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Le mura più importanti della storia occidentale non sono nemmeno in Occidente.
Circondano la moderna città di Istambul: Costantinopoli, come la chiamavano i Romani.
E per mille anni il destino dell'Europa è dipeso da loro.
Costantinopoli fu progettata per essere il centro del mondo.
Quando i confini dell'Impero Romano cominciarono a sfaldarsi nel quarto secolo,
la capitale fu spostata in Oriente, acculturato, ricco e ancora stabile.
Là, all'incrocio tra Europa e Asia, il centro delle maggiori vie di commercio del mondo antico,
l'Imperatore Costantino costruì la sua città.
Era la città di biblioteche e di univeristà,
20 volte la dimensione di Londra o Parigi di quel tempo.
Raccoglieva l'impagabile conoscenza del mondo classico che stava scomparendo in Occidente.
Per proteggere questo capolavoro dai suoi molti nemici
i successori di Costantino costruirono le migliori fortificazioni di difesa mai erette.
La prima linea di protezione era un fossato largo 5 metri e profondo 7
che si allungava per tutti i 6 km da costa a costa.
Delle tubature dall'interno della città erano in grado di riempirlo alla prima avvisaglia di nemici,
e un basso muro proteggeva gli arcieri che potevano colpire i soldati infradiciati che provavano ad attraversarlo a nuoto.
Quelli così fortunati da superare il fossato dovevano affrontare uno sbarramento incessante dal sovrastante muro esterno di 8 metri.
Gli si rovesciavano addosso frecce, lance o, peggio ancora, fuoco greco - un'antica forma di ***
che si infiammava appena toccava qualcosa e non poteva essere spento dall'acqua.
Squadroni di difensori romani portavano lancia fiamme mobili
e attaccavano chiunque cercasse di uscire dal fossato.
Le vittime terrorizzate si rituffavano solo per scoprire che continuavano a bruciare sott'acqua.
A volte i Romani montavano anche dei sifoni sui bastioni
e lanciavano dalle catapulte pentole di terraglia piene di fuoco greco sull'esercito invasore.
Le file anteriori diventavano un inferno,
facendo sembrare che la terra stessa fosse infuocata.
Se, per qualche miracolo, il muro esterno fosse stato compromesso,
gli attaccanti si sarebbero trovati di fronte alla difesa finale: il grande muro interno.
Queste mura erano abbastanza larghe da consentire a quattro uomini di cavalcare fianco a fianco
in modo che le truppe potessero accorrere dovunque ce ne fosse bisogno.
Attila l'Unno, distruttore di civiltà, che si faceva chiamare Flagello di Dio,
se ne tornò indietro dopo aver dato loro un'occhiata.
Gli Avari attaccarono le mura inutilmente fino a che terminarono i proiettili per le loro catapulte.
I Turchi cercarono di scavare un tunnel sotterraneo, ma scoprirono che le fondamenta erano troppo robuste.
Gli Arabi tentarono di sottomettere la città affamandola,
ma finirono loro stessi il cibo e dovettero ridursi al cannibalismo.
Ci vollero i cannoni del mondo moderno per abbatterle, alla fine.
Nel 1453 i Turchi portarono la loro arma suprema:
un cannone mostruoso che poteva sparare un proiettile di 750 kg ad 1 km e mezzo di distanza.
Insieme a più di un centinaio di cannoni più piccoli
continuarono a bombardare ininterrottamente giorno e notte.
Una sezione delle vecchie mura crollò, ma anche negli spasimi dell'agonia si dimostrarono formidabili.
Le macerie assorbivano i colpi delle palle di cannone meglio del muro intatto.
Ci volle un mese e mezzo di spari continui per riuscire a fare breccia.
L'ultimo imperatore romano, Costantino XI, sguainò la spada
e saltò nell'apertura per fermare l'orda che entrava,
scomparendo nella leggenda.
La città fu presa e alla fine l'Impero Romano scomparì.
Ma quelle mura infrante lasciarono un ultimo dono.
Mentre i sopravvissuti scappavano dalla città condannata, portarono con sé i loro libri preziosi e le loro antiche tradizioni.
Andarono verso ovest in Italia, reintrodussero la lingua e gli insegnamenti greci nell'Europa occidentale e diedero vita al Rinascimento.
Grazie alle mura di Costantinopoli, quel cumulo di mattoni e marmo che la protessero per così a lungo,
abbiamo ancora il nostro passato classico.