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Immaginate.
Salve, mi chiamo Noah.
Immaginate che immaginare
sia la tela di ogni dipinto
in attesa di nascere
dal pennello di ogni artista.
E noi, nella nostra individualità collettiva, siamo
il colore,
il pittore,
e il dipinto.
Immaginate che la definizione di immaginazione
sfidi la definizione,
e sia misteriosa e ineffabile
quanto il nome di Dio.
Immaginate che immaginare non sia una lista delle cose da fare,
ma una lista delle cose da essere.
Immaginate che immaginare sia la promessa dell'anima
di ogni bruco in ogni bozzolo
e che ali invisibili siano già nate.
Immaginare è vedere cose
che non esistono.
Immaginare è raffigurarsi
l'aspetto che potrebbe avere ciò che ancora non esiste.
Immaginare è capire che chi siete
è solo la verità di questo preciso istante.
E la verità di chi siete
è sempre in uno stato di gestazione.
Immaginare significa prendere la rincorsa
mentre un passo misurato, ci dicono,
è il buon senso socialmente accettato.
Immaginare non significa immaginare di essere un poeta,
ma sapere di essere poesia,
ricordando a se stessi di prendere appunti
e prendere nota.
Immaginare è sognare il "sì, noi possiamo",
"sì, voi potete".
Immaginare è il permesso dato
a ogni genitore di sognare un mondo migliore
per ogni bambino
e per i figli dei propri figli.
Così come i genitori non dovrebbero baciare i propri figli
per essere ricambiati,
ma perché desiderano baciare i propri figli
e i figli dei propri figli.
Immaginare non è un vostro diritto.
È una vostra responsabilità.
Immaginare non è una terra lontana.
Non è davanti a voi.
È dentro di voi.
E voi siete il passaporto per l'immaginazione.
Oh, e non chiedete, "Cos'è?"
Andiamo
e iniziamo la nostra visita.
Immaginatelo.