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Se per caso vi piacciono le belle fotografie
probabilmente non vi piacerà cosa sto per dirvi
quindi iniziamo da dove tutto è partito,
a volte è più facile ragionarci su.
Per me tutto è iniziato dagli scatti di un fotografo,
Arsath Ro'is.
Ro'is ha lavorato per la città di Amsterdam,
era un dipendente statale,
il suo lavoro era documentare la città e i suoi cambiamenti.
Ogni mattina prendeva il suo motorino
e se ne andava nella periferia di Amsterdam --
dove c’erano i cantieri
e avevano scavato i sottopassi e costruito la tangenziale.
C’era sempre molta sabbia nei suoi scatti
e per questo motivo i suoi colleghi
lo avevano soprannominato "il fotografo della sabbia".
Forse avete già notato
che c’è sempre un motorino in tutte le foto --
il motivo è questo:
un giorno Arsath Ro'is stava facendo una foto in un cantiere,
era concentrato sulla macchina fotografica e sul soggetto da fotografare,
e intanto qualcuno alle sue spalle gli stava rubando il motorino.
(Risate)
Giurò che avrebbe sempre tenuto il motorino bene in vista.
(Risate)
Dunque cosa abbiamo qui:
abbiamo una fotografia molto semplice,
non ci sono ambizioni artistiche.
A lui non importava scattare fotografie interessanti,
voleva semplicemente fare il suo lavoro
ed evitare che gli rubassero di nuovo il motorino.
E questo è quello che lo rende così autentico.
Ora vi parlerò di un fotografo
con ambizioni artistiche:
c’è stato un periodo in cui io sono stato un fotografo con ambizioni artistiche --
(Risate)
Beh, ho esposto i miei lavori in gallerie d’arte, nei musei,
ho pubblicato libri, c’erano concetti,
progetti, temi, collezioni, soggetti --
avrei potuto... comprarmi un motorino
(Risate)
e metterlo in ogni scatto che facevo
avrei potuto adottare uno stile surrealista o uno stile essenziale,
avrei potuto persino avere successo con uno stile,
ma sarebbe stato ancora solo un altro concetto,
sarebbe stato falso,
e non sarebbe stato per nulla autentico.
Non è strano che un impiegato statale
riesca ad essere più autentico di un artista?
Attenzione, un impiegato che lavora dalle 9 alle 5.
Da questo si possono concludere due cose:
la prima è che è pericoloso avere ambizioni artistiche
perché ti impediscono di essere genuino;
la seconda è che se vuoi davvero fare foto interessanti
non devi mirare a questo.
Volete che ripeta?
(Risate)
Così dopo aver visto i lavori di Arsath Ro'is
e averne capito il significato,
ho abbandonato i progetti e i concetti
e i temi e le collezioni e i soggetti--
ho venduto la mia attrezzatura,
ho buttato via metà dei negativi che avevo
e gli altri li ho venduti al museo della fotografia,
il Nederlands Fotomuseum,
e li ho convinti a metterli
sul loro sito, gratis e in alta risoluzione.
Si possono fare delle stampe di questa grandezza.
A volte la gente mi manda la foto
di cosa ha fatto della mia foto…
(Risate)
Sembra che io abbia realizzato tutto ciò
in un attimo, d’impulso,
ma in realtà ci ho messo anni per arrivarci.
Ma quale sollievo, credetemi.
Finalmente potevo vedere cosa c’è da vedere.
Molto spesso la fotografia non cattura cosa c’è da vedere,
il più delle volte presenta il mondo
come qualcosa di ordinato
e questo non è facile da fare perché il mondo è molto caotico,
e devi essere un fotografo molto abile per riuscirci;
e quando ci riesci, la gente dice:
"Sei bravo! Guarda questa immagine,
è bellissima, sembra quasi un dipinto" --
(Risate)
Ma non è pittura contemporanea, non è Warhol,
è la pittura classica, quella del XXVII, XXVIII, XIX secolo.
Nel 1816 la fregata francese Méduse
colò a picco in mare
147 marinai riuscirono a salire su una zattera,
rimasero in mare per due settimane,
molti morirono e alla fine solo 15 di loro si salvarono.
Due anni dopo, nel 1818,
il pittore francese Theodore Gericault dipinse questa tragedia.
Passiamo ora al 2008,
quando l’esercito georgiano ha invaso l’Ossezia del Sud,
l’esercito russo li ha respinti prontamente,
e questa è una foto dei soldati
che si ritirano dall’Ossezia del Sud.
Capite la relazione tra i due?
Potrei mostrarvi tante immagini come questa
e farvi vedere la connessione tra dipinto e fotografia,
ma non intendo farlo, credo lo possiate fare da soli.
Vi mostrerò solo questa:
è una foto che ho scattato io nel 1998,
è molto famosa, alla gente piace molto,
è la più scaricata da internet
dal sito del Nederlands Fotomuseum.
Sapete perché alla gente piace tanto?
Perché assomiglia a quasi tutti i quadri
del pittore Caspar David Friedrich.
(Risate)
Ma la gente non è cosciente di questo,
e io non l’ho scattata così di proposito,
è una cosa involontaria,
è qualcosa che ci portiamo dietro,
fa parte del nostro background culturale.
Naturalmente all’inizio mi piaceva sentirmi dire:
questa foto è bellissima,
sei un bravo fotografo.
Ma un giorno ho pensato:
voglio vedere cosa c’è da vedere
e non essere sempre influenzato dalla pittura,
dalla pittura classica ogni volta.
Può la fotografia avere una bellezza tutta propria?
E se parlare di bellezza è pretendere troppo,
può la fotografia essere interessante di per sé?
Interessante -- se davvero volete fare una foto interessante,
non dovete cercare di farlo.
A quel punto mi sono fermato.
Questa foto la trovate sul vostro zerbino tutte le settimane,
è nei volantini del supermercato.
Ecco come i supermercati presentano la carne in vendita,
qualcuno di voi pensa alla fotografia ora?
Pensate alla carne!
Questa foto è così poco interessante
che ci si dimentica la fotografia e si pensa solo a cosa raffigura,
e questo è ciò che la rende interessante per me.
(Risate)
Esiste un universo di cose
da scoprire in questa sfera della fotografia.
Queste sono le mie preferite.
Tutti dovrebbero avere questa foto sulla loro scrivania,
così non vi romperete più la testa per sapere
qual è il formato più grande: l’A4, l’A3, l’A6…
(Risate)
Ho iniziato così a raccogliere foto di questo tipo,
poi però mi sono dovuto trasferire in un appartamento più piccolo,
capite, ero un fotografo, ho smesso,
dato che alla fine costa.
Per avere più spazio ho dovuto buttare via un sacco di cose
e nel frattempo i mucchi di fotografie non interessanti
diventavano sempre più ingombranti,
dovevo buttare via le fotografie poco interessanti?
Oppure buttare
i pupazzetti che mia madre aveva fatto in casa di riposo?
Ogni volta che faceva un pupazzetto --
(Risate)
… nel frattempo mi metto solo la giacca.
(Risate) (Applausi)
Ogni volta che faceva un pupazzetto,
me lo mostrava e mi chiedeva:
"Ti piace?" "Mamma, è fantastico!"
e poi ovviamente mi diceva, "Lo vuoi tenere?"
e io rispondevo, "Sì, certo che lo voglio."
Quindi in casa ne ho parecchi di questi pupazzetti,
ero sul punto di buttarli nel cestino ma non ce l’ho fatta.
Mi sembrava di tradire la memoria di mia madre.
Poi ho pensato… la memoria. Ma la fotografia non è memoria?
Ho ricomprato una macchina fotografica,
ho fotografato i pupazzetti di mia madre,
e alla fine sono riuscito a buttarli nel cestino.
Sono riuscito a buttare via tante cose facendo così.
(Risate)
Questo è un razzo giocattolo,
in effetti che cosa se ne fa un omone adulto
di una roba del genere per bambini --
Non l’ho buttato via, l’ho regalato.
Questo è il mio televisore,
i venditori di televisori non si devono preoccupare,
non nascerà nessun trend online
perché l’hanno portato via nel giro di pochi minuti.
Ho scritto sopra : "Rubatelo con cura".
Poi ricevo una telefonata da quelli di Foam,
è una rivista internazionale di fotografia molto nota,
mi dicono: "Abbiamo saputo che sei di nuovo in possesso di una macchina fotografica"
ho detto "Lo confesso
sono di nuovo in possesso di una macchina fotografica".
"E cosa ci fai?"
"... fotografo semplicemente le cose che butto via".
(Risate)
"... ah, vorremmo vederle".
E prima che me ne rendessi conto avevano pubblicato 24 pagine
sulle cose che avevo gettato via!
(Applausi)
Questo non l’ho buttato,
ho scoperto che la fotografia è utile
anche per evitare di comprare cose di cui non hai proprio bisogno.
(Risate)
È così.
Sono riuscito a rimandare l’acquisto di questo computer per un anno,
fino a quando non ho versato una tazza di caffè su quello vecchio.
Il servizio è uscito all’inizio del 2008,
il titolo era "La fotografia come antidoto contro il consumismo."
Qualche mese dopo è scoppiata la crisi del credito,
… vi rendete conto di cosa può fare la fotografia?
Se lasciate perdere la pittura?!
Così sono ritornato al mio lavoro, beh non proprio,
non al mio vecchio lavoro,
perché non avevo intenzione di cercare nuovi soggetti,
progetti, temi, collezioni e cose del genere,
è successo che volevo sbarazzarmi di alcune cose
e la fotografia sembrava utile
così ho semplicemente fotografato quelle cose,
non mi interessava fare delle belle foto,
mi interessava solo buttare via degli oggetti.
Alla fine viene da pensare allora
"Cosa rende una foto interessante?"
Pensate che questa sia una foto interessante?
È stata scattata 6 mesi fa,
un ragazzo a scuola ha sparato agli insegnanti e ai suoi compagni
e poi si è sparato a sua volta.
Tra le cose che la gente ha posato davanti alla scuola
c’era questo cartello
tradotto sarebbe: "Dio dov'eri?"
Non è facile rispondere a queste domande.
C’era anche un’altra domanda,
"Warum", che significa "Perché",
a cui è ancora più difficile rispondere,
e qui vediamo il misterioso autore di questi cartelli.
A giudicare dal suo aspetto
non è tanto interessato a rispondere a queste domande
sembra più voler attirare l’attenzione.
E questo è ciò che ha ottenuto.
(Risate)
Però, pensandoci, avevo già visto quest’uomo,
fate caso alla "R" in questi cartelli
e il punto di domanda, sono molto particolari.
Anche nella parola "Warum".
Ho fatto un po’ di ricerche e ho trovato --
vi ricordate un anno fa
quell’uomo che ha tenuto sua figlia rinchiusa in uno scantinato
e ha avuto dei figli da lei in Austria?
Fritzl -- questa è la sua casa,
e questo è l’autore misterioso,
questa volta scrive: "Come è potuto accadere?"
e di nuovo appare la parola "Warum",
a significare "Mai più".
Ma questa non è la prima volta che è apparso,
il suo debutto è stato nel 2007, il 17 Dicembre,
in Germania.
Qui è successo che una donna ha sparato ai suoi figli e poi si è uccisa,
il nostro uomo ha messo “Warum” e i suoi cartelli di fronte alla casa,
sul marciapiede,
e dopo due giorni è riuscito a metterli fin davanti all’ingresso.
Ma non finisce qui.
Ricordate quest’anno i festeggiamenti per il Giorno della Regina?
Il 30 Aprile un uomo in macchina ha investito il corteo
e poi si è schiantato contro un monumento.
Guardate un po’ tra le cose lasciate dalla gente
per dimostrare la propria solidarietà --
(Risate)
Da un punto di vista puramente estetico e formale
questa foto non è bella,
ma ha qualcos’altro,
c’è qualcosa da scoprire, qualcosa da trovare.
Anche questa è bellezza
ma è un altro tipo di bellezza,
non è la bellezza che troviamo nella pittura classica,
ma è la bellezza della scoperta scientifica,
della formula matematica,
della facile soluzione al problema complesso,
della ricerca.
Di colpo mi sono ritrovato a scrivere per il Volkskrant,
è un importante quotidiano olandese,
analizzando le immagini secondo la linea di ricerca che vi ho appena mostrato.
Questo è il servizio che ho fatto sul ragazzo del "Warum",
ero molto felice perché tutte le settimane
potevo raccontare la mia storia sulla fotografia
da un punto di vista differente, non quello della pittura,
ma c’era un inconveniente,
potevo pubblicare solo una foto per volta,
non potevo mostrare la mia ricerca per intero,
e allora il Volkskrant ha trovato
la semplicissima soluzione a questo complesso problema.
Ho avuto a disposizione due pagine anziché mezza,
così ora posso analizzare delle storie per intero
ho più spazio per le mie ricerche
e più spazio per me,
perché ora guadagno di più
e mi sono trasferito in un appartamento più grande.
Grazie mille!
(Applausi)