete osservare, non c'è altro spazio libero.
Ora, è in questo sito attivo che l'aspirina e l'ibuprofene svolgono la loro funzione.
Funzionano in maniera diversa: l'aspirina agisce come la spina di un porcospino.
Entra nel sito attivo e poi si spezza in due
abbandonando una metà all'interno del sito,
bloccando totalmente quel canale e rendendo impossibile l'adesione dell'acido arachidonico.
Ciò disattiva permanentemente il ***-1 e ***-2.
L'ibuprofene invece
entra nel sito attivo, ma non si divide o modifica l'enzima
e ***-1 e ***-2 sono liberi di espellere via l'ibuprofene
ma finché questo principio attivo è lì dentro
l'enzima non riesce a legarsi all'acido arachidonico
e non può svolgere la sua normale attività chimica.
Ma come sanno l'aspirina e l'ibuprofene dove si trova il dolore?
Be', non lo sanno.
Una volta che i farmaci sono entrati nel vostro circolo sanguigno
vengono trasportati ovunque nel vostro corpo
e vanno tanto nelle aree di dolore quanto in quelle senza.
Ecco dunque come funzionano l'aspirina e l'ibuprofene.
Ma ci sono altre dimensioni del dolore.
Il dolore neuropatico, ad esempio,
è il dolore causato dai danni al nostro stesso sistema nervoso;
in questo caso non è necessario alcun tipo di stimolo esterno.
E gli scienziati stanno scoprendo che il cervello controlla
come noi reagiamo ai segnali di dolore.
Ad esempio, quanto dolore percepiamo può dipendere da
quanto prestate attenzione al dolore stesso, o anche dal vostro umore.
Il dolore è un'area di ricerca molto attiva.
Se riusciamo a comprenderlo meglio, forse possiamo aiutare le persone a gestire meglio il dolore.