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Comincerò dicendo che la mia prima sfida è stata il cricket.
A nove anni decisi che sarei diventato un giocatore professionista.
Ho visto mio cugino Javed Burki segnare 100 punti
in quello che non dovrebbe essere più chiamato Gheddafi Stadium,
(Risate)
e mi ricordo di aver deciso allora di diventare un professionista.
Non ho mai pensato per un attimo che ci fosse la possibilità
di non diventare un giocatore professionista,
era solo una questione di tempo.
Nel tempo mi sono accorto di molti problemi
che non avevo previsto quando decisi di diventare un giocatore di cricket.
Ma il trucco per realizzare l'impossibile
è riuscire ad affrontare i momenti bui.
Perché ogni volta che avete un grande sogno o imboccate la strada sconosciuta,
siate preparati al fatto che ci saranno momenti bui.
Capiteranno imprevisti, ci saranno fallimenti,
ma le persone che alla fine vincono
hanno questa qualità, la numero uno: non mollano mai.
Si perde davvero solo quando si abbandona.
In secondo luogo, sanno affrontare i momenti duri.
Il mio primo momento duro è stato quando ho giocato la prima partita,
mi hanno cacciato e al mio ritorno i titoli dei giornali dicevano "Imran Khan't" (gioco di parole tra Khan e can't - non ce la fa).
(Risate)
E non ho giocato per i tre anni successivi, ero fuori squadra
e tutti pensavano che fosse la fine.
Poi mi sono ritagliato di nuovo un posto in squadra
ma il primo shock che ho avuto, di cui vi parlo ora, è stato:
più grandi gli obiettivi, più duri saranno i colpi che riceverai,
maggiori saranno gli imprevisti, più numerosi saranno i fallimenti.
Quindi ho giocato la prima partita a Lahore,
mi preparo a battere
e sulla destra, attraverso le tribune,
c'è un'intera... da destra attraverso tutti gli spalti...
c'è tutta Lahore a guardare.
Durante tutta la mia camminata fino al centro del campo,
e ricordatevi che sono 50 metri fino al centro,
tutti i 50 metri sentivo Lahore che gridava "Evviva!", cantava, gridava.
Un rumore meraviglioso mentre mi avvicinavo al wicket.
Sfortunatamente, nel cricket può succedere qualcosa che non accade in nessun altro sport:
si può essere eliminati alla prima palla.
Ed è quello che è successo.
Altri 50 metri... stesso pubblico...
(Applausi)
Ci sono delle signore in sala
quindi non posso riferire quello che mi hanno urlato.
Ma vi assicuro, quei 50 metri che ho attraversato a Lahore nel Punjab
mi sono sembrati 100 chilometri.
Comunque, al ritorno ero distrutto.
Mi dicevo: "Come hanno potuto le stesse persone che mi chiamavano leone
rimangiarsi tutto e dire tutte quelle cose
che mi hanno detto?"
E mi ci è voluto un bel po' per recuperare.
Ma nel corso degli anni mi ci sono abituato.
L'altro momento che posso raccontarvi
per il tipo di sconfitta che è stato molto difficile,
è stato il nostro primo tour dell'India: abbiamo perso.
Immaginate, avevamo perso il torneo
e tornavamo in Pakistan il giorno successivo.
La squadra era riunita.
Di cosa parlavamo?
Di come arrivare a Lahore quando tutti stavano dormendo.
(Risate)
Quindi abbiamo preso un volo che arrivava alle 4 del mattino.
Ma quelli della dogana ci hanno tenuto fermi tre ore,
finché c'è stata luce,
e ci hanno confiscato tutto, me lo ricordo ancora.
Tutto quello che avevamo... questa era l'India, a quei tempi
le leggi sull'immigrazione erano molto più severe.
Quelli dell'immigrazione ci confiscarono tutto
e per giorni non abbiamo potuto uscire di casa.
I giocatori dovevano nascondersi in casa, davvero,
a causa della rabbia provata dalla gente.
L'altro imprevisto che vi voglio raccontare riguarda la mia prima elezione.
Il nostro partito era nato solo cinque mesi prima.
Continuavo a dire... ero sempre in giro, tutti lo facevano,
qui c'è il Dottor Alvi,
tutti membri fondatori del Tehreek-e-Insaf.
Avevamo appena fondato un partito, tutte persone in buona fede
che volevano fare del bene al Pakistan, ma con zero esperienza in politica.
Quindi sono andato in giro a fare campagna elettorale ovunque
e vedevo che attiravamo molte persone. Ma, durante la campagna,
ho capito chiaramente che un partito così giovane non avrebbe avuto chance alle elezioni.
Quindi l'idea era di andare in giro per tutto il Pakistan,
portare davanti alla gente il tema della corruzione
- la corruzione è il problema principale in Pakistan -
e subito prima delle elezioni ritirarci.
Io ero preparato e mi stavo godendo la campagna elettorale
pensando che non avremmo avuto speranze alle elezioni,
godendomi questa novità, andare in giro per tutto il Pakistan.
Quando sono tornato, circa dieci giorni prima delle elezioni,
ci siamo riuniti, ci siamo seduti
e ho detto: "Ora è il momento, il partito è in tutto il Pakistan,
abbiamo candidati in tutto il paese, è il momento migliore
per dire che boicottiamo il tutto
perché la partita è truccata."
Pensavamo:
"Non vinceremmo comunque, ora è il momento ideale per andarsene!"
Ovviamente, la mia squadra aveva un'altra idea.
Dissero: "No! Vinceremo le elezioni!",
perché non avevano idea di come funzionassero le elezioni.
Li avevo avvisati: "Guardate, sappiate che potrebbe essere un disastro."
Ma non potevano sapere... erano tutte persone nuove.
E ovviamente, la sera dei risultati,
il Tehreek-e-Insaf fa il botto, ma non un bel botto...
neanche un seggio. (Risate)
Ora, dopo tutto questo tempo,
io sono abituato a tutti gli alti e bassi.
Quindi ho sviluppato un sistema per affrontare la sconfitta.
Primo, non leggete i giornali. (Risate)
Non c'è motivo di leggere i giornali
se sapete benissimo che qualunque cosa scriveranno
non sarà piacevole.
Secondo, non fatevi vedere in pubblico,
perché quando siete in mezzo alla gente
ricevete molti consigli, visto che i consigli sono gratis,
ma il problema è che i consigli che ricevete quando avete perso
sono come girare il coltello nella piaga.
Quindi è meglio evitare la gente.
Terzo, cercate di andare dove non c'è nessuno,
provate ad andare a camminare in montagna,
è il momento migliore per stare con la famiglia.
Il problema è che, quando venite sconfitti pesantemente,
anche il fallimento ha le sue dinamiche.
Scoprirete che perfino i vostri più cari amici
vi vedono diversamente, cambiano la loro opinione.
Se anticipate tutto questo
potrete affrontare la sconfitta molto bene
perché la sconfitta fa anche qualcosa di inestimabile:
vi concede tempo per guardarvi dentro.
Permette di analizzare i propri errori.
É il momento in cui si può imparare.
Il fallimento può essere l'insegnate migliore,
a patto che non vi demoralizziate.
Se vi lasciate andare, avete perso.
Potete valutare e analizzare gli errori,
è un gradino in più verso il successo.
Tutte le persone di successo che ho incontrato nella vita
hanno questa qualità, sanno affrontare il fallimento
e fanno le analisi migliori,
sono i migliori critici di se stessi.
E se avete questa capacità...
ecco ciò che l'istruzione dovrebbe fare,
dare la capacità di analizzare se stessi molto bene...
ecco il momento per cercare di eliminare i propri errori
e diventare più forti.
Il segreto del successo è questo,
ogni volta che qualcosa va storto,
e ricordatevi che più l'obiettivo è grande più le cose andranno storte,
ogni volta dovete analizzare,
lavorare duramente per eliminare gli errori in tutto quello che fate,
poi potrete andare avanti.
Il problema più grande quando qualcosa va storto
è la fortissima tentazione di rimpicciolire i tuoi sogni,
di mirare più in basso,
di aspettarti meno da te stesso.
É la trappola più grande.
Molte persone falliscono quando scendono a compromessi con i loro sogni
e la loro visione nei momenti di debolezza.
É il momento in cui una persona è vulnerabile
e in questo momento di fragilità
potreste commettere l'errore fatale
di ridimensionare le vostre ambizioni.
Vi faccio degli esempi.
Quando ho cominciato col cricket avevo solo 18 anni,
guardavo Dennis Lillee, un grande lanciatore veloce australiano,
e volevo diventare un lanciatore veloce.
Ogni volta che andavo dagli allenatori,
questi sceglievano i giocatori più esperti
quando giocavo da dilettante,
e tutti dicevano "Non hai il fisico.
Non hai la tecnica per diventare un lanciatore.
Non puoi diventare un lanciatore veloce."
E tutte le volte mi dicevano che se avessi cercato di cambiare i miei movimenti
avrei perso le mie doti naturali.
Penso di essere l'unico lanciatore della storia
che ha completamente rimodellato la sua tecnica per adattarsi alla sua ambizione.
Perché il corpo si adegua all'ambizione.
Il corpo si adatta, il corpo segue la mente.
La mente è il vero potere degli esseri umani.
Il potere della mente... potete scoprire questo potere
solo quando vi guardate dentro
e vi scontrate con le difficoltà,
più vi mettete in gioco
più forza scoprirete dentro di voi.
Poi, più tardi,
quando giocavo per la nazionale del Pakistan, lo tenevo sempre a mente.
Il capitano, prima di scendere in campo, tutti i capitani
durante le riunioni ci dicevano sempre:
"La priorità è non perdere."
Poi vincere sarebbe stato extra.
Qui c'è una grande differenza, ricordatelo,
il pensiero positivo è "Vinceremo",
il pensiero negativo è "Dovremmo evitare di perdere".
Qualunque decisione presa per paura è destinata al disastro.
Ogni volta che dovete scegliere una strategia nella vita
non dovreste mai farlo per paura di qualcosa.
E la paura peggiore è la paura di perdere,
perché la paura di perdere vi impedisce di vincere.
Durante una partita, per esempio, ma anche nella vita
i vostri avversari qualche volta faranno un errore.
Le persone che diventano campioni, che hanno un atteggiamento positivo,
in pratica quelli che desiderano vincere,
afferrano al volo quei momenti.
I giocatori che stanno sulla difensiva, che hanno paura di perdere,
se li lasceranno scappare.
L'istinto killer è questo, quando un vostro avversario
commette un errore, voi ne approfittate.
Non gli date possibilità di scampo.
Ma potrete farlo
solo se affrontate la cosa con il giusto atteggiamento.
Ed è la stessa cosa nella vita.
Qualunque sogno abbiate,
non pensate mai di non poterlo realizzare.
Io non ho mai pensato che, qualunque cosa mi fossi messo in testa,
avrei esitato e non l'avrei realizzata.
Sono in politica da quindici anni.
Pensereste quindi che a questo punto
dovrei sentirmi... che molte persone...
(Parole in Urdu)
Molte persone mi dicono:
"Sei in politica da quindici anni e ancora non hai avuto successo."
Ma dipende da qual è il tuo obiettivo.
Cos'è che vuoi?
Che obiettivi hai stabilito per te stesso?
Vuoi solo diventare primo ministro?
Vuoi solo diventare membro del parlamento, o un ministro?
A cosa ambisci?
Più grande l'ambizione, più duramente dovrai lavorare.
Non ci sono scorciatoie nella vita.
Se volete ottenere qualcosa di grande,
non c'è un modo rapido per raggiungere qualcosa di veramente grande.
Dovete seguire il percorso,
perché è il percorso che vi plasma,
è il percorso che vi fortifica,
e ogni volta che cadete e vi tirate su,
ritornate all'attacco più forti.
Ma il segreto è: mai mai mai mollare.
Sarete sconfitti solo quando mollerete.
E la capacità di affrontare le avversità...
dovreste sviluppare un vostro meccanismo
per i momenti duri, per non abbandonare la vostra missione all'improvviso.
Volevamo costruire un ospedale oncologico,
lo volevo costruire perché avevo visto mia madre soffrire
ma anche perché avevo capito cosa accadeva alle persone povere quando prendevano il cancro,
perché avevo compreso il costo dei trattamenti
e avevo capito che, se persone come noi possono a malapena permettersi di curarsi fuori dal Pakistan,
cosa accade agli altri abitanti del Pakistan?
Questa era la ragione. E così ho cominciato a fare campagne per l'ospedale,
principalmente sarebbe stato un ospedale gratuito...
e in secondo luogo non avrebbe fatto differenze tra ricchi e poveri
perché quando portai mia madre in Inghilterra per le cure
lei si trovò in una stanza di ospedale con accanto
un paziente del servizio nazionale, mentre lei era una paziente pagante nel letto accanto.
Nessuna differenza, infermieri e dottori li curavano esattamente alla stessa maniera.
L'altra ambizione era di avere un ospedale dove non c'erano VIP.
Comunque, quando l'ospedale aprì nel '94-'95
c'era questo amministratore americano
e per prima cosa disse:
"Non sarete in grado di curare gratis più del 5% dei pazienti,
se lo faceste, l'ospedale chiuderebbe."
Il consiglio di amministrazione era bloccato,
noi non eravamo tecnocrati, lui era il tecnocrate,
lui ci diceva che l'ospedale avrebbe chiuso,
che non c'erano i soldi, che saremmo falliti.
Gli abbiamo votato contro
perché era quello in cui credevamo.
Tutti i soldi che ho raccolto servono ai pazienti curati gratis.
Quindici anni dopo abbiamo ricevuto un premio dall'OMS come centro d'eccellenza
e come unico ospedale oncologico privato al mondo
che offre più del 75% di cure gratuite.
(Applausi)
Poi c'è stato il mio collegio elettorale a Mianwali,
ho scoperto che molti giovani uomini erano disoccupati
e finivano molto spesso schiavi degli stupefacenti
e in secondo luogo del crimine.
Quindi ho pensato di costruire una piccola università tecnica
così potevano venire a imparare qualche mestiere
ed essere in grado di trovare lavoro.
Sono andato dalla gente, mi hanno dato un bellissimo pezzo di terra
vicino a un lago, ai piedi delle colline.
Proprio quando stavo pensando di costruire questa piccola università
sono stato contattato dalla Bradford University per diventare loro rettore.
Ho pensato: "Perfetto, se convinco la Bradford University a venire qui,
in fondo era un'università tecnica,
allora potrei creare un piccolo college tecnico qui a Namal."
Tutti mi dicevano che non potevo costruirlo in un'area rurale
perché non avrei trovato professori.
Ora è la prima università tecnica privata in aree rurali e selvagge.
É a soli 60-70 km dal Waziristan.
Immaginate di costruire un'università
che offre diplomi della Bradford in quella parte del mondo.
Che ci crediate o no, non solo è decollata
e la prima classe si sta diplomando,
ma abbiamo creato un'altra rivoluzione:
a Mianwali non esiste il concetto di istruzione mista,
ma noi, per la prima volta, abbiamo ragazze provenienti da famiglie conservatrici povere
che studiano a fianco dei ragazzi.
(Applausi)
Ovviamente ora il sogno è cresciuto
e vogliamo creare una città della conoscenza.
La gente mi ha donato mille acri di terra... mille!
Tutti da povera gente dei dintorni.
Quindi abbiamo questi mille acri di terra
e ora l'ambizione è di costruire una vera città della conoscenza
e attrarre altre istituzioni come università mediche, tessili,
così da costruire un'università simile a Oxford in un'area meravigliosa.
Non solo abbiamo avuto professori provenienti dall'estero,
giovani laureati pakistani sono andati là
dalla LUMS, quelli che si sono qualificati,
sono andati là e hanno cominciato a lavorare.
(Applausi)
Credo che se creiamo le condizioni,
se sono quelle giuste, possiamo fare qualunque cosa.
Una cosa che Raja Saab ha detto e ha fatto.
Credo che tutto quello che serve al Pakistan è che si creino le giuste condizioni.
Serve solo un ambiente stimolante in Pakistan.
In pratica serve una buona amministrazione.
Solo una cosa, buona amministrazione.
C'è così tanto fermento nella società che tutto decollerà.
Io traggo le mie esperienze da due cose,
una è il cricket:
in Pakistan abbiamo creato la squadra campione del mondo
pur non avendo un ambiente adatto nel paese,
nonostante l'ambiente, non grazie all'ambiente.
Non c'è un ambiente per il cricket in Pakistan.
E per tutti voi seduti qui, se non altro io ho un triplo dottorato in cricket
e posso dirvi che da nessun'altra parte nel mondo
ho visto un talento sportivo come in questo paese.
(Applausi)
Chi altro? Ero con Dave Richards in India durante la coppa del mondo
e Dave Richards ha detto in televisione
che il talento migliore del mondo l'ha visto in Pakistan.
Abbiamo tutto questo talento...
non ho mai visto un giocatore con l'abilità
di quel ragazzo, Mohammad Amir, che è stato squalificato.
Non ho mai visto un talento simile.
Ho visto Wasim Akram, Mohammad è anche più bravo di Wasim Akram
e Wasim era uno dei migliori.
C'è tutto questo talento: Jahangir Khan e Jansher Khan.
La Oxford University ha più campi da squash di tutto il Pakistan.
Entrambi campioni del mondo per dieci anni.
Io credo che il Pakistan sia una nazione che trabocca talento.
Ma non ha un ambiente, non ha istituzioni,
non ha legge.
Ci sono criminali al governo della nazione.
Nessun paese può prosperare così,
è impossibile, se in una fabbrica mettete criminali al comando,
la fabbrica collassa.
Come può andare avanti un paese?
L'unico problema sul nostro cammino è l'apatia.
Una cosa, secondo me... c'è questo verso nel Corano:
"A coloro che hanno fede, Allah toglie la paura."
La paura è il problema più grande di questo paese.
Abbiamo paura, la gente è spaventata di affrontare questo conflitto di interessi.
Stiamo seduti e guardiamo questa sciarada di fronte a noi
ma la gente esita a fare qualcosa.
In Inghilterra due milioni di persone sono scese in strada contro la guerra in Iraq.
Due milioni di persone, e non era neanche un'ingiustizia a danno degli inglesi,
era in Iraq,
e due milioni di persone hanno protestato.
Per concludere, credo che il Pakistan
abbia tutto.
Abbiamo due grandi istituzioni in questo paese
che prosperano e funzionano:
una è la corte suprema,
anche se ci sono sforzi di tutti i tipi per farla smettere di funzionare,
e l'altra sono dei media molto attivi,
nonostante... so che Fasid ha detto qualcosa, si lasciano trasportare...
nonostante tutto i programmi di attualità
hanno stimolato un risveglio,
una sorta di consapevolezza che non esisteva prima.
Tutto quello che ci serve è una commissione elettorale indipendente
e alle prossime elezioni vedrete, inshallah, una rivoluzione in questo paese.
Grazie.
(Applausi)