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Prendetevi un momento per leggere questo.
Com'è andata?
Frustrante?
Lento?
Di cosa parlavano quelle frasi?
In realtà sono una simulazione
dell'esperienza della dislessia,
pensata per farvi decifrare ogni singola parola.
Le persone con dislessia fanno quei laboriosi passi
ogni volta che leggono.
In genere, quando si pensa alla dislessia,
si pensa a lettere e parole viste al contrario,
come confondere la "b" con la "d" e viceversa,
o si pensa che le persone con dislessia
vedano "saw' come "was".
Ma la verità è che i dislessici
vedono le cose come ogni altra persona.
La dislessia è causata da un problema nell'elaborazione fonologica,
il che significa che i dislessici
non hanno problemi visivi con la lingua
ma con la sua elaborazione.
Per esempio, se senti la parola gatto
e qualcuno ti dice: "Togli la 'g'",
quale parola rimarrebbe?
"Atto."
Questa operazione può essere difficile per i dislessici.
Data una parola isolata,
ad esempio "fantastico",
gli studenti con dislessia hanno bisogno di frammentare la parola
in parti per leggerla:
fan,
ta,
sti -co.
Il tempo per decodificare la parola rende difficile
stare al passo coi compagni
e arrivare ad una sufficiente comprensione.
Fare lo spelling fonetico delle parole
come l-e-g-n-e-t-t-o
per "legnetto"
e a-m-i-c-i
per "amici"
è altrettanto comune.
Queste difficoltà sono più diffuse e variegate
di quanto comunemente immaginato.
La dislessia colpisce fino a una persona su cinque.
Si verifica in un continuum.
Alcune persone sono affette da dislessia lieve,
mentre altre da forme molto gravi.
La dislessia è ricorrente all'interno della stessa famiglia.
È comune vedere un membro di una famiglia
avere problemi di ortografia
e un altro membro
avere gravi difficoltà a decifrare parole anche di una sola sillaba,
come "amo".
Il continuum e la distribuzione della dislessia
suggeriscono un principio più ampio da considerare
quando pensiamo a come il cervello dei dislessici
processa il linguaggio.
L'idea di neurodiversità suggerisce che
poiché ogni cervello è diverso
per struttura e funzione,
non dovremmo etichettare così velocemente
ogni deviazione dalla "norma"
come un disturbo patologico
o screditare le persone che presentano queste varianti
come "difettose".
Persone con varianti neurobiologiche come la dislessia,
tra cui individui creativi e innovativi
come Picasso,
Muhammad Ali,
Whoopi Goldberg,
Steven Spielberg,
e Cher,
hanno chiaramente le capacità
di essere brillanti e avere successo nella vita.
Quindi, ecco il modo speciale
in cui lavora il cervello delle persone con dislessia.
Il cervello è diviso in due emisferi.
L'emisfero sinistro è generalmente responsabile del linguaggio
e, infine, della lettura,
mentre il destro generalmente gestisce le attività spaziali.
Studi di risonanze magnetiche hanno rivelato
che il cervello delle persone con dislessia
si affida maggiormente all'emisfero destro e al lobo frontale
rispetto al cervello di chi non ce l'ha.
Questo significa che la lettura di una parola,
richiede un percorso più lungo attraverso il cervello
e può arrivare in ritardo al lobo frontale.
A causa di questo problema tecnico neurobiologico,
leggono con più difficoltà.
Ma le persone con dislessia
possono cambiare fisicamente il proprio cervello
e migliorare la lettura
con una manipolazione radicale, multisensoriale,
che frammenta il linguaggio
ed insegna al lettore a decodificare
basandosi sui tipi di sillaba e su regole di ortografia.
Il cervello delle persone con dislessia
inizia ad utilizzare l'emisfero sinistro
in modo più efficiente durante la lettura,
e la capacità di lettura migliora.
Questa manipolazione funziona
perché tratta la dislessia nel modo giusto,
come una variazione funzionale del cervello,
che, naturalmente, mostra ogni tipo di variazione
in diverse persone.
La neurodiversità enfatizza questo spettro
di funzioni cerebrali in tutti gli esseri umani
e suggerisce che per comprendere meglio le prospettive
di quelli intorno a noi,
dovremmo cercare non solo di guardare il mondo coi loro occhi
ma comprenderlo attraverso i loro cervelli.