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Questa
e la storia
di una di noi
un giorno ho avuto bisogno della pillola del giorno dopo
per evitare una gravidanza indesiderata
mi sono rivolta al pronto soccorso
dove sono stata mandata via
mi è stato detto che questo tipo di ricette non le facevano e che mi sarei
dovuta rivolgere al medico di base
non era la mia città natale
non c'era nemmeno il mio medico di base allora ho cercato senza ricetta di
andare nelle farmacie
spiegare la mia situazione e chiedere comunque che mi venisse data questa pillola
mi è stata rifiutata da tutte le farmacie appunto perché ero senza ricetta
intanto il tempo correva ed io ero sempre più in ansia
sapendo che più ore passano più la possibilità di rimanere incinta aumenta
mi è stato infine consigliato di rivolgermi alla guardia medica
lì ho trovato qualcuno che mi ha finalmente prescritto il farmaco
evidentemente malvolentieri
trattandomi con arroganza e con ostilità
era notte
ho dovuto cercare l'unica farmacia aperta in una città abbastanza grande
che potesse darmi questa pillola
e alla fine l'ho presa
il farmaco non è stato efficace probabilmente perchè peso troppo tardi
e dunque sono rimasta incinta
un ginecologo ha constatato questa mia gravidanza e mi ha mandato
in un altro ospedale
da una persona, un'infermiera
che doveva darmi tutte le indicazioni relative all'interruzione di gravidanza
e fornirmi tutte le informazioni necessarie
questa infermiera non mi ha dato informazioni di nessun tipo
sull'interruzione di gravidanza, il suo fine è quello di evitare che io facessi questa scelta
mi ha detto molto chiaramente "io sono contenta ogni volta che riesco a salvare un bambino"
alla mia richiesta su come si sarebbe svolta interruzione mi ha risposto
"io ho innanzitutto i bambini li faccio nascere e comunque c'è poco da spiegare,
tu il bambino lo torturi a morte, lo strappi fuori e lo uccidi. Più tempo fai passare prima
dell'intervento più aumenti il dolore e il male che fai questo bambino
oltre ad altre offese gratuite nei miei confronti questa infermiera mi ha spiegato le
conseguenze psicologiche terribili che avrebbe comportato un'eventuale interruzione.
ovvero che essere stata infelice per il resto della mia vita
che non c'è donna che abbia fatto questa scelta senza pentirsene amaramente
che non sarei più stata in grado di fare dei figli serenamente e che sarei scoppiata in lacrime
ogni volta che avessi visto un passeggino
Dopo questa chiamiamola "consulenza" la mia decisione ferma
Purtroppo dovuto aspettare quasi tre settimane
prima dell'intervento
perchè nella regione in cui è successa questa cosa
non c'erano ginecologi non obiettori
Doveva venire un medico da fuori, da un'altra regione
e questo medico era disponibile soltanto una volta al mese
Eravamo molte donne, tutte in fila, tutte lì
che aspettavamo quest'intervento
il medico mi ha spiegato molto brevemente
che mi avrebbe inserito una capsula nella *** affinché l'utero si allargasse e l'intervento
fosse più semplice
Una volta inserita questa capsula l'interruzione comincia
Ero in camera con altre tre donne
Gli infermieri le hanno portate in sala per l'intervento
che dura pochi minuti
Nel giro di mezz'ora, quaranta minuti queste altre donne
avevano già fatto l'intervento, invece io sono rimasta ore sul letto dell'ospedale
senza che nessuno mi venisse a prendere o mi informasse di alcunché
con ogni probabilità questo è dovuto all'assenza di medici non obiettori
e di personale che assista questi medici
Dopo ore lì nel letto dell'ospedale ho iniziato ad avere
delle perdite che con il passare del tempo diventavano sempre più forti e sempre più dolorose
Non mi sentivo assolutamente in diritto di chiamare l'infermiere
perché pensavo appunto che stavo facendo una cosa atroce e che provare del dolore fosse una cosa
che mi meritavo
il minimo che dovevo sopportare per quello che stavo facendo.
Questo ha comportato in realtà che l'interruzione è avvenuta da sé
Ho chiamato un infermiere solo quando mi sono spaventata per le forti perdite
e per il dolore diventato insopportabile.
E ho avuto paura che potessi perdere i sensi e che l'intervento non sarebbe più potuto riuscire
In realtà tutto era già accaduto, l'intervento è stato comunque portato avanti per evitare
che dei residui rimanessero nel corpo.
Ho sofferto molto più di altre donne
sono dovuta rimanere
in ospedale molte ore n più fino a tarda notte
con degli antidolorifici molto forti,
ho sofferto anche nei giorni successivi
Nella situazione in cui mi sono trovata
mi sarei aspettata di trovare del personale
professionale
competente
senza pregiudizi e aperto alla libera scelta delle donne
non ho trovato invece nessun tipo di sostegno
se non
le offese le condanne e i giudizi
Questa mia esperienza ha anche comportato negli anni
una mia incapacità
di elaborare questa mia interruzione
perchè ammettere di stare male
era come dare ragione a quell'infermiera
la cosa per me più difficile, e che riguarda il mio aborto, non è la scelta che ho fatto
ne sono tutt'ora convinta
e felice
non c'è in me la sensazione di aver fatto una cosa indicibile
Mi piacerebbe essere informata anche a scuola quali sono i luoghi
in cui andare in certe situazioni
Voglio vivere in una società in cui ci siano le condizioni per una sessualità
informata e consapevole
Voglio essere informata sui doveri del personale medico
nei confronti delle donne che decidono di abortire
Voglio più medici non obiettori
che non antepongano la presunta moralità ai miei diritti
Non voglio vivere in un Paese che condanna l'aborto
e uno stato in cui vengono attaccati e giudicati i diritti delle donne
Voglio non essere ostacolata in mille modi quando ho bisogno della pillola del giorno dopo
Non voglio subire la violenza
di chi pensa di sapete cosa è meglio per me: io ho deciso da sola
Voglio che la legge 194 che ha impedito a tante donne di soffrire e morire per aborto clandestino
venga interamente applicata
Voglio che nessuno possa ostacolarmi dall'avere in ogni momento
il pieno controllo della mia sessualità, inclusa la mia salute sessuale e quella riproduttiva.
Voglio un consultorio pubblico laico e gratuito in ogni quartiere
Voglio che le strutture sanitarie pubbliche diano informazioni scientifiche e non
giudizi morali
Quando mi rivolgo a una struttura pubblica
non voglio essere considerata una bambina, ma una persona in grado di fare le sue sclete consapevoli
Vogliamo scegliere
Punto.